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S.Pace - Rimini 6 marzo 20111 Prospettive europee dellobbligo Rimini, 6 marzo 2011 Salvatore Pace.

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Presentazione sul tema: "S.Pace - Rimini 6 marzo 20111 Prospettive europee dellobbligo Rimini, 6 marzo 2011 Salvatore Pace."— Transcript della presentazione:

1 S.Pace - Rimini 6 marzo 20111 Prospettive europee dellobbligo Rimini, 6 marzo 2011 Salvatore Pace

2 S.Pace - Rimini 6 marzo 20112 OBBLIGO acquisire una prospettiva Riduttività della prospettiva non aiuta ad operare Perché lobbligo è un concetto complesso Per capire la complessità riguardare lo scenario di maturazione, il brodo di coltura Solo comprendendo la complessità si può operare nella scuola Perché solo così si riesce ad ATTRIBUIRE UN SENSO alle norme (ad es. obbligo) e si riesce ad organizzare lattività.

3 S.Pace - Rimini 6 marzo 20113 Lisbona ? Nulla è neutro. Per ogni comportamento umano cè una spiegazione, da quelli più quotidiani ed insignificanti alle grandi scelte dei popoli e dei governi, tutti assumono un senso a partire dal significato che attribuiamo alle parole e dai valori a cui tendiamo.

4 S.Pace - Rimini 6 marzo 20114 LO SCENARIO Allinizio degli anni 90 era radicalmente mutato lo scenario del Pianeta con il maturarsi di tre processi di enorme portata: 1.la caduta del blocco sovietico (il che voleva dire immensi mercati che improvvisamente si aprivano ai capitali sia dellOccidente che dellOriente); 2.lavanzare di nuove economie estremamente aggressive e forti di costi di produzione bassissimi ( le cosiddette Tigri asiatiche, Taiwan, Singapore, Hong Kong e Corea del Sud, cui si affiancavano minacciosamente due giganti fino ad allora dormienti come Cina e India); 3.lo smaterializzarsi del concetto di denaro e di sistema finanziario dovuto allaffermarsi delle comunicazioni e delle transazioni in tempo reale.

5 S.Pace - Rimini 6 marzo 20115 L ESITO Questi tre processi diedero luogo a quella globalizzazione che significava veloce delocalizzazione delle produzioni, rottura del rapporto luogo di produzione/luogo dellaccumulazione, possibilità di sfuggire ai controlli fiscali ed ambientali spostando le produzioni in zone del Pianeta depresse, con salari bassi, senza vincoli per la tutela né dei lavoratori né dellambiente, posti dove era possibile moltiplicare in breve tempo i profitti.

6 S.Pace - Rimini 6 marzo 20116 E LEUROPA ? Era chiaro a tutti che il modello Europa, senza immediate risposte strutturali, sarebbe rimasto travolto dal cambiamento. Come fare a pensare al cambiamento senza stravolgere il tessuto sociale ed economico?

7 S.Pace - Rimini 6 marzo 20117 Da dove si parte per andare a Lisbona Un idea forte: responsabilità sociale delle imprese Tra i documenti emanati dallUnione Europea, un posto di primo piano assume il Libro Bianco di Delors Crescita, competitività ed occupazione – Le sfide e le vie da percorrere per entrare nel XXI secolo del 1993.

8 S.Pace - Rimini 6 marzo 20118 Perché ad un economista interessa la scuola? crisi occupazionale nuova economia scommettere sulla crescita dellEuropa Di fronte alla crisi occupazionale Delors propone ai paesi membri di costruire una nuova economia sana, aperta, decentrata, competitiva e solidale. Per la Commissione Europea guidata da Delors scommettere sulla crescita dellEuropa significa puntare su capitale umano senso di responsabilità individuale e di responsabilitàcollettiva, civiltà europea capitale umano, la risorsa principale, e sulla superiore competitività rispetto agli altri paesi valorizzando congiuntamente il senso di responsabilità individuale e di responsabilità collettiva, elementi questi che caratterizzano quei valori di civiltà europea che vanno conservati e adattati al mondo di oggi e di domani

9 S.Pace - Rimini 6 marzo 20119 Civiltà europea ? non intende la civiltà in senso neocoloniale In realtà Delors non intende la civiltà in senso neocoloniale tipo lesportazione con le bombe del sistema democratico europeo o limposizione del controllo sulle risorse petrolifere, cose che – soprattutto agli occhi degli altri ma anche purtroppo per larga parte del mondo occidentale - costituiscono il concetto di civiltà europea

10 S.Pace - Rimini 6 marzo 201110 Piuttosto modello europeo sviluppo inteso come diffusione del benessere (sviluppo socialmente sostenibile) Delors si appella invece al concetto socialdemocratico e illuministico di capitalismo temperato e solidale fondato su di uno sviluppo inteso come diffusione del benessere a fette sempre più consistenti di popolazione grazie alla diffusione dei diritti e delleconomia solidale (sviluppo socialmente sostenibile)

11 S.Pace - Rimini 6 marzo 201111 Come difendere il modello europeo ? dumping sociale nel lungo periodo sviluppo della domanda nazionale ed al miglioramento delle condizioni di vita Già nel 1993, in risposta al dumping sociale esercitato dai paesi asiatici, il Libro Bianco sottolineava come nel lungo periodo una delle soluzioni migliori potesse consistere nellaiutare tali paesi a creare le condizioni necessarie allo sviluppo della domanda nazionale ed al miglioramento delle condizioni di vita

12 S.Pace - Rimini 6 marzo 201112 DUMPING SOCIALE ? dumping Il dumping è la vendita sottocosto: cioè, per guadagnare nuovi mercati e battere la concorrenza ci si rimette nella vendita praticando un prezzo più basso di quanto costi produrre la merce. dumping sociale Il dumping sociale consiste nel contenere i costi di produzione abbassando il costo del lavoro al di sotto della soglia di accettabilità minima (sopravvivenza). Ciò che in realtà si abbassa non è il costo delle merci ma il livello sociale della popolazione che produce (lett. dumping=scaricare rifiuti. Molto appropriato !)

13 S.Pace - Rimini 6 marzo 201113 Come fare ? non è fare a nostra volta dumping sociale per esserecompetitivi lo strumento per resistere al dumping sociale non è erodere il sistema di protezione sociale in Europa o ignorare i diritti allestero, cioè fare a nostra volta dumping sociale per essere competitivi. creazione e sullo sfruttamento delle conoscenze… La ricchezza delle nazioni è basata in misura sempre crescente sulla creazione e sullo sfruttamento delle conoscenze…

14 S.Pace - Rimini 6 marzo 201114 PARENTESI: UN PUNTO DI PARTENZA ANTICO Articolo 149 del Trattato che Istituisce la Comunità Europea La Comunità contribuisce allo sviluppo di un'istruzione di qualità incentivando la cooperazione tra Stati membri e, se necessario, sostenendo ed integrando la loro azione nel pieno rispetto della responsabilità degli Stati membri per quanto riguarda il contenuto dell'insegnamento e l'organizzazione del sistema di istruzione, nonché delle loro diversità culturali e linguistiche.

15 S.Pace - Rimini 6 marzo 201115 Eccoci a Lisbona il Consiglio Europeo di Lisbona del marzo 2000 Facendo seguito alla strategia individuata dal Libro Bianco, il Consiglio Europeo di Lisbona del marzo 2000 ha posto per lEuropa lobiettivo di diventare leconomia della conoscenza più competitiva e più dinamica del mondo,leconomia della conoscenza più competitiva e più dinamica del mondo, capace di una crescita economica sostenibile accompagnata da un miglioramento quantitativo e qualitativo delloccupazione e da una maggiore coesione sociale.

16 S.Pace - Rimini 6 marzo 201116 Conservatela per dopo La diapositiva di prima, conserviamola per dopo, perché ci servirà ad esprimere qualche giudizio.

17 S.Pace - Rimini 6 marzo 201117 Insegnare e apprendere: verso la società conoscitiva di Édith Cresson 1995 IL PARADOSSO DI CRESSON se dieci milioni di posti di lavoro fossero immediatamente disponibili mancanza di qualifiche sufficienti se dieci milioni di posti di lavoro fossero immediatamente disponibili, le imprese avrebbero enormi difficoltà a reperire la totalità dei candidati idonei ad occuparli per via della mancanza di qualifiche sufficienti

18 S.Pace - Rimini 6 marzo 201118 Quali domande ? E la risposta ? Come formare lavoratori qualificati, Come formare lavoratori qualificati, in possesso delle necessarie competenze ed in grado di adattarle rapidamente a nuove esigenze? Come dotare l'individuo di conoscenze esistenza Come dotare l'individuo di conoscenze e qualifiche di base suscettibili di aiutarlo nel corso della sua esistenza? A scuola si esigono nuove forme del sapere

19 S.Pace - Rimini 6 marzo 201119 I vantaggi dellEuropa A questo proposito, unazione comune sul piano europeo potrebbe fornire innegabili vantaggi: garantire la mobilitàgarantire la mobilità degli studenti e dei lavoratori; avvicinare la scuola all'impresa avvicinare la scuola all'impresa con l'ausilio di un programma di mobilità dei tirocinanti e grazie ad uno statuto europeo del tirocinante; industria europea del softwaresostenere una vera e propria industria europea del software educativo e multimediale, effettivo strumento pedagogico di domani. nuove tecnologie dell'informazioneseconda possibilità educativa ai giovani che non hanno avuto successo nel sistema scolastico classico.Sostenere qualsivoglia iniziativa nazionale o locale intesa a offrire, grazie ad un insegnamento adattato che si valga delle nuove tecnologie dell'informazione, una seconda possibilità educativa ai giovani che non hanno avuto successo nel sistema scolastico classico.

20 S.Pace - Rimini 6 marzo 201120 Quale futuro ? transizione morbida In altri termini, verso una società conoscitiva preparare gli europei ad una transizione morbida verso una società fondata sull'acquisizione di conoscenze e nella quale non si smetta di apprendere ed insegnare per tutta la vita. In altri termini, verso una società conoscitiva

21 S.Pace - Rimini 6 marzo 201121 13 obiettivi per 3 fini strategici

22 S.Pace - Rimini 6 marzo 201122 1 Migliorare la qualità e l'efficacia dei sistemi di istruzione e di formazione dell'UE 1.1Migliorare l'istruzione e la formazione per insegnanti e formatori 1.2Sviluppare le competenze per la società della conoscenza 1.3Garantire l'accesso alle TIC per tutti 1.4Attrarre più studenti agli studi scientifici e tecnici 1.5Sfruttare al meglio le risorse

23 S.Pace - Rimini 6 marzo 201123 2 Agevolare l'accesso di tutti ai sistemi di istruzione e formazione 2.1Un ambiente aperto per l'apprendimento 2.2Rendere l'apprendimento più attraente 2.3Sostenere la cittadinanza attiva, le pari opportunità e la coesione sociale

24 S.Pace - Rimini 6 marzo 201124 3 Aprire i sistemi di istruzione e formazione al resto del mondo 3.1Rafforzare i legami con il mondo del lavoro e della ricerca e con la società in generale 3.2Sviluppare lo spirito imprenditoriale 3.3Migliorare l'apprendimento delle lingue straniere 3.4Aumentare la mobilità e gli scambi 3.5Rafforzare la cooperazione europea

25 S.Pace - Rimini 6 marzo 201125 Rieccoci a Lisbona Ora siamo in grado di capire gli obiettivi di Lisbona

26 S.Pace - Rimini 6 marzo 201126 Obiettivi di Lisbona 2010 1. Aumento degli investimenti per listruzione e la formazione Abbandono scolastico 3. Aumento dei laureati in matematicascienze e tecnologia: disparità fra i sessi istruzione secondaria superiore Competenze fondamentali: Apprendimento per tutto larco della vita 1. Aumento degli investimenti per listruzione e la formazione: non cè un parametro specifico, il dato relativo a ogni Stato verrà inserito in unanalisi comparata (benchmarking) con quello degli altri Stati 2. Abbandono scolastico: dimezzare il tasso si abbandono, per arrivare a una media UE inferiore al 10% 3. Aumento dei laureati in matematica, scienze e tecnologia: dimezzare la disparità fra i sessi dei laureati nelle materie indicate 4. Popolazione che ha portato a termine la propria istruzione secondaria superiore: la percentuale della popolazione compresa tra i 25 e i 64 anni che ha assolto almeno listruzione secondaria superiore deve superare l80% 5. Competenze fondamentali: la percentuale dei quindicenni con livelli bassi di capacità di lettura e di nozioni di matematica e scienze deve essere almeno dimezzata (Rapporti PISA) 6. Apprendimento per tutto larco della vita: il livello del Longlife Learning deve essere almeno del 15% e in nessun paese deve essere al di sotto del 10%

27 S.Pace - Rimini 6 marzo 201127 CONDIZIONI STRUTTURALI per la realizzazione Anni 90: le riforme strutturali P.A. si inseriscono in un quadro europeo: -Decentramento -Autonomia -Accessibilità sistemi di formazione

28 S.Pace - Rimini 6 marzo 201128 Il decentramento dellistruzione nei Paesi dellUE fonte idire Tendenza al decentramento. Negli ultimi 30 anni nei Paesi dellUE le riforme della scuola si sono sempre intrecciate con il decentramento amministrativo insieme al conferimento dellautonomia alle istituzioni scolastiche. Quasi ovunque sono state introdotte regole che hanno spostato gran parte del potere decisionale e di gestione dallo Stato centrale verso le autorità regionali, locali o municipali e verso gli istituti scolastici.

29 S.Pace - Rimini 6 marzo 201129 Perché il decentramento dellistruzione nei Paesi dellUE fonte idire maggiore efficacia nella risoluzione dei problemi maggiore vicinanza, maggiore efficacia nella risoluzione dei problemi grazie al fatto che una maggiore vicinanza, dovrebbe determinare una migliore conoscenza della situazione e maggiori possibilità di trovare più rapidamente delle soluzioni; più ampia partecipazione dei cittadiniuna più ampia partecipazione dei cittadini grazie a unofferta di servizi più accessibili agli utenti; miglior adattamentoalle particolarità localiun miglior adattamento dellorganizzazione del sistema alle particolarità locali e regionali. rafforzano i processi di democratizzazione Si sostiene infine che questi elementi rafforzano i processi di democratizzazione, in quanto restituiscono potere decisionale alle entità territoriali intermedie che partecipano al sistema generale attraverso organi rappresentativi eletti democraticamente.

30 S.Pace - Rimini 6 marzo 201130 COSA SERVIVA? 1.Decentramento dei centri di potere 2.Autonomia gestionale dei centri di erogazione del servizio 3.Potenziamento dei sistemi formativi di base 4.Sistemi di long life learning 5.Integrazione scuola - formazione- lavoro 6.Elevamento qualità (valutazione sistema e formazione docenti)

31 S.Pace - Rimini 6 marzo 201131 IN ITALIA Riforma e decentramento P.A. – L. 59/97 (Bassanini) Competenze EELL su scuola – Dlgs 112/98 Autonomia scuola – DPR 275/99 (Berlinguer) Elevamento obbligo – L. 9/1999 (Berlinguer) Istituzione organismi di valutazione di sistema (INVALSI) Dlgs 258/1999 (Berlinguer), modificato in seguito fino al Dlgs 213/2009. Riforma Titolo V – L. 3/2001 Definizione dei LEP per la formazione e listruzione – L. 53/2003 (Moratti) Accessibilità ai sistemi formativi – Dlgs 76/2005 (Moratti) Integrazione scuola-formazione/lavoro – Dlgs 77/2005 (Moratti) Prolungamento dellobbligo e Centri Territoriali Permanenti – L. 296/2006 e (Fioroni) Riforma ordinamenti – L 133/2008 (Gelmini) e decreti collegati

32 S.Pace - Rimini 6 marzo 201132 QUINDI LOBBLIGO Quindi la questione dellobbligo si in un discorso ampio, di lungo respiro, impossibile da ridurre a questione solo scolastica o di parte. E notevole la continuità, lorganicità e la fluidità del processo riformatore. Possiamo anzi dire che, per taluni aspetti, una tale lineare evoluzione data a partire da Berlinguer e dal clima di profonde riforme strutturali innescate dalla Bassanini

33 S.Pace - Rimini 6 marzo 201133 CONTINUITA lettera ministro Fioroni L'introduzione del nuovo obbligo si colloca nel quadro delle norme vigenti sul diritto/dovere all'istruzione e alla formazione, in base alle quali nessun giovane può interrompere il proprio percorso formativo senza aver conseguito un titolo di studio o almeno una qualifica professionale entro il 18° anno di età. L'obbligo di istruzione costituisce, quindi, un passaggio obbligatorio che non ha carattere di terminalità e non è caratterizzato da un proprio autonomo ordinamento. Essi non incidono sugli attuali ordinamenti degli istituti di istruzione secondaria superiore e rispettano le loro diverse identità, con riferimento agli ordini di studio, alle tipologie e agli indirizzi. Il percorso di innovazione si svilupperà, quindi, a partire dal prossimo anno scolastico 2007/08 sino alla ricomposizione, in un contesto unitario, di tutti gli ordinamenti dell'istruzione a partire dall'anno 2009/10.

34 S.Pace - Rimini 6 marzo 201134Salvatore Pace - 201134 Diritto dovere

35 S.Pace - Rimini 6 marzo 201135Salvatore Pace - 201135 L'obbligo scolastico di cui all'articolo 34 della Costituzione, nonché l'obbligo formativo, introdotto dalla legge 17 maggio 1999, n. 144, articolo 68 e successive modificazioni, sono ridefiniti ed ampliati, secondo quanto previsto dal presente articolo, come diritto all'istruzione e formazione e correlativo dovere CHE SIGNIFICA

36 S.Pace - Rimini 6 marzo 201136Salvatore Pace - 201136 Berlinguer – Moratti L. 9/99 BERLINGUER obbligo di istruzione e formazione fino al diciottesimo anno di età, a conclusione del quale tutti i giovani possano acquisire un diploma di scuola secondaria superiore o una qualifica professionale. A coloro i quali, adempiuto l'obbligo di istruzione o prosciolti dal medesimo, non intendono proseguire gli studi nell'istruzione secondaria superiore é garantito, nell'ambito della programmazione dell'offerta educativa, il diritto alla frequenza di iniziative formative volte al conseguimento di una qualifica professionale Dlgs MORATTI diritto all'istruzione e alla formazione, per almeno dodici anni o, comunque, sino al conseguimento di una qualifica entro il diciottesimo anno di età. Tale diritto si realizza nel primo ciclo del sistema dell'istruzione, che comprende la scuola primaria e la scuola secondaria di primo grado, e nel secondo ciclo che comprende il sistema dei licei e il sistema dell'istruzione e della formazione professionale, nonché nel sistema dell'apprendistato

37 S.Pace - Rimini 6 marzo 201137 LA MATRICE In un tale processo non sono certo mancate deviazioni, accelerazioni o rallentamenti, contraddizioni, approssimazioni, che testimoniano tanto delle differenti collocazioni politiche dei Governi quanto del grado di sensibilità e di competenza degli staff ministeriali ma, tuttavia, nel complesso di una tale evoluzione sono sufficientemente riconoscibili i tratti dellunica matrice. E la matrice è lEuropa.

38 S.Pace - Rimini 6 marzo 201138 UNA LETTURA SINOTTICA RACCOMANDAZIONE DEL PARLAMENTO EUROPEO E DEL CONSIGLIO relativa a competenze chiave per lapprendimento permanente Bruxelles, 10.11.2005 1. comunicazione nella madrelingua; 2. comunicazione nelle lingue straniere; 3. competenza matematica e competenze di base in scienza e tecnologia; 4. competenza digitale; 5. imparare a imparare; 6. competenze interpersonali, interculturali e sociali e competenza civica; 7. imprenditorialità 8. espressione culturale Documento tecnico obbligo (Fioroni): listruzione e la formazione iniziali offrano a tutti i giovani gli strumenti per sviluppare le competenze chiave a un livello tale che li reparino alla vita adulta e costituiscano la base per ulteriori occasioni di apprendimento, come pure per la vita lavorativa;

39 S.Pace - Rimini 6 marzo 201139 UNA LETTURA SINOTTICA 2 Ricordate Cresson e i nuovi saperi? Competenze Raccomandazione del Parlamento europeo e del Consiglio del 7 settembre 2006. Il Quadro europeo delle Qualifiche e dei TitoliCompetenze indicano la comprovata capacità di usare conoscenze, abilità e capacità personali, sociali e/o metodologiche, in situazioni di lavoro o di studio e nello sviluppo professionale e/o personale; le competenze sono descritte in termine di responsabilità e autonomia. Assi culturali IlDocumento tecnico allegato alla legge 27.12.2006, n. 296, art. 1, comma 622 Fa esplicito riferimento a tale definizione.

40 S.Pace - Rimini 6 marzo 201140 UNA LETTURA SINOTTICA 3 Raccomandazione del Parlamento europeo e del Consiglio del 7 settembre 2006. Il Quadro europeo delle Qualifiche e dei Titoli contiene le seguenti definizioni: Conoscenze: indicano il risultato dellassimilazione di informazioni attraverso lapprendimento. Le conoscenze sono linsieme di fatti, principi, teorie e pratiche, relative a un settore di studio o di lavoro; le conoscenze sono descritte come teoriche e/o pratiche. Abilità, indicano le capacità di applicare conoscenze e di usare know-how per portare a termine compiti e risolvere problemi; le abilità sono descritte come cognitive (uso del pensiero logico, intuitivo e creativo) e pratiche (che implicano labilità manuale e luso di metodi, materiali, strumenti). Documento di valutazione e/o pagella

41 S.Pace - Rimini 6 marzo 201141 I quattro assi culturali Dei linguaggi (italiano, lingua straniera, linguaggi dellarte, linguaggio digitale come trasversale ai saperi) Matematico - non si esaurisce nel sapere disciplinare e neppure riguarda soltanto gli ambiti operativi di riferimento, consiste nellabilità di individuare e applicare le procedure che consentono di esprimere e affrontare situazioni problematiche attraverso linguaggi formalizzati e modelli matematici di pensiero (dialettico e algoritmico) e di rappresentazione grafica e simbolica (formule, modelli, costrutti, grafici, carte). Scientifico-tecnologico - ha lobiettivo di comprendere il valore della conoscenza del mondo naturale e di quello delle attività umane; lapprendimento è centrato sullesperienza e lattività di laboratorio. Storico-sociale - Le competenze relative allarea riguardano la capacità di percepire gli eventi storici nella loro dimensione locale, nazionale, europea e mondiale e di collocarli secondo le coordinate spazio- temporali, cogliendo nel passato le radici del presente.

42 S.Pace - Rimini 6 marzo 201142 CERTIFICATO OBBLIGO LEGGIAMO

43 S.Pace - Rimini 6 marzo 201143 ASSI e DISCIPLINE Senza unadeguata azione di programmazione dei Collegi dei Docenti, dei Consigli di Classe e dei Docenti Gli ASSI rischiano di risultare INCONCILIABILI CON LASSETTO DEGLI ORDINAMENTI E DEI PROGRAMMI ATTUALI

44 S.Pace - Rimini 6 marzo 201144 LE LINEE GUIDA 1 Riguardano lorientamento dei giovani e delle loro famiglie, la formazione dei docenti, il sostegno, il monitoraggio, la valutazione e la certificazione dei percorsi, nella fase di applicazione sperimentale dellobbligo di istruzione negli anni 2007/2008 e 2008/2009, in vista della sua messa a regime nel quadro della piena attuazione dei nuovi ordinamenti del primo e secondo ciclo di istruzione e formazione a partire dallanno scolastico 2009/2010.

45 S.Pace - Rimini 6 marzo 201145 LE LINEE GUIDA 2 i compiti degli OO.CC superare progressivamente la frammentazione dei saperi negli attuali curricoliindividuazione delle strategie più appropriate per linterazione disciplinare, per superare progressivamente la frammentazione dei saperi negli attuali curricoli, quale fattore che genera disorientamento e dispersione scolastica; approfondimento degli aspetti fondanti i quattro assi culturali apprendimento per competenzeorganizzazione dei processi didattici in termini di apprendimento per competenze (non più conoscenze) da articolare in forme coerenti con le scelte generali del Piano dellofferta formativa;

46 S.Pace - Rimini 6 marzo 201146 LE LINEE GUIDA 3 valutazione e certificazione La valutazione in termini di risultati di apprendimento, il concetto di competenza in relazione a conoscenze e abilità, il ruolo degli assi culturali presuppongono un ripensamento profondo sia delle strategie didattiche sia della valutazione. coniugareLobiettivo è quello di coniugare laccertamento dei livelli di conoscenza disciplinare con la verifica dei livelli di competenza

47 S.Pace - Rimini 6 marzo 201147 LOBIETTIVO Il raggiungimento di questo obiettivo richiede un costante lavoro collegiale dei docenti per individuare e sperimentare metodologie didattiche (in particolare di carattere laboratoriale) e modelli di valutazione coerenti con un impianto culturale e pedagogico centrato sugli assi e sulle competenze. Lobiettivo è quello di predisporre uno strumento che consenta la lettura trasparente delle competenze acquisite, anche per favorire il passaggio fra i diversi percorsi formativi e il rientro in formazione, facilitare la prosecuzione degli studi fino al conseguimento di un diploma di istruzione secondaria superiore o di una qualifica professionale di durata almeno triennale entro il 18° anno di età.

48 S.Pace - Rimini 6 marzo 201148 Strategia – alcune ipotesi 1 – reti in verticale con la scuola media per raccordare livelli di uscita e di ingresso 2- moduli trasversali di logica allinizio del ciclo 3 – confronto dei programmi disciplinari per individuazione di nuclei e/o argomenti comuni da svolgere o contemporaneamente o dividendoseli 4 – movimentazione verticale interna dei programmi delle singole discipline per larmonizzazione anche con luniversità 5 – reti in orizzontale e ripristino concordato di moduli passerella tra le scuole autonome.

49 S.Pace - Rimini 6 marzo 201149 Strategia – le reti 2 la rete può prevedere il coordinamento del lavoro sugli assi culturali tra scuole medie del territorio e superiori per la definizione dei prerequisiti di ingresso IN CHIAVE DI CONTINUITA DEL CURRICOLO La definizione comune dei contenuti rispetto alle abilità di base (lettura, scrittura, grammatica, aritmetica e abitudine ad esercizi di logica) evita, al riguardo, molte chiacchiere. Fondamentale per le SM (che sono molto più povere delle SS) è la possibilità di far accedere propri alunni ai laboratori delle SS per lorientamento lungo

50 S.Pace - Rimini 6 marzo 201150 Strategia – le reti 3 Le reti vanno utilizzate anche e con convinzione nel raccordo con il mondo del lavoro e le associazioni di categoria di artigianato, industria e commercio. E NECESSARIO, al riguardo, che i docenti e i DS conoscano bene il Dlgs 77/2005 e la successiva normativa.

51 S.Pace - Rimini 6 marzo 201151 Strategia – la logica Aggiornamento dei docenti su percorsi di logica (trasversale) come terreno comune a tutti gli stili di apprendimento e da finalizzare a: 1.aprire i docenti allapproccio logico alla programmazione della propria disciplina 2.proporre agli studenti esercizi e percorsi di logica 3.Sviluppare in uscita (per la SMS) e in entrata (per la SS) moduli cuscinetto di logica.

52 S.Pace - Rimini 6 marzo 201152 Strategia orizzontalità dei programmi Lavorare per assi culturali proietta anche lo studio del triennio a lavorare per aree e non solo discipline. E oggi tecnicamente possibile non sviluppare (magari in tempi diversi) argomenti analoghi in varie discipline (es. lilluminismo…). Il problema sono i materiali di studio e lindividuazione delle specificità disciplinari nei nuclei tematici.

53 S.Pace - Rimini 6 marzo 201153 Strategia verticalità dei programmi Il singolo docente oggi può e deve rivedere sia la quantità che la sequenzialità dei suoi insegnamenti perché anche per il triennio le nuove indicazioni vanno (forse tranne che nei licei) nella direzione delle conoscenze funzionali allacquisizione delle competenze. La cosa è più sensibile per gli insegnamenti tecnici ma anche sul versante umanistico vanno individuate competenze disciplinarmente perseguibili.

54 S.Pace - Rimini 6 marzo 201154 Strategie - passerelle Limprovvida abrogazione della L.9/99 ad opera della L.53/03 hanno impedito le passerelle: diviene molto problematico non perdere un anno nel caso ci si accorga di aver sbagliato indirizzo Moduli passerella e RETI con le SS di altro indirizzo possono limitare la dispersione e rimotivare in tempo utile per passare ad altro indirizzo in corso danno.

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