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PubblicatoNicostrato Beretta Modificato 11 anni fa
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“Fare educazione” in ottica di genere: questioni e strumenti
Giulia Selmi Centro di Studi Interdisciplinari di Genere - Università di Trento
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TRE LIVELLI LA RELAZIONE EDUCATIVA LA PROGETTAZIONE DELLE ATTIVITA’
LA VALUTAZIONE DEI RISULTATI ESPLORAZIONE DI BUONE PRASSI PROGETTAZIONE :)
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La relazione educativa
È una relazione sessuata ovvero non siamo genericamente individui, ma uomini e donne che si relazionano con ragazze e ragazzi; L’identità di genere di entrambi è in gioco nella relazione. È UN ATTITUDINE, UNA MODALITA’ DI RIFLESSIONE CHE VA SPERIMENTATA NEL TEMPO E CHE HA A CHE FARE MOLTO ANCHE CON IL PIANO EMOTIVO/ESPERIENZIALE NON è UNA RELAZIONE SESSUATA SOLO QUELLA DELLE OPERATRICI O SOLO DELLE RAGAZZE, TUTTI SIAMO PORTATORI E PORTATRICI DI UN PERCORSO DI GENERE E PER QUESTO RIGUARDA TUTTI/E.
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IL RISCHIO DELLA NEUTRALITA’
Rendere inconsapevolmente secondari i “bisogni di genere” sollevati da ragazze/i ; bloccare i tentativ di comunicazione sulle difficoltà della propria formazione di genere; trasmettere messaggi educativi che rispecchiano valori tradizionali prodotti dall’ordine di genere; non farsi carico delle trasformazioni e delle complessità delle identità singole e collettive del nostro tempo. Un esempio banale, ma per nulla scontato è la questione del linguaggio: imparare a rivolgersi a ragazze e ragazzi nominando il maschile e il femminile nella conversazione è una pratica di riconoscimento della relazione molto forte. Quante volte capita di chiamare “ragazzi” un gruppo anche a minoritaria presenza maschile o di nominare professioni sempre al maschile. Il linguaggio è uno spazio di esistenza e in quanto tale garantisce spazio di esistenza.
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LA PROGETTAZIONE Progettare in ottica di gender mainstreaming ovvero l’inserimento trasversale della considerazione dei bisogni/esperienze di ragazze e ragazzi all’interno delle attività per promuovere una concreta equità e la valorizzazione delle differenze. Quindi due livelli - progetti ad hoc che tematizzano le questioni di genere, ma anche un’attenzione trasversale alla dimensione di genere in tutte le altre attività e nella relazione quotidiana con ragazze e ragazzi. Il rischio, se no, è quello di “relegare” la questione di genere in un piccolo spazio, ma di non
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LA PROGETTAZIONE 1 fase Valutare il fabbisogno educativo in ottica di genere; Identificare gli ambiti, le problematiche o gli snodi relazionali significativi all’interno del gruppo; Promuovere la partecipazione diretta degli/lle interessati/e nella progettazione.
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LA PROGETTAZIONE 2 fase Identificare l’ambito di intervento;
Identificare in maniera chiara gli obiettivi; Collegare ogni obiettivo ad una o più azioni; Prendere in considerazione i possibili “effetti perversi”; Prestare particolare attenzione alle metodologie educative: il come ha una valenza equivalente al cosa
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LA METODOLOGIA 1) IL PIANO DEL SAPERE: per esempio in progetti che riguardano la sessualità fornire informazioni e strumenti concreti di conoscenza. 2) IL PIANO DEL SAPERE FARE: per esempio saper sviluppare competenze comunicative e relazionali 3) IL PIANO DELL’ ESSERE: indirizzato ad una maggiore conoscenza del sé, dei propri valori, dei condizionamenti culturali, dei propri vissuti e delle proprie aspettative.
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LA METODOLOGIA Non aver paura di osare e di sperimentare modalità educative non tradizionali; “agganciare” le attività ai saperi, agli strumenti e ai linguaggi che sono più familiari per ragazze e ragazzi; Il video, la comunicazione on line, l’utilizzo del cellulare, eccetera.
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LA VALUTAZIONE Utilizzare il concetto di gender budgeting in ambito educativo ovvero saper valutare l’impatto delle proprie attività in ottica di genere differenziando l’impatto, i benefici e gli aspetti negativi sull’asse maschile/femminile.
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VALUTAZIONE ESTERNA Valutazione esterna ovvero rivolta a valutare l’attività dal punto di vista dei/le partecipanti. In che modo l’attività ha inciso sui/le partecipanti, se e quali differenze si possono registrare, se ha raggiunto o meno gli obiettivi prefissati, se e quali debolezze ha mostrato.
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MODALITA’ DI VALUTAZIONE ESTERNA
Questionari di valutazione a conclusione dell’iniziativa; Riunioni/verifiche intermedie dello svolgimento dell’attività; Includere nell’attività stessa un momento di riflessione/valutazione sul lavoro svolto (es: un prodotto conclusivo); Nuove modalità di valutazione: il confessionale ;)
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VALUTAZIONE INTERNA La valutazione interna è rivolta al team educativo, è una valutazione di processo e ha l’obiettivo di comprendere come si è vissuta l’esperienza realizzata, quali i punti di forza/debolezza, quali le differenze di genere emerse all’interno del team educativo. FORMA DI VALUTAZIONE FONDAMENTALE Valutazione di processo e non di prodotto Fondamentale per migliorare l’offerta educativa e farla diventare patrimonio del Centro e non evento estemporaneo
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MODALITA’ DI VALUTAZIONE INTERNA
Riunioni di team ad hoc sul tema/progetto; Ricorso alla supervisione; Sperimentare modalità differenti: il cambio di identità - cambio di prospettiva.
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BUONE PRASSI 1# LE PAROLE DEL GENERE
Target: 14 ragazze e 2 ragazzi dai 15 ai 17 anni, frequentanti scuola superiore; Obiettivo: creare uno spazio di riflessione sull’identità per contrastare comportamenti violenti e irrispettosi rispetto a genere e orientamento sessuale. Azione: un laboratorio finalizzato alla realizzazione di un video “pop” sulle differenze di genere che i/le ragazzi/e potessero utilizzare come strumento di peer-education
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BUONE PRASSI 2# GIORNALISTI/E IN ERBA
Target: ragazze e ragazzi di tre scuole superiori di anni; Obiettivo: offrire ai/le ragazzi degli strumenti per comprendere/difendersi dal fenomeno della violenza di genere Azione: apertura di un giornale on line (blog) dove i/le ragazzi/e, guidate dalle/gli educatori/trici si sperimentassero con diverse forme di ricerca/inchiesta sul territorio locale, con forme di comunicazione tecnologica e con il confronto con il gruppo dei pari.
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BUONE PRASSI 3# CORPO A CORPO
Target: ragazze italiane e straniere dai 16 ai 19 anni; Obiettivo: promuovere il dialogo interculturale e lo scambio tra ragazze provenienti da luoghi diversi; Azione: laboratorio sulle diverse modalità di rappresentazione del corpo femminile - realizzazione di campagne pubblicitarie rispettose dei corpi femminili e delle diverse modalità di “mostrarlo” Pubblicità di veli Modi diversi di rappresentare il corpo nella stampa araba e occidentale Universo di mediazione tra diversi mondi/vocabolari
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CORPO FEMMINILE E CREATIVITA’
Target: ragazze adolescenti anni; Obiettivo: offrire alle ragazze modelli plurali di femminilità e di bellezza oltre lo stereotipo della velina; Azione: laboratori creativi con artiste visuali (video, performance, fumetto) per creare nuove immagini femminili che rispecchino i desideri e le esperienze delle ragazze.
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