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Laboratorio «Educazione museale»

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Presentazione sul tema: "Laboratorio «Educazione museale»"— Transcript della presentazione:

1 Laboratorio «Educazione museale»
2 Dicembre 2017

2 Presentazione multimediale
Santinelli Gessica Ulissi Valentina REALIZZAZIONE DI SLIDES E MATERIALI VISIVI IN COMUNE REALIZZAZIONE WORD IN COMUNE

3 Si inizia……dalle aspettative.

4 Si parte dalla domanda: Qual è il primo ricordo di un museo?
Per ognuna delle partecipanti, la percezione di musei, spazi museali e spazi archeologici è legata ad emozioni e ricordi.

5 Problematicità dell’esperienza museale per le scuole:
Scelta del museo da parte delle scuole. Dovrà tenere in considerazione i progetti offerti dalla struttura museale. Attenzione a che non si scada nella banalità, in particolare se progettati per la fascia d’età della scuola dell’infanzia. Attenzione alla conformazione generale del museo. Occorrerà tenere in considerazione come le caratteristiche strutturali esterne possano incidere sull’esperienza stessa, chiaro è che una cosa è visitare un museo con reperti in vetrina, altro è visitare, ad esempio, Pompei dove tutto è parte della storia. Attenzione alla qualità delle informazioni presenti nel museo relative ai reperti. Potrebbero mancare: spiegazioni esaustive nelle didascalie o troppo settoriali solo per addetti ai lavori; localizzazione dei siti; campagne di scavo; tracce d’uso.

6 Riassumendo…. Senza informazioni accurate: Oggetti decontestualizzati
Informazioni errate Dogmi

7 Ma dall’incompletezza…..
……far lavorare la fantasia dei bambini su ciò che manca: tracce d’uso, localizzazioni e dogmi.

8 Prima attività laboratoriale:
Necropoli della Banditella Scheda Identificazione sito Campagna di scavo Reperti Materiale Datazione Note

9 Osservando….. Materiali sono argento, bronzo e ceramica; spesso caratterizzati da lavorazioni particolari. Oggetti raggruppati nelle vetrine per modi d’uso: funzione religiosa, di guerra, suppellettili e gioielli.

10 Dall’ osservazione all’ attività
Prima attività da proporre ai bambini. Indirizzare la loro attenzione su aspetti specifici ( una scheda con richieste specifiche come quella che abbiamo compilato in sede di laboratorio), comprendere il sistema di raggruppamento dei reperti e le localizzazioni spazio-temporali. Aiuta a stimolare la capacità d’osservazione

11 Seconda attività laboratoriale
OSSERVAZIONE DI UN REPERTO Descrizione senza consultare didascalie.

12 Di quali prerequisiti necessita l’esperienza?
Atteggiamento oggettivo. Terminologia condivisa. Che cosa guardare? Esempio: Stato di conservazione e integrità Tipo di decorazioni Informazioni su provenienza geografica, ceto sociale e datazione.

13 Descrivere col DISEGNO
….e cos’altro? Descrivere col DISEGNO

14 Seconda attività da proporre ai bambini.
Il disegno racconta.. Seconda attività da proporre ai bambini. Chiedere ai bambini di rappresentare un reperto attraverso il disegno, cogliendole ogni caratteristica strutturale e decorativa. Stimola la capacità di raccontare ciò che viene osservato in modo oggettivo, non solo con le parole ma attraverso il disegno e le immagini.

15 Terza attività laboratoriale:
Osservazione della «Chimera di Arezzo», da Arezzo Porta San Lorenzo. OSSERVAZIONE CONDIVISA: Aiuta a cogliere quei particolari che un’osservazione individuale potrebbe tralasciare.

16 Terza attività da proporre ai bambini.
Gioco: indovina cos’è? Terza attività da proporre ai bambini. Si presenta ai bambini uno dei reperti e si chiede di fare supposizioni su significato, funzione, epoca. Stimola il confronto tra le caratteristiche osservate e l’elaborazione di supposizioni su quanto non viene esplicitato nelle didascalie.

17 Quarta attività laboratoriale:
«Testa di cavallo» proveniente da Palazzo Medici-Riccardi. Osservazione condivisa e descrizione collettiva. Utilizzo METODO MOMA: Osservazione; Descrizione; Interpretazione; Connessione ( esperienza personale, emozioni riferite ad un reperto o opera d’arte).

18 Dall’oggettivitàalla condivisionealla riflessione
…eccoci arrivati! A R R I V O Il metodo MOMA riassume e completa le competenze che abbiamo cercato sviluppare nei bambini attraverso le prime tre attività, il cui focus mirava a stimolare l’ osservazione, la descrizione e l’interpretazione. Ora la riflessione e il collegamento con l’esperienza personale, dà vero significato all’esperienza didattica. Dall’oggettivitàalla condivisionealla riflessione

19 Un’esperienza mancata….
Selfie con l’opera d’arte (Presso museo delle «Cappelle medicee»).

20 Foto ricordo… Quarta attività da proporre ai bambini.
Selfie con un quadro, un reperto o una statua, che ritengano più vicini al loro gusto e sensibilità. Aiuterà a percepire l’esperienza museale e ciò che si osserva come qualcosa che possa collegarsi alla propria esperienza e curiosità e non come semplici oggetti, arrivati da altre epoche e creati da artisti geniali ma sconosciuti.

21 Ma come superare le difficoltà concrete?
DIFFICOLTA’ NEL DISEGNO? Disegno senza guardare! Disegnare, per esempio la propria mano, è un’ottima tecnica per superare l’imbarazzo. Aiuta a distogliere l’attenzione dall’imperfezione del tratto.

22 DIFFICOLTA’ NELLA CONDIVISIONE? Disegno con un compagno!
E ancora… DIFFICOLTA’ NELLA CONDIVISIONE? Disegno con un compagno! Disegnare in coppia, uno davanti all’altro, riflettendo e rappresentando insieme un oggetto di interesse comune è un altro esempio di tecnica utile per superare le difficoltà di condivisione. Entrambi i compagni iniziano a disegnare l’oggetto o argomento comune, ciascuno dalla propria parte fino ad incontrarsi. Il disegno sarà caotico ma rappresenterà un punto di contatto tra i bambini.

23 Conclusione del percorso…il cerchio si chiude
Ogni nostra impressione, potrebbe essere utilizzata come prerequisito, obiettivo intermedio o obiettivo finale di ogni attività proposta nel nostro percorso laboratoriale e utilizzabile nel contesto scolastico. Curiosità. Capacità di meravigliarsi. Sviluppare l’ osservazione. Stimolare la creatività. Partecipazione. Piacere della scoperta.

24

25 Grazie, per l’attenzione!


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