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PubblicatoBarbara Ventura Modificato 6 anni fa
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INFERMIERISTICA CLINICA DI BASE IV SOMMINISTRAZIONE DELLA TERAPIA
Università degli Studi di Torino Corso di Laurea in Infermieristica Anno Accademico 2007 – 2008 Riccardo Sperlinga Riccardo Sperlinga INFERMIERISTICA CLINICA DI BASE IV SOMMINISTRAZIONE DELLA TERAPIA 17/09/2018
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SOMMINISTRAZIONE DELLA TERAPIA
OBIETTIVI SPECIFICI Descrivere il ruolo e la responsabilità degli operatori nella somministrazione dei farmaci; Elencare le regole per una corretta somministrazione dei farmaci; Elencare le sedi in cui vengono applicati i farmaci topici (cute, vagina, orecchie, occhi, naso); Elencare le tecniche corrette e le precauzioni per la somministrazione di farmaci topici; Descrivere gli effetti locali e sistemici dei farmaci topici; Riconoscere la necessità di rispettare i dosaggi e le istruzioni per la loro applicazione; Riconoscere le principali vie di somministrazione dei farmaci: orale, sublinguale, instillazione, inalazione ; Riconoscere le principali forme farmaceutiche: capsule, compresse, confetti, lozioni, unguenti, pomate, creme, supposte, polveri; Conoscere i principi dell’assorbimento dei farmaci per via intramuscolare; Elencare le indicazioni e le controindicazioni delle iniezioni; Descrivere le procedure per l’esecuzione del prelievo ematico, venoso e capillare.
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CONTENUTI TRATTATI IN LEZIONE FRONTALE
Principi per la somministrazione dei farmaci e raccolta dati sul paziente; Modalità di assorbimento dei farmaci somministrati per le diverse vie; Sedi anatomiche per le iniezioni intradermiche, sottocutanee e intramuscolari: la scelta, la valutazione delle sedi e le precauzioni da adottare; Sangue e i principali esami di laboratorio; Scelta delle sedi per la puntura venosa, arteriosa e capillare; Prevenzione delle infezioni associate a procedure intravascolari; Assistenza al paziente sottoposto a venipuntura; Prelievo di sangue capillare; Emocoltura; Prelievo di sangue arterioso.
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LABORATORI Il carrello dei farmaci;
Somministrazione di una compressa o una capsula; Il dosaggio degli sciroppi; Applicazione di creme, pomate, unguenti; Applicazione di una supposta; Instillazione gocce negli occhi e nelle orecchie ( posizione di sicurezza); Iniezione sottocutanea, intradermica ed intramuscolare: la scelta e la valutazione delle sedi; Manipolazione sicura di aghi e siringhe e le precauzioni per la loro eliminazione; I diversi tipi di aghi e siringhe e il loro calibro; Aspirazione un farmaco da una fiala e da un flacone; Il prelievo di sangue venoso con sistema vacutainer.
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NORMATIVA ITALIANA SUI FARMACI di interesse infermieristico
DM 739/94 art 3 “ l’infermiere garantisce la corretta applicazione delle procedure terapeutiche” DM 6/7/99 “Approvazione delle direttrici in materia di buona pratica per la distribuzione dei medicinali per uso umano” possedere un buon livello di conoscenze teoriche generali e specifiche e di abilità pratiche per una somministrazione efficace e sicura dei farmaci; osservare e interpretare la risposta del paziente alla terapia; conoscere le incompatibilità e le interazioni fra i farmaci; conoscere l’azione e gli effetti collaterali dei farmaci; conoscere gli aspetti morali, etici e legali della terapia farmacologica; essere capace di riconoscere le prescrizioni mediche non sicure, o non chiare, e sapere che cosa fare quando si incontra una prescrizione di questo tipo. avere familiarità con le fonti di informazioni sui farmaci e sapere quando e come utilizzarle.
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NORMATIVA ITALIANA SUI FARMACI di interesse infermieristico
DLgs 219/2006 “Disciplina dei farmaci campione ” L’infermiere può somministrare lecitamente un farmaco campione, in quanto è un farmaco per il quale è già stata rilasciata l’autorizzazione per l’immissione in commercio, ma non può detenerlo” Circolare 2 del Ministero della Salute (13/1/2000) “ Stabilisce informazioni sulla temperatura dei prodotti medicinali” Codice Penale Art.443 “Disciplina la somministrazione e la detenzione di farmaci guasti o imperfetti” (stabilisce i criteri per il controllo delle scadenze secondo cui i farmaci scaduti devono essere separati dagli altri e riportati alla farmacia accompagnati da apposito modulo di restituzione) DM 3/8/2001 “Disciplina dei farmaci stupefacenti e sostanze psicotrope” Raccomandazione 1-aprile 2005 “Raccomandazione sul corretto utilizzo delle soluzioni concentrate di KCl, e altre soluzioni concentrate contenenti potassio.
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TERAPIA “Qualsiasi intervento mirato e individualizzato, volto ad
ottenere un miglioramento della salute dell’individuo”
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TERAPIA FARMACOCINETICA SOMMINISTRAZIONE DEI FARMACI BIODISPONOBILITA’
SISTEMI PER IL DOSAGGIO DEI FARMACI TERAPIA AZIONI DEI FAMACI VIE DI SOMMINISTRAZIONE INTERAZIONE TRA FARMACI RISPOSTE ALLE DOSI DI UN FARMACO
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FARMACO “Ogni sostanza usata per modificare sistemi fisiologici o stati patologici a beneficio di chi lo riceve...” (OMS) “Qualsiasi sostanza in grado di ridurre attraverso le sue azioni chimiche, modifiche sulla funzione biologica”
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FARMACO PRINCIPIO ATTIVO NOME GENERICO NOME COMMERCIALE
E’ assegnato dalla ditta produttrice prima che un farmaco diventi ufficiale; è più semplice rispetto al nome chimico da cui è spesso derivato E’ il nome registrato, assegnato dalla ditta produttrice; è un nome proprio ed è etichettato con una R circolata. Descrive i costituenti che formano la sua struttura molecolare Esempio: paracetamolo Esempio: Tachipirina Efferalgan Esempio: TACHIPIRINA
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SOMMINISTRAZIONE DELLA TERAPIA
TIPI DI FARMACI I farmaci sono classificati in base: alla loro composizione chimica all’azione clinica agli effetti terapeutici sui sistemi corporei Ogni categoria di farmaci presenta caratteristiche comuni a tutti i farmaci compresi in quella classificazione: la loro azione gli effetti generali le precauzioni necessarie per i farmaci non familiari
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FORMA FARMACEUTICA In ogni formulazione si possono sostanzialmente individuare due componenti: a) il principio attivo (o più principi attivi) b) gli eccipienti Gli eccipienti sono sostanze, generalmente inerti dal punto di vista terapeutico ,aggiunte al principio attivo per: facilitare la preparazione del farmaco stabilizzare il principio attivo veicolare il principio attivo permettere l’assorbimento del principio attivo regolare l’assorbimento del principio attivo facilitare la conservazione del farmaco dare al farmaco caratteristiche organolettiche accettabili.
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FORMA FARMACEUTICA Le formulazioni differenziano i farmaci rispetto alla via di assunzione: via enterale; via parenterale; uso topico.
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FORMULAZIONI DA SOMMINISTARE PER VIA ENTERALE
Farmaco liquido, che deve essere miscelato prima della somministrazione perché separato SOSPENSIONE Preparazione liquida di farmaco con base alcolica ELISIR Dispersione di gocce di un liquido in un altro liquido (acqua-olio) non mescolabile. EMULSIONE Farmaci disciolti in zucchero e acqua SCIROPPO Soluzione con base alcolica, estratta dalle piante, di solito a minimo dosaggio TINTURA
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FORMULAZIONI DA SOMMINISTARE PER VIA ENTERALE
Contenitore cilindrico gelatinoso diviso in due parti inseribili l’una sull’altra, che ha al suo interno un farmaco granulare o in polvere. Vi sono anche capsule: gastroresistenti ad azione protratta (“retard”) gelatinose morbide CAPSULA Compressione del/i principio/i attivo/i e degli eccipienti. Sono divisibili (1/4, 1/2 ecc.) e possono avere forme dimensioni e caratteristiche diverse.Distinguiamo le compresse in: sublinguali gastroresistenti a rilascio controllato effervescenti a strati COMPRESSA “GASTRORESISTENTI” Capsule o Compresse ricoperte da sostanze resistenti all’ambiente acido dello stomaco e solubili nell’ambiente alcalino dell’intestino. CAPSULE E COMPRESSE POSSONO ESSERE “GASTRORESISTENTI”: in questo caso sono ricoperte da sostanze resistenti all’ambiente acido dello stomaco e solubili nell’ambiente alcalino dell’intestino.
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FORMULAZIONI DA SOMMINISTARE PER VIA ENTERALE
Il principio attivo e gli eccipienti sono contenuti all’interno di due cupole di pane azimo sovrapposte e chiuse con metodiche specifiche CACHET Compresse rivestite da uno strato zuccherino e successivamente lucidate e colorate. Lo scopo è quello di: mascherare i possibili sapori e odori sgradevoli del principio attivo; proteggere la compressa dall’azione di umidità, calore, temperatura, pulviscolo (facilita la conservazione) facilitare la deglutizione CONFETTO PERLA Hanno forma sferica e un involucro di gelatina morbida. Il principioattivo è contenuto in soluzione in sospensione in un eccipiente oleoso
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FORMULAZIONI DA SOMMINISTARE PER VIA ENTERALE
Granuli di forma e dimensione diverse. Possono essere assunti: all’interno di capsule tramite masticazione tramite scioglimento nell’acqua GRANULO Tavoletta da tenere in bocca, dove si dissolve e viene assorbita PASTIGLIA Farmaco in polvere fine, frequentemente disciolto in un liquido prima della somministrazione POLVERE
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FORMULAZIONI DA SOMMINISTARE PER VIA TOPICA (preparati semi-solidi)
Preparazione semisolida, non grassa, per applicazione topica; CREMA Sostanza semisolida, traslucente o chiara, che si liquefà quando applicata alla pelle; è rinfrescante e non unge GEL Farmaco mescolato a base oleosa o saponosa LINIMENTO Emolliente liquido; può essere una soluzione chiara o una sospensione che viene applicata alla pelle LOZIONE Farmaco combinato con base oleosa per applicazione esterna POMATA Linimento denso usato per applicazioni locali sulla pelle; si distinguono in: magre: effetto assorbente e rinfrescante grasse: effetto coprente PASTA
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FORMULAZIONI DA SOMMINISTARE PER VIA TOPICA (preparati semi-solidi)
Sostanze che solitamente vengono somministrate attraverso cavità naturali. Al loro interno, alla temperatura di 37°C, l’eccipiente si scioglie e libera il principio attivo. Si distinguono: Supposte: Medicinale contenuto in una base gelatinosa (affusolata per un facile inserimento nel corpo); sono costituite da uno o più principi attivi miscelati con eccipienti che non devono risultare irritanti per la mucosa dell’ampolla rettale. Candelette: Preparati di forma cilindrica, di diametro variabile. Ovuli SUPPOSITORI
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FORMULAZIONI DA SOMMINISTARE PER VIA TOPICA (preparati liquidi)
Preparati in forma liquida (soluzione) Preparati in forma liquida (soluzione) AEREOSOL Preparati in forma liquida (soluzione o sospensione) Preparati in forma liquida (soluzione o sospensione) COLLIRIO Il principio attivo viene sciolto in soluzioni acquose o idroalcoliche. Il principio attivo viene sciolto in soluzioni acquose o idroalcoliche. COLLUTTORI Sono composti dal principio attivo in soluzione o sospensione e da un propellente in forma gassosa o liquida SPRAY
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FORMULAZIONI DA SOMMINISTARE PER VIA TOPICA
I cerotti transdermici sono costituiti da particolari membrane microporose che regolano il passaggio del principio attivo dal serbatoio alla cute e permettono al farmaco di essere rilasciato lentamente (24-72 ore); CEROTTO TRANSDERMICO
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FORMULAZIONI DA SOMMINISTARE PER VIA
PARENTERALE Sono preparati disidratati (polveri) che vengono uniti al solvente specifico solo prima della somministrazione LIOFILIZZATI Soluzioni già pronte SOLUZIONI
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I PRINCIPI DELL’AZIONE DEI FARMACI
FARMACOCINETICA FARMACODINAMICA
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FARMACOCINETICA Studio delle modalità con cui i farmaci entrano nell’organismo, raggiungono i siti d’azione, vengono metabolizzati ed eliminati dall’organismo. L’infermiere utilizza le conoscenze di farmacocinetica per prevedere ed osservare le risposte della P.A. ed osservare le possibili reazioni avverse da farmaci (Adverse drug reactions) Riguarda principalmente: L’ASSORBIMENTO DEL FARMACO LA DISTRIBUZIONE DEL FARMACO IL METABOLISMO DEL FARMACO L’ESCREZIONE DEL FARMACO
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FARMACOCINETICA: ASSORBIMENTO DEL FARMACO Processo attraverso cui le molecole di un farmaco passano dal sito di somministrazione al circolo sanguigno. La velocità di assorbimento del farmaco dipende da diversi fattori: via di somministrazione sito di somministrazione solubilità l’ambiente acido-base dei liquidi corporei I farmaci liposolubili passano più facilmenti di altri la membrana cellulare costituita da uno strato di lipidi (ad es. la barriera emato encefalica) Alcune molecole devono essere assorbite a stomaco vuoto, altre a stomaco pieno
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FARMACOCINETICA: LA DISTRIBUZIONE DEL FARMACO
E’ il processo che permette al farmaco, entrato nel corpo e assorbito, di arrivare a cellule e tessuti specifici attraverso il sistema circolatorio. L’efficacia del farmaco dipende dalla sua concentrazione nel tessuto reattivo. La distribuzione dipende da un’efficace circolazione.
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FARMACOCINETICA: IL METABOLISMO DEL FARMACO
E’ il processo attraverso cui il farmaco, dopo che è stato distribuito alle cellule e ha interagito con esse, viene completamente o parzialmente inattivato, cioè sottoposto a cambiamenti fisici necessari per convertirlo in una sostanza meno attiva e più facilmente eliminabile. Tale processo è chiamato biotrasformazione, o metabolismo. Gli organi deputati alla biotrasformazione sono: FEGATO RENI, POLMONI, SANGUE, INTESTINO
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FARMACOCINETICA: L’ESCREZIONE DEL FARMACO
E’ il processo attraverso cui il farmaco metabolizzato viene rimosso dal corpo. I prodotti di degradazione risultanti dalla bio-trasformazione possono essere escreti: dal fegato attraverso la bile, che viene portata nell’intestino dai polmoni (come l’alcool e i gas anestetici) dai reni (attraverso le urine)
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FARMADINAMICA Studio del meccanismo di azione dei farmaci e di altri effetti biochimici e fisiologici. L’attività dei farmaci è il risultato dell’interazione chimica fra il farmaco e le cellule del corpo, per produrre una risposta biologica. I farmaci possono inibire o stimolare un processo corporeo, possono sostituire o perdere elementi. Le componenti cellulari che interagiscono con i farmaci sono definite recettori. Gli effetti biochimici e fisiologici possono essere locali o sistemici. Gli effetti dei farmaci sono monitorati attraverso i cambiamenti nelle condizioni cliniche del paziente (i sintomi fisici e psicologici e i test di laboratorio migliorano quando il farmaco è efficace).
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FARMADINAMICA (Azione dei farmaci)
EFFETTI TERAPEUTICI: Effetti desiderati e intenzionali di un farmaco. Variano con: la natura del farmaco il tempo in cui il paziente riceve il farmaco la condizione fisica del paziente Alcune molecole possono avere diversi effetti terapeutici (asempio: l’aspirina è una molecola che può avere effetto analgesico, antiaggregante, anti-infiammatorio) EFFETTI COLLATERALI: Effetti addizionali, molti non pericolosi, ma altri indesiderabili e potenzialmente pericolosi. Possono risultare: dalle reazioni secondarie di un farmaco dalla tossicità o effetti cumulativi dei farmaci dalla sensibilità individuale del paziente
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FARMADINAMICA (Azione dei farmaci)
EFFETTI TOSSICI Causati da: assunzione non controllata di farmaci Accumulo di molecole nel circolo ematico a causa di alterazione dei metabolismi (capacità da parte degli organi deputati di degradare le molecole) N.B.: gli effetti tossici dei farmaci possono provocare il decesso delle persone REAZIONI IDIOSINCRASICHE Altre risposte imprevedibili dell’organismo ai farmaci. Le persone assistite reagiscono in modo insufficiente oppure hanno risposte esagerate o comunque inattese rispetto a ciò che ci si aspetterebbe. Es: lorazepam nelle persone anziane
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FARMADINAMICA (Azione dei farmaci)
REAZIONI ALLERGICHE Alcune molecole in individui diverse possono innescare vere e proprie reazioni immunitarie. Le reazioni allergiche si classificano in: Lievi gravi MANIFESTAZIONE DELLE REAZIONI ALLERGICHE LIEVI Orticaria:eruzioni cutanee elevate, di forma irregolare, forma e dimensioni diverse; margini arrossati e parte centrale pallida Rash: vescicole piccole ed elevate in genere rossastre, distribuite su gran parte della superficie corporea; spesso è associato prurito Rinite:Infiammazione della mucosa nasale che si manifesta con gonfiore e secrezioni chiare ed acquose MANIFESTAZIONE DELLE REAZIONI ALLERGICHE GRAVI (ANAFILASSI) Possono manifestarsi con edema laringeo, insufficienza respiratoria acuta,broncocostrizione, shock emodinamco
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SOMMINISTRAZIONE DELLA TERAPIA
INTERAZIONE TRA FARMACI Interazione: si verifica quando un farmaco influenza o modifica l’azione di un altro farmaco EFFETTI ANNULLAMENTO SINERGICO
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SOMMINISTRAZIONE DELLA TERAPIA RISPOSTE ALLE DOSI DI UN FARMACO
CONCENTRAZIONE TERAPEUTICA quantità minima di farmaco presente a livello ematico che consenta un efficacia della terapia PICCO concentrazione sierica massima di farmaco che si verifica prima dell’assorbimento dell’ultima porzione di farmaco
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CONCENTRAZIONE MINIMA: concentrazione sierica minima di farmaco (si misura effettuando un prelievo circa 30’ della somministrazione di quel farmaco) Questo principio richiede che i farmaci siano prescritti e somministrati con regolarità. Ad esempio: somministrare un antibiotico alle EMIVITA SIERICA: tempo in cui la concentrazione sierica di un farmaco si dimezza.
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SOMMINISTRAZIONE DELLA TERAPIA VIE DI SOMMINISTRAZIONE DEI FARMACI
ENTERALE PARENTERALE TOPICA
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ORALE VIA ENTERALE GASTRO-INTESTINALE RETTALE
VIE DI SOMMINISTRAZIONE DEI FARMACI ORALE BUCCALE SUBLINGUALE Tutti i farmaci /terapie che vengono assorbiti a livello del sistema gastroentrico VIA ENTERALE GASTRO-INTESTINALE NUTRIZIONE ENTERALE RETTALE
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epidurale, intratecale, intraossea, intraperitoneale, endopleurica
VIE DI SOMMINISTRAZIONE DEI FARMACI INTRAMUSCOLARE SOTTOCUTANEA VIA PARENTERALE INTADERMICA Tutti i farmaci /terapie che somministrati per via diversa da quella enterale o inalatoria ENDOVENOSA ALTRE VIE: epidurale, intratecale, intraossea, intraperitoneale, endopleurica
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VIA TOPICA VIE DI SOMMINISTRAZIONE DEI FARMACI APPLCAZIONE ALLE MUCOSE
INSTILLAZIONE: occhi, narici, faringe, APPLCAZIONE ALLE MUCOSE INSERIMENTO in cavità corporee: supposte rettali o vaginali IRRIGAZIONE: occhi, narici, faringe VIA TOPICA VAPORIZZAZIONE: occhi, narici, faringe, Tutti i farmaci /terapie applicati su cute e mucose POMATE, UNGUENTI APPLCAZIONE ALLA CUTE CEROTTI TRANSDERMICI** **Effetto sistemico
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INSTILLAZIONE DIRETTA Farmaci cardio attivi in emergenza
VIE DI SOMMINISTRAZIONE DEI FARMACI NEBULIZZAZIONE aereosol VIA INALATORIA INSTILLAZIONE DIRETTA Farmaci cardio attivi in emergenza Tutti i farmaci /terapie assorbiti a livello della mucosa delle basse vie respiratorie
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SOMMINISTRAZIONE DELLA TERAPIA SISTEMI PER IL DOSAGGIO DEI FARMACI
Sistema apotecario (non è da studiare) Sistema casalingo Sistema metrico
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E’ il più vecchio sistema di misura (1617)
Sistema apotecario E’ il più vecchio sistema di misura (1617) E’ stato quasi del tutto sostituito dal sistema metrico, ma le sue unita di misura sono ancora utilizzate nella vita di tutti i giorni. L’unità di base del peso è il: grano (gr), Scruple dram oncia libbra L’unità di base del volume è il: minimo (m), Fluidram oncia fluida (oz), Pinta quarto gallone.
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Sistema casalingo E’ usato con le misure a casa, come cucchiaio da tè, cucchiaio da tavolo, tazza, bicchiere. E’ il meno accurato dei tre sistemi
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Ampiamente utilizzato in tutto il mondo
Sistema metrico Ampiamente utilizzato in tutto il mondo Si basa sul sistema decimale (unità di dieci): litro per i liquidi grammo per il peso dei solidi metro come misura di lunghezza Unità di base nel sistema metrico usate per calcolare i dosaggi dei farmaci: grammo ( 1 gr) milligrammo (mg): gr /1000 microgrammo (ug ): mg/ (1 gamma)
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LA DOSE: CONCENTRAZIONI E DILUIZIONI
La dose di un farmaco può essere diversamente espressa in: Unità biologiche: Unità internazionali UI Utilizzate, ad esempio, per indicare il dosaggio dell’insulina e dell’eparina. Unità di peso: grammi (g) = 1 g - decigrammi (dg) = 0,1 g - centigrammi (cg) = 0,01 g - milligrammi (mg) = 0,001 g - microgrammi (ug, mcg, y) = 0, g Unità di volume: litro (l) = 1000 ml - decilitro (dl) = 0,1 l - centilitro (cl) = 0,01 l - millilitro (ml) = 0,001 l - microlitro (ul) = 0,001 ml
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Concentrazioni dei farmaci: esempi
Bactrim 200 mg/cp Augumentin 1000 mg/cp Furosemide 20 mg/cp Dopamina 200 mg/ml Noradrenalina 2 mg/ml Glucosio 5% (5 gr di Glucosio in 100 ml di soluzione) Amminoacidi 4% (4 gr di amminoacidi in 100 cc di soluzione)
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Convertire misure e dosaggi riportandoli alla stessa unità di misura
CALCOLI PER IL DOSAGGIO DELLA TERAPIA FARMACOLGICA 1° STEP Convertire misure e dosaggi riportandoli alla stessa unità di misura 1000 mg = gr L= 1000 ml 350 mg = 0,35 gr ,25 L= 250 ml 2° STEP Calcolare le dosi (persone adulte) Dose prescritta 2 mg Dose disponibile x quantità disponibile 10 mg/ml 0,2 mlQuantità da somministrare
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ESERCIZIO 1 PRESCRIZIONE: MORFINA 2mg /EV PREPARAZIONE DISPONIBILE: MORFINA SOLFATO 10 mg/ ml QUANTO FARMACO SARA’ DA SOMMINISTRARE? ESERCIZIO 2 PRESCRIZIONE: Dopamina 400 mg /EV / 24 ore PREPARAZIONE DISPONIBILE: Dopamina 200 mg/ 5 ml QUANTO FARMACO SARA’ DA SOMMINISTRARE?
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ESERCIZIO 3 PRESCRIZIONE: digossina mg x os PREPARAZIONE DISPONIBILE: digossina 0,25 mg/1 cp QUANTO FARMACO SARA’ DA SOMMINISTRARE? ESERCIZIO 4 PRESCRIZIONE: eritromicina 250 mg x os PREPARAZIONE DISPONIBILE: eritromicina 125 mg/ 5 ml QUANTO FARMACO SARA’ DA SOMMINISTRARE?
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LA SOMMINISTRAZIONE DELLA TERAPIA
L’INFERMIERE E LA SOMMINISTRAZIONE DELLA TERAPIA
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RESPONSABILITA’ DELL’INFERMIERE NELLA SOMMINISTRAZIONE DELLA TERAPIA
[…]”le responsabilità dell’infermiere in relazione alla somministrazione dei farmaci non sono riconducibili al solo e semplice atto specifico, ma piuttosto a tutto il complesso di azioni, che nel loro insieme, consentono di garantire garanzie di sicurezza e di efficacia per l’utente”[…]
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competenza Componenti della competenza MOTIVAZIONE CONTESTO
INTELLIGENZA CAPACITA’ RELAZIONALE ABILITA’ TECNICHE competenza CONOSCENZA PERCEZIONE INTUITO ESPERIENZA
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COMPETENZE ORGANIZZATIVE
COMPETENZE CLINICHE E ORGANIZZATIVE NELLA GESTIONE DELLA TERAPIA COMPETENZE ORGANIZZATIVE Garantire la sicurezza della P.A. al momento della somministrazione Approvigionare i farmaci prescritti Rispettare i tempi di preparazione Registrare su apposita documentazione l’avvenuta somministrazione e la presenza/assenza di effetti desiderati e /o indesiderati Assicurarsi che le p.a cui si somministrano autonomamente farmaci siano state adeguatamente informate ed educate. Assumersi le proprie responsabilità in caso di errore nella somministrazione dei farmaci:adottare misure atte a ridurre gli effetti dell’errore. COMPETENZE CLINICHE Definire con il medico i tempi di somministrazione e il monitoraggio degli effetti collaterali Accertare se e rispetto a quali aspetti la p.a. ha necessità di supervisione nell’assumere i farmaci e di informazioni circa il trattamento Somministrare la terapia tenendo presente la complessità assistenziale della p.a. Sperimentare il processo assistenziale alla somministrazione della terapia: verificare e monitorare le attitudini, le conoscenze, lo stato fisico e mentale delle p.a., le risposte desiderate e non alla terapia
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ELEMENTI DELLA PRESCRIZIONE
(scrivere prima) Indicazione di un medico a preparare e a dispensare un trattamento specifico, in genere una medicina, ad una determinata persona assistita. ELEMENTI DELLA PRESCRIZIONE Nominativo della p.a. Tipo di farmaco (descritto o per principio attivo o per nome commerciale) Dosaggio espresso in grammi, volume, Unità Internazionali, mEq Tempi di somministrazione: orario di somministrazione, durata di un infusione, data di scadenza (ambiente extra opsedaliero Via di somministrazione enterale, parenterale o per via topica La forma farmaceutica che deve essere indicata in modo convenzionale (fiale, compresse, supposte,….) La sottoscrizione del medico con data e firma
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SOMMINISTRAZIONE DELLA TERAPIA
COMPONENTI DI UNA PRESCRIZIONE MEDICA Nome del paziente Nome del farmaco Dosaggio del farmaco Via di somministrazione Orari di somministrazione Periodo di somministrazione Firma del medico
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PRESCRIZIONE CORRETTA
EUTIROX 100 MG PRESCRIZIONE NON CORRETTA PRESCRIZIONE CORRETTA EUTIROX 100 MCG
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TIPI DI PRESCRIZIONE Prescrizione corrente: per un numero specificato di giorni o fino a che un’altra prescrizione non la cancelli. Prescrizione secondo protocollo: solo se il protocollo è validato e condiviso, fa parte della documentazione posta in cartella clinica Prescrizione al bisogno: non ha un momento specifico per la somministrazione del farmaco; il farmaco può essere somministrato quando ve n’è bisogno (es. farmaci per il dolore, la nausea, i lassativi).***** Prescrizione d’urgenza: farmaco che deve essere somministrato immediatamente. (es. Furosemide 20 mg endovena).Può essere data anche telefonicamente Prescrizioni telefoniche e verbali :deve essere controfirmata dal medico in un tempo determinato, di solito entro 48 ore. *****L’INFERMIERE UTILIZZA L’ACCERTAMENTO SOGGETTIVO E OGGETTIVO PER VALUTARE ATTRAVERSO IL RAGIONAMENTO DIAGNOSTICO LA NECESSITA’ DI UN FARMACO DA PARTE DI UNA P.A. NON SONO ACCETTABILI LE PRESCRIZIONI AL BISOGNO CHE NON CONTENGANO IN MODO CHIARO L’INTERVALLO DI TEMPO MINIMO TRA DUE SOMMINISTRAZIONI E/O IL DOSAGGIO MASSIMO NELLE 24 ORE
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SOMMINISTRAZIONE SICURA DEI FARMACI
L’infermiere deve: Interpretare la prescrizione del medico. Calcolare la quantità di farmaco da dare per la dose prescritta. Somministrare corrrettamente il farmaco (“ sette regole” nella somministrazione dei farmaci). Documentare la somministrazione dei farmaci in base ai protocolli in uso. Conservare correttamente i farmaci
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SOMMINISTRAZIONE SICURA DEI FARMACI Interpretazione delle prescrizioni
L’infermiere è responsabile dell’interpretazione della prescrizione del farmaco. Quando la prescrizione è illeggibile o non è completamente chiara, o se ci sono dubbi sull’uso sicuro di un farmaco, l’infermiere ha la responsabilità legale di consultare i colleghi e/o il medico per chiarimenti. L’infermiere deve valutare se la quantità e la via indicate sono sicure per il paziente. L’infermiere deve conoscere e valutare gli effetti terapeutici attesi, la via di somministrazione, le controindicazioni e gli effetti collaterali prima di somministrare un farmaco.
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SOMMINISTRAZIONE SICURA DEI FARMACI Calcolare le dosi del farmaco
Verificare SEMPRE i dosaggi dei farmaci da somministrare attraverso la valutazione della coerenza tra dose prescritta e dose disponibile. In caso di dubbi sui dosaggi dei farmaci consultare i colleghi, il medico, il farmacista AL FINE DI GARANTIRE LA SICUREZZA DELLA P.A.
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Somministrare i farmaci in base alle sette regole
SOMMINISTRAZIONE SICURA DEI FARMACI Somministrare i farmaci in base alle sette regole 1 - GIUSTO PAZIENTE 2 – GIUSTO FARMACO 3 - GIUSTA DOSE 4 - GIUSTA VIA DI SOMMINISTRAZIONE 5 - GIUSTA ORA DI SOMMINISTRAZIONE 6 - GIUSTA REGISTRAZIONE 7 – GIUSTO APPROCCIO ALLA PERSONA
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SOMMINISTRAZIONE SICURA DEI FARMACI
Documentare la somministrazione dei farmaci La documentazione deve essere compilata immediatamente dopo la somministrazione del farmaco; La documentazione del farmaco prevede il nome del paziente, l’ora, la via. il dosaggio, il sito di somministrazione, la firma dell’infermiere. E’ importante indicare perché il farmaco non è stato dato (digiuno...) L’infermiere deve anche documentare gli effetti terapeutici e collaterali di alcuni farmaci somministrati.
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Quanto sono frequenti gli errori di terapia?
Quanti sono gli errori gravi? Quanti hanno conseguenze per il paziente?
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I principali tipi di errore legati all’assistenza
Errori di terapia/trattamento Errori nel passaggio di informazioni Cadute Lesioni da decubito
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Errori di terapia Ogni evento prevenibile che può causare o portare ad un uso inadeguato del farmaco: Prescrizione trascrizione etichettatura confezionamento allestimento dispersione calcolo somministrazione educazione monitoraggio ed uso
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Errori di prescrizione Leape et al, JAMA 1997
Errori di somministrazione Barker , 1997
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Come garantire una terapia sicura
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Processo assistenziale somministrazione dei farmaci
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ACCERTAMENTO Anamnesi: dati sulla persona sulla capacità di assumere farmaci,situazioni cliniche particolari come ulcera gastrica, indicazioni o controindicazioni alla terapia Pregresse reazioni allergiche: segnalare a tutti i membri dello staff sanitario (anche agli OSS) Dati sui farmaci: anamnesi farmacologica: quali farmaci assume la p.a., posologia, da quanto tempo, il dosaggio attuale ed eventuali reazioni avverse Farmaco, azione, dosaggio, via e ora di somministrazione, implicazioni assistenziali della somministrazione e del monitoraggio, interazione tra i farmaci
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ACCERTAMENTO Problemi di percezione e di coordinamento della p.a.: supportare o far supportare la p.a. nella preparazione e assunzione dei farmaci Stato attuale della p.a.: problemi clinici quali ad esempio nausea, ipertensione,..vanno monitorizzati prima della somministrazione e ad ogni variazione di dosaggio. Atteggiamento e conoscenze delle p.a.: partecipazione, condivisione, paura, credenze religiose e compliance al regime trapeutico Educazione alla p.a.: educazione su regime terapeutico, effetti desiderati, eventuali effetti collaterali
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Problemi della p.a. che emergono dall’accertamento
Ansia Mantenimento della salute inefficace Limitata capacità funzionale Conoscenze scarse o insufficienti relative ai farmaci Scarsa o mancata compliance Alterata percezione visiva, sensoriale Disfagia Gestione inefficace del regime terapeutico
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PIANIFICAZIONE L’ Infermiere pianifica le attività assistenziali per assicurare una somministrazione sicura della terapia Evitare la fretta e la confusione Stabilire le priorità cliniche Valutare la necessità di effettuare esame diagnostici Prevedere la continuità assistenziale: coinvolgere la p.a. e i suoi familiari prima della dimissione
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ATTUAZIONE L’ Infermiere pianifica le attività assistenziali per assicurare una somministrazione sicura della terapia Utilizzare piani di lavoro puliti e ordinati per la preparazione dei farmaci Effettuare le conversioni e i calcoli per la corretta diluizione Evitare la fretta e la confusione Stabilire le priorità cliniche
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ATTUAZIONE Istruire la p.a. circa la terapia da assumere: integrazione tra motivazione ed esperienze della p.a. Prevedere la continuità assistenziale: coinvolgere la p.a. e i suoi familiari prima della dimissione Somministrare la terapia monitorandone gli effetti desiderati ed eventuali reazioni avverse
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VALUTAZIONE DEI RISULTATI
La p.a. aderisce al programma terapeutico comprendendone il significato e l’importanza La p.a. è sistematicamente monitorata per la valutazione degli effetti desiderati dei farmaci e delle “adverse drugs reactions” Le p.a. affetti da problemi della deglutizione assumono i farmaci prescritti a orario senza complicanze
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Somministrazione dei farmaci
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LE VIE DI SOMMINISTRAZIONE DEI FARMACI
ENDOVENOSA (EV) INTRAMUSCOLARE (IM) SOTTOCUTANEA (SC) PARENTERALE INTRADERMICA (ID) EPIDURALE RESPIRATORIA
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LE VIE DI SOMMINISTRAZIONE DEI FARMACI
ORALE (OS) SUBLINGUALE ENTERALE RETTALE
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LE VIE DI SOMMINISTRAZIONE DEI FARMACI CAVITA’ CORPOREE (MUCOSE)
PERCUTANEA TOPICA CAVITA’ CORPOREE (MUCOSE)
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VIA PARENTERALE ENDOVENOSA
EFFETTO TEMPO ASSORBIMENTO COMPLICANZE SISTEMICO ALCUNI MINUTI Locali (flebite) Sistemiche (embolia gassosa o embolia meccanica) nevrite squilibri metabolici ed elettrolitici setticemia
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VIA PARENTERALE INTRAMUSCOLARE
E’ un iniezione somministrata nello strato muscolare fra il derma e il sottocute. I farmaci sono assorbiti a una velocità intermedia, più lenta della somministrazione EV, ma più rapida di quella SC. Costituisce uno dei più diffusi metodi per la somministrazione della terapia. PRIMA DI EFFETTUARE LA TERAPIA IM: Massa muscolare e sua integrità Assenza di dolorabilità Assenza di zone di tumefazione muscolare (palpazione) Valutazione della rotazione delle sedi
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VIA PARENTERALE INTRAMUSCOLARE
EFFETTO TEMPO ASSORBIMENTO COMPLICANZE SISTEMICO MEDIAMENTE RAPIDA CIRCA 30’ LOCALI: dolore, ascessi, contratture muscolari, lesioni dei nervi periferici -dolore, paralisi temporanea o permanente- irritazioni locali -arrossamento cutaneo, calore, gonfiore - danni al tessuto sottocutaneo - ematomi, contusioni- infezione del muscolo o dell’osso. SISTEMICI: shock da rapido assorbimento del farmaco (farmaco EV o in arteria) e sepsi Per prevenirle o ridurle è utile scegliere correttamente l’ago, il volume da iniettare e controllare la sede 2-4 ore dopo l’iniezione.
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VIA PARENTERALE INTRAMUSCOLARE
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VIA PARENTERALE INTRAMUSCOLARE: LE SEDI
Sede Rettofemorale E’ la sede di elezione per i bambini in età inferiore ai tre anni. L’assorbimento del farmaco è più lento rispetto alla sede deltoidea, ma più rapido rispetto al gluteo. Può essere utilizzata sia in posizione seduta che supina ed è quindi idonea per autosomministrazioni o quando altre vie sono controindicate. Per una corretta somministrazione nei bambini e nelle persone emaciate si suggerisce di raggruppare il muscolo della coscia (rettofemorale e vastolaterale) con la mano, per avere sufficiente muscolo per l’iniezione. Il più grosso svantaggio è che l’iniezione in questa sede provoca considerevole dolore. SEDE RETTOFEMORALE Gruppo del quadricipite femorale a metà strada tra la cresta iliaca sup.re e la rotula dal lato medio anteriore della coscia
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VIA PARENTERALE INTRAMUSCOLARE: LE SEDI
SEDE RETTOFEMORALE Gruppo del quadricipite femorale a metà strada tra la cresta iliaca sup.re e la rotula dal lato medio anteriore della coscia
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VIA PARENTERALE INTRAMUSCOLARE: LE SEDI
E’ facilmente accessibile Ha la stessa capacità di assorbimento del muscolo retto femorale. Non decorrono vasi e nervi di calibro importante. SEDE VASTOLATERALE Gruppo del quadricipite femorale: lato laterale della coscia tra grande trocantere e il condilo laterale femorale del ginocchio; il terzo medio è la sede della terapia IM
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VIA PARENTERALE INTRAMUSCOLARE: LE SEDI
Sede Deltoidea E’ da escludere per i bambini di età inferiore ai 18 mesi poiché il muscolo non è ancora sufficientemente sviluppato. E’ presente poco tessuto sottocutaneo. In prossimità del muscolo deltoide decorrono il nervo radiale e l’arteria radiale. Il farmaco viene assorbito rapidamente. Il numero e il volume delle iniezioni che può essere effettuato in questa sede deve essere limitato. Negli adulti, il massimo volume iniettabile è di un millilitro; nei bambini dai 18 mesi ai 15 anni, il massimo volume iniettabile è di 0,5 ml. SEDE DELTOIDEA Il sito è localizzato tracciando una linea immaginaria lunga due-tre dita (2,5 -5 cm) al di sotto del limite inferiore del processo dell’acromion della scapola.
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VIA PARENTERALE INTRAMUSCOLARE: LE SEDI
SEDE DORSO GLUTEALE QUADRANTE SUPERIORE ESTERNO DEL GLUTEO
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VIA PARENTERALE INTRAMUSCOLARE
Sede Dorso gluteale E’ la sede più utilizzata per le iniezioni IM Tuttavia è la sede maggiormente connessa a complicanze per: la presenza del nervo sciatico e dell’arteria glutea superiore l’assorbimento più lento del farmaco rispetto alle altre sedi l’elevato spessore del tessuto adiposo Non può essere utilizzata se il paziente è in piedi, ma solo se è prono o in decubito laterale con il femore ruotato internamente, per minimizzare il dolore nel punto di iniezione, permesso dal rilassamento del gruppo muscolare. Nell’adulto, la variabilità dello strato di tessuto sottocutaneo in questa zona (da 1 a 9 cm) e il frequente uso di aghi troppo corti non garantiscono un corretto deposito di farmaco nel muscolo. Per localizzare questa sede si divide il gluteo in quattro aree uguali tracciando linee immaginarie che si intersecano verticalmente e orizzontalmente (quadrante superiore esterno).
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VIA PARENTERALE INTRAMUSCOLARE: LE SEDI
SEDE VENTRO GLUTEALE Dito indice appoggiato a livello della spina iliaca anteriore superiore e il dito medio allungato in basso dorsalmente verso la cresta iliaca. Sede dell’iniezione: triangolo formato dall’indice, dal terzo dito e dalla cresta iliaca. SEDE RETTOFEMORALE
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VIA PARENTERALE INTRAMUSCOLARE
Sede Ventrogluteale E’ considerata la sede più appropriata per le iniezioni IM. Tuttavia viene utilizzata da pochi infermieri (12%). E’ la sede più idonea negli adulti ma anche nei bambini e nei lattanti (alcuni autori suggeriscono di prediligere la sede rettofemorale per i bambini con meno di 3 anni o più di 7 mesi. E’ facilmente accessibile e non attraversata da vasi sanguigni o nervi di grosso calibro. Assicura il massimo spessore del muscolo gluteale (gluteo medio e gluteo minore) Lo strato di tessuto adiposo è omogeneo (circa 3,75 cm) e più sottile rispetto a quello presente in sede dorsogluteale. Per localizzare questa zona si pone il palmo della mano opposta (mano destra per il fianco sinistro e viceversa) sul grande trocantere del paziente e l’indice sulla cresta iliaca anteriore superiore, aprendo il dito medio lungo la cresta verso il tubercolo iliaco. Il triangolo formato dall’indice, dal dito medio divaricato e dalla cresta iliaca (ma al di sotto di essa) costituisce la sede dell’iniezione
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VIA PARENTERALE INTRAMUSCOLARE
SCELTA DELLA SIRINGA E DELL’AGO Siringhe sterili e monouso . La misura della siringa deve essere definita selezionando quella più piccola possibile per accogliere il volume richiesto. Per volumi minori di 0,5 ml devono essere usate siringhe molto piccole per assicurare l’esattezza della somministrazione. Aghi di calibro G lunghi mediamente 4 cm negli adulti e 2,5 cm nei bambini. Il calibro dell’ago deve essere il più piccolo possibile rispetto al volume da iniettare per ridurre il trauma tissutale ed evitare il reflusso del farmaco nei tessuti, per prevenire l’aspirazione di frammenti di gomma o vetro che potrebbero essere poi iniettati (21 G o inferiore). L’ago deve essere quindi cambiato dopo aver aspirato il farmaco sia dalla fiala che dal flacone con tappo di gomma, per: prevenire che corpi estranei siano intrappolati nell’ago, venendo poi trasferiti al paziente diminuire l’irritazione dovuta al danno tessutale derivante dal farmaco che aderisce alla parte esterna dell’ago.
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VIA PARENTERALE INTRAMUSCOLARE
TECNICA DI INIEZIONE LA TECNICA CLASSICA (STANDARD): Stendere la cute sopra la sede dell’iniezione tra le dita della mano non dominante dell’esecutore Introduzione dell’ago con inclinazione tra 72° e 90° utilizzando un rapido movimento tipo dardo per minimizzare il dolore. Rischio di fuoriuscita del farmaco lungo il tratto dell’ago e nel tessuto sottocutaneo, determinando dolore ed alterato assorbimento del farmaco. LA TECNICA DELLA BOLLA D’ARIA Consiste nell’aspirazione nella siringa, insieme al farmaco di 0,1-0,3 ml di aria, che viene iniettata a conclusione dell’iniezione, allo scopo di: espellere tutto il farmaco, prevendendo che esso coli nei tessuti circostanti, causando irritazione e danno tessutale. ridurre lo spazio morto e iniettare tutto il farmaco. Tuttavia le moderne siringhe non prevedono l’uso della bolla d’aria e sono calibrate per somministrare esattamente la dose aspirata nella siringa,pur prevedendo il residuo del farmaco nella siringa e nell’ago. Alcuni autori ritengono che questa manovra possa provocare irritazione e danno ai tessuti e inoltre aumenterebbe il dosaggio di farmaco somministrato. Studi successivi sembrano rivalutare l’efficacia di tale tecnica sulla riduzione del dolore, ma occorrerebbe studiare meglio il problema. Per questo motivo la pratica dell’uso della bolla d’aria è attualmente sconsigliata. LA TECNICA DEL TRATTO Z: Utilizzare la mano non dominante per tirare la cute e il tessuto sottocutaneo di circa 2,5-3 cm verso il basso o lateralmente rispetto la sede dell’iniezione prima di eseguire l’iniezione. Introdurre l’ago con inclinazione tra 70° e 90° con un rapido movimento tipo dardo e conclusa l’introduzione del liquido, rimuovere l’ago e rilasciare il tessuto scostato con la mano non dominante. In questo modo si crea un percorso non lineare (“perforazione disgiunta”) che impedisce al liquido di risalire verso il tessuto sottocutaneo (lo sigilla nel muscolo), riducendo il dolore e le complicanze. Può essere utilizzata in qualsiasi gruppo muscolare appropriato che sia dotato di un tessuto soprastante dislocabile di almeno 2,5 cm.
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VIA PARENTERALE INTRAMUSCOLARE
DISINFEZIONE DELLA SEDE DI INIEZIONE E’ argomento di discussione da molti anni. La disinfezione della zona con soluzione alcolica è raccomandata per ridurre il rischio di infezione dovuto al possibile inoculo, insieme all’ago, di batteri presenti sulla superficie della cute. Riduce la carica batterica, ma non è in grado di prevenire le infezioni alla sede dell’iniezione. Sembrerebbe che “la strisciata” della cute con soluzione alcolica non abbia alcun valore per la disinfezione e che l’esecuzione dell’iniezione senza preparare la cute non provochi, in genere, problemi. Tuttavia nelle linee guida si continua comunque a consigliare di disinfettare, con l’avvertenza di lasciare asciugare il disinfettante prima di eseguire l’iniezione, per evitare irritazione ai tessuti. TEMPI E MODALITA’ DI INIEZIONE Manovra di Lesser: Aspirare per almeno 5 secondi una quantità di aria di circa 0,5 ml creando una pressione negativa nel tessuto sottocutaneo, per verificare di non essere penetrati in un piccolo vaso a basso flusso; in questo caso, se si aspira del sangue, l’ago va ritirato e l’intera procedura deve essere ripetuta. Velocità di somministrazione: Per ridurre il dolore e facilitare l’assorbimento, il farmaco va iniettato lentamente (circa 10 secondi per 1 ml), consentendo alle fibre muscolari di dilatarsi per ricevere il volume iniettato e ridurre anche il reflusso del farmaco lungo il tragitto dell’ago.
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Nel dubbio....... evitare il massaggio!!!
Massaggio sì o massaggio no? Tutti ritengono inutile il massaggio post -iniezione se viene utilizzata la tecnica a Z. Alcuni autori lo consigliano per favorire la distribuzione del farmaco nel muscolo e aumentare l’assorbimento. Altri invece lo sconsigliano perché può provocare reflusso del farmaco verso il tessuto sottocutaneo con conseguente irritazione tissutale. Che fare? Nel dubbio evitare il massaggio!!! E’ invece indicato esercitare una pressione sul punto di iniezione con un batuffolo asciutto dopo l’estrazione dell’ago e suggerire all’utente di muovere l’arto per promuovere l’assorbimento del farmaco. SMALTIMENTO DEI PRESIDI UTILIZZATI Non rincappucciare mai l’ago! Gettare ago e siringa, fiale e flaconi di vetro negli appositi contenitori rigidi per taglienti.
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VIA PARENTERALE SOTTOCUTANEA
Iniezione somministrata nel tessuto sottocutaneo, lo strato di grasso localizzato al di sotto del derma e sopra il tessuto muscolare. L’assorbimento del farmaco è di solito lento. sostenuto e completo. La velocità di assorbimento varia in base al sito selezionato: nell’addome sono assorbiti più rapidamente nel braccio sono assorbiti a una velocità intermedia nella coscia sono assorbiti più lentamente Evitare siti con anomalo tessuto sottocutaneo ( ustioni, voglie, tessuto infiammato, cicatrici), perché producono degli assorbimenti imprecisi. Nei pazienti con edema generalizzato, grave malattia vascolare periferica, o shock cardiogeno, l’assorbimento può essere lento e incompleto. Nei pazienti con scarso tessuto sottocutaneo, l’assorbimento è più veloce. L’eparina e l’insulina sono i farmaci più comuni somministrati per via sottocutanea.
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VIA PARENTERALE SOTTOCUTANEA
EFFETTO TEMPO ASSORBIMENTO COMPLICANZE SISTEMICO LENTI (circa 60 minuti) ad eccezione dell’eparina i cui tempi di assorbimento sono sovrapponibili a quelli della via intramuscolare. LIPODISTROFIA CICATRICI TISSUTALI Non va effettuata nelle zone che presentano: infiammazione esiti di cicatrici edema Nelle terapie a lungo termine è importante l’impiego delle mappe di rotazione.
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LE SEDI DI INIEZIONE 1- Deltoidea 2- Periombelicale 3- Dorsale 4- Rettofemorale 5- Vastolaterale 6- Sovraglutea 3 1 1 2 6 5 4
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LA TECNICA DI INIEZIONE
Inserire l’ago rapidamente con un’inclinazione a 90° (con plica cutanea nelle persone obese) o a 45° (senza plica cutanea) Non occorre e ffettuare la Manovra di Lesser (accade raramente l’ingresso in un vaso sanguigno) Iniettare il farmaco lentamente (iniettare eparina in 30” può evitare il rischio di formazione di ematomi) Rimuovere l’ago velocemente Comprimere il sito di iniezione con un tampone senza massaggiare! Non rincappucciare l’ago! Gettare ago e siringa nell’apposito contenitore rigido. Ogni iniezione dovrebbe essere fatta almeno a 3 cm dal precedente sito di iniezione. Evitare aree di cicatrici, ustioni, tessuto irritato. Pianificare una rotazione del sito documentandola.
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VIA PARENTERALE INTRADERMICA
DEFINIZIONE Terapia somministrata nel derma, lo strato di tessuto localizzato subito sotto la superficie cutanea. Si utilizza prevalentemente per eseguire i test per allergie (es. alla tubercolina) LE SEDI DI INIEZIONE La sede più frequente è la parte interna dell’avambraccio. Altri siti: parte superiore del torace parte superiore del braccio sulla scapola
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VIA PARENTERALE INTRADERMICA
EFFETTO TEMPO ASSORBIMENTO INDICAZIONI LOCALE LENTO Si ricorre a questa via nella necessità di: effettuare terapie desensibilizzanti saggiare la sensibilità a diversi tipi di allergeni valutare le reazioni alla tubercolina
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VIA PARENTERALE INTRADERMICA
LA SCELTA DELLA SIRINGA E DELL’AGO Si utilizza una siringa da 1 ml Ago sottile (25-28 gauge) LA TECNICA DI INIEZIONE La siringa è tenuta con l’angolo obliquo dell’ago rivolto verso l’alto, quasi parallelo alla cute ( inclinazione di 10°-15°). L’ago è inserito fino a che l’angolo obliquo si trova sotto pelle. Non si esegue la manovra di Lesser. Piccole quantità di farmaco (0,5 ml o meno) sono iniettate lentamente fino a formare un visibile pomfo. Comprimere delicatamente il sito con un tampone. Non sfregare né per la disinfezione iniziale né per tamponare, per evitare di irritare la cute. Il sito del test va documentato. Dopo ore si esamina il sito.
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VIA PARENTERALE RESPIRATORIA
LA SOMMINISTRAZIONE DEI FARMACI INALATI I farmaci inalati possono essere utilizzati per indurre l’anestesia durante l’intervento chirurgico, o per trattare patologie del tratto respiratorio. I farmaci inalati possono essere somministrati attraverso un’apparecchiatura (ventilatore meccanico, un nebulizzatore o un inalatore). I farmaci liquidi sono aggiunti in un contenitore del ventilatore o del nebulizzatore e trasformati in gas quando l’aria o l’ossigeno fluisce attraverso di essi.
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VIA PARENTERALE RESPIRATORIA
EFFETTO TEMPO ASSORBIMENTO COMPLICANZE SISTEMICO E LOCALE RAPIDA (10’) Effetti collaterali: raucedine, tosse, disfonia, candidosi oro-faringea, conseguenti al deposito delle particelle di farmaco, sostenuto dall’alta velocità impressa alle medesime dai propellenti; si consiglia di tenere il boccaglio del dosatore al almeno 8 cm dalla bocca. NOTE Se gli aerosol dosati non vengono somministrati correttamente si riduce l’efficacia del farmaco. Fondamentale per l’efficacia della somministrazione (che può essere effettuata con o senza distanziatore) è la contemporaneità fra l’attivazione del dosatore e l’inalazione.
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VIA PARENTERALE EPIDURALE
Somministrazioni di farmaci per indurre anestesia. Competenza medica. EFFETTO TEMPO ASSORBIMENTO COMPLICANZE SISTEMICO E LOCALE LENTO Prima della somministrazione va sempre controllata la limpidezza della soluzione:in assenza di limpidezza, la stessa non va impiegata. Infezioni.
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VIA ENTERALE Assunzione di farmaci che vengono introdotti e assorbiti a livello dell’apparato gastro enterico: cavo orale, zona sublinguale, stomaco (SNG, PEG)*, intestino (DIGIUNOSTOMIA)*, via rettale. *Argomenti trattati nel modulo “Alimentazione”
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VIA ENTERALE ORALE EFFETTO TEMPO ASSORBIMENTO NOTE SISTEMICO O LOCALE
Lento (qualche ora). Lo stomaco generalmente non è sede di assorbimento, ma di transito. E’ nell’intestino tenue che si verifica il maggior assorbimento del principio attivo: la vasta superficie l’alcalinità dell’ambiente la vascolarizzazione abbondante Lontano dai pasti: lo stomaco è vuoto (metà del mattino o pomeriggio). Prima dei pasti: circa 30 minuti prima dell’assunzione di cibo. Dopo i pasti: circa 30 minuti dopo l’assunzione di cibo (prima della digestione gastrica). La somministrazione può avvenire anche attraverso SNG e PEG.
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VIA ENTERALE SUBLINGUALE
EFFETTO TEMPO ASSORBIMENTO NOTE SISTEMICO Rapido (circa 10 minuti) L’assorbimento avviene a livello: del dorso della lingua del pavimento della bocca Superficie di assorbimento limitata Usata solo per farmaci che non irritano la mucosa orale Non è praticabile in condizioni di scarsa collaborazione da parte del paziente Vista la rapidità di assorbimento vanno monitorati sia gli effetti terapeutici attesi sia quelli collaterali potenziali
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VIA ENTERALE RETTALE . EFFETTO TEMPO ASSORBIMENTO NOTE SISTEMICO
Rapido (Poche decine di minuti) L’assorbimento avviene a livello: del dorso della lingua del pavimento della bocca La superficie di assorbimento è limitata L’assorbimento è ridotto in presenza di feci La flora batterica può render inattivi alcuni principi attivi. Vista la rapidità di assorbimento, vanno monitorati sia gli effetti terapeutici attesi sia quelli collaterali potenziali. .
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VIA TOPICA EFFETTO TEMPO ASSORBIMENTO NOTE SISTEMICO
Rapido (Poche decine di minuti) L’assorbimento avviene a livello: del dorso della lingua del pavimento della bocca La superficie di assorbimento è limitata L’assorbimento è ridotto in presenza di feci La flora batterica può render inattivi alcuni principi attivi. Vista la rapidità di assorbimento, vanno monitorati sia gli effetti terapeutici attesi sia quelli collaterali potenziali.
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FORMULAZIONI AD USO TOPICO
Si definisce terapia per via topica la somministrazione di farmaci che vengono applicati e assorbiti a livello della cute (integra) o a livello delle mucose di naso, occhio, orecchio e vagina. Possono essere sotto forma di lozioni, paste, unguenti. Hanno effetti generalmente LOCALI ed in qualche caso SISTEMICI Alcune classificazioni propongono la terapia rettale nella terapia topica, altre la includono nella terapia di di tipo enterale.
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VIA TOPICA PERCUTANEA EFFETTO TEMPO ASSORBIMENTO NOTE
LOCALE O SISTEMICO Lento (qualche ora). CRITICITA’ I tempi di assorbimento sono dipendenti dalla permeabilità cutanea che è condizionata: - dall’irrorazione sanguigna - dalla liposolubilità del preparato impiegato - dalle condizioni della cute è difficile assicurare la precisione del dosaggio quando si impiegano i preparati semi-solidi Il massaggio dopo l’applicazione delle pomate favorisce l’aumento della perfusione locale e accelera l’assorbimento del principio attivo; Prima e dopo l’applicazione dei cerotti transdermici è importante pulire e asciugare bene la cute. la sede di applicazione dei cerotti transdermici deve essere continuamente variata; l’applicazione continua e prolungata sulla stessa zona da origine a: - irritazione cutanea - alterazione dei meccanismi di assorbimento del principio attivo.
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APPLICAZIONE DI CREME E LOZIONI
Possono essere utilizzate per: trattare la cute o le infezioni delle ferite malattie della pelle diminuire i sintomi da alterazioni cutanee. FARMACI TRANSDERMICI Sono assorbiti attraverso la pelle per avere effetti sistemici, e sono preparati in cerotti o in gel; Detergere la cute con acqua e sapone; Non usare solventi; Non applicare il cerotto su zone abrase Alternare le sedi e non usare più di un cerotto alla volta
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SOMMINISTRAZIONE OFTALMICA
FARMACI TOPICI SOMMINISTRAZIONE OFTALMICA Le soluzioni o pomate possono essere poste nell’occhio per trattare irritazioni, infezioni dell’occhio e il glaucoma. La palpebra superiore viene delicatamente retratta e la soluzione o la pomata viene posta nel sacco congiuntivale. Evitare di toccare l’occhio o le ciglia con la punta del tubetto di pomata o con il contagocce. Il paziente non deve strofinare l’occhio dopo l’applicazione del farmaco.
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SOMMINISTRAZIONE OTOLOGICA
Le soluzioni possono essere inserite nell’orecchio per trattare infezioni esterne dell’orecchio o per ammorbidire e rimuovere il cerume. Le soluzioni usate nell’orecchio devono essere a temperatura ambiente (soluzioni calde o fredde possono causare vertigini, nausea e dolore. Il paziente dovrebbe sdraiarsi sul lato non malato prima dell’instillazione del farmaco. .
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SOMMINISTRAZIONE VAGINALE
I farmaci vaginali vengono somministrati in una varietà di forme: supposte, gelatine, liquidi (lavande), creme, tavolette, schiuma. Questi farmaci possono essere usati per la contraccezione, per aiutare a uccidere microrganismi in area vaginale prima di interventi di chirurgia ginecologica e per trattare il prurito e infezioni vaginali o per indurre il parto.
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FARMACI TOPICI SOMMINISTRAZIONE NASALE
Le soluzioni sono di solito spruzzate all’interno del naso per trattare la congestione nasale. Il paziente deve stare seduto e piegare indietro la testa. Il contenitore va schiacciato mentre il paziente inala. Gli spray nasali possono contenere decongestionanti e farmaci adrenergici (che stimolano il sistema nervoso simpatico. L’uso frequente può causare effetti sistemici (tachicardia e ipertensione arteriosa) L’abuso o l’uso prolungato causano sintomi di congestione nasale peggiori dei sintomi originali. . .
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CONCLUSIONI NORME DI SICUREZZA
Aderire sempre alle “sette regole” quando si somministra un farmaco. Chiarire con il medico ogni prescrizione farmacologica non chiara o che sembri inappropriata. Controllare l’anamnesi allergica del paziente prima di somministrare qualsiasi farmaco. Controllare sempre le registrazioni farmaceutiche prima di somministrare qualsiasi farmaco. Non somministrare mai farmaci da contenitori non etichettati o illeggibili. Accertarsi sempre che il paziente possa deglutire prima di somministrare qualsiasi farmaco orale; se possibile chiedergli di rimanere seduto. Non lasciare farmaci al letto del paziente dove possono essere dimenticati o inavvertitamente assunti da un’altra persona. Usare sempre i limiti di riferimento anatomici per localizzare il sito delle iniezioni intramuscolari ed evitare potenziali danni al nervo sciatico. Usare le tecniche asettiche quando si somministra un farmaco per via parenterale. Non somministrare farmaci preparati da altri infermieri, a meno che l’etichetta non identifichi chiaramente la singola dose del farmaco e il sigillo sia intatto. Documentare immediatamente la somministrazione del farmaco per evitare errori.
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I DIRITTI DELLE PERSONE ASSISTITE
Conoscere il farmaco che assume e i suoi effetti terapeutici e collaterali. Ricevere una somministrazione dei farmaci sicura e appropriata Rifiutare di assumere dei farmaci
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Potter PA, Perry AG. Infermieristica generale- clinica
Potter PA, Perry AG. Infermieristica generale- clinica. Casa Editrice Idelson Gnocchi, Napoli, Sasso L, Bonvento CM, Gagliano C, Bagnasco A. Scienze infermieristiche generali e cliniche. McGraw Hill, Milano,2008.
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