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dams SCRITTI DI ARTE E DI ARTISTI
novembre – dicembre 2017
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L LAVORO
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Joan Mirò Barcellona 1893 Palma di Majorca 1983
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Nel 1921 si trasferisce a Parigi dove frequenta pittori e scrittori di avanguardia.
Da quel momento la REALTA’ diventa il motore del suo lavoro e la POESIA il modo per interpretarla. Nel 1924 Mirò scriveva in una lettera all’amico scrittore Michel Leiris: «I letterati – voi amici miei – mi avete aiutato molto e reso più facile la comprensione di tante cose. Penso a quella conversazione in cui mi dicevate che partivate da una parola qualsiasi per vedere che cosa ne usciva».
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Allo stesso modo, Mirò prende spunto da una struttura, da una forma, che diventano scintille, per dare avvio a un’opera … La bottiglia di vino, 1924, olio su tela, cm 73,5 x 65,5. Fondazione Mirò, Barcellona. Fondo Lola Fernandez
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Il guanto bianco, 1925, olio e tempera su tela, cm 116 x 89
Il guanto bianco, 1925, olio e tempera su tela, cm 116 x 89. Fondazione Mirò, Barcellona.
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La poesia trova in Mirò una traduzione squisitamente plastica
La poesia trova in Mirò una traduzione squisitamente plastica. Ma, indipendentemente dall’aspetto fisico che riveste, la poesia è un substrato, uno stato d’animo che ispira tutta la sua arte. Joan Miró , Poema III, Acrilico su tela, 204,7 x 173 cm. Fondazione Mirò, Barcellona.
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CHE COSA DICE MIRO’ DELLA SUA ARTE E DEL SUO FARE ARTE?
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https://youtu.be/NukfXdHOFg8
Mirò! Poesia e luce - Genova Palazzo Ducale
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Joan Mirò, Lavoro come un giardiniere e altri scritti Volume 97 di Carte d'artisti Abscondita, Mi, 2008
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Dichiarazione (1929) Incontestabilmente, per riuscire in un’azione è sempre necessario uno sforzo collettivo. Nondimeno, sono convinto che gli individui dalla personalità forte o eccessiva, forse malata, funesta se volete – non è questo il punto -, mai potranno sottomettersi alla disciplina da caserma che a ogni costo un’azione comune esige.
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Dichiarazione (1933) «Ho difficoltà a parlare della mia pittura, poiché nasce sempre in uno stato allucinatorio, suscitato da un contraccolpo qualsiasi, oggettivo o soggettivo che sia, e di cui non sono in alcun modo artefice. Quanto ai miei mezzi di espressione, sempre più mi sforzo di giungere al massimo grado di chiarezza, di potenza e di aggressività plastica, ossia di risvegliare dapprima una sensazione fisica, per poi arrivare all’anima.»
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Dichiarazione (1939) «Il mondo esterno, gli accadimenti contemporanei, non cessano di influire sulla mia pittura, è ovvio. […]»
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Serie delle Costellazioni
Serie delle Costellazioni. In apparenza evasioni, in realtà testimonianza di una viva e disperata protesta. Alcuni esempi.
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Dichiarazione (1957) «Quella che gli altri considerano vera, non è la vita reale di un uomo. E’ l’immagine che loro si fanno di lui. […] L’essenziale, non è forse la misteriosa irradiazione che emana dal focolaio segreto in cui l’opera si plasma e che poi trasforma l’uomo intero? […]»
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Gallery
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194?
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Joan Miro e Pilar Juncosa
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Studio Palma Majorca, ph. 1976
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Autoritratto, 1937-1938 / 1960, olio e matita su tela, 146 x 97 cm.
Fondazione Mirò, Barcellona, Fondo Emili Fernandez Mirò.
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Fondazione Pilar e Joan Mirò a Palma di Maiorca
viene inaugurata nel 1992, progettata dall’Architetto Rafael Moneo. L’edificio è posto sopra una collina da cui è possibile osservare il panorama dell’isola. La struttura contiene sale espositive visitabili attraverso percorsi interni di varia pendenza; la muratura massiva dell’intero edificio permette l’ingresso della luce attraverso fessure geometriche, create appositamente per illuminare l’opera sottostante oppure attraverso vetrate che dialogano con il giardino esterno e gli specchi d’acqua. Ogni opera è posta in un definito punto dello spazio e con una sua intensità luminosa: lo scopo è quello di mostrare le opere come se fossero all’interno di un’abitazione e non di un museo. Le sala principale è posta ad un livello inferiore rispetto all’ingresso con la particolarità di avere la copertura rivestita da una sottile linea d’acqua.
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La Fondazione Pilar e Joan Mirò ospita anche l’atelier-laboratorio dell’artista posto in una sede separata rispetto alle sale espositive, progetto dall’amico architetto Louis Sert.
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La Fundació Joan Miró a Barcellona
Contiene più di pezzi tra dipinti, sculture e tappezzerie, oltre a diversi disegni e schizzi. L'idea di creare una fondazione nacque nel 1968 dallo stesso Joan Miró che desiderava trasformarla in un elemento che garantisse la possibilità di conoscere le tendenze dell'arte contemporanea, Fu inaugurata il 10 giugno del 1975 sulla montagna del Montjuïc, in un edificio costruito dall'architetto Josep Lluís Sert, amico personale di Miró. Sert lo concepì come uno spazio aperto, con grandi terrazze e patio interni in modo da permettere una corretta circolazione dei visitatori. L'edificio venne ampliato nel 1986 inserendo una biblioteca e un auditorium.
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