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PubblicatoDante Mancuso Modificato 6 anni fa
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EFFICIENZA ED EFFICACIA ECONOMICA (CONDIZIONI OPERATIVE GENERALI)
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L’APPROCCIO DI ‘’ANALISI ECONOMICA’’ (ALCUNE PRECISAZIONI)
Riferimento temporale ex-ante (come indicazione dei valori “previsti” / ”attesi” di determinate variabili economiche), inteso come programmazione della produzione e/o organizzazione del progetto / intervento / operazione di investimento. Riferimento temporale ex-post: (come indicazione dei valori “realizzati” di determinate variabili economiche): analisi e tecniche di controllo del/i risultato/i conseguiti.
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E ancora: - Due distinti approcci di analisi economica: analisi di efficienza e di efficacia dell’attività di produzione, del progetto e/o dell’azione di intervento / operazione di investimento. Per la progettazione: -Tecniche di valutazione di impatto: VIA (valutazione di impatto ambientale); VAS (valutazione ambientale strategica); SIA (studio di impatto ambientale);
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VI (valutazione di incidenza per le aree ad elevato valore naturale);
AIA (Autorizzazione Integrata Ambientale); - …………… N.B. - Valutazione di Incidenza: obbligatoria se sul territorio insiste un sito di interesse comunitario - Rapporto Ambientale: documento alla base della redazione della VAS
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EFFICIENZA FISICA ED EFFICIENZA ECONOMICA
Sia gli individui / operatori, sia le organizzazioni / imprese / società possiedono risorse limitate. Ciò rende necessario produrre il massimo output possibile dato l'input – cioè, operare al massimo dell'efficienza (tecnica). Così, la ricerca non è semplicemente rivolta a trovare una “buona opportunità /soluzione tecnica” per l'impiego di risorse limitate, ma a trovare l’opportunità migliore (valutazione di convenienza). L'applicazione tecnica è principalmente un'attività di organizzazione / produzione intrapresa per soddisfare dei bisogni o finalità umane.
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Il suo obiettivo è il raggiungimento del ‘’migliore risultato finale’’ per unità di risorse impiegate. Questo è essenzialmente un processo fisico, il cui obiettivo è la massimizzazione dell'efficienza fisica (tecnica), che può essere formulata come: 1. efficienza (fisica) = output / input Se viene interpretata in senso abbastanza lato, questa proposizione misura la riuscita dell'attività tecnica nel contesto dell'ambiente fisico, tuttavia l‘operatore deve considerare due livelli di efficienza distinti.
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- Sul primo livello sta l'efficienza fisico / tecnica, espressa come la produzione divisa per i fattori di produzione in termini di unità fisiche come le calorie, i chilowatt e i chilogrammi … Quando sono implicate queste unità fisiche l'efficienza sarà sempre minore di uno, cioè inferiore al 100%. - Sul secondo livello vi sono i vari tipi di efficienza economica, che sono espressi in termini di unità economiche di produzione divise per le unità economiche di fattori impiegati, ognuna espressa in termine di un mezzo di scambio, come il denaro (controvalore monetario).
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L'efficienza economica può essere formulata come segue:
2. efficienza (economica) = valore / costo Come è noto, l’efficienza fisica è legata a quella economica, ad esempio, una centrale elettrica può essere vantaggiosa in termini economici, anche se la sua efficienza fisica nel convertire energia sotto forma di carbone (o altro combustibile fossile) in energia elettrica è relativamente bassa. Dal momento che i processi fisico / tecnici avvengono, necessariamente, con livelli di effi-
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cienza inferiori al 100% e le operazioni economiche sono attuabili solamente se raggiungono un'efficienza superiore al 100%, è chiaro che il valore economico di ogni unità di produzione fisica deve sempre superare il costo economico di ogni unità di fattori di produzione. Ne segue che, l'efficienza economica dipende in misura maggiore dal valore delle unità prodotte e dal costo dei fattori di produzione, che dall'efficienza fisica, che è significativa solo nella misura in cui contribuisce a quella economica (obiettivo fondamentale dell’attività imprenditoriale).
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Nella valutazione finale della maggior parte delle attività di produzione / progetto / intervento, anche di quelle in cui la tecnica ha un ruolo predominante, l'efficienza economica deve avere maggior peso di quella fisica / tecnica. L’efficienza è dunque il pre-requisito necessario per poter conseguire la massimizzazione del benessere (economico e/o sociale) !!! Esiste, dunque uno stretto rapporto di relazione e valutazione tra efficienza tecnico-fisica ed efficienza economica –
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EFFICACIA ED EFFICIENZA
TECNICO-ECONOMICA (DEFINIZIONI) EFFICACIA: capacità di raggiungere un certo risultato (obiettivo/i) in termini di produzione e/o di progetto/intervento. Valutazione dell’entità e dell’intensità del risultato/i. EFFICIENZA: capacità (modalità) di svolgimento di una data attività tecnico-produttiva, di progetto o di intervento con il minor dispendio di risorse, unitamente all’ottenimento del miglior risultato possibile.
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Il concetto di efficienza economica comprende sia i processi produttivi (efficienza produttiva) che i processi di allocazione delle risorse (efficienza allocativa). EFFICIENZA TECNICO-PRODUTTIVA: Potenzialità di una tecnica produttiva di minimizzare la quantità di risorse utilizzate o minimizzare i costi di produzione. Nel primo caso si parla, più propriamente, di efficienza tecnologica; nel secondo caso, invece, si parla di efficienza produttiva in senso economico.
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Per valutare l'efficienza tecnologica di una tecnica produttiva, generalmente, si fa ricorso al principio secondo il quale un processo produttivo è preferibile ad un altro quando produce una stessa quantità di output impiegando, però, almeno un input in misura minore (in quantità di impiego). Dal punto di vista economico è efficiente una tecnica che utilizza risorse il cui prezzo è inferiore a quello delle risorse impiegate da un'altra tecnica produttiva. Da quanto detto risulta chiaro che può accadere che un processo produttivo sia efficiente, rispetto ad un altro, tecnologicamente, ma non
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lo sia economicamente. Tipico esempio è rappresentato dal confronto fra impianti automatizzati e impianti che usano tecniche tradizionali: i primi sono tecnologicamente superiori ai secondi, ma comportano più alti costi sia perché richiedono l'impiego di lavoratori specializzati sia perché richiedono una manutenzione particolare. N.B. In sintesi la dicotomia dell’efficienza tecnico-produttiva può essere espressa come segue:
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Efficienza tecnico/produttiva CASO A): data una certa tecnologia / tecnica di produzione, si ottiene il massimo risultato / livello di output / produzione possibile con il minimo impiego di fattori produttivi, o, in alternativa; - Efficienza tecnico/produttiva CASO B): data una certa tecnologia / tecnica di produzione e predeterminato un livello di output / produzione da ottenere, questo risultato viene ottenuto con il minimo impiego di fattori produttivi: - Efficienza economica: minimizzazione dei costi di produzione.
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Altri casi di interesse:
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- EFFICIENZA ALLOCATIVA: Ripartizione delle risorse (scarse) tra i diversi usi/obiettivi di impiego, tale che non è possibile sostituirla per migliorare le condizioni di qualche membro della collettività senza, al contempo, danneggiare quelle di qualcun altro. N.B. L'efficienza allocativa è una delle condizioni richieste per raggiungere un ottimo sociale (equilibrio di Pareto). Essa presuppone che l'allocazione delle risorse debba garantire sia l'ottimo nella produzione sia nello scambio. Il primo, si realizza quando non è possibile aumentare la produzione di un qualche bene, con una diversa combinazione dei fattori produttivi senza, al contempo, ridurre quella di un altro.
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Il secondo, invece, si verifica quando non è possibile incrementare il benessere di un individuo, attraverso una diversa distribuzione dei beni prodotti, senza, contemporaneamente, peggiorare la situazione di qualcun altro. Secondo molti, l'unica forma di mercato in grado di assicurare un'efficiente allocazione delle risorse è la concorrenza perfetta (forma teorica). In essa, infatti, l'ottimo della produzione è assicurato dalla circostanza che ogni fattore produttivo viene remunerato nella stessa misura,
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per cui si realizza l'uguaglianza fra i saggi marginali di sostituzione dei fattori produttivi.
L'ottimo nello scambio è invece garantito dall’uguaglianza dei prezzi di ogni bene venduto nel mercato. Ciò significa che ogni consumatore attribuisce ad ogni bene lo stesso saggio marginale di sostituzione. Un ultimo esempio:
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EFFICIENZA MARGINALE DEL CAPITALE:
Nella teoria di J.M. Keynes è il “rendimento scontato” di un bene capitale, ovvero quel tasso di interesse, r, che permette di eguagliare il valore attuale dei rendimenti netti di un investimento in beni capitali al costo dell'investimento stesso. La formulazione matematica chiarisce facilmente la definizione come segue:
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C0 = R1- C1 + R2 – C Rn – Cn 1+r (1+r) (1+r)n dove C è il costo iniziale di un investimento, R i ricavi attesi nei diversi periodi 1, 2, ... n. Se r è superiore al saggio d'interesse di mercato i, l'imprenditore realizzerà il progetto. In caso contrario, l'imprenditore troverà più conveniente offrire in prestito i suoi fondi al saggio di interesse corrente.
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E ancora: sempre secondo Keynes, l'efficienza marginale di ogni investimento decresce al crescere del volume di investimenti effettuati, sia perché si riducono i ricavi attesi, sia perché l'aumento della domanda di un certo tipo di bene capitale determina un incremento del suo prezzo di offerta.
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