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  DISTURBO AUTISTICO.

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Presentazione sul tema: "  DISTURBO AUTISTICO."— Transcript della presentazione:

1 DISTURBO AUTISTICO

2 Il termine “disturbo autistico” è stato introdotto per la prima volta dallo psichiatra viennese
Leo Kanner nel 1943: a seguito della sua descrizione di 11 bambini colpiti da questo disturbo,la nozione di “autismo” entrò a far parte della cultura scientifica, delle classificazioni mediche ufficiali e della cultura popolare. Tuttavia, è ragionevole pensare che l’autismo sia sempre esistito e che persone affette da questa sindrome siano nate e vissute nei secoli precedenti a questa “scoperta” e codificazione.

3 Secondo il DSM-V, dove non vengono fatte più distinzioni tra i vari disturbi, il Disturbo dello Spettro Autistico deve soddisfare i criteri A, B, C e D: A. Deficit persistente nella comunicazione sociale e nell´interazione sociale in diversi contesti, non spiegabile attraverso un ritardo generalizzato dello sviluppo e manifestato da tutti e tre i seguenti punti: 1. Deficit nella reciprocità socio-emotiva che va da un approccio sociale anormale e insuccesso nella normale conversazione (botta e risposta) attraverso una ridotta condivisione di interessi, emozioni, percezione mentale e reazione fino alla totale mancanza di iniziativa nell´interazione sociale.

4 2. Deficit nei comportamenti comunicativi non verbali usati per l´interazione sociale, da una scarsa integrazione della comunicazione verbale e non verbale, attraverso anormalità nel contatto oculare e nel linguaggio del corpo, o deficit nella comprensione e nell´uso della comunicazione non verbale, fino alla totale mancanza di espressività facciale e gestualità.

5 3. Deficit nella creazione e mantenimento di relazioni appropriate al livello di sviluppo (non comprese quelle con i genitori e caregiver); che vanno da difficoltà nell’adattare il comportamento ai diversi contesti sociali attraverso difficoltà nella condivisione del gioco immaginativo e nel fare amicizie fino all’apparente assenza di interesse per le persone.

6 B. Pattern di comportamenti, interessi o attività ristretti e ripetitivi come manifestato da almeno due dei seguenti punti: 1. Linguaggio, movimenti o uso di oggetti stereotipati o ripetitivi, come semplici stereotipie motorie, ecolalia, uso ripetitivo di oggetti, o frasi idiosincratiche. 2. Eccessiva fedeltà alla routine, comportamenti verbali o non verbali riutilizzati o eccessiva riluttanza ai cambiamenti: rituali motori, insistenza nel fare la stessa strada o mangiare lo stesso cibo, domande incessanti o estremo stress a seguito di piccoli cambiamenti.

7 3. Interessi altamente ristretti e fissati, anormali in intensità o argomenti: forte attaccamento o interesse per oggetti insoliti, interessi eccessivamente persistenti o circostanziati. 4. Iper o Ipo-reattività agli stimoli sensoriali o interessi insoliti verso aspetti sensoriali dell´ambiente: apparente indifferenza al caldo/freddo/dolore, risposta avversa a suoni o consistenze specifiche, eccessivo annusare o toccare gli oggetti, attrazione per luci o oggetti roteanti.

8 C. I sintomi devono essere presenti nella prima infanzia (ma possono non diventare completamente manifesti finché le esigenze sociali non oltrepassano il limite delle capacità). D. L´insieme dei sintomi deve limitare e compromettere il funzionamento quotidiano.

9 I tre livelli di gravità:
Gravità Livello 3: Richiede supporto molto sostanziale - Comunicazione sociale: i gravi deficit nella comunicazione sociale, verbale e non verbale, causano una grave difficoltà nel funzionamento; iniziativa molto limitata nell´interazione sociale e minima risposta all´iniziativa altrui. - Interessi ristretti e comportamenti ripetitivi: preoccupazioni, rituali fissi e/o comportamenti ripetitivi che interferiscono marcatamente con il funzionamento in tutte le sfere. Stress marcato quando i rituali o le routine sono interrotti; è molto difficile distogliere il soggetto dal suo focus di interesse, e se ciò avviene egli ritorna rapidamente ad esso.

10 Livello 2: Richiede supporto sostanziale
- Comunicazione sociale: Deficit marcati nella comunicazione sociale, verbale e non verbale, l´impedimento sociale appare evidente anche quando è presente supporto; iniziativa limitata nell´interazione sociale e ridotta o anormale risposta all´iniziativa degli altri. - Interessi ristretti e comportamenti ripetitivi: preoccupazioni, rituali fissi e/o comportamenti ripetitivi appaiono abbastanza di frequente da essere evidenti per l´osservatore casuale e interferiscono con il funzionamento in diversi contesti. Stress o frustrazione appaiono quando sono interrotti ed è difficile ridirigere l´attenzione.

11 Livello 1: Richiede supporto
- Comunicazione sociale: senza supporto i deficit nella comunicazione sociale causano impedimenti che possono essere notati. Il soggetto ha difficoltà a iniziare le interazioni sociali e mostra chiari esempi di atipicità o insuccesso nella risposta alle iniziative altrui. Può sembrare che abbia un ridotto interesse nell´interazione sociale. - Interessi ristretti e comportamenti ripetitivi: rituali e comportamenti ripetitivi causano un´interferenza significativa in uno o più contesti. Resiste ai tentativi da parte degli altri di interromperli.

12 I criteri diagnostici per l’autismo stabiliti dal DSM (Manuale diagnostico e statistico dei disturbimentali) IV, in vigore dal 1994, sono sostituiti dai nuovi criteri della quinta edizione del DSM dal giugno 2013.Le più importanti novità introdotte sono che: – il termine “Disturbi Pervasivi dello Sviluppo (PDD)” viene sostituito con il termine “Disturbi dello Spettro Autistico”; – i diversi sottotipi di PDD (autismo, sindrome di Asperger, disturbo disintegrativo, disturbo pervasivo dello sviluppo non altrimenti specificato) vengono sostituiti da un’unica diagnosi, quella di “Disturbo dello Spettro Autistico”, che li comprende tutti; – la sindrome di Rett non è più inclusa nel nuovo DSM.

13 La diagnosi di disturbo dello spettro autistico ora conterrà inoltre l’indicazione del livello di gravità dei sintomi, espresso in una scala di tre punti che va da “richiede assistenza” a “richiede un livello di assistenza molto signi cativo”. La triade sintomatologica diventa una diade: il deficit comunicativo e quello di reciprocità sociale vengono infatti uniti a formare una sola categoria, definito “deficit nella comunicazione sociale”. Di conseguenza, insieme al deficit di comunicazione sociale, per assegnare una diagnosi di autismo devono essere presenti dei comportamenti ripetitivi e stereotipati (come stereotipie motorie o verbali, interessi circoscritti e resistenza al cambiamento).

14 L’epoca della comparsa dei sintomi: dai 36 mesi diventa ”i sintomi devono essere presenti nella prima infanzia ma possono rendersi evidenti successivamente in circostanze in cui sono richieste abilità sociali a cui il soggetto non riesce a far fronte” Infine, i nuovi criteri indicano che se il bambino presenta, oltre ai sintomi autistici, anche sintomi sufficienti per un altro disturbo, è possibile assegnare una doppia diagnosi (per esempio, Disturbo dello Spettro Autistico + ADHD).

15 Altri fattori ambientali studiati includono l’inquinamento aereo, mercurio nel pesce, sostanze ignifughe e materiali chimici utilizzati per costruire materiali sintetici. Queste sostanze sono particolarmente pericolose per i piccoli, il cui cervello assorbe più facilmente le tossine e fa difficoltà ad eliminarle.

16 ANALISI FUNZIONALE L'analisi funzionale viene a completare l'assessment comportamentale, in quanto mira ad evidenziare i rapporti fra il comportamento oggetto di osservazione e l'ambiente. La teoria del condizionamento operante, infatti, mette in risalto che ogni nostra azione è funzione della situazione precedente all'emissione (situazione-stimolo) e viene solitamente consolidata dalle conseguenze che produce. Se determinate risposte del soggetto autistico, come di ogni altro individuo, sono precedute costantemente dagli stessi antecedenti e/o seguite dagli stessi conseguenti, si può ipotizzare che in questi antecedenti e/o questi conseguenti siano da rintracciare i probabili fattori che mantengono operativi i comportamenti.

17 RIDUZIONE DEL COMPORTAMENTO
ESTINZIONE Se in una determinata situazione un soggetto emette una certa risposta che in precedenza veniva rinforzata e ora non più, allora esistono meno probabilità che quella persona riporti la stessa cosa in una situazione simile. SCOPPIO PRE-ESTINZIONE RECUPERO

18 -RINFORZO 1. Positivo= Presentazione di uno stimolo 2
-RINFORZO 1. Positivo= Presentazione di uno stimolo 2. Negativo o “apprendimento da fuga”= Rimozione di uno stimolo o evento avversivo - Rinforzo di consumo, manipolazione, possesso, dinamico e sociale.

19 Comportamenti problematici:
- rischi per la vita e il benessere del bambino - rischi per la vita e il benessere altrui - ostacolo all’adattamento - ostacolo all’apprendimento 19

20 POSSIBILI CAUSE ATTENZIONE RINFORZO SENSORIALE INTERNO
RINFORZO SENSORIALE ESTERNO EVITAMENTO DI UNA RICHIESTA 20

21 ELIMINARE UN COMPORTAMENTO
- PUNIZIONE= Diminuisce la frequenza di un comportamento 1. Punizione fisica 2. Rimproveri 3. Time out (con esclusione e senza esclusione) 4. Costo della risposta

22 COLLABORAZIONE Se il bambino non collabora, nonostante abbiate fornito più volte il prompt, mostrate la PROMESSA prima di effettuare la richiesta.

23 REGOLE Descrizione di un comportamento che sarà vantaggioso in una determinata situazione. Consigli utili: - Le regole devono essere proposizioni positive e non negative; - Le regole devono descrivere le azioni; Le regole dovrebbero utilizzare segni pittorici; Le regole devono essere poche

24 SCUOLA La scuola rappresenta uno spazio privilegiato
nel progetto terapeutico ed educativo,poiché può consentire la realizzazione del programma generale finalizzato al miglioramento dell’interazione sociale,all’arricchimento della comunicazione funzionale ed alla diversificazione degli interessi e delle attività. La presenza dei coetanei rende l’ambiente scolastico il palcoscenico naturale, in cui il soggetto può generalizzare acquisizioni e competenze favoriti precedentemente in setting strutturati (intervento strutturato in rapporto uno a uno, logopedia ecc.) 24


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