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Il gioco, l’educazione motoria, la musica

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Presentazione sul tema: "Il gioco, l’educazione motoria, la musica"— Transcript della presentazione:

1 Il gioco, l’educazione motoria, la musica
Sara Pellegrini Macerata 2018 Copyright Sara Pellegrini

2 PER L’ATTIVAZIONE DELLE FUNZIONI
GIOCHI ED ARTEFATTI OGGETTUALI LUDICI PER L’ATTIVAZIONE DELLE FUNZIONI PRASSICO-MOTORIE FLUIDE E SEQUENZIALI Copyright Sara Pellegrini

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Giochi sensoriali e motori, ovvero sono tutti quei giochi legati alla manipolazione degli oggetti, alla trasformazione della realtà e all’esercitazione motoria e percettiva, come i giochi con la sabbia, la pasta di sale, i chiodini. Questi giochi possono essere enucleati come segue: i giochi di scoperta; i giochi con l’acqua, con la sabbia; i giochi con materiali plastici. Copyright Sara Pellegrini

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I giochi psicomotori Giochi logici. Giochi di caccia e lotta. Giochi familiari e culturali. Giochi di imitazione. Giochi Linguistici. Giochi di costruzione. Giochi topologici Giochi che esercitano la linea dei numeri Copyright Sara Pellegrini

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TOPICS 1)Gioco e fluenza 2)Motor playing: a global and intuitive strategies. The global and intuitive strategies 3) Artefatti oggettuali ludici 4) Esempi di attività ludiche funzionali Copyright Sara Pellegrini

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Gioco e fluenza La fluidità motoria è omologa e non distinguibile da quella cognitiva e si manifesta unitariamente nel linguaggio, nel pensiero, nella motricità, nell’emotività, ecc., quindi anche nel gioco, secondo un fare adeguatamente coordinato, che si declina nella plurale reiterazione dell’esercizio da cui deriva un esecuzione efficace ed efficiente della sequenza delle prassie. Copyright Sara Pellegrini

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La disprassia, che sottende la Sindrome Dislessica, implica infatti uno stato di disorganizzazione che si configura nella dis-organizzata esecuzione di movimenti, generati da schemi motori volontari che interessano globalmente il comportamento motorio. Ciò sta a significare che questo disturbo pervade la motricità ma soprattutto inficia ecologiacamente le prestazioni oculo-motorie, linguistiche, di pensiero, lettorie, scrittorie, grafo-motorie, mnestiche, del calcolo orale, dell’organizzazione spazio-temporale in generale. Osserviamo dunque un soggetto che: regola vischiosamente e con scarsa efficacia ed efficienza le posture nelle dinamiche; manifesta un certo grado di goffaggine o mal destrezza, soprattutto manifesta incoordinazione bimanuale nelle azioni quotidiane; presenta un lieve disturbo del circuito ideo-motorio, comportando disordine esecutivo di azioni, cattive impugnature e disordinato uso delle mani e delle dita, dunque manifesta un generale disordine esecutivo motorio; presenta disordine nell’ideazione del gesto e sua realizzazione anche perché non si pone il target; scarso tono muscolare; manifesta difficoltà nell’eloquio fluido, nella turnazione del discorso e nell’espressione orale, che si presenta scarna e non sempre adeguatamente pertinente. Disorganizzazione neurologica e funzionale a carico dei processi neuropsicologici con disturbo di tipo qualitativo ed esecutivo Copyright Sara Pellegrini

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La natura di disturbo, cioè crea delle interefrenze a discapito della fluenza o fluidità complessiva dell’agire umano esprime il rapporto tra lo spazio ed il tempo che tipizza con originalità ed individualità la qualità esecutiva in efficacia ed efficienza, nonché degli automatismi di ogni essere umano. Copyright Sara Pellegrini

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Invece la perdita di fluidità, o dis-fluenza, comporta il de-crescimento dell’efficienza mentale, rendendo meno agevoli le azioni ludiche intuitive e la selezione stessa delle azioni ludiche, nonché la predizione cognitiva e motoria. Copyright Sara Pellegrini

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Si tratta quindi d’intervenire intenzionalmente per sollecitare nel soggetto la prontezza dell’avvio all’agire, un andamento costante del fare, la giusta velocità, la scarsa o nulla presenza di interruzioni, inciampi e regressioni. Un comportamento fluido si manifesta infatti come autoregolato e quindi con un ridotto numero di errori ed omissioni. Copyright Sara Pellegrini

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La questione si configura sin da subito nella sua complessità perché implica una serie di variabili, che interessando la fluenza del comportamento, implicano la convergenza di una pluralità di fattori che permettono al soggetto di attivare sinergicamente la pertinente velocità d’azione e la precisione esecutiva, nonché la prontezza all’autocorrezione. Tutti questi fattori supportano la comprensione, la resistenza e quindi una minore stancabilità durante il gioco ma soprattutto garantiscono l’attivazione autonoma della regolazione e della correzione delle condotte ludiche. Copyright Sara Pellegrini

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La fluidità nella fattispecie può essere rilevata in tutte quelle condotte che esprimono: prontezza nell’avviare l’azione; andamento costante della velocità d’azione e quindi della fluidità; l’adeguata velocità di azione; scarsità di interruzioni o inciampi nel compiere performances; scarsità di errori nelle plurali esecuzioni; agevole auto-co-regolazione (autocontrollo e autocorrezione); costanza dell’attenzione e dunque mantenimento prolungato dell’attenzione. Copyright Sara Pellegrini

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Si tratta infatti di creare un vero e proprio sistema abilitante di natura educativa che ricerca ed interpreta nuove alleanze funzionali ed ambientali, performanti ed abilitanti, in tutte quelle attività umane che possono favorire la sequenzializzazione dei processi cognitivi. Copyright Sara Pellegrini

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Il gioco diviene pertanto uno strumento ecologico per il trattamento del dislessico e può essere attivato sulla base degli interessi e delle inclinazioni del bambino, delle reali competenze possedute e degli obiettivi reali e perseguibili. Prima di attivare il training il Pedagogista clinico deve preparare il setting ludico pensando ai requisiti funzionali, alle attività da proporre, al materiale ludico, alla strutturazione dell’ambiente e alla migliore modalità interattiva. Il gioco si configura al tempo stesso per un verso mediatore funzionale e per altro verso come vettore della continuità esecutiva. capitalizzazione qualitativa delle esperienze Copyright Sara Pellegrini

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- la Sabbadini (2007) rileva che il disprassico sviluppa lo schema d’azione in ritardo e che presenta una debole abilità gestuale compromesso relativo all’uso della manualità e della gestualità quotidiano uso delle mani, delle singole dita, per poi passare all’uso delle due mani ed infine all’esercitazione di movimenti in sequenza. Sabbadini L. La disprassia in età evolutiva: criteri di valutazione ed intervento, Springer ed, Milano 2007, pag Copyright Sara Pellegrini

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Il docente attraverso le attività, con l’aiuto dei mediatori, ha il compito di ripristinare il senso di autoefficacia, autogestione ed autocontrollo, rendendo migliore il suo adattamento all’ambiente e quindi la padronanza dell’agire. Copyright Sara Pellegrini

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In questa concezione il gioco si configura come quel mediatore neutro che attiva sinergicamente sia forme globali e complesse di abilitazione funzionale, che l’impegno primario necessario ad affrontare i compiti adattivi, nonostante i fattori stressorei e sfavorevoli, che il bambino impatta. Pertanto occorre tradurre il training ludico in innovazione funzionale, prodotta dalla ricerca di comportamenti efficaci ed efficienti. Dunque la mission è rendere adattivo il bambino mediante il gioco. Copyright Sara Pellegrini

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Il gioco come attività educativa ordinaria del processo abilitativo trova qui ragione ed espressione procedurale nell’intensività dell’azione e nella frequenza del trattamento Copyright Sara Pellegrini

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Giocano infatti con una forte carica emotiva, energetica e corporea, con un altro grado di concentrazione e continuità ogni giorno della loro vita. In correlazione naturale a questa condotta ludica naturale, questa concezione abilitativa si basa sull’attivazione dinamica, globale ed intuitiva dell’architettura funzionale del bambino intensivamente e con frequenza. Si tratta di attivare sinergicamente il corpo, la mente e l’azione ad alto dispendio energetico, esercitando la funzionalità allo scopo sia di migliorare omeostaticamente le capacità funzionali e culturali del soggetto, che di reiterare e consolidare nel fare una strategia dinamica ed intuitiva nel soggetto dislessico. Copyright Sara Pellegrini

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Con il gioco allora si vuole promuovere il processo organizzazione e di attivazione, implementazione e potenziamento di una o più funzioni umane agite con una proceduralità funzionale dinamica, che si declina nello spazio e nel tempo ed ecologica, quindi estesa a tutte le funzioni e ai contesti di vita. Ciò significa preparare il soggetto ad integrare anticipatamente l’assetto corporeo-muscolare con quello funzionale e culturale per poi arrestarlo in relazione ai fatti ed agli eventi. per un fare volontario che sia pronto, immediato e pertinente, ovvero intuitivo. Copyright Sara Pellegrini

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Il gioco quindi si configura secondo la strategia ecologico e dinamica la quale deve essere trasformata nel soggetto, fatta propria ed attivata come una strategia dinamica ed intuitiva per un fare autoregolato e sequenziale, declinato con la giusta velocità, pertinenza e contestualità. Copyright Sara Pellegrini

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Il soggetto dislessico infatti nel giocare deve necessariamente attivare intrinsecamente delle strategie di azione unitarie e globali, fatte di volontari dinamismi e coscienti intuizioni: questo è il cuore dell’azione ludica e ad un tempo il suo guadagno educativo. Copyright Sara Pellegrini

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Implementare quel fare automatico sequenziale e fluente proprio del soggetto funzionale. Il professionista quindi deve riflettere sulle scelte ludiche per opzionare quei giochi che: obbligano implicitamente il soggetto a formulare piani d’azione globali; inducono il soggetto a organizzare e coordinare le azioni finalizzate; attivano le sinestesie, o attivazione coordinata di più funzioni quali quelle percettivo-motorie, motoria-linguistica, ideativo-motoria; inducono il soggetto a regolare le azioni impulsive; comportano il mantenimento dell’attenzione; consolidano la memoria procedurale; infondono la sequenzialità delle azioni; infondono la capacità di adattare il proprio comportamento al contesto; contribuiscono a generare nel soggetto la percezione simultanea della globalità del gioco e delle parti; consentono al soggetto di autoregolarsi; offrono nuove strategie o modalità di attivazione delle strategie. Copyright Sara Pellegrini

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Il gioco è funzionale pertanto allorquando contribuisce a sollecitare, consolidare e reiterare i processi di ideazione, attivazione del comportamento, controllo motorio e coordinazione dell’agire umano intenzionale e del funzionamento del sistema cognitivo in generale. In ultima istanza, il gioco per essere funzionale deve promuovere la regolazione delle funzioni umane, la loro integrazione e le sinestesie in un’unica architettura delle funzioni . Bertozzi L, Montanari L., Mora I. Architettura delle funzioni. Lo sviluppo neuromotorio del bambino fra normalità e patologia, Springer ed, Milano 2002 Copyright Sara Pellegrini

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Motor Playing Le varie forme di gioco e le diverse occasioni ludiche sviluppano nel soggetto la competitività e l’intraprendenza all’azione, in una sola parola sviluppano adattamento. Ogni individuo può giocare da solo con gli artefatti oggettuali ludici, oppure senza, con altri bambini, sperimentando tipi di strategie e comportamenti differenti ma non sempre vincenti. In presenza di disfunzioni infatti il soggetto tende a non articolare la dimensione ludica perché si trova in difficoltà. performanti e abilitanti Copyright Sara Pellegrini

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Il gioco motorio è esplorato per evidenziare una serie definita di caratteristiche motorie funzionali al soggetto dislessico, le quali implicano sia lo spostamento nello spazio e nel tempo mediante la coordinazione delle funzioni, che l’uso di strategie globali ed intuitive. Copyright Sara Pellegrini

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In breve, sono motori con scopo cognitivo tutti quei giochi che permettono al bambino di attuare con prontezza e rapidità i movimenti coordinati, autoregolati, sinestesici, come anche l’esecuzione di schemi balistici, alternati, crociati, rotatori e specularità dinamica. Giochi dunque che reiterano la prontezza, la rapidità, la lateralità ed il colpo d’occhio, in favore della reversibilità del pensiero nonché della plasticità della mente e della capacità di adattamento dei compiti motori e cognitivi. Copyright Sara Pellegrini

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Una valenza motoria e cognitiva solo a quei giochi volti a sollecitare la coordinazione occhio-mano e occhio piede, la pianificazione dell’agire e la coordinazione di più azioni. consentono al bambino di attuare movimenti coordinati, autoregolati, sinestesici, come anche l'esecuzione degli schemi motori crociati, rotatori e specularità dinamica. Si tratta di attivare giochi, anche di gruppo, che reiterano allo stesso tempo la rapidità, la lateralità, la prontezza ed il colpo d'occhio. Ne sono esempio i giochi di caccia e di lotta, che esercitano la pianificazione e la rotazione dinamica. Copyright Sara Pellegrini

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Questo approccio educativo ecologico è attento alla funzionalità globale del soggetto e del soggetto con il contesto, attuando un lavoro intensivo, frequente e serrato mediante l’esecuzione di attività ludiche abilitative ad alto dispendio energetico mediante azioni cognitive e dinamiche per favorire l’automatizzazione, le successioni e la fluidità del comportamento dell’individuo. Copyright Sara Pellegrini

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Principi abilitanti, quali: la ricerca d’intenzionalità del comportamento per l’autonoma e pronta attivazione e disattivazione del comportamento ludico; la volontaria partecipazione intellettiva e motivazionale; l’attivazione di azioni pertinenti all’età per una funzionalità globale e significativa; il mantenimento della continuità sequenziale nel gioco; destrutturare l’approccio elementista azione per azione, movimento per movimento. Si tratta di infrangere gli automatismi disfunzionali per sostituirli con quelli fluidi e auto-regolati; promuovere l’attitudine a compiere schemi motori volontari sempre più lunghi durante il gioco; promuovere la presa in carico nel giocare, curarne l’inter-retroazione; promuovere processi di sequenzializzazione; favorire la memoria procedurale; favorire la proceduralità dinamica con intuitività; promuovere processi intuitivi e di predizione motoria; promuovere la comprensione rapida del contesto ludico; promuovere la progressiva velocità di esecuzione; promuovere la regolazione della velocità di esecuzione e soprattutto la regolazione della velocità di esecuzione per generare fluidità di esecuzione. Copyright Sara Pellegrini

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Gli esercizi ludici proposti con gradualità esercitano il fare attraverso: - le sequenze di azioni e di gruppi di azioni; - l’attivazione di nuove combinatorie delle sequenze conosciute, quindi individuale iscrizione e ridefinizione di differenti combinatorie di gruppi di azioni, favorendo sequenze di azioni e catene di successioni topologiche, causa-effetto, prima-dopo, sinistra-destra; - la promozione di tutte quelle attività che non interrompono né spezzano il movimento finalizzato, per lavorare quindi sui rimandi parti-tutto, dettaglio-insieme. - i ritmi. Grazie agli studi condotti da P. Fraisse possiamo definire ritmica qualsiasi organizzazione e strutturazione di fenomeni che avvengono in maniera successiva nel tempo e che si ripetono ciclicamente. Il ritmo è la plurale riproposizione di elementi successivi ed unitari, che si ripetono in maniera identica seppur in uno spazio ed in un tempo differenti. Ne sono esempio le filastrocche, le quali esercitano il linguaggio nella sua componente motoria; - le sinestesie verbo-percettive e linguistiche-motorie, atte a compiere in simultaneità e coordinazione due o più azioni. Cazzago P. Psicomotricità e spazio –tempo, LA SCUOLA ed, Brescia 1984, pag. 23 Copyright Sara Pellegrini

32 Copyright Sara Pellegrini
Questa modalità di intervento si configura nel lavoro intensivo, serrato e frequente per la funzionalizzazione di sequenze di schemi mediante l’attivazione costante e simultanea della successione, degli automatismi delle condotte e della fluidità del comportamento. Questi possono perciò essere esercitati nel gioco mediante l’approccio all’azione intera, favorendo i processi fluidi ed automatici, disturbati dalla condizione dis-prassica che sottende l’azione. Copyright Sara Pellegrini

33 The global and intuitive strategies
Le riflessioni complesse mettono in luce la difficoltosa coordinazione di una pluralità di azioni, la vischiosa motilità oculare, la scarsa tendenza allo scorrere in avanti, l’incerta direzionalità, nonché la coordinazione dell’azione laterale e controlaterale in generale e infine la scarsa predittività delle azioni, necessaria per avanzare una riposta pertinente o ipotesi d’azione. Copyright Sara Pellegrini

34 Copyright Sara Pellegrini
La dis-lateralità che le sottende non consente al soggetto di ordinare e di coordinare le azioni ed in tal caso l’individuo non è in grado di programmare il proprio fare in modo efficace ed efficiente, dunque il soggetto non esercita l’approccio globale all’azione ed al gioco, non esercita fluidamente un fare sequenziale da sinistra a destra o alto-basso ecc., non favorisce gli automatismi ampi e globali, non predice le azioni, si rallenta e si stanca ma soprattutto non esercita mai l’adeguata funzionalità. Copyright Sara Pellegrini

35 Copyright Sara Pellegrini
Si tratta di procedure ludiche, fondate su una matrice teorica ed empirica cognitivista, che si caratterizzano strategicamente per i seguenti tratti, quali: inducono il soggetto ad azioni intenzionali, automatiche, globali ed intuitive; attivano la partecipazione emotiva, motivazionale ed intellettiva del soggetto; globalizzano le azioni, quindi il soggetto è in grado di mettere in relazione il singolo gesto all’intera azione ludica con un maggiore impegno cognitivo che logico, dunque intuitivo; spingono il soggetto alla continuità sequenziale e quindi alla fluidità esecutiva, perché nel soggetto con Sindrome Dislessica le disfunzioni, gli errori e le omissioni non sono costanti ma a frequenza discontinua. Copyright Sara Pellegrini

36 Copyright Sara Pellegrini
Rappresenta una fiorente opportunità abilitativa perché generativa di cospicui guadagni formativi. Infatti potrebbe accadere che: - i soggetti esercitano se stessi in maniera non proficua perché si allenano troppo o perché compiono molte ripetizioni disordinate, troppo lente o troppo rapide, producendo e consolidando comportamenti limitati o controproducenti, in una sola parola disfunzionali; - non tutti i giochi attivabili possiedono il medesimo valore educativo nei differenti soggetti dislessici, i quali compiono le medesime azioni motorie con modalità differenti; infatti alcuni uomini sono lenti, altri velocissimi ed anche con differenti combinatorie, che possiamo notare, osservando che alcune persone sono forti ma lente, altri scattanti ma più deboli, ecc. definendo quindi la pluralità propria dell’essere umano. Copyright Sara Pellegrini

37 Copyright Sara Pellegrini
Si tratta quindi di applicare una serie di opzioni procedurali che però possano compiere simultaneamente esercizio di: equilibrio, utile ad affinare la motricità e soprattutto ad implementare la regolazione delle posture corporee durante le azioni; prontezza, per implementare la reattività motoria in relazione ad un’evento e per sollecitare l’intuito cognitivo e motorio, nonché la coordinazione; velocità, per aumentare la rapidità dei movimenti finalizzati e pertinenti, eseguibili in tempi propri sempre minori; agilità, al fine di migliorare gli automatismi, la prontezza all’avvio e la coordinazione di più azioni; forza, utile ad esercitare il soggetto a compiere un lavoro con carichi sempre maggiori, impegnando al massimo sforzo il sistema funzionale e condizionale in un tempo relativamente breve ed in relazione all’età cronologica; resistenza, per aumentare la capacità di operare e di compiere un’attività ad alto profilo energetico e cognitivo in un prolungato intervallo temporale. Copyright Sara Pellegrini

38 Copyright Sara Pellegrini
In luogo di attività performanti ed abilitanti è essenziale contestualizzare il significato di indicatori del trainig, quali: - la frequenza, cioè la reiterazione dell’esercizio ludico o l’assiduità, costituisce uno degli aspetti fondanti la progettazione e relativa proceduralità. Questa rappresenta la ripetizione continua delle attività distribuite nello spazio e nel tempo secondo progettazione del Pedagogista clinico; - l’intensività, di profonda efficacia che descrive un lavoro caratterizzato dalla continuità esecutiva, richiedente molta energia per imprimere nel soggetto nuovi automatismi e successioni in fluidità e consistente nell’infondere sequenze di azioni per: infrangere nel soggetto l’approccio analitico all’azione, movimento per movimento; rimuovere l’attitudine alla fusione di movimenti, che addizionandoli sono osservabili come un fare scattoso e poco fluido ; favorire schemi motori sempre più lunghi; favorire l’esecuzione dell’intero movimento o dell’intera sequenza motoria; promuovere i processi intuitivi e predittivi della mente, dunque fare strategia. - l’attributo serrato concorre a precisare il regime esecutivo del training che si concreta secondo un’andatura del fare senza interruzioni o spazi, proprio per favorire nel soggetto un esercizio continuo, tendente a produrre la massima fluidità e predittività. Si tratta di creare una serie di attività in modo denso e compatto derivanti da una progettazione concisa ed ordinata dal Pedagogista clinico volta a favorire la giusta velocità di esecuzione ludica. Copyright Sara Pellegrini

39 Artefatti oggettuali ludici
Gli artefatti ludici sono costituiti da quegli oggetti che intrinsecamente contribuiscono alla funzionalizzazione, sequenzializzazione ed all’autoregolazione, autoefficacia, automonitoraggio del pensiero e dell’agire. Luria A. R. Come lavora il cervello. Introduzione alla neuropsicologia, Il mulino ed, Bologna 1977 Bandura A. (a cura di) Il senso di autoefficacia, Erickson ed, Trento 1995 Copyright Sara Pellegrini

40 Copyright Sara Pellegrini
Costituiscono forme ludiche di organizzazione del pensiero o artefatti oggettuali, che corredati dallo stile didattico, supportano la costruzione e la gestione dell’azione, veicolando la pianificazione e la relativa strategia per generare il feedback. Copyright Sara Pellegrini

41 Copyright Sara Pellegrini
Offrire spiegazioni sul gioco, come è fatto e come si gioca. Gli esercizi ludici perseguono infatti non l’apprendimento, bensì l’esercizio della funzione e proprio per non inficiare in qualche modo la funzionalizzazione l’esperto deve assicurarsi che il dislessico conosca il gioco. Non solo, per incrementare la rapidità dell’azione il professionista può fare delle anticipazioni sugli artefatti ludici educativi. Copyright Sara Pellegrini

42 Copyright Sara Pellegrini
Serie di caratteristiche ed in particolare devono essere: - atossici ed essere a norma; - adeguati all’età, alle competenze già possedute e a quelle sostenibili; - essenziali, non distraesti, privi di dettagli inutili perché debbono orientare rapidamente il soggetto all’azione senza margine di errore; - dis-equilibranti-equilibranti, quindi volti a sollecitare nuovi stimoli, livelli, bisogni e la curiosità ed interesse; - progettuali, per assecondare le intenzioni ludiche, le ideazioni e la programmazione mentale; - attivanti e dis-attivanti dell’incipit e del frenaggio, ovvero devono sollecitare l’attivazione elettrica cerebrale ed il suo arresto; - conducenti, volti a favorire la continuità dell’azione e la costanza dell’esecuzione; - autoregolanti, progettati per generare l’autocontrollo all’azione con feedback immediati; - trasformanti, che si prestano e favoriscono le sempre nuove combinatorie della mente in omologia con le azioni; - plastici, per poter giocare con intuitività è fondamentale che il gioco possieda un certo grado di plasticità nei differenti livelli d’accesso, quindi deve essere un materiale ludico facile da usare subito; - autoevidenti quindi rapidamente comprensibili all’uso, ovvero al colpo d’occhio; - rassicuranti, che aiutino ad acquisire la sicurezza. Copyright Sara Pellegrini

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Esempio di artefatto oggettuale ludico, che fa convergere tutti i requisiti sopra indicati, è la Torre Rosa di Maria Montessori. montessoridesign.it/it/chisiamo/scopi_fondazione_chiaravalle_montessori.php; Copyright Sara Pellegrini

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Scrive P. Crispiani (2011) che da Maria Montessori ricaviamo l’idea di un materiale autoregolativo, che in vario modo include l’indicazione dell’accesso e del procedere con esso, in una forma di autonomonitoraggio che consente ampia autonomia a chi ne fa uso. Ad un tempo, esso comprende elementi per la regolazione implicita che consenta al ragazzo di percepire in autonomia l’errore e di correggersi di conseguenza, carattere che la Dottoressa accredita come Materiale denunciatore dell’errore e che nell’ambito del TEACCH e della teorizzazione di E. Schopler, che alla Montessori si ispirano, ritorna come materiali che parlano da soli. Crispiani P. Dislessia come disprassia sequenziale, Junior ed, Parma 2011, pag.286 Copyright Sara Pellegrini

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Concludendo, il fare sequenziale nel contesto ludico esercita la successione, che è la funzione cognitiva originaria, per la quale il bambino autoregola il comportamento con fluenza, rapidità e coscienza. Copyright Sara Pellegrini

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Titolo Theterball Indicatore Sequenze dinamiche di motricità bi-manuale e balistica crociata e circolare con la palla. Concorrenza di piani motori. Finalità Potenziare il coordinamento bimanuale, senso-motorio e l’organizzazione balistica in sequenze motorie crociate e rotatorie con la palla. Attività Posizionarsi in un semicerchio di almeno 2 soggetti, ruotare e lanciare simultaneamente la palla al compagno. Prolungare progressivamente l’attività ed aumentare la velocità esecutiva. Incrementare l’attività aggiungendo, in sinestesia, la ritmica pronuncia orale di costrutti verbali (numerazioni, giorni della settimana, mesi, filastrocche, ecc.). Incrementare l’attività aggiungendo, in sinestesia, dopo ogni lancio della palla un gesto di un arto. E’un gioco diffuso particolarmente nel Nord America. Giocano due persone avversarie. Il gioco richiede una base fissa su cui fissare un palo, una corda ed una palla. Quando un giocatore serve la palla inizia il gioco, quindi il giocatore avversario deve restituire la battuta colpendolo la palla nella direzione opposta. La palla deve essere colpita dai giocatori in modo tale che il giocatore avversario non potrà modificare la direzione della palla per avere il vantaggio del controllo sulla palla. Si può colpire la palla con il pugno o la mano aperta o swing. Si può rispondere all’avversario, colpendo la palla solo quando la palla ha fatto un giro completo intorno al palo. In luogo di violazione serve la palla chi non ha commesso violazione. Ambito formativo Sollecitazione neuromotoria generale, fluidità esecutiva, attivazione di sequenze motorie coordinate in senso crociato e rotatorio, coordinamenti visuo-motori, verbo-motori. Materiale necessario Una palla, una cordicella ed un’asta con base. Principio attivo La motricità globale, intensiva e rapida portata su una sequenza continua di schemi rotatori, balistici e di movimento generale, implicando anche la tonicità e resistenza. Lancio con le mani, schemi crociati e la rotazione incrementano la fluidità dei circuiti neurali e dello scambio interemisferico, potenziano l’organizzazione spazio-temporale e l’esecuzione fluida di schemi crociati e di rotazioni mentali; mentre la tonicità e la resistenza aumentano la capacità del soggetto di prolungare nello spazio e nel tempo l’esecutività. La turnazione dei giocatori sollecita autonomamente e continuamente l’incipit ed il frenaggio. Età di pertinenza Dai 5 anni. Copyright Sara Pellegrini


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