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Vitamina D, PTH ed omeostasi del calcio
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Funzioni principali della vit D
Stimolazione dell'assorbimento del calcio e del fosforo a livello intestinale; Regolazione, in sinergia con l'ormone paratiroideo, dei livelli plasmatici di calcio; Mantenimento di una adeguata mineralizzazione dello scheletro. Coinvolgimento in processi non legati all'omeostasi del calcio e del fosforo (differenziamento cellulare, funzione neuromuscolare...).
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Vitamina D Il termine vitamina D indica due forme funzionalmente equivalenti: Colecalciferolo (vitamina D3), deriva dal colesterolo (origine animale) Ergocalciferolo (vitamina D2), deriva dall'ergosterolo (vegetali). La 1,25-(OH)2-D è la forma attiva della vitamina D.
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Il precursore della vitamina D, il 7-deidrocolesterolo, viene sintetizzato dall'organismo e convertito nella pelle a colecalciferolo per azione della luce solare
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Questa reazione dipende:
dallo spessore e dalla pigmentazione della pelle; dalla qualità ed intensità delle radiazioni UV (sono efficaci per la sintesi solo le radiazioni comprese tra 290 e 315 nm); e, soprattutto, dalla superficie esposta e dalla durata dell’esposizione. Nel sangue la vitamina D è legata ad una proteina specifica (DBP) che la trasporta al fegato dove avviene la prima idrossilazione e quindi al rene (tubuli renali prossimali) per i passaggi metabolici successivi.
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La sintesi è regolata con un meccanismo a feedback, dipendente soprattutto dal fabbisogno di calcio e fosforo dell’organismo (O2, NADPH, citP450, reduttasi) (RE) mitocondriale (O2, NADPH, Mg++, cit-P450, Fe-S, flavoproteina)
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Regolazione della 1 a-idrossilasi renale
Regolatori primari Regolatori secondari Ipocalcemia ( ) Estrogeni PTH ( ) Androgeni Ipofosfatemia ( ) Progesterone Calcitriolo ( ) Insulina Ormone della crescita Prolattina Ormone tiroideo
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Segni precoci di carenza di vitamina D:
diminuita concentrazione serica di calcio e fosforo (per diminuito assorbimento a livello intestinale) iperparatiroidismo secondario aumento dell'attività della fosfatasi alcalina nel siero. Convulsioni da ipocalcemia. Segni più tardivi: inadeguata mineralizzazione dello scheletro (rachitismo o osteomalacia) debolezza muscolare dolori e deformazioni ossee.
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Tossicità Segni di intossicazione acuta e cronica (nausea, diarrea, poliuria, perdita di peso, ipercalcemia, ipercalciuria, nefrocalcinosi, ridotta funzione renale o calcificazione dei tessuti molli) nel corso di profilassi antirachitica, dopo somministrazione prolungata di alte dosi di vitamina D e livelli circolanti superiori a 100 ng/ml. Livello massimo consigliato 50µg/die (Comm. Europ. Comm., 1993).
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Alimenti con quantità significative di vitamina D (1µg colecalciferolo=40UI)
Olio di fegato di merluzzo: 210µg/100g; Pesci grassi: fino a 25µg/100g (salmone, aringa, ecc.); Fegato bovino: 0,5µg/100g (altre parti solo tracce); Burro: fino a 0,75µg/100g; Formaggi particolarmente grassi: fino a 0,5µg/100g; Uova circa 1,75µg/100g.
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Livelli medi Livello medio di assunzione della vitamina D: circa 2µg/die Livello normale di 25-OH-D nel plasma: compreso tra 10 e 40ng/ml (non appaiono segni né di carenza né di tossicità). Livello in individui che non si espongono al sole: 6-8 ng/ml. Livello in adulti dopo prolungata esposizione al sole: 80ng/ml. Livelli di assunzione medi necessari: 10-15µg/die, non raggiungibili senza sintesi endogena o supplementazione.
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Livelli di assunzione raccomandati
L'esposizione alla luce solare dovrebbe essere più che sufficiente a coprire le richieste dell’organismo, purché sia sufficiente l'introduzione di calcio e di fosfato. Tuttavia l’apporto di vitamina D da raccomandare è quello necessario a mantenere la concentrazione di 25-OH-D nell’intervallo ottimale di ng/ml. Un apporto giornaliero di 5-10µg/die e più porterebbe i livelli di 25-OH-D entro l'intervallo desiderato, anche quando la sintesi endogena è minima: nei neonati fra 6 e 11 mesi; nei bambini da 1 a 3 anni, specie se poco esposti al sole; nei bambini con più di 3 anni e adolescenti poco esposti al sole. in gravidanza e allattamento, specialmente in inverno e nel terzo trimestre di gravidanza; negli anziani, soprattutto se istituzionalizzati.
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Regolazione della sintesi del PTH
Il Calcio regola trascrizione, traduzione e stabilità del mRNA Il complesso vit D/recettore/VDRE inibisce la trascrizione del PTH Catepsine B e D nei granuli paratiroidei Endopeptidasi sulle cellule di Kupffer proPTH nei granuli paratiroidei riserve max per 1,5h nelle vescicole secretorie 34 Completa degradazione
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La secrezione del PTH è inversamente correlata alla [Calcio] ematica
Recettori del Ca++ sulle cellule paratiroidee accoppiati a proteine G stimolazione fosfolipasi C formazione di IP3 aumento di [Calcio] intracellulare secrezione di PTH Il PTH circolante diminuisce linearmente quando la [Ca++] è 7,5-10,5mg/dl, iperparatiroidismo se il [Ca++] ematico è >=10,5mg/dl
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Fosforilazione proteica accoppiata a proteine G
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Calmodulina e calcio
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Il PTH modula l’omeostasi del calcio e del fosfato
Il fosfato è controione del calcio nei cristalli di idrossiapatite; Viene perciò rimosso insieme al calcio dal tessuto osseo; Il PTH favorisce la clearance renale del fosfato; Quindi il PTH mentre fa' aumentare il calcio libero evita una sovrasaturazione di fosfato.
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Il PTH agisce attraverso un recettore
renale ed osseo Recettore/PTH attivazione adenilato ciclasi cAMP attivazione cascata chinasi risposta cellulare
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La vit D agisce di concerto con l’ormone paratiroideo
Il PTH favorisce anche la sintesi della vit D3
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L’ipercalcemia blocca la produzione di PTH
Alti livelli di calcio e fosfato favoriscono la mineralizzazione delle ossa CT= calcitonina (cellule C parafollicolari tiroide)
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