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BAMBINI VIOLATI, FANTASIA O REALTA’?

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Presentazione sul tema: "BAMBINI VIOLATI, FANTASIA O REALTA’?"— Transcript della presentazione:

1 BAMBINI VIOLATI, FANTASIA O REALTA’?
Marisa ALOIA BAMBINI VIOLATI, FANTASIA O REALTA’?

2 Come riconoscerlo dai disegni

3 Il disegno è per il bambino la prima, e per parecchio tempo, l’unica possibilità di esprimersi e di fermare sulla carta le percezioni che ha di se stesso e del mondo che lo circonda, infatti come afferma LOQUET: “Il bambino disegna non l'oggetto stesso qual'è ma l'idea che se ne fa".

4 Il disegno è quindi una necessità interiore del bambino per lasciare una traccia di se stesso: quando un bambino disegna è estremamente attento a ciò che sta facendo, esprime così sul foglio, tutta la sua storia emotiva.

5 Il disegno per il bambino è la prima forma di comunicazione grafica: nasce molto prima della scrittura vera e propria e a differenza di questa, non deve seguire segni convenzionali, ma è la più libera espressione del ‘mondo interno’ di cui un bambino dispone.

6 Il disegno ha un valore proiettivo
Il disegno ha un valore proiettivo. Dal gesto grafico, chi osserva può comprendere lo stato d’animo del bambino che disegna, focalizzando l’attenzione sulla pressione ed il tratto.

7 Al bambino non interessa copiare la realtà.
Disegna ciò che il suo modello interno gli propone come conoscenza dell’ambiente esterno.

8 Il bambino che disegna è un bambino che impara a vedere; per questo dovrebbe sempre avere a sua disposizione, fogli di carta e materiale per disegnare a volontà.

9 Colore Il colore permette di esprimere tutte le sensazioni, fino alle più immediate, forti e prorompenti. i colori in mano al bambino diventano un unico mezzo espressivo.  

10 L'evoluzione del tracciato grafico 1
L'evoluzione del tracciato grafico     1. segni o tracce di base, come punto, linea ed arco; 2. scarabocchi a zig-zag, tracciati con moto oscillatorio, ovali e spiraliformi; 3. schemi base fondamentali, come uovo, cerchio, quadrato e croce; 4. combinazioni di segni; 5. complessi o aggregati; 6. figurazioni del concreto. 7. passaggio da concreto ad astratto

11 LO SCARABOCCHIO Scala di sviluppo 13 mesi:
LO SCARABOCCHIO Scala di sviluppo   13 mesi: Prende la matita, non sempre nel verso giusto e l'appoggia sulla carta 14 mesi: Prende la matita e batte la punta sulla carta 15 mesi: scarabocchia vigorosamente su imitazione 16 mesi: imita l'adulto che scrive, il segno è obliquo 17 mesi: lo scarabocchio obliquo tende a arrotondarsi

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13 Prende la matita, non sempre nel verso giusto e l'appoggia sulla carta

14 CONSIGLI PRATICI per gli scarabocchi Va considerata sempre l'età in cui il bambino inizia a scarabocchiare, di solito sta appena ritto su se stesso e non possiede la nozione dello spazio uguale alla nostra.

15 La scelta del colore

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17 1 Osservare in silenzio; 2 tranquillizzare con frasi tipo: "Fai quello che vuoi, è sempre bello e mi fa sempre piacere"; 3 catalogare il disegno e se possibile, accompagnarlo da commenti e foto.

18 Fino ad una certa età il bambino, anche quando copia un modello, disegna ciò che sa e non ciò che vede (realismo intellettuale LOQUET)

19 LA FIGURA UMANA L'uomo girino:   All'interno del cerchio, compaiono due grandi occhi.....perché sono gli occhi che attirano il bambino e lo affascinano, il viso umano, e gli occhi sono la parte più mobile, quello che più di ogni altra cosa attira il neonato, diventa poi il suo punto di riferimento. (A. OLIVIERO FERRARIS)

20 Il disegno della figura umana non è altro che la proiezione dell'immagine del proprio corpo, o meglio dell'immagine del proprio corpo.

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22 Tappe grafiche nello schema corporeo:
figura umana riconoscibile ( 4 anni) presenza del tronco presenza delle braccia presenza delle gambe braccia e gambe attaccate al tronco presenza dei piedi braccia e gambe con doppio tracciato contorni a matita del disegno presenza del vestiario particolari del vestiario

23 Machover: la personalità non si sviluppa nel vuoto, ma attraverso il movimento, le sensazioni ed il pensiero di un corpo specifico

24 ETA’ DISEGNO SPAZIO GRAFICO 12/18 mesi Casuale. 18/30 mesi Senza limiti. 3 anni A volte inizio prime forme riconoscibili. Inizia a rispettare lo spazio. 4 anni Prime rappresentazioni. Verbalizza il disegno. Sperimenta lo spazio. Verbalizza le posizioni e le direzioni. 5 anni Scoppio del disegno. Copia le prime lettere stampate. Difficoltà a rispettare dimensioni e direzioni. Tenta di orientare i disegni.

25 ETA’ DISEGNO SPAZIO GRAFICO 6 anni Compare il movimento. Il disegno è statico. Disegna delle storie e dei fatti. Scopre la linea di terra, di essere parte dell’ambiente, dispone gli oggetti nello spazio. 7 anni Se al bambino piace disegnare disegna storie rispettando direzioni, spazio e tempo. Base diversa. Orientamento. 8 anni Se al bambino piace disegnare cerca mezzi e materiali diversi. La base terra è ben definita. Il cielo riempie il foglio fino alla linea di terra. 9 anni Dipende dal bambino. Rappresentazione spaziale.

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27 E’ importante osservare il bambino mentre disegna per poter effettuare
un’analisi corretta.

28 CHE COSA OSSERVARE IN UN DISEGNO
Successione delle figure Espressione e atteggiamento Confronto fra le figure Dimensione della figura rispetto al foglio Movimento Tracciato del disegno Ombreggiatura Figura schematica Presentazione di fronte, di profilo e di schiena Osservazione dei particolari: Testa, occhi, bocca, orecchie, capelli, ciglia, baffi, barba, collo, braccia mani, altre parti ed abbigliamento

29 Per diventare amica dei bambini uso uno stratagemma:
Inizio a disegnare per conto mio, poi scherzando, invito il bambino a prendere un foglio e disegnare accanto a me… china sul mio foglio non incuto soggezione, lavorando e parlando insieme diventiamo complici e amici.

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31 “L’esperto deve comunque astenersi da esprimere conclusioni sul piano della causalità sottolineando che i suddetti indicatori psicologici e comportamentali di abuso sessuale sono soltanto indizi e nessuno di essi è di per sè prova”. Art. 8, bozza 20/09/07

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34 Esempio di colloquio: Resistenze della bambina ed evidenza del “pre-giudizio” della madre. B: “Dico per finta” M: “Lo so che è faticoso” B: “Io dicevo per finta ieri” M: “Non succede niente. Mamma e papà son contenti forti. Io ti starò molto vicina, non succede niente a nessuno” B: “Ma mamma… ma io scherzo! Non…” M: “Lo so che…” B: “Non so niente!” M: “Eh, eh, chi ti dice che non devi sapere niente”

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