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"Esercizio della professione di ingegnere"

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Presentazione sul tema: ""Esercizio della professione di ingegnere""— Transcript della presentazione:

1 "Esercizio della professione di ingegnere"
Scuola Politecnica Università degli Studi di Palermo "Esercizio della professione di ingegnere"  Interventi sugli Edifici in Muratura Prof. Calogero Cucchiara Dipartimento di Ingegneria Civile Ambientale Aerospaziale e dei Materiali PALERMO 27 APRILE 2015

2 Interventi di adeguamento
È fatto obbligo di procedere alla valutazione della sicurezza e, qualora necessario, all’adeguamento della costruzione, a chiunque intenda: a) sopraelevare la costruzione; b) ampliare la costruzione mediante opere strutturalmente connesse alla costruzione; c) apportare variazioni di classe e/o di destinazione d’uso che comportino incrementi dei carichi globali in fondazione superiori al 10%; d) effettuare interventi strutturali volti a trasformare la costruzione mediante un insieme sistematico di opere che portino ad un organismo edilizio diverso dal precedente.

3 Interventi di miglioramento
Rientrano negli interventi di miglioramento tutti gli interventi che siano comunque finalizzati ad accrescere la capacità di resistenza delle strutture esistenti alle azioni considerate. È possibile eseguire interventi di miglioramento nei casi in cui non ricorrano le condizioni che obbligano a procedere all’adeguamento della costruzione. Riparazione o intervento locale In generale, gli interventi di questo tipo riguarderanno singole parti e/o elementi della struttura e interesseranno porzioni limitate della costruzione. Il progetto e la valutazione della sicurezza potranno essere riferiti alle sole parti e/o elementi interessati e documentare che, rispetto alla configurazione precedente al danno, al degrado o alla variante, non siano prodotte sostanziali modifiche al comportamento delle altre parti e della struttura nel suo insieme e che gli interventi comportino un miglioramento delle condizioni di sicurezza preesistenti.

4 PROCEDURE PER LA VALUTAZIONE DELLA SICUREZZA E LA REDAZIONE DEI PROGETTI
Nelle costruzioni esistenti le situazioni concretamente riscontrabili sono le più diverse ed è quindi impossibile prevedere regole specifiche per tutti i casi. Di conseguenza, il modello per la valutazione della sicurezza dovrà essere definito e giustificato dal Progettista, caso per caso, in relazione al comportamento strutturale attendibile della costruzione. Analisi storico-critica Rilievo Caratterizzazione meccanica dei materiali Livelli di conoscenza e fattori di confidenza

5 Caratterizzazione meccanica dei materiali e classificazione degli edifici ai fini della modellazione
Indagini sulle caratteristiche meccaniche dei materiali Resistenze di calcolo

6 CRITERI DI INTERVENTO SISMICO E TECNICHE DI INTERVENTO
Le Linee Guida per la valutazione e riduzione del rischio simico del patrimonio culturale del Luglio del 2006, e successivamente modificate nel 2008, alla luce dell’entrata in vigore delle nuove Norme Tecniche per le Costruzioni, forniscono delle indicazioni generali per la scelta degli interventi di miglioramento sismico degli edifici in muratura, con riferimento ad alcune tecniche di utilizzo corrente. È compito del progettista scegliere la soluzione dopo avere appurato la sua fattibilità e disposto un programma di indagini a posteriori per certificare la buona riuscita dell’intervento. Non deve essere trascurata la possibilità di ricorrere ad opere provvisionali. È possibile anche fare ricorso a tecniche di intervento innovative non citate dalle L.G. ma di comprovata validità e che risultino adeguate al caso specifico. Nessun intervento può essere considerato a priori non strutturale o privo di effetti sul comportamento strutturale.

7 INTERVENTI Gli interventi sulle strutture, volti a ridurre la vulnerabilità sismica, sono da valutarsi nel quadro generale della conservazione della costruzione. La scelta della strategia e della tecnica d’intervento, nonché l’urgenza di attuarlo, dipendono dai risultati della precedente fase di valutazione della vulnerabilità sismica. L’intervento, specie se rivolto ad un edificio facente parte dell’edilizia storica deve avere come obiettivo quello di non stravolgere l’attuale comportamento strutturale evitando pertanto di alterare in modo significativo la distribuzione di rigidezze negli elementi. Per ciò che attiene l’impostazione progettuale, occorre privilegiare l’adozione di soluzioni che limitino o escludano l’inserimento di impianti negli elementi strutturali. La strategia di intervento può appartenere a una delle seguenti categorie generali o a particolari combinazioni di esse: 1) rinforzo di parte o di tutti gli elementi resistenti, al fine di aumentarne selettivamente la resistenza, la rigidezza, la duttilità o una combinazione di esse (ponendo sempre estrema attenzione alle modifiche indotte allo schema strutturale);

8 inserimento di nuovi elementi, compatibili con quelli esistenti, al fine di eliminare la vulnerabilità locale di alcune parti della costruzione e migliorare il funzionamento complessivo in termini di resistenza o duttilità; introduzione di una protezione passiva mediante strutture di controvento dissipative e/o isolamento alla base; riduzione delle masse (con le dovute precauzioni); limitazione o cambiamento della destinazione d’uso dell’edificio

9 INTERVENTI CHE RIDUCONO LA CAPACITA’ RESISTENTE
A titolo esemplificativo ma non esaustivo, si possono considerare tra gli interventi che riducono la capacità resistente della struttura, e che quindi sarebbe opportuno per quanto possibile evitare: i tagli negli orizzontamenti, sia su tutto lo spessore (formazione di cavedi), sia in traccia (passaggio di impianti a pavimento); tutte quelle operazioni che peggiorano la configurazione strutturale nei riguardi dell’azione sismica, sia in termini di dettagli costruttivi che di configurazione globale (ad es.: demolizioni in prossimità di incroci murari). Quanto sopra riportato è da intendersi riferito sia alla vulnerabilità nei riguardi di meccanismi locali, sia al comportamento dell’intera costruzione. In quest’ultimo caso, dovrà essere valutato l’impatto del complesso degli interventi connessi ad adeguamenti impiantistici, realizzati in diverse porzioni dell’immobile, anche se differiti nel tempo.

10 INTERVENTI RIVOLTI A RIDURRE LE CARENZE DEI COLLEGAMENTI
Tali interventi sono mirati ad assicurare alla costruzione un soddisfacente comportamento d’assieme, mediante la realizzazione di un buon ammorsamento tra le pareti e di efficaci collegamenti dei solai alle pareti; inoltre, deve essere verificato che le eventuali spinte prodotte da strutture voltate siano efficacemente contrastate e deve essere corretto il malfunzionamento di tetti spingenti. La realizzazione di questi interventi è un prerequisito essenziale per l’applicazione dei metodi di analisi sismica globale dell’edificio, che si basano sul comportamento delle pareti murarie nel proprio piano, presupponendone la stabilità nei riguardi di azioni sismiche fuori dal piano. Impiego di catene L’inserimento di tiranti, metallici o di altri materiali, disposti nelle due direzioni principali del fabbricato, a livello dei solai ed in corrispondenza delle pareti portanti, ancorati alle murature mediante capochiave (a paletto o a piastra), può favorire il comportamento d’assieme del fabbricato, in quanto conferisce un elevato grado di connessione tra le murature ortogonali e fornisce un efficace vincolo contro il ribaltamento fuori piano dei pannelli murari, quando ciò non appaia garantito dai solai o da altre strutture.

11 Per il capochiave possono essere utilizzati paletti semplici (bolzoni) o piastre; ad eccezione dei casi di murature particolarmente scadenti, realizzate con elementi di piccole dimensioni, è preferibile l’uso di bolzoni, in quanto essi vanno ad interessare una porzione di muratura maggiore rispetto alle piastre. In ogni caso il dimensionamento del capochiave deve tener conto delle caratteristiche dell’elemento murario (colonna, pilastro) collegato. Spesso risulta necessario un consolidamento locale della muratura, nella zona di ancoraggio. È sconsigliabile incassare il capochiave nello spessore della parete, specie nel caso di muratura a più paramenti scollegati.

12 Valutazione della vuln. , miglior. e adeg
Valutazione della vuln., miglior. e adeg. sismico di edifici in muratura È da valutare con attenzione il ricorso agli ancoraggi per aderenza (mediante iniezioni di resine o malte a base cementizia nella muratura), sia per le possibili incompatibilità tra i materiali che per la difficoltà di controllare l’efficacia dell’ancoraggio. I tiranti dovranno in via generale essere disposti in posizione affiancata alle murature principali, a livello degli orizzontamenti. Nei casi in cui sia indispensabile forare la parete in direzione longitudinale (casi che si cercherà il più possibile di evitare), si dovrà di regola dare la preferenza a catene inserite in guaina e non iniettate, per rendere reversibile l’intervento, consentire l’eventuale ripresa di tesatura, evitare l’insorgenza di sollecitazioni indesiderate. Per quanto riguarda la tesatura dei tiranti, si dovranno adottare tensioni limitate, tali da produrre nelle murature tensioni di compressione nettamente inferiori ai valori ritenuti ammissibili.

13 Ulteriori linee tecniche per l’inserimento di catene
Nei casi in cui appare necessario inserire i tiranti all’interno della muratura, le catene saranno costituite da trefoli di acciaio armonico, disposti all’interno di guaine protettive entro fori trivellati all’interno delle murature. Nei casi in cui invece i tiranti sono disposti all’esterno delle murature saranno costituiti da tondi, piatti o profilati in acciaio, aderenti alle murature o poste in scanalature opportunamente realizzate in modo da occultarne la vista. I dispositivi di ancoraggio (capochiavi) devono possedere i requisiti di rigidezza e resistenza tali da riportare le sollecitazioni trasmesse alla muratura entro valori ammissibili, al fine di evitare rotture localizzate. Si prende anche in considerazione l’opportunità di consolidare localmente la muratura.

14 Le fasi di esecuzione dell’intervento sono:
Tracciamento degli assi dei tiranti sulla pianta dell’edificio e dimensionamento delle catene. Per ciò che riguarda il dimensionamento, i parametri da prendere in considerazione sono la resistenza a trazione delle barre e quella a taglio del muro su cui agisce il capochiave. Le catene devono avere un diametro maggiore a 16 e devono essere disposte su una lunghezza inferiore a 20 m e devono agire per tratti rettilinei. Qualora la dimensione di una catena supera i 10 m di lunghezza le catene vanno giuntate facendo ricorso a opportuni manicotti filettati detti tenditori.

15 Protezione delle catene contro gli agenti atmosferici con opportuni trattamenti o con guaine protettive. Per il tracciamento dei livelli è bene osservare alcuni importanti criteri di posizionamento: è bene mantenere eventuali simmetrie in pianta al fine di evitare pericolosi effetti torsionali; le catene vanno inserite il più omogeneamente possibile lungo l’altezza dell’edificio (preferibilmente a livello degli orizzontamenti) in modo da ridurre la lunghezza libera di inflessione dei maschi murari per azioni normali al proprio piano; la disposizione corretta prevede: per i muri di spina, catene accoppiate adiacenti, una da una parte e dall’altra dello stesso muro; per i muri esterni, catene singole collocate sul paramento interno; preparazione delle pareti al fine di creare l’area di appoggio della piastra di ancoraggio adeguata alle sollecitazioni agenti dopo la messa in tensione della catena. È quindi importante scrostare l’intonaco, effettuare eventuali operazioni di consolidamento (per esempio iniezione) nelle zone interessate dagli ancoraggi e preparare una superficie piana e resistente, idonea alla posa del capochiave;

16 foratura delle pareti. La foratura va fatta utilizzando perforatrici che non producono scuotimenti e vibrazioni sulla muratura (carotatrici) al fine di evitare fenomeni fessurativi sulle zone di ancoraggio. Inserimento dei tiranti e tesatura delle catene. Dopo la maturazione del letto di malta cementizia a elevate proprietà antiritiro, interposto tra la muratura e la piastra di ancoraggio, si procede alla tesatura delle catene. In passato si sono adottate varie tecniche per eseguire questa operazione, tuttavia conviene fare riferimento alle moderne tecnologie per fare in modo che il tiro imposto alle catene sia esattamente quello richiesto in sede di progetto. In particolare si utilizzano martinetti idraulici (simili a quelli utilizzati nella post-tensione). Il dado di ancoraggio viene serrato (senza forzature) a tesatura avvenuta prima del rilascio del martinetto. Il tiro della catena, determinata in fase di progetto deve essere tale da evitare la formazione di un cono di distacco in corrispondenza dei capichiave (punzonamento).

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18 Cerchiature esterne Cerchiature esterne con elementi metallici o materiali compositi, possono garantire un efficace collegamento tra murature ortogonali nel caso di edifici di dimensioni ridotte, dove i tratti rettilinei della cerchiatura non sono troppo estesi, o quando vengono realizzati ancoraggi in corrispondenza dei martelli murari. È necessario evitare l’insorgere di concentrazioni di tensioni in corrispondenza degli spigoli delle murature, ad esempio con opportuni elementi di ripartizione; nel caso si usino fasce in materiale composito, si dovrà procedere allo smusso degli spigoli.

19 Cerchiature esterne

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21 Ammorsamenti Ammorsamenti, tra parti adiacenti o tra murature che si intersecano, si possono realizzare con la tecnica scuci e cuci (con elementi lapidei o in laterizio), qualora i collegamenti tra gli elementi murari siano deteriorati (per la presenza di lesioni) o particolarmente scadenti. Si tratta comunque di un intervento per sua natura demolitivo e sostitutivo della materia antica, da valutare quindi con cautela, caso per caso.

22 Iniezioni armate Le perforazioni armate, indicate come possibile soluzione per il miglioramento puntuale del collegamento tra elementi murari (anche se con forti riserve), non possono essere considerate come efficace soluzione per un intervento sistematico e generalizzato di consolidamento della muratura. Nel caso di pareti decorate o di superfici affrescate gli interventi di consolidamento citati possono essere utilizzati solo agendo con estrema cautela; per quanto possibile è da ritenersi preferibile consolidare altre strutture contigue con interventi di analoga efficacia e comunque operare con l’ausilio anche di competenze specializzate nel restauro di tali superfici. DESCRIZIONE L’intervento consiste nel disporre armature all’interno della muratura, inserendoli in fori successivamente cementati con miscele per iniezioni. CAMPO DI APPLICAZIONE Appropriata nel caso di elementi non connessi, quali zone di angolo, ammorsamento murature ortogonali, ricongiungimento parti lesionate.

23 FASI DI ESECUZIONE Perforazione della muratura per la messa in opera delle armature (generalmente i fori sono inclinati); Pulitura dei fori al fine di garantire una perfetta aderenza tra muratura e miscela legante; Posizionamento delle armature (talvolta è necessario realizzare degli ancoraggi per evitare l’eventuale sfilamento); Esecuzione delle iniezioni.

24 VANTAGGI/SVANTAGGI Incremento di resistenza e duttilità della muratura: in particolare aumento della resistenza a compressione in virtù della cementazione e di quella a trazione grazie alla presenza di armature metalliche. Rispetto al consolidamento con iniezioni si è osservato un maggiore incremento di duttilità e capacità dissipativa ed un minore incremento della resistenza e della rigidezza. EFFICACIA L’ordinanza non valuta l’efficacia di questa tipologia di intervento che, in accordo a quanto riportato in precedenza, può essere assimilata all’intervento con iniezioni.

25 Comportamento della struttura in assenza di cordolo
Cordoli in sommità Cordoli in sommità alla muratura possono costituire una soluzione efficace per collegare le pareti, in una zona dove la muratura è meno coesa a causa del limitato livello di compressione, e per migliorare l’interazione con la copertura. Questi possono essere realizzati nei seguenti modi: Comportamento della struttura in assenza di cordolo Cordolo non efficacemente collegato alla muratura Assenza di cordolo Obbiettivo:assicurate il comportamento scatolare della costruzione

26 in muratura armata, consentendo di realizzare il collegamento attraverso una tecnica volta alla massima conservazione delle caratteristiche murarie esistenti. Essi, infatti, devono essere realizzati con una muratura a tutto spessore e di buone caratteristiche. In tempi recenti la realizzazione di tali cordoli, richiedendo la demolizione lungo il perimetro della muratura a livello di piano che inevitabilmente provoca degli indebolimenti è fortemente sconsigliato, tranne in corrispondenza dell’ultimo piano, per esempio in occasione del rifacimento della copertura. In genere la soluzione più naturale è l’uso di una muratura in mattoni pieni. All’interno deve essere alloggiata un’armatura metallica o in materiale composito, resa aderente alla muratura del cordolo tramite conglomerato. Il collegamento tra il cordolo e la muratura sottostante può essere in genere garantito dall’aderenza, l’ingranamento e l’attrito (in alcuni casi può essere opportuno eseguire un consolidamento della muratura sommitale della parete, ad esempio tramite iniezioni di malta). L’uso di perfori armati disposti con andamento inclinato deve essere, per quanto possibile, evitato.

27 Master di II livello in INGEGNERIA SISMICA

28 in acciaio, rappresentando una valida alternativa per la loro leggerezza e la limitata invasività. Essi possono essere eseguiti in due diversi modi: a) attraverso una struttura reticolare, in elementi angolari e piatti metallici, posta in sommità e collegata tramite perfori armati14; b) tramite piatti o profili sui due paramenti, posti poco al di sotto della sommità della muratura e collegati tra loro con barre passanti. In presenza di muratura di scarsa qualità, l’intervento deve essere accompagnato da un’opera di bonifica della fascia di muratura interessata. Il collegamento del cordolo alla muratura, opportunamente consolidata se necessario, viene eseguito tramite perfori armati. I cordoli metallici si prestano particolarmente bene al collegamento degli elementi lignei della copertura e contribuiscono all’eliminazione delle eventuali spinte. in calcestruzzo armato (c.a.), solo se di altezza limitata, per evitare eccessivi appesantimenti ed irrigidimenti, che si sono dimostrati dannosi in quanto producono elevate sollecitazioni tangenziali tra cordolo e muratura, con conseguenti scorrimenti e disgregazione di quest’ultima. In particolare, tali effetti si sono manifestati nei casi in cui anche la struttura di copertura era stata irrigidita ed appesantita. È in genere opportuno un consolidamento della muratura sommitale, per limitare la diversa rigidezza dei due elementi. Il collegamento tramite perfori armati può essere adottato, se ritenuto necessario, dopo aver verificato che questi possono essere ancorati efficacemente nella muratura, eventualmente consolidata.

29 L’efficace connessione dei solai di piano e delle coperture alle murature è necessaria per evitare lo sfilamento delle travi, con conseguente crollo del solaio, e può permettere ai solai di svolgere un’azione di distribuzione delle forze orizzontali e di contenimento delle pareti. Nel caso di solai intermedi, le teste di travi lignee possono essere ancorate alla muratura tramite elementi, metallici o in altro materiale resistente a trazione, ancorati sul paramento opposto. L’inserimento di cordoli in c.a. nello spessore della muratura ai livelli intermedi produce conseguenze negative sul funzionamento strutturale della parete, oltre che essere un intervento non compatibile con i criteri della conservazione. Eventualmente, nel caso di pareti molto deformabili flessionalmente per l’elevata distanza tra i muri di spina ortogonali, possono risultare utili i cordoli in acciaio, realizzati con piatti o profili sui due paramenti, collegati tra loro tramite barre passanti. Essi forniscono una certa rigidezza flessionale fuori dal piano della parete e ostacolano lo sviluppo di meccanismi di rottura delle fasce sopra porta e sotto finestra. Nel caso di pareti perimetrali, può essere valutata la possibilità di eseguire il cordolo con un solo profilo all’interno, ancorato al paramento murario esterno attraverso ancoraggi passivi diffusi.

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31 INTERVENTI VOLTI A RIDURRE L’ECCESSIVA DEFORMABILITÀ DEI SOLAI
ED AL LORO CONSOLIDAMENTO I solai devono essere efficacemente collegati alle pareti murarie, attraverso un appoggio sufficientemente ampio e, talvolta, con elementi di connessione che ne impediscano lo sfilamento. Il ruolo dei solai nel comportamento sismico delle costruzioni in muratura è quello di trasferire le azioni orizzontali di loro competenza alle pareti disposte nella direzione parallela al sisma; inoltre essi possono costituire un ulteriore vincolo per le pareti sollecitate da azioni ortogonali al proprio piano. Per le suddette ragioni risulta utile un limitato irrigidimento dei solai, di cui vanno valutati gli effetti, a cui si associa inevitabilmente un aumento della resistenza degli elementi. Solo in casi particolari risulta invece necessario un irrigidimento significativo dei solai nel proprio piano, con l’obiettivo di ripartire l’azione sismica tra le diverse pareti; nella maggior parte dei casi questa ripartizione porta a concentrare le forze sugli elementi più rigidi, anticipandone la rottura, e sugli elementi perimetrali, nel caso d’irregolarità planimetriche con accentuazione degli effetti torsionali. Compatibilmente con il rispetto delle precedenti finalità, è opportuno che i solai con struttura in legno siano il più possibile conservati, anche in considerazione del loro ridotto peso proprio.

32 Un limitato irrigidimento dei solai, nel caso dei solai lignei, può essere conseguito operando all’estradosso sul tavolato. Una possibilità è fissare un secondo tavolato su quello esistente, disposto con andamento ortogonale o inclinato, ponendo particolare attenzione ai collegamenti con i muri laterali; in alternativa, o in aggiunta, si possono usare rinforzi con bandelle metalliche, o di materiali compositi, fissate al tavolato con andamento incrociato. Un analogo beneficio può essere conseguito attraverso un controventamento realizzato con tiranti metallici. Nel caso di solai a semplice orditura, dovrà essere curato il collegamento con le pareti parallele alle travi, realizzandolo, ad esempio, con bandelle fissate al tavolato ed ancorate nella muratura. Nei casi in cui risulti necessario un consolidamento statico del solaio per le azioni flessionali, è possibile, con le tecniche legno-legno, limitare la deformabilità flessionale ed aumentare la resistenza con un secondo tavolato, utilizzando, ortogonalmente rispetto al tavolato esistente, dei nuovi tavoloni continui, resi collaboranti alle travi mediante perni anche di legno. Anche mediante la tecnica di rinforzo con soletta collaborante in calcestruzzo, eventualmente alleggerito, si può realizzare un irrigidimento nel piano del solaio; gli effetti di tale intervento vanno valutati in relazione alle specifiche esigenze di conservazione. Nel caso in cui gli elementi lignei non siano adeguatamente collegati alle murature, può risultare necessario collegare la soletta alle pareti, tramite elementi puntuali analoghi a quelli già indicati.

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35 INTERVENTI VOLTI AD INCREMENTARE LA RESISTENZA DEGLI ELEMENTI MURARI
Questi interventi sono mirati sia al risanamento ed alla riparazione di murature deteriorate e danneggiate, sia al miglioramento delle proprietà meccaniche della muratura; la soluzione tecnica da applicare andrà valutata anche in base alla tipologia e alla qualità della muratura. Gli interventi dovranno utilizzare materiali con caratteristiche fisicochimiche e meccaniche analoghe e, comunque, il più possibile compatibili con quelle dei materiali in opera. L’intervento deve mirare a far recuperare alla parete una resistenza sostanzialmente uniforme e una continuità nella rigidezza, anche realizzando gli opportuni ammorsamenti, qualora mancanti. L’inserimento di materiali diversi dalla muratura, ed in particolare di elementi in conglomerato cementizio, va operato con cautela e solo ove il rapporto tra efficacia ottenuta e impatto provocato sia minore di altri interventi, come nel caso di architravi danneggiati e particolarmente sollecitati. A seconda dei casi si procederà: a riparazioni localizzate di parti lesionate o degradate; a ricostituire la compagine muraria in corrispondenza di manomissioni quali cavità, vani di varia natura (scarichi e canne fumarie, ecc.); a migliorare le caratteristiche di murature particolarmente scadenti per tipo di apparecchiatura e/o di composto legante.

36 RIPRISTINO DELLA MURATURA ATTRAVERSO LA TECNICA DEL “CUCI-SCUCI”
L’intervento di scuci e cuci è finalizzato al ripristino della continuità muraria lungo le linee di fessurazione ed al risanamento di porzioni di muratura gravemente deteriorate. Si consiglia di utilizzare materiali simili a quelli originari per forma, dimensioni, rigidezza e resistenza, collegando i nuovi elementi alla muratura esistente con adeguate ammorsature nel piano del paramento murario e se possibile anche trasversalmente al paramento stesso, in modo da conseguire la massima omogeneità e monoliticità della parete riparata. Tale intervento può essere utilizzato anche per la chiusura di nicchie, canne fumarie e per la riduzione dei vuoti, in particolare nel caso in cui la nicchia/apertura/ cavità sia posizionata a ridosso di angolate o martelli murari. CAMPO DI APPLICAZIONE È applicabile solo per murature che presentino una buona qualità ed certa regolarità e nel caso di danneggiamenti circoscritti. L’intervento può essere applicato sia a pareti murarie che alle zone di connessione. VANTAGGI/SVANTAGGI Intervento in grado di garantire il ripristino di danneggiamenti limitati senza alterare il comportamento globale della struttura. EFFICACIA L’intervento risulta efficace in presenza di elementi con buona resistenza e qualora nel ripristino si adottino materiali con caratteristiche simili per forma e dimensioni. Determinante è il collegamento con la muratura esistente.

37 Fase 1. Preparazione della parete: La parete viene messa a nudo attraverso la rimozione dell’intonaco; Fase 2. Puntellamento della parete muraria: È opportuno effettuare una puntellatura che ha come obiettivo scaricare in vista dell’intervento; Fase 3. Rimozione della muratura danneggiata: Tale operazione va fatta con cura e con mezzi manuali; Fase 4. Pulitura delle parti interessate: Le parti di muratura esistente a contatto con la nuova devono essere adeguatamente pulite con getti d’acqua a bassa pressione;

38 Fase 5. Ricostruzione della parete asportata (cucitura): La cucitura deve essere realizzata con materiali che hanno le stesse caratteristiche della muratura preesistente. Il consolidamento si esegue dal basso verso l’alto. Lo spessore dei letti di malta deve essere il più limitato possibile per evitare riduzioni di volume per effetto ritiro; Mettere in forza le parti già costruite mediante cunei o spezzoni di mattoni duri; Fase 6 Rimozione della puntellatura e messa in carico: raggiunto un sufficiente grado di maturazione della parete, si effettua la rimozione della puntellatura con la conseguente messa in carico della parete.

39 INIEZIONI DI MISCELE LEGANTI
Scopo dell’intervento L’adozione di iniezioni di miscele leganti mira al miglioramento delle caratteristiche meccaniche della muratura da consolidare. A tale tecnica non può essere affidato il compito di realizzare efficaci ammorsature tra le pareti murarie. Tale intervento risulta inefficace se impiegato su tipologie murarie che per loro natura siano scarsamente iniettabili (scarsa presenza di vuoti e/o vuoti non collegati tra loro). La tecnica consiste nel far penetrare delle miscele leganti all’interno dei vuoti della muratura allo scopo di migliorarne le caratteristiche meccaniche. La tecnica è applicabile alle murature costituite da pietrame dotate di elevate percentuali di vuoti interni ovvero in presenza di lesioni diffuse. L’obiettivo è quello di ridurre la percentuale dei vuoti e di rafforzare il legame tra le parti esistenti della muratura. L’intervento comporta un miglioramento delle caratteristiche meccaniche della muratura sia in termini di rigidezza che di resistenza.

40 INIEZIONI DI MISCELE LEGANTI segue
Modalità di esecuzione le miscele possono essere iniettate con due tecniche diverse: a gravità o a pressione. Si fa uso delle prima tecnica in presenza di murature notevolmente degradate dove l’elevata pressione potrebbe causare la disgregazione della muratura, mentre la seconda viene utilizzata in presenza di murature non eccessivamente degradate che si presume non abbiano particolari problemi se sottoposte a pressioni elevate. Quest'ultima tecnica quando è possibile applicarla risulta di gran lunga più efficace in quanto l’alta pressione consente di riempire meglio le cavità e quindi assicura una migliore riuscita dell’intervento. La tecnica si presta molto bene per interventi su edifici storici in quanto non ne altera l’aspetto originario Aspetti positivi: l’incremento di resistenza della parete nel piano; Elimina gli effetti di lesioni diffuse; Non altera lo stato tensionale della muratura; L’economicità dell’intervento; La reperibilità dei materiali. Aspetti negativi: È applicabile solo in murature con elevata percentuale di fori; Aumento di rigidezza della parete; Non efficace ai fini del grado di ammorsamento tra le pareti; Richiede manodopera specializzata.

41 INIEZIONI DI MISCELE LEGANTI segue
Tecnica di esecuzione L’esecuzione dell’intervento avviene attraverso le seguenti fasi: Fase 1. Pulitura della parete: la parete viene messa a nudo attraverso l’asportazione dell’intonaco. Dopodiché si applica la pulitura delle superficie attraverso una delle seguenti tecniche: Pulitura con getti d’acqua ad alta pressione; Pulitura con getti di vapore saturo 150° - 200° e pressione di 5 atm; Pulitura con acqua nebulizzata in grado di sciogliere i depositi a base di carbonato di calcio; Pulitura con getti ad aria compressa; Pulitura con sabbiatura; Pulitura tramite l’impego di spazzole. Fase 2. Stilatura dei giunti e sigillatura delle lesioni: l’obiettivo è evitare la fuoriuscita della miscela durante l’intervento. Si impiegano malte di calce e sabbia o calce e cemento con caratteristiche simili a quelle della malta esistente.

42 INIEZIONI DI MISCELE LEGANTI segue
Fase 3. Ubicazioni dei fori: prima di procedere con la realizzazione dei fori occorre effettuare delle prove per individuare la distanza «d» tra i fori di malta. A tal fine si realizza un foro principale e una serie di successivi fori a varie distanze da quello principale. Dopodiché si comincia a iniettare la miscela da quello principale fino a quando da un foro non fuoriesce la miscela, si procede a sigillare quel foro e si va a avanti allo stesso modo individuando la distanza d tra il foro principale e l’ultimo foro dal quale esce la miscela. Si assume come distanza tra i fori il doppio della distanza d disponendo gli stessi sui vertici di un triangolo isoscele in modo da ridurre la percentuale di muratura non raggiunta dalla malta Fase 4. Realizzazione dei fori: i fori in genere si applicano tutti dallo stesso lato della parete. La lunghezza deve essere compresa tra i 2/3 e ¾ dello spessore e con una pendenza dall’alto verso il basso. Su utilizza una perforatrice a rotazione. Fase 5. Posizionamento dei tubetti di rabbocco: nei fori vanno inseriti i tubetti di rabbocco che vanno adeguatamente sigillati per evitare la fuoriuscita della miscela. Fase 6. Lavaggio e saturazione della parete: il lavaggio ha più scopi: asportare il materiale fine formatosi durante la perforazione; mettere in evidenza eventuali vie di fuga che vanno sigillate; saturazione delle muratura per evitare l’assorbimento di acqua dalla miscela di legante.

43 INIEZIONI DI MISCELE LEGANTI segue
Fase 7. Esecuzione delle iniezioni: a questo punto la parete è pronta per l’esecuzione delle iniezioni e a secondo delle caratteristiche della muratura si procederà in uno dei seguenti modi: Metodo di iniezione per pressione; Metodo di iniezione per gravità; Metodi di iniezione per depressione.

44 Disgregazione della tessitura muraria
Iniezioni di miscele leganti

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46 Particolare attenzione va posta nella scelta della pressione di immissione della miscela, per evitare l’insorgere di dilatazioni trasversali prodotte dalla miscela in pressione. Nel caso si reputi opportuno intervenire con iniezioni su murature incoerenti e caotiche, è necessario prendere provvedimenti atti a ridurre il rischio di sconnessione della compagine muraria e di dispersione della miscela. Particolare cura dovrà essere rivolta alla scelta della miscela da iniettare, curandone la compatibilità chimico-fisico-meccanica con la tipologia muraria oggetto dell’intervento.

47 FASI DELL’INTERVENTO Stato iniziale della muratura
Posa in opera di ugelli per eventuali preiniezioni Esecuzione degli intonaci Esecuzione delle preiniezioni Esecuzione di perforazioni Lavaggio del muro Esecuzione della prima iniezione Fuoriuscita della miscela dal foro più prossimo Sigillatura del primo foro ed esecuzione della seconda iniezione

48 1) Preparazione della parete Rimozione eventuale intonaco
Lavaggio della superficie muraria con acqua o con getti di vapore, pulizia meccanica abrasiva, impacchi Sfilature dei giunti e delle lesioni 2) Preparazione e inserimento delle cannule Con acqua o aria per rimuovere eventuali impurità Con acqua per inibire la parete ed evitare la segregazione della miscela 3) Lavaggio con acqua o aria 4) Iniezione per gravità o per pressione

49 Ristilatura dei giunti
L’intervento consiste nella scarnitura profonda dei giunti e riempimento con malta di migliori caratteristiche L’intervento di ristilatura dei giunti, se effettuato in profondità su entrambi i lati, può migliorare le caratteristiche meccaniche della muratura, in particolare nel caso di murature di spessore non elevato. Se eseguito su murature di medio o grosso spessore, con paramenti non idoneamente collegati tra loro o incoerenti, tale intervento può non essere sufficiente a garantire un incremento consistente di resistenza, ed è consigliabile effettuarlo in combinazione con altri. Si tenga presente, tuttavia, che tale tecnica potrebbe andare a cancellare tracce storiche significative, come le vecchie stilature e allisciature. Essa va usata quindi con cautela e previe opportune analisi. Prof. Claudio Modena

50 Ristilatura dei giunti
Prof. Claudio Modena

51 Inserimento di diatoni armati
L’inserimento di diatoni artificiali, realizzati in conglomerato armato dentro fori di carotaggio, può realizzare un efficace collegamento tra i paramenti murari, evitando il distacco di uno di essi o l’innesco di fenomeni di instabilità per compressione; inoltre, tale intervento conferisce alla parete un comportamento monolitico per azioni ortogonali al proprio piano. È particolarmente opportuno in presenza di murature con paramenti non collegati fra loro; nel caso di paramenti degradati è opportuno bonificare questi tramite le tecniche descritte al riguardo (iniezioni di malta, ristilatura dei giunti). Va tenuto presente che si tratta di un intervento che ha carattere invasivo, in quanto irreversibile e da applicarsi in forma estesa, ma che conserva il comportamento originario della muratura storica. Per tali ragioni va applicato solo ove effettivamente necessario.

52 Inserimento di diatoni armati

53 Impiego di tirantini antiespulsivi
Nel caso in cui la porzione muraria che necessita di rinforzo sia limitata, una valida alternativa è rappresentata dai tirantini antiespulsivi, costituiti da sottili barre trasversali imbullonate con rondelle sui paramenti; la leggera presollecitazione che può essere attribuita rende quest’intervento idoneo nei casi in cui siano già evidenti rigonfiamenti per distacco dei paramenti. Tale tecnica può essere applicata nel caso di murature a tessitura regolare o in pietra squadrata, in mattoni o blocchi. L’adozione di sistemi di tirantature diffuse nelle tre direzioni ortogonali, quando possibile, in particolare anche nella sezione trasversale, migliorano la monoliticità e il comportamento murario, incrementando la resistenza a taglio e a flessione nel piano e fuori dal piano

54 L’obiettivo è incrementare la monoliticità, in particolare nella direzione trasversale, del comportamento meccanico del corpo murario. Ciò può essere conseguito attraverso l’esecuzione di fori, anche in numero elevato ma comunque di piccolo diametro, e l’inserimento di bandelle metalliche non iniettate (e pertanto rimovibili). L’intervento ha carattere invasivo, nel caso di murature faccia a vista, e va applicato solo ove effettivamente necessario. L’inserimento di tiranti verticali post-tesi è un intervento applicabile solo in casi particolari e se la muratura si dimostra in grado di sopportare l’incremento di sollecitazione verticale, sia a livello globale sia localmente, in corrispondenza degli ancoraggi; in ogni caso deve essere tenuta in considerazione la perdita di tensione iniziale a causa delle deformazioni differite della muratura. Tale soluzione tende a snaturare l’originale funzionamento della costruzione in muratura, per cui deve essere presa in considerazione solo in assenza di alternative.

55 Placcaggio delle murature
Intonaco armato La tecnica di consolidamento con intonaco armato consiste nel realizzare due lastre in calcestruzzo dello spessore di 3-5 cm affiancate sui due lati della muratura, armate con una rete metallica di piccolo diametro e rese solidali alla muratura a mezzo di connettori trasversali Tale tecnica consente di migliorare le caratteristiche di rigidezza e di resistenza della parete. L’intervento si presta bene in murature di mattoni pieni e laterizio ovvero in murature costituite da pietrame. In quest’ultimo caso è consigliabile intervenire con la tecnica delle iniezioni al fine di preconsolidare la muratura. Affinché l’intervento risulti efficace è necessario estenderlo su entrambi i lati della parete, infatti prove sperimentali hanno mostrato che il rinforzo su un solo lato della parete non restituisce i benefici attesi.

56 Placcaggio delle murature continua
Tale tecnica presenta aspetti sia positivi che negativi che non sempre la rendono applicabile: Tra gli aspetti positivi citiamo: Incremento di resistenza della parete nel piano e fuori piano; Elimina gli effetti di eventuali lesioni isolate; Facilità di esecuzione; Non altera lo stato tensionale della muratura; L’economicità dell’intervento; Facile reperibilità dei materiali. Tra gli aspetti negativi citiamo: Non è applicabile in edifici di particolare interesse storico o in presenza di affreschi; Aumento di rigidezza della parete con conseguente variazione dello schema statico presesistente se l’intervento non è esteso a tutte le pareti; Possibilità di corrosione delle barre di armatura; Incremento di massa; Rende difficoltosa la realizzazione degli impianti

57 FASI DI ESECUZIONE Fase 1 Preparazione della parete. Preparazione della parete attraverso pulizia e messa a vivo del paramento murario. Viene effettuata la spazzolatura e il lavaggio con getti d’acqua a bassa pressione. Vengono risarcite eventuali lesioni e la parete è portata a saturazione; Fase 2 Perforazioni. Perforazione della muratura per la messa in opera delle armature di collegamento. Il diametro dei fori è di circa 4 cm, e il numero è di 4 ogni metro quadro di parete. I fori vengono realizzati leggermente inclinati per favorire il riempimento con la malta cementizia; Fase 3. Alloggiamento dei connettori trasversali. Per i connettori trasversali vengono utilizzati normali barre di acciaio ad aderenza migliorata di diametro da 4 a 8 mm. Vengono inserite nelle cavità prima realizzate e sigillate con la malta.

58 FASI DI ESECUZIONE Fase 4. Posizionamento delle reti metalliche. Viene posizionata la rete su entrambi i lati della parete. Si utilizzano reti elettrosaldate di diametro da 4 a 8 mm a maglia 10x10 o 15x15 cm. La rete va posizionata a 2 cm dalla parete e subito dopo i connettori vengono risvoltati a 90°. Fase 5. Getto delle lastre. Lo spessore delle lastre si aggira dai 3 ai 5 cm e per tali valori il getto avviene per spruzzatura anche procedendo per strati. È sempre opportuno rendere la parete satura.

59 Placcaggio mediate tessuti in materiale fibrorinfirzato
Il placcaggio con tessuti o lamine in materiale fibrorinforzato è anch’esso un intervento invasivo, la cui efficacia va adeguatamente comprovata, sia a livello locale che di comportamento globale; inoltre valgono sempre le considerazioni relativamente alla compatibilità di questi materiali e delle resine di incollaggio con la muratura storica. Tale tecnica può rappresentare una soluzione per interventi localizzati, ad esempio rinforzi flessionali di fasce murarie, verticali od orizzontali, o mirati ad assorbire la spinta di elementi della copertura, di archi e di volte.

60 CUCITURA ATTIVA DELLE MURATURE (CAM)
DESCRIZIONE Questo intervento è un’applicazione dell’intervento precedente (cerchiatura di pilastri e colonne) alle pareti murarie. La cucitura armata della muratura (CAM) (Dolce et al. 2002) consiste, infatti, in un “impacchettamento” della muratura con nastri in acciaio inox disposti nelle direzioni orizzontale e verticale, passanti attraverso lo spessore murario, e richiusi su se stessi attraverso reggette previa applicazione di una pretensione. Questo intervento è considerato dall’Allegato 11.E dell’OPCM 3431 (sistemi di tirantature diffuse nelle tre direzioni ortogonali). CAMPO DI APPLICAZIONE Prevenzione della disgregazione della tessitura muraria. Può essere applicato in caso di necessità di rinforzi diffusi. Adatto ad interventi di messa in sicurezza temporanea per la sua celerità di applicazione VANTAGGI/SVANTAGGI Incremento di resistenza e duttilità, in modo analogo all’intervento con intonaco armato. Differentemente da quest’ultimo, però, non ne presenta le controindicazioni: comporta, infatti, una variazione di massa trascurabile, presenta interazioni minime con gli impianti e permette una regolare evaporazione dell’acqua di risalita capillare. Incremento di capacità nei confronti del collasso per schiacciamento grazie all’azione benefica delle forze di coazione. Per adeguamenti definitivi deve essere integrato con altri interventi. Prof. C. Cucchiara ; Interventi sugli edifici in muratura (es: )

61 Valutazione della vuln. , miglior. e adeg
Valutazione della vuln., miglior. e adeg. sismico di edifici in muratura EFFICACIA L’ordinanza non valuta l’efficacia di questa tipologia di intervento che, in accordo a quanto riportato in precedenza, può essere assimilata all’intervento con intonaco armato FASI DI ESECUZIONE Preparazione degli elementi da rinforzare, attraverso rimozione dell’intonaco e stuccatura di eventuali lesioni; Tracciamento del percorso dei nastri e esecuzione dei fori; Allettamento dei fori e delle zone di angolo; Posizionamento dei nastri pretesi e chiusura/sigillatura. Esempio di applicazione del sistema CAM Elementi di base del sistema di rinforzo mediante Cucitura Attiva della Muratura

62 Valutazione della vuln. , miglior. e adeg
Valutazione della vuln., miglior. e adeg. sismico di edifici in muratura INTERVENTI DI RIPRISTINO DELLA RIGIDEZZA DI UNA PARETE DESCRIZIONE L’inserimento di telai in c.a. o in acciaio per realizzare la riquadratura delle aperture è considerato dall’Allegato 11.E (interventi volti a rinforzare le pareti intorno alle aperture). I telai lavorano in parallelo con i maschi murari, e forniscono un incremento di resistenza e di duttilità alle pareti. E’ necessario che i telai possiedano adeguata rigidezza, ai fini della loro entrata in carico, e siano realizzati a perfetto contatto con la muratura esistente. CAMPO DI APPLICAZIONE Necessità di rinforzi diffusi. Insufficiente resistenza strutturale, apertura di vani . VANTAGGI/SVANTAGGI Limitato incremento di resistenza. Permette di sopperire alla mancanza di architravi strutturalmente efficienti. Riduzione delle dimensioni dei vani, a meno di non operare scassi nella muratura esistente. EFFICACIA L’incremento di resistenza è limitato al rapporto tra le aperture sulla fascia piena. Determinante per l’efficacia è il collegamento con le strutture esistenti.

63 Valutazione della vuln. , miglior. e adeg
Valutazione della vuln., miglior. e adeg. sismico di edifici in muratura INTERVENTI DI RIPRISTINO DELLA RIGIDEZZA DI UNA PARETE Nel caso in cui si ha la necessità di aprire un vano in corrispondenza di una parete portante in muratura è obbligatorio realizzare un telaio chiuso intorno la stessa apertura dimensionato in modo tale da ripristinare la rigidezza e la resistenza della parete asportata. Tali telai possono essere in c.a. o in acciaio. Immagine tratta dal Michele Vinci Metodi di Calcolo e tecniche di consolidamento di Edifici in muratura

64 Valutazione della vuln. , miglior. e adeg
Valutazione della vuln., miglior. e adeg. sismico di edifici in muratura Modalità di esecuzione Nella maggioranza dei casi vengono impiegate delle cerchiature metalliche realizzate con profili in acciaio accoppiati al fine di occupare tutto lo spessore del muro. L’esecuzione avviene attraverso le seguenti fasi: Fase 1. Puntellamento della struttura. Per evitare cedimenti durante la fase di realizzazione è opportuno procedere al puntellamento delle parti di struttura interessate. Se si vuole evitare il puntellamento perché è ingombrante si esegue la cerchiatura per fasi successive, realizzando prima il traverso superiore scavando prima per metà dello spessore del muro e collocando il primo traverso e successivamente la seconda metà. Il traverso avrà una lunghezza maggiore della cerchiatura in quanto deve essere efficacemente ancorato nel muro. Immagine tratta dal Michele Vinci Metodi di Calcolo e tecniche di consolidamento di Edifici in muratura Prof. C. Cucchiara ; Interventi sugli edifici in muratura (es: )

65 Valutazione della vuln. , miglior. e adeg
Valutazione della vuln., miglior. e adeg. sismico di edifici in muratura Modalità di esecuzione Fase 2. Realizzazione del foro: si realizza il foro per alloggiare la cerchiatura. L’operazione va fatta con molta cautela per non danneggiare la muratura circostante evitando l’uso di macchine a percussione. Fase 3. Realizzazione delle perforazioni di ancoraggio: al fine di rendere solidale la cerchiatura con la muratura circostante è opportuno realizzare l’ancoraggio tra le due parti attraverso perforazioni armate. Fase 4. Messa in opera della cerchiatura: la cerchiatura viene collocata nella giusta posizione avendo l’accortezza di agganciare le perforazioni alle parti metalliche trasversali. Se il traverso superiore è già stato inserito occorre realizzarne l’incastro con i piedritti attraverso saldatura o con dispositivi bullonati. Successivamente vengono riempiti i vuoti con cls con additivi antiritiro. Immagine tratta dal Michele Vinci Metodi di Calcolo e tecniche di consolidamento di Edifici in muratura Prof. C. Cucchiara ; Interventi sugli edifici in muratura (es: )

66 Valutazione della vuln. , miglior. e adeg
Valutazione della vuln., miglior. e adeg. sismico di edifici in muratura Particolari Costruttivi Immagine tratta dal Michele Vinci Metodi di Calcolo e tecniche di consolidamento di Edifici in muratura Prof. C. Cucchiara ; Interventi sugli edifici in muratura (es: )

67 Valutazione della vuln. , miglior. e adeg
Valutazione della vuln., miglior. e adeg. sismico di edifici in muratura Immagine tratta dal Michele Vinci Metodi di Calcolo e tecniche di consolidamento di Edifici in muratura Prof. C. Cucchiara ; Interventi sugli edifici in muratura (es: )

68 Valutazione della vuln. , miglior. e adeg
Valutazione della vuln., miglior. e adeg. sismico di edifici in muratura FASI DI ESECUZIONE Le fasi di esecuzione in questo caso si limitano semplicemente alle seguenti lavorazioni: Preparazione delle pareti nell’intorno interessato ai vani; Eventuale scasso nella muratura esistente; Inserimento dei telai metallici; Connessione dei telai con la muratura esistente. Prof. C. Cucchiara ; Interventi sugli edifici in muratura (es: )

69 INTERVENTI IN FONDAZIONE
Valutazione della vuln., miglior. e adeg. sismico di edifici in muratura INTERVENTI IN FONDAZIONE L’inadeguatezza delle fondazioni è raramente la sola o la principale causa dei danni osservati dopo un terremoto. È possibile omettere gli interventi sulle strutture di fondazione, nonché le relative verifiche, qualora si riscontrino le seguenti condizioni: • non siano presenti significativi dissesti attribuibili a cedimenti in fondazione e sia stato accertato che dissesti di questa natura non si siano verificati neppure in passato; • gli interventi progettati sulla struttura in elevazione non comportino sostanziali alterazioni dello schema statico del fabbricato; • gli stessi interventi non comportino rilevanti modifiche delle sollecitazioni trasmesse alle fondazioni; • siano esclusi fenomeni di ribaltamento della costruzione per effetto delle azioni sismiche. Nei casi in cui le indagini e le analisi mettano in evidenza la necessità di un intervento in fondazione, dovrà essere preliminarmente ricercata la causa geotecnica del dissesto. La scelta degli interventi in fondazione dovrà essere motivata e compiutamente illustrata.

70 Valutazione della vuln. , miglior. e adeg
Valutazione della vuln., miglior. e adeg. sismico di edifici in muratura Gli interventi dovranno tendere prioritariamente al mantenimento della preesistente distribuzione delle pressioni di contatto. Essi devono in ogni caso garantire valori il più possibile ridotti dei cedimenti assoluti e differenziali attesi, che devono comunque risultare compatibili con le caratteristiche della costruzione. Per raggiungere questi obiettivi sono da privilegiare interventi distribuiti su aree estese, evitando per quanto possibile l’impiego di sottofondazioni profonde localizzate. Prof. C. Cucchiara ; Interventi sugli edifici in muratura (es: )

71 Valutazione della vuln. , miglior. e adeg
Valutazione della vuln., miglior. e adeg. sismico di edifici in muratura Allargamento delle fondazioni mediante cordoli o platea armata L’intervento dovrà essere realizzato curando il collegamento fra vecchia e nuova fondazione al fine di ottenere un sistema di fondazione sufficientemente rigido da limitare adeguatamente i possibili cedimenti differenziali. A tal fine si adotteranno travi in c.a. armate e staffate, traversi in acciaio di idonea rigidezza, barre post-tese che garantiscano una trasmissione degli sforzi per attrito e simili accorgimenti. Questo tipo di intervento ha anche l’effetto benefico di realizzare un efficace collegamento orizzontale fra le murature a livello di fondazione. Qualora risultasse necessario l’impiego di fondazioni profonde (pali e/o micropali), l’intervento deve essere in genere esteso all’intero edificio, valutando il comportamento d’insieme del sistema di fondazione e verificando la sussistenza delle condizioni indicate dalle Norme Tecniche per le Costruzioni per le verifiche sismiche dell’interazione cinematica palo-terreno. È comunque sempre necessaria un’idonea struttura di collegamento fra i pali e la fondazione esistente (ad esempio, cordoli armati connessi alla fondazione con accorgimenti analoghi a quelli elencati al punto precedente), a meno che i pali non siano trivellati attraverso la muratura con una lunghezza di perforazione sufficiente a trasferire i carichi per aderenza. In quest’ultimo caso, occorrerà verificare la resistenza della struttura esistente nelle mutate condizioni di appoggio, ammettendo l’ipotesi cautelativa che tutti i carichi agenti si trasferiscano ai pali. Prof. C. Cucchiara ; Interventi sugli edifici in muratura (es: )

72 Valutazione della vuln. , miglior. e adeg
Valutazione della vuln., miglior. e adeg. sismico di edifici in muratura Consolidamento dei terreni di fondazione. Gli interventi di miglioramento del terreno di fondazione possono essere scelti in un’ampia gamma di tipologie e devono essere scelti con molta attenzione agli effetti che possano essere indotti nella costruzione sovrastante. A questo fine è necessario prendere in considerazione quei trattamenti che prevedano una realizzazione molto controllata e la possibilità di regolazione degli effetti tramite uno specifico monitoraggio in corso d’opera. Per la loro possibile invasività, questi interventi vanno, in linea di principio, evitati qualora si rilevi la presenza di substrati archeologici. Nelle situazioni in cui si ritiene possibile l’attivazione sismica di fenomeni d’instabilità dei pendii, questi devono essere adeguatamente studiati, con l’ausilio di specifiche indagini in sito e di laboratorio, e devono essere predisposti gli interventi di stabilizzazione eventualmente necessari, prima dell’esecuzione degli interventi sulla costruzione. Prof. C. Cucchiara ; Interventi sugli edifici in muratura (es: )

73 Valutazione della vuln. , miglior. e adeg
Valutazione della vuln., miglior. e adeg. sismico di edifici in muratura La stabilità delle fondazioni influisce in modo determinante sul comportamento statico dell’intero edificio, poiché i cedimenti che esse subiscono si ripercuotono sullo stato di deformazione dell’organismo strutturale . Le possibili cause sono: Errori progettuali o carenze di esecuzione; Mutamento dell’assetto idrogeologico e conseguentemente alla portanza del terreno di fondazione ; Aumento dei carichi trasmessi dalla struttura dell’edificio a causa di sopraelevazioni o variazioni di destinazione non previste in origine; Gli interventi di consolidamento più comuni sono realizzati al fine di ottenere: l’aumento della superficie di trasmissione dei carichi; Lo spostameto del piano di posa verso strati di terreno più profondi e dotati di maggiore resistenza; Il miglioramento delle caratteristiche di resistenza del terreno di fondazione. Le tipologie di interventi più comunemente adottate sono la realizzazione di sottofondazioni e la infissione di pali. Prof. C. Cucchiara ; Interventi sugli edifici in muratura (es: )

74 Interventi in fondazione
Valutazione della vuln., miglior. e adeg. sismico di edifici in muratura Interventi in fondazione Prof. C. Cucchiara ; Interventi sugli edifici in muratura (es: )

75 Interventi in fondazione
Valutazione della vuln., miglior. e adeg. sismico di edifici in muratura Interventi in fondazione Prof. C. Cucchiara ; Interventi sugli edifici in muratura (es: )

76 Valutazione della vuln. , miglior. e adeg
Valutazione della vuln., miglior. e adeg. sismico di edifici in muratura Prof. C. Cucchiara ; Interventi sugli edifici in muratura (es: )

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