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SESSO e GENERE Le differenze in un’ottica plurale e trasversale

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Presentazione sul tema: "SESSO e GENERE Le differenze in un’ottica plurale e trasversale"— Transcript della presentazione:

1 SESSO e GENERE Le differenze in un’ottica plurale e trasversale
PERCORSO FIT Antropologia Culturale 6 CFU SESSO e GENERE Le differenze in un’ottica plurale e trasversale

2 Il concetto di genere. Maschi e femmine si nasce, uomini e donne si diventa (Simone de Beauvoir)
Con sex-gender system si intende l’insieme di processi, adattamenti, modalità di comportamento e di rapporti, con i quali ogni società trasforma la sessualità biologica in prodotti dell’attività umana e organizza la divisione dei compiti tra gli uomini e le donne differenziandoli l’uno dall’altro: creando appunto il genere (Gayle Rubin 1975).

3 Sesso e genere Il sesso si basa sulle differenze biologiche
Il genere è una costruzione culturale delle differenze maschili e femminili I ruoli di genere indicano i compiti e le attività che una cultura assegna ai sessi Gli stereotipi di genere indicano idee semplificate delle caratteristiche maschili e femminili, sostenute fortemente nell’opinione comune

4 Genere come prodotto sociale e culturale
Come le ricerche antropologiche hanno mostrato, la differenziazione tra i sessi è un processo operato da ogni società, che organizza le istituzioni sociali, assegna compiti, stabilisce norme economiche e politiche distribuite in base al sesso, stabilendo anche potere e prestigio delle attività attribuite a maschi e femmine: Questo sia nelle attività private (all’interno della famiglia), sia in quelle pubbliche, nelle istituzioni e nella società.

5 “Il genere dunque non si sovrappone a posteriori come una forma culturale che accoglie in sé le differenze fisiche preesistenti tra uomini e donne, ma è il modo in cui storicamente e socialmente, in un determinato contesto, si attribuiscono significati (variabili) a quelle stesse differenze fisiche e rilevanza ai fini della differenziazione sociale” (Piccone Stella, Saraceno 1996 p.19).

6 Distinzione dei ruoli, differenze di potere: differenza e disuguaglianza
E’ stato considerato naturale e pertinente per secoli che alle donne fossero destinate le attività domestiche, l’allevamento dei figli, la cura del partner e la subordinazione a lui (famiglia patriarcale) E’ stato considerato naturale e pertinente che la gestione delle attività economiche, del potere, il fatto di stabilire le regole fossero destinate agli uomini, ivi incluso il controllo delle donne.

7 La divisione del lavoro e la sua rappresentazione nelle varie società.
In tutte le società è presente una forma di divisione sessuale del lavoro La divisione sessuale del lavoro procede dalla società di cacciatori-raccoglitrici alle società complesse. Mestieri di donne, mestieri di uomini: il lavoro si lega ai modelli di formazione femminili/maschili e ai modelli culturali vigenti.

8 La divisione sessuale del lavoro nelle società primitive: caccia e raccolta
Ipotesi: teoria della forza fisica; Teoria della compatibilità con la cura dei figli: le donne non possono allontanarsi dai piccoli; Teoria della sacrificabilità: gli uomini svolgono lavori più pericolosi perché sono più sacrificabili rispetto alla sopravvivenza della specie.

9 Stratificazione di genere
Quando l’economia comincia ad essere basata sull’agricoltura, le donne perdono il loro ruolo di coltivatrici; Le donne erano le principali lavoratrici nel 50% delle società di orticultura ma soltanto il 15% nelle società agricole; La stratificazione di genere è associata con la agricoltura con l’aratro piuttosto che con la coltivazione intensiva.

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11 Pubblico-privato La forte differenziazione tra il lavoro domestico e quello esterno è chiamata dicotomia pubblico/privato; Le attività della sfera domestica tendono a essere svolte dalle donne; Le attività della sfera pubblica tendono a essere ristrette agli uomini; Oggi le disuguaglianze si vanno riducendo e le donne svolgono molte attività alla pari con gli uomini nella sfera pubblica

12 Conciliazione lavoro/famiglia
Per le donne di oggi, sempre più impegnate nel lavoro e nelle mansioni extra-domestiche, emergono aspetti problematici quali quelli della cura dei figli, della gestione del tempo, della conciliazione tra il lavoro remunerato, il lavoro familiare, gli affetti; tutto ciò le rende come "pendolari" tra contesti diversi, tra impegni diversi, tra lavoro e famiglia, confrontandosi con spazi e tempi diversi.

13 L’antropologia italiana ha posto in evidenza come i cambiamenti intervenuti nel II dopoguerra abbiano portato all’affermarsi di una nuova soggettività femminile. Per lungo tempo la donna è stata considerata solamente all'interno della famiglia, come se non avesse una sua individualità, come se la famiglia la contenesse e la sua soggettività fosse relegata alla famiglia (Signorelli 1990). Vi è stato un occultamento della presenza femminile e una raffigurazione delle donne come custodi della tradizione e dei valori arcaici.

14 Margaret Mead rilevava già negli anni 30:
"I nostri ideali domestici si orientano parallelamente a quelli delle fabbriche dove si tende ad eliminare il lavoro umano; la padrona di casa perfetta oggi dovrebbe sempre far pensare di non aver fatto nessun lavoro e di non doverne fare, ottenendo un risultato perfetto senza sforzo: anche se deve passare tutta la giornata del sabato a trovare il sistema per offrire la domenica mattina al marito una colazione che non richieda preparativi” (1949: 289)

15 Eppure le donne sono state importanti agenti di cambiamento: hanno partecipato alla Resistenza in prima persona e poi alle lotte per la terra, nelle campagne hanno saputo gestire terre e proprietà quando i loro uomini sono andati in guerra o sono emigrati negli anni Cinquanta-Sessanta. Hanno avuto la capacità di svolgere i ruoli produttivi più svariati.

16 Le donne nei momenti critici assumono ruoli di primo piano, poi tendono a rientrare nell’ombra (ipotesi del carsismo). Il pragmatismo è il sistema di conoscenze, valori e simboli che corrisponde alla parte assegnata alle donne nella divisione del lavoro sociale: il lavoro di riproduzione e di sostituzione. E’ un lavoro di adeguamento, di messa in relazione, che poggia su una capacità costante di invenzione, di duttilità. Si tratta di un agire orientato al concreto (Signorelli 1993).

17 Potere femminile Alcuni autori hanno parlato di invidia maschile del sesso femminile (Bettelheim). L’inferiorità maschile, prodotta dall’incapacità di procreare, avrebbe prodotto un’invidia profonda, alla quale si ricollegherebbe l’impegno e l’importanza attribuita dagli uomini alla caccia (e più in generale alle attività fondamentali nella vita collettiva).

18 Potere femminile Dalle teorie sul matriarcato agli studi sul potere implicito L’esercizio di potere tra le donne: gerarchie di età e di classe. Gli ambiti e gli spazi di potere femminile variano nelle varie società: potere reale, mediato, simbolico.

19 Il pragmatismo delle donne
“Mi sembra che il pragmatismo femminile sia la modalità culturale, cognitivo-valutativa, che consente la realizzazione delle innovazioni e dei mutamenti sostanziali: quelli che si radicano nel sistema sociale alla piccola scala della quotidianità e lo cambiano, dunque, magari impercettibilmente ma irreversibilmente” (Signorelli 1993)

20 Il femminismo I movimenti femministi a partire dalla fine degli anni Sessanta hanno rilanciato con forza il valore della differenza sessuale; Si sviluppano il movimento di liberazione delle donne e l’attacco al patriarcato; Negli anni Ottanta in Italia si costituiscono comunità filosofiche e politiche di donne.

21 Il pensiero della differenza
Il pensiero della differenza è destinato a segnare la lettura della realtà e, allo stesso tempo, la ricerca accademica in ogni campo. Ha avuto il merito di smantellare la gerarchia dei sessi basata sul binomio: natura/cultura, emotivo/razionale. DENUNCIA LA NEUTRALITA’ DELLA CULTURA E DEL MASCHILE UTILIZZATO COME CATEGORIA UNIVERSALE; Tali studi analizzano il linguaggio e gli stereotipi culturali; il corpo come sistema di segni e oggetto di potere; fanno emergere silenzi, censure, zone occultate. Al femminismo nato in Occidente si sono aggiunti quelli delle donne dei paesi post-coloniali, in polemica col primo.

22 Disugualianze o differenze? Come si raggiunge l’emancipazione?

23 Femminismi e percorsi di emancipazione
Dai paesi ex-coloniali è arrivata la critica al femminismo occidentale come modello unico o dominante e la rivendicazione di percorsi di emancipazione differenti.

24 Sesso, genere, orientamento sessuale: quanti generi abbiamo?
Nonostante la rilevanza della categoria di genere, oggi la si ritiene superata per quanto riguarda l’opposizione diadica tra due sole categorie: maschile e femminile. Sesso, genere e orientamento sessuale definiscono piani e comportamenti non necessariamente allineati: l’orientamento sessuale indica l’attrazione emozionale e fisica verso persone di sesso opposto o dello stesso sesso; gli studi psicologici utilizzano solitamente tre categorie: eterossessuale, omosessuale (lesbico e gay), bisessuale.

25 Studi LGBTQ e Queer Studies
Già il pensiero femminista lesbico, negli anni 60 negli Stati Uniti, aveva messo in crisi l’idea di un destino comune delle donne; Più recentemente, a partire dagli anni 90, i queer studies mettono in discussione il paradigma eterosessuale dei rapporti di genere e rivendicano la soggettività queer (sghemba), che critica la fissità dell’identità di genere: il soggetto transgender simboleggia questa identità, in quanto identità meno rigidamente definita ed opposta alla logica sessuale binaria.


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