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PubblicatoLeonardo Fratta Modificato 6 anni fa
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LE FOGNE Leonardo Fratta
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PREISTORIA Fin da quando sorsero i primi centri abitati di notevoli dimensioni in cui un gran numero di persone viveva a stretto contatto si pose il problema di raccogliere e portare lontano dalle abitazioni i rifiuti domestici, prima di tutto escrementi e urina. Per questo, fin dall'epoca preistorica, si ha notizia di opere di canalizzazione destinate a raccogliere le acque di scarico. Si sa che già nell'Europa preistorica, ricca di foreste, gli uomini costruivano condutture in legno usando tronchi incavati e tavole. Si trattava di tubi con diametro dell'ordine di una decina di centimetri.
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CIVILTÁ MICENEA Le prime a usare condutture in terracotta, più resistenti all'usura del tempo, furono invece le popolazioni della civiltà micenea, che abitavano prevalentemente l'entroterra greco, nella seconda metà del 2° millennio a.C. Ma si trattava per lo più di canali a cielo aperto, una soluzione ancora poco efficiente perché in questo modo le acque sporche continuavano a inquinare l'aria e a spargere malattie.
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I GRECI Le più grandi città greche, come Atene e Sparta erano dotate di bagni pubblici, da cui partivano sistemi di tubature, in pietra o terracotta, che portavano le acque di scarico, (o acque nere), fuori città. I Greci sperimentarono anche la costruzione di tubature in metallo, in particolare in bronzo. I primi a costruire vere e proprie reti fognarie sotterranee coperte furono gli Etruschi, e questa competenza fu poi raccolta e perfezionata dai Romani. Bagni pubblici
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I romani A Roma le condutture principali, chiamate cloacae, erano tunnel di pietra, e in certi punti erano talmente larghi che un carro trainato da buoi poteva passarvi tranquillamente. La più antica e la più grande era la Cloaca massima, di cui ancora oggi si può vedere lo sbocco, un'arcata di 5 m di diametro nel punto in cui si riversa nel Tevere + di un carro
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Medioevo Come per molte altre conquiste tecnologiche, anche nel caso delle fognature al periodo romano seguì nel Medioevo un periodo di decadenza. Per la crisi della produzione metallurgica in molte città europee si ritornò a usare il legno per costruire le tubature. E se per le case molto grandi e le ville esistevano le latrine, gli abitanti delle maggiori città non avevano altra scelta che gettare nelle strade i propri rifiuti organici. Poi, con la rivoluzione industriale e la rapida, inarrestabile espansione delle grandi città, si pose nuovamente il problema di sviluppare reti fognarie efficienti e sicure dal punto di vista sanitario.
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Cloaca Maxima Il nome, Cloaca Maxima in latino, significa letteralmente "la fogna più grande" ed é probabilmente è la più antica fogna ancora funzionante al mondo da oltre 2000 anni. La costruzione della Cloaca massima fu avviata nel VI secolo a.C. sotto il leggendario re di Roma di origine etrusca Tarquinio Prisco. Uscita nel tevere
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Cloaca Maxima Con la cloaca massima, i romani ci hanno tramandato uno dei più importanti esempi di ingegneria idraulico-sanitaria.
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Cloaca Maxima La Cloaca Massima usufruiva dell'esperienza sviluppata dall'ingegneria etrusca, con l'utilizzo dell'arco a volta che la rendeva più stabile e duratura nel tempo. Fu una delle prime grandi opere di urbanizzazione. Aveva origine nella Suburra e, si scaricava nel Tevere nei pressi di Ponte Emilio.
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Cloaca Maxima Tito Livio la descrive come scavata nel sottosuolo della città, scrivendo tuttavia molto tempo dopo la sua costruzione, dalle notizie di altre fonti antiche e dal percorso seguito si ritiene che in origine si trattasse per lo più di un canale a cielo aperto, che raccoglieva le acque dei corsi d'acqua naturali che scendevano dalle colline, drenando la pianura del Foro Romano e il Velabro, allora acquitrinosi, per riversarle poi nel fiume Tevere. Questo canale, comunque scavato al di sotto del livello del suolo, sarebbe stato progressivamente coperto per le esigenze di spazio del centro cittadino.
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Cloaca Maxima La Cloaca Massima fu accuratamente mantenuta in buono stato per tutta l'età imperiale. Si ha ad esempio notizia di un'ispezione e di lavori di drenaggio e spurgo ad opera di Agrippa nel 33 a.C. Le indagini archeologiche rivelano tracce di interventi di epoche diverse, con diversi materiali e tecniche costruttive. Si hanno notizie certe del suo funzionamento anche molto tempo dopo la data tradizionale della caduta dell'Impero romano nel V secolo d.C.
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Cloaca Maxima Il condotto era sotto la protezione della dea Cloacina: a "Venere Cloacina" era dedicato un piccolo sacello circolare, sorto nel punto in cui il condotto entrava nel Foro Romano, davanti alla Basilica Emilia. I racconti degli storici riportano casi in cui i corpi di alcuni personaggi furono gettati nelle fogne invece di ricevere adeguata sepoltura: fu questo il caso dell'imperatore Eliogabalo
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Esplorazione cloaca romana(non maxima)
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Fonte: storia fognature Cloaca Maxima
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