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La politica industriale: definizioni

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Presentazione sul tema: "La politica industriale: definizioni"— Transcript della presentazione:

1 La politica industriale: definizioni
Ogni forma di intervento promosso da una autorità pubblica con la finalità di modificare la condizione dell’attività produttiva, distributiva o di consumo di beni o servizi industriali L’intervento statale solitamente si rivolge in favore dell’intero sistema, aree geografiche, settori industriali o di singole imprese Le politiche industriali possono essere di competenza del governo centrale, delle autorità locali, delle autorità sopranazionali, di agenzie specializzate storia dell'impresa

2 La politica industriale: forme
Creazione struttura legale e istituzionale diritti di proprietà, legislazione sui brevetti Modificare la tecnologia Incentivi per favorire la creazione (R&S) e la diffusione dell’innovazione Modificare i mercati dei prodotti Assicurare la concorrenza, tutelare imprese «giovani», protezione tariffaria, regolazione prezzi beni energetici Modificare i mercati dei fattori Capitale: incentivi al risparmio, riduzioni fiscali per investimenti, costruzione infrastrutture. Lavoro: età di accesso, orari, salari Modificare l’importanza relativa di industrie e imprese Sostenere imprese e settori in crisi, sviluppare imprese e settori strategici storia dell'impresa

3 La politica industriale italiana: caratteristiche delle diverse fasi
anni comunemente definita tipo di intervento pubblico Liberale lavori pubblici Protezionistica dazi doganali Fascista controllo della produzione della Golden age sostegno alla domanda dei campioni nazionali finanziamento alla produzione 1992- delle privatizzazioni promozione della concorrenza storia dell'impresa

4 La politica industriale nel periodo liberale (1861-1880)
L’intervento caratterizzante fu la costruzione delle rete ferroviaria L’estensione triplicò passando da a km I costi benefici sugli usi alternativi delle risorse non risultano maggiori Non si determinarono ricadute significative per i settori siderurgico e meccanico storia dell'impresa

5 La politica industriale nel periodo protezionistico (1881-1914)
L’intervento caratterizzante fu l’imposizione di tariffe doganali – specie quella 1887 – relativa a grano, ghisa e prodotti siderurgici. La storiografia ha dato grande rilevanza a queste scelte: secondo alcuni [Zamagni, Mori, Sapelli] il protezionismo ebbe effetti positivi favorendo lo sviluppo delle «nuove» industrie Altri [Gerschenkron] hanno criticato la scelta dei settori protetti (meccanica versus siderurgia) C’è infine chi sostiene che per l’industria i dazi non furono m,olto elevati e quindi nella sostanza non mutarono la situazione La politica industriale mirò alla formazione del «blocco industriale e militare» ma si tratta di un insieme piuttosto piccolo, circa il 14% del Pil, l’8% del fatturato dei settori meccanici e metallurgici Spillover per l’intero sistema? Il caso dell’Ansaldo storia dell'impresa

6 La politica industriale nel periodo fascista (1922-1940): continuità e originalità
L’intervento fu rivolto a controllare la capacità produttiva definendo misure di controllo sui costi del lavoro e del capitale La storiografia ne sottolinea la continuità con le precedenti dei governi liberali Essa ebbe però, specialmente negli anni Trenta, caratteri di originalità: Controllo delle tariffe Autarchia (autosufficienza) Interventi territoriali (bonifiche, aree speciali) Regolamentazione mercato dei beni («cartelli») e del lavoro (scioglimento sindacati, abolizione diritto di sciopero) Intervento pubblico: l’Istituto per la Ricostruzione Industriale (IRI) storia dell'impresa

7 La politica industriale nel periodo fascista (1922-1940): esiti
L’impatto di breve periodo fu rilevante: i bassi salari consentirono accumulazione e stabilizzazione monetaria le tariffe di protezione consentirono la crescita del settore meccanico e chimico L’organizzazione in «cartelli» fece crescere i prezzi e sostenne le vendite L’impatto di lungo periodo fu negativo: i bassi salari non consentirono un effettivo aumento del mercato interno La distribuzione fra profitti e salari si orientò fortemente verso i primi le imprese furono incentivate ad adottare tecniche a maggiore intensità di lavoro, riducendo la spinta alla ricerca e all’innovazione storia dell'impresa

8 La politica industriale nel periodo della Golden age (1950-1973) 1/2
L’aspetto più rilevante fu il sostegno all’impresa pubblica che contribuì alla modernizzazione del paese (rete telefonica e manifatture) Il governo adottò politiche commerciali diverse da quelle fasciste ma in continuità con il sostegno ai settori siderurgico, meccanico e chimico (rafforzate con l’adesione alla CECA) Tra i progetti più rilevanti vi furono: il piano Sinigaglia (Finsider) per la produzione di acciaio (Cornigliano) con l’impiego di tecnologie americane la costituzione della rete di fornitura di gas da parte dell’Agip che, dal 1953, passò sotto il controllo dell’ENI storia dell'impresa

9 La politica industriale nel periodo della Golden age (1950-1973) 2/2
La politica industriale fu impostata in modo correlato con quella finanziaria e fiscale Schema Vanoni (1955) Governi di centro sinistra – nazionalizzazione dell’industria elettrica (1962) e costituzione dell’ENEL La programmazione Coordinamento tra le politiche industriali, quelle di sostegno dell’occupazione e allo sviluppo del Mezzogiorno Dal 1951 al 1981 l’occupazione nel sud passò dal 13% al 20,5% del totale nazionale Il Pil procapite del Sud crebbe in linea con quello nazionale Nel 1973 le imprese pubbliche e i due più grandi gruppi privati (Fiat, Montedison) realizzavano il 60% della produzione industriale storia dell'impresa

10 La politica industriale e i «campioni nazionali» (1973-1991) 1/2
Nel corso degli anni Settanta l’incremento dei costi energetici imposero alle industrie una forte riconversione I governi la sostennero con due linee di intervento: una politica industriale a sostegno dei «campioni nazionali» imprese e/o gruppi industriali, operanti in settori ritenuti strategici (siderurgia, energia, petrolchimica), in grado di competere sui mercati internazionali una politica fiscale (con una forte tolleranza verso l’evasione) favorevole alla piccola impresa storia dell'impresa

11 La politica industriale e i «campioni nazionali» (1973-1991) 2/2
Fallimento dei «campioni nazionali» industria chimica (ANIC, Montedison, SIR, Liquichimica) a causa di un mercato troppo piccolo per sostenere una capacità produttiva in contniua crescita industria automobilistica (Alfa Romeo e FIAT) Sostegno alla R&S con esiti limitati Crescita della PMI nei settori tradizionali storia dell'impresa

12 La politica industriale e le privatizzazioni (1992-)
Scaturisce più da un effetto congiunto di condizioni monetarie e finanziarie a livello internazionale che da scelte consapevoli di politica economica Nel 1992 di fronte all’indebitamento delle maggiori imprese pubbliche (IRI, ENEL, ENI) il governo avvia un piano di privatizzazione con il duplice obiettivo di: aumentare la capacità imprenditoriale delle aziende ridurre il debito pubblico così da poter ottenere la riduzione della spesa corrente per interessi Le privatizzazioni hanno influito sul declino della capacità industriale dell’Italia nei principali settori industriali (chimico, meccanico, elettronico)? storia dell'impresa

13 Le principali privatizzazioni in Italia (1993-2004)
storia dell'impresa

14 L’intervento pubblico nel lungo periodo
Le forti differenze nelle forme della politica industriale nelle diverse fasi causano: Assenza di uno Stato «sviluppista» Mancanza di un disegno di lungo periodo Nel breve periodo spesso si risponde a situazioni contingenti La grande impresa pubblica nasce come salvataggio del sistema banca-industria piuttosto che attraverso un progetto consapevole storia dell'impresa


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