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ISTITUTO COMPRENSIVO F. D’AMICO
ANCHE NOI DICIAMO
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alla violenza contro le donne 25 novembre 2017
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La cronaca riporta continuamente casi di violenza sulle donne e di uccisione di donne.
Sono casi così frequenti che negli ultimi anni è stato addirittura coniato un nuovo termie per indicare questo fenomeno: femminicidio. Femminicidio, perché non siamo solo di fronte a un omicidio ma a omicidi particolari, con caratteristiche particolari: L’omicida è sempre un maschio, la vittima è sempre una donna; L’omicida è sempre un uomo – marito, convivente, amante, fidanzato – che ha amato o, addirittura, dice di amare ancora la vittima; Anche la vittima però ha amato o dice di amare ancora l’uomo che la picchia, spesso in modo selvaggio, mettendone a repentaglio la vita stessa.
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La violenza contro le donne è quasi sempre una violenza che si consuma in famiglia, tra le mura di casa; È un tipo di violenza che si tende a nascondere e a non denunciare. Perché? Perché ci si vergogna, ma soprattutto perché quel mostro non è stato sempre così.
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LE RADICI DELLA VIOLENZA SULLE DONNE
Questo atteggiamento da parte dell’uomo è legato a un meccanismo tipico della mentalità tradizionele, quella che viene chiamata «mentalità patriarcale», secondo la quale l’uomo è superiore alla donna e ha il diritto di imporre questa superiorità anche con la violenza. Molti osservatori ritengono che la violenza di genere e il femminicidio siano un prodotto della mentalità patriarcale, che viene fuori ni momenti di difficoltà. Per la mentalità patriarcale la donna è proprietà privata.
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EMANCIPAZIONE E VIOLENZA
Il femminicidio e la violenza sulle donne sono fenomeni che riguardano tutti i Paesi industrializzati, paesi in cui le donne sono emancipate, godono di una grande libertà, sono indipendenti… Molti uomini messi di fronte all’indipendenza femminile, non riescono a gestire un rapporto alla pari e diventano aggressivi e violenti. L’aggressività maschile sarebbe un modo per recuperare un senso di superiorità messo in pericolo dal processo di emancipazione delle donne.
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DATI SUL FEMMINICIDIO DONNE UCCISE IN ITALIA 2005 2006 2007 2008 2009
2010 2011 2012 2013 84 101 103 113 119 127 120 124 177
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Nel 2014, 2015, 2016, secondo il Ministero degli Interni, la situazione è leggermante migliorata, grazie anche all’entrata in vigore delle leggi contro lo stalking e il femminicidio. Art. 612-bis Lo stalker è una persone che con comportamenti ripetitivi, telefonate, sms, pedinamenti ecc.., causa uno stato di ansia nella vittima e nei suoi familiari, costringendoli cambiare le proprie abitudini. La pena prevista è la reclusione da un minimo di sei mesi a un massimo di quattro anni.
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PERCHÉ QUESTA DATA? La Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne è una ricorrenza istituita dall'Assemblea generale delle Nazioni Unite, tramite la risoluzione numero 54/134 del 17 dicembre L’assemblea dell’Onu ha scelto il 25 novembre come data della ricorrenza e ha invitato i governi, le organizzazioni internazionali e le ONG a organizzare attività volte a sensibilizzare l'opinione pubblica in quel giorno.
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Questa data fu scelta in ricordo del brutale assassinio nel 1960 delle tre sorelle Mirabal considerate esempio di donne rivoluzionarie per l'impegno con cui tentarono di contrastare il regime di Rafael Leónidas Trujillo ( ), il dittatore che tenne la Repubblica Dominicana nell'arretratezza e nel caos per oltre 30 anni. Il 25 novembre 1960, infatti, le sorelle Mirabal, mentre si recavano a far visita ai loro mariti in prigione, furono bloccate sulla strada da agenti del Servizio di informazione militare. Condotte in un luogo nascosto nelle vicinanze furono torturate, massacrate a colpi di bastone e strangolate, per poi essere gettate in un precipizio, a bordo della loro auto, per simulare un incidente.
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CHI ERANO LE SORELLE MIRABAL?
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Patria, Minerva e María Teresa Mirabal, assieme ai loro mariti, erano delle attiviste del “Movimento 14 giugno”, un gruppo politico clandestino dominicano che si opponeva alla dittatura di Rafael Leónidas Trujillo. Nate tra il 1924 e il 1935, hanno trovato la morte nello stesso giorno: il 25 novembre. Le tre sorelle, a causa della loro militanza, nel gennaio del 1960 furono arrestate e incarcerate. La loro detenzione, però, durò pochi mesi. Cosa diversa per i loro mariti, che continuarono a rimanere nella prigione Puerta Plata. Il 25 novembre del ’60, Patria, Minerva e María Teresa, mentre stavano andando in auto a far visita ai loro compagni in carcere in compagnia di un autista, furono fermate dalla polizia, condotte in una piantagione di canna da zucchero e uccise a bastonate. Poi, una volta uccise, i militari di Trujillo rimisero i loro corpi in macchina e tentarono di simulare un incidente. All’opinione pubblica, però, fu subito chiaro che le sorelle Mirabal erano state assassinate. In molti cominciarono a ribellarsi. E di lì a poco il regime finì con la morte del dittatore Trujillo.
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QUAL È IL COLORE SIMBOLO DELLA GIORNATA?
In tutto il mondo il 25 novembre è celebrato con l’arancione, tanto che si parla anche di Orange Day. Un Women, l’Ente delle Nazioni Unite per l'uguaglianza di genere, lo ha scelto come simbolo di un futuro in cui le donne si saranno liberate della violenza degli uomini. In Italia, però, dove la Giornata si celebra solo dal 2005, spesso all’arancione è preferito il rosso.
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PERCHÉ SI UTILIZZANO LE SCARPE ROSSE?
Soprattutto in Italia, il simbolo della lotta contro la violenza sulle donne sono le scarpe rosse, lasciate abbandonate su tante piazze del nostro Paese per sensibilizzare l'opinione pubblica. Lanciato dall'artista messicana Elina Chauvet attraverso una sua installazione, nominata appunto Zapatos Rojas, è diventato presto uno dei modi più popolari per denunciare i femminicidi. Un'installazione che ha fatto il giro del mondo, toccando alcune delle principali città europee e italiane.
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