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Università degli studi Torino Progetto Isfol a.a. 2009/2010

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Presentazione sul tema: "Università degli studi Torino Progetto Isfol a.a. 2009/2010"— Transcript della presentazione:

1 Università degli studi Torino Progetto Isfol a.a. 2009/2010
Seminario di approfondimento – Sociologia generale 5° incontro: Globalizzazione Maria Adelaide Gallina

2 Evoluzione culturale riguarda l’insieme di quei processi di incessante
trasformazione delle società umane, osservate in una prospettiva plurisecolare, che sebbene siano proceduti, e tuttora procedano, in modo spazialmente disomogeneo e temporalmente discontinuo, appaiono complessivamente convergere in direzione di un crescente adattamento all'ambiente biofisico e sociale e di una crescente capacità di conciliare su vasta scala libertà e bisogni individuali con scopi e interessi pubblici

3 Da cosa è caratterizzato il processo di evoluzione socioculturale?
I processi socio-culturali comprendono una crescita generalizzata: di densità e volume delle società; ù differenziazione e complessità sociale; indipendenza rispetto alla varietà e variabilità dell’ambiente naturale; auto organizzazione interdipendenza reciproca solidarietà collettiva; autocoscienza o riflessività

4 1. Densità e volume A questo indice demografico di densità si sovrappone quello propriamente sociale, che è dato sia dal numero delle organizzazioni formali e informali che si osserva in una società, sia dal numero delle posizioni sociali che ciascun individuo in media occupa nel complesso di tali organizzazioni. Quanto al volume di una società, esso si può valutare sia in termini puramente demografici, in base al numero dei suoi membri, sia in termini socioeconomici, in base al PIL e all'energia consumata.

5 2. Differenziazione e complessità sociale:
Abbiamo già visto come la differenziazione consista nella ripartizione tra diversi sistemi di un'attività che in precedenza veniva svolta globalmente da un singolo sistema. Codesta differenziazione genera complessità sociale, ovvero un considerevole aumento del numero della varietà delle relazioni tra sistemi e tra singoli ruoli.

6 3. Indipendenza rispetto alla varietà e variabilità dell’ambiente naturale
Esempio: Un uragano che colpisce le coste delbangledesh provoca centinaia di morti e blocca l’economia, un uragano di eguale intensità che colpisca la Florida provoca al massimo poche decine di vittime e l’economia inizia a funzionare dopo pochi giorni

7 4. Auto organizzazione: Questo concetto designa la capacità di collettività umane di ogni dimensione di innovare ampiamente le proprie strutture e funzioni, pur continuando a operare senza interruzioni con efficienza ed efficacia, e ciò in assenza di interventi regolativi dall'esterno, ovvero di norme legislative, o imposizioni autoritarie o prescrizioni dettagliate di obiettivi e di ruolo. Strettamente connesso al concetto di auto organizzazione e il concetto di autopoiesi, definibile come la capacità dei sistemi viventi, inclusi i sistemi sociali, di sostituire costantemente i propri elementi componenti e di regolare in pari tempo tale processo.

8 5. Interdipendenza reciproca tra società:
Si concreta nella graduale formazione, a partire dal XVI secolo, d'un sistema mondo. Entro il sistema mondo, il grado di interdipendenza è ormai tale che tanto eventi macrosociali che si verificano in una determinata società - una crisi economica o un colpo di Stato - quanto eventi microsociali - variazione delle preferenze di consumo individuali o di comportamento riproduttivo - esercitano effetti a breve scadenza, e talora immediati, su decine o centinaia di altre società. Tale processo di crescente interdipendenza trans-societaria in tempo reale viene spesso designato col termine di globalizzazione o di mondializzazione, a seconda degli aspetti che di esso si intende loro sottolineare.

9 6. Un grado più elevato di solidarietà:
Ci si riferisce qui sia alla diffusione di un senso soggettivo di solidarietà tra le classi lavoratrici, sia alla sua traduzione in forme articolate di ideologie, sia infine alle forme di azione pratica e di organizzazione politica che ne sono derivate.

10 7. Un grado più elevato di autocoscienza o riflessività sistemiche:
La riflessività è una componente essenziale della capacità di apprendere. Le società industriali avanzate mostrano una capacità di ri-flettere metodicamente le loro esperienze sulle loro azioni e di apprendere da tale riflessione come modificarle.

11 Qual è il significato umano dell'evoluzione socioculturale?
Le società evolute mostrano di avere percorso un tratto di cammino un poco più lungo delle altre in direzione dell'ideale illuministico dell'affermazione dei diritti umani; le stesse società hanno mostrato di saper elaborare forme di organizzazione sociale che assicurano una coesistenza, tutto sommato assai più pacifica che non nelle società meno evolute. Al fine di sottolineare che la maggior parte di tali mutamenti sono immancabili dovunque si osservi un grado apprezzabile di evoluzione socioculturale, essi vengono chiamati universali evolutivi; tra di essi si collocano lo sviluppo politico, lo sviluppo economico, il progresso tecnologico, lo sviluppo dei mezzi di comunicazione e di trasporto, l'urbanizzazione, la scolarizzazione di massa, l'equilibrio demografico. Ciascun universale evolutivo può essere considerato come un mezzo di adattamento.

12 INDICE di SVILUPPO UMANO(ISU)
L'indice è calcolato a partire da quattro elementi: 1. aspettativa di vita alla nascita 2. tasso di alfabetizzazione adulta 3. rapporto lordo composto di iscrizione congiunta, PIL pro capite in dollari Usa PPA.

13 I dati dell’indice di sviluppo umano
Forniscono dati anche in relazione ad altre dimensioni: esclusione sociale partecipazione politica partecipazione economica

14 FORMAZIONI SOCIALI Le unità di riferimento dell'evoluzione socioculturale non sono intere società ma sezioni relativamente omogenee di essi, aventi diverse età di origine storica, chiamate formazioni sociali. Una formazione sociale è al tempo stesso un PROGETTO DI SOCIETÀ e un MACROSISTEMA - il quale può arrivare o no a coincidere con un'intera società - che le forze politiche, economiche, culturali da cui è sostenuto spingono a essere tendenzialmente coerente.

15 Formazioni sociali Ciascuna formazione sociale ossia macrosistema è composto da modi storicamente determinati di organizzare la politica, l’economia, la riproduzione socio-culturale e quella biopsichica.

16 Tipologia di formazioni sociali:
• La formazione comunitaria o comunità di villaggio • La formazione teocratica • La formazione asiatica • La formazione latifondista • La formazione contadina • La formazione capitalistica imprenditoriale • La formazione capitalistica oligopolistica • La formazione statuale Pag

17 Globalizzazione Il termine Globalizzazione designa primariamente la produzione di globalità, un processo comprendente Stati, organizzazioni internazionali, gruppi economici multinazionali, associazioni e gruppi di pressione che agiscono in modo sistematico allo scopo di espandere alla totalità del globo l’economia di mercato, unitamente ai suoi modelli di organizzazione internazionale della produzione, di governo delle imprese, di tecnologia, di scambi commerciali. (Gallino, dizionario)

18 Globalizzazione Per globalizzazione si intende una sistematica espansione alla totalità del globo della formazione sociale capitalistica oligopolistica e con essa dell'economia di mercato, unitamente ai suoi modelli di organizzazione internazionale della produzione, di governo delle imprese, di tecnologia, di scambi commerciali e mercato del lavoro; nonché di sistemi politici, tratti culturali e mezzi di comunicazione che siano con quelli coerenti. La globalizzazione come produzione di globalità ha tra i suoi attori principali la grande impresa contemporanea.

19 Carattesistiche della globalizzazione
Instabilità finanziaria e insicurezza economica Insicurezza relativa al posto di lavoro e al reddito Insicurezza culturale Insicurezza personale Insicurezza ambientale Insicurezza sociale e politica Le nuove tecnologie dividono tra connessi ed esclusi

20 Grande impresa un gruppo economico formato da centinaia, in casi non rari da migliaia, di società. Le Nazioni Unite stimano che gruppi economici che hanno intrinsecamente un carattere multinazionale o transnazionale (transnational corporations, TNCs) perché operano in decine o centinaia di paesi differenti fossero.

21 Globalizzazione= riorganizzazione dei tre elementi
1. Le strutture di governo delle stesse grandi imprese o gruppi economici; 2. Le modalità di produzione e la localizzazione di beni, servizi e attività di ricerca e sviluppo; 3. I flussi di scambio di capitali, di merci, di investimenti, tecnologia e servizi alle imprese

22 Modelli d’impresa MODELLO TRADIZIONALE:
Il modello di impresa tradizionale metteva in primo piano tra gli scopi dell'impresa la crescita delle dimensioni (in forma di produzione e di fatturato; perciò anche detto capitalismo produttivistico) e l'aumento dell'occupazione. NUOVO MODELLO D’IMPRESA Il nuovo modello di impresa mette invece in primo piano la creazione del valore per l'azionista, il che significa che le decisioni del management debbono essere orientate primariamente a far salire, più che la produzione dell'occupazione, il valore azionario delle imprese (perciò detto in molte analisi capitalismo azionario o finanziario).

23 INVESTITORI ISTITUZIONALI
Si tratta di istituzioni finanziarie che, anche quando il loro fine statutario sia diverso, praticano su larga scala, per conto proprio o per conto di terzi, L’INVESTIMENTO IN AZIONI E OBBLIGAZIONI della maggior parte dei capitali di cui dispongono. La forte crescita del capitale gestito dagli investitori istituzionali è stato uno dei mutamenti più importanti del sistema economico mondiale verificatosi nell'ultimo quarto di secolo.

24 MONDIALIZZAZIONE Per estensione, si suole designare con il termine di globalizzazione ha anche tutto un altro insieme di trasformazioni -della cultura, del sistema sociale, della personalità - che si espandono al mondo intero. Per riferirsi a tali trasformazioni si usa il concetto di mondializzazione.

25 Mondializzazione e globalizzazione
Gli studiosi propongono posizioni diverse : 1. una parte di loro concordano nel ritenere che mondializzazione non significa unificazione od omogeneizzazione culturale, di più: il globale secondo alcuni comporterebbe la creazione del locale, donde l'uso del termine di GLOCALIZZAZIONE, da globalizzazione e localizzazione; 2. altri analisti, invece, considera il globale e il locale come inevitabilmente in tensione, in questa accezione, la localizzazione consta nel recupero e nella difesa delle tradizioni locali; 3. vi è infine chi sostiene che quella del rapporto tra globale del locale è un problema mal posto, poiché non esistono, di fatto, una società globale e una cultura mondializzata al di fuori delle nostre società nazionali.

26 UOMO MONDIALIZZATO uomo che reca in sé, più o meno coscientemente, una molteplicità di sistemi sociali e culturali che ha interiorizzato attraverso molti canali (mezzi di comunicazione, movimenti migratori, etc.

27 GLOBALIZZAZIONE, SOCIETà NAZIONE, SOCIETà MONDO

28 In ogni società, in qualsiasi epoca e in qualunque parte del mondo, convivono passato, presente e futuro; ovvero si osservano fianco a fianco strutture sociali, culturali e psichiche le quali hanno avuto origine in tempi storici differenti: mentalità del passato si intervallano con quelle attuali da periodi di declino per poi ripresentarsi altri di rivitalizzazione

29 COESISTENZA DI FORMAZIONI SOCIALI
I requisiti minimi per poter applicare tale concetto sono due: 1. La presenza effettiva, entro la società di riferimento, accanto ad almeno una formazione completa in tutte le sue componenti strutturali, culturali, psichiche e popolazionali, di una o più formazioni pur incomplete, a partire da uno o più modi differenti di strutturare come minimo una delle attività o funzioni fondamentali dell'organizzazione sociale; 2. La concomitante presenza, nella stessa società, di tratti culturali che orientano e legittimano le attività strutturate in modo alternativo di cui al punto precedente, nonché di sistemi psichici disposti a fornire a queste ultime delle motivazioni adeguate.

30 Sviluppi e crisi Il fatto che in una determinata società tutti sistemi sociali fondamentali siano “misti”, a partire dalla politica e dalla economia, in quanto composti da blocchi o sottosistemi concreti eterogenei, corrispondenti a modi differenti e sovente conflittuali di organizzare funzioni simili, e differentiprogetti di società, attribuisce un significato non convenzionale a concetti quali “sviluppo” e “crisi”.

31 FORMAZIONE DOMINANTE Usa le maggiori risorse di cui dispone per estendere il più possibile nei quattro sistemi dell’organizzazione sociale il suo progetto di società

32 FORMAZIONE SUBORDINATA
Difendono i loro spazi relazionali, culturali e psichici e devono accogliere un maggior numero di varietà di componenti della formazione

33 FORMAZIONE LATENTE La formazione dominante non riconosce la loro esistenza come legittima e mira a saffocare le componenti latenti

34 INTERPENETRAZIONE L’interpenetrazione di due formazioni sociali si osserva quando due componenti relazionali, culturali, psichiche di una formazione sono accolte in altre formazioni, senza che ognuna perda la propria identità. (es. lavoratori pendolari del villaggio in stabilimenti moderni a vita famigliare in comunità)

35 COOPERAZIONE V i è cooperazione tra formazione sociali quando si scambian risorse materiali e simboliche traendo reciproco vantaggio ma senza che si modifichino rispetto al modello originale. (grandi aziende oligopolistiche e piccole aziende imprenditoriali)

36 CONFLITTO Formazioni coesistenti che entrano in conflitto e diventa più aspro tra formazioni che hanno origini storiche lontane tra loro. Pag

37 GLOBALIZZAZIONE E SOCIETà Mondo
La società mondo è al tempo stesso un fatto sociale emergente e una opzione cognitiva. Sotto l'impulso della globalizzazione, i sistemi economici nazionali formano ormai un'unica economia mondo. La strutturazione di un sistema politico mondiale è visibile nell'immensa diffusione di leggi e regolamenti provenienti da organizzazioni internazionali - dall'ONU alla WTO alla Commissione Europea. Da parte sua la scienza, nel sistema culturale, si pone già come una scienza mondo.

38 Quando si parla di società mondo?
La teoria del mondo come società unica - è una teoria delineata da Niklas Luhmann sin dall'inizio degli anni 70 del Novecento, che si fonda sull'idea di raggiungibilità: quando ogni essere umano si trova nella condizione sia di venire potenzialmente raggiunto da una comunicazione, sia di raggiungere mediante la comunicazione qualsiasi altro essere umano, nasce la società mondo. Poiché tale condizione si sviluppa sin dall'inizio dell'età moderna, da allora, e a maggior ragione nel presente, la società in cui viviamo è univocamente W eltgesellschaft, società mondo.

39 SOCIETà MONDO VS SISTEMA MONDo
L'espressione società mondo non è un sinonimo di “sistema mondo”. La società mondo è un'unica società priva di confini, differenziata in sottosistemi funzionali - economia e politica, cultura e comunità - che non ha al di fuori di sé alcun ambiente sociale, ossia non ha alcun’altra società con cui interagire. La società mondo e un meta-sistema sociale, un sistema complessivo che racchiude tutti gli altri, ma non è racchiuso da alcuno; il sistema mondo appare formato da gran numero di società nazionali, o società stato, ciascuna delle quali è un elemento dell'ambiente di tutte le altre.

40 SOCIOLOGIA MONDO ovvero una sociologia globale che però non si occupi solo di globalizzazione. Tra i processi che attraverso il pianeta e che mettono in collegamento diverse parti della società mondo si collocano la globalizzazione del lavoro e la globalizzazione del capitale, considerato qui soprattutto sotto la fattispecie del risparmio. Nella globalizzazione finanziaria e nella trasformazione del capitalismo da produttivistico a finanziario svolge un ruolo centrale la crescita della progressiva concentrazione del risparmio mondiale.

41 RISPARMIO MONDIALE Tale massa di risparmio collettivo, pubblico, delle famiglie di milioni lavoratori del mondo, concentrata nelle mani di un piccolo numero di soggetti economici, è gestita in modi che rappresentano un freno per l'occupazione e la crescita. Si tratti di reddito o di istruzione, di proprietà terriera o di potere politico, di prestigio personale o di influenza intellettuale, si osserva in ogni caso, pur con rilevanti variazioni da una società all'altra, che una quota della popolazione possiede quella certa risorsa in misura superiore o inferiore rispetto ad altre quote della stessa popolazione.

42 DISTRIBUZIONE DI REDDITO
L'immagine più utilizzata per parlare di distribuzione del reddito è quella di una piramide ma la rappresentazione grafica della distribuzione del reddito globale realizzato utilizzando i dati dei sondaggi nazionali sui nuclei familiari è piuttosto simile a una COPPA DI CHAMPAGNE, con una larga concentrazione di reddito in alto e un sottile gambo nella parte inferiore. Attraverso complesse sequenze di nessi causali e condizionali, le disuguaglianze di reddito e ricchezza contribuiscono ad accrescere o a mantenere a livelli elevati altre disuguaglianze: di accesso all'acqua pulita, di salute, di speranza di vita, di istruzione, di condizioni di lavoro, di accesso alla conoscenza per mezzo di Internet, per esempio

43 POVERTà ESTREMA Da quanto detto finora emerge che il tema delle disuguaglianze globali è indissolubilmente legato al tema della povertà estrema, che rappresenta anzi formalmente il gradino più basso delle disuguaglianze di reddito mondiale. Si è soliti designare con l'espressione “povertà estrema” due strati contigui di popolazione mondiale: lo strato di coloro che vivono grazie a consumi valutabili in un dollaro al giorno, e lo strato di persone il cui consumo è stimato in due dollari al giorno. .

44 IPOTESI DELLA CONVERGENZA
Che la globalizzazione abbia tra i suoi principali effetti quello di produrre una rilevante convergenza positiva tra sistemi economici, nel senso che in forza della globalizzazione il tasso di crescita dell'economia, la produttività dei fattori di produzione, il livello dei salari e dei prezzi, la distribuzione del reddito, tendono ad avvicinarsi verso l'alto in tutte le società, è ipotesi ampiamente discussa. Tale ipotesi di forme di convergenza delle società coinvolte nella globalizzazione verso forme di strutturazione simili del sistema produttivo, della grande distribuzione, nel mercato del lavoro, dei salari, di consumi, risulta confermata da una notevole evidenza. Per un altro verso l'ipotesi della convergenza è confortata da dati non meno numerosi. …. l'indagine sugli effetti della globalizzazione deve dunque far fronte al fatto che in presenza di forze, azioni e condizioni internazionali globalmente simili, gli effetti nazionali e locali possono presentare cospicue differenze. Il quadro segnatamente disomogeneo quanto contraddittorio composto nel mondo nei primi anni del terzo millennio dalla diversità dei tassi di globalizzazione è tale da giustificare l'affermazione secondo la quale la globalizzazione non è globale.

45 La globalizzazione e i suoi correlati nei campi dell'ambiente, dei consumi, della distribuzione delle risorse sono sostenibili? Il concetto di sviluppo sostenibile richiama con forza alla considerazione dei limiti imposti dallo stato dell’organizzazione tecnologica e sociale nell’uso delle risorse ambientali e delle capacità della biosfera di assorbire gli effetti delle attività umane. Tra gli effetti non previsti della globalizzazione è spesso menzionato un aggravarsi della crisi ecologica. La crisi ecologica si approfondisce perché la globalizzazione diffonde tra la popolazione dei paesi in via di sviluppo forme di produzione e di consumo del tutto simili a quelle dei paesi da tempo industrializzati, e come queste atte a superare la capacità della biosfera di riprodurre le risorse indispensabili alla vita.


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