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Viaggio di un naturalista intorno al mondo

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Presentazione sul tema: "Viaggio di un naturalista intorno al mondo"— Transcript della presentazione:

1 Viaggio di un naturalista intorno al mondo
25 maggio 2007 Charles Darwin Viaggio di un naturalista intorno al mondo Approfondimento dei capitoli IX e X. Bai Beatrice Dani Martina Palazzetti Chiara

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3 Santa Cruz Luoghi Animali Persone Geologia FONTI:
Coordinate: 48°49′26″S 69°48′54″W , Santa Cruz è una provincia dell'Argentina meridionale. Confina a nord con la provincia di Chubut, ad est con l'Oceano Atlantico, a sud e ad ovest con il Cile. Sia la parte montuosa delle Ande, sia i vastissimi altipiani della Patagonia e le zona costiera sono scarsissimamente popolati. Meno di abitanti in un territorio di quasi km2. La capitale Río Gallegos, posta all'estremo sud della provincia, conta circa abitanti, concentrando in pratica metà dell'intera popolazione di tutta Santa Cruz. FONTI: wikipedia, l’enciclopedia libera. Luoghi Animali Persone Geologia

4 Diorite Argilloscisti Micascisti Granito Morena

5 Lepre della Patagonia Condor delle Ande Aguti Guanaco Avvoltoio tacchino Puma concolor

6 Sig. Audubon Cap. Stokes Sig. Bachman Professor Owen

7 Isole Falkland Luoghi Animali Persone Geologia Piante

8 Cormorano Struzzo Oca magellanica Culpeu Pinguino reale Moa Kiwi Beccaccino Cavallo argentino Polyborus Rana toro Lontra Dodo Anatra piroscafo Zoofiti Toro

9 Sig. Bougainville Cuvier Molina Capitano Sulivan Il Pernety Il Volney Gauchos

10 Rincon del Toro (Lafonia?)
Berkeley Sound Golfo di Choiseul Monte Usborne Porto Pleasent Baia di San Salvador Rincon del Toro (Lafonia?) Le Isole Falkland (in inglese: Falkland Islands), sono un territorio d'oltremare del Regno Unito, la cui sovranità è disputata dall'Argentina, per la quale sono le Isole Malvine (in spagnolo: Islas Malvinas). Il Regno Unito ne rivendica la sovranità in quanto nel 1833 vi aveva edificato una base navale e nel 1837 un ufficio di amministrazione coloniale. Le isole sono contese dall'Argentina, che le considera ancora oggi parti integranti del suo territorio nazionale. Furono scoperte nel 1592 dal navigatore inglese John Davis, che si limitò però alla sola annotazione sulle carte nautiche. Solo 98 anni dopo, nel 1690, John Strong vi mise piede, denominandole Falkland in onore del politico Anthony Cary, 5° Visconte di Falkland. FONTI: wikipedia, l’enciclopedia libera.

11 Charles Darwin, “Viaggio di un naturalista intorno al mondo”
“Il 1° marzo del 1833 e di nuovo il 16 marzo del 1834 il Beagle gettò le ancore nel Berkeley Sound, sulla Falkland orientale. Questo arcipelago è situato circa alla stessa latitudine dell’imboccatura dello Stretto di Magellano; ha una superficie di duecento chilometri per cento ed è poco più della metà dell’Irlanda.” “Il teatro è degno della scena che vi si rappresenta. Una terra ondulata, dall’aspetto squallido e misero, è ovunque coperta da terreno torboso e da erba dura, di un monotono color bruno. Qua e là sorge dalla liscia superficie un picco o un dirupo di roccia quarzosa grigia.” “Tutti hanno sentito parlare del clima di queste regioni; può essere paragonato a quello che si ha ad una altezza tra i trecento e i seicento metri sulle montagne del Galles settentrionale, ma con meno sole e minor gelo e più vento e pioggia.” Charles Darwin, “Viaggio di un naturalista intorno al mondo” Cap. IX, pagg

12 TERRA DEL FUOCO Luoghi Animali Persone Geologia Piante

13 Animali inferiori marini
Durante la navigazione e le visite nella Terra del Fuoco, Darwin non ebbe modo di osservare molti animali. I suoi resoconti riguardano per lo più l’esperienza che l’equipaggio della Beagle ebbe all’incontro con i “selvaggi”. Lontra Cavallo argentino Guanaco Animali inferiori marini

14 Fuegini Capitano Cook reverendo Matthews Jemmy Button Fuegia Basket
York Minster Capitano King Sir. J. Banks dottor Solander signor Low Byron signor Bynoe

15 Jemmy Button FONTI: Cap. X, pag. 193
Durante il primo viaggio del Beagle alcuni Fuegini, abitanti della Terra del Fuoco, avevano rubato una delle imbarcazioni della spedizione; Fitz Roy decise allora di prendere in ostaggio degli indigeni per riaverla indietro. Questo non avvenne e così i fuegini ostaggi rimasero a bordo del Beagle e seguirono l’equipaggio in Inghilterra. In particolare uno di loro era stato oggetto di scambio con un bottone in madreperla: Fitz Roy lo chiamò Jemmy Button. Questi, in Inghilterra, fu istruito e presentato al re, e divenne un fuegino famoso. Nel corso del secondo viaggio della Beagle fu riaccompagnato presso la sua tribù. Lì costruì una casa con un orticello. Quelli della tribù non capivano a cosa questo servisse e decisero di calpestarlo e di rubare tutto quello che c'era nella casa di Jemmy. Dopo qualche anno una nave missionaria arrivò nella Terra del Fuoco, i missionari scoprirono che Jemmy Button parlava l'inglese e gli chiesero di aiutarli per la missione. Ma in cambio del suo aiuto gli diedero solo dei biscotti, così Jemmy si arrabbiò e probabilmente guidò una spedizione di fuegini che ammazzarono tutti i missionari. “Mi sembra meraviglioso, quando penso a tutte le sue buone qualità, che egli fosse della stessa razza e senza dubbio avesse lo stesso carattere di quei miserevoli e degradati selvaggi che incontrammo qui per la prima volta” FONTI: “Viaggio di un naturalista intorno al mondo”, ed. del 1890.

16 Il condor delle Ande (Vultur Gryphus)
Cap. IX: pagg. 167, 170 Uccello dell’ordine dei Falconiformi, appartenente alla famiglia dei Catartidi. Può raggiungere un’apertura alare pari a centimetri ed un peso che varia tra i 9 e i 12 kg. Sebbene sia stato ritenuto a lungo un rapace, si tratta in realtà di un animale saprofago. È in grado di coprire enormi distanze sfruttando abilmente le correnti senza ricorrere all’uso delle proprie ali. Le differenze tra esemplari maschi ed esemplari femmine sono fondamentalmente due: i primi sono dotati, a partire dal terzo anno di vita, di una cresta carnosa di circa 10 cm di lunghezza e 4,5 cm di spessore; il colore dell’iride è bruno pallido nei primi e rossastro nelle seconde. Il becco è robusto, in grado di strappare grossi brandelli di carne. Il collo è lungo e nudo, e alla base è presente un collare piumoso di colore bianco. Le zampe sono grigie. Le unghie non sono molto forti perché non servono ad uccidere prede. La coda è piuttosto corta, di forma quasi rettangolare. La colorazione del piumaggio è piuttosto scura, con striature nere e bianche.

17 tra aprile-dicembre in Colombia.
Il Condor delle Ande nidifica in cavità rocciose, spesso in maniera isolata, o in gruppi di 20 esemplari circa. La deposizione delle uova avviene tra febbraio-giugno in Perù, tra settembre-ottobre in Cile e tra aprile-dicembre in Colombia. Come suggerisce il nome, questo animale vive in Sudamerica nella zona montagnosa delle Ande, dalla Colombia fino alla Terra del Fuoco. CURIOSITA’: Questi uccelli sono stati per anni ingiustamente perseguitati per ignoranza e falsi giudizi sul loro ruolo. Oggi la loro importanza ecologica è finalmente riconosciuta. Infatti, il loro comportamento da spazzini permette alle sostanze contenute negli animali morti di essere posti nuovamente in circolo. Immagine tratta dall’edizione del 1890. FONTI: wikipedia, l’enciclopedia libera. “Viaggio di un naturalista intorno al mondo”, ed. del 1890.

18 Il guanaco (Lama Guanicoe)
Cap. IX, pag. 167 Il guanaco (Lama guanicoe) è un camelide affine al lama diffuso in Sudamerica, negli stati di Peru, Ecuador, Cile e Argentina.Il guanaco è alto 1,06 m al garrese e pesa intorno ai 90 kg. Come il lama, anche il guanaco presenta un manto doppio: uno più ruvido all'esterno e uno più soffice all'interno Il colore del manto varia di poco da individuo a individuo: solitamente si va dal marrone chiaro al color cannella scuro, con riflessi bianchi nella parte inferiore. Il muso è invece di colore grigio, con piccole orecchie dritte. Gli occhi, molto grandi, sono di forma affusolata e di un colore bruno intenso. I guanachi vivono all'incirca fino ai anni. Secondo le stime, quando gli Europei giunsero per la prima volta in Sudamerica, i guanachi erano circa mezzo miliardo. Attualmente, si ritiene che ne esistano FONTI:

19 Il cormorano (Phalacrocorax carbo)
Cap. IX, pag. 185 Appartiene all’ordine dei Pelecaniformi, famiglia dei Falacrocoracidi Questo uccello possiede un corpo allo stesso tempo slanciato e voluminoso. Il collo è particolarmente lungo e il petto è prominente. Il forte becco è lungo e chiaro con la porzione inferiore all’occhio gialla. Le sue zampe sono palmate così da facilitare lo spostamento nell’ambiente acquatico. Il piumaggio è bruno con delle sfumature chiare nel sottogola, che si estendono durante il periodo riproduttivo; superiormente le ali presentano pennellate bronzee. In volo può essere riconosciuto anche per il lento e potente battito delle ali. Complessivamente il cormorano misura cm e possiede un’apertura alare di cm.

20 Il cormorano vive nelle acque dolci e salate, meglio se protette
Il cormorano vive nelle acque dolci e salate, meglio se protette. Di solito evita le acque troppo profonde e di rado si allontana eccessivamente dalle coste, privilegiando i laghi, le lagune, i delta, gli estuari, gli ampi e lenti fiumi. Il cormorano può migrare totalmente, parzialmente e disperdere (cioè allontanarsi definitivamente dall’area originaria) in relazione alle dimensioni della popolazione, alla disponibilità di cibo e alle condizioni climatiche. Ad eccezione del periodo riproduttivo, questo uccello acquatico vive in gruppi piuttosto numerosi, in funzione anche delle disponibilità trofica (disponibilità di cibo). Nel periodo degli amori i maschi richiamano l’attenzione della femmina verso l’area di nidificazione gonfiando le ali, allungando il collo e il becco verso l’alto e infine inarcando il collo verso la coda. In prossimità del nido talvolta sono emesse delle elaborate vocalizzazioni, altre volte non è prodotto alcun suono. Le uova (3-4) sono deposte tra marzo ed aprile in un nido costruito con i ramoscelli e posto in zone solitamente riparate. Le colonie di nidificazione possono comprendere anche 2000 coppie, anche se spesso sono più piccole e frammentate e si trovano lungo le coste, l’entroterra, su scogliere o su alberi. La schiusa asincrona avviene dopo un’incubazione di 4 settimane: la cova inizia prima che tutte le uova siano deposte e quindi la schiusa delle singole uova avviene in tempi diversi. I piccoli cormorani divengono indipendenti dopo circa una cinquantina di giorni. FONTI:

21 L’aguti (Dasyprocta Leporina)
Cap. IX, pag. 167 Gli aguti hanno cinque dita negli arti anteriori e tre in quelli posteriori. La coda è solitamente corta o addirittura non presente. Possono raggiungere i 60 centimetri in lunghezza e un peso che oscilla intorno ai 4 kg. Si nutrono di frutti e di altre parti delle piante; sono spesso causa di danni alle piantagioni si canna da zucchero e banana. Abita solitamente le foreste pluviali e le savane; ai nostri giorni è possibile incontrarlo anche nei campi coltivati. Possono raggiungere i venti anni di età, un traguardo insolito per altre specie di roditori. Può partorire da due a quattro piccoli. FONTI: wikipedia, l’enciclopedia libera.

22 Lo struzzo (Struthio camelus)
Cap. IX, pag. Il nome scientifico dello struzzo (Struthio camelus) contiene un accostamento che era già stato fatto dagli antichi, quello fra l'uccello ed il cammello, nel quale si specchia una delle caratteristiche fondamentali della nostra specie: anche lo struzzo, infatti, è un vero e proprio figlio del deserto e delle steppe, e possiede una struttura e delle proprietà esattamente rispondenti alle esigenze poste dall'ambiente entro il quale si trova a vivere. Ha un corpo molto robusto, il collo lungo e in gran parte nudo, la testa piccola e piatta, il becco dritto, ottuso, poco arrotondato nella parte anteriore e piatto in punta; le mascelle sono pieghevoli, e si spalancano in uno squarcio che giunge fin sotto l'occhio, ed all'incirca alla metà di quella superiore si aprono le narici, divericate e piuttosto lunghe. Gli occhi sono lunghi e lucenti, con la palpebra superiore provvista di ciglia, le orecchie sono nude, aperte, rivestite internamente di produzioni filiformi, le zampe alte e robuste, del tutto nude, a parte alcune setole che spuntano sulle cosce. I tarsi sono coperti da larghe squame, ed i piedi hanno due dita, l'interno fornito di un'unghia grande, larga e ottusa; ancorché grandi, le ali sono del tutto inette al volo, rivestite, invece che delle normali remiganti, di piume lunghe, flosce e pendenti che si ritrovano identiche nell'abbondante coda, e il resto del corpo è coperto da un piumaggio floscio ed arricciato, che nel mezzo del petto lascia scoperta una callosità di consistenza cornea.

23 Di grandissima mole, lo struzzo ha una altezza non inferiore ai due metri e mezzo, ed una lunghezza, dalla punta del becco alla fine della coda, di almeno un metro e ottanta: il suo peso raggiunge il quintale e mezzo. Quanto poi al colore, in generale esso si differenzia tra i due sessi. Il maschio ha tutte le piume del tronco di color nero-carbone, quelle della coda e dell'ala bianche, il collo rosso-vivo e le cosce carnicine; le femmine sono grigio-brune e bianco-sporche sulle ali e sulla coda, e ripetono la colorazione dei compagni negli occhi bruni e nel becco giallo-corneo. Durante il periodo della riproduzione i branchi di struzzi si sciolgono in famiglie composte di un maschio e di due-quattro femmine, che occupano un distretto piuttosto ampio e non se ne allontanano: condizione necessaria perché esse si stabiliscano entro un'area determinata, più che l'abbondanza di cibo, che riescono sempre a rintracciare, è la vicinanza dell'acqua, elemento essenziale per la loro sussistenza. Se le variazioni climatiche non influiscono troppo sul mondo vegetale, lo struzzo non sente la necessità di compiere grossi spostamenti, e si mantiene tranquillo per tutto l'anno entro gli stessi confini. FONTI: wikipedia, l’enciclopedia libera.

24 Il puma (Puma concolor)
Cap. IX, pag. 167 Appartiene all’ordine dei carnivori, in particolare alla famiglia dei Felidi. La parola "puma" viene dalla lingua quechua. Nella lingua inglese esistono più di 40 nomi differenti per indicare il puma. . Il puma è alto 70 cm circa dalla spalla. La sua lunghezza, esclusa la coda, è in media di 130 cm per i maschi e 110 cm per le femmine, cui si aggiungono tra i 66 e i 78 cm di coda. Il suo peso varia dai 50 ai 70 kg circa per i maschi (ma alcuni esemplari possono arrivare anche a 120 kg) e dai 35 ai 50 kg circa per le femmine. Il pelo è corto, morbido, folto e dal colore uniforme e molto variabile. Le zampe anteriori hanno 5 dita, mentre quelle posteriori 4, con unghie retrattili. I puma sono tra gli animali più agili, potendo fare salti alti 4 metri e lunghi 10. Darwin rimane stupito davanti alla ferocia di questi animali nel corso della spedizione sul fiume Santa Cruz: lungo le rive del fiume si trovavano numerosi esemplari di questa specie e altrettante carcasse di guanaco, la cui morte era stata evidentemente causata dai primi.

25 In libertà, i puma possono raggiungere dai 18 ai 20 anni d'età, sebbene la loro vita duri di solito un decennio. I puma cacciano mammiferi di quasi tutte le taglie. Nel Nordamerica si annoverano alci, cervi e renne fra le prede del puma, ma anche topi, ratti, puzzole, procioni, castori ed opossum, come pure pecore e giovani bovini. Anche altri predatori come i coyote e le linci rosse possono essere sopraffatti dal puma. Oltre ai mammiferi, il puma si nutre anche di uccelli e, in alcune regioni, di pesci. Non mangia, però, carogne ed evita anche i rettili. Diffusione delle diverse sottospecie di puma nel continente americano. FONTI: wikipedia, l’enciclopedia libera.

26 Presenta un notevole dimorfismo sessuale:
L’oca magellanica (Chloephaga picta) Cap. IX, pag. 186 Specie originaria dell'America del Sud dove popola specialmente le Pampas argentine. Una sottospecie (Chloephaga picta leucoptera) è caratteristica delle Isole Falkland, della Terra del Fuoco e della Patagonia. Vivono nelle zone aperte ricche di acqua in branchi numerosi che spesso danneggiano i campi coltivati e i pascoli. Presenta un notevole dimorfismo sessuale: Nel maschio, la testa e il collo sono bianchi. Man mano che si scende lungo il collo il bianco viene solcato da striature nere sempre più evidenti fino al sottocoda. Le strisce della prima parte del dorso sono sostituite dal grigio lungo le ali. Nei giovani esemplari le ali hanno colorazione marrone. Occhi, becco e zampe sono neri. La femmina ha testa e collo bruno-rossicci e la restante parte del corpo con striature nere su fondo marroncino. Il dorso è striato nella prima parte e grigio fino alla coda che è scura. Zampe giallastre e becco da grigio a nero. Taglia cm. La sottospecie Chloephaga picta leucoptera ha taglia leggermente inferiore, piumaggio più chiaro, zone grigie più ampie nel maschio e femmine con striature più contenute. Si nutre prevalentemente di erbe e germogli, ma non disdegna sementi, insetti e bacche. FONTI: wikipedia, l’enciclopedia libera.

27 Il culpeu (Pseudalopex culpae)
Cap. IX, pag. 181 Il culpeo (Pseudalopex culpaeus), detto a volte anche volpe della Patagonia, è una specie sudamericana di volpe. È il secondo canide più grande del continente, dopo il crisocione. Nell'aspetto assomiglia molto alla volpe rossa. Ha il mantello grigio e rossastro, il sottogola bianco, zampe rossastre e una striscia poco visibile sul dorso. Si estende dall'Ecuador e dal Perù fino alle regioni meridionali della Patagonia e della Terra del Fuoco. È più comune sulle pendici occidentali delle Ande, dove abita le zone aperte e le foreste decidue. Popolazioni di culpeo si trovano anche sulle isole Falkland, dove sono state introdotte dall'uomo. La volpe delle Falkland, estintasi nel 1876, era probabilmente una sua stretta parente. La dieta del culpeo consiste principalmente di roditori, conigli, uccelli e lucertole e, alle latitudini più basse, materiale vegetale e carogne. Presumibilmente il culpeo attacca le pecore e pertanto è spesso cacciato e avvelenato. In alcune regioni sta diventando raro, ma in nessuna parte dell'areale è in pericolo di estinzione. DISPUTA SCIENTIFICA CON IL MOLINA (Cap. IX, pag. 181) FONTI: wikipedia, l’enciclopedia libera.

28 Il pinguino reale (Aptenodytes Patagonicus)
Cap. IX, pag. 181 Il pinguino reale - Aptenodytes patagonicus è una specie di uccelli inetti al volo descritta da J. F. Miller nel 1778 dopo averli osservati nella Georgia del Sud. Questa specie è diffusa in alcune isole dell'emisfero meridionale del pianeta in particole sulle isole Falkland, Georgia del Sud e Sandwich Australi, Oceano Indiano meridionale (Isole Crozet, ecc.). Il pinguino reale è alto in media intorno ai 95 cm per un peso che va dai 9 ai 15kg. Le piume della testa sono nere, sulle ali ed il dorso grigio scuro. Le parti inferiori del corpo sono bianche e la parte alta del petto smutada dal giallo all'arancio. Il becco è nero ed arancio, abbastanza lungo. Nella zona auricolare le piume formano una macchia allungata giallo-arancio. Le zampe sono di colore scuro. Gli individui giovani si distinguono per il colore più pallido delle macchie auricolari e più scuro per le zampe. Sono uccelli marini e pelagici delle aree subantartiche e antartiche, passano molto tempo della loro vita vicini alle aree di nidificazione. Non si conoscono tentativi di nidificazione al di sotto del 60° di latitudine sud. Nidifica su spiagge piatte senza neve o ghiaccio, talvolta con presenza di erbe, in zone con facile accesso al mare. Si nutrono al largo. La dieta dei pinguini reali è costituita quasi esclusivamente di pesce di piccola taglia, in particolare Myctophidae e di cefalopodi di dimensione varia a seconda della zona di pesca. FONTI: wikipedia, l’enciclopedia libera.

29 Il moa (Deinornis) FONTI: Cap. IX, pag. 187
I Moa (Dinornis) sono un genere fossile di grandi uccelli non volatori della Nuova Zelanda appartenenti al sottordine Dinornitiformi †, ordine Struzioniformi. Vissero a partire dal tardo Cretaceo fino a due secoli fa, quando furono estinti dalle cacce della tribù Maori. Le dimensioni dei moa variano da 1,5 m fino a 3 m di altezza, potendo raggiungere anche i 300 kg di peso. Questi uccelli sono caratterizzati dalla totale atrofizzazione degli arti superiori dovuta all'adattamento alla vita terrestre resa possibile dall'assenza di predatori e di competizione nell'ambiente insulare. I moa erano incapaci di levarsi in volo, mantenevano però le altre caratteristiche degli uccelli. FONTI: wikipedia, l’enciclopedia libera. Ricostruzione fossile di Dinornis, Owen 1843

30 Il kiwi (Apteryx) FONTI: Cap. IX, pag. 187
Sono un genere di uccelli che vivono in Nuova Zelanda appartenenti all'ordine degli Struthioniformes. I kiwi sono morfologicamente differenti dagli altri rappresentanti dell'ordine, sono i rappresentanti più piccoli con un peso che va dal 1 kg del kiwi maculato minore ai 3-5 kg del kiwi australe per una lunghezza compresa fra i 35 e i 65 cm. gli esemplari di sesso femminile sono più grandi dei maschi della stessa specie, soprattutto poco prima di deporre le uova. La testa è relativamente piccola con un collo lungo e piuttosto robusto. I muscoli toracici sono poco sviluppati mentre tutta la parte inferiore del corpo (bacino, zampe e piedi) è molto robusta, l'insieme ricorda la forma di una pera. Le ali sono lunghe solamente 4-5 centimetri e nascoste sotto le piume con un uncino all'estremità, la coda è assente. Le zampe sono particolarmente robuste, dotate di potenti muscoli terminanti con piedi aventi quattro dita con robusti artigli, tre in avanti ed uno più piccolo indietro mentre gli altri struzioniformi ne hanno solo due o tre. Sono anche buoni nuotatori. L'ambiente ideale per il kiwi è la foresta pluviale ma è riuscito ad adattarsi anche ad altri ecotipi costretto dalla riduzione della superficie coperta da questo tipo di foreste. Lo si può trovare anche nelle foreste subtropicali o temperate ma anche nelle praterie e nelle macchie fra gli arbusti, il kiwi australe si è adattato anche alle foreste monospecie di pino. FONTI: wikipedia, l’enciclopedia libera

31 Il beccaccino (Gallinago Gallinago)
Cap. IX, pag. 176 Il piumaggio mimetico del beccaccino è simile nei due sessi. La livrea marrone è interrotta da striature nere e delle bande scure si allontanano dagli occhi verso la parte posteriore del capo. Il ventre è più chiaro del dorso. Il beccaccino adulto possiede il becco nero e lungo (circa 6 cm) e le zampe corte e olivastre. Il lungo becco riflette l’adattamento di questo uccello alla vita di ripa e alla ricerca di cibo in prossimità dei corsi d’acqua. Il beccaccino è lungo cm e pesa tra i 110 e i 130 g. Il maschio è più grande della femmina. Il beccaccino vive in zone fangose e umide al limite dei laghi, dei fiumi e delle paludi. Il maschio sorvola ad elevata altezza il territorio di nidificazione compiendo dei voli circolari e lanciandosi successivamente in picchiata. Il nido è allestito in una semplice buca nel fango in prossimità dell’acqua. Generalmente sono deposte 4 uova marroni-verdastre con delle macchie, così da essere ottimamente mimetizzate. La cova si protrae per circa 3 settimane. Per meglio camuffarsi nell’ambiente circostante i giovani presentano un piumaggio con riflessi bianchi e neri, le zampe sono grigiastre e il becco è nero. FONTI:

32 Il cavallo argentino (Criollo)
LUOGO DI ORIGINE: Argentina ALTEZZA: cm MANTELLO: Isabella con estremità, coda e criniera scure con riga di mulo è il colore più frequente, ma vi possono anche essere cavalli roani o sorcini, sauri, bai o palomini. In particolare il roano vinoso è un colore diffuso per il Criollo, spesso con numerose chiazze bianche sul corpo. STANDARD DI RAZZA: Questa razza solida e colmpatta ha grandi doti di resistenza, infatti riesce a sopportare temperature molto rigide e a sopravvivere anche con pochissimo cibo. Di corporatura tozza il Criollo presenta un collo corto e grosso e la testa di medie dimensioni con un profilo convesso. Gli occhi sono disstanti e gli orecchi sono mobili, il garrese è ben definito, la spalla è robusta, il petto è ampio, il dorso breve e i lombi muscolosi. Gli arti sono solidi con buona circonferenza, stinco corto e piedi piccoli ma robusti. Al contrario, secondo il resoconto di Darwin, i cavalli che nascono alle Falkland (domestici o selvatici), “sono piuttosto piccoli sebbene generalmente in buone condizioni; però hanno perduto tanta della loro forza primitiva che non si possono usare per catturare il bestiame selvatico col lazo ed è perciò necessario sostenere grandi spese per importare cavalli freschi dal Plata.” FONTI: C. Darwin, “Viaggio di un naturalista intorno al mondo”

33 Crested Caracara (Polyborus)
Cap. IX, pag. 185 Appartiene alla famiglia dei Falconidi. È un uccello della prateria; è rimasto l’unico esempio del genere Polyborus. Non si tratta di abili cacciatori in volo, bensì sono animali lenti che si nutrono di rifiuti e carcasse. È diffuso in tutta l’America Meridionale e Centrale, arriva ad abitare anche alcune zone nei pressi della Florida. Ha un’apertura alare che raggiunge i 125 centimetri e raggiunge una lunghezza di 58 centimetri. Gli esemplari adulti hanno il piumaggio di corpo, ali e testa di colore scuro, tendente al nero. Il petto e il collo appaiono invece di colore bianco. Si nutrono in particolare di rettili, anfibi e altri piccoli animali. FONTI: wikipedia, l’enciclopedia libera

34 Rana Toro (Rana catesbeiana)
Cap. IX, pag. 187 La Rana toro è uno dei più grossi anfibi, capace di raggiungere i 20 cm di lunghezza (zampe escluse). Si tratta di una specie originaria degli Stati Uniti orientali e di alcune zone del Canada e si presenta molto simile alla rana verde comune. La distingue la presenza di una membrana timpanica molto grande ed evidente (soprattutto nel maschio) e una struttura corporea decisamente robusta. Il nome deriva dal suo particolare gracidio che può ricordare il muggito dei bovini; le sue dimensioni davvero ragguardevoli hanno indotto l'uomo a ricercarla per cibarsene e a introdurla in altre località, prima fra tutte Cuba ove si è diffusa in modo tale da consentirne la caccio organizzata con ampio commercio. La rana toro è stata importata anche in Europa: in Italia si è acclimatata bene nelle vasta paludi che circondano Mantova e nei dintorni di Pavia. L'aspetto negativo delle importazioni di questo anfibio è quello connesso alla sua nutrizione nel suo ambiente. Infatti si tratta di una specie molto vorace che dove si insedia diventa una vera calamità per la fauna stanziale in quanto divora tutto: topi, piccoli insettivori, grossi insetti e soprattutto pesci. FONTI: wikipedia, l’enciclopedia libera

35 Lepre della Patagonia (Dolichotis patagonum)
Cap. IX, pag. 167 La lepre della Patagonia, chiamata comunemente anche Marà, costituisce uno degli esemplari più particolari dei coviomorfi, poiché somiglia pochissimo ad un roditore. Possiede zampe lunghe in virtù delle quali riescono a correre molto velocemente. Della lunghezza di una cinquantina di cm dei quali quattro appartengono alla coda. Il corpo agile, snello e robusto specialmente nella parte posteriore, poggia su gambe sottili e lunghe che danno all’animale quasi l’aspetto di un giovane ruminante delle steppe erbose, d’un piccolo capriolo a testa di lepre; vi contribuiscono anche le orecchie rotondeggianti che arrivano a misurare fino una decina di cm. Si ciba generalmente di erbe, radici. Le lepri della Patagonia vivono in zone coperte di erba e arbusti sparsi. Dormono in tane che loro stesse scavano o che sono state abbandonate da altri animali delle praterie. FONTI:

36 La lontra (Lutrinae) FONTI: Cap. IX, pag. 185
La lontra è un carnivoro acquatico e marino, membro della grande e variegata famiglia dei Mustelidi, che include anche la donnola e il tasso. Ha una densa pelliccia con peli al mm2 che la protegge dall'acqua ed intrappola delle bolle d'aria che la isolano dal freddo. Ha un corpo sottile e flessibile, con zampe corte. La maggior parte degli esemplari ha artigli taglienti per afferrare le prede. Il pesce è l'alimento principale nella dieta della maggior parte delle lontre, insieme a rane, astici e granchi; alcune lontre sono esperte nell'apertura dei crostacei di apertura ed altre prendono soprattutto piccoli mammiferi e uccelli. La pelliccia non è sufficiente per sopravvivere nelle acque fredde in cui molte lontre vivono: le lontre perciò hanno tassi metabolici molto alti e bruciano molte calorie per ottenere energia ad un passo molto veloce FONTI: wikipedia, l’enciclopedia libera

37 Il dodo (Raphus cucullatus)
Cap. IX, pag. 181 Era un uccello dell'isola di Mauritius. Il dodo arrivò a Mauritius volando, partendo probabilmente dall'Africa centrale (dove sono stati trovati dei resti fossili). Arrivato nell'isola, doveva essere lungo circa 35 cm, poco rispetto al metro di lunghezza raggiunto prima dell'arrivo dei coloni (misurava oltre 50 cm di altezza e pesava 25 kg). In assenza di predatori, i dodo crebbero di dimensioni e disimpararono a volare. Incapace di difendersi se non a beccate, furono sterminati in poco più di un secolo. [modifica] Motivi dell'estinzione Il mito secondo cui l'estinzione sarebbe stata dovuta alla caccia da parte dei marinai pare infondato; fonti sia portoghesi sia olandesi descrivono la carne del dodo come poco appetibile. Se il termine dodo deriva dal portoghese doudo, per "sempliciotto", forse inteso anche come "preda facile", il termine olandese walgvogel significa "uccello disgustoso". La tesi più accreditata è che il dodo si sia estinto in seguito alla distruzione del suo habitat da parte dei coloni, che condannarono il dodo disboscando l'isola e introducendo specie animali antagoniste come cani, maiali, ratti e scimmie. Secondo alcune fonti, l'ultimo dodo fu avvistato nel 1662; altre riportano il 1681 come anno dell'estinzione. Il dodo era comunque una preda facile da catturare, essendo impacciato e lento sulla terraferma. FONTI: wikipedia, l’enciclopedia libera

38 L’anatra piroscafo (Anas Brachyptera)
Cap. IX, pag. 187 “Grande e stupida anitra od oca che pesa qualche volta fino ai dieci chili. Questi uccelli,per il loro modo straordinario di remare e di sollevare spruzzi sull’acqua erano chamati una volta “cavalli da corsa” ma ora vengono più appropriatamente chiamati “piroscafi”. Le ali sono troppo piccole e deboli per consentire il volo, ma col loro aiuto, in parte nuotando e in parte battendo la superficie dell’acqua, essi si spostano rapidamente. La tecnica è sotto un certo aspetto simile a quello di un’anitra domestica quando è inseguita da un cane ma sono quasi sicuro che il piroscafo muove le ali alternativamente invece che contemporaneamente, come fanno tutti gli uccelli. Queste stupide e goffe anitre fanno un tale rumore e tanti spruzzi che l’effetto è straordinariamente curioso.” Darwin, cap. IX, pagg FONTI: C. Darwin, “Viaggio di un naturalista intorno al mondo”

39 L’avvoltoio tacchino (Chatartes aura)
Cap. IX, pag. 172 È un uccello della famiglia dei Cathartidae dell'ordine dei Ciconiiformes. Questo avvoltoio è estremamente aggraziato nel volo. Una volta preso il volo, raramente deve ricorrere ad un colpo delle sue grandi ali per veleggiare alla ricerca di carcasse. Darwin ci mette a conoscenza delle ricerche portate avanti dal Dottor Owen in merito alle ampie potenzialità olfattive di questo animale, esposte in una seduta della Società Zoologica. FONTI: wikipedia, l’enciclopedia libera.

40 Gli zoofiti Cap. IX, pag. 187 Organismi considerati un tempo come una forma intermedia tra animali e vegetali. Flustra Cellaria

41 Crisia

42 Clytia È un idroide. Nonostante sia uno dei tesori più grandi del Pacifico nord-occidentale, non è difficile vederla. Può raggiungere una larghezza pari a due cm di diametro, con quattro canali radiali. È fornita di più di 65 tentacoli lungo tutta la sua circonferenza; alcuni esemplari possono avere pigmenti neri lungo i bordi della campana. Si tratta di una specie molto diffusa fra quelle gelatinose che abitano il mare tra lo Stretto di Bering e l’Oregon.

43 L’albatross delle Galapagos (Diomedeidae)
Gli albatri (Diomedeidae) sono uccelli di mare della famiglia Diomedeidae nell'ordine delle Procellariiformes. Vivono negli oceani meridionali e nel nord Oceano Pacifico. Sono assenti nell'Atlantico settentrionale se non come fossili. Sono gli uccelli volatili più grandi al mondo e l'albatro urlatore (Diomedea exulans) è l'uccello vivente con l'apertura più grande al mondo. Sono molto efficienti in aria, sfruttando le correnti aeree e sono in grado di percorrere grandi distanze con poco sforzo. Si nutrono di seppie e pesci. Abitano soprattutto su isole remote dell'oceano in numerosi gruppi spesso di specie diverse. Animali monogami, la stagione della riproduzione può durare un anno da quando viene deposto l'uovo, uno solo, a quando il pulcino prende il volo. Poiché nidificano su rocce scoscese non hanno troppi nemici naturali. Diciannove delle 21 specie di albatri sono a rischio di estinzione. Oggi gli albatri sono minacciati dall'introduzione nel loro habitat da animali come ratti o gatti selvatici che attaccano uova, pulcini e giovani adulti; dall'inquinamento e dalla pesca intensiva. FONTI: wikipedia, l’enciclopedia libera.

44 Il toro “Questo animale fu introdotto dai francesi nel 1764 e dopo di allora si sono accresciuti grandemente.” “Differisce molto nei colori ed è un fatto notevole che nelle diverse parti di questa sola piccola isola predominino colori differenti: intorno al monte Usborne, a un’altezza da trecento a quattrocentocinquanta metri, circa metà delle mandrie è color topo o color piombo, una tinta che non è comune in altre parti dell’isola. Vicino a Port Pleasant prevale il bruno scuro; invece a sud del Golfo di Choiseul sono comunissimi animali con testa e piedi neri, mentre in tutte le zone se ne possono osservare di neri e di macchiati.” Darwin, cap.IX, pagg FONTI: C. Darwin, “Viaggio di un naturalista intorno al mondo”

45 Sir. Joseph Banks (13 February 1743 – 19 June 1820)
Era un naturalista e botanico inglese. Prese parte al primo viaggio del Cap. Cook, che ebbe luogo tra il 1768 e il 1771. Fu in seguito Presidente della Società Reale della Scienza. Diede il nome a circa 80 specie di orso ed introdusse in Occidente la pianta dell’Eucalipto e quella della mimosa. Darwin riporta il nome di questo personaggio in occasione di una visita presso una baia, nella Terra del Fuoco, battezzata in suo onore dal capitano Fitz Roy; in quel luogo il botanico perse due suoi uomini durante un’escursione. (cap. X, pag. 196) FONTI: Wikipedia, l'enciclopedia libera

46 Bartholomew James Sulivan (1810-1890)
Inglese, fu marinaio e idrografico; operò come avvocato delle operazioni navali. La sua breve carriera include la partecipazione al viaggio della Beagle, a cui prese parte anche lo stesso Darwin. Darwin cita il capitano Sulivan alla pagina 178 del cap. IX per riportare la descrizione accurata che egli fece dei tori della Patagonia. Inoltre lo ritroviamo in una nota a pag. 176 che insiste nella trattazione dell’inclemenza del clima delle isole Falkland. FONTI: Wikipedia

47 Georges Cuvier (13 February 1743 – 19 June 1820)
Fin da giovane dimostrò una discreta inclinazione verso l'investigazione dei fenomeni naturali, facendosi notare per il suo attaccamento allo studio e la sua notevole memoria. Nel 1798 venne pubblicato il suo primo lavoro come autore, il Tableau élémentaire de l'Histoire naturelle des animaux, un compendio del suo corso di lezioni alla École du Pantheon, che può essere considerato come il fondamento e la prima esposizione della sua classificazione scientifica del regno animale. Viene presentato da Darwin come esempio di naturalista francese che ha commesso un errore nella classificazione di alcune specie animali, con particolare riferimento al Lepus Magellanicus. (cap. IX,pag. 180) FONTI: Wikipedia, l'enciclopedia libera

48 John James Audubon (26 aprile 1785 – 27 gennaio 1851)
Era un ornitologo franco-americano, diventato famoso per avere realizzato 435 illustrazioni di uccelli americani, surclassando il lavoro di Alexander Wilson. Opere: Birds of America (Edinburgh, ) Ornithological Biographies (Edinburgh, ) Viviparous Quadrupeds of North America (New York, ) Darwin lo cita per i suoi esperimenti sulle scarse qualità olfattive degli avvoltoi delle carogne. (cap. IX, pag. 172) FONTI: Wikipedia, l'enciclopedia libera

49 Juan Ignacio Molina (20 giugno 1740 – 13 settembre 1829 )
Padre gesuita, considerato una delle più importanti figure della ricerca naturalistica latino americana di tutti i tempi ed europea del XIX secolo. È considerato il primo scienziato del Cile. Erudito naturalista già nel Cile, Molina condensò le sue memorie sulla fauna, la vegetazione ed i minerali del paese d'origine in un famoso e fondamentale "Saggio sulla storia naturale del Cile", successivamente tradotto anche in francese ed in spagnolo. Darwin fa appello all’opera del Molina nella descrizione del quadrupede indigeno Canis Antarcticus. (cap. IX, pag.181) FONTI: Wikipedia, l'enciclopedia libera culpeu

50 Sir. Francis Drake (circa 1540; 28 gennaio 1596 )
Fu un corsaro inglese, navigatore, eroe navale, politico, ingegnere civile del periodo elisabettiano. Fu il primo inglese a circumnavigare il globo, dal 1577 al 1580 e fu insignito del titolo di cavaliere al suo ritorno dalla regina Elisabetta I. Fu il comandante in seconda della flotta inglese che sconfisse la Armada spagnola nel 1588. È presente nel testo di Darwin durante l’esposizione dei costumi delle tribù della Terra del Fuoco, in particolare della pesca in canoa: secondo la sua ricostruzione le imbarcazioni dei Fuegini sarebbero rimaste le stesse per tutti i duecentocinquanta anni precedenti il viaggio di Darwin con la Beagle. (cap. X, pag. 201) FONTI: Wikipedia, l'enciclopedia libera

51 James Cook (27 ottobre 1728 – 14 febbraio 1779 )
Fu un esploratore, cartografo e navigatore britannico. Fece tre viaggi nell'Oceano Pacifico durante i quali scoprì varie isole mappandone le coste. Il primo viaggio ( ): esplorazione del Pacifico con lo scopo di osservare il transito di Venere davanti al Sole. Giunse a Tahiti. Il secondo viaggio ( ): gli fu commissionato, da parte della Royal Society, di andare alla scoperta della Terra Australis (nonostante l’insuccesso su questo fronte del primo viaggio). Fu superato per la prima volta il Circolo Polare Antartico. Il terzo viaggio ( ): durante questo viaggio il capitano Cook perse la vita.

52 Darwin lo nomina in occasione dell’escursione nei pressi del monte di York Minster, così chiamato dal capitano Cook in onore di un anziano fuegino. (cap.X, pag. 202) FONTI: Wikipedia, l'enciclopedia libera

53 John Byron (8 novembre 1723 – 10 aprile 1786 )
Era un vice-ammiraglio inglese. Era conosciuto come “foul-weather Jack”, a causa della sua frequente sfortuna con il tempo. Nella descrizione delle consuetudini delle tribù della Terra del Fuoco, Darwin cita un episodio a cui prese parte Byron sulla costa occidentale della Terra del Fuoco: una madre fuegina che raccoglieva il suo bambino sanguinante e morente che il marito aveva spietatamente scagliato contro le rocce perché lei aveva lasciato cadere un cestino di ricci di mare. (cap. X, pag. 201) FONTI: Wikipedia, l'enciclopedia libera

54 Philip Parker King (1793 - 1856) FONTI:
Fu uno dei primi esploratori delle coste australiane. Gli fu assegnato il compito di esplorare le coste australiane non ancora battute dal capitano Flinders e fece quattro viaggi tra il dicembre del 1817 e l’agosto del 1822. Prese in seguito parte alla compagnia della Beagle durante l’escursione nello stretto di Magellano ed i risultati delle scoperte furono presentate alla Royal Geographical Society. È citato nella discussione in merito alla zona delle nevi perpetue che secondo il capitano scende nello stretto di Magellano fra i 900 e i 1200 metri (cap. X, pag. 195). FONTI: Wikipedia, l'enciclopedia libera

55 Richard Owen (20 luglio 1804 – 18 dicembre 1892)
Biologo e paleontologo britannico. Divenne assistente nel lavoro di catalogazione della Hunterian Collection, una collezione di reperti anatomici umani ed animali, che era stata acquistata dalla casa reale inglese dopo la morte del proprietario, il famoso chirurgo John Hunter. Da allora Owen abbandonò gli studi di medicina, e si occupò soltanto di anatomia comparata. Partecipò ai dibattiti che seguirono alla pubblicazione del trattato sull'Origine delle specie di Darwin, entrando spesso in polemica con lo stesso Darwin, non tanto per il contenuto scientifico del trattato, ma piuttosto per motivi di rivalità personale. Si trova all’interno della trattazione di Darwin sulle capacità olfattive dell’avvoltoio tacchino. (cap. IX, pag ) FONTI: Wikipedia, l'enciclopedia libera

56 Louis Antoine de Bougainville (11 novembre 1729 – 31 agosto 1811)
Fu un navigatore ed un esploratore francese. La barca ‘La Boudeusell’ compì un viaggio intorno al mondo, il primo di questo genere che intraprese un francese (1766 – 1769). Boungainville, accompagnato da un naturalista, da un disegnatore e da un astronomo, partì da Brest il 15 dicembre 1766 con questa nave. Il viaggio toccò le coste dell’America del Sud. In Brasile, il botanico Philibert Commerson scoprì il fiore a cui dette il nome di “Boungavillea”. Darwin lo presenta in una nota (cap. IX, pag. 180) come supporto alla tesi che la volpe simile al lupo (Canis Antarcticus) era il solo animale indigeno dell’isola. Viene ricordato anche per la sua accurata descrizione del coniglio. È citato anche nel cap. X (pag. 212) a proposito del suo studio sui Fuegini. FONTI: Wikipedia, l'enciclopedia libera

57 Dottor Solander FONTI:
Fu membro, insieme a Sir. Banks, della flotta del capitano Cook durante il suo primo viaggio ( ). Egli stesso rischiò la vita in occasione della tragica escursione sulla Terra del Fuoco ricordata dal Capitano Fitz Roy (cap. X, pag. 196) FONTI: Wikipedia, l'enciclopedia libera

58 Fuegini La popolazione dei Fuegini prima di estinguersi viveva la Terra del Fuoco, comprendeva sia i gruppi arcaici del sud e dell'ovest, sia gli Ona dell'est. Le due etnie avevo caratteri somatici diversi, gli Ona erano più robusti, più alti, con la faccia allungata, mentre di statura piccola, faccia larga e pelle con un colore rossiccio erano gli arcaici. Per quanto riguarda l'abbigliamento i Fuegini, indossavano sempre vestiti ridottissimi o stavano nudi, si coprivano solo di pantofole rudi e un mantello di pelliccia in inverno. Gli arcaici vivevano di pesca e di molluschi, vivevano in abitazioni che erano delle semplici frasche. Gli Ona vivevano di caccia e di raccolta di funghi e molluschi. Le famiglie erano patrilineari e la donna viveva di una sorta di libertà, per quanto riguarda la religione entrambi i gruppi credevano in un essere supremo. Si estendevano tra il 49° e il 55° parallelo sud e ad una longitudine che andava da 66° a 73° ovest. FONTI: Atlante delle popolazioni dell’America Latina, ed. UTET Renato Biasutti, Razze e popoli della Terra, vol. 4

59 Selknam RELIGIONE, RITI E CREDENZE FONTI:
I Selknam, meglio conosciuti come Onas, sono un popolo indigeno americano proveniente dalla Terra del Fuoco. Il nome Ona proviene dall’idioma yàmana, utilizzato da loro per autodenominarsi. Prima di estinguersi, erano nomadi e cacciatori-raccoglitori. Erano parenti di popolazioni come gli aonikenk o tehuelches che abitavano la zona della Terra del Fuoco a nord dello Stretto di Magellano. Erano alti in media 1.80 metri, muscolosi e corpulenti. La lingua amerinda ona (o selknam) appartiene al ramo delle lingue macro-panoane (gruppo chonàn). La fine per questa etnia giunse con l’arivo dei primi colonizzatori europei che realizzarono vere e proprie spedizioni di sterminio: in soli 20 anni morirono quasi tutti i nativi! RELIGIONE, RITI E CREDENZE Celebravano riti di iniziazione maschile durante i quali gli anziani rivelavano i segreti tribali ai giovani del gruppo; questo rito era chiamato h’ain. Usavano portare il corpo dipinto. Erano politeisti e credevano in un essere supremo che castigava il male. Temaukel era il nome di questa grande entità soprannaturale che custodiva l’ordine del mondo. Erano animisti; ad esempio la luna era vista come fonte di tutte le disgrazie. Gli sciamani aiutavano i cacciatori e curavano i malati, aiutati dagli spiriti degli sciamani morti. FONTI:

60 Tehuelche FONTI: http://www.argentour.com/images/tehuelche1.jpg
Il popolo Tehuelche è un gruppo numeroso di etnia amerinda della Patagonia meridionale. L’etnia Tehuelche è divisa fondamentalmente in due gruppi con distribuzione geografica diversa: Tehuelche settentrionali _ sono stanziati dal nord del Rio Chubut fino a est del Rio Negro Tehuelche meridionali _ dal sud del Rio Chubut fino allo stretto di Magellano. ORGANIZZAZIONE SOCIALE Anche se si tratta di un gruppo nomade, i loro movimenti sono soliti rimanere circoscritti in itinerari stabiliti, da ovest verso est e viceversa. Durante questi periodi si stabiliscono in accampamenti chiamati aik. Ogni gruppo intrattiene relazioni di parentela con quelli vicini e ha un territorio specifico. Se un gruppo non è in grado di provvedere al proprio sostentamento nel suo territorio deve chiedere il permesso ad un gruppo vicini della stessa etnia per poter usufruire delle sue risorse. Una trasgressione a tale norma implicherebbe una guerra. A questo fa riferimento lo stesso Darwin nel resoconto del 25 dicembre (pagg. 197 – 198). “[…] non avrei mai pensato quanto fosse grande la differenza fra l’uomo civile e quello selvaggio” (pag. 191) FONTI:

61 “Il capitano Fitz Roy non poté mai accertare se i Fuegini credessero in una vita futura. Qualche volta seppelliscono i loro morti in caverne e qualche volta nelle foreste della montagna, ma non sappiamo quali cerimonie vi compiano. […] Non abbiamo ragione di credere che pratichino qualche forma di culto religioso, […]” (Cap. X, pag. 200) “Guardando questi selvaggi ci si domanda donde provengano, che cosa può aver attirato, o quale cambiamento ha costretto una tribù ad abbandonare le belle regioni settentrionali per discendere lungo la Cordigliera, […], e ad entrare poi in una delle più inospitali regioni ai confini del globo. […] La natura, facendo onnipotente l’abitudine, ha adattato i Fuegini al clima e ai prodotti di questo miserevole paese.” (Cap. X, pagg. 201 – 202) “Alcuni dei Fuegini mostravano chiaramente di avere una chiara idea dello scambio […] se un dono era destinato ad una canoa e cadeva vicino ad un’altra, veniva consegnato al legittimo proprietario” (Cap. X, pag. 212) “La perfetta uguaglianza fra gli individui nelle tribù fuegine ritarderà per lungo tempo la loro civilizzazione. Come avviene che questi animali il cui istinto li spinge a vivere in società e ad obbedire ad un capo, siano molto più capaci di miglioramento, possiamo osservare che l ostesso accede con la specie umana. Ma si consideri una causa, oppure una conseguenza, i popoli più civili hanno sempre i governi più artificiosi […]. Nella Terra del Fuoco, fino a quando non verrà qualche capo con poteri sufficienti per consolidare un qualsiasi vantaggio acquisito, pare poco probabile che la condizione politica del paese possa migliorare. Oggi, anche un pezzo di panno dato ad un singolo è diviso in brandelli e distribuito e nessuno diventa più ricco di un altro. […] Credo che in questo lembo estremo dell’America Meridionale l’uomo vive in uno stato di civiltà inferiore a quella di qualsiasi altra parte del mondo.” (Cap. X, pagg. 213 – 214)

62 Gauchos Il gaucho è il mandriano delle pampas dell'America meridionale, propriamente del cosiddetto Cono sud. I gaucho si trovano in Argentina, nel dipartimento boliviano di Tarija, nel sud del Brasile, in Paraguay, in Uruguay e in Cile. In quest'ultimo Paese è noto con il nome di huaso. È possibile dire che il gaucho sia nato nella Pampa orientale attorno al XVIII secolo. Il termine forse deriva dall'arabo, "uomo a cavallo", o più probabilmente dal quechua huacho (pron. : huaccio) (senza madre). FONTI:

63 Ginestra spinosa (calycotome spinosa)
Cap. IX, pag. 182 Calycotome spinosa Classificazione scientifica Regno: Plantae Divisione: Magnoliophyta Classe: Magnoliopsida Ordine: Fabales Famiglia: Fabaceae Tribù: Genisteae Genere: Calycotome Specie: C. spinosa È una pianta a portamento arbustivo, con rami intricati e spinosi, che può raggiungere sino a 2 m di altezza. Ha foglie trifogliate con foglioline ovali oblunghe. Nel periodo estivo le foglie cadono. I fiori sono di colore giallo, isolati o a gruppi di due. Il calice è campanulato. Fioritura a maggio/giugno I frutti si presentano sotto forma di legumi lineari, oblunghi, di 2-5 cm di lunghezza, glabri o con scarsi peli. Presentata alla pag. 182 del cap. IX. FONTI: Wikipedia, l'enciclopedia libera

64 Nothofagus betuloides
Cap. X, pag. 195 Cresce a partire dallo Stretto di Magellano fino a Capo Horn, si può trovare anche in tutta l’Argentina. Preferisce i luoghi umidi e crea boschi puri o esclusivamente con altre specie di faggi. È un albero sempreverde che può raggiungere i 25 metri di altezza e 1.5 metri di diametro. Darwin ne parla nel cap. X, in particolare a pag. 195, quando mette a confronto la vegetazione della Terra del Fuoco con quella delle foreste dei tropici. FONTI: Wikipedia, l'enciclopedia libera

65 Il canelo (Drimys Winteri)
Cap. X, pag. 195 Albero nativo sempreverde, appartenente alla famiglia delle Magnoliacee. Cresce in Argentina e Cile. Lo stesso Darwin, in una nota a pag. 195 del cap. X, lo descrive facendo riferimento alle sue proprietà benefiche: la sua corteccia e le sue foglie sono ricche di tannino, una sostanza usata in medicina contro i problemi di stomaco. FONTI: Wikipedia, l'enciclopedia libera

66 Il sedano selvatico (Apium Graveolens)
Cap. X, pag. 198 Descrizione: pianta dal fusto eretto, scanalato, ramificato, ha foglie di colore verde intenso, mono-bipennata sovente con tre segmenti romboidali seghettati. I fiori sono di colore bianco giallastri riuniti in ombrelle. La pianta raggiunge il metro di altezza. Habitat: il sedano a canna piena e il sedano rapa sono coltivati negli orti e nei campi. Il sedano selvatico, dal quale derivano le varietà coltivate, si differenzia da questi per l'altezza ridotta e le foglie più piccole, l'odore intenso e il sapore amaro. Cresce spontaneo nei luoghi paludosi, nei litorali mediterranei, nei terreni salmastri. Caratteristiche: usatissima verdura ricca di vitamine, il sedano contiene proprietà che sono soprattutto diuretiche e depurative, per cui il suo uso è di aiuto a quanti soffrono di artrite, reumatismi e debolezza di stomaco. L'infuso viene utilizzato nei casi di litiasi, ossia per i sofferenti di calcolosi sia renale che biliare, nei casi di aerofagia, e nei casi di tosse dove si dimostra un valido espettorante. Inoltre l'acqua di cottura del sedano può essere utilizzata per fare gargarismi nel caso di infiammazione del cavo orale. Curiosità: conosciutissimo in cucina il sedano consumato crudo sembra sia anche uno stimolate sessuale. FONTI:

67 La Coclearia FONTI: Cap. X, pag. 198
Appartiene alla famiglia delle Brassicacee; è più comunemente conosciuta con il nome di erba dello scorbuto. È maggiormente distribuita nelle zone costiere. Può raggiungere un’altezza che varia tra i 5 e i 20 centimetri. I fiori sono bianchi e solitamente formati da quattro petali; si raggruppano in rametti. Era una pianta molto usata tra i marinai per combattere la carenza di vitamina C causata dallo scorbuto. Fu impiegata per la prima volta dal Cap. Cook nel corso di uno dei suoi viaggi. FONTI: Wikipedia, l'enciclopedia libera

68 Il giunco FONTI: Cap. X, pag. 198
Juncus è un genere di piante della famiglia delle Juncaceae. Comprende circa 225 specie. Queste piante vivono prevalentemente nelle zone umide e nelle stazioni paludose, non disdegnando i folti boschi ombrosi e le spiagge marittime. Dal loro portamento deriva la definizione di "tipo giunchiforme", caratterizzato da fusti nodosi o privi di nodi, esili, cilindrici, su cui si inseriscono le infiorescenze. Le foglie possono essere o piane e lineari o cilindriche come i fusti, senza distinzione tra pagina inferiore e superiore; talvolta mancano del tutto, e vengono sostituite dai fusti nella funzione fotosintetica. I fiori, poco appariscenti, sono disposti in pannocchie in cui i rametti laterali crescono di più di quello centrale; questa particolare infiorescenza si chiama "antela". In relazione alla impollinazione anemogama, tipica della famiglia delle Juncaceae, gli stigmi del fiore sono spesso piumosi. Si può avere inoltre una autofecondazione prima che i fiori sboccino (cleistogamia). I semi dei giunchi hanno la proprietà di rammollirsi negli strati superficiali per la presenza di amidi, diventando appiccicosi a contatto dell'acqua; in questo modo aderiscono alle zampe degli uccelli palustri che li diffondono come fanno per altre piante di ambienti analoghi. FONTI: Wikipedia, l'enciclopedia libera

69 Berkeley Sound Cap. IX, pag. 175 FONTI: Darwin on-line.org

70 Baia di Woollya Baia di Buon Successo Stretto di Le Maire Capo San Diego Capo Horn Porto Famine Canale di Ponsonby Sound Canale Beagle Staten Island Capo Deceit Isola Stewart Isola di Wollaston Stretto di Magellano

71 Canale Beagle FONTI: Coordinates: 54°52′32″S, 68°08′11″W
Cap. X, pag. 203 e seguenti Coordinates: 54°52′32″S, 68°08′11″W Il canale è lungo 150 miglia e largo tre nei punti più stretti. Ha preso il nome dalla nave Beagle che vi compì due viaggi di esplorazione idrografica: uno sotto il comando di King e uno sotto quello di Fitz Roy. “Questo canale, che era stato scoperto dal capitano Fitz Roy durante il suo precedente viaggio, è la caratteristica più notevole nella geografia di questa regione, o forse anche di qualsiasi altra; si può paragonare alla valle di Lochness, nella Scozia, con la sua serie di laghi e di piccole baie.” FONTI: Wikipedia, l’enciclopedia libera

72 Baia del Buon Successo FONTI: Cap. X, pag. 190
“La baia consiste in un bello specchio d’acqua circondato per metà da basse e arrotondate montagne di argilloscisti, ricoperte fino al margine dell’acqua di una densa foresta tenebrosa. Un semplice sguardo al paesaggio fu sufficiente a mostrarmi quanto profondamente diverso fosse da qualsiasi altro che avessi mai veduto.” (Darwin, pag. 190) FONTI:

73 Porto Famine Cap. X, pag. 195 FONTI:

74 Capo Horn Capo Horn viene spesso descritto come il punto più meridionale del Sud America. È situato nell'arcipelago della Terra del Fuoco. Il punto più meridionale della massa continentale è Capo Froward. Circa Km 100 sudovest dal Capo Horn si trovano le piccole Isole Diego Ramirez, che pure possono essere considerate il punto più meridionale del Sud America. Cap. X, pag. 197 e seguenti Il capo venne doppiato per la prima volta dagli europei il 26 gennaio L'impresa riuscì alla spedizione olandese di Willem Schouten e Jacob Le Maire. Essi lo battezzarono Kaap Hoorn in onore della città di Hoorn, luogo di nascita di Schouten. Il nome spagnolo del luogo deriva dall'olandese: Cabo de Hornos. Capo Horn è famoso a causa delle cattive condizioni meteorologiche che rendono difficile doppiarlo con delle navi a vela. Le acque aperte del Passaggio di Drake, a sud del capo, offrono ampi spazi di manovra, mentre lo stretto di Magellano, attraverso le isole della Terra del Fuoco, può offrire un passaggio lento e difficoltoso. “[…] e vedemmo a prua questo famoso promontorio nel suo aspetto più appropriato, velato dalla nebbia e con l’indistinto profilo circondato da una bufera di vento e di acqua.” (pag. 197) FONTI: Wikipedia, l'enciclopedia libera

75 Baia di Woollya FONTI: Cap. X, pag. 206
Questa è la baia dove incontrano la tribù di Jemmy Button; al loro arrivo, il 23 gennaio 1834, la sua famiglia non è presente ma viene presto avvisata da altri indigeni. FONTI:

76 Isola di Santiago Port Desire Rio Negro San Julian Valparaiso

77 Stretto di Magellano Cap. IX, pag. 169 e seguenti
Coordinate: 53°28′51″S 70°47′00″W Cap. IX, pag. 169 e seguenti Lo Stretto di Magellano è un percorso navigabile immediatamente a sud della massa continentale del Sud America. Si può sostenere che lo stretto sia il più importante passaggio naturale tra l'Oceano Pacifico e l'Oceano Atlantico, ma è considerato una rotta difficile da percorrere a causa del clima inospitale e della strettezza del passaggio. Fino al completamento del Canale di Panamá nel 1914, lo Stretto di Magellano era spesso l'unico modo sicuro di spostarsi tra l'Atlantico e il Pacifico. Protette dalla Terra del Fuoco a sud e dal continente sudamericano a nord, le navi attraversavano con relativo agio, evitando i pericoli del Passaggio di Drake. Il Passaggio di Drake è quell'estensione relativamente stretta di oceano che separa Capo Horn (la punta meridionale del Sud America) dall'Antartide, le cui acque sono notoriamente turbolente, e sono frequenti il ghiaccio e gli iceberg. Ferdinando Magellano divenne il primo europeo a navigare lo stretto nel 1520, durante il suo viaggio di circumnavigazione del globo. Poiché le navi di Magellano vi entrarono il 1 novembre, venne chiamato in origine Estreito de Todos los Santos (Stretto di Ognissanti). Questo passaggio venne attraversato dai primi esploratori, Ferdinando Magellano, Francis Drake e Charles Darwin, tra gli altri. Anche i cercatori durante la corsa all'oro californiana nel 1849 usarono questa rotta.

78 Arenaria Cap. IX, pag. 183 FONTI:
L'arenaria o arenite (pietra arenaria se intesa come materiale lapideo) è una roccia di origine sedimentaria composta da granuli delle dimensioni di una sabbia. I granuli possono avere varia composizione, in funzione dell'area di provenienza. Tra i grani più resistenti all'abrasione ricordiamo il quarzo che, proprio per la sua resistenza, è uno dei costituenti più comuni di queste rocce. I granuli sono tra loro legati da un cemento che comunemente è carbonato di calcio, silice o ossido di ferro. Il materiale che solitamente si trova fra i granuli si chiama matrice, quando però, tale materiale è cristallizzato prende il nome di cemento. La quantità di matrice/cemento è molto importante in quanto permette di poter classificare le arenarie: mudstone - se la matrice è presente in percentuali maggiori del 75% wacke - se la matrice è presente in percentuali comprese fra il 75% e il 50% subwacke - se la matrice è presente in percentuali comprese fra il 50% e il 15% arenite - se la matrice è presente in percentuali inferiori al 15% o se è presente cemento FONTI: Wikipedia, l'enciclopedia libera

79 Sono presenti in alcune limitate aree dell'Appennino ligure.
Argilloscisti Cap. IX, pag. 183 – Cap. X, pag. 190 Colore scuro, grana finissima, notevole scistosità con facile fissilità in lastre sottili. COMPOSIZIONE: hanno la stessa composizione delle rocce da cui provengono (quarzo, mica, sostanze argillose e minerali accessori). Sono presenti in alcune limitate aree dell'Appennino ligure. FONTI: Wikipedia, l'enciclopedia libera

80 Diorite FONTI: Cap. X, pag. 197
È un tipo di roccia intrusiva di colore tra il grigio e il grigio scuro a struttura intermedia tra il granito e il gabbro, principalmente composta di plagioclasio feldspato,( tipicamente andesite),ornablenda, e/o pirosseno. Può variare tra il nero e il blu-grigio con una prevalenza verdastro. L'uso nell'antichità La Diorite è una roccia estremamente dura, molto difficile da lavorare e da scolpire. Ed è così dura che antiche civilizzazioni, come gli antichi Egizi usavano sfere di diorite per lavorare il granito. La sua durezza, tuttavia, non ha impedito a questa civiltà di lavorarla finemente realizzando vasi e intarsi di pregevolissima fattura. Siti geologici La Diorite è una roccia piuttosto rara : la si può trovare vicino a Sondrio, in Italia, in Turingia e Sassonia in Germania ; in Finlandia, in Romania , nel nord-est della Turchia, nella Svezia centrale, in Scozia, e nella cordigliera delle Ande, nell'isola di Guernsey e nelle province Basin and Range del Minnesota negli Usa. FONTI: Wikipedia, l'enciclopedia libera

81 Granito FONTI: Cap. IX, pag. 174
Le rocce ignee intrusive formate in prevalenza da feldspati alcalini e da quarzo costituiscono la famiglia dei graniti in senso ampio. La presenza di quarzo come componente fondamentale, in quantità comprese fra il 20% e il 40% (anche il 10% secondo alcuni autori), è caratteristica di questa famiglia di rocce intrusive, e indica la loro cristallizzazione da un magma molto ricco in silice(e subordinatamente anche di allumina e di alcali) in confronto alle quantità di ferro, magnesio e calcio. FONTI: Wikipedia, l'enciclopedia libera

82 Morena Cap. X, pag. 209 Una morena è un accumulo di detriti rocciosi causato dall'erosione di un ghiacciaio nel suo scorrimento verso valle. Si possono distinguere alcuni tipi di morene: morene laterali, situate a fianco del ghiacciaio. morene mediane, dovute al confluire di due valli glaciali. morene di fondo, formate da materiale precipitato a valle. morene frontali, disposte davanti alla lingua di ghiaccio, tipicamente a forma di anfiteatro. morene di ablazione, causate dal deposito di detriti a seguito del suo scioglimento (ablazione). FONTI: Wikipedia, l'enciclopedia libera

83 Porfido Cap. IX, pag. 174 Il porfido è una roccia vulcanica effusiva: le più diffuse sulla crosta terrestre sono ingnimbriti riolitiche e riodacitiche. Il porfido, petrograficamente, è formato da una pasta vetrosa o microcristallina di fondo, che ne costituisce più del 65% nella quale sono immersi piccoli cristalli (pezzatura 2/4 mm) in percentuale variabile tra il 30/35%. I cristalli più abbondanati sono quelli di quarzo, tanto che alla roccia viene attribuita anche la denominazione di "porfido quarzifero". Applicazioni: Questo tipo di pietra viene spesso utilizzata per applicazioni all'esterno poiché è molto resistente sia al forte freddo sia a temperature decisamente elevate. Lo possiamo trovare perciò in particolare in vari tipi di pavimentazioni (dai sanpietrini a lastre di modeste dimensioni) come anche utilizzato per rivestimenti, pareti ventilate, targhe, ... FONTI: Wikipedia, l'enciclopedia libera

84 Micascisto FONTI: Cap. X, pag. 209 Caratteri distintivi Chimismo
siliceo Origine da rocce sedimentarie - solitamente peliti - di composizione generalmente acida Minerali componenti quarzo, micce e altri minerali che caratterizzano il tipo di micascisto (es: granato, cloritoide, cianite, ecc) Il colore può variare dal grigio argento al bruno anche molto scuro, in funzione dell'abbondanza della biotite. Compaiono praticamente in tutte le aree interessate dal sollevamento orogenico, ma particolarmente in quelle ove l'erosione ha messo in luce gli strati più profondi. FONTI: Wikipedia, l'enciclopedia libera

85 Quarzo Cap. IX, pag. 176 Il quarzo è il minerale più abbondante nella crosta terrestre (circa il 12% del suo volume). In passato tale minerale si chiamava "ghiacciolo" ovvero "cristallo" (da crio = freddo). Gli antichi greci ritenevano infatti che si trattasse di ghiaccio così freddo da non poter più essere scongelato. Il quarzo è un costituente comune delle rocce sialiche, tra le quali il più conosciuto è il granito; è abbondante anche come componente delle rocce sedimentarie, preferenzialmente nelle arenarie a causa della sua elevata resistenza alla degradazione chimica da parte agenti atmosferici ed alla sua insolubilità all' acqua. FONTI: Wikipedia, l'enciclopedia libera

86 Basalto FONTI: Cap. IX, pag. 168
Il basalto è una roccia di origine vulcanica, magmatico effusiva basica, di colore scuro o nero con un contenuto di silice (SiO2) relativamente basso (minore del 50% solitamente). E' composta da plagiocasi e pirosseni calcici e sovente olivina. Quindi sono rocce ricche in calcio. I basalti sono rocce mesocrate, pesanti, tenaci e resistenti ed hanno una struttura porfirica, microcristallina o vetrosa. Esso proviene da un magma solidificatosi velocemente a contatto dell'aria o dell'acqua ed è la principale roccia costituente la parte superiore della crosta oceanica. Le lave basaltiche avendo infatti scarsa viscosità fluiscono velocemente all'esterno dove possono ricoprire aree molto estese (per esempio i "plateaux" del Deccan in India che si estendono per km²). Il raffreddamento della massa magmatica provoca la riduzione in volume della stessa, che viene compensata tramite l'apertura di una rete di fratture poligonali che generano una tipica struttura a colonne basaltiche (generalmente esagonali), tendenzialmente disposte perpendicolarmente alla superficie che delimita il corpo magmatico, e da cui procede il raffreddamento. La temperatura di eruzione del basalto è in genere compresa fra i 1100 ed i 1250 gradi centigradi. FONTI: Wikipedia, l'enciclopedia libera


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