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Intervento a cura di: Maria Raffaella Rossin – Resp. UOS NOA Perini

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Presentazione sul tema: "Intervento a cura di: Maria Raffaella Rossin – Resp. UOS NOA Perini"— Transcript della presentazione:

1 Intervento a cura di: Maria Raffaella Rossin – Resp. UOS NOA Perini
Il modello operativo in ambito clinico dei Nuclei Operativi Alcologia (NOA) e il trattamento di disassuefazione in un Reparto di Alcologia 2 Ottobre Sala Maria Bambina Ospedale Fatebenefratelli Piazzale Principessa Clotilde,3 - Milano Intervento a cura di: Maria Raffaella Rossin – Resp. UOS NOA Perini

2 I Municipi di competenza
dei NOA NOA via Perini – Municipi 8, 9 NOA via Settembrini – Municipi 1,2,3,4

3 I NOA – ASSt FbF – Sacco Città Metropolitana di Milano
NOA Perini NOA Settembrini

4 La persona con disturbo da uso di alcol crea problemi gravi: - a se stesso - alla famiglia - al partner - ai figli e al loro percorso di vita - nel contesto lavorativo - nel sistema sociale in cui gravita soprattutto se non viene aiutato velocemente a curarsi.

5 L’indagine Eurísko del 2004 ha stimato che circa
Alcolismo a Milano L’indagine Eurísko del 2004 ha stimato che circa il 25% della popolazione milanese fa uso di alcol in maniera inadeguata; In questa percentuale sono compresi i bevitori a rischio moderato e a rischio alto.

6 l’11% delle ragazze fra i 21 e 29 anni è a rischio forte (3.685);
Abitudini Alcoliche Un milanese su 4, (280 mila cittadini), risulta essere a rischio : moderato : 202 mila: di questi il 15% è rappresentato da donne (30.300); forte : 78 mila: di questi il 5% è rappresentato da donne (3.900); l’11% delle ragazze fra i 21 e 29 anni è a rischio forte (3.685); Donne: fascia di età più a rischio moderato fra i 45 e i 54 anni. Indagine Eurísko 2004, in collaborazione con il Comune di Milano

7 I dati delle ricerche ci fanno capire che:
C’è una quantità enorme di gente giovane e non che sottovaluta i rischi del bere in eccesso; c’è una sproporzione tra le persone che cercano aiuto per curarsi (bevitori eccessivi o alcoldipendenti) e i cittadini già a rischio di dipendenza alcolica;

8 1 milione e mezzo di alcoldipendenti
Bere problematico in Italia : pochi numeri per capire le dimensioni del problema In Italia: alcoldipendenti in carico ai servizi per la disassuefazione 1 milione e mezzo di alcoldipendenti 8milioni 265mila milioni di soggetti a consumo rischioso il consumo di bevande alcoliche al di fuori dei pasti riguarda il 43.2% della popolazione di 11 anni e più e in particolare un uomo su due (50.2%) e una donna su 3 (33.2%) * Scafato: Alcol: la nuova addiction, Italian Journal on addiction vol. Numero * Testino G. et al: Bevande alcoliche e cancro: uso, abuso o consumo? Recenti prog. Med. 2011; 102:

9 In questi mesi nella rivista Scientifica
Lancet sono stati pubblicati i risultati dell’analisi «Global Burden of Disease Study», lo studio più estensivo mai effettuato sugli effetti dell’alcol. Questo studio è stato condotto fra il 1990 e il 2016 in 195 paesi di tutto il mondo.

10 Dallo studio emerge chiaramente che l’alcol costituisce un enorme problema globale:
è responsabile di oltre 60 malattie, fra cui quelle cardiovascolari, diversi tumori (ad esempio mammella e fegato), tubercolosi, diabete, patologie infiammatorie.

11 La cura del disturbo da uso di alcol porta le èquipe alcologiche ad occuparsi: - della famiglia; - dei figli minori; - del mondo del lavoro; - della scuola; - dei tribunali; - del passato; - della storia; di chi beve troppo per poter costruire un programma credibile e interessante per il paziente in quel momento.

12 Ma soprattutto la cura del disturbo da uso di alcol porta le èquipe alcologiche ad occuparsi: della paura di chi beve troppo e dei familiari

13 Il disturbo da uso di alcol porta spesso a pensare che le persone che bevono debbano essere tutelate nascondendo il problema, minimizzandolo, non aiutando il paziente e la famiglia a rivolgersi ai servizi per intraprendere la cura adeguata.

14 Troppo spesso ci si dimentica che l’assunzione di sostanze alcoliche accompagna l’assunzione di droghe illegali, la dipendenza da gioco, i disturbi alimentari, la dipendenza da fumo e che viene troppo spesso negata o sottovalutata dai MMG, nei reparti ospedalieri, nei servizi territoriali che si occupano della famiglia, dei minori, delle patologie dell’adulto ritenute “più dignitose”.

15 I bisogni dei pazienti Gli alcolisti e i familiari che arrivano in un servizio di alcologia perché chiedono aiuto hanno bisogno: di essere accolti; di parlare con operatori preparati ad ascoltare i loro problemi; di sentire rispetto per il dolore che stanno vivendo; di sentire che gli operatori che li accolgono hanno esperienza e competenza in ambito alcologico; di sentirsi proporre protocolli di cura consolidati; di potersi affidare; di capire il tipo di percorso trattamentale che si offre loro; di trovarsi di fronte a scelte ben precise da fare per raggiungere l’astinenza alcolica e il miglioramento nelle aree di salute vitale.

16 Nell’équipe alcologica
Le varie figure professionali adottano una comunicazione funzionale e chiara volta a far capire all’utenza che gli operatori sono concordi sui programmi trattamentali proposti.

17 Nell’équipe alcologica
Ad es. se l’utente “gioca” con il programma decidendo di andare solo da un operatore e saltando gli appuntamenti dell’altro, è necessario fermarsi e far capire al paziente e ai familiari che il programma deve essere svolto in modo completo se si vogliono ottenere risultati; In questo modo l’utente si trova di fronte un’équipe coesa che condivide i protocolli operativi che sta applicando.

18 L’alcolista e i familiari hanno bisogno di
regole chiare per affrontare il trattamento alcologico con efficacia. Il percorso di cura non serve solo a sperimentare l’astinenza alcolica ma anche a confrontarsi con problemi personali, di coppia e di famiglia che sono stati nascosti e ignorati per anni.

19 Gli interventi efficaci in un gioco di squadra,
come l’équipe multiprofessionale dei NOA, devono mettere in primo piano i bisogni dei pazienti, non le loro paure o le paure dell’équipe. Dire “no” a richieste che i pazienti fanno per difendersi da paura e dolore e che impediscono all’alcolista e ai familiari di procedere nelle tappe del programma serve al paziente per non cronicizzarsi e agli operatori NOA per lavorare con professionalità ed efficacia.

20 L’attività del NOA rivolta all’utenza è caratterizzata da:
- Programmi di trattamento temporizzati per alcolisti e familiari attraverso un percorso di 12/ 18/ 24 mesi; - Piani di lavoro che esplicitano: Gli obiettivi da raggiungere; Le azioni tese al raggiungimento degli obiettivi; Gli indicatori di verifica dei risultati rispetto ai cambiamenti nella Aree di salute vitale (familiare,sociale, lavorativa); - Dimissioni dell’utenza a 12 /18 o 24 mesi

21 I Punti di Forza dei NOA: - programmi di trattamento definiti da precisi protocolli di intervento che prevedono un costante lavoro multidisciplinare; - un lavoro terapeutico rivolto al portatore del problema ma anche alla sua famiglia; - programmi di trattamento solo per i familiari degli alcoldipendenti; - dimissioni dei pazienti

22 IL NUOVO DSM-5   Nel nuovo DSM-5 i criteri per il riconoscimento dell’abuso di sostanze e per la dipendenza sono stai unificati nei criteri per il riconoscimento dei “disturbo da uso di alcol”. La diagnosi è:  Disturbo da uso di alcol lieve con 2 o 3 criteri nell’arco di 12 mesi; Disturbo da uso di alcol moderato, con 4 o 5 criteri nei 12 mesi; Disturbo da uso di alcol severo con 6 o più nei 12 mesi. I criteri sono i seguenti:  Uso rischioso Problemi sociali/interpersonali correlati all’uso Un trascurato ruolo importante dell’uso della sostanza Astinenza Tolleranza Uso di grandi quantità/per lungo tempo Ripetuti tentativi di lasciare/controllare l’uso della sostanza Impiego di grande quantità di tempo per l’uso Problemi fisici o psicologici correlati all’uso Attività dedicate all’uso Craving *Am J Psychiatry 2013;170:

23 L’utenza dei NOA Bevitori accompagnati da un familiare o da amici e conoscenti; Bevitori inviati dai servizi socio-sanitari, dal TM; dal datore di lavoro; da associazioni di volontariato; Bevitori che accedono al NOA da soli; Familiari, amici, conoscenti di una persona con disturbo da uso di alcol

24 TERAPEUTICO-RIABILITATIVO IL PERCORSO E’ COMPOSTO
DA TRE FASI

25 Accoglienza PRIMA Valutazione in équipe FASE Motivazione 8 incontri
Colloqui e visite mediche Colloqui con psicoterapeuta, assistente sociale, educatore professionale Motivazione 8 incontri di gruppo Gruppi Informativi Alcologici (14 incontri in 5 settimane) Definizione Programma Terapeutico

26 DIARIO ALCOLOGICO Giorno Ora Tipo di bevanda e quantità Dove e con chi
Giorno Ora Tipo di bevanda e quantità Dove e con chi ho bevuto Motivo Come mi sento anche se non ho bevuto Giorni di astinenza da altre sostanze Giorni di astinenza da alcol

27 Eventuale disintossicazione in regime diurno
o con ricovero ospedaliero SECONDA FASE Proseguimento dei colloqui e delle visite mediche Invio nei gruppi di auto aiuto AA, Al-Anon e CAT Invio in CT Invio nei gruppi condotti dagli operatori NOA Valutazione periodiche in équipe

28 controlli periodici oltre i 24 mesi solo per:
TERZA FASE DIMISSIONI Proseguimento dei colloqui e delle visite mediche per 6 mesi o inserimento nel gruppo consolidamento controlli periodici oltre i 24 mesi solo per: Alcolisti con doppia diagnosi Gravi PAC Pazienti inviati da TM o con problemi giudiziari

29 SCREENING IN ALCOLOGIA
QUESTIONARI PER LO SCREENING IN ALCOLOGIA CAGE-Test Ha mai sentito la necessità di ridurre (C = cut down) il bere? E’ mai stato infastidito (A = annoyed) da critiche sul suo modo di bere? Ha mai provato disagio o senso di colpa (G = guilty) per il suo modo di bere? Ha mai bevuto alcolici appena alzato (E = eye opener)? DUE RISPOSTE POSITIVE costituiscono la soglia di sensibilità per l’identificazione di un alcolista Il test indaga sul SENSO DI COLPA che provano spesso gli alcolisti; i risultati potrebbero essere falsamente positivi in persone con forti credenze religiose (che connotano negativamente il bere)

30 MAST(Michigan Alcoholism Screening Test/versione breve)
QUESTIONARI PER LO SCREENING DI ABUSO MAST(Michigan Alcoholism Screening Test/versione breve) Un punteggio di 5 o più viene considerato indicativo di alcoldipendenza Il punteggio va attribuito per le risposte negative Il punteggio va attribuito per le risposte positive

31 AUDIT-test Un punteggio uguale o superiore a 5 per i maschi, e uguale o superiore a 4 per le femmine, indica un possibile consumo rischioso o dannoso di alcol.

32 AUDIT-test L’AUDIT (Alcohol Use Disorders Identification Test) è un agevole questionario composto da DIECI domande le cui prime TRE sono sufficienti a definire se la persona che risponde alle domande riguardanti 1) la frequenza di consumo, 2) le quantità consumate, 3) le eventuali occasioni di consumo di sei o più bicchieri in un'unica occasione (binge driking) presenti una condizione suggestiva per il bere a rischio. I punteggi che consentono di stabilire se il consumo individuale è a rischio sono diversi per i due sessi in funzione della maggiore vulnerabilità del sesso femminile a livelli più bassi di consumo rispetto agli uomini. La positività dell’AUDIT può indicare, a seconda dei punteggi, un consumo, rischio, un consumo dannoso o l’alcoldipendenza risultando comunque di massima sensibilità e specificità per il consumo rischioso o dannoso su cui è possibile l’intervento breve. L’AUDIT si rivolge preferibilmente ad un ADULTO essendo ancora limitate le evidenze di un applicazione altrettanto sensibile e specifica nei giovani in cui, comunque, le prime tre domande sono utili per INTERCETTARE precocemente un possibile problema alcolcorrelato.

33 la “giusta misura”di alcol in :
Le dosi massime giornaliere stabilite nel 2013 dal Ministero della Salute definiscono la “giusta misura”di alcol in : 2 unità alcoliche al giorno per gli uomini 1 unità alcolica al giorno per le donne 1 unità alcolica al giorno per le persone con più di 65 anni 0 unità alcoliche sotto i 18 anni Sottolineando, però, che non esiste un consumo di alcol sicuro per la salute e che, se si decide di bere alcolici, è necessario scegliere bevande a bassa gradazione e consumarle in un arco di tempo prolungato per ridurre i rischi di pregiudizio per la salute.

34 E se un familiare si rivolge al NOA da solo?

35 Il percorso solo per i familiari
E’ costituito da: Gruppo accoglienza; Gruppo motivazione; Appuntamenti con educatore profess. O con psicologo; Frequenza dei GIA; Definizione del programma di trattamento quando: il parente alcolista non vuole venire al NOA; il parente alcolista ha deciso di farsi seguire in un altro servizio.

36 Trattamento per i familiari
Frequenza ai GIA Sostegno psicologico o educativo (10 incontri) Partecipazione ai gruppi del NOA Oppure: Invio in psicoterapia Inserimento nei Gruppi di Auto-Aiuto

37 I Gruppi Terapeutici del Programma Alcologico NOA

38 Per smettere di bere Si lavora in gruppo con:
Gruppo di prima accoglienza Gruppo motivazionali o GAM Gruppi informativi alcologici (GIA) Gruppo mindfulness Gruppo genitorialità Gruppo primo percorso (GPP) Gruppo consolidamento

39 Gruppo di Prima Accoglienza (GPA)
é un gruppo che accoglie tutte le persone che chiedono al NOA un primo appuntamento; é a cadenza settimanale; é un gruppo aperto con durata di 60 minuti; é costituito da n° 2 incontri il gruppo può essere condotto dagli operatori psico-sociali.

40 Gruppo di Prima Accoglienza (GPA)
I contenuti del gruppo: informazioni sull’attività del NOA e sui programmi adottati; informazioni sulla dipendenza alcolica; i partecipanti vengono stimolati ad esprimere i dubbi e le paure sull’alcolismo e sul percorso da intraprendere.

41 Il Gruppo Motivazione é un gruppo che accoglie tutte le persone che, dopo il gruppo accoglienza, hanno deciso di essere prese in carico; é a cadenza settimanale; é un gruppo chiuso con durata di 60 minuti; é costituito da 4/8 incontri

42 I suoi contenuti: approfondimento delle informazioni sulla dipendenza alcolica accennate nell’accoglienza

43 Lucidi o diapositive con disegni Riflessioni e schemi
STRUMENTI Però a volte.. Non mi Pensoche… Dialogo Lucidi o diapositive con disegni Riflessioni e schemi annotati alla lavagna

44 I Gruppi Informativi Alcologici (GIA)

45 I GIA Percorso di 14 incontri in 6 settimane
Ogni incontro ha una durata di 90 minuti Il gruppo è allargato e chiuso Può contenere un massimo di 25 persone I conduttori sono: assistente sociale, educatore professionale, medico, psicologo

46 I GIA Contenuti del gruppo:
n°6 incontri: psicologico- relazionali n°4 incontri: sanitari e di educazione alla salute n° 1 incontri: sociali n° 3 incontri: educativi

47 I GIA I conduttori dei GIA:
chiedono all’alcolista di iniziare il conteggio dei giorni di astinenza; chiedono al familiare di riflettere sul proprio rapporto con la sostanza alcolica per smettere di bere; stimolano gli alcolisti a parlare dell’astinenza; parlano della ricaduta e del suo significato; stimolano la discussione tra l’alcolista e i suoi familiari e tra le famiglie.

48 I GIA Gli alcolisti e i familiari, al termine dei GIA,
hanno la possibilità di proseguire la terapia: nel gruppo Primo Percorso nel gruppo mindfulness nel gruppo genitorialità nei gruppi di auto aiuto AA - CAT

49 Gruppo Primo Percorso Gruppo di psicoeducazione
attraverso la visione filmica gruppo chiuso a tempo limitato (12 mesi)

50 TARGET Alcolisti e familiari che hanno già frequentato i GIA Min max 20 persone tra alcolisti e familiari Psicologo 12 mesi; incontri a cadenza settimanale per una durata di 90 minuti PARTECIPANTI CONDUTTORE DURATA

51 Obiettivi del GPP l’alcolista e per i familiari
Consolidamento dell’astinenza da alcol per l’alcolista e per i familiari Individuazione degli ostacoli che interferiscono con il mantenimento dell’astinenza Individuazione delle strategie per superare gli ostacoli Riflessioni su specifiche problematiche relative all’individuo, alla coppia, alla famiglia Cambiamento nella modalità di comunicazione

52 Obiettivi del GPP FAVORIRE:
la capacità di parlare delle proprie paure e difficoltà la capacità di riconoscere e parlare di emozioni e sentimenti il confronto e l’apprendimento dal contesto di gruppo l’aumento dell’autocritica la modificazione del proprio ruolo nel contesto familiare la capacità di dedicarsi tempo e gratificazioni

53 Gruppo Consolidamento
Gruppo di psicoeducazione attraverso la visione filmica gruppo chiuso a tempo limitato (12 mesi)

54 Gruppo consolidamento
A scelta dei pazienti continuazione dell’approfondimento delle tematiche trattate nel GPP per 12 mesi a cadenza settimanale

55 Grazie


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