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La restituzione ai partecipanti
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Alla fine di una ricerca, solitamente il ricercatore si occupa di come diffondere i risultati alla comunità accademica attraverso specifici canali (quali ad es. pubblicazioni su riviste scientifiche, monografie, presentazioni a convegni, report di ricerca). Una forma particolare di disseminazione è la “restituzione”.
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Reciprocità dello scambio conoscitivo
Una ricerca attiva sempre infatti aspettative di “ricompensa” per chi vi partecipa: per alcuni può essere sufficiente avervi preso parte, per altri può essere necessario un ritorno empiricamente “utilizzabile” (linee guida, informazioni, consigli, ecc.), in altri contesti ancora sono previste forme di ricompensa economica diretta o indiretta. Nel corso di una nostra ricerca ad esempio un educatore parlò della sua possibilità di partecipare come di “un interscambio”, richiamando esplicitamente un “ritorno interessato” dei dati. principio di reciprocità dello scambio conoscitivo Non solo con i partecipanti ma anche con eventuale committienza aziendale o politico- istituzionale
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Le domande da porsi... Cosa si aspettano, e cosa si è realisticamente in grado di dare loro in cambio? Che cosa utilizzare di ciò che abbiamo osservato che abbia interesse e utilità per loro? Chi coinvolgere e quali effetti può ottenere questo processo? Quando farla?
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Un'occasione di riflessione e formazione per i partecipanti
Per le comunità incontrate, la restituzione può essere quindi una vera e propria occasione di formazione situata, nella quale la riflessione e analisi delle proprie pratiche quotidiane può attivare da parte dei partecipanti stessi processi di innovazione (Zucchermaglio, Saglietti, 2012). I partecipanti ci chiedono o si aspettano infatti che gli si dica qualcosa di più sulle loro pratiche rispetto a ciò che loro già sanno. Occorre quindi, porsi nell’ottica di portare qualcosa di nuovo, di non visto o non considerato finora, su cui discutere e riflettere insieme (selezionare quindi fra i risultati quelli più pertinenti!)
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Prospettive a confronto
La visione congiunta di estratti video, trascritti, immagini, orientata dalla lettura del ricercatore, flessibile e aperta al cambiamento ma informata di una solida teoria sull’interazione e sulla cultura, fa sì che possano essere osservati in dettaglio e discussi aspetti che difficilmente è possibile afferrare ad occhio nudo dai partecipanti che pure a quelle interazioni hanno preso parte. La restituzione può far anche emergere particolari criticità; condividerle con gli altri partecipanti, oltre che con il ricercatore, può essere un’occasione importante per un loro cambiamento e superamento.
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Raccogliere le indicazioni dei partecipanti
. In una ricerca, sulla divisione del lavoro domestico realizzata attraverso focus group, rispettivamente, di madri e padri lavoratori (cfr. Zucchermaglio, Alby, Scozzafava, 2009; Fatigante, Alby 2012) un gruppo di padri ha anticipato, con le loro domande, il momento della comunicazione dei risultati. In prossimità della chiusura dell’incontro, la ricercatrice ha chiesto se vi fossero elementi che gli intervistati volessero aggiungere. Uno dei padri ha ipotizzato che i risultati potessero essere comunicati chiamando entrambi i gruppi (di uomini e donne insieme) a confrontarsi sulle interviste e vedere dunque dove le informazioni differivano. Altri ancora hanno avanzato l’ipotesi di comunicare e discutere le analisi in incontri specifici per le singole coppie, come immaginando un contesto neutro in cui verificare la “verità” delle affermazioni dell’uno e dell’altro e ottenere indicazioni. Altri infine hanno argomentato a favore di una restituzione che non coinvolgesse le loro mogli, per fugare l’eventuale rischio di provocare accese discussioni in casa. I ricercatori, sebbene in quella fase della ricerca non avessero ancora pianificato un incontro di restituzione, hanno avuto dunque indicazioni su come i partecipanti interpretino e si formino aspettative sulla possibile fruizione (ad esempio, nella forma simile ad una consulenza di coppia, come avanzata da uno dei padri) dei risultati degli studi all’interno dei loro contesti di vita.
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Esempi di restituzione
Uno studio etnografico (Pontecorvo, Fatigante, Arcidiacono, 2007), comparativo ha richiesto ai membri di 8 famiglie italiane di lasciarsi seguire da una telecamera in casa e fuori per il tempo di una settimana e oltre, i ricercatori hanno previsto un incontro di restituzione con le famiglie partecipanti, accompagnato dalla consegna di un album di fotografie e commenti. L’incontro di restituzione infine, tenutosi in un unico pomeriggio, ha rappresentato un’occasione di incontro di una molteplicità di voci attive sia all’interno del gruppo di ricerca che del gruppo dei partecipanti (incontro fra le famiglie tra loro).
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