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SUL CAPITALISMO ITALIANO
Giuseppe Berta
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Che tipo di capitalismo industriale è quello italiano?
Realtà composita, nella quale coesistono varie esperienze Stretto rapporto tra il capitalismo “imprenditoriale” (Baumol) ed il processo della crescita economica Il capitalismo “imprenditoriale” è determinante per lo sviluppo Nel caso italiano, negli ultimi vent’anni il nucleo vitale dello sviluppo va ricondotto alle medie imprese I primi dieci anni di euro hanno scandito un periodo di trasformazione per l’Italia Le medie imprese sono riuscite a far fronte alle sfide dell’euro e della globalizzazione
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Queste “multinazionali tascabili” hanno rappresentato il segmento più brillante dell’Italia industriale buoni risultati nell’export La crisi del 2008 ha colpito duramente anche questo segmento imprenditoriale L’Italia ha sofferto per una struttura produttiva frammentata Tuttavia, le imprese esportatrici hanno reagito con efficacia Il nucleo delle medie imprese non ha ancora sufficienti connessioni con il resto del sistema economico Il capitalismo imprenditoriale odierno non possiede i legami che nel passato ne hanno determinato l’efficacia
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L’ evoluzione del capitalismo italiano
Il capitalismo degli anni ’70 può essere rappresentato come una clessidra Alla base si trovava la massa vastissima di piccole imprese A metà vi era uno strato esiguo di medie imprese In alto si trovavano le grandi imprese pubbliche e private Oggi i contorni dell’Italia produttiva sono informi Il nucleo delle grandi imprese storiche si è quasi dissolto Rimane la vasta distesa delle piccole imprese Il segmento delle medie imprese si è invece ampliato
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Lo sviluppo industriale nella prima Repubblica
Il disegno storico del capitalismo italiano coincide con un assetto di economia mista, quello che resse il suo sviluppo negli anni Cinquanta e Sessanta (Ciocca) La nuova Repubblica ha ereditato dal fascismo Un sistema economico in cui dovevano convivere pubblico e privato, stato e interessi imprenditoriali Il principio secondo cui l’industria era la forza in grado di promuovere la modernizzazione del paese Inoltre, l’industria era diventata un decisivo anello di congiunzione rispetto all’economia internazionale
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Lo sviluppo industriale nella prima Repubblica
L’Italia del “miracolo economico” era costituita da: Una base composta da piccole imprese Un vertice rappresentato dalle grandi imprese pubbliche e private La struttura del credito riprendeva questa divisione, con una precisa demarcazione tra le grandi banche ed i circuiti del credito locale L’equilibrio economico della nazione venne affidato allo Stato e alle grandi imprese, le quali divennero parte della costituzione materiale della Repubblica
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Durante la crisi degli anni ‘90 si appannavano le prospettive delle grandi imprese che avevano guidato lo sviluppo nel dopoguerra Tuttavia, nel 2005 The Economist mette in evidenza il fatto che, fra le nazioni sviluppate, soltanto Italia e Germania mantenevano un’occupazione nell’industria superiore al 20% Da oltre un ventennio il processo di economia mista ha subito un processo di destrutturazione, e oggi la nostra economia è priva di una forma definita
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Un nuovo modello industriale è quello della “manifattura intelligente”
Affiora una sorta di neutralità quanto all’assetto economico e produttivo Bisogna ridisegnare la carta della geografia e delle funzioni dell’Italia industriale, considerando che: Si sono ridotte le distanze tra i vari tipi di organizzazione industriale Si richiedono strutture snelle ed integrate ed elevati volumi di investimento Un nuovo modello industriale è quello della “manifattura intelligente” Combina la produzione con alti livelli di servizi e assistenza
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Esiste un circolo vizioso di alimentazione reciproca tra produzione manifatturiera e terziario
Esso ha però bisogno di essere sostenuto I diversi attori del sistema economico ed industriale devono agire secondo schemi cooperativi Ciò dipende anche dall’impasse della politica e dei partiti In luogo delle filiere verticali si configurano imprese più ridotte, legate orizzontalmente Non si individua in ogni caso un modello di produzione alternativo
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L’Italia e la “Nuova Rivoluzione Industriale” (P. Marsh)
L’Italia potrebbe trovare nuove vie per affermarsi Economia mondiale sempre più concentrata sui mercati di nicchia Tecnologie di produzione più versatili Per fare ciò occorre: Flessibilità operativa Padronanza delle nuove tecnologie Specializzazione del capitale umano Far confluire il risparmio in direzione dell’attività produttiva Allo stato attuale non si può prevedere se si riuscirà ad intraprendere questo percorso di trasformazione
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