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PubblicatoBartolommeo Rota Modificato 10 anni fa
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CPSE C.Gabriella Signori Le complicanze del Trapianto di Midollo Osseo
Divisione Universitaria Di Oncologia Medica Ed Ematologia ASO Mauriziano Di Torino IRCC di Candiolo Professore Massimo Aglietta CPSE C.Gabriella Signori Le complicanze del Trapianto di Midollo Osseo C.G.Signori
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TMO OBIETTIVI DELL’ASSISTENZA
Controllo sull’insorgenza precoce, di sintomi premonitori di una probabile complicanza post trapianto. Rilevazione di comportamenti indicatori di insofferenza all’isolamento protettivo. C.G.Signori
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TRAPIANTI DI MIDOLLO OSSEO
TMO AUTOLOGO Reinfusione di cellule staminali del paziente criopreservate TMO ALLOGENICO Reinfusione di cellule staminali da donatore fresche C.G.Signori
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a breve termine - prima dei 100 giorni
COMPLICANZE TMO Tossicità: a breve termine - prima dei 100 giorni e tardive - dopo i 100 giorni e diventano croniche C.G.Signori
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Complicanze a Breve Termine
Infezioni virali Infezioni batteriche Infezioni fungine Aplasia midollare Infezioni legate al CVC GVHD che colpisce : intestino, fegato, cute Problematiche legate all’isolamento (ansia, aspettative del trapianto, speranza, paura dell’ isolamento forzato, necessità di socialità…) C.G.Signori
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Complicanze Tardive Danni d’organo Impotenza Sterilità
Tossicità immunologiche con infezioni tardive: infezioni micotiche ( candidosi, aspergillosi) infezioni batteriche (gram+ e gram-) Infezioni virali (CMV) C.G.Signori
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STADIAZIONE DELLA GVHD
La stadiazione e la severità della Graft-Versus-Host-Disease si ottiene con la valutazione di tre organi e cioè: CUTE FEGATO INTESTINo Dando un punteggio da 1 a 4 C.G.Signori
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GVHD CUTE +1: Eritema maculo-papulare che ricopre-del 25% della superficie corporea +2: Eritema maculo-papulare che ricopre dal 25% al 50% della superficie corporea +3: Eritroderma generalizzato +4: Eritroderma generalizzato con formazione di bolle e spesso con desquamazione C.G.Signori
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GVHD FEGATO +1: Aumento della SGOT ( UI) e della bilirubina ( mg/dl) +2: Aumento della bilirubina (3-5.9 mg/dl) con o senza aumento della SGOT +3: Aumento della bilirubina ( mg/dl) con o senza aumento della SGOT +4: Aumento della bilirubina >15 mg/dl con o senza aumento della SGOT C.G.Signori
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GVHD INTESTINO Diarrea, Nausea, Vomito di severità da +1a +4 Diarrea:
+1: volume delle evacuazioni >500 ml/die +2: volume delle evacuazioni >1000 ml/die +3: volume delle evacuazioni >1500 ml/die +4: volume delle evacuazioni >2000 ml/die C.G.Signori
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SEVERITÀ DELLA GVHD Grado 1– cutanea di stadio +1 o +2. Mancanza di coinvolgimento intestinale. Coinvolgimento epatico non > a +1.Non riduzione della Performance Status . Grado 2 – cutanea di stadio da +1 a +3. Intestinale di stadio da+1 a +2 e/o epatica di stadio da +1 a +2. Modica riduzione del Performance Status Grado 3- cutanea di stadio da +2 a +4 e intestinale di stadio da +2 a+4 con o senza interessamento epatico di stadio da+2 a +4. Marcata riduzione della Performance Status Grado 4– come il grado 3, ma con estremi sintomi funzionali. Aumento della SGOT relativo alla comparsa o peggioramento dell’eritema cutaneo C.G.Signori
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G.V.H.D Graft Versus Host Disease
L’aggressione del tessuto trapiantato contro i tessuti del ricevente Quando il trapianto ha attecchito, le cellule linfocitarie del donatore si sviluppano nel ricevente. È un’aggressione immunologica C.G.Signori
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REAZIONI DA GVHD Congiuntiviti
Rash cutanei (eruzione papulosa e desquamativa che prende origine dal volto e si diffonde a tutto il corpo) Ittero (con insufficienza epatica e ritenzione biliare crescente Diarrea Anemia emolitica Trombocitopenia immunologica Cistiti C.G.Signori
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COMPLICANZE La G.V.H.D, acuta, può intervenire dal quarto al centesimo giorno Se precoce diviene insuperabile e mortale malattia severa, ma che può essere superata in più della meta` dei casi. Il trattamento consiste nella somministrazione di farmaci immunosoppressori assunti per via sistemica o per via orale (Ciclosporina) C.G.Signori
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CONCLUSIONI L’infermiere deve essere professionalmente in grado di rilevare,comprendere e trascrivere tutti i dati raccolti in modo da poter pianificare e,dove possibile, prevenire le complicanze nel post trapianto. Per questo si avvale di scale di misurazione e quantificazione dei sintomi. Inoltre deve: Saper comunicare con il paziente, Saper interagire con altre figure professionali ( Medici,Dietiste,Assistenti Sociali, Psicologi…) Sapere come mantenere l’ambiente idoneo nei TMO C.G.Signori
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