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PubblicatoRebecca Palmieri Modificato 5 anni fa
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Dr.ssa Maria Rosa Rizzi Hospice Centro Nazaret OSMC Mestre-Venezia
Ordine assistenti sociali VENETO universita’ di verona 17 MAGGIO Il senso del lavoro di assistente sociale in hospice dai principi normativi alla realtà professionale Dr.ssa Maria Rosa Rizzi Hospice Centro Nazaret OSMC Mestre-Venezia
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L. 15 marzo n° 38 art. 1: la presente legge tutela il diritto del cittadino ad accedere alle cure palliative “…. l’obiettivo delle Cure Palliative è il raggiungimento della migliore qualità di vita per il paziente e per la famiglia….” (WHO, 1990, p. 11)
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Codice deontologico Assistenti Sociali
Titolo III, Capo I-12 “Nella relazione di aiuto l’assistente sociale ha il dovere di dare, tenendo conto delle caratteristiche culturali e delle capacità di discernimento degli interessati, la più ampia informazione sui loro diritti, sui vantaggi, svantaggi, impegni, risorse, programmi e strumenti dell’intervento professionale…..” Titolo IV, Capo I-39: “L’assistente sociale deve contribuire ad una corretta e diffusa informazione sui servizi e le prestazioni per favorire l'accesso e l'uso responsabile delle risorse, a vantaggio di tutte le persone, contribuendo altresì alla promozione delle pari opportunità”
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INTERVENTI per la tutela dei diritti
Fornire informazioni e aiutare le persone nell’accesso ai servizi (segretariato sociale) Accompagnare la famiglia e il paziente ad una conoscenza del servizio Costruire con l’equipe e con la famiglia, a volte con il paziente stesso, il progetto “socio assistenziale” Costruire con l’equipe e la famiglia progetti alternativi al ricovero in hospice Promuovere una cultura delle cure palliative
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L. n° 38/2010 Art. 1, comma 2 “È tutelato e garantito, in particolare, l'accesso alle cure palliative e alla terapia del dolore da parte del malato, nell'ambito dei livelli essenziali di assistenza …… al fine di assicurare il rispetto della dignità e dell'autonomia della persona umana, il bisogno di salute, l'equità nell'accesso all'assistenza, la qualità delle cure e la loro appropriatezza riguardo alle specifiche esigenze…..
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Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo (New York 1948)
LA DIGNITA’ NEL DIRITTO Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo (New York 1948) Costituzione Italiana (1948) Carta dei Diritti fondamentali Unione Europea (Nizza 2000, Lisbona 2007) Convenzione del Consiglio d’Europa (Oviedo 1997) – L. n° L. 145/2001 L. 833/1978; L. 328/2000; L. 38/2010; L. 219/2017 World Health Organization (1990; 2002; 2014) Codici deontologici: Medici, Assistenti Sociali, Psicologi, Infermieri Piani Socio Sanitari Nazionali Piano Socio Sanitario Regione Veneto
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« la dignità non è una condizione originaria dell’essere umano, ma è un concetto che si forma nelle relazioni sociali ed è un processo dinamico che si modifica di continuo.» N. Luhmann «I diritti fondamentali come istituzione» 2002
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CODICE DEONTOLOGICO Titolo II, c. 7: L’assistente sociale riconosce la centralità della persona in ogni intervento. Considera e accoglie ogni persona portatrice di una domanda, di un bisogno, di un problema come unica e distinta da altre in analoghe situazioni e la colloca entro il suo contesto di vita, di relazione e di ambiente, inteso sia in senso antropologico-culturale che fisico.
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«il tempo di cura della famiglia è un tempo di cura per il paziente”
….Per i fini di cui ai commi 1 e 2, le strutture sanitarie che erogano cure palliative e terapia del dolore assicurano un programma di cura individuale per il malato e per la sua famiglia, nel rispetto dei seguenti princìpi fondamentali: a) tutela della dignità e dell'autonomia del malato, senza alcuna discriminazione; b) tutela e promozione della qualità della vita fino al suo termine; c) adeguato sostegno sanitario e socio-assistenziale della persona malata e della famiglia. «il tempo di cura della famiglia è un tempo di cura per il paziente”
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Colloquio di accoglienza
ASSICURARE IL RISPETTO DELLA DIGNITA’ Colloquio di accoglienza Passaggio delle informazioni alla equipe per preparare l’inserimento contributo al lavoro di equipe nel tenere uno sguardo d’insieme, sistemico Contributo nel lavoro di equipe alla progettualità, attraverso il PAI Colloqui congiunti con psicologa e/o medico con i familiari Colloqui con i pazienti
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Aiutare la famiglia al saluto finale
ASSICURARE IL RISPETTO DELLA DIGNITA’ Aiutare la famiglia al saluto finale Aiutare famiglie straniere alla preparazione e realizzazione del proprio rito di saluto Contribuire all’organizzazione di funerali di povertà Co-costruzione di progetti di dimissione
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L. n° 38/2010 Art. 1, comma 2 “È tutelato e garantito, in particolare, l'accesso alle cure palliative e alla terapia del dolore da parte del malato, nell'ambito dei livelli essenziali di assistenza …… al fine di assicurare il rispetto della dignità e dell'autonomia della persona umana, il bisogno di salute, l'equità nell'accesso all'assistenza, la qualità delle cure e la loro appropriatezza riguardo alle specifiche esigenze…..
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Cod. Deontologico Titolo II, c. 6 “La professione è al servizio delle persone, delle famiglie, dei gruppi, delle comunità e delle diverse aggregazioni sociali per contribuire al loro sviluppo; ne valorizza l’autonomia, la soggettività, la capacità di assunzione di responsabilità; li sostiene nel processo di cambiamento, nell’uso delle risorse proprie e della società nel prevenire ed affrontare situazioni di bisogno o di disagio e nel promuovere ogni iniziativa atta a ridurre i rischi di emarginazione”
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…. OGNI NOSTRA DIGNITA’ CONSISTE DUNQUE NEL PENSIERO
…..OGNI NOSTRA DIGNITA’ CONSISTE DUNQUE NEL PENSIERO. SU CIO’ NOI DOBBIAMO FAR LEVA, NON SULLO SPAZIO O LA DURATA DELLA VITA, CHE NON POSSIAMO CONOSCERE. LAVORIAMO DUNQUE PER PENSARE BENE: ECCO IL PRINCIPIO DELLA MORALE…” PASCAL
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