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PubblicatoUmut Kekilli Modificato 6 anni fa
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Lo sport e il doping Dott. G. Savino Medico Farmacologo Clinico
Centro Regionale Antidoping Emilia Romagna
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Definizione Le definizioni generiche di doping si sono evolute, quella attualmente e scientificamente più valida è quella proposta dalla WADA nel suo codice mondiale antidoping, diapositiva seguente
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Ma cos’è veramente il doping oggi ?
Costituiscono doping la somministrazione o l’assunzione di farmaci o di sostanze biologicamente o farmacologicamente attive e l’adozione o la sottoposizione a pratiche mediche non giustificate da condizioni patologiche ed idonee a modificare le condizioni psicofisiche o biologiche dell’organismo al fine di alterare le prestazioni agonistiche degli atleti. Legge 376/2000 Dal confronto tra le definizioni si comprende come il concetto di assunzione e/o somministrazione, lasciando comunque presumere la volontà del gesto permettano all’atleta di discolparsi sostenendo una somministrazione fraudolenta e contro la propria volontà. L’evoluzione del concetto di doping come la semplice presenza di sostanza proibita nei liquidi biologici elimina ogni dubbio, l’atleta non può entrare in contatto con alcuna sostanza proibita ed è suo compito difendersi da assunzioni accidentali. Codice Internazionale anti-doping WADA
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Il doping è un male antico
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I semi di sesamo, potrebbero essere il primo doping della storia, anche se attualmente nessun elenco di sostanze proibite li contempla. Di sicuro c’è il fatto che il solo possedere un sacchetto di semi di sesamo da parte di un atleta partecipante alle Olimpiadi, poteva significare l’esclusione dai Giochi, ma anche tutta una serie di sanzioni, che poteva addirittura sfociare nella condanna a morte dello stesso atleta, pena ben severa se rapportata a quelle attuali, specie in alcuni sport. La strategia alimentare era già in voga e l’incremento dietetico di proteine già rientrava ad esempio, nella preparazione di Milone da Siracusa. Pare che il vitellino servisse da “carico” per l’atleta che doveva esercitarsi a correre e a fare esercizi con il vitello sul collo, ma pare anche che lo stesso vitello servisse per incrementare e non poche le quantità di carne che l’atleta era solito assumere. Tra gli altri prodotti utilizzati semi di svariate piante, funghi, pozioni preparate da questo o quello “stregone”, ma anche carni tipiche, quale quella di maiale, o i famosi testicoli di toro, probabilmente dei prodotti precursori degli attuali ormoni testosteroidei. Tra i primissimi reintegratori di sicuro l’acqua, utilizzata a grandi mani nelle manifestazioni che si tenevano in genere in luoghi aperti e sotto il sole cocente dei periodi estivi. Questa acqua spesso era “arricchita” di semi ed intrugli i più vari, talvolta con semplice sale (cloruro di sodio, l’attuale sale da cucina), capace di essere uno dei più validi ed antichi reintegratori salini. Da considerare come il cloruro di sodio resti nella sua veste di reintegratore, in vita fin nei primi decenni del ‘900, allorquando lo ritroviamo ancora come valido reintegratore nelle prove di maratona, utilizzato alle Olimpiadi Moderne di Roma del Unico problema del cloruro di sodio resta quello di rendere l’acqua da bere particolarmente dolciastra e per molti soggetti gastrorepellente. Da valutare anche che già nel 4000 prima di Cristo, in Mesopotamia si conosceva il papavero da oppio e molti ne facevano uso per sfruttarne le proprietà euforizzanti. Di certo lo conoscevano anche i greci, i romani e prima di loro gli egiziani. Nel 1800 i prodotti da esso derivati vengono commercializzati in larga scala dall’Inghilterra, che nel frattempo era diventata una dei grandi produttori di questa pianta. Nel frattempo sempre in terra inglese e nel 1700, uno sport antico, ma rivalutato e rinominato, la boxe, permette ai contendenti che si alternano sul ring di ingurgitare grandi quantità di alcool. Una forma certamente “sperimentata” per dimenticare sia il posto nel quale ci si trova, che per sopportare meglio i colpi dell’avversario, euforizzando e non di poco le proprie imprese. Ma dell’alcool si parla anche nell’antica Grecia, allorquando si parla di ben dieci litri di vino al giorno, ingurgitato dagli atleti della solita scuola di Milone. Un quantitativo che ci pare un tantino alto, anzi forse meglio sarebbe dire alticcio e che di sicuro più che preparare atleti serviva ad allenare buoni ubriaconi. Di certo dall’era antica ci arriva anche il primo esame antidoping, si trattava del controllo dell’alito degli atleti, metodo alquanto semplicistico, ma tendente proprio a scoprire chi avesse ingurgitato grandi quantità di alcool.
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Milone di Crotone
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Consultare:
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Nell'ambito delle attività sportive la lotta, è indubbiamente una delle primissime che l'uomo ha dovuto praticare, insieme alla corsa ed alla caccia, per tassative necessità di vita. Sarà stata dapprima la lotta con gli animali, per difendersi e per procacciarsi i mezzi di sussistenza, poi con i propri simili, per tutelare i propri rudimentali beni e magari impadronirsi di quelli altrui. La data approssimativa di inizio delle attività fisiche con carattere più spiccatamente sportivo, risale attorno al III millennio a.C. Già gli Egiziani, come i Cinesi, millenni avanti Cristo, praticavano la lotta. I Greci la tennero in grande considerazione nei due stili, quella verticale (in piedi), quella orizzontale (partenza in ginocchio) e la codificarono stabilendo che aveva partita vinta colui che riusciva ad immobilizzare l'avversario con le spalle a terra. La lotta costituiva gara a sé, di enorme importanza nell'Olimpiade ellenica, in più rientrava nelle specialità del Pentathlon e del Pancrazio. Lottavano anche le fanciulle nelle Eraclee, le Olimpiadi femminili elleniche. Alla lotta erano dati in Grecia altissimi valori morali. I giovani delle più nobili famiglie venivano addestrati sin dall'infanzia con istruttori severissimi che anfore e bassorilievi ci mostrano armati di frusta. Atene e Sparta fecero costruire apposite palestre. Gli istruttori imprimevano ai giovani il concetto che la lotta fosse unione di Forza ed Intelligenza, non fortunoso esito di colpi. Era bandito qualsiasi espediente e severamente punito un comportamento sleale. Questi altissimi concetti furono travisati dai Romani troppo rudi, insensibili alla civiltà ellenica, talché a Roma la lotta divenne subito un esercizio crudele secondo il concetto Forza - Istinto invece che Forza - Intelligenza. Di qui il passo fu breve verso i giochi dei gladiatori dove quei barbari spettacoli vennero condannati dal Cristianesimo e destinati a far spegnere persino il fuoco d'Olympia. Contemporaneamente alla nascita della lotta si affianca quella del pugilato, lasciando già nel III millennio a.C. evidenti tracce in Egitto e in Mesopotamia le cui origini sono testimoniate dalle opere di Teseo, nell'Iliade di Omero e nell'Eneide di Virgilio. È con la civiltà minoica e micenea (Cretesi e Greci arcaici) che assume quegli aspetti tecnici e culturali che incontreremo nei Greci nel periodo Olimpico. Gli Achei chiamarono questa disciplina Pigmachia, ossia combattimento coi pugni e lo trasmisero a molte altre popolazioni mediterranee. Il pugilato si sviluppò su due strade distaccate e parallele, per quanto provenienti dallo stesso ceppo tecnico miceneo: in Italia con il pugilato dei Cesti ereditato dagli Etruschi; in Grecia con la Pigmachia, Dopo il periodo Miceneo, le due forme di pugilato si rincontrarono solo nel II secolo a.C. con la conquista romana della Grecia, nella quale il pugilato con il Pancrazio erano talmente radicati a livello sportivo da vivere una piena maturità professionista. I romani avevano, invece, acquisito il pugilato dei cesti dagli Etruschi solo a partire dal IV secolo a.C. , in cui giochi agonistici si erano trasformati in eventi di ordine sacro - cerimoniale. Con grande sorpresa degli storici e degli sportivi greci e latini di allora, si scopri che il Pugilatus caestis etrusco - romano e la Pigmachia greca erano identiche. Presumibilmente il Pugilatus ceastis rimase più ancorato al modello arcaico anche per la minore quantità di agonismo espletato nei secoli, o forse fu la Pigmachia greca ad aggiungere i calci in conseguenza dell'influenza del Pancrazio.
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Artur Linton Thomas Hicks Tommy Simpson
Arthur Linton: Thomas Hicks: Tommy Simpson: Thomas Hicks Tommy Simpson
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In seguito alla morte di Simpson il
Comitato Internazionale Olimpico decise di regolamentare e sanzionare l’eventuale utilizzo di sostanze in ambito sportivo agonistico. Nacquero così: La definizione di doping La lista delle sostanze vietate I controlli alle olimpiadi
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Il Comitato Internazionale Olimpico (C. I. O
Il Comitato Internazionale Olimpico (C.I.O.) in collaborazione con la World Anti Doping Agency (WADA) da allora prepara una lista di sostanze che DEVONO essere proibite agli atleti sia nel corso degli allenamenti che prima, durante e dopo la gara Questa lista è periodicamente approvata da tutte le Nazioni che hanno istituito leggi specifiche per promuovere la lotta al doping Consultare i files nella cartella documenti WADA in italiano
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Per anni le grandi potenze della terra hanno usato il doping come arma di Stato per superare i Paesi avversari: negli anni ‘ DDR, URSS, USA hanno costretto i propri atleti a vincere a qualunque costo
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(Legge 376 del 14 dicembre del 2000)
Oltre a rappresentare un grave pericolo per la salute, è importante sottolineare che la pratica del doping costituisce un’azione sleale nei confronti degli avversari e di se stessi. Il doping rappresenta una scorciatoia illegale che è punita dalla nostra Legislatura come reato sanzionato penalmente. (Legge 376 del 14 dicembre del 2000)
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Sostanze dopanti Consultare i files nella cartella documenti WADA in italiano
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La lista delle sostanze vietate
L’Agenzia Mondiale Anti-Doping (WADA), in collaborazione con il Comitato Internazionale Olimpico (CIO), redige una lista di farmaci, sostanze e metodi proibiti che viene periodicamente aggiornata e modificata in base al progresso della ricerca scientifica ed all’introduzione sul mercato del doping di nuove sostanze di sintesi. E’ importante non dimenticare che si gioca continuamente una partita molto impegnativa tra la volontà di sgominare il fenomeno del doping con la ricerca di metodi sempre più sofisticati per l’identificazione dell’uso delle sostanze vietate e l’illecito ricorso alla creazione di nuove micidiali molecole tanto nocive per la salute quanto difficili da rilevare ai controlli. Consultare i files nella cartella documenti WADA in italiano
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NOTA: nel programma di monitoraggio (allegato nei documenti) del 2012 compare anche la NICOTINA
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SOSTANZE VIETATE SEMPRE (IN COMPETIZIONE e FUORI COMPETIZIONE)
S1 Agenti anabolizzanti 1. Steroidi androgeni anabolizzanti (SAA) 2. Altri agenti anabolizzanti (Clembuterolo,etc.) S2 Ormoni, sostanze correlate e relativi fattori di rilascio S3 Beta-2 agonisti S4 Agenti ad attività anti-estrogenica Inibitori dell’aromatasi Modulatori selettivi dei recettori per gli estrogeni (SERMs) Altri agenti ad azione anti-estrogenica S5 Diuretici ed altri agenti mascheranti METODI VIETATI M1 Aumento di trasporto di ossigeno M2 Manipolazioni chimiche e fisiche M3 Doping genetico SOSTANZE VIETATE IN COMPETIZIONE (In aggiunta alle prcedenti categorie) S6 Stimolanti S7 Narcotici S8 Cannabinoidi S9 Glucocorticosteroidi Consultare i files nella cartella documenti WADA in italiano
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STIMOLANTI Sono sostanze che vengono assunte a scopo eccitante in quanto provocano euforia, falsa sensazione di sicurezza e forza ed alterano la percezione della sensazione di fatica. L’assunzione di stimolanti infatti permette il protrarsi dello sforzo oltre i limiti fisiologici con gravi rischi per la salute. Tra gli stimolanti più noti ricordiamo: Amfetamine e derivati , Cocaina, Efedrina. Per l’analisi dello stretto rapporto tra doping e tossidcodipendenza si consiglia di consultare e scaricare i seguenti testi:
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L’abuso di stimolanti provoca:
un aumento della frequenza cardiaca aumento della pressione arteriosa aumento gravissimo della temperatura corporea. Gravi danni come: infarto miocardico e patologie cardiache, insonnia, cefalea grave, allucinazioni, rischio di emorragia cerebrale, disturbi psicologici fino alla paranoia ed alla schizofrenia. Al termine dell’effetto provocato dagli stimolanti spesso può seguire una fase di depressione e stanchezza fisica molto duratura. Gli stimolanti Fanno parte di questa categoria le sostanze in grado di esercitare azione stimolante sul sistema nervoso centrale, alcune adoperate a scopi terapeutici (anfetamina, metilfenidato) ed altre prive di qualsiasi uso in medicina in Europa. La classe degli stimolanti o eccitanti è pittosto vasta e include sostanze diverse fra loro per tipologia di effetti, accomunate dal fatto di aumentare le prestazioni psicofisiche ed alcune funzioni biologiche. Generalmente hanno effetti di vaso-costrizione, tendono a produrre un innalzamento della pressione sanguigna, del polso e/o della respirazione, eventualmente anche della capacità di attenzione, e/o della reattività emotiva o della percezione. Sono incluse in questo gruppo sostanze naturali come la caffeina. Questa, contenuta nel caffè e nel cioccolato, è un esempio di blando stimolante. In grandi quantità però, può produrre, al pari di qualsiasi stimolante, assuefazione psichica ed alterazioni fisiologiche, a lungo termine può indurre sindromi psicotiche o peggiorare quelle esistenti, e alterazioni del comportamento. Oltre alla caffeina, ci sono stimolanti molto più potenti, alcuni dei quali molto pericolosi e per questo illegali. Tra questi: la cocaina, una sostanza che si estrae dalla foglia della coca, che si presenta come polvere bianca e cristallina e che si può usare per via orale, nasale, endovenosa e inalatoria; le anfetamine e la metanfetamina, sostanze sintetiche che si presentano generalmente sotto forma di cristalli o polvere e che possono essere ingerite, sniffate e, meno comunemente, iniettate. Hanno effetti eccitanti con una sensazione di immediata efficienza, vigilanza e sicurezza. Agli effetti piacevoli di breve durata segue però una sensazione di forte depressione e di disagio psichico. In che modo esercitano i loro effetti sul cervello? Gli stimolanti vanno ad alterare il sistema di comunicazione a livello cerebrale. Questo avviene attraverso il rilascio di sostanze chimiche, i cosiddetti neurotrasmettitori, tra i neuroni, le cellule del cervello. Gli stimolanti agiscono in particolare su uno di questi neurotrasmettitori, la dopamina, la sostanza responsabile delle sensazioni di piacere e di benessere che proviamio; determinano un accumulo di questa sostanza a livello cerebrale. Il risultato è una intensa sensazione di piacere e di aumento dell'energia. Un uso ripetuto tuttavia, compromette il funzionamento del sistema "dopaminergico" ossia quello deputato al rilascio della dopamina, e quindi in definitiva viene meno la capacità di provare piacere. Per cercare di compensare alla mancata sperimentazione di sensazioni piacevoli si ricorre a maggiori quantità della sostanza, fenomeno questo noto come "tolleranza". Ciò porta inevitabilmente alla dipendenza, cioè la ricerca e l'uso costanti della sostanza nonostante gli effetti dannosi. Oltre alla dipendenza, altri effetti derivanti dall'uso continuo sono: ansia, atacchi di panico, paranoia, aggressività, allucinazioni e gravi problemi mentali. tratto da: NIDA for teens: mind over matter - stimulants
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EMORRAGIA CEREBRALE DA COCAINA
Effetti collaterali Ischemia ed emorragia cerebrale: rischio più che raddoppiato se assuntori cocaina o amfetamina Cocaina e amfetamina esporrebbero gli assuntori a un rischio più che raddoppiato di patologie ischemiche ed emorragie cerebrali rispetto ai non assuntori. Lo ha dimostrato una ricerca della University of Texas pubblicata sugli Archives of General Psychyatry. Cocaina e amfetamina aumenterebbero questo rischio in quanto la loro assunzione è causa di un incremento della pressione del sangue e provoca spasmi alle pareti dei vasi nel cervello. EMORRAGIA CEREBRALE DA COCAINA
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Nell’atleta l’uso di stimolanti determina effetti gravissimi in quanto:
l’aumento della frequenza cardiaca si somma all’aumento fisiologico determinato dall’attività fisica provocando così un inevitabile sovraccarico sul muscolo cardiaco l’aumento della pressione del sangue è sempre da considerarsi un fattore di rischio in corso di attività fisica L’aumento della temperatura corporea indotto da stimolanti è particolarmente pericoloso in quanto può compromettere gravemente, in corso di attività fisica, anche le funzioni cerebrali. Infatti oltre un certo limite di temperatura corporea la vita è incompatibile.
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Anche le pastiglie note con il nome di EXTASY, che circolano in alcune discoteche, rientrano a tutti gli effetti nella categoria degli stimolanti. Il principio attivo dell’EXTASY è infatti un derivato dell’amfetamina (MDMA=metilen diossi meta amfetamina) spesso associato ad altri principi attivi che ricalcano gli effetti collaterali appena descritti. Importante rapporto NIDA sull’ecstasy
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I danni da stimolanti insonnia, aggressività, tossicomania, psicosi,
convulsioni, depressione, Anoressia morte
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Ragno “fatto” di extasy !
Guardate l’effetto dell’extasy studiato, dopo somministrazione, sul comportamento di un ragno che si accingeva a tessere la sua tela… Ragno “fatto” di extasy ! Ragno “pulito”…
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Questo potrebbe essere il risultato…!
Provate ad immaginare le traiettorie sconnesse del ragno riportate su di un percorso di guida dopo la discoteca… Questo potrebbe essere il risultato…!
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Curiosità: Anche la caffeina, in misura molto minore ma ugualmente efficace, è uno stimolante è stata per alcuni anni inserita nella categoria degli stimolanti e delle sostanze dopanti. Un grave abuso di caffeina produce effetti molto simili a quelli degli stimolanti più usati.
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Steroidi Androgeni-anabolizzanti
Consultare il file omonimo nella cartella documenti
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Gli Steroidi Androgeni Anabolizzanti
Costituiscono la famiglia degli ormoni sessuali maschili, il cui prototipo è il testosterone. Il testosterone è un ormone prodotto dall’organismo umano e, in condizioni normali favorisce l’aumento della massa muscolare e la crescita del tessuto osseo (azione anabolizzante), parallelamente allo sviluppo dei caratteri sessuali maschili (azione androgena). Il testosterone si usa come farmaco in caso di malattie come il deficit di sviluppo e di crescita e, illegalmente, come agente dopante, per sfruttare la sua azione sullo sviluppo della massa muscolare.
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Gli Steroidi Androgeni Anabolizzanti
L’azione androgena, con lo sviluppo dei caratteri sessuali maschili secondari (crescita dei peli, abbassamento del tono della voce, etc.), ha sui soggetti di sesso femminile un’azione denominata effetto virilizzante. 28 giugno 2010 Con decreto del Ministero della salute 11 giugno 2010, pubblicato nella G.U. n. 145 del 24 giugno 2010, la sostanza: NANDROLONE (denominazione comune) 17-IDROSSI-4-ESTREN-3-ONE (denominazione chimica) 19-NORTESTOSTERONE (altra denominazione) è stata inserita, con affetto dal 9 luglio 2010, nella tabella I e nella tabella II, sez. A delle sostanze stupefacenti e psicotrope. Tra le motivazioni si legge che tale sostanza è stata inserita tra gli stupefacenti su richiesta della "Commissione per la vigilanza ed il controllo sul doping e per la tutela della salute nelle attività sportive" e su parere positivo dei competenti organi consultivi del Ministero della salute. Per tale sostanza infatti sono stati accertati concreti pericoli di indurre grave dipendenza psichica. Dal 9 luglio prossimo pertanto la sostanza, come tale e tutti i medicinali in commercio che la contengono ("Decadurabolin" in tutte le forme e tutti i dosaggi esistenti) dovranno essere assoggettati alla disciplina di cui alla sez. A della tabella II. In particolare la sostanza e tutti i prodotti che la contengono, presenti in farmacia, dovranno essere posti in carico sul registro di entrata e uscita e ceduti su prescrizione da redigersi unicamente sul ricettario a ricalco, con tutti gli adempimenti conseguenti. Molti steroidi sono stati prodotti in laboratorio. Tra i cosiddetti steroidi sintetici citiamo il NANDROLONE, noto esempio di positività al doping di calciatori in tempi recenti.
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Vietati “in-out” competizione
ANABOLIZZANTI Vietati “in-out” competizione Lenda Murray Ms. Olympia Ronald Coleman Mr. Olympia Le competizioni internazionali di culturismo spesso vengono considerate esibizioni estetiche e non sportive pertanto esenti da controllo antidoping
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Gli steroidi anabolizzanti
Jennifer Capriati Possono in meno di due anni trasformare un atleta
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PERO’………….. sono cancerogeni modificano i caratteri sessuali
Gli uomini diventano sempre meno maschi…
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Gli steroidi provocano danni gravi alla salute !
Nell’atleta di sesso maschile: Riduzione del volume e della funzione dei testicoli fino all’impotenza Cancro della prostata Cancro del fegato Aumento grave della pressione sanguigna Aumento dell’aggressività Rischio di Infarto e malattie del cuore Disturbi psichiatrici
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Le conseguenze possono essere:
Ma anche nell’atleta di sesso femminile non si scherza… Le conseguenze possono essere: Effetti virilizzanti Scomparsa delle mestruazioni (amenorrea) e conseguente impossibilità a procreare Depressione psichica Disturbi del metabolismo Perdita dei capelli (alopecia)
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Atleti maggiormente esposti al loro utilizzo:
Gli steroidi anabolizzanti sono vietati anche al di fuori delle competizioni Atleti maggiormente esposti al loro utilizzo: Sollevamento pesi Lancio del peso Lancio del disco Bodybuilding Lotta libera
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24/9/1988: Record mondiale dei 100 metri
Ben Johnson (Canada) 9.79 secondi - 48,3 Km/h 27/9/1988 Il record fu annullato Ben Johnson squalificato, sospeso per 2 anni e rimandato a casa per essere stato trovato positivo ai controlli antidoping per uso di steroidi anabolizzanti
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Alcuni soggetti, pur di apparire “muscolosi” ad ogni costo, nelle forme più estreme, impiegano delle tecniche molto rischiose. Una di queste è l’iniezione perimuscolare (intorno al muscolo) di un olio denso, non facilmente assorbibile dai tessuti, che non fa altro che gonfiare a dismisura l’area di iniezione simulando una massa muscolare abnorme. Non vi è alcun effetto sull’incremento della forza, il risultato di tali iniezioni è puramente estetico e gradito solo a chi come alcuni culturisti sviluppa una visione distorta della propria immagine corporea.
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Deltoidi “gonfiati” con Synthol
Il Synthol, solitamente impiegato per la lubrificazione cutanea viene erroneamente utilizzato per via iniettiva a rischio della salute. I cerchi gialli illustrano i punti preferiti di iniezione Deltoidi “gonfiati” con Synthol
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Ictus, emorragia cerebrale
Fibrosi, cisti, ascessi, calcificazione e rottura delle fibre muscolari Emorragie Trombosi Arresto cardiaco Ictus, emorragia cerebrale
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GH: ormone della crescita
Il GH (Growth Hormone) è prodotto dall’organismo umano e svolge un ruolo centrale nel periodo della crescita. Se usato come farmaco dopante ha proprietà anabolizzanti anche superiori a quelle degli steroidi e la sua somministrazione cronica può produrre malformazioni scheletriche, aumentare il rischio di malattie cardiocircolatorie, diabete, artrosi, patologie tumorali e morte prematura.
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il DOPING e la CIRCOLAZIONE del SANGUE
Argomento di grande attualità è: il DOPING e la CIRCOLAZIONE del SANGUE
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L’attività muscolare è sostenuta dall’apporto di ossigeno, elemento che gioca un ruolo fondamentale nei processi energetici. L’ossigeno è veicolato ai vari tessuti, e quindi ai muscoli, dai globuli rossi, legato ad una proteina: l’emoglobina. E’ evidente che con l’aumento del numero dei globuli rossi aumenta la quota di ossigeno a disposizione dei tessuti per la produzione di energia. Tale aumento influisce sulla prestazione.
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L’assunzione di Eritropoietina
Molti atleti utilizzano metodi particolari, non fisiologici, per aumentare numero dei globuli rossi nel sangue: Le Trasfusioni L’assunzione di Eritropoietina L'eritropoietina o EPO è un ormone glicoproteico prodotto negli esseri umani dai reni e in misura minore dal fegato e dal cervello. La sua funzione principale è quella di regolare l'eritropoiesi. A livello ospedaliero, l'EPO viene utilizzata per il trattamento dei pazienti nefropatici, ematologici e oncologici. Recentemente, è stato dimostrato un ruolo neuroprotettivo dell'EPO come agente antinfiammatorio. Negli ultimi anni, tuttavia, l'EPO è stato più volte associato a casi di doping nel mondo dello sport, in particolare nel ciclismo, per la capacità di aumentare il numero di eritrociti e la concentrazione emoglobinica. Ciò si traduce in un'ossigenazione maggiore dei tessuti e quindi in un miglioramento della prestazione sportiva
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Le trasfusioni consistono nella infusione di sangue prelevato da un donatore che può essere lo stesso atleta (trasfusione autologa) oppure un soggetto diverso (trasfusione eterologa). Nella pratica clinica la trasfusione viene utilizzata in situazioni patologiche che richiedono l’immediato ripristino di un volume di sangue adeguato per la sopravvivenza (anemie gravi, emorragie, malattie del sangue, etc.) Le trasfusioni, come pratica dopante, sono vietate ed estremamente pericolose in quanto un aumento del volume di sangue circolante in una persona sana sottopone l’apparato cardiocircolatorio ad un grave sovraccarico con rischio di ingorgo vascolare, infarto, ischemia, ictus.
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ERITROPOIETINA (EPO) E’ un ormone normalmente prodotto dal rene che serve, in condizioni di carenza, a stimolare la produzione midollare di globuli rossi. E’ anche un farmaco che viene usato nelle anemie croniche gravi. Gli atleti che usano EPO per doparsi sperano, aumentando il numero dei loro globuli rossi, di incrementare il livello di ossigeno nei muscoli e quindi, in base ai principi enunciati in precedenza, ottenere maggiore forza e resistenza.
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ERITROPOIETINA L’eritropoietina pero’ favorisce l’aumento della viscosità del sangue, lo rende denso quasi come marmellata impedendone un flusso scorrevole. Tale condizione predispone a fenomeni potenzialmente gravissimi: ipertensione, convulsioni, angina pectoris, occlusioni vascolari e ischemia miocardica o cerebrale (ictus), infarto intestinale, emorragia retinica, shock emolitico, nefrite, ittero, reazioni allergiche, crampi muscolari. Inoltre, l’eritropoietina utilizzata da soggetti sani può provocare l’insorgenza di leucemie
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In pratica si crea un INGORGO!!! Ci sono troppi GLOBULI ROSSI IN CIRCOLO !!!
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…Esattamente come succede quando il traffico diventa congestionato e le auto non riescono a circolare…
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Anche il cuore, così come questo camioncino sfondato che non andrà mai da nessuna parte, subisce un gravissimo sovraccarico fino a conseguenze irreparabili.
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E' il doping del momento, perfetto per uno sport che prevede lunghi e duraturi sforzi come il ciclismo. Riccardo Riccò è solo l'ultimo dei professionisti fermati per l'uso di questa sostanza. I CERA, la cui sigla sta per "attivatori continui dei recettori dell'eritropoiesi", sono nati tuttavia per uno scopo molto diverso, ovvero combattere l'anemia renale. Approvati dall'Agenzia europea dei farmaci alla fine del 2007, i prodotti che lo contengono non sono ancora commercializzati in Italia, ma nel circuito sportivo sono già largamente diffusi. Questi nuovi farmaci sono basati sugli agenti che stimolano l'eritropoietina, una proteina-ormone prodotta dai reni che stimola la produzione di nuovi globuli rossi nel midollo osseo. L'utilizzo di agenti stimolanti dell'eritropoietina, non è però una novità. In campo farmaceutico questi agenti sono in uso da circa 20 anni, ma i CERA ne sono una ulteriore evoluzione. Alla base del successo dei CERA c'è la loro efficacia prolungata sull'organismo, nettamente superiore alla semplice eritropoietina. Nei fatti, ne imitano il funzionamento. Essi possiedono inoltre una lunga "emività" che consente a chi ne fa uso di assumerli in poche occasioni, anche una sola volta al mese, continuando tuttavia a godere dei loro effetti.
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Anche i cannabinoidi, marijuana e hashish, sono vietati nelle competizioni sportive in quanto distorcono la percezione e non consentono la corretta valutazione dei rischi. L’atleta compie azioni (acrobazie) che non farebbe in condizioni normali. Si rimanda al documento cannabisport nella cartella allegata
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ALCOOL Assunto a piccole dosi riduce l’ansia e la tensione nervosa
Vietato solo in alcuni sport (es. sport motoristici) EFFETTI EFFETTI INDESIDERATI Depressione attività riflesse Assunto a piccole dosi riduce l’ansia e la tensione nervosa Aumento della sicurezza di sé Depressione dell’attività del sistema nervoso Alterazione della coordinazione Danni epatici Riduzione ansia e tensione nervosa Alterata coordinazione
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Vietati in alcuni sport
BETA-BLOCCANTI Vietati in alcuni sport Riducono la frequenza cardiaca e il tremore di base I beta-bloccanti sono antagonisti dei recettori β-adrenergici. classificazione: - non selettivi: antagonisti dei recettori β1 e β2 - selettivi per i recettori β1 - con o senza proprietà di antagonismo parziale detti “ ad attività simpaticomimetica intrinseca”-ISA proprietà: - selettività per β1 adrenocettori (danno minori effetti indesiderati da antagonismo β2) - agonismo parziale che evita l’eccessiva caduta del tono simpatico - attività anestetica locale (blocco dei canali sodio voltaggio-dipendenti). Maggiore tossicità cardiaca nel sovradosaggio. Non utilizzabili per colliri nel glaucoma - caratteristiche farmacocinetiche: maggiore o minore liposolubilità che condiziona il passaggio attraverso la barriera ematoencefalica e il metabolismo. - Proprietà β+α bloccanti (carvedilolo, labetalolo) effetti nei singoli organi e tessuti - effetto β1: ▪ Cuore: effetto cronotropo negativo (diminuisce la frequenza) effetto inotropo negativo (diminuisce la contrattilità) effetto dromotropo negativo (diminuisce la conduzione) effetto batmotropo negativo (diminuisce l’eccitabilità) diminuisce il consumo di ossigeno ▪ Rene: diminuisce la secrezione di renina ▪ Occhio: diminuisce la secrezione di umor acqueo - effetto β2: ▪ Coronarie: vasocostrizione ▪ Bronchi: broncocostrizione ▪ Utero: contrazione ▪ Fegato: diminuisce la glicogenolisi e la neoglucogenesi ▪ Muscoli scheletrici: diminuisce la glicogenolisi e il tremore muscolare ▪ Pancreas: diminuisce la secrezione di insulina e di glucagone - effetto β3: ▪ Adipociti: diminuisce la lipolisi. I BETA-BLOCCANTI “CARDIOSELETTIVI” sono: atenololo, metoprololo, acebutololo, bisoprololo, nebivololo. Hanno un minore effetto sui recettori β2, sono quindi relativamente cardioselettivi, ma non sono cardiospecifici. Hanno un effetto minore sulle resistenze delle vie aeree, ma non sono esenti da questo effetto indesiderato. Sono controindicati, come tutti i beta-bloccanti, nei soggetti asmatici. Sono meno efficaci dei beta-bloccanti non selettivi nella prevenzione dell’emicrania, nel sanguinamento delle varici esofagee, nell’ipotensione ortostatica e nel tremore muscolare. Vengono preferiti nei soggetti diabetici con turbe circolatorie periferiche che necessitano del trattamento con questi farmaci.
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BETABLOCCANTI Vietati in alcuni sport (sport di precisione) Possono provocare insufficienza cardiaca fino al blocco, broncospasmo, morte. E anche depressione, allucinazioni, convulsioni. I BETA-BLOCCANTI CON ATTIVITA’ SIMPATICOMIMETICA INTRINSECA sono: oxprenololo, pindololo, acebutololo, celiprololo. Tendono a causare minore bradicardia rispetto agli altri beta-bloccanti e possono anche causare minore vasocostrizione periferica (senso di freddo alle estremità, claudicatio,…). Vengono preferiti in soggetti con turbe circolatorie periferiche e in soggetti con bradicardia grave o BAV se il farmaco è necessario. I BETA-BLOCCANTI MOLTO IDROSOLUBILI sono: atenololo, nadololo, celiprololo, sotalolo. Data la loro scarsa o nulla solubilità nei lipidi, arrivano al cervello con maggior difficoltà e quindi, solo raramente, causano disturbi del sonno e incubi. Vengono preferiti in soggetti più sensibili a effetti mediati a livello centrale, in soggetti epatopatici e in soggetti con insufficienza renale con riduzione del dosaggio commisurata all’efficienza dell’escrezione ( i beta-bloccanti idrosolubili vengono escreti a livello renale). USI TERAPEUTICI DEI BETA-BLOCCANTI : - Ipertensione arteriosa lieve e moderata ( maggiore riduzione della pressione arteriosa sistolica) in associazione, se la monoterapia è insufficiente, con diuretici, ACE-inibitori. - Ipertensione arteriosa grave in associazione a vasodilatatori che prevengono la tachicardia riflessa. - Angina da sforzo (riduzione del consumo di ossigeno) - Aritmie ipercinetiche (riduzione del crono-, batmo- e dromotropismo) - Post-infarto contro tachiaritmie e reinfarto ( a basse dosi) - Cardiomiopatia ipertrofica ( con riduzione della mortalità ischemica e non del 30% in pazienti di classe III e IV NYHA) - Glaucoma primario ad angolo aperto (riduzione della secrezione di umor acqueo) - Tireotossicosi e ipertiroidismo - Tremore muscolare- sintomi di ansia - Prevenzione attacchi di emicrania - Shunt epatico-varici esofagee sanguinanti - Ipotensione ortostatica. EFFETTI INDESIDERATI DEI BETA-BLOCCANTI : ● da antagonismo di recettori β2 adrenergici : minori con beta-bloccanti selettivi o con ISA - sui muscoli lisci ▪ broncocostrizione, asma (anche per uso topico nel glaucoma) ▪ vasocostrizione periferica: estremità fredde, claudicatio, crampi ▪ aumento tono dell’utero - effetti metabolici ▪ recupero tardivo della ipoglicemia da insulina nel diabete insulino-dipendente ▪ possibile iperglicemia nel diabete non insulino-dipendente correlato ad un aumento ponderale ▪ aumento dei trigliceridi ▪ riduzione delle lipoproteine HDL ▪ aumento delle lipoproteine VLDL ▪ possibile iperkaliemia ● da antagonismo di recettori β1 adrenergici cardiaci: minori con ISA ▪ bradicardia eccessiva ▪ eccessiva depresione della conduzione ▪ eccessiva depressione dell’inotropismo ▪ eccessiva riduzione della prestazione fisica da sforzo (anche per vasocostrizione nel distretto muscolare) ● da antagonismo di β recettori nel SNC: minori con beta-bloccanti non lipofili ▪ incubi, insonnia, depressione ▪ riduzione della libido ▪ disfunzione sessuale SINDROME DI ASTINENZA DA BETA-BLOCCANTI : Il trattamento con beta-bloccanti (meno con i dotati di ISA) provoca up-regolazione dei recettori β-adrenergici. All’interruzione improvvisa del trattamento si manifestano: nervosismo, tachicardia, aumento della pressione sistolica e rischio di episodi anginosi e infarto. È quindi necessaria una sospensione graduale del trattamento. BETA-BLOCCANTI: INTERAZIONI FARMACODINAMICHE: ● A livello cardiaco (depressione dell’inotropismo, cronotropismo e dromotropismo) - calcio-antagonisti con effetto isotropo negativo (es. verapamil). I beta-bloccanti non dovrebbero essere somministrati in concomitanza. È necessario che siano trascorse almeno 48 ore dalla sospensione di uno di questi farmaci prima di iniziare l’altra terapia. Provocano un effetto additivo di inibizione sul nodo del seno, sulla giunzione atrio-ventricolare e sull’inotropismo per cui è preferibile evitare l’associazione e , se necessario, monitorare l’elettrocardiogramma. - Farmaci antiaritmici appartenenti alla I classe, come la disopiramide. Particolare cautela richiede la somministrazione in pazienti in trattamento con chinidina e lidocaina e con amiodarone ( IIIclasse, anche dotato di attività beta-bloccante) - Glucosidi digitatici aumentano il tono vagale; associati ai beta-bloccanti possono provocare eccessiva bradicardia e aumento del tempo di conduzione A-V fino al blocco - Anestetici generali che causano depressione miocardia. È necessari porre particolare cautela nell’uso degli agenti anestetici. Occorre impiegare un agente anestetico con una minima attività inotropa negativa - Calcio-antagonisti vasodilatatori (diidropiridine). Il beta-bloccante può aumentare il rischio di ipotensione e possono verificarsi casi di insufficienza cardiaca in pazienti con insufficienza cardiaca latente. ● A livello vascolare (ipertensione da aumentata vasocostrizione α1 mediata, minore con β1 selettivi) - Simpaticomimetici α1/ β-agonisti: adrenalina, efedrina pseudoefedrinaecc.. nei soggetti trattati con beta-bloccanti possono provocare rialzi pressori attraverso una vasocostrizione indotta dall’attivazione dei recettori α1 non contrastata da vasodilatazione β2 mediata. - Catecolamine endogene in pazienti con α1 recettori up-regolati - Clonidina. I beta-bloccanti possono aggravare il brusco rialzo dei valori pressori che può verificarsi dopo la sospensione della clonidina (la liberazione di noradrenalina aumenta). Se il beta-bloccante viene somministrato contemporaneamente a clonidina (sconsigliato), il beta-bloccante deve essere sospeso parecchi giorni prima di interrompere la terapia con clonidina. Se la terapia con beta-bloccante deve sostituire quella con clonidina, è necessario che l’inizio del trattamento con beta-bloccante avvenga diversi giorni dopo l’interruzione della terapia con clonidina. - Ergotamina: α-agonista può agire sinergicamente con i beta-bloccanti nel ridurre la per fusione periferica. - FANS (es ibuprofene e indometacina). L’uso concomitante cronico di farmaci inibitori della sintesi di prostaglandine può ridurre l’effetto antipertensivo dei beta-bloccanti (mancando l’azione vasodilatatoria delle prostaglandine) ● A livello di altri effetti β-mediati - Adrenalina: i beta-bloccanti ne riducono gli effetti terapeutici beta-mediati nello shock anafilattico - Mezzi di contrasto: le reazioni di shock anafilattico sono 3 volte più probabili in soggetti in terapia con beta-bloccanti - Insulino-risposta all’ipoglicemia. Particolare cautela nella somministrazione va rivolta ai pazienti diabetici specie se in trattamento con ipoglicemizzanti. I beta-bloccanti, soprattutto i non-selettivi, potenziano l’effetto ioglicemizzante dell’insulina perché bloccanola glicogenolisi e la liberazione di insulina mediata dai recettori β2. il beta-bloccante può inoltre mascherare un’eventuale sintomatologia di una ipoglicemia acuta (modifica gli effetti dell’aumento di adrenalina) FARMACOCINETICHE: ● A livello di assorbimento - Colestiramina diminuisce l’assorbimento dei beta-bloccanti, per cui bisogna assumere il beta-bloccante un’ora prima o quattro ore dopo l’assunzione di colestiramina - Sali di alluminio possono diminuire l’assorbimento dei beta-bloccanti ● A livello di biotrasformazione: effetto primo passaggio- clearance metabolica (beta-bloccanti lipofili) - Inibitori del CYP2D6 e 3A4 aumentano la biodisponibilità e riducono la clearance di beta-bloccanti liofili - Induttori CYP (es fenitoina, fenobarbital, rifampicina) riducono la biodisponibilità di beta-bloccanti liofili - Neurolettici somministrati contemporaneamente a beta-bloccanti liofili possono indurre un aumento dei livelli plasmatici di entrambi i farmaci. Questo effetto può provocare effetti eccessivi del neurolettico e un aumento dell’effetto antipertensivo del beta-bloccante - Teofillina: i beta-bloccanti possono aumentare i livelli sierici di teofillina per ridotta eliminazione epatica - Lidocaina: la sua clearance può venir diminuita dai beta-bloccanti, per cui bisogna ridurne la dose - Succinilcolina-esmololo entrambi inattivati dalla pseudocolinesterasi. Esmololo può ritardare solo lievemente il recupero dal blocco neuomuscolare da succinilcolina.
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Doping Genetico genoma cellula cromosomi geni
i geni contengono le istruzioni per la produzione delle proteine DNA proteine Le proteine agiscono da sole o in complessi per esplicare molte funzioni cellulari
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Rimozione del Gene che controlla la crescita della massa muscolare (miostatina)
Arto anteriore di un topo privo del gene della miostatina Arto anteriore di un topo normale Lee et al. Curr. Opin. Gen. Dev. (1999) 9:
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E i famosi INTEGRATORI ? Sono realmente utili ?
Fanno bene o fanno male alla salute ? E’ senza dubbio un tema di grande attualità
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Innanzitutto il concetto di “INTEGRAZIONE” presuppone una dieta carente o inadeguata, tanto da richiedere una supplementazione a base di sostanze che compensino il deficit nutrizionale. “Mai come in questi ultimi decenni, nei Paesi industrializzati, vi è stata abbondanza di cibo; un cibo iperproteico ed ipercalorico che spesso è alla base dell’obesità che si sta diffondendo in modo pauroso e preoccupante. Perchè allora la necessità di integratori alimentari ?”. S. Garattini, Negri News, 2003 Chi assume integratori dunque ritiene scontato, in assenza di riscontro medico che attesti delle carenze, che la propria alimentazione non sia sufficiente alle richieste dell’organismo.
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Fare attività fisica = salute
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Da quanto detto si deduce che la pratica dell’uso di integratori è soprattutto una moda e che un’alimentazione incentrata sul consumo di carboidrati, frutta e verdura contiene una quantità più che soddisfacente di nutrienti.
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La verità Circa 1 euro a dose
Dopo uno sforzo fisico arriva la stanchezza Il nostro organismo ha bisogno anche di AAR MA PERCHE’ COMPRARLI IN FARMACIA? 2,4 grammi di AAR presenti in una bustina di “prodotto” si trovano anche in: 30 gr di parmigiano (0.3€) 50 gr di carne o di pesce (0.5€) 1 uovo (0.1€) 170 gr di pane (0.3€) 120 gr piselli (0.2€) Circa 1 euro a dose
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TELEFONO PULITO 800-170001 Cos’è? Quando funziona ? Chi Risponde ?
E’ una linea dedicata con numero verde (telefonata gratuita da tutta Italia) attraverso la quale si possono avere informazioni sulle sostanze dopanti o sospette tali, sui loro effetti sulla prestazione sportiva, sugli effetti collaterali, sui rischi relativi al loro uso, sulle interazioni con altri farmaci, sostanze, cibi e bevande. E’ possibile avere informazioni anche su integratori e prodotti di erboristeria, sui farmaci in generale relativamente al loro impiego, alle indicazioni d’uso ed alla loro eventuale pericolosità nella pratica sportiva. Quando funziona ? La linea è attiva dal 18 marzo 2002 ed è a disposizione degli utenti tutti i giorni dal lunedì al venerdì dalle ore 14:00 alle ore 16:00, le risposte ai quesiti vengono fornite al momento della telefonata oppure via fax o via entro 24 ore dalla formulazione della domanda. Chi Risponde ? In linea rispondono i MEDICI del Centro Regionale Anti-doping dell’EMILIA ROMAGNA
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