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Gli animali degli abissi
Sonia Pellicanò e Laura Cassarino I°A
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GLI ABISSI Gli abissi, secondo la classificazione ecologica degli ecosistemi, iniziano da circa 200 m di profondità dove non è possibile per la pochissima luce che vi arriva sostenere la fotosintesi clorofilliana. Oltre che al buio e alla carenza di cibo, negli abissi si aggiungono pressioni elevatissime e una temperatura che difficilmente si sposta dagli 0°C.
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(La scarsa luminosità degli abissi.)
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GLI ADATTAMENTI DEGLI ANIMALI ALLA DURA VITA NEGLI ABISSI
Il cibo è molto scarso negli abissi per questo i pesci devono sfruttare ogni occasione per nutrirsi. Alcuni pesci hanno sviluppato la capacità di estendere stomaco e bocca per inghiottire anche prede più grandi, altri, che si cibano di plancton invece filtrano grandi quantità d’acqua attraverso le loro bocche. Uno fra gli adattamenti più noti al buio è la presenza di fotofori: organi che sono in grado di produrre luce. Ne sono dotati quasi tutti i pesci di profondità. Quasi tutte le specie viventi, per la mancanza di luce, sono trasparenti.
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ALCUNI PESCI Il diavolo nero: è provvisto di fotofori che usa come esca luminosa per catturare le prede. Queste specie è diffusa in tutti gli oceani temperati o tropicali. L’anguilla inghiottitrice: la sua bocca può aprirsi fino a 0,6m per raccogliere i piccoli crostacei di cui si nutre all’estremità della coda ha dei fotofori. Pesce ghiaccio: vive nelle acque dell’Antartide e ha corpo e pinne trasparenti eccetto per gli occhi color verde. Calamari giganti: possono raggiungere i 13m e vivono in tutti gli oceani del mondo a grandi profondità. Si nutrono di pesci catturandoli con i tentacoli molto possenti.
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Diavolo nero Anguilla inghiottitrice Pesce ghiaccio Calamaro gigante
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ALTRI ANIMALI DEGLI ABISSI
Pesce Blob Meduse
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Racconti di mostri marini si trovano pressoché in tutte le culture che abbiano o abbiano avuto contatto con il mare. Il kraken ,il mostro più conosciuto, ha delle dimensioni abnormi; il suo mito ha origini molto antiche, ma si è sviluppato soprattutto fra il Settecento e l'Ottocento, forse anche sulla base dei resoconti di reali avvistamenti di calamari giganti. Viene generalmente rappresentato come una gigantesca piovra, con tentacoli abbastanza grandi e lunghi da avvolgere un'intera nave.
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