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PubblicatoRufino Massaro Modificato 11 anni fa
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Zooplancton Lo zooplancton è costituito da animali marini che non possono nuotare efficacemente contro le correnti o le onde turbolente. Può essere formato da singole cellule o animali pluricellulari Esiste una grande varietà di dimensioni (microscopici fino ad 1 metro di diametro) I più comuni costituiscono: microzooplancton ( mm) mesozooplancton (0,2- 20 mm) Zooplancton. Una parte del plancton appartiene al regno animale. Il termine zooplancton comprende un gran numero di forme con dimensioni variabili dal centesimo di millimetro ad alcuni metri (nel caso delle colonie di Physalis caravella o Caravella portoghese).
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lo zooplancton costituisce la più grande biomassa dell’oceano
Lo zooplancton è costituito da organismi eterotrofi -erbivori. mangiano piante (alghe) -carnivori. mangiano altri animali -detrivori: si cibano di microbi e materiale in decomposizione L’importanza fondamentale dello zooplancton erbivoro risiede nel fatto che si nutre di fitoplancton e di fatto lo trasformano in proteine animali. Ma la maggior parte dello zooplancton è costituita da specie in grado di divorare lo zooplancton erbivoro. Questa coesistenza nello zooplancton di predatori e prede costituisce un importante stadio di transizione tra la vegetazione microscopica del mare e gli animali di maggiori dimensioni L’importanza fondamentale dello zooplancton risiede nel fato che la maggior parte di questi organismi si nutrono di fitoplancton e di fatto lo trasformano in proteine animali (un poco come le mucche trasformano l’erba in latte che noi possiamo bere). Questo per quanto riguarda lo zooplancton erbivoro. Ma una buona parte dello zooplancton è anche costituito da specie di maggiori dimensioni, in grado di predare e divorare lo zooplancton erbivoro. Questa coesistenza, nello zooplancton, di predatori e prede costituisce un importante stadio di transizione tra la vegetazione microscopica del mare e gli animali maggiori (pesci e cetacei).
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Oloplancton: trascorrono tutta la loro vita come plancton
Meroplancton: costituiscono un plancton temporaneo -uova di pesci e larve -larve di animali bentonici (es molluschi, crostacei, stelle marine etc) Larva trocofora larva fillosoma di aragosta Bipinnaria larva of the starfish
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Le larve dei pesci ottengono nutrimento dall’albume dell’uovo prima di potersi nutrire da soli
Larva veliger
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Protozoi (microzooplancton)
radiolari foraminiferi -Sono piccoli, la maggior parte ha dimensioni inferiori ad 1mm -alcuni possiedono uno scheletro protettivo -i foraminiferi lo hanno calcareo es. Globigerina -i radiolari hanno scheletro siliceo ornato di disegni -si cibano di fitoplancton e batteri -i resti di questi organismi contribuiscono alla formazione dei fanghi oceanici - i tintinnidi, appartengono alla classe dei ciliati,sono caratterizzati dalla presenza di una capsula gelatinosa denominata lorica (serve al galleggiamento) -possono essere bentonici Troviamo i foraminiferi, piccoli organismi unicellulari dal guscio variamente composto e ornamentato, ed i radiolari, dallo scheletro siliceo. I foraminiferi sono protozoi della classe dei sarcodini, caratterizzati da una rete di sottilissimi processi (o pseudopodi), spesso anastomizzati, che si dipartono dall’unica cellula dell’animale. Gli pseudopodi servono al movimento e alla presa e assimilazione dei nutrimenti. Il corpo dei foraminiferi è rivestito da un guscio che può essere calcitico oppure agglutinato, cioè rivestito di detriti e frammenti raccolti sul fondo e cementato da sostanze secrete dall’organismo. Il guscio può presentare una sola camera, oppure diverse. La riproduzione di questi protozoi avviene con un’alternanza di una generazione sessuata ed una asessuata. Tra i foraminiferi più noti abbiamo le globotruncane, le rotalipore, le rotalie, le globigerine, le sifonodosarie e le uvigerine. Alcune specie scomparvero improvvisamente alla fine dell’Era mesozoica, insieme ai dinosauri e alle ammoniti. Alcune forme, dette macroforaminiferi possono arrivare anche a diversi centimetri di lunghezza (fusuline, alveoline, nummuliti, orbitoline). I radiolari sono piccoli organismi dal guscio siliceo costituito da una fragile e bella impalcatura dalla forma tonda, ellittica o a campana, da cui si dispongono, a raggiera, sottilissimi aghi. Questi microrganismi si riproducono per divisione semplice o multipla, e sono esclusivamente marini. Le specie viventi più conosciute sono Acanthometron elasticum, Thalassicolla nucleata e Coelacantha ornata. I radiolari hanno svolto un ruolo molto importante nelle ere geologiche passate. Dopo la morte, i loro gusci si depositano nei fondali marini dando luogo, dopo la diagenesi, ad una roccia compatta e dura, detta radiolarite, che con i sedimenti silicei dovuti all’accumulo delle diatomee, formano la così detta farina fossile.
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Celenterati Scifomeduse: hanno dimensioni da 2 mm a metri di diametro
Cyanea capilata Velella velella Scifomeduse: hanno dimensioni da 2 mm a metri di diametro -sono carnivore e molto comuni -hanno lunghi tentacoli e le nematocisti (cellule urticanti nei tentacoli) sono spesso velenose Cyanea capilata una specie del nord atlantico ha tentacoli lunghi 60 metri Sifonofori: sono in genere colonie, formate da molti individui, che si comportano come un organismo es la caravella portoghese o Velella velella Ctenofori: non hanno nemetocisti sono voraci carnivori,si nutrono di larve dello zooplancton sono ermafroditi spesso sono bioluminescenti Cestus veneris comune nel mediterraneo Lo zooplancton è costituito per la maggior parte da organismi di piccole dimensioni, ma si possono trovare anche organismi (o colonie) di dimensioni molto maggiori. Basti pensare all’imponente Cyanea (detta anche ortica di mare), un celenterato scifozoo il cui ombrello può raggiungere i 2 metri di diametro e con diverse centinaia di lunghi tentacoli urticanti. la caravella portoghese (Physalis caravella) non si tratta di un vero e proprio organismo bensì di una moltitudine di individui: una colonia di celenterati del gruppo dei sifonofori, il cui corpo, come quello delle meduse a cui sono affini, è composto al 96-97% d’acqua. La colonia galleggia in superficie grazie ad una vescica piena d’aria dai bei colori blu e violetto. Il resto della colonia è appeso alla parte inferiore della vescica e sotto la superficie dell’acqua. Vi sono dei filamenti lunghi anche parecchi metri, e muniti di cellule urticanti (o cnidoblasti), come nelle comuni meduse. In tutte le acque calde e persino nel Mediterraneo, questi lunghi filamenti urticanti rappresentano un pericolo per molti animali e anche per l’uomo, poiché il veleno ceduto dai cnidoblasti della Phisalis agisce molto rapidamente e può essere fatale per un bambino che ne venisse a contatto. Un altro sifonoforo è la Velella velella, che si sposta sulla superficie del mare utilizzando una struttura che ricorda la vela di una nave, sfruttando il vento. La curiosità è che sia Phisalis che Velella, presentano delle conformazioni atte a sfruttare i venti dominanti, e perciò gli individui presenti nell’emisfero boreale sono la copia speculare di quelli dell’emisfero australe. Infine, da citare tra i cnidari, la Chironex fleckeri, probabilmente l’animale più pericoloso del mare. Nonostante le sue dimensioni minuscole (qualche centimetri) la puntura di questo celenterato può portare alla morte un uomo adulto in pochi minuti. Tra i celenterati del plancton marino dobbiamo anche ricordare i ctenofori, organismi ermafroditi che si spostano grazie ad otto serie di lamelle vibratili e talvolta due lunghi tentacoli provvisti di cellule in grado di secernere un adesivo (colloblasti). I ctenofori sono organismi esclusivamente marini. Pur apparendo a prima vista simili a meduse, i ctenofori differiscono tuttavia per l’assenza dei cnidoblasti (non sono cioè urticanti). La specie Cestus veneris, nota con il nome di cinto di Venere, è molto comune nelle acque del Mediterraneo.
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Chetognati e policheti
I Chetognati comprendono circa 1500 specie sono vermi planctoni predatori che hanno dimensioni in lunghezza superiori a 4 cm si nutrono di zoooplancton sono trasparenti con corpo affusolato I Policheti planctonici non sono molto comuni e ne esistono circa 40 specie
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Molluschi planctonici
Eteropodi, pteropodi e gimnopodi sono parenti di lumache e chiocciole sono abbondanti negli oceani e sono trasparenti Gli Eteropodi sono lunghi più di 45 mm e hanno occhi ben sviluppati ( per catturare la preda) gli Eteropodi e i Gimnopodi sono carnivori e si nutrono di zooplancton più piccolo (molti gimnopodi si cibano di pteropodi) Gli Pteropodi sono onnivori producono una sostanza mucosa per catturare prede e fitoplancton possiedono scheletro calcareo che crea estesi depositi di sedimento Pteropodi - letteralmente "dai piedi alati" - animali tutti di alto mare che salgono in superficie la sera e i cui occhi sono ridotti a due piccole macchie pigmentate. Il corpo si fa trasparente persino più immateriale di quello delle Meduse Eteropodi, sono meno simmetrici e hanno talora aspetto ridicolo, come gli Pterotracheidi dalla forma di un flauto, o gli Atlantidi la cui conchiglia traslucida e spiralata ricorda i Nautili, o i Carinaridi la cui piccola e fragilissima conchiglia serve da galleggiante.
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Crostacei- copedopi -sono chiamati gli insetti del mare
-sono il principale gruppo di zooplancton -sono ubiquitari -i copedopi calanoidi sono il gruppo dominante 1850 specie costituiscono il 70% dello zooplancton -sono muniti di 1 solo occhio e nuotano grazie a movimento del primo paio di antenne - sono i maggiori produttori di proteine nell’oceano -si nutrono di fitoplancton,microzoplancton e batteri, alcuni sono parassiti -parte importante dell’ecosistema marino -sono preda di molti pesci (cibo esclusivo di acciughe e sardine) La sottoclasse dei copepodi comprende un grande numero di piccoli crostacei (dimensioni tra 2 e 3 millimetri circa), spesso parassiti e tipici di acque sia marine che dolci. Il corpo di questi organismi è costituito da un primo segmento toracico fuso con il capo, un addome (o telson) privo di arti e talvolta munito di un paio di appendici, o furca, nella parte terminale. I copepodi sono muniti di un solo occhio e nuotano grazie al movimento del loro primo paio di antenne. I copepodi, animali esclusivamente pelagici, sono dei produttori di proteine su larga scala. Anzi, possono essere definiti i più importanti produttori di proteine del pianeta. La concentrazione di copepodi nelle acque marine è variabile, ma in alcuni mari può arrivare anche al ragguardevole numero di mila copepodi per metro cubo (nelle acque superficiali Mare di Barents). In genere il numero di copepodi varia da nelle acque di superficie a individui per metro cubo a 500 metri di profondità (al largo delle coste polari). Thorson (1971) stima che le acque del Mare del Nord possano ospitare una massa umida di zooplancton di almeno 10 milioni di tonnellate, e almeno due terzi di queste sono costituite da copepodi. I copepodi sono presenti con numerosi generi e le dimensioni sono piuttosto variabili. Si va da 1-2 millimetri a circa 4-5 millimetri di lunghezza. Le dimensioni maggiori (5 mm) spettano al genere Calanus (C. finmarchicus, la specie mediterranea C. helgolandicus, etc.), che è anche uno dei più importanti componenti dell’intero plancton. Altri generi mediterranei sono: Centropages (C.typicus, C. kroyeri) e Temora (T. stylifera e T. longicornis). Nelle acque dolci troviamo i generi Cyclops Eudiaptomus. La maggior parte di questi piccoli crostacei si riproducono diverse volte all’anno. il Calanus finmarchicus delle acque fredde del Mare del Nord ha due o tre generazioni all’anno, e alcune specie di minori dimensioni anche di più: per esempio, il piccolo copepode Tisbe furcata, lungo qualche decina di micron, si riproduce anche 15 volte in un anno. In soli cento giorni, una copia di questi minuscoli copepodi potrebbe generare, teoricamente, oltre un milione di individui. I copepodi oltre a rappresentare un importante anello nella catena alimentare marina, potrebbero costituire una importante fonte di sostentamento per l’uomo nell’immediato futuro.
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Crostacei -eufasicei Sono gamberetti di dimensione di 1-2 cm
Sono muniti di una pinna caudale che possiede organi luminosi (fotofori) Nel mediterraneo vivono fino a 4000 m di profondità La maggior parte vive nei mari freddi, es Eufasia superba nell’antartico può produrre una biomassa di tonnellate Hanno un elevato contenuto vitaminico Sembrano comunicare tra loro attraverso i segnali luminosi emessi dai fotofori Sono erbivori ma mangiano anche i copedopi Possono vivere fino a 2 anni e muoiono dopo la deposizione delle uova Costituiscono il Krill antartico, alimento dei cetacei Gli esponenti più importanti dello zooplancton sono i copepodi e gli eufasiacei. Gli eufasiacei sono piccoli crostacei malacostraci. Questi gamberetti presentano dimensioni tra 1 e 2 centimetri, sono privi di appendici mascellari e sono muniti di una pinna caudale, spesso con organi luminosi (o fotòfori). Gli eufasiacei sono tutti marini, e vivono sia nelle acque al largo delle coste che nelle profondità abissali. Nel Mediterraneo troviamo alcune importanti specie, tra cui Euphasia pellucida, Euphasia krohni, Thysanopoda aequalis. Stylocheiron suhni, è tipica della zona abissale: nel Mediterraneo si trova tra 100 e 400 metri di profondità ed è la specie più comune nell’Adriatico. La maggior parte degli eufasiacei vivono nei mari più freddi, per es. Meganychtiphanes norvegica, che si trova anche lungo le coste italiane, e l’Euphasia superba, la più grande quanto a dimensioni, che prospera nelle acque polari e sub-polari. Si pensa che da sola, l’Euphasia superba possa produrre annualmente una massa di circa 100 milioni di tonnellate, cioè quasi il doppio dell’intera produzione peschereccia mondiale. Ed il contenuto vitaminico di questi gamberetti è davvero elevato. La loro fertilità non è certo stupefacente (neppure 10 mila uova per individuo), ma il loro tasso di sopravvivenza sembra essere elevatissimo. Come si è detto, gli eufasiacei presentano forme esclusivamente pelagiche, anche se talvolta si possono incontrare in prossimità delle coste. Questi piccoli gamberetti hanno una distribuzione molto ampia e, soprattutto nelle acque antartiche, possono vivere tra la superficie e metri di profondità. Gli eufasiacei sembrano comunicare tra loro attraverso i segnali luminosi emessi dai fotòfori. Come i copepodi, sono generalmente erbivori, ma nel caso non disdegnano piccole prede tra cui gli stessi copepodi. Possono vivere per circa due anni, e muoiono subito dopo la deposizione delle uova. Frequentemente si riuniscono in banchi di grandi dimensioni, e con il nome di “krill” costituiscono l’alimento principale dei cetacei misticeti (come la balenottera. I cetacei come il capidoglio, il delfino o i tursiopi, muniti di denti, sono detti odontoceti) che ne catturano centinaia di quintali al giorno filtrando l’acqua attraverso i grandi fanoni. E’ stato calcolato che una grossa balenottera può arrivare ad ingerire un volume medio di eufasiacei pari a 850 litri al giorno, e il tutto senza grandi sforzi, ma semplicemente avanzando nell’acqua. La specie Meganychtiphanes norvegica, invece, costituisce l’alimento quasi esclusivo dei grandi branchi di tonni. Oltre i copepodi e gli eufasiacei, lo zooplancton ospita un grandissimo numero di altri organismi. Alcuni (i meropelagici) ne fanno parte solo allo stadio larvale, soprattutto i vertebrati. Il caso più noto e familiare è quello dell’anguilla comune (Anguilla vulgaris), che nella sua forma larvale (Leptocephalus) si fa trasportare passivamente per 3-4 anni dalla corrente del Golfo, percorrendo oltre duemila chilometri dalle acque calde del Mar dei Sargassi sino alle coste europee.
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Tunicati Costituiscono il gruppo più evoluto del plancton, durante la fase larvale e in alcuni casi in quella adulta, sono muniti di una corda dorsale che preclude la colonna vertebrale, tipica dei vertebrati. Salpa Thalia democratica Speranze di Vertebrati. Sin qui tutte le forme larvali che assumono gli animali durante le metamorfosi, anche molte complesse, sembravano cadute da un altro mondo tanto differivano dagli adulti a cui davano vita e a cui siamo abituati. Ma eccone qui una che ricorda una forma della più classica vita animale che, strutturata attorno a un asse mediano, già annuncia i Vertebrati. Più esattamente è essa stessa una larva di Vertebrato poiché, globosa e con una efficiente coda per nuotare, sembra un girino. Studiando questa larva si è più colpiti dalla sua struttura che dalla sua forma; possiede infatti un "tubo nervoso" che si stende lungo il dorso e la coda; e questo tubo scorre parallelo a un sostegno cartilagineo, la "corda dorsale"; orbene, gli embrioni dei Vertebrati, uomo compreso, abbozzano proprio allo stesso modo il midollo spinale e la colonna vertebrale. Meglio ancora: il tubo nervoso ben preso si dilata nella sua parte anteriore e forma una vescicola, un cervello rudimentale. E ancora: la larva sviluppa un occhio, un vero occhio col cristallino e la retina, e un organo uditivo complesso. E' il momento in cui nasce un Vertebrato! Un pesce, forse... Infine, la schiusa. Il girino esce dall'uovo, stende la coda e si lancia energicamente verso la vita! Purtroppo la sua vita libera non durerà che poche ore. Il girino sceglie una roccia, vi si fissa con tre papille che da poco gli sono sorte sul capo e resta immobile. In breve la coda si riassorbe, l'occhio sparisce, l'anatomia viene sconvolta. La larva libera, nettamente animale, si trasforma in uno di quegli esseri che sembrano più vicini alle piante che gli animali: un'Ascidia. Il nome viene da "ascon", sacco. E siamo così ritornati alla forma delle Spugne più semplici, il sacco. Come spiegare una tale degenerazione? Un otre di cellulosa fissato alle rocce, la "tunica" (donde il nome di Tunicati dato a questa classe zoologica). Una apertura in alto per l'entrata dell'acqua, una più piccola in basso per l'uscita, cioè i due "sifoni". Per captare l'ossigeno dell'acqua, l'interno del sacco è tappezzato da branchie, reti di vasi in reticoli o in eleganti disegni; per captare le particelle alimentari, sul fondo si apre una bocca col suo tubo digerente. E' tutto. Addio colonna vertebrale! Addio midollo spinale ridotto a un ganglio! La "speranza di un vertebrato" si è spenta... Tuttavia l'Ascidia possiede un cuore che spinge il sangue nelle branchie, non grosso ma straordinario: batte per circa un minuto, si ferma e riprende in senso inverso! Che cosa non ha inventato il mare! Non tutte le Ascidie sono fissate al fondo. Alcune vivono in alto mare, per esempio le Salpe, sacche erranti e trasparenti, in cui abbiamo visto vivere un piccolo crostaceo e le braccia sessuali di certi Polpi. Questi due casi di parassitismo sono comuni; meno lo è il caso che le grandi Salpe siano abitate dal maschio nano di una rara specie di Polpo mediterraneo. La riproduzione delle Salpe non è meno strana. Un individuo prolifera un altro individuo e altri ancora che restano tutti collegati formando una catena lunga persino diversi metri. La catena si rompe poi in tronconi: questi individui maschi o femmine si riproducono normalmente e danno poi delle uova dalle quali nasceranno Salpe dette "solitarie", forme asessuate che a loro volta prolifereranno. Così si alternano due generazioni una asessuata e proliferante, l'altra sessuata. Che cosa non ha inventato, il mare! Anche le Ascidie si riuniscono in colonie. Sono frequenti in Bretagna colonie fisse di Botrilli. Ogni minuscolo individuo è il petalo di un fiorellino, blu, giallo o rosa; e i fiorellini compongono tappeti a mosaico sulle alghe, le conchiglie, le pietre. Il più bell'esempio di colonia galleggiante è il Pirosoma. Immaginate una pannocchia di granoturco traslucida, buca a un'estremità, chiusa all'altra, in cui ogni grano sarebbe un petalo trasparente. Ogni petalo è un'Ascidia che aspira l'acqua per proprio conto e la rimanda all'interno della "pannocchia" la cui cavità è insomma un sifone comunitario. Pirosoma significa "corpo di fuoco". Questo gioiello galleggiante emette infatti bagliori verdi. Ma se lo si eccita, per esempio se è preso nella rete, allora lancia vere fiamme rosse che virano all'azzurro, al giallo, al violetto. Per immaginare lo spettacolo sappiate che la pannocchia luminescente può raggiungere i due metri. Anelli essenziali. Ma vi sono larve assai simili a quelle delle Ascidie, anch'esse provviste di tubo nervoso e di corda dorsale che non si fissano e regrediscono restando libere: sono le Appendicolarie, nuova invenzione del sorprendente mare. Questi gracili animali allungati che fanno parte del plancton non tocca il centimetro. Per descriverli immaginiamo un fagiolo germinante il cui germe ben dritto sarebbe la coda. Il fagiolo è un corpo simile all'Ascidia: ha bocca, branchie e stomaco. La coda contiene invece un tubo nervoso e una corda dorsale. Che funzioni ha questa appendice nell'Appendicolaria? L'animale si rinchiude in una specie di capsula trasparente, aperta alle due estremità, che spesso abbandona e facilmente ricostruisce: un piccolo frutto cristallino di cui esso è il nocciolo. Oscillando di continuo la coda, l'Appendicolaria crea una corrente d'acqua che sostiene la sua navicella. Se la coda sta ferma, la navicella va a fondo. Cosa rappresenta quest'essere nel cammino dell'evoluzione? Una larva di Tunicato che non è regredita, che non ha perso il suo abbozzo di colonna vertebrale. Che non ha rinnegato la promessa di Vertebrato. Ma non l'ha neppure realizzata. E' come se il girino non diventasse ranocchia. Ma il mare non ha forse inventato un girino che diventa ranocchia? Certo, ed è uno dei più importanti animali della creazione: l'Anfiosso. Le salpe generalmente vivono in acque calde vicino la superficie spesso sono bioluminescenti e possiedono un efficiente sistema di propulsione. Sono dei filtratori ed hanno un corpo gelatinoso, trasparente. Possono raggiungere 2 metri di lunghezza
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Migrazioni verticali o nictemerali
per aggiustare la loro posizione nella colonna d’acqua Perchè Per nutrirsi Evitare I predatori Conservare energia (scaldarsi con il sole) Selezione dell’habitat Vantaggi Trasferimento più veloce di energia dal fitoplancton in superficie agli organismi eterotrofi situati in profondità
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Different Species Exhibit Different Patterns of Migration
day time night time
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Migrazioni dei copepodi
Lo sgombro e le aringhe, che si nutrono dei copepodi,fanno simili migrazioni
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Patterns of Vertical Migration:
Nocturnal migration -- A single daily ascent, usually beginning near sunset and a single daily descent which occurs near sunrise. This is the most common pattern. Twilight migration -- Two daily ascents and two daily descents. Typically ascent at sunset and descend again during the night. Followed by another ascent near sunrise with a descent during the day. Reverse migration -- The least common pattern. Organisms ascend during the day and descend to maximum depth during the night.
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