Scaricare la presentazione
La presentazione è in caricamento. Aspetta per favore
1
ACQUA E ACQUEDOTTI A ROMA EST
CLASSE 5ˆ F I.C. ELISA SCALA
2
Introduzione Anche quest’anno la nostra classe ha deciso di partecipare al premio J. Coste, grazie al quale siamo andati alla scoperta dei resti della storia antica presenti sul nostro territorio. Siamo così diventati piccoli ricercatori … Lo scorso anno abbiamo scoperto la grandezza della città di Gabii, a pochi passi dalla nostra scuola, e i resti di bellissime vie consolari romane, quest’anno vogliamo scoprire tutto sui alcuni fra gli acquedotti più importanti di Roma. Perché’ l’acqua? L'acqua fa parte della nostra vita e appartiene anche al nostro mondo, alle nostre tradizioni, alla nostra storia. Vogliamo allora proporre di "far parlare" l'acqua, di dare voce a questo prezioso elemento vitale, che è forza, ricchezza e speranza per il nostro futuro.
3
Acqua e Acquedotti romani
Gli acquedotti sono tra le opere più importanti dell’antica Roma. Altri popoli, in regioni come la Mesopotamia, ne avevano già costruiti in precedenza, ma solo con i romani si arrivò ad una vera e propria cultura del trasporto delle acque, con il sistema di opere idriche più esteso e tecnologicamente avanzato del mondo antico. Nei territori dell’impero se ne contano circa duecento; a Roma ne esistevano undici. Si calcola che alla fine del I secolo d.C. la quantità di acqua potabile che giungeva ogni giorno in città era quasi un milione di metri cubi. Questi acquedotti provvedevano al bisogno di un numero enorme di impianti pubblici – terme, bagni, fontane, persino due stadi per battaglie navali. Proprio grazie a questa eccezionale abbondanza, Roma venne definita regina aquarum ("regina delle acque"). Alcuni degli antichi acquedotti sono ancora oggi funzionanti e vengono usati per alimentare le fontane della capitale.I Romani si servirono per molto tempo dell’acqua del fiume o di quella estratta da pozzi e sorgenti cittadine , ma già alla fine del IV a.C. costruirono un primo monumentale acquedotto: l’Acquedotto Appio. A questo seguirono nel corso dei secoli altri acquedotti: Anio Vetus, Marcia, Tepula, Iulia, Virgo, Claudia, Anio Novus, Traiana, Alexandriana. Con percorsi sotterranei, ma più spesso sopraelevati su giganteschi archi anche a più ordini, per garantire la pendenza necessaria allo scorrimento dell’acqua, gli acquedotti partivano da sorgenti distanti dall’Urbe anche diversi chilometri e giungevano alle porte della città.
4
Acqua e Acquedotti romani La costruzione e il funzionamento degli acquedotti
Gli acquedotti raccoglievano l’acqua da diverse sorgenti naturali situate a notevole distanza dalla città e la trasportavano sfruttando la forza di gravità. Per assicurare lo scorrere dell’acqua, essi avevano infatti una pendenza costante e quindi venivano costruiti con un’inclinazione del 25% (in media un metro di pendenza per ogni chilometro). Alla sorgente venivano costruiti grandi serbatoi per creare una pressione sufficiente all’inizio del percorso e per assicurare la continuità del flusso. Per eliminare le impurità, si usavano vasche di depurazione, dove la velocità dell’acqua rallentava e il fango e le altre particelle si depositavano. Le vasche si trovavano inoltre a intervalli regolari lungo il percorso dell’acquedotto.
5
Acqua e Acquedotti romani La costruzione e il funzionamento degli acquedotti
Lontano dalla città, questo percorso era in gran parte sotterraneo: si scavavano dei pozzi verticali mantenendo sempre la pendenza e l’acqua passava in un canale di pietra, coperto da uno strato impermeabile. In base alle caratteristiche del terreno, alcune parti del canale dovevano correre in superficie, lungo un fosso le cui pareti erano rinforzate da una palizzata. Quando si dovevano superare fiumi o vallate, il canale veniva fatto passare su viadotti o su lunghi ponti a due o tre arcate in pietra o mattoni (a volte sulle arcate del primo livello si costruiva anche una strada e in questo modo gli acquedotti avevano una doppia funzione). Spesso diversi acquedotti arrivavano in città seguendo un percorso quasi uguale: in questo caso l’acqua scorreva in canali separati dello stesso viadotto. Arrivata al centro di Roma, veniva raccolta in un serbatoio (chiamato castellum aquae), depurata e poi distribuita, direttamente o attraverso rami secondari dell’acquedotto, agli impianti pubblici che doveva rifornire.
6
Acqua e Acquedotti romani gli acquedotti romani
ACQUA APPIA È il più antico degli acquedotti romani. Aveva un percorso di circa 16 Km quasi tutto sotterraneo. L’acqua, proveniente da sorgenti sulla Prenestina, entrava in città a Porta Maggiore, da dove si dirigeva verso l’Aventino, passando su arcate che si appoggiavano alla Porta Capena. Aveva una portata di metri cubi al giorno. ANIO VETUS Aveva origine dal fiume Aniene, era lungo quasi 64 Km e forniva metri cubi di acqua al giorno. Entrava a Roma a Porta Maggiore e si dirigeva verso l’Esquilino in condotto sotterraneo ACQUA MARCIA (144 A.C.) Era lungo più di 91 km. e forniva metri cubi di acqua al giorno. Dalle sorgenti nella valle dell’Aniene arrivava fino al Campidoglio. Il suo percorso era sia sotterraneo, sia sopraelevato con l’uso di arcate. I condotti degli acquedotti Tepula e Julia si sovrapponevano ad esso (la sovrapposizione dei tre acquedotti è ancora visibile a Porta Maggiore) ACQUA TEPULA (125 A.C.) Proveniva dai Colli Albani, aveva una portata di metri cubi ed era chiamato in questo modo per via della temperatura piuttosto calda dell’acqua. ACQUA JULIA (33 A.C.) Proveniva dalla Tuscolana, era lungo 22 Km e forniva metri cubi di acqua al giorno. ACQUA VIRGO (19 A.C.) Era lungo circa 20 Km e forniva metri cubi di acqua al giorno. Proveniva dai Colli Albani, viaggiava quasi sempre in galleria e giungeva nella zona del Pincio, da dove, attraverso un percorso sopraelevato, si recava verso il centro della città. Fu restaurato nel 1453 e ancora oggi alimenta la Fontana di Trevi.
7
Acqua e Acquedotti romani gli acquedotti romani
ACQUA ALSIETINA (2 A.C.) Era lungo 33 Km e aveva una portata di metri cubi. La sua acqua non era potabile e quindi fu costruito probabilmente per alimentare la Naumachia (dove si svolgevano le battaglie navali) fatta costruire da Augusto a Trastevere. Proveniva dal lago di Martignano e arrivava a Roma nella zona del Gianicolo. ACQUA CLAUDIA (38-52 D.C.) Era l’acquedotto più imponente: lungo 69 Km, dei quali 16 su grandi arcate, forniva metri cubi di acqua al giorno. Proveniva dalla valle dell’Aniene e il suo percorso si incrociava con quello dell’Anio Vetus e dell’Acqua Marcia. In città, il suo doppio arco monumentale (noto come Porta Maggiore) ne costituisce l’elemento più vistoso. Nerone ne fece una derivazione per alimentare il lago della sua Domus Aurea. ANIO NOVUS (38-52 D.C.) Era lungo più di 86 Km e forniva metri cubi di acqua al giorno. Le sue sorgenti erano vicine a quelle dell’acquedotto Claudio e anche il percorso era in gran parte comune. ACQUA TRAIANA (109 D.C.) Era lungo più di 32 Km e le sue sorgenti erano nei pressi del lago di Bracciano. Serviva ad alimentare le terme di Traiano. ACQUA ALEXANDRINA (226 D.C.) È l’ultimo in ordine cronologico e alimentava le terme Alessandrine, rifacimento di quelle di Nerone in Campo Marzio. Le sue sorgenti erano nella zona di Pantano Borghese e il suo percorso era sopraelevato, su strutture ad archi che correvano lungo la via Prenestina e la via Labicana. Entrava in città nella zona di Porta Maggiore. I resti di molti di questi impianti sono tuttora visibili all’interno della città: una zona particolarmente interessante da questo punto di vista è il Parco degli Acquedotti, costituito da un’area di circa 280 ettari inclusa nel Parco Regionale dell’Appia Antica.
8
NEL NOSTRO TERRITORIO… La costruzione e il funzionamento degli acquedotti
Il nostro territorio corrisponde all’antico AGER PUPINIUS ovvero il territorio della tribù Pupinia, una delle sedici tribù rustiche che abitavano questi luoghi tra il Tuscolo, Gabii e Roma. Ed è proprio in questa area del quadrante est di Roma che ci sono due grandi acquedotti antichi che siamo andati a studiare e approfondire: l’Acquedotto Vergine e l’Acquedotto Felice
9
NEL NOSTRO TERRITORIO… L’acquedotto Vergine
In località Salone, proprio pochi chilometri dalla nostra scuola, si trovano le sorgenti dell’Acqua Vergine, l’unico acquedotto di epoca romana ancora funzionante a Roma. Il nome deriva, secondo una leggenda, dalla fanciulla che avrebbe indicato a dei soldati assetati il luogo della sorgente, ma, più probabilmente, si riferisce alla purezza dell'acqua. Le sorgenti dell’Acqua Vergine, poste sulla Via Collatina al km 10,500, fanno parte di un insieme di manifestazioni sorgentizie appartenenti al complesso idrogeologico del Vulcano Laziale e dei Monti Prenestini; scaturiscono da varie falde a una quota di circa 25 m sul livello del mare. Le polle d’acqua, di ottima qualità, complessivamente undici di cui solo quattro utilizzate attualmente, hanno una portata totale media annua di circa litri al secondo. Sorgenti dell’Acqua Vergine nella Tenuta di Salone.
10
NEL NOSTRO TERRITORIO… L’acquedotto Vergine
L’ANTICO ACQUEDOTTO VERGINE L’Aqua Virgo fu voluta da Augusto e realizzata da Agrippa nel 19 A.C. Era deputata a servire il Campo Marzio e terminava con una mostra monumentale nelle terme di Agrippa. Il percorso dell'acquedotto era di 20 km, quasi tutto sotterraneo, tranne 2 km in superficie. La portata giornaliera era di quinarie (pari a m³ e litri al secondo). Il percorso seguiva la via Collatina, in parte su arcate, e raggiungeva la città alle pendici del Pincio. Da qui, successive arcate di epoca Claudiana (in parte conservate in via del Nazareno e nel vicino complesso della Rinascente) attraversavano il Campo Marzio, scavalcando l'attuale via del Corso (la via Lata) sull'"arco di Claudio", un'arcata dell'acquedotto monumentalizzata per celebrare la conquista della Britannia ad opera di questo imperatore. Tutta la zona interessata dalle sorgenti di Salone è denominata Parco dell’Acqua Vergine. IL NUOVO ACQUEDOTTO VERGINE Negli anni Trenta, l’ufficio tecnico del Governatorato elaborò il progetto del Nuovo Acquedotto Vergine elevato con l’intento di restituire all’Acqua Virgo il suo tradizionale pregio: nei nuovi condotti furono immesse le acque potabili, le altre lasciate nel vecchio acquedotto furono destinate ad usi ornamentali. Il nuovo acquedotto è composto da una centrale di sollevamento presso le sorgenti di Salone, una torre piezometrica. TORRE PIEZOMETRICA DI SALONE La torre piezometrica è l’unico edificio ben visibile del complesso del nuovo acquedotto e caratterizza ormai da tempo il panorama di questa zona di Roma, è alta 50 m. ed è alimentata da una doppia condotta di mandata proveniente dalla centrale. È costituita da un tubo di cemento armato del diametro interno variabile e da una struttura esterna a pianta esagonale tale da lasciare una intercapedine in cui è presente una scala. L’esterno in laterizio e le finestre a feritoia per illuminare la scala sono una citazione delle tante torri di avvistamento medievali sparse nella campagna romana.
11
NEL NOSTRO TERRITORIO… L’acquedotto Felice
Le sorgenti dell’acquedotto si trovano presso l’azienda agricola di Pantano Borghese al confine con il comune di Montecompatri. Venne costruito tra il 1585 e il durante il pontificato di papa Sisto V (al secolo Felice Peretti, da cui, appunto, il nome dell'acquedotto), riutilizzando le sorgenti dell’Aqua Alexandrina e altre delle zone limitrofe. Esso era destinato all'approvvigionamento idrico delle zone dei colli Viminale e Quirinale, ma probabilmente l'intenzione principale era di rifornire d'acqua Villa Montalto, di proprietà del Papa, che si estendeva su entrambi i colli. Resti dell’Acquedotto Felice presso Pantano Borghese
12
NEL NOSTRO TERRITORIO… L’acquedotto Felice
Il condotto, che superava la via Tuscolana scorrendo sopra la cosiddetta Porta Furba, entrava a Roma presso la porta Tiburtina (allora "porta San Lorenzo") passando sopra l'Arco di Sisto V e terminava con la criticatissima e molto discussa Fontana del Mosè, oggi visibile in piazza San Bernardo. L'esecuzione dell'opera venne in un primo momento affidata a Matteo Bertolani, il quale commise un grave errore di calcolo; venne allora incaricato l'architetto Giovanni Fontana, il quale, in due anni, condusse a termine l’impresa. L’acquedotto fu inaugurato il 15 giugno Nello stesso anno fu inaugurata, ad opera di Domenico e Giovanni Fontana, anche la fontana- mostra Fontana del Mosè in Piazza S. Bernardo
13
NEL NOSTRO TERRITORIO… L’acquedotto Felice
PERCORSO L’acqua Felice attraversa via del Mandrione; nel primo tratto, sulla sinistra, si vedono l’acquedotto Claudio, con blocchi di tufo e opera laterizia di rinforzo, e a mezza altezza di questo l’acquedotto Felice che ne sfrutta la struttura per appoggiarvisi. Sul lato destro si trovava originariamente l’acquedotto Marcio, di cui oggi non rimane traccia Dopo 300 metri torna sulle fondamenta del Marcio lasciando sull’altro lato il Claudio intatto. In questa breve interessante tratta di 200 metri abbiamo quindi l’acquedotto rinascimentale sulla destra e quello della Roma Imperiale sulla sinistra della strada il ché ricrea una situazione simile a quella presente nell’antica Roma con i due originali acquedotti. Infine l’acqua Felice riattraversa la strada di servizio per l’ultima volta abbandonando definitivamente il tracciato del Marcio per andare ad appoggiarsi al Claudio, utilizzando il suo percorso per tutta il resto di via del Mandrione e poi lungo via Casilina Vecchia, fino a Porta Maggiore. Il Claudio sovrastante al Felice rimane visibile sino a quando entrano nel terreno della Banca d’Italia; all’interno del terreno della Banca d’Italia, in prossimità del vicolo di porta Furba, si trovano il Claudio/Felice e una decina delle arcate del Marcio piuttosto ben conservate (le uniche arcate del Marcio sopravvissute dentro Roma assieme al tratto iniziale a Capannelle) e sempre qui sarebbe stata riportata alla luce una porzione della stretta stradina romana di servizio costruita per la manutenzione e risalente all’età Repubblicana di Roma. L’Azienda di Pantano Borghese oggi Resti dell’Acquedotto Felice presso Pantano Borghese
14
Baracche costruite a ridosso della struttura dell’acquedotto
Roma de ‘na vorta… Baracche costruite a ridosso della struttura dell’acquedotto Pastori presso la Fontana dell'Acqua Felice, tra Porta Furba e Via del Mandrione Anno: 1900 Bibliografia Roma municipio VIII, Rita Pomponio Acqua vergine a Roma, Vittorio Nicolazzo Torrenova Felix Google internet
15
RINGRAZIAMENTI I NOSTRI RINGRAZIAMENTI ALLA DOTT.SSA POMPONIO CHE ATTRAVERSO QUESTO CONCORSO CI FA VIAGGIARE NELLA STORIA. I BAMBINI DELLA 5 F A.S
Presentazioni simili
© 2024 SlidePlayer.it Inc.
All rights reserved.