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Acqua da bere Dal rubinetto o in bottiglia

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Presentazione sul tema: "Acqua da bere Dal rubinetto o in bottiglia"— Transcript della presentazione:

1 Acqua da bere Dal rubinetto o in bottiglia
Acqua da bere Dal rubinetto o in bottiglia? - un confronto oggettivo - - Breve percorso fra applicazioni usuali, pubblicità azzardata e luoghi comuni.

2 Un paradosso Una famiglia media di 3 persone, che segua i consigli del medico di famiglia, ingerisce circa 1.5 lt. di acqua a testa al giorno, (media estate–inverno), quindi consuma circa 1650 lt all’anno. Se compra acqua in bottiglia, ad un prezzo medio di €/lt 0.25, spende € 400 all’anno ... volentieri, sperando magari di prevenire l’acquisto di medicinali per i reni! La stessa famiglia, senza piscina e senza giardino, consuma circa lt 200 di acqua, per usi non potabili, a testa al giorno, quindi consuma circa mc 220 all’anno. Al prezzo medio di €/mc 1,25 spende € 275 all’anno … ma stavolta reclama! Sembra un paradosso, ma per gli italiani è così! La famiglia media non crede all’”acqua del sindaco”, mentre si fida dell’acqua in bottiglia … ma sarà vero?

3 Luoghi comuni a confronto
Anche dalle nostre parti (dati su Carrara) dove l’”acqua del sindaco”, una volta potabilizzata, manifesta caratteristiche chimico-fisico-biologiche confrontabili con quelli dell’acqua in bottiglia, la famiglia non gradisce l’acqua del sindaco per vari luoghi comuni: 1 - perché a volte “arriva sporca” 2 – perché è “acqua di pozzo” 3 – perché “sa di cloro” 4 – perché “il gestore o il controllore non stanno attenti” 5 – perché ??? – dite voi! Ma c’è anche chi non gradisce l’acqua in bottiglia! 1 – perché la plastica cede qualcosa di tossico 2 – perché può stare un intero anno in deposito sotto il sole 3 – perché viaggia troppo a lungo e inquina l’ambiente

4 Potabilità: un calvario fra verità scientifica e luoghi comuni
L’acqua è il principale alimento degli esseri animati, animali o vegetali che siano. La disinfezione delle acque di rete investe una problematica complessa, dato che si tratta di garantire la salute della persona, anzi la salute pubblica. Molte difficoltà di sanificazione provengono dal mancato allineamento tra gli aspetti scientifici dei medici igienisti e le interpretazioni pratiche degli impiantisti. Le acque in bottiglia, invece non sono assoggettabili, per legge, ad alcun trattamento, quindi devono essere sterili e “bevibili” per loro natura. La definizione di potabilità per acqua del sindaco o per acqua in bottiglia è diversa, nel senso che sono diverse le caratteristiche fisico-chimico delle due tipologie.

5 1 - Principi per la fruizione dell’acqua
La Regione Toscana assume e fa propri una serie di principi derivanti dalla Direttiva 200/60/CE del Parlamento Europeo del L’acqua non è un prodotto commerciale, bensì un patrimonio che va protetto …; Tutte le acque superficiali e sotterranee … sono pubbliche, …; L’uso delle acque è effettuato salvaguardando le aspettative ed i diritti delle generazioni future a fruire … (delle stesse) Gli usi delle acque sono indirizzati … a non pregiudicare il patrimonio idrico …; L’uso dell’acqua per il consumo umano è prioritario rispetto agli altri usi…; Gli altri usi sono ammessi… a condizione che non ledano la qualità dell’acqua per il consumo umano: L’acqua è un bene comune, il primo alimento dell’uomo…; L’acqua appartiene all’intera umanità: Le istituzioni pubbliche hanno la responsabilità di gestirla … in modo equo; L’acqua è una risorsa troppo vitale perché si possa consentire che sfugga alla supervisione dei poteri pubblici e dei cittadini; L’acqua è troppo importante per la vita delle persone perché possa essere ulteriormente trascurata.…;

6 2 - I trattamenti fisico-chimici e batteriologici
E’ sempre più difficile reperire acqua che sia potabile fin dalla sorgente. La qualità dell’acqua all’origine è di solito abbastanza buona. Le acque rischiano sempre degli eventi di contaminazione. Sono frequenti tracce d’inquinamento naturale per la degradazione delle sostanze organiche proprie dell’ambiente. Vi è inquinamento artificiale per le attività umane. Per esempio la lavorazione nelle cave. Vi può essere infiltrazione lenta nel sottosuolo di materie non gradite (nitrati e sostanze organiche di sintesi). Le acque contaminate chimicamente all’origine, vengono sempre escluse dal consumo. Acque contaminate solo batteriologicamente, richiedono la potabilizzazione, sanificazione e disinfezione. Trattamenti fisico-chimici: Torbiditàfiltrazione; durezza addolcimento; bicarbonati, silice, ferroresine a scambio ionico. Trattamenti biologici: disinfezione, sanificazione.

7 3 - La disinfezione: principi
I batteri presenti nell’ambiente naturale non sono normalmente pericolosi per le persone sane. Gli agenti patogeni non sono normalmente presenti nell’ambiente naturale, ma vi possono essere veicolati da contaminazioni. La disinfezione è il trattamento che garantisce la potabilità dell’acqua, per quanto riguarda immunità da microrganismi e parassiti, e va applicata secondo le indicazioni della normativa vigente. Il processo della disinfezione provoca nei microorganismi la corrosione della parete cellulare o causa cambiamenti nella permeabilità della stessa e nell'attività degli enzimi o del metabolismo cellulare. Quando il cloro entra in contatto con gli enzimi, uno o più atomi d’idrogeno all’interno delle molecole citoplasmatiche, vengono sostituiti dal cloro, che provoca il deterioramento dell'intera molecola enzimatica. I disturbi nell'attività delle cellule inducono i microorganismi a non essere piu' in grado di moltiplicarsi e ciò li porterà ad esaurirsi in breve tempo: la cellula o il batterio quindi “muoiono” e perdono l’aggressività. I disinfettanti ossidanti distruggono anche la materia organica presente nell'acqua, causando la mancanza dei nutrienti per i batteri.

8 4 - Metodi antichi di disinfezione: rame, argento
Sia il rame che l'argento sono stati utilizzati per secoli a causa del loro meccanismo biocida. I nomadi usavano pezzi di rame o d'argento per migliorare la qualità dell'acqua potabile all’interno dei pozzi. La “ionizzazione Rame-Argento”, risulta adatta a moltissime applicazioni particolari e divenne di grande interesse, quando la NASA la uso' per la produzione d’acqua potabile a bordo delle astronavi Apollo nel 1960. Oggi è usata dalle aziende di imbottigliamento per sterilizzare le bottiglie, è applicata con successo negli ospedali per la disattivazione dei pericolosissimi batteri di Legionella. Purtroppo essa non è economicamente conveniente per le grandi produzioni di acqua potabile, come è invece la disinfezione con il cloro.

9 5 - Metodi pratici di disinfezione: ipoclorito di sodio, diossido di cloro
Il cloro è il disinfettante più ampiamente utilizzato. Le proprietà di disinfezione dei composti di cloro in acqua sono duplici: sostituzione del cloro sulle cellule enzimatiche dei batteri e potere ossidante degli atomi di ossigeno liberi. I prodotti più usati sono l’ipoclorito di sodio ed il biossido di cloro. il biossido viene adoperato dove esistono impianti con personale presente, mentre l’ipoclorito è congeniale agli impianti di minori, non presidiati. La presenza di “cloro residuo libero”, acquisisce il ruolo di “tracciante” dello stato della disinfezione, anche per lunghi percorsi. Il cloro è il principale disinfettante usato oggi nel mondo e dalla maggior parte dei gestori. - Problemi Sanitari: Alterazione dell’aspetto organolettico dell’acqua; Formazione di alcuni sottoprodotti sospettati come pericolosi per la salute; - Problemi Strutturali: Distruzione corrosiva dei tubi metallici; Formazione di concrezioni calcaree sui tubi metallici.

10 6 - Cenni sui difetti sanitari e sui rischi per la salute
L’alterazione organolettica dipende dal tipo e dalla concentrazione del composto chimico, dalla temperatura dell’acqua e dalla sensibilità delle persone. Restano da risolvere alcuni problemi attinenti ai rischi per la salute da parte dei sottoprodotti della disinfezione. L’ipoclorito, sostituendo atomi di cloro nella sostanza organica, provoca sottoprodotti sospetti di rischio per la salute. I composti del cloro generano sottoprodotti chiamati “organo-alogenici” comprendono: trialometani, acidi acetici alogenici, aloacetonitrili, etc Tutte sostanze complesse e di difficile implicazione sanitaria. Sono in corso numerose verifiche sanitarie per accertare i rischi per la salute. Ad oggi le normative sanitarie consentono specifiche prescrizioni per l’accettazione del cloro come sostanza da ingerire. Nel 1991, l'Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (IARC) provò l’esistenza di un rischio limitato e tale da non poter essere dimostrato da prove epidemiche.

11 7 - Cenni sulla corrosione - effetti del disinfettante sulle tubazioni
Per una buona prestazione economica, una rete idrica, come ogni bene immobile, deve avere un ammortamento di 30 – 50 anni. La rete deve essere preservata soprattutto dai fenomeni corrosivi che avvengono all’interno delle tubazioni. Ad esempio: l’incrostazione dei tubi in ferro causata dai depositi calcarei (calcio - magnesio), ed alimentata dai batteri ferroriduttori, i cui effetti sono capaci di ridurre a zero il lume del tubo. Più grave ancora risulta il quadro distruttivo dei tubi in ferro, per la componente causata dall’acidità apportata dalla disinfezione, che provoca prima il fastidioso fenomeno dell’acqua rossa e poi i depositi incrostanti, nel giro di pochi anni. Le incrostazioni ferrocalciche portano alla formazione, di un’area d’adesione del film batterico, che può arrivare a dimensioni colossali, (ricordare cosa è la geometria dei frattali). Oggi non è più possibile accettare tubazioni che non sopportano l’effetto degli agenti disinfettanti clorati.

12 8 - Il caso dei pozzi e degli ambienti calcarei
I pozzi profondi sono immuni da forme di vita, per le difficili condizioni ambientali presenti nel sottosuolo (forse), condizioni che riducono la proliferazione microbica, passaggio obbligato per la patogenicità. Le sorgenti in ambiente calcareo invece, ad esempio per le infiltrazioni dall’esterno, causate da eventi meteorici violenti. Acque di sorgente possono provenire dal sottosuolo profondo e sterile, come Fonteviva a Massa e Azzurrina a Careggine. Nelle condizioni meteorologiche ordinarie le acque sono potabili senza trattamento Durante i grandi acquazzoni di tipo estivo e le lunghe piogge invernali, tali sorgenti sono aggredite da livelli di torbidità. In queste condizioni il carico organico e batterico diviene proporzionale alla torbidità misurata.

13 9 - Metodi moderni: raggi UV, ozono, perossido d’idrogeno
Raggi UV altamente efficaci all’istante, ma non garantiscono di proseguire l’effetto all’interno di tubazioni contaminate L’azione puramente fisica, cioè senza presenza di reagenti chimici, presenta tutti i vantaggi sanitari possibili, compreso il fatto che non provoca sottoprodotti. L’attività degli UV rimane quindi circoscritta a piccoli acquedotti di nuova costruzione con tubi in PEAD Possono essere usati ad ausilio ad altri sistemi di disinfezione con tracciante, con lo scopo di ridurre la carica dei precursori Ozono uccide batteri nocivi o sostanze inquinanti, non ci sono generalmente sottoprodotti Ozono usato per la disinfezione dell'acqua potabile, ma solo per grandi portate ed all’interno di impianti presidiati da personale di controllo. Il perossido d’idrogeno non è usato spesso per la disinfezione dell'acqua potabile, ma la sua popolarità sembra aumentare. Non rilascia sottoprodotti, ma da prove con animali in laboratorio da parte IARC, risulta cancerogeno per gli animali. Anche i sistemi più avanzati presentano svantaggi di notevole importanza sanitaria e soprattutto operativa, a causa dell’alta corrosività dell’ossigeno,

14 10 - Cenni sui tubi antichi: ghisa, acciaio, fibrocemento
I tubi in ferro (ghisa e acciaio) sono stati i veri protagonisti della rivoluzione idraulico -sanitaria urbana, consentendo la realizzazione di reti idriche di enormi dimensioni. Nel dopoguerra, ai tubi in ghisa ed in ferro, si aggiunsero i tubi in fibrocemento, per la loro attitudine a non essere corrosi La loro corrosività sia interna (acque acide o clorate) sia esterna (terre chimicamente attive, correnti vaganti) impedisce loro una lunga durata. I tubi di acciaio restano validissimi per l’uso ad alte pressioni e per liquidi non potabili, ma presentano ormai gravi difetti chimico-sanitari che ne sconsigliano l’uso per le acque potabili

15 11 - Cenni sui tubi moderni: PEAD e acciaio a tre strati
Nei primi anni ’80 iniziò la produzione italiana di tubi in polietilene a bassa densità (PEBD) con utilizzo per piccole pressioni. Polietilene ad alta densità (PEAD) in grado di sopportare, dal 2000 circa, pressioni di 25 bar. I principali vantaggi delle tubazioni in PEAD: Leggerezza, lunghezza dei rotoli, affidabilità delle giunzioni, flessibilità, versatilità di posa, scabrezza minima, identificabilità per colore, basso costo (sui piccoli diametri). Soprattutto vita utile di 50 anni, aspettativa di vita fino a 100 anni, assenza di corrosione, inesistenza di incrostazioni, bassa produzione di biofilm. Tutti vantaggi grandissimi sulla scena della disinfezione chimica, atti a ridurre le complicazioni sanitarie sopra evidenziate nei tubi in ferro. I tubi a tre strati in plastica, in acciaio ed in cemento, sono così fortemente adesi da risultare un tutto unico come cemento e ferro nel calcestruzzo. La plastica esterna consente protezione dall’acidità delle terre e dalle correnti vaganti, l’acciaio intermedio dà resistenza strutturale alle pressioni, ed il cemento o il propilene sono ottimali contro la corrosione e contro l’adesione del biofilm.

16 12 – Risanamento delle reti e dosaggio ridotto
In conclusione il risanamento dei tubi in ferro avviene oggi con tubi in PEAD e con installazione di impianti di disinfezione a disaggio ridotto. Il panorama della disinfezione invece non è concluso, ma per gli studi in corso potrebbe essere improvvisamente semplificato da qualche innovazione scientifica o sanitaria. I medici ritengono di adottare il principi di prevenzione e precauzione laddove gli studi sanitari non hanno dato risultati univoci. In questi casi si cerca di ridurre al minimo gli inconvenienti organolettici e gli effetti negativi dei sottoprodotti della disinfezione. La strategia è di coniugare nella maniera tecnologicamente più avanzata la disinfezione delle acque potabili con il rispetto delle norme, il rispetto per la salute umana, e l’economicità del sistema.

17 13 - Rischi per la popolazione
Pur riconoscendo che per una persona in buona salute i rischi di malattia da microrganismi sono limitati, restano presenti anche se le prescrizioni microbiologiche sono rispettate. L'OMS (Organizzazione Mondiale della Salute) e gli organi sanitari dell’Unione Europea raccomandano che i microrganismi patogeni siano presenti in piccolissime quantità nell'acqua potabile in modo da contenere il rischio di malattie al di sotto di una soglia tollerabile. Negli Stati Uniti la soglia di rischio accettabile è di 1 caso di malattia per 10'000 persone. Inoculo minimo per diversi agenti infettivi contaminanti dell'acqua potabile Microrganismi Dose infettiva minima (malattia in 1% delle esposizioni) Vibrio cholerae 1'400 batteri Salmonella typhi batteri Campylobacter jejuni batteri Giardia lamblia <1 parassita Rotavirus <1 particella virale E’ quindi ritenuto assolutamente indispensabile effettuare la disinfezione per le acque distribuite in rete alla popolazione.

18 14 - Persone e popolazione
Se l’acqua assunta da persone sane potrebbe anche contenere un certo numero di microrganismi, senza che queste ne vengano influenzate, nel caso di acqua distribuita ad un’intera popolazione, dove possono essere presenti individui a rischio moderato (con patologie di natura modesta) o a rischio elevato (malati negli ospedali, nelle case di cura, negli asili nido), il rischio che compaia comunque una prima infezione e che questa si diffonda per le normali forme di contatti tra tutti gli individui, impone che l’acqua distribuita ad un intero abitato sia garantita immune da qualsiasi forma di microrganismo. Per questo motivo l’acqua di città deve essere disinfettata, mentre questo non è necessario per la fontanella “naturale” presente in montagna. In tal caso non è vietato l’uso individuale, anche se sarebbe opportuna la presenza di un cartello di “acqua non controllata”.

19 15 – I rischi della disinfezione - 1
La disinfezione dell'acqua può essere realizzata con diversi disinfettanti, usati per uccidere o disattivare i microorganismi patogeni. Esempi sono: 1 – Cloro - Ipoclorito di sodio 2 - Diossido di cloro 3 – Cloroammine 4 - Perossido di idrogeno 5 - Ionizzazione con argento/rame 6 – Bromo 7 - Alti disinfettanti includono ozono e UV. Dato che la disattivazione chimica sulle cellule dei microrganismi avviene quasi sempre tramite l’alterazione della membrana cellulare dei microrganismi con formazione di sostanze sia viventi che non, mutate in altre, esiste il rischio di assumere materiale mutageno o teratogeno.

20 16 – I rischi della disinfezione - 2
1 – Cloro o ipoclorito di sodio: Il cloro e' ancora il disinfettante principale sia in Italia che negli Stati Uniti, dal momento che è relativamente poco costoso. L'applicazione del piano di gestione del rischio (RPM) per l'atto di gestione dell'aria pulita (CAA) per l'immagazzinamento dei prodotti chimici tossici da parte dell'EPA (giugno, 1999) e la ri-registrazione del cloro gassoso come antiparassitario (EPA, 2001), hanno causato il passaggio degli impianti di trattamento dell'acqua reflua da cloro gassoso ad ipoclorito di sodio. Ciò avviene perché le aziende non desiderano realizzare un programma di gestione del rischio per il cloro gassoso, in quanto questo richiede tempo e soldi.  Il difetto principale nell’uso del cloro riguarda soprattutto un certo disgusto al palato per la presenza di cloro gassoso all’uscita dal rubinetto, (cui si può rimediare con una pausa di qualche minuto, prima dell’uso). Nel caso di acqua sorgiva particolarmente carica, esso può formare dei sottoprodotti pericolosi di disinfezione, come i trialometani (THM). Pertanto si deve evitare il cloro per la disinfezione di acque prelevate da fiumi o laghi, senza altri trattamenti preliminari, dal momento che i trialometani sono sospettati di creare danni al fegato, reni, sistema nervoso centrale e sono considerati cancerogeni.

21 17 – I rischi della disinfezione - 3
2 – Diossido di cloro: Il diossido di cloro è una sostanza molto instabile; quando entra in contatto con la luce solare, si decompone; inoltre risulta nocivo per inalazione ed esplosivo. A parte questi difetti di natura operativa, per gli utenti il diossido di cloro e i suoi prodotti di disinfezione cloriti e clorati possono creare problemi nei pazienti in dialisi.  La ricerca della mutagenicità è impedita dalle sue particolari modalità di disinfezione. 3 – Cloroammine: Le cloroammine sono poco usate in Italia perché risentono di molti svantaggi. Sono persistenti e non scompaiono per esposizione, pertanto devono essere eliminate prima del consumo con appositi filtri. Esse producono nitrati, che nello stomaco si trasformano in nitriti, molto tossici per il sangue. Non garantiscono l’efficacia contro i batteri come il cloro, possono generare ammoniaca pericolosa per i pesci e corrodere le tubazioni in ferro. 4 - Perossido di idrogeno: Il perossido di idrogeno può irritare la pelle, le membrane mucose e gli occhi, con possibili lesioni permanenti dell'apparato visivo. Prove con animali da laboratorio da parte dell'agenzia internazionale americana sulla ricerca sul cancro (IARC) provano che il perossido di idrogeno può essere cancerogeno per gli animali. Prove di laboratorio con i batteri indicano che il perossido di idrogeno è mutageno: cambia e danneggia il DNA. Gli organi sensibili ad esposizione a perossido di idrogeno sono i polmoni, l'intestino, il timo, il fegato ed i reni. Gli effetti di un'esposizione cronica per gli esseri umani sono sconosciuti. Gli effetti sulla riproduzione e sullo sviluppo non sono stati ancora dimostrati.

22 18 – I rischi della disinfezione - 4
5 – Ionizzazione rame – argento: Risulta di modestissima utilizzazione a causa dei difetti e dei costi. E’ stato adottato con enorme successo sulle navette spaziali americane. Risulta efficace solo in casi di piccole dimensioni e, pur non uccidendo i microrganismi, ma alterandone la funzione di riproduzione, contiene gli stessi difetti di mutagenesi di molti altri sistemi. 6 – Bromo: Essendo affine al cloro, ne possiede pregi e difetti. Genera un cattivo odore e composti organobromurati tossici per l’ambiente e pericolosi per la tiroide, l’apparato genitale ed il sistema nervoso. Risulta molto corrosivo per i metalli. 7 – Altri sistemi: principalmente si distinguono sistemi non chimici, come l’irraggiamento UV ed RX, che rispetto ai sistemi chimici hanno il difetto di non mantenere il livello di disinfezione lungo il percorso, per cui una contaminazione successiva al punto di contatto non subisce il trattamento. Altri sistemi chimici sono dati dalla commistione di sostanze, come l’acido peracetico (acido acetico e acqua ossigenata), il perossone (ozono e perossido di idrogeno), I composti tendono a incrementare gli effetti ed a ridurre i difetti, ma risultano molto più costosi e delicati. Commento: L’azione di disinfezione più efficace, per i piccoli impianti di acquedotti tipicamente diffusi sul territorio, si ottiene con dosatori di ipoclorito di sodio, telecontrollati da una centrale appositamente destinata.

23 24 - Analisi di “acqua di CARRARA”
TORANO PARAMETRO U. di M. CARBONERA PIZZUTELLO Temperatura al prelievo ° C 11 10,5 Attività ioni idrogeno Ph 8,1 7,9 Conducibilità elettrica a 20° C mS/cm 249 268 Residuo fisso a 180° C mg/l 186 201 Durezza complessiva ° F 12 15 Ione Nitrico 2,6 1,5 Ione Fosforico < 0,4 Ione Sodio 4,9 3,4 Ione Potassio 0,3 0,2 Ione Magnesio 4,8 Ione Calcio 44 45 Ione Idrocarbonico 135 122 Ione Cloridrico 9,2 7,6 Ione Solforico \ Ione Silice (come SiO2) 2,4 Ione Fluoruro Ione Stronzio Anidride carbonica libera Ossigeno GIUDIZIO BASICA OLIGOM.

24 26 – Ma…forse è un farmaco? Qual è l’acqua migliore?
Da sempre l’uomo ha studiato a fine terapeutico la composizione delle Acque Salubri scoprendone indicazioni e controindicazioni, usandola come un farmaco, per contrastare determinate patologie. Ed ecco quindi che l‘acqua, da nutrimento fondamentale, si trasforma in un vero e proprio “farmaco” con ben precisi limiti di utilizzo e rischi collaterali a seconda delle patologie e delle caratteristiche chimiche e fisiche dell‘acqua utilizzata. Per esempio, un’acqua acidula (PH<7) è sicuramente da escludere in caso di acidosi esofagea o di ulcera gastrica: un’acqua carica di sali è sconsigliata per chi ha calcoli renali. Spinti dalla emulazione della pubblicità, e spesso senza considerare le qualità intrinseche del prodotto, può capitare che si faccia un uso improprio e dannoso per la salute. Per ciò la scelta di un’acqua di sorgente, trattata o da tavola, deve provenire dal proprio medico curante o dal dietologo, al fine di aiutare e non peggiorare determinate patologie. .

25 26 - Conclusioni Torniamo alla domanda iniziale: “La famiglia media italiana crede all’”acqua del sindaco”, o si fida dell’acqua in bottiglia? La risposta è “si fida dell’acqua in bottiglia!”. Infatti una recente ricerca di Legambiente ed Altreconomia assegna all’Italia il primo posto in Europa per consumo di acqua minerale, il 98% della popolazione beve abitualmente acqua minerale per un consumo di 196 litri a testa, ad un prezzo che è 500 – 1000 volte più alto dell’acqua di rubinetto. Per di più il consumo di acqua minerale in Italia è triplicato in poco più di 20 anni, nel 1985 era appena di 65 litri a testa. Eppure, come si è visto le pratiche di disinfezione per garantire all’intera popolazione una sicurezza sanitaria sono molto studiate, sofisticate e complesse, quindi ci si deve aspettare un risultato sicuro. Perché dubitarne?

26 27 – Conclusioni 2 – come il gestore o il controllore possono diventare credibili? I luoghi comuni negativi dell’acqua del sindaco sono facilmente superabili da una gestione responsabile, avanzata e corretta, dove le reti di acquedotto siano realizzate con tubi rivestiti in polietilene, i depositi in cemento siano manutenzionati e gli impianti di disinfezione siano telecontrollati in tempo reale. Tutto questo ha dei costi non modesti, se si pensa che la maggior parte degli acquedotti sono stati realizzati durante il boom economico del dopoguerra e che oggi sono a fine vita, ma come non essere indignati quando si scopre che l’acqua in bottiglia costa 500 – 1000 volte l’acqua del sindaco e la gente la compra tranquilla e convinta, mentre sta a discutere sull’ultimo euro della bolletta? Fidatevi! l’acqua di acquedotto è controllata! (quasi sempre). Beviamo serenamente l’acqua di acquedotto, e si pretenda l’accertamento della gestione responsabile da parte dei controllori, che ci sono e sono tanti. (attraverso i tipici sistemi di partecipazione sui problemi di pubblico interesse). Se poi l’acqua gassata piace di più, conviene farsela in casa: a basso prezzo con la vecchia Idrolitina, a maggior costo, per i più sofisticati con le moderne macchine gasificatrici da famiglia a scambio ionico.


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