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Progettare un laboratorio inter/transdisciplinare
CHE PASSIONE! (La didattica della “trasversalità”) Progettare un laboratorio inter/transdisciplinare Realizzazione a cura dell’Ins.Luigi Montanaro QUARTA PARTE
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L A B O R A T O R IO S U P R O G E T T I
Progettare un laboratorio… L A B O R A T O R IO S U P R O G E T T I I N E R O T A N S D I S C I P L I N A R I
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Da dove cominciare? Il Collegio dei docenti, all’inizio dell’anno scolastico, definisce gli ambiti e i criteri di scelta dei Laboratori di Progetto, per realizzare, nella piena autonomia, quanto esplicitato nel POF. Occorre ricordare, però, che i Laboratori di Progetto sono strumento ideale per affrontare problemi complessi che si presentano in itinere nella situazione scolastica. Per questo “è compito esclusivo di ogni scuola e dei docenti assumersi la responsabilità di render conto delle scelte fatte e di porre il territorio nelle condizioni di conoscerle e condividerle. (D.P.R.275/99)
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Quali progetti? Educazione alla Convivenza civile
Principio dell’ologrammaticità: ogni progetto rimanda alle discipline e viceversa Educazione alla Convivenza civile Studio del territorio Progetti su problemi Preparazione di una mostra tematica Altre attività inter/transdisciplinari scelte dai docenti Spettacolo teatrale Lettura di un’opera Preparazione scenografie Recitazione Trasformazione in dialogo Scelta musiche Preparazione dei costumi La valenza transdisciplinare è evidente anche nell’uso di attività motorie e sportive in funzione di aspetti comunicativi/espressivi o concettuali/tecnici.
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Tappe per la realizzazione di un progetto
Un PROGETTO prende avvio da considerazioni di carattere generale , da situazioni informali, per poi svilupparsi in tappe chiaramente definibili: ANALISI DEI BISOGNI DEFINIZIONE DELL’IDEA O DEL PROBLEMA NEGOZIAZIONE PIANIFICAZIONE DEL PERCORSO (tenendo conto delle risorse e dei vincoli) REALIZZAZIONE DOCUMENTAZIONE PRESENTAZIONE DEL PRODOTTO VALUTAZIONE
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La valenza formativa di un Progetto
Proprio per la loro complessità e per il coinvolgimento pluridisciplinare, i progetti formativi si prestano a far emergere interessi e abilità individuali, a sperimentare ruoli diversi nel gruppo, ad esercitare abilità disciplinari in funzione di compiti reali da risolvere. Un progetto interdisciplinare può essere realizzato con modalità laboratoriali che interessano sia gruppi elettivi, sia gruppi su compito, sia il gruppo classe.
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SPAZI DECISIONALI DEGLI ALUNNI COMPITI SPECIFICI DEL DOCENTE
In una forma di negoziazione con gli insegnanti gli alunni saranno chiamati a decidere su: In qualità di esperti conoscitori dell’epistemologia delle discipline gli insegnanti dovranno: Scelta degli argomenti (per contribuire a costruire l’unità del sapere consentendo la messa in atto delle diverse competenze) Definire le U.A. – Criteri di valutazione Coniugare conoscenze e abilità da sviluppare nelle U.A. con la struttura del Progetto Le modalità di lavoro La ripartizione dei compiti all’interno del gruppo Documentarne la realizzazione Pianificare gli interventi attraverso una organizzazione rigorosa del lavoro, in un’ottica progettuale inter/transdisciplinare La gestione del tempo Le caratteristiche dei prodotti intermedi e finali La negoziazione continua è condizione necessaria al coinvolgimento attivo degli alunni.
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ANCHE I MAESTRI... FANNO I PROGETTI!
Cura il rispetto dei modi e dei tempi di lavoro concordati Controlla che ci si attenga alla ripartizione dei compiti Si adopera per rimuovere eventuali ostacoli alla realizzazione Il coordinatore di Progetto Modifica la ripartizione se questa risulta dispersiva o poco funzionale Aiuta a riflettere sull’esperienza anche per rivedere la Programmazione del progetto in itinere Raccoglie la documentazione relativa al progetto Si impegna a “storicizzare” l’esperienza
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Mai sottovalutare il significato che gli alunni danno al prodotto.
IL PRODOTTO Mai sottovalutare il significato che gli alunni danno al prodotto. Un “prodotto” dovrebbe esserci sempre, in ogni tipo di laboratorio, proprio per quel concetto motivazionale e per la forte carica “a fare” che vi si nasconde dietro. I prodotti possono essere svariati e sono in stretta relazione con le finalità del progetto: Dossier che raccoglie tutti i materiali che tracciano il percorso fatto, per focalizzare il metodo ed il processo di apprendimento Un fascicolo, un libro, un ipertesto, un video destinato ad altri, un CD… - Mostre, drammatizzazioni, guide turistiche, progetti per l’utilizzo di aree verdi… QUESTO L’HO FATTO IO! In questo modo di dire si cela e si evidenzia tutta l’importanza che ogni alunno ha messo nel fare quel lavoro: sembra quasi che diventi lo scopo del loro fare… E’ il senso e il significato della realizzazione che gratifica.
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LA VALUTAZIONE Il piano complessivo di valutazione
Attraverso le unità di apprendimento Conoscenze e abilità che ogni alunno dovrebbe trasformare in… Competenze osservabili Criteri di accettabilità e di risultati attesi Il piano complessivo di valutazione In una situazione complessa, simulata o reale Strumenti di valutazione Elaborato dai docenti (anche con il coinvolgimento degli alunni, se è possibile) Nel prodotto finale o in una verifica vera e propria La varietà dei prodotti intermedi (schemi, grafici, statistiche, interpretazioni di documenti, prodotti grafico-pittorici, testi orali e scritti) offre ai docenti la possibilità di far emergere gli interessi e le attitudini di ciascuno in funzione orientativa. Allo stesso modo i prodotti realizzati consentono la valutazione delle conoscenze, delle abilità e delle competenze acquisite da ogni singolo alunno nel proprio percorso didattico. Proprio per questo alcuni prodotti particolarmente significativi per l’allievo diventano materiale utile da inserire nel Portfolio in funzione orientativa e valutativa.
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Ma che progetti...in una Prima? FANTASIA… INNANZITUTTO!
Tutto può diventare progetto… se e quando tutto diventa attività laboratoriale. Anche la nascita di un pulcino o di un fagiolo può diventare stimolo a creare nuove situazioni di apprendimento, in cui ogni bambino è chiamato a fare esperienza diretta, creativa, che lo aiuta a scoprire … Il laboratorio, o la pratica laboratoriale, non è né luogo né tempo distinto dall’agire educativo nell’aula, anche se permette di spaziare al di là, “vitalizzandosi” con le esperienze concrete e diventando, così, spazio dell’apprendimento significativo. Pensiamo a quante scoperte il bambino può fare andando a visitare, anche spesso, la casa di un contadino che ha tanti animali e…
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IL BAMBINO VIVE DI QUESTO!
…fermarsi un po’ a guardare i lavori che egli quotidianamente compie, o ad osservare le piante che noi gli aiutiamo ad interrare, o ancora provare per un giorno a fare insieme a lui il formaggio col latte di quella mucca cicciona che abbiamo appena munto, e poi gustare quei sapori tipici e profumati di campagna che hanno sempre un odore e un aspetto diverso da quello che mangiamo abitualmente, ed osservare i campi, i fiori, gli insetti e poi il cielo e il vento… IL BAMBINO VIVE DI QUESTO! OCCORRE CAMBIARE ROTTA… E’ necessario potenziare la strada dell’apprendere pratico, in cui si costruiscono esperienze in grado di favorire l’apprendimento del SAPERE congiunto con quello del FARE, nella concezione di apprendimento come processo attivo, che vede il bambino apprendere se e quando egli è protagonista nella situazione didattica.
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Stimolare la curiosità
PER “INDURRE” CREATIVITA’ “La base di ogni apprendimento è la curiosità”. (M.Bellandi) La scuola, soprattutto in quella dell’infanzia e in prima-seconda della primaria, andrebbe fatta “fuori” dalla scuola, in giardino, per strada, in campagna mentre raccolgono le olive e poi al frantoio per vederle diventare olio… Un modo facile facile per stimolare la curiosità cognitiva Far trovare, di volta in volta, una scatola rossa con un oggetto da scoprire che sarà poi l’oggetto del nostro lavoro. Una specie di grande gioco che si potrebbe chiamare “l’avventura dell’apprendimento” , quasi a costruire una mappa ogni volta per arrivare al tesoro, in modo tale che l’esperienza abbia origine proprio dai bambini. ESSERE CREATIVI E’ COME “NASCERE OGNI GIORNO” (Fromm)
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Imparare ad ascoltare... PER SENTIRE...
Tante unità di apprendimento… che attendono solo di essere “progettate”… Imparare ad ascoltare... PER SENTIRE... Saranno proprio i nostri alunni a suggerirci le situazioni di apprendimento…
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La trasversalità, l’interdisciplinarità, la transdisciplinarità sono connotazioni forti dell’ambiente in cui viviamo… Bisogna solo imparare a leggere nella concretezza delle esperienze i concetti essenziali e poi trovare strategie in grado di coinvolgere, di far entrare i nostri bambini nella dimensione gioiosa del fare… per imparare ad imparare!
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Se guardi bene le piccole cose trovi le grandi, le meravigliose.
E alla fine... Piccole cose Spunta qua e là tra i sassi della strada qualche ciuffetto d’erba e qualche stelo Vi brilla su una goccia di rugiada e in quella goccia si riflette il cielo. Se guardi bene le piccole cose trovi le grandi, le meravigliose. (L. Schwarz) ...mettiamoci pure un pò di poesia!
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Tutto ciò deve diventare IMPEGNO DELLA SCUOLA
PER CONCLUDERE... La meraviglia dello stupore non ha parole che tengano, è meraviglia e basta… ma si tinge di bello e danza di curiosità Vola incantata oltre le nuvole… la meraviglia dello stupore non ha spazio né tempo, è meraviglia e basta Tutto diventa sorpresa Rinnovabile stupore ogni volta e ogni volta vedere nuove e straordinarie le cose. (Ins.Luigi Montanaro) Ciò che piace e attrae muove l’intelligenza e la volontà, il conoscere e l’agire. (M.F.Sacristani Mottinelli) Tutto ciò deve diventare IMPEGNO DELLA SCUOLA
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