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PROCEDIMENTO METODOLOGICO
SERVIZIO SOCIALE
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Il procedimento metodologico del servizio sociale
Lo svolgimento di un’ attività professionale deve essere sempre guidato da : "Razionalità scientifica", ovvero dall’ applicazione oggettiva di principi e di strumenti metodologici sostenuti da un insieme organico di conoscenze teoriche, che impone anche all’assistente sociale di utilizzare un procedimento metodologico riconoscibile ed esplicitabile
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Il procedimento metodologico: è uno schema di riferimento concettuale che serve a guidare l'azione del conoscere e dell'operare basandosi su un "metodo“ un percorso logico e razionale per il raggiungimento di un determinato scopo = che si concretizza in un insieme di tappe collegate logicamente fra loro, che articolano il procedimento.
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Il procedimento metodologico del servizio sociale, da schema concettuale, deve tradursi in una forma mentis che l'operatore utilizza sempre, qualunque sia il tipo di intervento che deve fare e con qualunque tipo di interlocutore, (sia esso una persona o una famiglia, un gruppo, una comunità), e qualunque sia il suo obiettivo ( l'organizzazione di un servizio, l'elaborazione di un progetto, lo studio di un fenomeno sociale ecc).
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Nel servizio sociale si parla quindi di "procedimento metodologico unitario" svolgimento delle stesse tappe logiche, rispetto ad oggetti di analisi e di intervento diversi che presuppongono conoscenze teoriche, obiettivi e strumenti diversi.
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alla luce del proprio bagaglio teorico, le possibili linee di azione.
Nel suo processo conoscitivo il servizio sociale parte sempre dall'analisi della realtà esistente per evidenziare, alla luce del proprio bagaglio teorico, le possibili linee di azione. Si rispetta la sequenza "prassi-teoria-prassi", ossia: l'analisi della realtà (prassi), il confronto con le conoscenze teoriche e con i modelli teorico- pratici ritenuti più adeguati alla realtà che si sta analizzando (teoria) la formulazione di un progetto in base alle ipotesi prospettate e alla sua attuazione (prassi).
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Il procedimento metodologico del servizio sociale, dotato di sequenza logica di fasi, è dinamico perché nell'operatività può esserci l'esigenza di tornare a fasi precedenti Il servizio sociale si occupa di problemi individuali e sociali spesso indeterminati, in continuo cambiamento, personalizzati, e quindi anche i piani di azione e i progetti di intervento devono essere individualizzati e dinamici, perchè nelle situazioni problematiche esistenziali possono sempre intervenire delle variabili non previste, ne prevedibili.
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Le tappe del procedimento metodologico delle scienze sociali applicate fra le quali dobbiamo annoverare anche il servizio sociale sono: - definizione e formulazione dell'oggetto di analisi attraverso la selezione e interpretazione dei dati raccolti (fase conoscitivo- descrittiva); - valutazione dei dati e generazione di ipotesi per la ricerca di strategie attraverso un confronto con la teoria; formulazione di potenziali tattiche operative possibili; presa di decisioni e formulazione di un piano di azione (fase valutativo-decisionale);
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attuazione del piano di azione e continuo monitoraggio della congruenza con gli obiettivi fissati (fase attuativa); - verifica degli obiettivi raggiunti e dell'efficacia delle strategie attuate; conclusione del piano di azione o eventuale formulazione di un nuovo piano di fronte a valutazioni negative (fase della verifica e della conclusione).
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Unitarietà del procedimento metodologico del servizio sociale
A PARTIRE DALL’ISTITUZIONE DEI SERVIZI SOCIALI TERRITORIALI DOPO LA META’ DEGLI ANNI 70 Il servizio sociale italiano è stato caratterizzato dalla necessità di integrare in maniera sinergica differenti modalità operative
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Quali modalità operative?:
LAVORO CON L’UTENZA ANIMAZIONE DELLA COMUNITA’ PROGETTAZIONE ORGANIZZAZIONE E GESTIONE DEI SERVIZI ALLA PERSONA RICERCA SOCIALE
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STESSE TAPPE A PRECINDERE DALL’OGGETTO DELLL’INTERVENTO E DALL’OBIETTIVO CHE SI INTENDE PERSEGUIRE Cio’ dimostra la coerenza dell’impostazione unitaria del servizio sociale territoriale italiano
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ALCUNI ELEMENTI POSSONO PERO’ DIFFERENZIARE
ILMODO DI PROCEDERE NELLE VARIE TAPPE DEL PERCORSO METODOLOGICO A SECONDA DELLA DIMENSIONE PROFESSIONALE ALLA QUALE CI SI RIFERISCE: Oggetto di studio e di intervento (utente singolo /istituzione servizio comunità fenomeno sociale o collettivo) Obiettivi da perseguire (differenti per ruolo o responsabilità dell’operatore) Interlocutori principali (differenti e differente uso delle relazioni) Strumenti professionali (relazione di aiuto/membro di equipe) Basi teoriche (teorie diverse approcci e operatività diverse) Valori/atteggiamenti (verranno fatti risaltare valori diversi in base alla dimensione)
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IL PROCESSO DI AIUTO Il procedimento metodologico di aiuto del servizio sociale può essere definito come: “L’INSIEME DELLE AZIONI CHE SOSTANZIANO IL PERCORSO CHE L’ASSISTENTE SOCIALE COMPIE QUANDO SI TROVA DI FRONTE AD UNA SITUAZIONE DI DIFFICOLTA’ CHE UNA PERSONA,FAMIGLIA, GRUPPO, COMUNITA’ ISTITUZIONE GLI PROSPETTA AL FINE DI RAGGIUNGERE L’OBIETTIVO DI FRONTEGGIARLA O SUPERARLA”
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La metodologia del processo di aiuto si articola in diverse fasi:
ACCOGLIENZA DELLA DOMANDA E ANALISI DELLA SITUAZIONE (contesto informativo) VALUTAZIONE (contesto valutativo) ATTUAZIONE (contesto di trattamento) VERIFICA (contesto di trattamento) CONCLUSIONE (contesto valutativo conclusivo)
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FASE DELL’ACCOGLIENZA DELLA DOMANDA E ANALISI DELLA SITUAZIONE
E’ la fase descrittivo conoscitiva della situazione problema portata dall’utente Durante tale fase l’assistente sociale ascolta attentamente e in modo partecipe la richiesta, comunicando accoglienza accettazione rispetto in un clima di interazione nel quale la persona sviluppi fiducia nelle possibilità di sostegno che il rapporto professionale può offrirgli
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E’ importante considerare le modalità di accesso al servizio poiché la richiesta di aiuto può essere fatta da diversi soggetti : RICHIESTA PER SE O PER I PROPRI CONGIUNTI PERSONE ESTRANEE AL NUCLEO SEGNALAZIONI PROVENIENTI DA ALTRO OPERATORE O SERVIZIO
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Una volta individuato il problema sarà necessario analizzare se è pertinenza del servizio sociale nel quale l’assistente sociale opera o occorre dare informazioni per effettuare un invio ad un altro servizio
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Pertanto in questa fase di accoglienza e analisi l’assistente sociale deve riuscire a:
Accogliere professionalmente e realizzare un rapporto significativo con l’utente Consentire l’esplicitazione della richiesta Individuare se è di pertinenza del servizio sociale Comprendere se, oltre alla richiesta palese, ve ne sono altre non espresse Individuare qual è il nucleo minimo significativo coinvolto nel o sul problema( informazione utile per definire chi convocare successivamente) Arrivare alla formulazione di un’ipotesi di massima in funzione dell’implementazione delle fasi successive conseguenti alla presa in carico
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PER RAGGIUNGERE QUESTI OBIETTIVI PUO’ ESSERE UTILE SUDDIVIDERE LA RACCOLTA DELLE INFORMAZIONI IN AREE: Sull’utente e sulla famiglia Sugli elementi relativi al contesto ambientale e sociale Sull’inviante Sul problema Sulla richiesta, sulle aspettative e la motivazione al cambiamento.
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FASE DELLA VALUTAZIONE
VALUTAZIONE Attività che accompagna tutto il processo di aiuto Ma è di massima importanza nella fase iniziale dello stesso in quanto è determinante ed orientativa sia per quelle successive che per l’impianto del progetto operativo
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LE FONTI DI INFORMAZIONE PER LA VALUTAZIONE DELLA SITUAZIONE PROBLEMATICA SONO:
L’utente Il suo ambiente di vita Eventuali altri operatori
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Quindi in questa fase l’assistente sociale deve valutare i dati e formulare le prime ipotesi:
sulla situazione problematica e le cause che l’hanno determinata sui procedimenti necessari a contrastarla e risolverla pervenendo quindi ad una diagnosi sociale
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L’individuazione degli obiettivi
la formulazione delle ipotesi per la ricerca di strategie la proposta di una soluzione al problema presentato dall’utente vanno elaborati attraverso un confronto con le prospettive teoriche e i principi del servizio sociale in modo aderente ai presupposti della teoria scelta come orientamento per l’operatività Razionalità scientifica
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Il bersaglio dell’intervento e conseguentemente l’individuazione del percorso di aiuto e delle concrete modalità risolutive va scelto tenendo presente: LA COMPETENZA DELL’ENTE E DEL SERVIZIO SOCIALE IN ESSO OPERANTE ( limiti posti dal mandato istituzionale) L’INTENZIONALITA’ /DISPONIBILITA’ DELLA PERSONA AL CAMBIAMENTO (motivazioni)
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L’ESISTENZA E LA QUALITA’DELLE RISORSE (personali, istituzionali, di contesto)
LA CAPACITA’ DELLE PERSONE DI UTILIZZARE LE RISORSE O ATTIVARLE (che cosa concretamente è in grado di fare e con il supporto di cosa) L’OPPORTUNITA’ E L’UTILITA’ DEL PERCORSO SIA SUL PIANO INDIVIDUALE SIA SOCIALE (che utilità, che ricaduta, quali obblighi e perché)
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Il progetto d’intervento scaturirà quindi dal confronto tra ipotesi di intervento con ipotesi di funzionamento della famiglia e con le risorse disponibili nei vari sistemi (famiglia servizi comunità)
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FASE DELLA PROGETTAZIONE
L’esito della valutazione è : LA STESURA DI UN PROGETTO DI INTERVENTO NEL QUALE IL PRIMO LIVELLO DI ATTENZIONE E’ RIVOLTO SU CHI E’ COINVOLTO NEL PROBLEMA IL SECONDO LIVELLO DI ANALISI E’ QUELLO DI INDIVIDUARE LE RISORSE E SU CHI SI DEVE INTERVENIRE (sistema bersaglio)
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L’elaborazione del piano d’intervento nasce dalla collaborazione tra assistente sociale ed utente, durante il quale ciascuno si assume determinati impegni che possono essere formalizzati attraverso la definizione di un contratto collaborativo Nasce dal confronto fra gli obiettivi del progetto dell’operatore con quelli dell’utente
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IL CONTRATTO E’: Uno strumento attraverso cui si possono definire con precisione e consapevolezza gli impegni reciproci, da inoltre sistematicità al processo di aiuto e permette di rendere verificabile quanto stabilito trasparenza
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IL CONTRATTO DEVE CONTENERE
Descrizione sintetica della situazione I dati informativi e gli elementi oggetto dell’accordo
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NEL CONTRATTO VA PREVISTA ANCHE LA DURATA GLOBALE DELL’INTERVENTO IN MODO DA INVIARE ALL’UTENTE UN MESSAGGIO DI AUTONOMIZZAZIONE
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LE FUNZIONI ESSENZIALI DEL CONTRATTO SONO :
Garantire l’autodeterminazione delle persone Promuovere il ruolo attivo degli utenti Rendere l’operato degli assistenti sociali più visibile e più verificabile anche da parte degli utenti Monitorare il livello di comprensione reciproca tra operatore e utente ed evitare un lavoro condotto su obiettivi e percorsi divergenti Tutelare l’operatore da situazioni ambigue
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FASE DELL’ATTUAZIONE Nella fase di attuazione del progetto Verranno realizzate le attività previste e definite nel contratto
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L’assistente sociale:
eroga in modo mirato prestazioni e risorse accompagna l’utenza nella fruizione dell’aiuto la sostiene nel caso ci siano difficoltà a mantenere gli impegni sia per problemi oggettivi sia per eventi imprevisti
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I cambiamenti vengono monitorati e richiedono un’analisi sulla base degli elementi conoscitivi e valutativi su cui si è costruito il progetto di aiuto.
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Le retroazioni dei vari sistemi possono essere impreviste : È necessario quindi mettere in atto un processo circolare che consenta di accogliere e valutare le nuove informazioni, collegarle alle precedenti e se necessario formulare una differente ipotesi introducendo i necessari correttivi (rimodulazione del progetto, o di parti ed aspetti dello stesso, riformulazione progettuale)
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NELLA FASE ATTUATIVA DEL PROGETTO L’ASSISTENTE SOCIALE DEVE ORIENTARE I SUOI INTERVENTI:
Al sostegno ed all’aiuto all’utente perché mantenga gli impegni assunti nel contratto Al lavoro con il contesto di vita e con l’ambiente di riferimento dell’utente per attivare un’efficace reticolazione tra risorse, la sinergia tra soggetti istituzionali e non, coinvolti nel progetto All’attività organizzativa ed amministrativa funzionale all’attuazione del progetto, anche in relazione all’erogazione di prestazioni e/o all’accesso a servizi diversi (organizzazione delle riunioni d’equipe, predisposizione delle relazioni professionali ed amministrativo procedurali se richieste, redazione dei verbali, coordinamento delle risorse istituzionali e non, ecc)
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FASE DELLA VERIFICA E CONCLUSIONE DEL PROCESSO DI AIUTO
La verifica intesa come analisi delle retroazioni è un aspetto che taglia trasversalmente tutto il processo metodologico
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VI SONO MOMENTI IN CUI E’ NECESSARIO DARE UFFICIALITA’ ALLA FASE DI VERIFICA:
Situazione di sblocco Fatti nuovi e inattesi Fine contratto
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E’ infatti necessario un momento di verifica specifico finale che si attua
ripercorrendo: il piano di lavoro Il contratto Confrontando : gli obiettivi che erano stati fissati con i risultati ottenuti PER VALUTARE I CAMBIAMENTI DELLA SITUAZIONE DELL’UTENTE CHE SONO STATI REALIZZATI
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E’ POSSIBILE ATTUARE UNA VERIFICA SOLO SE: Si ha una dettagliata documentazione RELATIVA INERENTE AL ALL’EVOLVERSI PIANO DI DEL PROCESSO LAVORO DI AIUTO = = relazione diario del caso valutativa verbali delle Contratto riunioni di gruppo
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L’ANALISI DI TALE DOCUMENTAZIONE PERMETTE ALL’ASSISTENTE SOCIALE DI IMPOSTARE COLLOQUI DI VERIFICA CHE PARTANO DALL’ANALISI DI FATTI CONCRETI PER PORTARE PROPOSTE OPERATIVE IL RISULTATO PUO’ ESSERE UNA RIPROGETTAZIONE DELL’INTERVENTO ED UNA CONSEGUENTE RINEGOZIAZIONE DEL CONTRATTO O LA CONCLUSIONE DEL PROCESSO DI AIUTO
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Il passaggio alla fase di conclusione, oltre che essere disposta a seguito del raggiungimento degli obiettivi prefissati (quindi è prevista e condivisa nel progetto) può essere determinata da altri fattori: L’utente ha deciso di non partecipare più al processo di aiuto Viene disposta dall’ente Viene disposta dall’autorità giudiziaria che richiede l’intervento Si risolve nel tempo per mancata conclusione da parte dell’operatore o per trasferimento e invio dell’utente ad altro servizio o professionista
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Quando invece non si arriva alla conclusione del processo di aiuto questa mancanza può essere determinata da alcune variabili che dipendono dall’assistente sociale: Un’applicazione di un programma assistenzialistico che vede l’operatore molto impegnato nel “fare” e nel “dare” e meno nella riflessione e valutazione Possibili errori commessi nelle fasi precedenti del metodo L’incapacità a gestire professionalmente la relazione con l’utente per condurlo verso l’autodeterminazione e l’autonomia, investendo eccessivamente sulla relazione quale elemento in sé di soddisfazione per l’operatore , bisognoso di sentirsi utile e indispensabile La paura di dover ammettere errori e di provare un senso di fallimento.
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RIEPILOGHIAMO……
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PROCESSO DI AIUTO ACCOGLIENZA DELLA DOMANDA E ANALISI
DELLA SITUAZIONE (contesto informativo) VALUTAZIONE (contesto valutativo) ATTUAZIONE (contesto di trattamento) VERIFICA (contesto di trattamento) CONCLUSIONE (contesto valutativo conclusivo)
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ACCOGLIENZA DELLA DOMANDA E ANALISIDELLA SITUAZIONE
Accogliere professionalmente e realizzare un rapporto significativo con l’utente Consentire l’esplicitazione della richiesta Individuare se è di pertinenza del servizio sociale Comprendere se, oltre alla richiesta palese, ve ne sono altre non espresse Individuare qual è il nucleo minimo significativo coinvolto nel o sul problema( informazione utile per definire chi convocare successivamente) Arrivare alla formulazione di un’ipotesi di massima in funzione dell’implementazione delle fasi successive conseguenti alla presa in carico
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SUDDIVIDERE LA RACCOLTA DELLE INFORMAZIONI IN AREE:
Sull’utente e sulla famiglia Sugli elementi relativi al contesto ambientale e sociale Sull’inviante Sul problema Sulla richiesta, sulle aspettative e la motivazione al cambiamento.
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Azioni messe in atto per accogliere la richiesta e per la raccolta di informazioni
Informazioni selezionate Ipotesi di massima
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VALUTAZIONE (contesto valutativo)
Il bersaglio dell’intervento, il percorso di aiuto e le concrete modalità risolutive vanno scelti tenendo presente: LA COMPETENZA DELL’ENTE E DEL SERVIZIO SOCIALE IN ESSO OPERANTE ( limiti posti dal mandato istituzionale) L’INTENZIONALITA’ /DISPONIBILITA’ DELLA PERSONA AL CAMBIAMENTO (motivazioni)
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L’ESISTENZA E LA QUALITA’DELLE RISORSE (personali, istituzionali, di contesto)
LA CAPACITA’ DELLE PERSONE DI UTILIZZARE LE RISORSE O ATTIVARLE (che cosa concretamente è in grado di fare e con il supporto di cosa) L’OPPORTUNITA’ E L’UTILITA’ DEL PERCORSO SIA SUL PIANO INDIVIDUALE SIA SOCIALE (che utilità, che ricaduta, quali obblighi e perché)
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PIANO DI INTERVENTO Definizione degli obiettivi A breve termine
A medio termine A lungo termine Individuazione delle risorse Definizione delle attività
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Attuazione NELLA FASE ATTUATIVA DEL PROGETTO L’ASSISTENTE SOCIALE DEVE ORIENTARE I SUOI INTERVENTI: Al sostegno ed all’aiuto all’utente perché mantenga gli impegni assunti nel contratto Al lavoro con il contesto di vita e con l’ambiente di riferimento dell’utente per attivare un’efficace reticolazione tra risorse, la sinergia tra soggetti istituzionali e non, coinvolti nel progetto All’attività organizzativa ed amministrativa funzionale all’attuazione del progetto, anche in relazione all’erogazione di prestazioni e/o all’accesso a servizi diversi (organizzazione delle riunioni d’equipe, predisposizione delle relazioni professionali ed amministrativo procedurali se richieste, redazione dei verbali, coordinamento delle risorse istituzionali e non, ecc)
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Azioni di sostegno Azioni di coinvolgimento della rete familiare ed amicale, del territorio, delle istituzioni Azioni amministrative
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Verifica VERIFICA ripercorrendo: il piano di lavoro Il contratto
Confrontando : gli obiettivi che erano stati fissati con i risultati ottenuti
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Conclusione Termine del processo di aiuto
Rimodulazione o riformulazione del piano d’intervento
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Traccia 1 Paolo, ha 34 anni, in seguito ad un incidente automobilistico deambula esclusivamente con l’utilizzo di ausili . Vive con i genitori, non lavora e non esce mai di casa. I genitori preoccupati per questa situazione si rivolgono all’assistente sociale per un aiuto.
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Traccia 2 L’alunno frequenta la prima media inferiore ed è già una volta ripetente, ha numerose difficoltà ad integrarsi nel gruppo scuola ed ha grosse carenze nelle conoscenze didattiche di base. Il contesto familiare non è del tutto adeguato alle necessità di un adolescente, infatti anche gli altri membri della famiglia richiedono particolari interventi. Il padre è disoccupato, la madre tendente all’alcolismo e affetta da cancro alle corde vocali.
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schema ACCOGLIENZA DELLA DOMANDA E ANALISI DELLA SITUAZIONE (contesto informativo) Azioni messe in atto per accogliere la richiesta e per la raccolta di informazioni Informazioni selezionate Ipotesi di massima
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VALUTAZIONE (contesto valutativo)
Piano di intervento Definizione degli obiettivi A breve termine A medio termine A lungo termine Individuazione delle risorse INDIVIDUAZIONE DEGLI STRUMENTI Definizione delle attività
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ATTUAZIONE (contesto di trattamento)
VERIFICA (contesto di trattamento) Come viene effettuata (colloqui utente, Equipe, Ecc) CONCLUSIONE (contesto valutativo conclusivo) Risulti raggiunti Risultati da raggiungere Rimodulazione del Piano d’azione Riformulazione del Piano D’azione
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