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CORSO DI LAUREA ORGANIZZAZIONE e AMMINISTRAZIONE A.A

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Presentazione sul tema: "CORSO DI LAUREA ORGANIZZAZIONE e AMMINISTRAZIONE A.A"— Transcript della presentazione:

1 CORSO DI LAUREA ORGANIZZAZIONE e AMMINISTRAZIONE A.A. 2017-2018
PSICOLOGIA DEI GRUPPI E COMUNICAZIONE (9 CFU, h.54) VI lezione – 7 marzo Marina Mura Ricevimento: mercoledì dalle ore alle presso lo studio (n.18, I piano Via Sant’Ignazio 78) o per appuntamento tel Skype: cagliari134

2 Social Cognition: dalla percezione alla cognizione sociale
Approccio olistico la persona acquisisce la conoscenza dalla realtà percependo immediatamente le connessioni tra i vari elementi dell’oggetto di conoscenza e ciò permette l’attribuzione di senso all’oggetto percepito 2 2

3 La conoscenza sociale utilizza
Social Cognition: la cognizione sociale La conoscenza sociale utilizza schemi e categorie La percezione umana NON “riproduce” la realtà esterna, ma la “ricostruisce” (Bartlett, 1932; Koffka, 1935) e la interpreta è cognizione si fonda su memorie costruite e organizzate dal momento della memorizzazione (esperienza precedente) a quello della rievocazione (esperienza attuale) sulla base di: attenzione selettiva (aspettative, scopi) memoria selettiva (schemi, autostima)

4 Social Cognition: la cognizione sociale
UNA PERSONA APPARE MITE, TIMIDA, RITIRATA QUAL È LA SUA PROFESSIONE: TRAPEZISTA, BAGNINO, BIBLIOTECARIO, AVVOCATO…?

5 Social Cognition: la cognizione sociale
La cognizione del mondo sociale si basa su: L’osservazione dell’aspetto e del comportamento non verbale L’uso di schemi e di teorie implicite di personalità L’attribuzione causale

6 Schemi = strutture cognitive (Kunda, 1999) che:
Social Cognition L’organizzazione delle informazioni produce ed è guidata dall’utilizzo automatico di schemi Schemi = strutture cognitive (Kunda, 1999) che: rappresentano un oggetto di conoscenza, includendo i suoi attributi e i loro legami. influenzano la codifica delle informazioni nuove, il ricordo e le inferenze relative ai dati mancanti

7 Social Cognition L’individuo è tattico motivato, ovvero utilizza due tipi di processi di conoscenza, a seconda degli scopi che persegue: Processi top-down (o schema-driven): gli stimoli nuovi vengono trattati facendo riferimento a informazioni già possedute (schemi) ; riducono il lavoro cognitivo, ma possono indurre in errori e distorsioni per l’influenza delle conoscenze già possedute e delle abitudini interpretative Processi bottom-up (o data-driven): si basano sull’analisi dei dati della situazione in atto raccolti tramite la percezione sono più accurati, ma dispendiosi sul piano temporale e cognitivo- emotivo

8 Social Cognition Tipi di schema sociale Schemi di persona Schemi di sé
Contengono le informazioni utilizzate per descrivere le persone in base a tratti legati all’individualità (personalità; studente di…) Inducono aspettative che influenzano il ricordo di azioni e la comprensione di nuove informazioni (Zadny e Gerard, 1974) Schemi di sé Contengono le informazioni relative a se stessi. La descrizione di sé è organizzata intorno ad alcuni tratti centrali; le informazioni relative a questi tratti sono elaborate più velocemente rispetto alle informazioni relative a dimensioni meno importanti o non comprese nello schema (Markus, 1977)

9 Social Cognition I processi cognitivi di tipo schematico si basano su una iniziale categorizzazione degli stimoli sociali possibili gli errori: alcune caratteristiche degli oggetti di una categoria non sono chiaramente distinguibili i criteri necessari e sufficienti dell’appartenenza di un oggetto alla categoria non sono sempre facili da individuare: alcuni esemplari sono più rappresentativi di altri degli attributi tipici della categoria (prototipi) Le categorie hanno un’organizzazione gerarchica inclusiva dei livelli più specifici: il livello di categorizzazione utilizzato dipende dalla situazione e dagli scopi degli individui

10 Lo stereotipo “Struttura cognitiva che contiene la conoscenza, le credenze e le aspettative relative ad un gruppo umano” “si attribuiscono certe caratteristiche agli individui per la loro appartenenza a gruppi” Possono essere: positivi, negativi, neutri PER CUI GLI STEREOTIPI SONO “quadri che abbiamo nella nostra testa” (Lippmann, 1922)

11 Gli atteggiamenti Definizione di atteggiamento
(Eagly e Chaiken, 1993; Cacioppo et al., 1997): tendenza psico-sociale relativamente stabile (stato interno della persona) espressa attraverso la valutazione favorevole o sfavorevole, indifferente (basso favore e sfavore) o ambivalente (basso favore e alto sfavore) di un qualche oggetto, radicata nelle credenze (stereotipi) e manifestata nei sentimenti e nel modo di agire (comportamento)

12 Gli atteggiamenti Formazione esperienza diretta:
forte associazione, elaborazione memoria based, resistente al cambiamento l’esposizione ripetuta tende a costruire un a. positivo (Zanjonc, 1968): la prima reazione su una “novità” è negativa (produce evitamento) osservazione di altri: associazione più debole Comunicazione persuasiva: associazione debole, elaborazione on-line, maggiore facilità di cambiamento

13 Funzione degli atteggiamenti
Conoscitiva: strutturare una realtà che abbia un senso (cognitivismo) Espressiva di valori: esprimere il proprio Sé e i valori in cui si crede (psicologia culturale e umanistica) Egodifensiva: proteggere il Sé da conflitti interni o verità spiacevoli (psicoanalisi) Adattamento sociale: ottenere ricompense e benefici (neocomportamentismo)

14 Cambiare atteggiamento
L’individuo tende a mantenere convinzioni e atteggiamenti Il cambiamento degli a. è possibile: attraverso processi individuali per esposizione a messaggi persuasivi Processi individuali: esposizione ad uno stimolo: produce a. positivo (effetto della mera esposizione, Zajonc, 1968) autopresentazione e gestione dell’impressione dissonanza cognitiva (Festinger, ‘57): counteratittudial advocancy (difesa di ciò che è contrario al proprio atteggiamento) Autopercezione: inferiamo gli atteggiamenti dal comportamento (Bem, 1972)

15 Dissonanza cognitiva Festinger, 1957
Antecedenti che producono tensione discrepanza e conseguenze negative responsabilità personale comportamento attribuzione dell’attivazione fisiologica Attivazione fisiologica cambiamento di atteggiamento

16 l’espressione di emozioni negative…
Il PREGIUDIZIO (R. Brown, 1995) “Il pregiudizio è il mantenimento di atteggiamenti sociali e credenze cognitive squalificanti… + l’espressione di emozioni negative… la tendenza a mettere in atto comportamenti ostili o discriminatori nei confronti dei membri di un gruppo per la sola appartenenza ad esso” (Sessismo, razzismo, stigma del malato mentale e dell’ex-carcerato o tossicodipendente, intolleranza per gli omosessuali , gli immigrati ecc.)

17 (si attiva uno stereotipo)
Il pregiudizio: processo Il soggetto viene identificato, sulla base di una/più caratteristiche, come appartenente ad un gruppo sociale (si attiva uno stereotipo) gli vengono attribuite, per inferenza, le altre caratteristiche associate a quel gruppo si ignorano i tratti individuali e ci si aspetta un particolare pattern comportamentale si attiva un atteggiamento pregiudiziale che può produrre un comportamento discriminatorio (si usa lo stereotipo)

18 L’IDENTITÀ SOCIALE Tajfel (1981)
“L’identità sociale è quella parte dell’immagine di sé i un individuo che deriva dalla consapevolezza di appartenere ad un gruppo sociale, unita al valore e al relativo significato emotivo che egli attribuisce a tale appartenenza ” In certi momenti l’immagine che abbiamo di noi stessi si basa quasi esclusivamente sulla nostra appartenenza ad un gruppo 18

19 Aspetti cognitivi (categorizzazione) e motivazionali
Teoria dell’Identità sociale (Tajfel, Turner, 1986) Aspetti cognitivi (categorizzazione) e motivazionali IDENTITÀ O SÈ AUTOSTIMA Confronto sociale I. Individuale I. Sociale Gruppi ai quali si appartiene


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