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LA FINANZA PUBBLICA Il debito pubblico.

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Presentazione sul tema: "LA FINANZA PUBBLICA Il debito pubblico."— Transcript della presentazione:

1 LA FINANZA PUBBLICA Il debito pubblico

2 La scienza delle finanze
Studia l’attività dello Stato e degli enti pubblici volta a procurarsi i mezzi necessari per effettuare le spese pubbliche, i principi che regolano tale attività, le norme che le disciplinano. Ha evidentemente dei collegamenti con le altre discipline economiche. (micro, macroeconomia, politica economica, diritto finanziario e tributario.) Parte dall’analisi dei bisogni collettivi che vengono soddisfatti attraverso beni e servizi pubblici ed erogati dallo Stato e dagli altri enti pubblici sia enti territoriali (Regioni, Province, Comuni) che istituzionali (nazionali, INPS,INAIL, ISTAT, CNR e locali , ASL, Camere di commercio ecc.).(revisione art 119 Cost).

3 IL SISTEMA ECONOMICO E’ una struttura composta da quattro soggetti :
FAMIGLIE ( lavorano, consumano, risparmiano). IMPRESE ( producono, investono, scambiano). STATO (produce, investe, preleva, redistribuisce, regolamenta). RESTO DEL MONDO (investe ,importa ,esporta ). Le relazioni tra questi soggetti determinano il circuito economico.

4 L’OPERATORE STATO Nel sistema economico lo Stato riveste un’importanza determinante, in quanto non si limita ad acquistare, produrre, scambiare, come gli altri soggetti economici, ma si assume il compito di definire le regole relative al funzionamento del sistema economico stesso. Inoltre ha il compito di prelevare tributi dietro imposizione sia dalle famiglie che dalle imprese, per potere erogare beni e servizi a prezzi più bassi rispetto a quelli del settore privato (sanità, istruzione, trasporti) o a costo zero ( sicurezza , giustizia, infrastrutture) redistribuire il reddito ed i patrimoni (progressività delle imposte, sussidi, contributi, espropriazioni).

5 L’INTERVENTO DELLO STATO NELL’ECONOMIA
La finanza neutrale è quel tipo di intervento dello Stato che non interferisce con il sistema di mercato e corrisponde ad un’ideologia che ha avuto la prevalenza nel XIX secolo. Secondo questo metodo di fare finanza pubblica, lo Stato deve solo garantire i servizi essenziali (riscossione dei tributi, erogazione delle spese che il privato non può erogare , come la giustizia ,la difesa, l’ordine pubblico), senza che sia demandata alla finanza pubblica il compito di risolvere le principali problematiche economiche, come crisi, inflazione ,disoccupazione. La Finanza funzionale, al contrario, si afferma nel XX sec, dopo la crisi del 29 e l’avvento delle idee Keynesiane.

6 IL CICLO ECONOMICO Le grandezze economiche ( reddito nazionale, occupazione, consumi, risparmi, investimenti, andamento dei prezzi) non crescono in modo uniforme ma si sviluppano attraverso fluttuazioni cicliche. Il fenomeno per cui queste grandezze subiscono delle oscillazioni nel tempo prende il nome di ciclo economico. Questo si sviluppa attraverso quattro fasi: ripresa, espansione, crisi, depressione. La situazione in cui il sistema economico si trova in un dato momento del ciclo prende il nome di congiuntura. Da qui la necessità di attuare una politica anticongiunturale o anticiclica per attenuarne le distorsioni.

7 LA POLITICA ECONOMICA La politica economica si articola in politica finanziaria e politica monetaria. La prima consiste in tutta quella serie di strumenti che lo Stato adopera per raggiungere i suoi obiettivi. Gli obiettivi sono la crescita, la redistribuzione, la stabilizzazione. Gli strumenti sono la politica delle entrate e la manovra della spesa pubblica. Tali strumenti sono utilizzati in maniera anticiclica per favorire l’obiettivo della stabilizzazione. (politica finanziaria espansiva, politica finanziaria restrittiva). La politica monetaria, realizzata dal sistema bancario europeo e da quello delle banche italiane, ha come obiettivo principale la stabilità dei prezzi. Gli strumenti adoperati sono i tassi di interesse e, attualmente, il quantitative easing. (allentamento quantitativo).

8 LE IMPRESE PUBBLICHE Sono imprese che forniscono servizi di pubblica utilità. Esistono monopoli naturali (acqua) e monopoli fiscali (tabacco). Il prezzo dei servizi venduti dalle imprese pubbliche è denominato tariffa. L’impresa pubblica è uno degli elementi dell’intervento dello Stato nell’economia ed anche una delle voci del bilancio dello Stato. Rare nell’economia statunitense più diffuse in quelle europee, specialmente in paesi come l’Italia ad economia mista.( art 41, art 43 Cost) Con il trasferimento della proprietà dell’impresa dal settore privato al pubblico si ha la nazionalizzazione (secondo dopoguerra). Viceversa si ha la privatizzazione (anni 90).

9 LE ENTRATE PUBBLICHE Sono tutti quegli introiti di Stato ed Enti pubblici necessari per effettuare la spesa. Lo Stato si procura le entrate principalmente attraverso tre vie: 1) Facendo pagare i tributi; 2) Emettendo i titoli del debito pubblico 3) Creando moneta Le entrate sono uno strumento di politica economica, la politica tributaria consiste nell’introduzione di nuove imposte o nella variazione di quelle esistenti. Anche la politica tributaria può essere realizzata in senso anticongiunturale. La pressione tributaria è il rapporto tra le imposte che i contribuenti versano in un anno e il reddito nazionale. ( T/PIL). In Italia e in molti altri paesi del Mondo dal XX secolo vige il principio della progressività dell’imposta (art 53 Cost.)

10 LA SPESA PUBBLICA L’ammontare della spesa pubblica rappresenta il fabbisogno finanziario della Pubblica Amministrazione e cioè tutte le risorse in denaro che servono per soddisfare tutti i bisogni nel corso di un anno. Quando si parla di bisogni ci si riferisce a bisogni collettivi, cioè quelli che la persona non può soddisfare privatamente. Anche la spesa pubblica è uno strumento di politica economica che viene usato dai Governi in senso anticiclico, soprattutto dopo il diffondersi delle teorie Keynesiane (1936). Di fatto dagli anni Trenta in poi la spesa pubblica è sempre stata in costante aumento, nel primo ventennio sotto forma di spesa per investimenti, dal secondo dopoguerra in poi sotto forma di spesa corrente. Dagli anni Ottanta in poi lo Stato sociale è entrato in crisi per via del progressivo indebitamento che è diventato via via sempre più insostenibile. Una delle forme più critiche in questo senso è la spesa per la sicurezza sociale (assistenza e previdenza ) che in Italia è particolarmente importante per via dello squilibrio demografico e la crisi della natalità.

11 IL BILANCIO DELLO STATO
Il bilancio è il documento giuridico-contabile che registra le entrate e le spese dello Stato relative al periodo di un anno. Riflette gli indirizzi di politica economica di uno Stato in quanto dal bilancio si desumono i soggetti dai quali lo Stato preleva le risorse e gli scopi per i quali eroga le spese. Il bilancio può essere in pareggio, avanzo o disavanzo. Il bilancio è proposto dal Governo e approvato dal Parlamento entro il 31 dicembre; in caso di mancata approvazione scatta l’esercizio provvisorio. (art 81 Cost.). E’ regolamentato dall’ articolo 81 della Costituzione e dalla legge n 196/2009 e 39/2011 che introducono modifiche sia sostanziali che procedurali al fine di assicurare la coerenza della programmazione finanziaria nazionale con i criteri e le procedure stabilite in sede europea. Diverse sono le teorie sulla politica di bilancio.

12 I RISULTATI DIFFERENZIALI O SALDI
Il risultato differenziale è una differenza tra alcune categorie di entrate e di spese esposte in bilancio. Si compone di quattro categorie di entrate e di tre di spese. ENTRATE FINALI: Entrate tributarie Entrate extra tributarie RISPARMIO PUBBLICO Entrate per alienazione beni patrimoniali e riscossione crediti FABBISOGNO Entrate per la vendita dei titoli del DEBITO PUBBLICO RICORSO AL MERCATO SPESE FINALI Spese correnti Spese in conto capitale RISPARMIO PUBBLICO Spese per il rimborso dei prestiti FABBISOGNO

13 DEBITO PUBBLICO E DEFICIT
Il debito pubblico rappresenta l’intero ammontare dei prestiti che si sono accumulati negli anni. Secondo i parametri di Maastricht tutti i Paese dell’UE, dovrebbero cercare di contenerlo entro i limiti del 60/100 sul PIL. Il debito pubblico italiano supera ormai il 130/100. Il deficit costituisce invece la quota di prestiti annuali che un Paese è tenuto a contrarre per finanziare tutte le spese di cui sopra (RICORSO AL MERCATO). Secondo i parametri di Maastricht il deficit non dovrebbe annualmente superare il 3/100 del PIL. La manovra economica italiana quest’anno si è attestata sul 2,04/100. Lo SPREAD costituisce il differenziale di rendimento tra i titoli dello Stato più virtuoso (GERMANIA) e quelli dello Stato in considerazione. Attualmente lo Spread italiano si attesta al di sotto di quota trecento. Lo spread rappresenta il termometro della solvibilità di un Paese. Quando è molto alto vuol dire che il Paese in questione è costretto a vendere i propri titoli di stato promettendo al rimborso un interesse maggiore. Questo perché quanto più è indebitato un paese, tanto maggiore è il rischio di solvibilità.

14 LA MANOVRA ECONOMICA I documenti della programmazione di bilancio che il Governo presenta annualmente al Parlamento sono: Il DEF (10 aprile). La Nota di aggiornamento al DEF (20 settembre). La legge di stabilità (15 ottobre) La legge di bilancio (15 ottobre) I disegni di legge collegati (gennaio esercizio successivo). I disegni di assestamento ( 30 giugno esercizio successivo). Recentemente ha trovato applicazione il semestre europeo, un ciclo di coordinamento e allineamento delle politiche economiche nell’ambito della UE che si apre in gennaio ed ha termine a giugno.

15 DEBITO PUBBLICO E DEFICIT
Con l’espandersi delle idee keynesiane relative alla finanza funzionale ed al welfare ,dagli anni cinquanta il ricorso all’indebitamento attraverso l’acquisto di titoli del debito pubblico sul mercato diventa una parte ordinaria della manovra economica. Il prestito pubblico, considerato un’entrata straordinaria, è in realtà un debito dello Stato nei confronti dei cittadini. Lo Stato emette dei titoli ed altri soggetti economici, famiglie, imprese, operatori esteri, altri stati, acquistano tali titoli pagandoli con moneta ed in tal modo lo Stato ottiene delle entrate. Lo Stato però paga un interesse al possessore del titolo, per cui alla scadenza, uno tre dieci anni, dovrà rimborsare interesse e capitale.


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