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PubblicatoGerolamo Corsini Modificato 11 anni fa
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PROGETTAZIONE COME RICERCA DI COERENZA TRA OBIETTIVI E RISORSE
ECONOMICHE RISORSE TECNOLOGICHE RISORSE DIDATTICHE RISORSE UMANE RISORSE LOGISTICHE
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Diagnosi La decodifica della domanda Dal sintomo al problema Dall’analisi alla sintesi L’interpretazione dei bisogni Piano di formazione Insieme di risposte coerenti Finalità generali Attività e loro articolazione Priorità Aree contenutistiche prioritarie Opzioni metodologiche di fondo PRE-PROGETTO
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Sviluppo del consenso Riunioni preparatorie Invio obiettivi Proporsi come esperti di metodo Non sostituirsi ai soggetti Far capire che si lavora per il sistema
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Progettazione di dettaglio
Programmazione attiene a singole iniziative Obiettivi didattici Contenuti Metodi Staff Condizioni logistiche Tempi Verifiche Progettazione di dettaglio
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ANALISI DELLA SITUAZIONE DEFINIZIONE OBIETTIVI OPERATIVI INDIVIDUAZIONE OBIETTIVI DIDATTICI SCELTA METODOLOGIE COMPOSIZIONE UNITA' DIDATTICHE SEQUENZA UNITA' DIDATTICHE
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MODI PER ORDINARE LE ATTIVITA’ E I CONTENUTI DIDATTICI
1. DAL GENERALE ALLO SPECIFICO es. insegnare il funzionamento di una macchina prima di insegnare a ripararla 2. IN BASE ALL'INTERESSE es. insegnare come scassinare una serratura prima di insegnare come fabbricare un lucchetto 3. SEQUENZA LOGICA es. insegnare come funziona l'attrezzatura subacquea prima di insegnare ad operare in acqua 4. SEQUENZA DI ABILITA' es. d'apprima istruire nella riparazione di una radio e dopo nelle abilità del tecnico TV 5. FREQUENZA es. prima costruire le chiavi e poi cambiare combinazione 6. IMPORTANZA 7. BLOCCHI AUTONOMI
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FAR SEGUIRE ALLA DIAGNOSI L’INTERVENTO SIGNIFICA:
Non progettare l’apprendimento ma le condizioni che possono favorirlo Come orchestrare ed armonizzare tutte le fonti di apprendimento (esperienza, teoria, clima, interazioni, gruppi e sottogruppi…) Non solo contenuti/informazioni ma il setting, il fuori dall’aula, l’applicazione… Come utilizzare il “sistema vitale” dei partecipanti e cioè la loro cultura, le loro capacità, le loro motivazioni Come dislocare le azioni nel tempo Come misurare i risultati
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TIPOLOGIA DI FORMAZIONE
competenze sviluppo nei partecipanti di conoscenze, capacità e comportamenti orientamento elaborazione trasmissione di contenuti e di nuovi scenari elaborazione individuale del percorso formativo in termini di vissuti, sensazioni, resistenze sperimentazione applicazione di quanto appreso attraverso alcune attività formative
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Il consulente agisce nella zona compresa fra
IL CONSULENTE E’ UN TRANS-FORMATORE Il consulente agisce nella zona compresa fra Sentimento di carenza Sentimento di speranza Il consulente valorizza le diversità in quanto fondamentali per l’apprendimento
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ASPETTI ORGANIZZATIVI
prima dell’aula scelta e gestione dei docenti/consulenti scelta sede intervento e convocazioni aula gestione organizzativa apertura moduli presentazione docenti collegamenti gestione dei momenti di verifica chiusure dopo l’aula tabulazione/interpretazione/verifiche restituzione a capo progetto/ docenti eventuale modifica docenti ritarature docenze loro verifica allestimento e omogeneizzazione materiale didattico verifica aspetti logistici
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Progettazione dell’intervento/revisione di un intervento
PRIMA DELL’AULA Analisi dei bisogni di formazione dei clienti destinatari degli interventi Intervista ai capi (dei destinatari) Interviste ai futuri destinatari (campione) Questionari Comprensione obiettivi e necessità dell’organizzazione Interviste a “testimoni”interni Colloqui con i committenti Colloqui con i propri capi Progettazione dell’intervento/revisione di un intervento 1) Macro-progettazione ) Scelta docenti/consulenti 2 ) Verifica con la committenza ) Micro-progettazione
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COINVOLGIMENTO DELLA COMMITTENZA
durante l’analisi e la progettazione presentando il corso/attività facendone un’edizione “ad hoc” riparlandone dopo sempre : ulteriore coinvolgimento: testimonianze del corso/attività compiti/obiettivi ai partecipanti
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E INFINE…PRIMA DELL’AULA
Lettera (firma di chi?) Altre modalità informali e formali Convocazione dell’evento formativo Interfunzionale Intersocietario (di grandi aziende) “Family” Per livello o per ruolo professionale Composizione del gruppo (già deciso in fase di di progettazione) Allestimento del “setting” Residenziale? (quando?) Lo spazio d’aula L’isolamento (fisico e mentale) dal lavoro quotidiano
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LA GESTIONE DEI DOCENTI INTERNI
Brief ai boss … Fasi Concordare l’incontro Dire obiettivi/ concordare tempi Farsi spiegare i contenuti Produrre una documentazione Problemi Trovarli Farsi ascoltare Negoziazione delle necessità “Non si preoccupi”, “quando arrivo ci penso” Posticipazione della stesura “glielo faccio avere” Riservatezza di alcune informazioni dicibili ma non scrivibili...
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LA GESTIONE DEI DOCENTI INTERNI
Brief ai tecnici … Fasi Dire obiettivo/concordare i tempi Farsi spiegare i contenuti (macro) Cercare di stendere una scaletta Scrivere lucidi/esercitazioni con il docente Problemi Motivazione “sempre io…, ho tanto da fare…” Iperdettaglio Di solito viene molto deduttivo/sistematica e non induttiva o per problema Selezionare “tutto è importante”
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DURANTE L’AULA: COME APRIRE UN CORSO?
Apertura = Contratto psicologico = Definizione della situazione Autopresentazione di chi apre Obiettivi generali Obiettivi specifici Programma metodi docenti Notizie organizzative(eventuale) Logica composizione gruppi (eventuale) Autopresentazione partecipanti veloce guidata
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DURANTE L’AULA: IL PRESIDIO DEI CONTENUTI E IL LORO APPRENDIMENTO
(per il formatore) Riepiloghi (anche brevi) dopo ogni sessione Ricordare gli obiettivi specifici prima di lanciare esercitazioni, casi, role playing… Ogni giorno fare il punto della situazione (nei corsi lunghi) Fare raccordi e collegamenti con quanto già detto da altri docenti Fare domande al gruppo (su chiarezza, utilità, fruibilità…) Richiamare di continuo gli argomenti alla realtà aziendale (per i partecipanti) Fare domande al docente (se qualcosa non è chiaro)
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