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Corso Integrato di Malattie Organi di Senso

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Presentazione sul tema: "Corso Integrato di Malattie Organi di Senso"— Transcript della presentazione:

1 Corso Integrato di Malattie Organi di Senso
Dipartimento di Specialita’ Medico-Chirurgiche Sezione di Chirurgia Plastica Direttore: Prof. F. Mazzoleni Corso Integrato di Malattie Organi di Senso IV anno Corso di Laurea in Medicina e Chirurgia Prof. Franco Bassetto – Prof. Associato Chirurgia Plastica Corso di Chirurgia Plastica – Canale B Per contatti:

2 INNESTI Per contatti:

3 INNESTI Si definisce innesto il “trapianto” di uno o più tessuti, o di una porzione di essi, trasferito interrompendo completamente le connessioni con la sede di prelievo. La zona da cui viene prelevato l’ innesto prende il nome di area donatrice Quella dove va trasferito si chiama area ricevente Per contatti:

4 CLASSIFICAZIONE DEGLI INNESTI:
Tipologia di donatore e ricevente Finalita’ dell’atto operatorio Tipologia di composizione

5 PRIMA CLASSIFICAZIONE
Autoinnesti:donatore e ricevente sono la stessa persona Omoinnesti:donatore e ricevente appartengono alla stessa specie Etero- o xenoinnesti: donatore e ricevente appartengono a specie differenti Per contatti:

6 SECONDA CLASSIFICAZIONE
Isotopici: trapianti di un tessuto utilizzati in sostituzione di un tessuto identico in altra sede(innesto cutaneo) Eterotopici: trapianti di un tessuto utilizzati in sostituzione di un tessuto diverso(innesto osseo in sostituzione del setto nasale cartilagineo nella rinoplastica) Per contatti:

7 TERZA CLASSIFICAZIONE
Semplici(un solo tessuto): cutanei, mucosi, dermici, adiposi, fasciali, muscolari, nervosi, vascolari, tendinei, ossei. Composti( più tessuti):dermo-adiposi, condro-cutanei, ecc. Per contatti:

8 INNESTI DI CUTE L’indicazione all’ uso degli innesti cutanei è data dalla copertura di un deficit di superficie per ricreare la continuità tegumentaria. Quelli di più largo uso sono gli autoinnesti(omoinnesti ed eteroinnesti utilizzati soprattutto nelle ustioni). Sono suddivisibili in sottili, medi e spessi e innesti a tutto spessore Per contatti:

9 ATTECCHIMENTO FASE DI IMBIBIZIONE PLASMATICA: tipica delle ore nella quale la nutrizione del trapianto avviene a spese della trasudazione plasmatica dei capillari dell’area ricevente(colorito pallido) FASE DI RIVASCOLARIZZAZIONE: a partire dalla terza giornata si creano anastomosi vascolari tra il letto ricevente e il trapianto per la migrazione di gettoni di angioblasti che avanzano sempre con maggiore facilità nei vasi dell’ innesto(colorito roseo) Per contatti:

10 FASE DI RIORGANIZZAZIONE:
A partire dal 4°-5° giorno lo strato di fibrina e leucociti che separa letto ricevente ed innesto viene invaso dai fibroblasti. Saranno questi elementi del tessuto connettivo i responsabili della minore o maggiore retrazione cicatriziale successiva(colore ancora roseo tendente ad assumere un aspetto simile alla cute) Per contatti:

11 Per contatti: franco.bassetto@unipd.it

12 Per contatti: franco.bassetto@unipd.it

13 INNESTI A SPESSORE PARZIALE
Prelevati “a mano libera” con il bisturi o con dermatomi. Aree donatrici sono sedi in cui sia poco visibile il residuo cicatriziale o da cui sia possibile il prelievo di ampi innesti. Area donatrice guarisce spontaneamente(1-2 settimane). Per contatti:

14 Vantaggi Possibilità di ampi prelievi Rapidità di esecuzione
Guarigione spontanea dell’area donatrice Facilità di attecchimento Per contatti:

15 Svantaggi Aspetto estetico non sempre soddisfacente
Possibilità di iper- o ipopigmentazione Tendenza alla retrazione Insufficiente copertura dei piani profondi Per contatti:

16 Per contatti: franco.bassetto@unipd.it

17 Per contatti: franco.bassetto@unipd.it

18 INNESTI A TUTTO SPESSORE
Vengono prelevati utilizzando il bisturi e necessitano di sgrassamento prima della distensione sull’area ricevente. L’ area donatrice non può guarire spontaneamente. Non possono essere utilizzati per ricoprire ampie superfici Per contatti:

19 Vantaggi Aspetto estetico generalmente migliore di quello degli innesti a spessore parziale Migliore copertura dei piani profondi Minore tendenza alla retrazione Minore tendenza alla iper- o ipopigmentazione Per contatti:

20 Svantaggi Attecchimento più lungo e delicato
Scarsa disponibilità di tessuto Per contatti:

21 Per contatti: franco.bassetto@unipd.it

22 Per contatti: franco.bassetto@unipd.it

23 INNESTI CUTANEI A RETE Trova indicazione soprattutto nei grandi ustionati, nei quali spesso si pone il problema di avere una vasta superficie da ricoprire e pochissime zone utilizzabili per il prelievo Si ricorre all’ ausilio di uno strumento chirurgico che prende il nome di “mesher” Per contatti:

24 Per contatti: franco.bassetto@unipd.it

25 Applicazione clinica Per contatti:

26 Fattori meccanici esterni Necrosi del letto ricevente Infezione
CAUSE DI INSUCCESSO Ematoma Fattori meccanici esterni Necrosi del letto ricevente Infezione Per contatti:

27 INNESTI DI MUCOSA Si utilizzano per sopperire a deficit delle superfici mucose Zone donatrici: vestibolo nasale, coane nasali e cavità congiuntivali Fasi dell’ attecchimento ricalcano quelle degli innesti cutanei Necessità prelievi più grandi per marcata tendenza alla retrazione Per contatti:

28 Per contatti: franco.bassetto@unipd.it

29 Per contatti: franco.bassetto@unipd.it

30 INNESTI DI DERMA Trovano indicazione soprattutto per il rinforzo della parete addominale(laparocele) o per la riparazione di ernie muscolari Il prelievo necessita di disepidermizzazione Il derma trapiantato attecchisce e viene rivascolarizzato, può talora dare origine alla formazione di cisti a partenza dagli annessi in esso contenuti Per contatti:

31 Innesto di Derma in Ricostruzione Mammaria
Per contatti:

32 INNESTI DI TESSUTO ADIPOSO
Utilizzati per colmare deficienze volumetriche o per ricostruire le normali salienze anatomiche Aree donatrici: regione glutea, addome, talora la regione mammaria Vanno incontro ad un notevole riassorbimento e per evitare ciò si fa spesso ricorso ad innesti composti Per contatti:

33 INNESTI DI TESSUTO ADIPOSO
Per contatti:

34 Innesto composto dermoadiposo prelevato dall’addome
Per contatti:

35 INNESTI DI FASCIA La fascia è un tessuto molto resistente infatti viene utilizzata come rinforzo, sostegno od in sostituzione di strutture lese Utilizzati nelle paralisi del facciale per sospendere la commissura labiale o nelle ptosi per sospendere la palpebra superiore Sede preferenziale di prelievo è la fascia lata Per contatti:

36 Per contatti: franco.bassetto@unipd.it

37 Per contatti: franco.bassetto@unipd.it

38 INNESTI DI MUSCOLO Trovano soprattutto indicazione negli esiti di paralisi muscolari a livello facciale Si utilizzano piccoli gruppi muscolari quali gli estensori brevi delle dita del piede o il palmare lungo Per contatti:

39 Prelievo di muscolo flessore breve delle dita del piede
Per contatti:

40 INNESTI DI TENDINE Trovano indicazione soprattutto nella traumatologia della mano e dell’arto superiore per la riparazione di rotture e lacerazioni tendinee Non bisogna ledere il suo rivestimento connettivale al fine di rendere possibile una rapida rivascolarizzazione e ridurre le aderenze cicatriziali Sedi donatrici: tendine del muscolo palmare lungo e i tendini del muscolo flessore lungo delle dita del piede Per contatti:

41 Per contatti: franco.bassetto@unipd.it

42 Per contatti: franco.bassetto@unipd.it

43 INNESTI DI VASO Utilizzati soprattutto in caso di lesioni traumatiche arteriose o venose Come prelievo viene utilizzata la vena safena o vene della superficie dorsale della mano Prelievi venosi vengono utilizzati anche per la riparazione di arterie (si verifica la cosiddetta arterializzazione dell’ innesto venoso) Per contatti:

44 Innesto venoso prelevato dal dorso della mano
Per contatti:

45 INNESTI DI NERVO Utilizzati soprattutto nelle perdite di sostanza a livello di un nervo periferico Le guaine connettivali dell’innesto nervoso e del nervo distale alla lesione fanno da guida all’ assone rigenerante Di solito viene utilizzato il nervo surale Per contatti:

46 Per contatti: franco.bassetto@unipd.it

47 Prelievo di nervo surale
Per contatti:

48 INNESTI DI OSSO Trovano indicazione negli esiti di fratture comminute o con perdita di sostanza o anche per fornire un sostegno permanente a particolari strutture come il dorso della mano Sono utilizzati soprattutto innesti autologhi per avere garanzia di solidità e stabilità nel tempo Possono essere di corticale, midollare o cortico-midollare Sedi prelievo: 7a costa, cresta ed ala iliaca e tibia Per contatti:

49 Per contatti: franco.bassetto@unipd.it

50 Prelievo di innesto di osso dalla cresta iliaca
Per contatti:

51 Per contatti: franco.bassetto@unipd.it

52 INNESTI DI CARTILAGINE
Possono andare a sostituire strutture cartilaginee (naso e orecchio) o fibrose tarsali della palpebra Le cartilagini costali sono la sede di prelievo più ricca L’ innesto è esposto alle infezioni e può andare incontro ad un riassorbimento totale oppure a notevoli deformazioni Per contatti:

53 Prelievo a livello del setto nasale e innesto utiizzato in sostituzione della struttura tarsale della palpebra Per contatti:

54 Per contatti: franco.bassetto@unipd.it

55 INNESTI COMPOSTI Composti da più di un tessuto
Molto utilizzati nella riparazione del piano tarso-congiuntivale delle palpebre (innesto condro-mucoso) L’attecchimento di questi innesti è molto delicato: si verifica molto frequentemente la necrosi parziale o totale degli stessi Per contatti:

56 Prelievo dalla palpebra controlaterale
Innesto suturato Per contatti:

57 Per contatti: franco.bassetto@unipd.it


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