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INSEGNARE… DI COSA PARLIAMO???

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Presentazione sul tema: "INSEGNARE… DI COSA PARLIAMO???"— Transcript della presentazione:

1 INSEGNARE… DI COSA PARLIAMO???
1

2 2 VALUTAZIONI ? LEZIONI ? INSEGNARE ? EMOZIONI ? EDUCARE?
MATERIE / AMBITI? LAVORO? BAMBINI ? RELAZIONI ? 2

3 Al centro… L’EDUCARE! E quindi… LE RELAZIONI
3

4 LAVORARCI, NON ANDARE A CASO Quindi…DOTARSI DI STRUMENTI !!!
Nelle relazioni… Non esiste la neutralità Stile e scelte determinano la qualità della relazione STARCI,NON FUGGIRLE GESTIRLE, NON SUBIRLE LAVORARCI, NON ANDARE A CASO Quindi…DOTARSI DI STRUMENTI !!! 4

5 CHI NON L’HA MAI… DETTO O FATTO?
5

6 6 Non guardatelo. Facciamo finta che non ci sia
Fa pure quello che vuoi. Per me non esisti Non si capisce mai quello che dici Sei proprio stupido! Non litigate!!! Sapevo che ti saresti comportato così… Senti, qui decido io! Come al solito, non hai fatto… Avresti potuto farmi contento per una volta … sei il solito egoista… Con te è inutile parlare sta’ zitto. Dici sempre le stesse cose Non hai capito niente! Non mi interessa chi ha ragione. Adesso state zitti I bambini dell’altra classe sono più bravi Fai sempre gli stessi errori Come fai a non capire? Te l’ho detto 1000 volte E urlando… “NON URLAREEEEEE!!!!!!!!!” 6

7 LA FORZA… DEL POTERE E DELL’ESEMPIO 7

8 Se voglio educare e insegnare devo liberare i bambini da
ANSIA, stile non giudicante PAURA, stile liberante COMPETIZIONE, stile cooperativo 8

9 "la chiave per ottenere un elevato rendimento di gruppo è l'armonia sociale all'interno di esso. E' questa capacità di funzionare armonicamente che, a parità di tutte le altre, renderà un gruppo particolarmente dotato, produttivo e coronato di successo" (Daniel Goleman) 9

10 “Esiste per un maestro un compito esclusivo e che resterà immutabile: sviluppare una relazione d’insegnamento che sia anche una relazione di educazione o di formazione” (Marcel Henaff) “Il lavoro degli insegnanti è un lavoro di incontro, di cura e di passione” 10

11 “Ciò che i bambini sapranno fare insieme oggi,
domani sapranno farlo da soli” (Vigotskij) Teorico dello sviluppo sociocognitivo E della distanza prossimale 11

12 dell’apprendimento cooperativo è l’interdipendenza positiva”
“Il cuore dell’apprendimento cooperativo è l’interdipendenza positiva” (Mario Polito) 12

13 L’INTERDIPENDENZA SIGNIFICA CAPIRE CHE LE RELAZIONI SONO CIRCOLARI.
L’interdipendenza positiva consiste nello stabilire tra gli studenti dei rapporti tali per cui nessuno possa riuscire individualmente se non con il successo dell’intero gruppo.” “L’interdipendenza è il principale fattore di coesione e sta alla base dell’impegno reciproco necessario per il benessere individuale e il successo dell’intero gruppo. “ L’INTERDIPENDENZA SIGNIFICA CAPIRE CHE LE RELAZIONI SONO CIRCOLARI. Ma in una classe molto di ciò che succede dipende da noi. Noi siamo responsabili di ciò che avviene nelle relazioni nelle nostre classi. 13

14 14 Cosa significa in concreto?
Sentirsi uniti agli altri e sentire con empatia Prendersi carico insieme delle difficoltà di ciascuno: tutti per uno Aiutarsi e sostenersi nel percorso: nessuno deve rimanere indietro Riconoscere che la collaborazione può portare più facilmente al successo di tutti: l’unione fa la forza Fare di tutto perché il proprio compagno si senta bene Sentire che il proprio impegno è di aiuto a tutti: aiutare è bello 14

15 la relazionalità e l’emotività
L’anima dell’interdipendenza è il confronto aperto, sincero, costruttivo. Il confronto e la discussione hanno sempre 2 sbocchi: 1) La crescita cognitivo e relazionale 2) Il conflitto socioemotivo Per stimolare l’interdipendenza positiva è necessario quindi curare 2 aspetti: la relazionalità e l’emotività 15

16 "Con l’interdipendenza si impara ad esprimersi, pensieri e sentimenti, ci si ascolta meglio, ci si capisce meglio, ci si rispetta di più. Ma io non posso fare apprendimento cooperativo e promuovere le abilità sociali se non faccio vivere a loro i valori che sottostanno : ASCOLTO, RISPETTO, COMPRENSIONE CAPACITA’ DI INTERVENIRE, DI NEGOZIARE, DI FARE PROPOSTE, ASSERTIVITA’, COSTRUZIONE E RISPETTO DELLE REGOLE, DEMOCRATICITA’, GIUSTIZIA, RIFIUTO DI PRATICHE PREVARICANTI E OMERTOSE Quindi parallelamente alle attività didattiche occorre abilitare alle abilità sociali. Bisogna creare il senso del NOI, e per fare questo occorre dotarsi di strumenti. 16

17 17 Come insegnare le abilità sociali
Partire da attività dove è richiesta la collaborazione. Decidere, anche con gli allievi, su quali abilità sociali lavorare, per poi analizzarle e verificarle Provare situazioni reali con un gruppo e gli altri che osservano per poi verificarle insieme. Andare per gradi. Far sperimentare il circle time. Permettere ai bambini di: abituare i ragazzi a esprimere sia le emozioni che i pensieri, praticando l’ascolto attivo favorire l’emersione di sentimenti, di agi e disagi, chiedendo loro: “quando vi sentite rispettati? Valorizzati? Quando vi siete sentiti accolti? Quando non vi siete sentiti accolti? “ monitorare il clima della classe e il benessere dei singoli: “come va? Com’è il termometro della classe? Chi è felice? Chi è arrabbiato? E triste? “ E sulle regole: “quali? Chi non le rispetta? Quali sanzioni o comportamenti riparatori?” 17

18 18 Attività possibili che favoriscono le abilità sociali:
Fare un disegno insieme prendere appunti in coppia, più completi riepilogare con il compagno ciò che si è imparato analizzare il testo in coppia leggere la consegna insieme e spiegarlo reciprocamente trovare gli elementi importanti in un testo o un problema scrivere e correggere testi fare esercizi insieme ripassare e ripetere materiale di studio progettare esperimenti, attività, uscite… creare discussioni 18

19 E’ uno dei metodi “a mediazione sociale” contrapposto ad altri
COOPERATIVE LEARNING E’ uno dei metodi “a mediazione sociale” contrapposto ad altri “a mediazione dell’insegnante”: i 2 metodi differiscono molto per varie cose 19

20 COOPERATIVE LEARNING la professionalità richiesta al docente: trasmettitore o facilitatore? per la conduzione della classe: frontale o gruppale? fonte delle conoscenze: insegnante o allievi? Obiettivi e compiti: individuali o di gruppo? Abilità richieste: individuali o sociali? Modalità di partecipazione: individuali o collaborative? Valutazione: individuale o anche di gruppo? Apprendimento: cooperativo o competitivo/individualistico? Stili di comunicazione, di coinvolgimento, di relazione, salute mentale 20


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