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I partiti politici - Cap.5
Alla ricerca dei voti
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Scelte di voto e sistemi elettorali
Elezioni e procedure elettorali rappresentano le condizioni sufficienti e necessarie affinché si possa parlare di democrazia Votare è un prius (Sartori), poi viene tutto il resto «Solo le elezioni offrono l’opportunità di selezionare pubblicamente i rappresentanti, di chiamare i governanti a rispondere del loro operato e, se è il caso, di cacciare via i furfanti» I partiti sono protagonisti della lotta competitiva per il comando politico Nelle teorie competitive della democrazia ciò che conta è il tipo di interazioni prevalenti nel sistema partitico, le strategie dei partiti e la loro capacità di canalizzare l’opinione degli elettori
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Alcune anomalie empiriche della democrazia come competizione:
Democrazie non competitive (democrazie consociative) Stabilizzazione al governo, per un lungo periodo, di un partito predominante (democrazie non comuni) L’esito di una tornata elettorale è il frutto dell’interazione di diversi elementi: il sistema elettorale, la domanda elettorale, l’offerta politica Nelle democrazie consolidate sistemi elettorali, domanda e offerta politica sono stabili (equilibrio statico) Le trasformazioni socioeconomiche e culturali della società avanzate hanno prodotto una crescente irrequietezza della domanda elettorale (de- allineamento) che implica la crescita dell’astensionismo, una maggiore volatilità, il declino dei partiti tradizionali e un maggior distacco degli elettori della politica dei partiti, che ha impresso maggiore dinamismo alla competizione elettorale (equilibrio dinamico) Disequilibrio strutturale provocato da fluttuazioni dell’offerta con scissioni e fusioni tra partiti, comparsa di nuovi partiti, instabilità delle alleanze
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Partiti di integrazione di massa Partiti elettorali (o «pigliatutto»)
La «struttura degli incentivi» spinge gli elettori a votare e i politici a competere Le scelte dell’elettore fra «voto strumentale» e «voto espressivo» «voto sincero» e «voto strategico» Il sistema elettorale maggioritario favorisce il voto «strumentale» Il sistema elettorale proporzionale favorisce il voto «sincero» «partiti che gettano ponti» votare espressivamente Partiti di integrazione di massa «partiti che serrano legami» votare strumentalmente Partiti elettorali (o «pigliatutto»)
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Partiti ponte sono organizzazioni competitive, dirette a costruire e gestire coalizioni sia tra gruppi socialmente ed ideologicamente distinti di elettori, sia tra forze politiche più o meno adiacenti nello spazio politico Partiti isola fanno ricorso a strategie di nicchia tendenti ad indirizzare i messaggi e la campagna elettorale verso specifiche categorie e gruppi piuttosto omogenei di elettori Con la crisi dei partiti cresce la volatilità elettorale
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Le basi sociali della politica
Da un punto di vista sociologico i partiti riflettono le divisioni fondamentali e le linee di conflitto che attraversano stabilmente una società o, se si preferisce, la struttura delle fratture sociali e politiche (cleavages) «I cleavages sono i criteri che dividono i membri di una comunità, o sub- comunità, in gruppi» Proprio perché sono fonti di conflitti, le fratture diventano fattori di aggregazione e di identificazione dei membri di una collettività o di segmenti di essa, finendo per assolvere ad una funzione di mobilitazione di individui e gruppi sociali sulla base dello schema binario amico-nemico I partiti quali attori politici per lo più impegnati nella più generale attivazione, gestione e sostituzione dei conflitti I vincoli all’azione e alle scelte dei partiti non derivano solo dalla struttura dei conflitti sociali, ma anche dal sistema elettorale e dal regime politico
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Tipi di fratture sociali
Centro - Periferia Stato – Chiesa Città (urbano) – Campagna (rurale) Lavoro – Capitale Asse destra-sinistra del sistema partitico: conservatore agrario (o etnico) liberale confessionale socialista destra sinistra
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I processi di mutamento delle fratture sono riconducibili a:
Il sistema si complica dopo la rivoluzione internazionale del 1917 con l’aggiunta di partiti anti-sistema di origine comunista o fascista I processi di mutamento delle fratture sono riconducibili a: Perdita di rilevanza delle fratture tradizionali (declino elettorale partiti) Riattivazione di fratture latenti (comparsa partiti storici etnoregionalisti) Attivazione di nuove linee di divisione (formazione di partiti ecologisti, populisti o antieuropeisti) Alla frattura economica si ricollega la dicotomia destra-sinistra che, per quanto oggi indebolita, costituisce ancora la dimensione di identificazione del conflitto politico più rilevante nelle democrazie occidentali ad economia di mercato
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Le famiglie ideologiche
I partiti continuano ad essere percepiti come differenti l’uno dall’altro in base alle visioni e alle ideologie che manifestano Famiglie ideologiche di partiti: Partiti liberali e radicali contro «ancien régime» Partiti conservatori contro liberali Partiti socialisti e socialdemocratici contro il sistema borghese Partiti agrari contro il sistema industriale Partiti regionali contro il centralismo statale Partiti cristiani contro il sistema laico Partititi comunisti contro il «socialdemocratismo» Partiti fascisti contro i sistemi democratici Partiti di protesta della piccola borghesia contro lo Stato burocratico-assistenziale Partiti ecologisti contro la società industrializzata
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Vincoli all’ingresso dei partiti
la permanenza di un’alta identificazione degli elettori con i partiti esistenti il ricordo di precedenti esperienze traumatiche che «mobilitano forti resistenze contro la frammentazione dei partiti» l’esistenza di «stretti legami organizzativi fra partiti e gruppi di interesse, sicchè i partiti-esistenti vengono protetti in anticipo
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Vincoli all’istituzionalizzazione dei partiti:
Sistemi elettorali Legislazione elettorale di contorno: norme sul finanziamento ai partiti e accesso ai media Esistenza di «progetti di integrazione troppo ampi o troppo ristretti» (le strategie) L’assenza di dirigenti capaci di mobilitare la base Mancanza di una infrastruttura organizzativa - I partiti nel corso del tempo possono cambiare la loro collocazione ideologica, orientarsi verso nuove alleanze, ridefinire le priorità e i temi della propria agenda programmatica
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I sistemi di partito Le forme e i modi della coesistenza tra più partiti: il loro sistema di interazioni La penetrazione partitica della società Nei regimi non democratici, nonché in quelli autoritari e totalitari, la penetrazione partitica della società si manifesta nell’estensione della repressione-mobilitazione e nell’inquadramento ideologico della comunità politica Nelle democrazie i partiti si distinguono per il grado di integrazione organizzativa, vale a dire la forza del legame con gli elettori, simpatizzanti e iscritti e di integrazione sociale La «partitocrazia» in Italia invade la società civile L’estensione della penetrazione sociale dei partiti costituisce una formidabile barriera di ingresso per le nuove forze politiche, oltrechè un fattore di stabilità dello stesso sistema partitico
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La legittimazione del sistema politico
Dove i partiti si sono formati gradualmente, la legittimità degli assetti istituzionali prodotti dalla democratizzazione non è stata messa in discussione e i nuovi partiti politici sono stati riconosciuti come legittimi partecipanti al gioco democratico Diversamente, nei paesi con forti tradizioni autocratiche o dove il processo di democratizzazione presentava radicali discontinuità, si sono create le condizioni per la formazione di partiti antisistema e di opposizioni sleali
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Il consolidamento democratico è possibile in questi paesi qualora intervengano fattori di stabilizzazione chiamati «ancore»: Il grado di organizzazione e radicamento nella società dei principali partiti Il ruolo delle reti clientelari nell’alimentare il consenso al nuovo regime Il peso dei partiti nel controllo e nella selezione dell’accesso dei gruppi di interesse alle sedi decisionali La presenza di un sistema di intermediazione degli interessi di tipo corporativo
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I partiti antisistema per natura «ideologica» e «relazionale»
Partiti pro-sistema Partiti anti-sistema Partiti polarizzati Partiti irrilevanti o accomodanti Strategie dei partiti moderati nei confronti dei partiti estremisti: ghettizzazione addomesticamento neutralizzazione
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La nazionalizzazione dei partiti
I sistemi di partito moderni nascono sull’onda della massificazione della politica con le prime democratizzazioni e con il processo di nazionalizzazione della politica (la costruzione degli stati nazionali). I partiti contribuiscono a questo processo strutturandosi su scala nazionale La morfologia dei sistemi partitici I sistemi partitici si possono analizzare sulla base di due criteri: il numero dei partiti (il formato) e la qualità delle loro relazioni (la meccanica) (Sartori) L’operatività di questi due fattori influenza l’orientamento di voto degli elettori, la formazione dei governi, la loro stabilità e il rendimento della stessa democrazia. La semplificazione numerica per mette di cogliere un aspetto cruciale del funzionamento di ogni sistema politico La distinzione classica è quella tra sistemi mono-, bi-, multi-partitico
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Come contare i partiti Il monopartitismo individua i regimi non democratici Il sistema bipartitico sembra presentare un carattere naturale La classificazione di Sartori. I criteri: Un partito, per quanto piccolo, deve essere contato se ha potenziale di coalizione, cioè se è indispensabile per formare maggioranze di governo Un partito deve essere contato se ha potenziale di ricatto (o di intimidazione), cioè se la sua presenza condiziona la direzione della competizione e la produzione delle politiche pubbliche Il «formato» del sistema partitico utilizzando questi criteri
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La distanza ideologica tra i partiti o «polarizzazione»
Meccanica: la logica di funzionamento del sistema partitico Dalla combinazione tra formato numerico e meccanico si ricavano tre configurazioni sistemiche: unipolare, tipica delle situazioni monopartitiche non democratiche ma anche nei regimi democratici (sistemi a partito predominante o sistemi a partiti dominanti) bipolare che assorbe i casi bipartitici e i multipartitismi moderati, competizione centripeta ed elevata probabilità di produrre alternanza tra governo e opposizione, alternanza al potere multipolare, la competizione tende ad essere centrifuga, la politica estremizzata e le opposizioni bilaterali, monopolio del governo da parte dei partiti (di centro) dominanti
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Come cambiano i sistemi di partito
Sartori: un sistema partitico opera come un ‘sistema di canalizzazione’ naturale della società politica I sistemi elettorali producono effetti diretti e indiretti sia sulle scelte degli elettori sia sui singoli partiti e di riflesso sulle caratteristiche del sistema partitico I sistemi elettorali producono effetti di riduzione del numero dei concorrenti (partiti e/o candidati) ma anche effetti di redistribuzione per rimbalzo sulla formazione dei governi e sulle decisioni di policy (Cox)
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Se vogliono sopravvivere nel breve periodo ‘i partiti devono adattarsi alle nuove situazioni per poter competere efficacemente e far fronte al cambiamento sociale ed economico’ Effetti del cambiamento: riduzione della distanza tra i principali partiti di sinistra e di destra; progressiva de-polarizzazione delle democrazie; comparsa di sistemi frammentati quanto a numero di partiti ma non polarizzati; sostanziale indistinzione dei programmi partitici
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Tipi di sistemi partitici
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