La presentazione è in caricamento. Aspetta per favore

La presentazione è in caricamento. Aspetta per favore

corso di scienze sociali

Presentazioni simili


Presentazione sul tema: "corso di scienze sociali"— Transcript della presentazione:

1 corso di scienze sociali
GIAMPIERO TRE RE corso di scienze sociali

2 Precursori Biografia La teoria dell’evoluzione Le prove La polemica antievoluzionistica Discendenze culturali Evoluzionismo e scienze umane

3 Precursori Fissismo Geologia, biologia, evoluzione

4 Evoluzionismo: come nasce una teoria scientifica
La polemica che si svolge parallelamente tra evoluzionismo e creazionismo introduce l’aspetto della socialità della conoscenza. Il sapere scientifico si inserisce nel complesso equilibrio delle dinamiche sociali. La fortuna di una teoria dipende anche dalla sua capacità di armonizzare saperi diversi in funzione dell’immagine che una società si fa di sé e dei propri valori. La lotta tra l’evoluzionismo e il fissismo è un esempio di come nasce e del perché muore una teoria scientifica. Ogni teoria ha una suo potenziale di spiegazione di un certo numero di fenomeni e raggiunge la piena capacità del suo potere esplicativo nel contraddittorio, che è ad un tempo critico e sociologico, con le teorie avversarie. La teoria che prevale è quella epistemologicamente più semplice ed efficiente; quella che è in grado di spiegare un maggior numero di fatti empiricamente osservabili ricorrendo ad un minor numero di principi.

5 Fissismo Il fissismo, è la teoria biologica alternativa all’evoluzionismo. Essa fu universalmente ritenuta valida fino a Lamarck (vedi più avanti) perché coerente con l’esperienza spontanea e l’osservazione prescientifica. La formulazione più compiuta fu di Aristotele, e rappresentò la teoria di maggior durata nella storia del pensiero occidentale. Uno dei motivi della secolare fortuna del fissismo è legato al fatto che versione teologica di questa teoria è contenuta nella Bibbia, in particolare nel libro della Genesi. PRESUPPOSTI SCIENTIFICI Le specie viventi sono perfette e dunque immutabili. La morfologia dei viventi è sempre stata così come la vediamo oggi. Le differenze individuali sono accidentali e non danno mai luogo a mutazioni di specie. La specie vivente è eterna, nel senso che le specie che oggi vediamo sono sempre esistite dall’origine della vita. Tutte le specie viventi che oggi vediamo si sono originate contemporaneamente e sono in numero limitato. Le specie possono estinguersi ma non è possibile che ne compaiano di nuove.

6 Fissismo La teoria fissista aveva dei punti deboli:
Le pratiche di selezione delle razze di animali o di addomesticamento, note fin dall’antichità, mostravano fenomeni di trasformazione delle specie I fossili, inoltre, anch’essi noti in tempi antichi, mostravano l’esistenza di specie estinte La difesa di Aristotele Aristotele spiegava tali fenomeni come effetto di attività artificiali umane (“contro natura”) ricorrendo alla spiegazione teologica (sospensione delle leggi naturali per l’azione divina) introducendo il concetto di accidente Aristotele, inoltre, spiegava il fenomeno dei fossili ipotizzando che alcune specie fossero scomparse a seguito di catastrofi cicliche

7 Geologia, biologia, evoluzione
Con il temine evoluzione s’intendono i processi di trasformazione che le specie viventi subiscono nel tempo. Secondo i calcoli dall’arcivescovo James Ussher (vedi fig.), XVI sec., basati su un’interpretazione letterale della Bibbia, la terra non avrebbe più di 5000 anni. Ciò fu comunemente ritenuto corretto fino a quando lo scozzese James Hutton ( ), fondatore della geologia non formulò il concetto di “tempo profondo”. Strettamente connessa alla scoperta del tempo profondo è la prima teoria evoluzionistica mai formulata, quella di Jean-Baptiste Monet, cavaliere di Lamarck. Georges Couvier ( ), infatti, fondatore dell’anatomia comparata, sostenitore del fissismo, si opponeva a Lamarck, dimostrando, grazie alle raffigurazioni egizie di animali, che le specie viventi non hanno subito mutazioni a memoria d’uomo.

8 Linneo Carl von Linné (Linnaeus, ), biologo, seguace del fissismo, autore del Systema Naturae, con cui inventò la moderna nomenclatura biologica e la Classificazione degli organismi basata sulle loro caratteristiche comuni osservabili (ad es. le pinne nei pesci, la forma del becco per gli uccelli, la disposizione dei denti nei mammiferi ecc.). . Egli propose di raggruppare animali e vegetali differenti in possesso di almeno una caratteristica in comune. Con questo metodo, ancora oggi in uso, egli classificò oltre 4000 specie animali. Vantaggi: semplicità e rapidità del metodo Svantaggi: basato su somiglianze individuali estrinseche; è statico e non in grado di offrire una visione d’insieme dei viventi.

9 Buffon Georges Louis Leclerc, Conte di Buffon (1707-1788)
Biologo, seguace di Newton. Maestro di Lamarck, ne anticipò alcuni concetti. Basandosi sul concetto di ibrido fu tra i primi a mettere in dubbio il fissismo. Le specie imparentate discendono da un unico progenitore per degenerazione. Secondo Buffon le specie si generano spontaneamente ma non casualmente.

10 Cuvier Lamarck e Buffon introducono l’ipotesi della trasformazione delle specie per spiegare un fatto preciso: le somiglianze tra gli organi delle varie specie. Già in epoche precedenti il fenomeno dei piani di organizzazione comuni a vari organismi non era sfuggito a studiosi come Leonardo da Vinci. Cuvier dà al fenomeno una soluzione coerente con la teoria fissista (cfr. Lezioni di Anatomia Comparata dei Vertebrati), inventando il metodo della comparazione. Le funzioni svolte da ciascun organo sono una spiegazione sufficiente delle omologie fra gli organismi e rendono superfluo ipotizzare ascendenze comuni e trasformazioni anatomiche (omologia [somiglianza] = analogia [simile funzione]). Il metodo della comparazione gli consentì di classificare alcuni organismi fossili e di individuarli correttamente come appartenenti a specie estinte.

11 Cuvier Generalizzando le sue osservazioni sulla conformazione stratificata di alcuni siti geologici francesi formulò la teoria delle catastrofi. e si; cioè suppose che la terra fosse  stata sottoposta a gravi cataclismi che avrebbero lasciato traccia nella stratificazione della crosta terrestre e causato la scomparsa di intere specie di organismi. Couvier fu un convinto fissista e combatté le teorie di Lamarck,  sebbene non ne citi mai le opere. Le sue critiche sono:   1. Le trasformazioni presuppongono tempi lunghissimi e la terra è invece relativamente giovane.  2. Gli organismi raffigurati o mummificati dagli egizi sono uguali agli attuali.   3. Non si osserva in natura nascita di nuove specie, mentre le mutazioni prodotte attraverso l’allevamento tendono a riassumere la forma originaria una volta tornate allo stato selvatico. Molti suoi contemporanei ritenevano che la teoria di Couvier fornisse la conferma scientifica della narrazione biblica del diluvio universale.

12 Lamarck Jean-Baptiste Monet, cavaliere di Lamarck (1744-1829)
Chimico, fisico e naturalista; insieme al suo maestro, Buffon, elaborò il metodo dicotomico per la classificazione delle piante, valido ancor oggi. La sua zoologia (Storia Naturale) fu una delle maggiori dei suoi tempi. Lamarck fu il primo a formulare una teoria evoluzionistica: Filosofia zoologica (1802): I viventi sono un prodotto spontaneo della natura e sono comparsi in epoche diverse in rapporto alla loro diversa complessità; Gli organismi, in altre parole, si perfezionano nel tempo L’ambiente determina un graduale sviluppo degli organi.

13 Lamarck, la teoria dell’ereditarietà dei caratteri acquisiti
I concetti nuovi introdotti da Lamarck sono quelli di adattamento ed ambiente Lamarck assume che esiste continuità e circolarità tra mondo organico e inorganico L’uso degli organi in risposta agli stimoli ambientali modella gli organi stessi che si modificano lentamente, sviluppandosi o regredendo, e rendendo comunque gli organismi sempre più complessi La sua teoria supera la staticità del sistema di Linneo e rende non necessario ipotizzare interventi esterni alla natura per spiegare la comparsa della materia vivente

14 Lamarck, le ragioni del fallimento di una teoria
Il carattere più filosofico che scientifico della teoria L’incapacità di spiegare come le mutazioni individuali diventino patrimonio della specie Gli attacchi di Couvier rafforzati da evidenze oggettive Il rifiuto di Lamarck di abbandonare gli ideali politici dell’89 in un ambiente culturale ormai stanco degli eccessi rivoluzionari, dominato dalla figura di Napoleone e da un’esigenza di sistematizzazione, sicurezza e conferme anche in campo scientifico.

15 Von Humboldt Alexander von Humboldt (1769-1859)
Darwin annota nei suoi diari che nel corso del suo celebre viaggio sul Beagle lesse assiduamente la poderosa opera di von Humboldt. Probabilmente il suo metodo ne rimase influenzato. Questo instancabile esploratore berlinese, visitò le coste del Venezuela, le rive del Rio delle Amazzoni, le Ande, il Perù, la Columbia e numerosi altri stati del Nuovo Mondo, collezionò centinaia di esemplari di vegetali e rocce, studiò l’attività vulcanica, le correnti, il magnetismo terrestre, il clima, la vita animale. Nel continente euro - asiatico viaggiò attraverso gli Urali, le coste del mar Caspio e la Siberia; si occupò di astronomia e mineralogia. I suoi libri ebbero un grande successo internazionale e segnarono il gusto dell'epoca. Recentemente è stato riedito Quadri della Natura, Nuova Italia, 1998

16 Lyell Charles Lyell, ( ) fondatore della geologia moderna (Principi di Geologia, ) Lyell  avversò la teoria dei cataclismi di Couvier. Secondo Lyell, la terra è sempre stata, ed è tuttora, in continua, lenta mutazione. I fossili ne sono una prova: le rocce, da masse sedimentarie, a causa del calore e della pressione, subiscono trasformazioni. Attraverso l’osservazione delle condizioni attuali della terra l’idea di una evoluzione (della crosta terrestre e della materia inorganica) si afferma in campo geologico prima ancora che biologico. I Principi di geologia concepiscono l’idea del “tempo profondo” , cioè la sterminata estensione delle ere geologiche. I fossili inclusi a diversi livelli di profondità nelle stratificazioni della crosta terrestre dimostrano che, così come la terra, anche le specie viventi compaiono in epoche geologiche diverse di una durata fino ad allora impensabile. Darwin subì l’influenza dell’opera di Lyell. Il giovane Darwin lesse i Principi di Geologia durante il suo giro del mondo sul “Beagle”.

17 Biografia La vita Il viaggio del Beagle L’opera

18 La vita ( ) Darwin nacque a Shrewsbury, nel Kent. Il nonno paterno, Erasmus (vedi fig.), fu un noto intellettuale, autore di un’opera in cui anticipava le tesi di Lamarck; mentre la madre, una Wedgewood, apparteneva ad una dinastia di imprenditori. Charles interruppe molto presto gli studi di medicina, intrapresi ad Edimburgo per volere del padre, affinché ne continuasse la carriera. Il giovane Darwin prediligeva invece gli studi naturalistici. In questo periodo diventò un esperto collezionista, si specializzò nella tassidermia, ed intrecciò proficue relazioni con molti naturalisti scozzesi del tempo. Nel 1827 entrò al Christ College di Cambridge, per avviarsi al sacerdozio. La lettura della sterminata opera dei viaggi geografici di Alexander Von Humboldt fecero nascere in lui il desiderio di viaggiare per studio. Si appassionò all’entomologia: … a Cambridge nessuna occupazione mi interessò tanto e mi dette tanto piacere quanto la raccolta degli insetti… (Autobiografia)

19 L’attività scientifica
Nel 1831 iniziò il famoso viaggio del quale pubblicò le memorie nel volume Il viaggio del Beagle, nel 1839, anno delle nozze londinesi con la cugina Emma Wedgewood. A causa delle condizioni di salute di Charles, tre anni dopo la famiglia si trasferì a Down, nel Kent, dove Darwin visse il resto della sua vita. Qui egli condusse la sua attività scientifica, che fu eccezionalmente feconda, nonostante i continui mal di capo, insonnia e altri disturbi.

20 Il viaggio del Beagle Nell’agosto del 1831, nonostante l’opposizione del padre, Cherles accettò l’incarico di naturalista di bordo sul brigantino “Beagle”, propostogli dall’amico Henslow, conosciuto a Cambridge. La spedizione scientifica iniziò il 27 dicembre da Devemport con la missione di completare i rilevamenti geografici delle coste atlantiche e pacifiche dell’America meridionale e di alcune isole del Pacifico. Il capitano del battello era un creazionista convinto e fu nel confronto umano e dialettico con questo personaggio che Charles cominciò a maturare idee evoluzionistiche.

21 Il viaggio del Beagle le isole Galapagos
Al ritorno dal viaggio, che contribuì a fargli maturare una straordinaria competenza come naturalista, iniziò a mettere ordine nei suoi appunti e nella sua imponente raccolta di materiale, curando la pubblicazione del rapporto scientifico sulla spedizione e Il viaggio del Beagle (1839). I 5 anni trascorsi a visitare terre lontane, di cui in Europa si avevano solo notizie frammentarie, furono fondamentali per la formazione scientifica di Darwin; il naturalista raccolse una gran messe di materiali e dati, al cui riordino lavorò a lungo al suo ritorno in patria e che sarebbero serviti come base per l’elaborazione della sua teoria. 

22 Da: il viaggio del Beagle
I fringuelli delle Galapagos    «… Raccolsi ventisei specie di uccelli terrestri, tutti peculiari dell’arcipelago e assenti altrove… fra l’altro …tre specie di tordi beffeggiatori, una forma altamente caratteristica dell'America. Gli altri uccelli terrestri formano un gruppo molto singolare di fringuelli, affini tra di loro per la struttura del becco, la coda corta, la forma del corpo e il piumaggio; ve ne sono tredici specie, che il signor Gould ha diviso in quattro sottogruppi. Tutte queste specie sono particolari di questo arcipelago e lo stesso vale per l'intero gruppo, ad eccezione di una specie del sottogruppo Cactornis, importata recentemente dall'isola Bow, nell'arcipelago Low'. Le due specie di Cactornis si possono vedere spesso arrampicarsi intorno ai fiori dei grandi alberi di cactus, ma tutte le altre specie di questo gruppo di fringuelli, unite in piccoli stormi, vivono sul terreno arido e sterile delle zone piú basse. I maschi di tutte queste specie, o certamente della maggior parte, sono di un nero brillante e le femmine (forse con una o due eccezioni) sono brune».

23 Da: il viaggio del Beagle
I fringuelli delle Galapagos    «Il fatto piú curioso è la perfetta gradazione nelle dimensioni del becco delle diverse specie di Geospiza, da uno largo come quello di un frusone, a quello di un fringuello e … persino a quello di una silvia. Il becco piú grande del genere Geospiza è illustrato alla lettera a) e il piú piccolo alla lettera c), ma invece di esservi soltanto una specie intermedia, con un becco di dimensioni come quelle alla lettera b), vi sono non meno di sei specie con becchi varianti insensibilmente. Il becco del sottogruppo Certhidea è illustrato alla lettera d). Il becco del Cactornis assomiglia un po' a quello di uno storno e quello del quarto sottogruppo, Camarhynchus, ricorda quello di un pappagallo. Osservando tale gradazione e diversità di struttura in un gruppo piccolo e molto omogeneo di uccelli, si potrebbe realmente immaginare che da un originario esiguo numero di uccelli di questo arcipelago una specie sia stata modificata per finalità diverse…» Da: il viaggio del Beagle

24 L’opera I materiali scientifici che Darwin mise insieme per formulare la sua teoria non si limitavano alle discipline naturalistiche. Nel 1838 Darwin lesse il Saggio sulla popolazione dell’economista Thomas R. Malthus, un economista, che gli fece comprendere come la “guerra per la sopravvivenza” descritta dai naturalisti precedenti, non è limitata alla lotta interspecifica (predazione), ma anche dalla concorrenza intraspecifica. Già nel 1839 Darwin annotava nei suoi diari abbozzi della sua teoria; nel 1844 scrisse un saggio completo ma non pubblicato nello scrupolo scientifico di raccogliere dati inoppugnabili in vista del difficile confronto con i sostenitori del fissismo. 

25 Malthus Thomas R. Malthus ( ) Il reverendo Thomas Malthus inaugura l’analisi demografica nell’opera Saggio sulla popolazione (1798). L’opera si oppone alle tesi egualitariste di William Godwin ( ). Saggio sulla popolazione (1798) Esistono fattori di autoregolazione della tendenza della popolazione umana a riprodursi in misura eccessiva. Questo meccanismo consiste nella crescente scarsità delle risorse dovuta alla sproporzione tra la crescita in ragione geometrica della popolazione e la crescita delle risorse alimentari che è invece in ragione aritmetica. Si avrà quindi una concorrenza per accaparrarsi l’accesso alle risorse (guerre, rivolgimenti sociali, oltre a carestie e pestilenze) e una diversificazione tra i soggetti coinvolti.

26 L’opera Nel 1846 Darwin cominciò uno studio dei cirripedi, durato ben 8 anni, in cui, secondo una nuova prospettiva, non linneana, andava in cerca non di archetipi, ma di antenati. Raggiunto dalla notizia che Wallace stava per pubblicare un saggio evoluzionista, Darwin si lascia convincere da Lyell a pubblicare finalmente la sua teoria. Comparve così un articolo sulla Linnean Society firmato da Darwin e Wallace in cui per la prima volta è definito il concetto di “selezione naturale”. 

27 Wallace Alfred Russell Wallace, naturalista animato da molteplici interessi scientifici (antropologia, geologia, glaciologia, agronomia, entomologia) socialista, appassionato di tematiche che oggi definiremmo “ecologiste”, fu l’uomo che «gettò nel panico Darwin» (Focher), inducendolo a rompere gli indugi e rendere pubbliche le sue teorie evoluzioniste. Wallace, infatti, giunse a formulare autonomamente il concetto di selezione naturale e all’elaborazione di una teoria evoluzionista indipendente e tuttavia così simile a quella di Darwin da far apparire le differenze con quest’ultimo dei trascurabili dettagli. Wallace non ebbe la fortuna di Darwin e fu presto dimenticato a causa della sua visione teleologica dell’evoluzione, che egli riteneva guidata da un’intelligenza superiore verso la futura creazione di una razza umana perfetta. Wallace costituisce un esempio precocissimo di come possano darsi versioni dell’evoluzionismo filosoficamente non contraddittorie con una visione finalistica e creazionista.

28 La teoria dell'evoluzione
Nel 1859 Darwin pubblicò L’origine della specie attraverso la selezione naturale Nel libro venivano sostenute le seguenti tesi:   Gli organismi si sono trasformati nel tempo;     Tutte le forme viventi sono discese da uno o pochi antenati comuni attraverso un continuo processo di ramificazioni successive;  Il processo di trasformazione è graduale e continuo;  L'evoluzione agisce sulla variabilità degli individui.

29 I principi del darwinismo
Dal punto di vista puramente scientifico la dottrina di Darwin è riassumibile in due proposizioni basilari: variazione casuale nel passaggio da una generazione all’altra di una stessa specie si verificano mutazioni casuali, anche piccolissime, che possono avere effetti anche molto importanti sia sul piano fisiologico che comportamentale. Queste mutazioni sono, a loro volta, trasmissibili alla discendenza. selezione naturale gli organismi hanno la tendenza a riprodursi secondo una progressione geometrica, cui fa riscontro una crescente scarsità delle risorse ambientali. Gli individui con una dotazione di variazioni meno efficienti tendono a soccombere mentre i soggetti portatori di variazioni che consentono strategie adattive di successo hanno maggiori possibilità di prolificare e trasmettere alla discendenza i propri tratti ereditari. Di generazione in generazione le variazioni particolarmente adatte all'ambiente si propagano accumulandosi e diventando patrimonio dell'intera specie. Questo processo nella sua estensione prende il nome di evoluzione.

30 La selezione naturale Sebbene Darwin ammetta di ignorare le leggi della variazione (cap. 5 de L'origine) egli fornisce gran copia e varietà di dati d’osservazione a sostegno della sua teoria. L’evoluzionismo, tuttavia fu accolto solo dopo violente diatribe scientifiche e ideologiche.

31 L’albero dell’evoluzione
   Lo schema riprodotto qui accanto è tratto dall'Origine della Specie; esso indica la "discendenza variante”, dovuta a mutazioni che Darwin immagina molto lievi «... ma della natura più differenziata; esse non compaiono simultaneamente, ma sovente dopo lunghi intervalli di tempo... ciò conduce alle più differenti e divergenti variazioni (rappresentate dalle linee esterne)... quando una linea divergente incontra un punto, si suppone che una somma di variazioni  si sia accumulata sino a formare una varietà assai ben marcata, tanto da essere ritenuta degna di essere registrata in un'opera di sistematica» (Darwin, L'origine trad. italiana Luciana Fratini, Boringhieri 1967)

32 Filogenesi Alberi filogenetici presentati da Darwin nell’Origine (a destra) e in un suo taccuino di appunti (sotto) Il termine filogenesi indica la generazione delle specie da altre specie preesistenti e meno evolute. Tutti i viventi hanno avuto origine da pochi organismi originari, e forse addirittura da uno solo. «Vi è una semplice grandezza nel modo di considerare la vita coi suoi poteri di crescere, di assimilare e di riprodursi, come ispirata originariamente nella materia in una o poche forme; e mentre questo nostro pianeta è andato rotando secondo determinate leggi, la terra e l’acqua in un ciclo di cambiamenti si sostituivano l’una all’altra, in modo tale che da una origine così semplice, attraverso il processo di una selezione graduale di cambiamenti infinitesimi, si sono evolute infinite forme di stupenda bellezza…» C. Darwin, L’origine della specie, abbozzo del 1842. .

33 Le prove L’omologia degli organismi L’embriologia La paleontologia
La domesticazione

34 L’omologia degli organismi
Gli stessi organi, sebbene spesso appaiano profondamente modificati per volume, forma, funzione, possono essere ritrovati in organismi appartenenti a specie diverse (omologia). Il disegno (a destra) descrive l’omologia tra gli scheletri di alcuni animali. Anche il sistema nervoso centrale di questi animali (a sinistra) appartenenti a classi diverse, presentano strutture omologhe. L’evoluzionismo dà a questo fenomeno una spiegazione assai coerente con i principi generali della teoria. Dall’alto: cervelli di  rana, lucertola, gallina, topo 

35 Il fossile è il risultato del processo di sostituzione di materia organica, tipicamente, lo scheletro di un animale, con materia non organica (minerali). In seguito poi al consolidamento dei materiali circostanti in cui il tessuto si trovava originariamente deposto, il fossile rimane incluso nella roccia sedimentaria che lo ospita Durante il suo viaggio sul Beagle, Darwin aveva potuto osservare diversi resti fossili, in particolare di gliptodonte, una specie estinta ma simile agli armadilli attuali. Anche riguardo ai fossili i principi darwiniani delle variazioni casuali e della selezione naturale riescono a fornire una risposta dotata di un alto grado di semplicità e coerenza. I fossili

36 Da: il viaggio del Beagle
Resti fossili «…Le grandi dimensioni delle ossa dei mammiferi megateroidi, che comprendono il Megatherium, il Megalonyx, lo Scefidotheiium e il Mylodon, sono davvero meravigliose. Le abitudini di vita di questi animali erano un completo mistero per i naturalisti, fino a quando il professor Owen non risolse recentemente il problema con notevole ingegnosità. I denti indicano, per la loro struttura semplice, che questi megateroidi erano vegetariani e mangiavano probabilmente le foglie e i ramoscelli degli alberi; le loro forme poderose e le unghie fortemente ricurve sembrano così poco adatte alla locomozione, che qualche eminente naturalista ha realmente creduto che, come i tardigradi, ai quali sono strettamente affini, essi vivessero arrampicandosi sugli alberi e nutrendosi delle loro foglie».

37 Da: il viaggio del Beagle
«Era un'idea ardita, per non dire assurda, concepire degli alberi, sia pure antidiluviani, con rami forti abbastanza da reggere animali grandi come elefanti. Il professor Owen, con ipotesi più plausibile, ritiene che, invece di arrampicarsi sugli alberi, essi ne tirassero a sé i rami e sradicassero quelli più piccoli per mangiarne così le foglie. L'ampiezza e il peso colossali dei loro quarti posteriori, che si possono a stento immaginare senza averli veduti, diventano, secondo questa ipotesi, un evidente vantaggio, invece che essere un ingombro: la loro apparente pesantezza scompare. Con le loro grandi code e i massicci calcagni piantati fortemente sul terreno come un tripode, essi potevano liberamente esercitare tutta la forza delle loro potentissime zampe e dei grandi artigli…» 

38 Le prove: l’embriologia
Fin dall’antichità si era potuta osservare la stupefacente somiglianza nella morfologia degli embrioni delle più diverse specie. Le forme esterne degli embrioni diventano sempre più simili tra loro e virtualmente indistinguibili man mano che si risale verso epoche di vita più precoci e vicine al concepimento. Darwin ritiene di poter fornire una spiegazione a questo fenomeno riconducendo anch’esso ai principi generali della selezione naturale. L’embrione è la fase di sviluppo di un organismo compresa tra il concepimento e la completa formazione di tutti gli organi (organogenesi). Tale fase ha varia durata a seconda della specie. Nella specie umana si prolunga per nove settimane dal concepimento. La fase successiva, fetale, è caratterizzata dalla crescita quantitativa e dalla maturazione degli organi che consentiranno la viabilità dell’organismo.

39 L’embriologia da L'Origine, Boringhieri, 1967 pg. 508
Embrione di tartaruga L’embriologia Embrione di pollo Embrione umano da L'Origine, Boringhieri, 1967 pg. 508 «...von Baer afferma che "Gli embrioni dei mammiferi, degli uccelli, delle lucertole e dei serpenti, probabilmente anche dei cheIoni, si assomigliano straordinariamente, sia nel complesso, sia nel modo di sviluppo delle loro parti, tanto è vero che spesso possiamo distinguere gli embrioni soltanto in base alle loro dimensioni. Possiedo, sotto spirito, due piccoli embrioni, che dimenticai di contrassegnare a suo tempo e che ora non sono assolutamente in grado di dire a quale classe appartengono. Possono essere lucertole o piccoli uccelli, o mammiferi molto giovani, così assoluta è la somiglianza nel modo di formazione della testa e del tronco di questi animali. In questi embrioni, però, mancano ancora le estremità. Anche se esse fossero esistite nella primissima fase del loro sviluppo, non potremmo saperne di più, perché i piedi delle lucertole e dei mammiferi, le ali e le zampe degli uccelli, nonché le mani e i piedi dell'uomo, si sviluppano tutti dalla stessa forma fondamentale". Le larve della maggior parte dei crostacei, in stadi corrispondenti di sviluppo, sono molto simili, per quanto differenti possano essere gli adulti; e lo stesso può dirsi per molti altri animali. Una traccia della legge della somiglianza embrionale rimane talvolta fino ad una età piuttosto avanzata: così, uccelli dello stesso genere o di generi affini si assomigliano spesso nel piumaggio nel primo e nel secondo stadio giovanile, come si vede nelle penne macchiate dei piccoli del gruppo dei tordi».

40 L’embriologia «Nella famiglia dei gatti, la maggior parte delle specie hanno gli adulti a righe o a macchie, e righe e macchie sono chiaramente visibili nel mantello del leone e del puma. Talvolta, sebbene di rado, si osserva qualcosa di simile nelle piante; così le prime foglie dell'Ulex, o ginestrone, e le prime foglie delle acacie fillodinee sono pennate o divise come le foglie ordinarie delle leguminose. I punti della struttura in cui gli embrioni di animali molto diversi appartenenti alla stessa classe si assomigliano, non hanno spesso alcun rapporto diretto con le loro condizioni di vita. Per esempio non possiamo supporre che negli embrioni dei vertebrati il peculiare corso ad ansa delle arterie lungo le fessure branchiali sia in rapporto con condizioni di vita consimili nel giovane mammifero che è nutrito nell'utero materno, nell'uovo di uccello covato in un nido, nel girino di rana sott'acqua. Non abbiamo ragione alcuna di credere a un rapporto simile, come non ne abbiamo di credere che le ossa consimili della mano dell'uomo, dell'ala del pipistrello o della pinna di una tartaruga marina siano in rapporto con condizioni di vita consimili…»

41 Le prove: La domesticazione
da L’origine della specie (1859)  Delle razze dei colombi domestici. «Pensando che sia opportuno scegliere un gruppo speciale di animali per farne oggetto di studio, ho preso a considerare i  colombi domestici. Io ho conservato tutte le razze che potei procurarmi e ricevei nel modo più obbligante degli esemplari da diverse parti del mondo […] La diversità delle razze è veramente meravigliosa […]  Un ornitologo certamente non vorrebbe porre il messaggero inglese, il giratore a faccia corta, il colombo romano, il barbo, il gozzuto, il colombo pavone nello stesso genere: tanto più che gli si potrebbero mostrare in tutte queste razze parecchie sotto-varietà di discendenza pura, cioè di specie, com’egli senza dubbio le chiamerebbe. Benché le differenze fra le razze dei colombi siano grandi, io tengo pienamente l’opinione comune dei naturalisti che reputano siano tutti discesi dal colombo torraiuolo (Columba livia)»  il colombo pavone il tomboliere

42 Da: Variazione degli animali
 Variazione degli animali e delle piante allo stato domestico,  Capitolo  V (traduzione italiana sulla seconda edizione inglese 1878, unione tipografica editrice torinese; prima edizione inglese 1868). Successiva all’Origine (1859) Darwin vi prende in considerazione la selezione artificiale operata dall’uomo riservando due capitoli del libro ai piccioni, nel tentativi di ricondurne le varietà al tipo selvatico. La pagina è un significativo esempio del metodo grazie al quale Darwin costruisce il suo impianto teorico. «Ho tenuto viventi tutte le razze le più distinte che ho potuto procurarmi, sia in Inghilterra, sia nel continente, e ho preparato lo scheletro di tutte. …Relativamente al potere della elezione si sarà forse al lettore affacciata questa difficoltà: chi spinse gli allevatori a tentare la creazione di razze così bizzarre come sono i gozzuti, i pavoni, i messaggeri? Ma appunto questa difficoltà è tolta dal principio della elezione inconscia. Nessun allevatore ha mai fatto con intenzione un tentativo di tal fatta. Ciò che è necessario ammettere si è che sia avvenuta una variazione abbastanza marcata per colpire l’occhio di qualche antico allevatore; la elezione inconscia degli individui che presentano questa variazione, continuata per moltissime generazioni, senza altro scopo che quello di gareggiare con gli altri allevatori che gli fanno concorrenza, ha compiuto il resto... ». «...Siccome fra gli animali il piccione è quello, pel quale si può con sicurezza maggiore che in tutte le altre razze da lungo tempo domestiche dimostrare la provenienza da un ceppo unico e conosciuto, così fui condotto a studiarlo con una cura tutta particolare. A ciò si aggiunga che essendo stati pubblicati sui piccioni moltissimi lavori in varie lingue, di cui qualcuno già vecchio, ci è possibile rintracciare la storia e l'origine di parecchie di queste razze....tutte le differenze esistenti tra esse hanno dovuto sorgere dopo che l'uomo ebbe addomesticato per la prima volta il selvaggio colombo torraiuolo. Gozzuto Allocco

43 La polemica antidarwinista
L’impatto della dottrina di Darwin sulla cultura fu così grande da durare tuttora, ben oltre i confini della biologia. Sia la fortuna che la singolare attitudine del darwinismo ad accendere interminabili polemiche sono dovute alla particolare combinazione di caratteristiche formali di questa teoria. Il potere di spiegazione del darwinismo Il colpo definitivo all’antropocentrismo

44 Il potere di spiegazione dell’evoluzionismo
Molti biologi e naturalisti dell’epoca accettarono con entusiasmo il darwinismo, poiché permetteva di spiegare tutta una serie di osservazioni fatte in precedenza ed unificare fenomeni apparentemente indipendenti. Tra gli altri, Thomas Henry Huxley ( ), che nelle proprie osservazioni sull’anatomia di molti animali marini compiute nel corso di un viaggio di esplorazione intorno al Globo, trovava puntuali conferme delle teorie di Darwin. La semplicità, l’economicità epistemologica, l’efficienza della teoria di Darwin consentirono di superare le classiche obiezioni all’evoluzionismo e di abbattere la veneranda teoria fissista.

45 Potere di spiegazione l’ereditarietà
Nei primi decenni del nostro secolo la congettura darwiniana della trasmissione ereditaria dei caratteri trovò spiegazione nella genetica sviluppatasi sulla base delle leggi formulate già nel 1866 dall'abate austriaco J.G. Mendel. Mendel scopre che l’ereditarietà è discontinua, ipotizza l’esistenza di unità che ne sono responsabili (oggi confermate e chiamate “geni”) che costituiscono la dotazione ereditaria individuale. Le teorie dell’abate Gregor Mendel spiegavano i meccanismi dell’ereditarietà dei caratteri, dando che Darwin aveva ipotizzato senza poterli dimostrare.

46 Potere di spiegazione neolamarckismo, neodarwinismo, mutazionismo
La teoria di Darwin, tuttavia, partiva dall’ipotesi della variazione casuale, che all’epoca non era confermata da prove fattuali. Sorsero così varie correnti di pensiero che criticarono Darwin da un punto di vista interno all’evoluzionismo. I neolamarckisti, all’inizio del novecento, non accettano l’ipotesi darwiniana delle variazioni casuali. Essi cercarono di dimostrare il punto sul quale la teoria di Lamarck aveva fallito: la trasmissione ereditaria dei caratteri acquisiti, cioè come accade che le mutazioni individuali diventino col tempo patrimonio della specie. L’evoluzionismo è accettato solo parzialmente. Viene criticato il principio di casualità perché non consente predizioni scientifiche. I sostenitori ipotizzarono che le variazioni non fossero casuali, ma predeterminate nell’organismo stesso. Un’altra versione di questo tipo di evoluzionismo ipotizzava che le variazioni provengano da un principio finalistico esterno agli organismi. August Weismann, biologo tedesco falsificò sperimentalmente la teoria neolamarckiana dei caratteri acquisiti. Per spiegare le variazioni casuali elaborò una teoria dell’ereditarietà destinata ad essere confermata in gran parte dalla genetica moderna. Hugo de Vries ( ), botanico olandese ipotizzò un’evoluzione indipendente dall’ambiente e per “salti” e non continua e per accumulo graduale, come teorizzava Darwin. Anche il mutazionismo ha avuto conferme nella recente genetica. Neolamar-ckismo evoluzione per ortogenesi Neodar-winismo Mutazionismo

47 Potere di spiegazione Oltre Darwin
Stephen Jay Gould esponente del pluralismo darwiniano e sostenitore della discontinuità dell’evoluzione (teoria dell’equilibrio puntiforme) Per tutto il novecento la teoria darwiniana è stata perfezionata, corretta ed integrata. Discipline diverse come la genetica, la geografia antropica, la biologia molecolare danno sostanziali conferme all’evoluzionismo che rimane ancor oggi la teoria scientifica insuperata sull’origine e lo sviluppo della vita Esistono ancora problemi senza soluzione: sui fattori della variabilità sia ambientali che immanenti all’organismo; sul concetto di adattamento, sul principio di casualità, sull’alternanza di gradualità e discontinuità dell’evoluzione In paleontologia prevale oggi il modello delle decimazioni. L’evoluzione procederebbe in maniera non graduale ma puntiforme o ondulatoria,tramite rapide e discontinue mutazioni e massicce scomparse di specie cui seguono cicli evolutivi a partire dai capostipiti sopravvissuti. L’esito evolutivo è dettato da processi stocastici e di accomodamento a situazioni ecologiche contingenti in base a schemi generali di sviluppo. La metafora della “macchina selvaggia”, descrive il modo di procedere della natura nel selezionare le specie viventi tramite enormi sprechi di risorse vitali.

48 Il colpo definitivo all’antropocentrismo
Proprio perché distrugge l’idea di quella eterna fissità della natura, dei suoi equilibri e delle sue leggi, da sempre modello e legittimazione di ogni potere autoritario, il darwinismo apparve pericolosamente “ever-sivo” sul piano sociale e politico,. Gl’intellettuali conservatori dell’Inghilterra vittoriana compresero subito la portata rivoluzionaria delle idee contenute in questa teoria e, come la Chiesa Anglicana, presero una posizione nettamente contraria alla teoria evoluzionista.

49 La fine dell’antropocentrismo la polemica creazionista
La combinazione, nel darwinismo, di determinismo e casualità; visione non finalistica, fattuale, descrittiva, non valutativa delle origini della vita determinò uno scontro fra fede e scienza paragonabile solo a quello che nel XVI secolo seguì alla rivoluzione copernicana. Dal punto di vista evolutivo, infatti, l’origine della specie umana non rappresenta un fatto eccezionale, non esistono differenze qualitative tra le specie; l’uomo non è il fine del creato. Sul piano religioso la spiegazione per via evolutiva della nascita dell'uomo fu considerata incompatibile con la teologia della creazione. Il sistema tolemaico o geocentrico (in alto) e il sistema copernicano o eliocentrico

50 Il carattere scientifico dell’evoluzionismo
Sono stati avanzati dubbi sul carattere scientifico della teoria darwiniana anzitutto da un punto di vista puramente formale. Secondo il celebre aforisma dell’epistemologo Karl Popper, «Non possiamo conoscere per intero neppure il più piccolo pezzo di mondo», il carattere scientifico di una teoria richiede che essa sia falsificabile per principio. Ciò implica che essa sia in grado di “prendersi dei rischi”, assumendosi la responsabilità di azzardare previsioni scientifiche, anticipando l’osservazione di fatti ed evidenze sperimentali. Il principio di falsificabilità, quindi esclude intrinsecamente l’esistenza di teorie “totalitarie”, teorie che avanzano la pretesa di spiegare qualsiasi fenomeno, perché una teoria del genere sfuggirebbe ad ogni possibilità di controllo scientifico. Le caratteristiche formali del darwinismo non sembrano in grado di superare l’esame della controllabilità popperiana. Il principio delle variazioni casuali non permette di avanzare previsioni; l’osservativismo del metodo di Darwin e le congetture per ovviare all’insufficienza dei dati non permettono alla teoria di stabilire con esattezza le condizioni della propria falsificabilità.

51 Il carattere scientifico dell’evoluzionismo
Darwin prevedeva che le ricerche paleontologiche avrebbero prima o poi rinvenuto resti fossili appartenuti ai cosiddetti “anelli di congiunzione”. Questa previsione è andata incontro a risultati controversi. Da una parte gli anelli di congiunzione finora scoperti sono molti di più di quelli che Darwin sarebbe stato disposto ad accettare; d’altro canto, nessuno di questi soddisfa pienamente i requisiti di Darwin. Ad esempio le formiche cretaciche sembrano possedere i caratteri delle formiche moderne ed anche delle attuali vespe; manca tuttavia la prova che esse siano effettivamente progenitrici delle une e delle altre. In particolare: perché le specie che avrebbero svolto la funzione di anelli di congiunzione sono tutte estinte? In altri termini: perché non possiamo osservare nessun “anello di congiunzione” tra le specie attualmente viventi? Esistono obiezioni al darwinismo su un piano strettamente scientifico, ad esempio quella basata sul rapporto tra anagenesi e speciazione. L’anagenesi è la lenta evoluzione delle singole specie. Esistono molte prove indirette di questo processo, come i fossili di specie estinte. La speciazione è invece la differenziazione (divergenza) delle specie le une dalle altre secondo il modello dell’albero evolutivo. La teoria della selezione naturale fornisce una buona spiegazione del primo tipo di processi evolutivi ma non sembra altrettanto convincente riguardo alla speciazione. Darwin credeva che in passato fossero esistiti “anelli di congiunzione”, ossia delle specie progenitrici, i cui individui fossero portatori dei caratteri delle diverse specie che da essi discendono.

52 Il carattere scientifico dell’evoluzionismo
Poiché la documentazione fossile è paragonabile ad un vecchio film di cui oggi non restano che pochi fotogrammi sparsi, è possibile che gli anelli di congiunzione che, secondo le aspettative di Darwin, presto o tardi sarebbe stato possibile osservare, restino per sempre mancanti. Si è tentato allora di riprodurre sperimentalmente il fenomeno della speciazione tramite incroci in laboratorio. Gli esperimenti di William R. Rice e George W. Salt con i moscerini (Drosophila melanogaster) sembrano condurre a qualcosa di molto vicino a una speciazione. Tuttavia, il risultato di osservare sul nascere l’origine di una nuova specie non si è ancora potuto ottenere. L’origine delle specie l’una dall’altra quale risultato dell’accumulo di trasformazioni adattive, sembra scontrarsi con l’evidenza, acquisita solo di recente con la scoperta del codice genetico, che ogni specie ha una sua peculiare dotazione genetica. Esistono “barriere genetiche” tra le specie viventi. In altri termini, a oggi la teoria di Darwin riesce meglio nel dare ragione della scomparsa delle specie piuttosto che della loro origine. Il moscerino della frutta (Drosophila melanogaster) Il difrattogramma X del DNA realizzato da Rosalind Franklin (1952)

53 Scienza, filosofia e ideologia dell’evoluzionismo
La teoria della selezione naturale ha dato luogo a conseguenze, talvolta contrastanti, nei più disparati campi del sapere, dalla sociologia all’antropologia, dall’economia alla psicologia, alla politica, fino a trasformarsi in una vera e propria “visione del mondo”. Ma in questo passaggio da teoria naturalistica a modello ermeneutico, capace di unificare i molteplici aspetti del fenomeno umano (sociali, psicologici, culturali), l’evoluzionismo perviene a risultati contraddittori: Da chiave esplicativa e descrittiva l’evoluzione, applicata all’uomo, diviene criterio valutativo di trasformazioni viste sempre e comunque come migliorative. La tensione tra casualità e determinismo si risolve con uno spossessamento dell’autonomia individuale, ridotta alla sua casualità funzionale all’ineluttabile sviluppo della specie. Dalla fine dell’antropocentrismo decretato dal darwinismo scaturisce il complesso di superiorità eurocentrica. Le reciproche ibridazioni tra l’evoluzionismo biologico e le sue estensioni alle scienze sociali finirono col legittimare la pretesa scientificità della supremazia culturale dell’Occidente e giustificare i programmi imperialistici e coloniali delle potenze europee. L’deologia del progresso che vedeva nel primato tecnologico raggiunto dalla civiltà occidentale il vertice dello sviluppo umano ne alimenta l’atteggiamento di dominio culturale, etico e politico nei confronti delle altre culture e della natura.

54 Un modello di scientificità nuovo Darwin e le scienze sociali
L’aver accolto i principi teorici dell’economista Malthus, della geologia di Lyell e della geografia di von Humboldt nella propria teoria evoluzionistica dimostra che Darwin fu aperto sin dall’inizio ai contributi di discipline apparentemente lontane dalla biologia. Ora l’evoluzionismo sembrava offrire l’accesso ad una fase evolutiva nuova del pensiero scientifico ed alla nascita di nuove scienze. Le nascenti scienze umane subirono l’entusiasmo, la tentazione, il fascino e l’illusione di avere in pugno un modello esplicativo “onnipotente”, cadendo in un’applicazione troppo rigida del modello evolutivo, su una certa tendenza a “spiegare troppo” e sull’utopia di una trasformazione scientifica e tecnocratica della società.

55 Darwinismo e psicologia il funzionalismo
La corrente psicologica del funzionalismo contesta il programma di Wundt di una psicologia scientifica impiantata nell’alveo delle tradizionali scienze galileiane. Al riduzionismo, all’approccio parcellare, praticati nel laboratorio di psicologia di Wundt, il funzionalismo oppone una strategia epistemica di tipo olistico. La scuola di Chicago (Dewey, Angell) propone di elaborare una psicologia scientifica modellata sulla lezione darwiniana. Nel “flusso di coscienza”, concetto coniato da James, i singoli fenomeni psicologici (percezione, apprendimento, motivazioni, pensiero) appaiono come emergenze dell’unità dell’organismo alla luce della loro relazione funzionale all’ambiente quale risultato di processi di adattamento. Allo stesso modo, al metodo dell’introspezione James sostituisce il metodo fenomenologico e genetico-funzionale, risultato di un riadattamento del metodo comparativo darwiniano. Questa scelta consente al funzionalismo di unificare nel medesimo modello esplicativo la psicologia umana e quella animale (omologia dello sviluppo ontogenetico e filogenetico) ed offre indicazioni sulla direzione e i campi specifici di ricerca scientifica in psicologia (come la psicologia comparata e dello sviluppo, la priorità d’interesse per il comportamento e l’apprendimento, l’impiego di animali nella ricerca).

56 Darwinismo e psicologia Pavlov
Ivan PAVLOV (1849) Fisiologo russo, premio Nobel (1904), fondatore della scuola della reflessologia russa. Teorizzò il riflesso condizionato noto come condizionamento classico, una forma elementare di apprendimento. Suo è il celebre esperimento con i cani, che gli diede fama mondiale, consistente nella trasformazione di uno stimolo, originariamente neutro, in stimolo condizionato, attraverso la sua associazione ad uno stimolo incondizionato. Pavlov richiama Darwin per interpretare il fenomeno. Egli sostiene che ai riflessi incondizionati, ereditati biologicamente, se ne aggiungono altri, appresi, che consentono una migliore adattabilità agli stimoli ambientali.

57 Darwinismo e psicologia Watson e il comportamentismo
Attraverso il funzionalismo Darwin influenza anche il comportamentismo. Watson: autore de La psicologia come la vede il comportamentista (1913), considerato il manifesto del comportamentismo, destinato a dominare la scena scientifica della psicologia statunitense fino agli anni ‘50. Watson assume una costellazione di elementi formali di derivazione darwiniana (descrittivismo, comparazione, avalutatività) alla base della propria proposta di riformulazione dell’oggetto della psicologia come studio del comportamento I capisaldi del comportamentismo: l’apprendimento come adattamento, l’ambiente modella il comportamento umano; il carattere scientifico del cognitivismo legato alle sue capacità predittive e traducibilità operativa (ingegneria sociale)..

58 Darwinismo e psicologia Freud
«Evidentemente per lui, come per tutta la sua epoca, la grande rivoluzione è il darwinismo […] Egli teorizza la propria scoperta, situandosi in rapporto a Copernico e a Darwin. È la tesi delle ferite narcisistiche. Dice che la prima grande ferita inflitta all'uomo nella storia delle scienze viene da Copernico, che scopre l'eliocentrismo: l'uomo non è più padrone dell'universo, non è più al centro dell'universo. Per Freud la seconda ferita narcisistica è stata inflitta evidentemente da Darwin, il quale ha mostrato che l'uomo non è fatto a immagine di Dio, ma discende dal regno animale. La seconda ferita è la rassomiglianza con la scimmia. La terza ferita è stata aperta dallo stesso Freud, quando ha mostrato che l'uomo non è più padrone della sua coscienza, perché c'è, dietro la coscienza, l'inconscio, che determina il soggetto umano a sua insaputa». (E. Roudinesco, Freud e la filosofia, 10/5/1994, in «Freud è stato influenzato soprattutto da Darwin, Lamarck, di cui restano tracce lungo tutta la sua opera […] In certi momenti sceglie Darwin e in altri Lamarck. In particolare il lamarckismo torna negli ultimi testi di Freud, in L'uomo Mosé e la religione monoteistica, a proposito della trasmissione di quelli che egli chiama i «caratteri giudaici», il «giudaismo» nella storia del popolo ebreo. Qui egli usa, proprio nel momento in cui tutta la scienza la abbandona, la tesi della ereditarietà dei caratteri acquisiti. Ma io credo che bisogna vedere soprattutto come Freud trasforma le teorie del proprio tempo.

59 Evoluzionismo e antropologia culturale
Nella seconda metà dell’Ottocento nasce la scienza delle espressioni culturali delle società umane sotto l’egida del positivismo e dell’evolu-zionismo darwiniano. Oggetto di questa nuova scienza: il fenomeno della cultura nella sua globalità, nelle sue origini nelle sue strutture universali: religione, famiglia, diritto, arte, economia. L’evoluzionismo s’impone come uno schema unificante della straordinaria varietà di forme culturali viste come momenti del processo di sviluppo umano.

60 Morgan e Bachofen Lewis Morgan ( ) e Jean-Jacques Bachofen, evoluzionisti, furono i pionieri dell’antropologia culturale. In La società antica il giurista americano Morgan ripartisce la storia evolutiva della specie umana in tre fasi (selvaggia, barbara e civile) ciascuna delle quali ha attraversato un periodo antico, medio e recente. Le diverse società umane si trovano in stadi evolutivi diversi in base all’uso di tecnologie. L’agricoltura e l’industria, infatti, segnano rispettivamente il passaggio alla fase barbarica e a quella civile influenzando l’intera società, dai modelli di parentela all’economia. Nel 1861 il giurista svizzero J.-J. Bachofen, pubblicò Das Mutterrecht (Il matriarcato), che fa propria l’ipotesi evoluzionistica di una fase primitiva della specie umana caratterizzata dalla promiscuità sessuale, cui avrebbero fatto seguito le prime organizzazioni familiari regolate sul modello matriarcale e sulla poliandria. La fase patriarcale sarebbe uno stadio evolutivo ulteriore, caratterizzato dal perfezionamento delle norme morali e sociali. Le tesi di Morgan e Bachofen sono state dimostrate scientificamente infondate dagli studi antropologici successivi.

61 Darwinismo e antropologia Tylor
L’autore della celebre definizione di cultura come ciò che include qualsiasi capacità o attitudine acquisita dall’uomo in quanto membro di una società, applicò all’antropologia scientifica un evoluzionismo meno schematico e più prudente. Nel suo libro Cultura primitiva (1871) studia l’origine e lo sviluppo della religione. Dall’originaria credenza nell’esistenza di anime (animismo) e del dualismo anima-corpo si sarebbero successivamente evolute forme religiose più complesse e astratte. Tale sviluppo prevede delle tappe: il manismo (culto dei morti), il feticismo (culto degli oggetti sacri), il politeismo, il monoteismo.

62 Il darwinismo sociale Spencer
Secondo Spencer, Darwin avrebbe individuato l’azione nello specifico ambito delle specie viventi di principi che valgono più in generale ad ogni livello della realtà Secondo Spencer come nel mondo sociale è possibile rilevare un’evoluzione dalle organizzazioni semplici a quelle più complesse, e un progresso dei sistemi sociali nei settori economici, politici e religiosi, così nel mondo naturale è possibile osservare una differenziazione delle specie e un miglioramento costante nella capacità di adattamento all’ambiente. Le dottrine di Spencer sono considerate una forma di adattazionismo non scientifico in quanto incorpora elementi valutativi, non controllabili fattualmente, quali il gradualismo (continuità e costanza del mutamento) e l’ottimismo (la natura agisce sempre per il meglio ed in senso migliorativo ottimizzando sforzi e risultati). Il darwinismo sociale, è una dottrina politica che alla fine del XIX secolo procede dall’assunto che l’evoluzione possa essere governata e orienta per il miglioramento della società. L’applicazione dei principi del darwinismo a programmi di sviluppo controllato della società mostra la loro pericolosa tendenza a trasformarsi in ideologie intolleranti. E’ noto che i programmi di sterminio perpetrati dai nazisti avessero uno sfondo eugenetico. Falsa pure l’interpretazione liberale del darwinismo, che cerca di stabilire un’analogia tra selezione naturale libera concorrenza capitalistica. Si deve al filosofo Spencer l’identificazione delle nozioni di evoluzione e di progresso, a fondamento del darwinismo sociale.

63 Discendenze culturali
Ernst Haeckel Henry Bergson Teilhard de Chardin

64 Haeckel Ernst Heinrich Philipp August Haeckel,1834-1919.
Morfologista tedesco, fu tra i principali e più creativi seguaci di Darwin nell’Europa continentale. Egli diffuse il darwinismo nelle università tedesche. La tavola qui a fianco testimonia l’utilizzo da parte di Haeckel del metodo comparativo di Darwin a sostegno della propria tesi per cui “l’ontogenesi ricapitola la filogenesi”. Egli coniò, tra l’altro, il termine “ecologia”, da lui definita, nel 1866, studio dell’economia della natura e delle relazioni degli animali con l’ambiente organico e inorganico, soprattutto dei rapporti favorevoli e sfavorevoli, diretti o indiretti con le piante e con gli altri animali. The evolution of man: a popular exposition of the principal points of human ontogeny and phylogeny, 2 vols. New York: Appleton, 1879. Accanto al titolo: un esempio di albero filogenetico proposto da Haeckel per dimostrare la comne discendenza di tutte le specie viventi

65 Bergson Henry Bergson (Parigi, 1859 - 1941), filosofo francese.
Egli attaccò l'ingenuo ottimismo di quelle dottrine che pretendevano di spiegare in chiave evolutiva e finalistica ogni aspetto della realtà. Bergson dimostrò che un’interpretazione epistemologicamente corretta dei dati scientifici non legittima alcuna visione teleologica o antropica dei processi naturali. Poiché la natura sfugge ai tentativi di un’interpretazione unitaria, ma è piuttosto rappresentabile come il risultato di una miriade di processi di aggiustamento la stessa specie umana non rappresenta il culmine del processo evolutivo.

66 Teilhard de Chardin Pierre Teilhard de Chardin  ( ). Gesuita francese, teologo, paleontologo, considerato il fondatore della moderna paleontologia cinese, contribuì alla scoperta dell’uomo di Pechino. Fu tra i primi ad introdurre il concetto di complessità e ad affrontare i problemi metodologici che esso implica. Insieme a V. Vernadskij elaborò una versione “biosferocetrica” dell’evoluzione, in cui la biosfera si trova al centro di entità un processo evolutivo unitario e di crescente complessità cui partecipano entità biotiche e non biotiche. Le intuizioni di Teilhard sono state successivamente confermate dalle odierne applicazioni alla biologia evolutiva della teoria dei sistemi, della matematica della complessità e delle catastrofi e ripresa dall’ipotesi di “Gaia” di J. Lovelock e Lyn Margulis. Le teorie scientifiche di Teilhard hanno un prolungamento teologico in cui il Cristo viene visto come il “punto omega” il termine definitivo verso cui converge l’attuale fase evolutiva, quella della comparsa della coscienza nello psichismo umano.

67


Scaricare ppt "corso di scienze sociali"

Presentazioni simili


Annunci Google