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Unione Europea Fondo Sociale Europeo PON “Competenze per lo sviluppo” MIUR Dipartimento per la Programmazione Direzione Affari Generali Ufficio V Esperto.

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Presentazione sul tema: "Unione Europea Fondo Sociale Europeo PON “Competenze per lo sviluppo” MIUR Dipartimento per la Programmazione Direzione Affari Generali Ufficio V Esperto."— Transcript della presentazione:

1 Unione Europea Fondo Sociale Europeo PON “Competenze per lo sviluppo” MIUR Dipartimento per la Programmazione Direzione Affari Generali Ufficio V Esperto Arch. Gabriella Bonsignore TERZA LEZIONE Villa San Giovanni nel tempo: Storia, urbanistica, tradizioni, arte, cultura, servizi, ecc. CIRCOLO DIDATTICO VILLA SAN GIOVANNI (RC) Programma Operativo Nazionale “Competenze per lo sviluppo” 2007 IT 05 1 PO 007 F.S.E. - F-1-FSE-2009-2526 “VILLA S. GIOVANNI A DIMENSIONE EUROPEA”

2 CIRCOLO DIDATTICO VILLA SAN GIOVANNI Villa San Giovannia Dimensione EuropeaVilla San Giovannia Dimensione Europea Quest'area (anticamente identificata come Cenidéo, dal Capo Cenide) ha ricoperto un ruolo fondamentale dal punto di vista economico e strategico per le popolazioni che si sono avvicendate nel dominio del Mediterraneo già dall'epoca magnogreca. Infatti qui vi era il cosiddetto Trajectum Siciliæ (in latino Passaggio per la Sicilia) presso il sito dell'antica Colonna Reggina, da dove si attraversava lo Stretto per raggiungere la Sicilia VILLA SAN GIOVANNI ORIGINI DEL SITO

3 CIRCOLO DIDATTICO VILLA SAN GIOVANNI Villa San Giovannia Dimensione EuropeaVilla San Giovannia Dimensione Europea VILLA SAN GIOVANNI Un centro abitato situato fra Pezzo e Cannitello, probabilmente legato alla presenza del tempio del dio Poseidone, è attestato già in un periodo precedente alle guerre puniche per servire i traffici, soprattutto romani, da e per la Sicilia, specialmente il trasporto del grano per la città di Roma. Dedicato al dio del mare Poseidone, il tempio, edificato dai reggini per la protezione dei naviganti dalle insidiose acque dello Stretto, si trovava nei pressi della Colonna Reggina, luogo in cui vi era un'alta torre a forma di colonna con sopra una statua di Poseidone, che costituiva in epoca greca il vero e proprio simbolo dello Stretto, famosa per possedere il fuoco (un faro) e l'acqua (una fonte per il rifornimento delle navi)

4 CIRCOLO DIDATTICO VILLA SAN GIOVANNI Villa San Giovannia Dimensione EuropeaVilla San Giovannia Dimensione Europea VILLA SAN GIOVANNI Il sito fu distrutto una prima volta durante la seconda guerra punica, intorno al 214 a.C., dal generale cartaginese Annone. Successivamente ricostruito, verso l'anno 36 a.C. fu di appoggio a Ottaviano (PRIMO IMPERATORE ROMANO) nella sua guerra contro Sesto Pompeo (GENERALE E POLITICO ROMANO); riporta infatti Appiano (STORICO E FILOSOFO GRECO) che qui il futuro imperatore si fermò, si fece curare e fece stanziare le sue truppe. L'insediamento ebbe fine probabilmente nel V secolo, distrutto da popolazione barbariche giunte sino allo Stretto per assediare Reggio, forse per opera di Alarico, (RE DEI VISIGOTI) che nel 412 dopo aver preso Reggio tornò indietro trovando la morte nei pressi di Cosenza. Da questo momento in poi non si hanno più tracce nella storia del sito.

5 CIRCOLO DIDATTICO VILLA SAN GIOVANNI Villa San Giovannia Dimensione EuropeaVilla San Giovannia Dimensione Europea VILLA SAN GIOVANNI PERIODO MEDIEVALE Negli anni successivi alla fine dell'Impero Romano d'Occidente, presso l'attuale Pezzo sorse un nuovo centro abitato, chiamato Cene, che però subì un rapido abbandono fra l'850 e l'870 a causa delle incursioni saracene. I suoi abitanti fondarono Cenisio nell'entroterra pre-aspromontano, città che lungo il medioevo cambierà il suo nome in Fiumara di Muro o dei Mori, l'attuale Fiumara. D'allora in poi il territorio compreso fra Cannitello e Catona lungo la costa e sino a San Roberto nell'entroterra appartenne alla Signoria di Fiumara di Muro.

6 CIRCOLO DIDATTICO VILLA SAN GIOVANNI Villa San Giovannia Dimensione EuropeaVilla San Giovannia Dimensione Europea VILLA SAN GIOVANNI Dalla fine del XVI secolo risorsero nella zona i piccoli villaggi costieri, come Cannitello e Pezzo, abitati per lo più da marinai e pescatori. Più all'interno, presso l'attuale centro di Villa, esisteva un borgo chiamato Fossa. Successivamente si formarono anche Piale ed Acciarello. Questa rinascita della popolazione costiera accelerò nel XVIII secolo il progressivo declino di Fiumara di Muro, finché nel 1806 la riforma amministrativa attuata da Giuseppe Bonaparte soppresse definitivamente le amministrazioni feudali, fra cui la Signoria di Fiumara. Per quel che riguarda il XVII secolo, c'è da segnalare una battaglia navale fra navi olandesi e francesi combattuta l'8 gennaio 1676 nelle acque dello Stretto antistanti Punta Pezzo, con esito vittorioso per i secondi. Probabilmente i cannoni rinvenuti a Pezzo nel 1902 possono risalire a questa battaglia. ETA’ MODERNA

7 CIRCOLO DIDATTICO VILLA SAN GIOVANNI Villa San Giovannia Dimensione EuropeaVilla San Giovannia Dimensione Europea VILLA SAN GIOVANNI Nel 1743 un increscioso avvenimento coinvolse il piccolo borgo di Fossa. Nel marzo di quell'anno una nave genovese carica di grano proveniente da Patrasso aveva portato la peste a Messina (fu quella l'ultima grande epidemia di peste dell'Europa occidentale). Il Consiglio sanitario cittadino di Reggio aveva ordinato a tutte le barche di non avvicinarsi al porto di Messina e si insituirono dei turni di guardia sulle coste. Il Consiglio sanitario di Messina negava l'epidemia, per non interrompere il commercio con il continente, tuttavia, una volta sentite le notizie allarmanti provenienti dalla città siciliana, i reggini non si fidarono e stabilirono che quattro cittadini, due nobili e due civili, facessero la sorveglianza anche sino a Fossa, la quale allora non contava più di una settantina di abitanti e arrivava forse a duecento con Pezzo e Acciarello. Lungo tutto il mese di aprile arrivavarono a Napoli notizie confuse sulla situazione di Messina, sicché il governo non prese i provvedimenti necessari, mentre l'epidemia cresceva enormemente in quella città. Nella situazione di isolamento in cui si trovava Messina, molti marinai e padroni cominciarono a contrabbandare in generi alimentari e beni di prima necessità fra la sponda calabra dello Stretto e Ganzirri e Torre Faro nel messinese, portando sul continente anche molta roba infetta. Fra questi vi erano i fratelli Pietro e Paolo Lombardo di Fossa, originari di Fiumara. Si dice che la notte del 10 giugno i siciliani, non avendo denaro abbastanza sufficiente per pagarli, diedero loro un pastrano, e Paolo Lombardo lo accettò e lo indossò. Il cappotto era infettato e presto i due fratelli morirono a causa del morbo, seguiti nei giorni seguenti dai loro parenti più stretti. Saputa la notizia a Reggio, i due sindaci Giuseppe Genovese ed Antonio Melissari vollero indagare sull'accaduto ed il neo- nominato governatore Diego Ferri, descritto dalle fonti storiche come pessimo uomo e governante, inviò due fra i migliori medici reggini, Saverio Fucetola e Francesco Marrari, a Fossa. La peste venne accertata dai due specialisti, ma non si fermava il contrabbando illegale con la Sicilia, praticato in realtà anche da molte barche reggine, e la peste cominciò a dilagarsi enormemente anche sulla sponda calabra. Il governatore Ferri ed i due sindaci fecero allora di Fossa il capro espiatorio dell'epidemia e ordinarono una spedizione contro il piccolo centro. La mattina del 23 giugno partirono da Reggio circa 3200 uomini pesantemente armati, dei quali 200 erano mercenari svizzeri ed i restanti cittadini reggini, sotto la guida di Diego Ferri. La peste del 1743 e l'incendio di Fossa

8 CIRCOLO DIDATTICO VILLA SAN GIOVANNI Villa San Giovannia Dimensione EuropeaVilla San Giovannia Dimensione Europea VILLA SAN GIOVANNI Inizialmente gli abitanti di Fossa cercarono di resistere, ma dovettero cedere. Tutti gli abitanti, compresi vecchi, donne e bambini, furono costretti a denudarsi ed ad essere lavati con olio e aceto. I reggini si facevano consegnare i vestiti e tutti i beni e le ricchezze personali e costrinsero gli abitanti a marciare nudi sino a Punta Pezzo. Allora gli armati tornarono a Reggio ed il giorno seguente con l'artiglieria bruciarono tutto l'abitato, con le case, gli animali, le numerose quantità di olio e vino, le barche, gli alberi, i canneti e fu data alle fiamme persino la chiesa di Maria SS.ma delle Grazie di Pezzo, dove si diceva che si fosse rifugiato un appestato. I fossesi rimasero in miserevoli condizioni presso la spiaggia di Pezzo per diversi giorni, senza ricevere alcun aiuto. Il Ferri intimò a Carlo Ruffo, Duca di Bagnara e Signore di Fiumara di Muro di provvedere lui, poiché i fossesi erano ancora sotto la Signoria di Fiumara. Ma neanche il Duca aveva a cuore la loro sorte, pur essendo suoi dipendenti: prima fece finta di negare la peste e di mostrarsi irritato per l'atto compiuto dai reggini contro i suoi vassalli, poi scaricò questi oneri sull' Università di Fiumara, promettendo il rimborso delle spese. Ma furono inviati solo poche fave ed un bue, certamente insufficienti per tutti gli abitanti. Solo il capitano di una barca proveniente da Tropea che trasportava cipolle ebbe compassione di loro e offrì il suo povero carico. Fra Fossa ed i centri vicini morirono di peste circa ottanta persone, ed i reggini pensavano di aver in tal modo preservato la propria città dal morbo, ma ai primi di luglio la malattia giunse anche a Reggio, dove in un anno di epidemia vi furono circa 5000 morti di peste, altri 500 circa morti di fame e di stenti ed altri 500 condannati a morte dal governatore Ferri. A Messina su 62.775 abitanti ne rimasero appena 11.436, vale a dire che vi furono 51.319 morti. Gli aiuti del governo venivano assorbiti da Reggio e da Messina ed ai fossesi non arrivò niente. Successivamente anche il papa Benedetto XIV inviò 100.000 ducati per i paesi colpiti dalla peste, ma pure questa volta a Fossa non toccò nulla del denaro stanziato.

9 CIRCOLO DIDATTICO VILLA SAN GIOVANNI Villa San Giovannia Dimensione EuropeaVilla San Giovannia Dimensione Europea VILLA SAN GIOVANNI Alla fine del XVIII secolo Rocco Antonio Caracciolo, ricco proprietario terriero della zona, staccando i casali di Fossa, Pezzo, Cannitello, Piale e Acciarello dall'allora Università di Fiumara di Muro, grazie ai buoni uffici presso la corte dei Borboni di Napoli, riuscì a dare unità politica ed amministrativa a piccole comunità tra loro distanti e rivali, chiamando il nuovo centro dapprima Fossa San Giovanni e poi Villa San Giovanni (nuovo nome dato con decreto di Ferdinando I di Borbone il 6 novembre 1791). Villa aveva allora una popolazione di circa 1.200 abitanti. L'abitato era stato intanto devastato dal sisma del 5 febbraio 1783. Nel 1797 i villesi ottennero di poter eleggere dei propri sindaci (tre, secondo l'ordinamento dell'epoca) e possiamo datare all'anno successivo la nascita dell' Università di Villa San Giovanni, corrisponde all'attuale comune. Il 7 gennaio 1799 sbarcò a Pezzo il cardinale Fabrizio Ruffo, che iniziò da lì la sua riconquista del Regno di Napoli; dall'8 febbraio molti volontari della zona cominciarono ad unirsi all'esercito della Santa Fede presso Pezzo stesso. Nel 1807 Cannitello e Piale si staccarono da Villa, formando comune a sé, con sede a Cannitello, non riuscendo però a comprendere anche Pezzo, che rimase all'interno di Villa. La nascita di Villa San Giovanni

10 CIRCOLO DIDATTICO VILLA SAN GIOVANNI Villa San Giovannia Dimensione EuropeaVilla San Giovannia Dimensione Europea VILLA SAN GIOVANNI Nel 1810 Gioacchino Murat, re di Napoli e cognato di Napoleone Bonaparte, per quattro mesi governò il regno dalle alture di Piale. Egli, muovendosi da Napoli per la conquista della Sicilia (dove si era rifugiato il re Ferdinando I sotto la protezione degli inglesi, un esercito dei quali era accampato presso Punta Faro a Messina), giunse a Scilla il 3 giugno 1810 e vi restò sino al 5 luglio, quando fu completato il grande accampamento di Piale. Nel breve periodo di permanenza, Murat fece costruire i tre forti di Torre Cavallo, Altafiumara e Piale, quest'ultimo con torre telegrafica. Il 26 settembre dello stesso anno, constatando impresa difficile la conquista della Sicilia, Murat dismise l'accampamento di Piale e ripartì per la capitale. La presenza delle truppe francesi nel territorio di Villa nel primo quindicennio del XIX secolo fu un fattore negativo per la maggioranza della popolazione e per l'economia locale. Infatti il governo napoleonico imponeva continuamente spese straordinarie ai comuni di Villa e Cannitello per il mantenimento delle truppe lì stanziate, le quali spesso danneggiavano le fiorenti attività commerciali della città, come la filanda di Rocco Antonio Caracciolo. In più, la vicinanza di Villa alla costa siciliana la esponeva alle attività belliche fra i francesi allogati a Piale e gli inglesi stanziati a Torre Faro. Nonostante ciò, i napoleonici portarono pure delle ottime novità, che furono poi mantenute dopo la restaurazione borbonica, come le scuole pubbliche, le poste, le banche ed il telegrafo. Durante la sua presenza, Murat si preoccupò inoltre di sdradicare il brigantaggio, presente nella zona, affidando tale compito al generale Charles Antoine Manhès, e riuscì in tale intento. Arrivo di Gioacchino Murat

11 CIRCOLO DIDATTICO VILLA SAN GIOVANNI Villa San Giovannia Dimensione EuropeaVilla San Giovannia Dimensione Europea VILLA SAN GIOVANNI Negli anni seguenti la restaurazione borbonica continuò lo sviluppo urbano di Villa, tanto che nel 1817 Rocco Antonio Caracciolo curò la definitiva costruzione e sistemazione del cimitero. Prima di allora i morti venivano seppelliti nelle chiese o in determinati fondi di campagna usati a tal fine. Il governo in quegli anni scelse Villa come Sede della posta centrale, nuovo servizio importato dai francesi, poiché era questo il principale punto di traghettamento per la Sicilia ed uno dei più importanti nodi viari della provincia. Era già stata appaltata la costruzione del grande edificio destinato ad ospitare le Poste ed era già venuto a Villa il direttore Ristori per ordinare gli uffici, quando la città di Reggio Calabria si ribellò e pretese il trasferimento di tale ufficio a Reggio, ottenendolo. Il grande palazzo fu poi venduto all'asta ai fratelli Caminiti di Domenico Antonio, che erano allora maestri di posta per Villa e dintorni. Poi nel 1823 venne deciso che il primo vapore di Florio dovesse fermarsi a Villa per prendere i passeggeri e la posta per Napoli, ma di nuovo i reggini si ribellarono, ottenendo che il vapore si fermasse a Reggio, come capoluogo di provincia. In quegli anni era Intendente il principe Francesco Ruffo, fratello del Cardinale Fabrizio Ruffo ed ultimo Signore di Fiumara di Muro e delle Motte vicine. Egli aveva avuto in passato un'aspra vertenza civile col Comune di Villa circa dei terreni aspromontani ex patrimonio feudale, denominati Foresta d'Aspromonte, ma ugualmente stabilì nel 1823, senza volontà di rivalsa nei confronti dei villesi, che tenesse lezione a Villa due volte a settimana il maestro di nautica Pietro Barbaro di Bagnara, poiché Villa, Pezzo e Cannitello erano paesi di mare. Allora nella sola Villa vi erano 323 marinai e 36 barche. Questo fu un fatto importante per la marineria villese, che così ebbe molti giovani istruiti nella difficile arte della navigazione a vela. Fra il 1823 ed il 1825 fu aperta la Strada Nazionale (l'attuale Strada Statale 18), mentre nel 1830 venne completata la Fontana Vecchia, la prima fonte d'acqua in muratura a servire il centro di Villa, oggi il più antico monumento ancora esistente della città. Il 31 agosto 1847 vi fu un tentativo di moto risorgimentale a Villa, Campo Calabro, Rosalì e Calanna. L'iniziativa, fomentata soprattutto da carbonari villesi e a cui partecipò anche il giovane Rocco Larussa, divenuto poi celebre scultore, fallì a causa del tempestivo intervento dell'intendente gen. Rocco Zerbi. Il 4 settembre furono inviati da Reggio rinforzi alle batterie di Pezzo. A Villa e a Pezzo molti erano i carbonari e molti furono i tentativi di sedizioni rivoluzionarie in quegli anni, come in tutta Italia. Tuttavia vennero duramente repressi dall'amministrazione borbonica e vi furono parecchi arrestati e condannati all'ergastolo, il più noto dei quali fu il citato Rocco Larussa, insieme ai fratelli Giuseppe e Ignazio. Restaurazione borbonica e moti risorgimentali

12 CIRCOLO DIDATTICO VILLA SAN GIOVANNI Villa San Giovannia Dimensione EuropeaVilla San Giovannia Dimensione Europea VILLA SAN GIOVANNI Le alture fra Piale e Cannitello furono il teatro dello scontro tra le truppe di Garibaldi e quelle borboniche dei generali Melendez e Briganti il 23 agosto 1860. In quegli stessi giornì sbarcò sulla spiaggia fra Porticello e Santa Trada un contingente di 200 garibaldini. L'area divenne quindi punto strategico per la difesa dello Stretto, con la costruzione del Forte Beleno di Piale nel 1888 circa, per far posto al quale venne abbattuta la Torre del Piraino, con l'annesso fortino murattiano. Ciò avveniva in seguito al progetto di fortificazioni del governo italiano per la difesa del territorio nazionale, iniziato fra gli anni '70 e '80 del XIX secolo. Il 19 marzo 1877 fu istituita la Società Operaia di Mutuo Soccorso, tuttora esistente ed operante. Arrivo dei Garibaldini e Unità d'Italia

13 CIRCOLO DIDATTICO VILLA SAN GIOVANNI Villa San Giovannia Dimensione EuropeaVilla San Giovannia Dimensione Europea VILLA SAN GIOVANNI Nel 1884 vennero inaugurate le stazioni di Villa e di Cannitello, insieme al tratto di ferrovia che le congiungeva con Reggio Calabria. Nei primi anni del XX secolo si completò la costruzione del porto e iniziarono le corse dei nuovi ferry boats per Messina. Infatti Villa veniva sempre più preferita a Reggio come principale punto di traghettamento verso la Sicilia, essendo la cittadina molto più vicina a Messina rispetto al capoluogo. Il 1 marzo 1905 la stazione di Villa venne collegata allo scalo dei ferry boats con un raccordo ferroviario, mettendo così le premesse per il servizio di traghettamento dei rotabili ferroviari. L'importanza di Villa San Giovanni andò gradualamente aumentando a danno di Reggio Calabria, in quanto l'itinerario ferroviario tirrenico, più breve di quello jonico, produsse lo spostamento del traffico ferroviario via mare sulle invasature villesi, che vennero aumentate e potenziate. La costruzione della linea ferrioviaria e l'inizio del traghettamento a vapore

14 CIRCOLO DIDATTICO VILLA SAN GIOVANNI Villa San Giovannia Dimensione EuropeaVilla San Giovannia Dimensione Europea VILLA SAN GIOVANNI Fra la fine del XVIII e la prima metà del XX secolo Villa San Giovanni era particolarmente famosa per l'allevamento del baco da seta e per le sue filande, di cui ora restano solo pochi ruderi delle 56 che operarono anticamente, le quali costituivano una grande fonte di lavoro e di sostentamento per la zona. L'attività filandiera cominciò nell'ultimo quindicennio del XVIII secolo grazie all'opera di Rocco Antonio Caracciolo, che già dal 1792 aveva resa operativa a Villa una filanda ed un filatoio, la prima situata fra il palazzo dei Caracciolo e l'attuale Fontana Vecchia, il secondo presso la strada Micene, ora via Micene, vicino all'attuale asilo salesiano. La crescità dell'attività filandiera fu dovuta anche al torinese Francesco Bal, direttore della filatura nell'area di Reggio e della grande filanda di Santa Caterina. Presto molti villesi seguirono l'esempio del Caracciolo e sorsero numerosissime filande fra Villa, Pezzo e pure Cannitello. L'attività industriale aveva fatto crescere esponenzialmente anche la popolazione: infatti Fossa nel 1777 registrava solo 236 anime, mentre nel 1811 gli abitanti erano 1804, nel 1849 crebbero a 3475 e nel 1901 raggiungevano le 6647 unità. Nel 1847 a Villa vi erano 44 filande, 676 mangani, 676 maestre e 676 discepole. Ma presto arrivò la meccanizzazione e con essa, dopo l'Unità d'Italia, gli investimenti di imprenditori settentrionali e stranieri, come il milanese Adriano Erba e gli inglesi Thomas Hallam ed il nipote Edward J. Eaton, che aprirono varie attività in società con filandieri villesi. La cittadina meritò allora il soprannome di piccola Manchester, in riferimento all'attività serica della città inglese di Manchester ed alla presenza industriale inglese. Nel 1892 a Villa operavano ventuno impianti a caldaia ed un solo impianto a fuoco diretto (Bambara Pasquale). Le maggiori filande a caldaia erano la filanda Eaton (3 caldaie, 35 cavalli, 128 bacinelle e 300 addetti), la filanda Erba (3 caldaie, 42 cavalli, 110 bacinelle e 253 addetti), la filanda Florio e Marra (2 caldaie, 14 cavalli, 120 bacinelle e 238 addetti), la filanda Caminiti Giovanni e figli (2 caldaie, 16 cavalli, 56 bacinelle e 136 addetti) e la filanda Lofaro Rocco e figli (2 caldaie, 12 cavalli, 60 bacinelle e 106 addetti). Seguono altri due impianti a due caldaie (Aricò Salvatore e Sergi Cosimo) e tredici ad una sola caldaia gestiti da vari imprenditori villesi. Le filande e lo sviluppo industriale

15 CIRCOLO DIDATTICO VILLA SAN GIOVANNI Villa San Giovannia Dimensione EuropeaVilla San Giovannia Dimensione Europea VILLA SAN GIOVANNI Villa era inoltre famosa per l'industria delle pipe. Dal 1913 a Villa era attiva una fabbrica francese per la produzione di pipe, la Vassas, sita nei locali dell'ex filanda Erba, lungo l'attuale via Marina. Verso il 1926 venne ceduta al toscano Egidio Dei, già direttore della stessa; allora era dotata di circa 25 seghe circolari. Qui si producevano e si raffinavano pipe in radica di erica. I prodotti della fabbrica subivano la lavorazione finale nell'Italia settentrionale (specialmente a Milano), in Francia, in Inghilterra, in Germania e negli Stati Uniti. Nel suo culmine la fabbrica Dei dava lavoro a circa una cinquantina di operai, più i boscaioli ed i camionisti che trasportavano il legno, che veniva soprattutto dall'Aspromonte, ma anche dalla Sicilia, dalla Sardegna e dalla Grecia. La fabbrica fu attiva sino ai primi anni ottanta, quando fu costretta a chiudere a causa della diminuizione delle richieste e dell'aumento delle esigenze di produzione. Nello stesso periodo fu attiva a Villa un'altra fabbrica di pipe, quella dei Tripepi, sita presso la via Fontana Vecchia, anche questa scomparsa agli inizi degli anni ottanta. L'industria delle pipe

16 CIRCOLO DIDATTICO VILLA SAN GIOVANNI Villa San Giovannia Dimensione EuropeaVilla San Giovannia Dimensione Europea VILLA SAN GIOVANNI La città all'inizio del secolo scorso veniva descritta come una cittadina operosa, industriosa ed all'avanguardia, tanto che già nel 1906 le strade cittadine erano illuminate da lampioni ad energia elettrica, novità assoluta per l'epoca. Età contemporanea

17 CIRCOLO DIDATTICO VILLA SAN GIOVANNI Villa San Giovannia Dimensione EuropeaVilla San Giovannia Dimensione Europea VILLA SAN GIOVANNI L'area di Villa era stata già interessata da eventi sismici sin dall'ultima decade del XIX secolo. Il 16 novembre 1894 vi fu un primo terremoto, che non fece vittime, ma danneggiò gran parte degli edifici, tanto che Villa entrò nel novero dei paesi terremotati e poté usufruire della legge n°535 dell'8 agosto 1895. Nel decennio successivo vi furono altri due eventi sismici, il terremoto dell'8 settembre 1905 e quello del 23 ottobre 1907. Ma la vera sciagura fu il sisma del 28 dicembre 1908, evento che devastò l'intera area dello Stretto, le città di Reggio Calabria e Messina, e che fece numerose vittime tra i cittadini villesi. A Villa si contarono 367 morti su 4.325 abitanti, l'8 % della popolazione, ad Acciarello 299 su 2.125 (14% della popolazione), a Pezzo 32 su 552 (5%). In totale 698 morti in tutto il comune di Villa San Giovanni su una popolazione di circa 7000 unità (stando ai dati del censimento del 1901). Si ebbero poi più di 500 feriti. I danni economici furono incalcolabili: fu distrutto tutto il centro abitato, il porto, le invasature, la ferrovia e la maggior parte delle filande, altre rimasero gravemente danneggiate, crollarono tutte le chiese e gli edifici pubblici. Il rione maggiormente devastato fu quello dell'Immacolata. Furono pochissime le costruzioni a resistere al sisma. La ricostruzione del centro cittadino avvenne lentamente tra gli anni dieci ed il primo dopoguerra. Il terremoto del 1908 e i sismi precedenti

18 CIRCOLO DIDATTICO VILLA SAN GIOVANNI Villa San Giovannia Dimensione EuropeaVilla San Giovannia Dimensione Europea VILLA SAN GIOVANNI Nel 1927 il comune di Villa San Giovanni, assieme a Cannitello ed a molti altri per un totale di quattordici comuni, venne conurbato al comune di Reggio Calabria in seguito al progetto della Grande Reggio, teso secondo i promotori a creare un unico polo urbano sulla sponda calabra dello Stretto di Messina. Uno dei maggiori sostenitori dell'autonomia del comune villese fu don Luigi Nostro, che nel suo scritto a Mussolini La fine di un comune, o meglio di un mandamento di dieci comuni sostiene le istanze dei villesi nei confronti del maxi-comune. Il governo, con decreto del 26 gennaio 1933, restituì l'autonomia amministrativa, comprendendo da quella data il territorio di Cannitello, e sino al 1947 anche Campo Calabro e Fiumara. Il progetto della Grande Reggio

19 CIRCOLO DIDATTICO VILLA SAN GIOVANNI Villa San Giovannia Dimensione EuropeaVilla San Giovannia Dimensione Europea VILLA SAN GIOVANNI Le prime elezioni per il Consiglio Comunale dopo il fascismo si tennero a Villa il 10 marzo 1946. Si fronteggiarono due listoni: il primo, sotto il simbolo dello scudo crociato, raccoglieva la DC, molti partiti di centro ed anche degli indipendenti; la seconda lista, che aveva per simbolo una spiga di grano, era formata della sinistra. Vinse a grande maggioranza la lista di centro, soprattutto a causa del timore che allora si aveva in tutta Italia che una vittoria della sinistra avrebbe portato il paese nell'orbita dell'Unione Sovietica. Divenne sindaco Natale Sciarrone, che restò in carica per ben quattordici anni sino al 1960. L'annata 1946-1947 registrò uno storico avvenimento per Villa: infatti in quella stagione la Villese, squadra di calcio cittadina, partecipò per la prima ed unica volta al campionato di serie C. L'esperienza della squadra neroverde in terza serie durò solo per quella stagione, a causa di problemi societari e finanziari. Il primo dopoguerra

20 CIRCOLO DIDATTICO VILLA SAN GIOVANNI Villa San Giovannia Dimensione EuropeaVilla San Giovannia Dimensione Europea VILLA SAN GIOVANNI Fra la fine degli anni '40 e l'inizio degli anni cinquanta si portarono a termine molte opere pubbliche, fra cui il completamento di Piazza Duomo, l'edificio di quattro piani destinato ad ospitare le Ferrovie dello Stato, l'acquedotto sussidiario di Bolano e le case popolari dell'INA. Un'altra importante opera di edilizia popolare fu il villaggio UNRRA di Pezzo, costituito da otto palazzine, per un totale di 32 alloggi. Vennero ristrutturati gli scantinati del plesso della scuola elementare, destinati ad ospitare la scuola media, poiché i vecchi locali erano inagibili. La stessa scuola media si rese autonoma nel 1953. Nel 1957 constava di 12 classi e nel 1963 aveva 230 alunni, più altri 230 circa destinati all'avviamento professionale. Fra gli anni cinquanta e sessanta era particolarmente animata la vita cittadina. Molti erano i sodalizi sportivi, come la sovracitata società calcistica e lo Sporting Club Villese, e le associazioni culturali e ricreative, come il circolo Cenide. Realtà importanti erano il vecchio Cinema Caminiti, il Cinema Mignon e il Lido Cenide, allora uno dei più importanti lidi dello Stretto, principale punto di aggregazione della società villese, capace di attirare artisti di fama nazionale come Little Tony. Il Lido, creato nel 1955 e situato presso gli attuali imbarchi della Caronte&Tourist, cessò la sua attività verso la metà degli anni '60 proprio a causa degli interessi legati ai nuovi imbarchi delle compagnie private di traghettamento. Il 20 marzo 1966 visitò Villa San Giovanni il Presidente della Repubblica Giuseppe Saragat. Gli anni '50 e '60

21 CIRCOLO DIDATTICO VILLA SAN GIOVANNI Villa San Giovannia Dimensione EuropeaVilla San Giovannia Dimensione Europea VILLA SAN GIOVANNI Nel 1952 iniziò la sua attività la fabbrica ISA, con la produzione di componenti per sedie, a cui si aggiunse in seguito la produzione di porte. Inizialmente vi erano 120 dipendenti. La fabbrica aveva sede presso un vasto complesso situato sotto Piazza Immacolata, ora in via di demolizione. Fra il 1967 ed il 1968 una forte crisi di produzione costrinse la fabbrica a chiudere. L'edificio è rimasto abbandonato per parecchi decenni, finché non è stato acquistato nel 2003 dal Comune di Villa, che ha destinato l'area ad un centro polifunzionale. Nei primi mesi del 2008 è cominciata la demolizione del vecchio complesso e i lavori per la costruzione del nuovo centro. Il 21 marzo 1964 il Prefetto di Reggio autorizzò il sign. Francesco Spatolisano, rappresentante legale della società Birra Aspromonte S.p.A., a cominciare la produzione industriale presso terreni fra Piale e Cannitello, ma il progetto cadde in disgrazia e non se ne fece più niente. Nel 1969, con finanziamenti ministeriali ECER per 335 mln di lire, si inaugurò la filiale della FIAT, operante sino alla fine degli anni novanta. In seguito a una lunga opera di ristrutturazione, dal 2003 l'edificio ospita un centro commerciale fra i più grandi della provincia reggina. Nuovi complessi industriali

22 CIRCOLO DIDATTICO VILLA SAN GIOVANNI Villa San Giovannia Dimensione EuropeaVilla San Giovannia Dimensione Europea VILLA SAN GIOVANNI Nel 1965 l'armatore Amedeo Matacena fondò la Caronte, la prima compagnia di navigazione privata ad effettuare il servizio di traghettamento nello Stretto di Messina, seguita nel 1967 dalla Tourist Ferry Boat del messinese Giuseppe Franza (le due società si sono fuse nel 2003, dando vita alla Caronte&Tourist, di proprietà dei Franza). Finì così l'era del monopolio delle Ferrovie dello Stato e le conseguenze per Villa non tardarono. Attendendo di poter usufruire di veri e propri approdi, le zattere della Caronte provenienti da Messina sbarcavano presso le spiagge di Pezzo e Cannitello finché la notte del 15 agosto 1968 non si abbassò il livello del sottopassaggio ferroviario fra la via Garibaldi ed il porto con camion e ruspe; successivamente venne costruito uno scivolo nel porto ed il 28 settembre 1968 iniziò le corse la prima linea di traghettamento privata fra Messina e Villa San Giovanni. Nei decenni seguenti le compagnie private di traghettamento si espansero sempre di più, sino a superare le FS: oggi le società dichiarano di trasportare l'80% del traffico di veicoli sullo Stretto, trasportando annualmente 2.300.000 automobili e 800.000 veicoli commerciali Le conseguenze per le città di Villa e Messina furono tuttavia in gran parte negative. Ben presto la presenza in pieno centro cittadino degli imbarchi privati comportò a Villa il passaggio di una quantità enorme di autoveicoli, provenienti dallo svincolo autostradale, per le vie cittadine, provocando la congestione del traffico urbano e un innalzamento del livello dell'inquinamento atmosferico a livelli preoccupanti. Da qualche anno, per cercare di porre rimedio a questi problemi, è stata avanzata l'ipotesi di spostare gli imbarchi delle società private in una nuova sede a sud del centro di Villa, direttamente collegata con lo svincolo dell'A3, evitando così gli ingorghi e l'inquinamento provocati dal passaggio dei mezzi gommati. L'avvento delle compagnie private di traghettamento

23 CIRCOLO DIDATTICO VILLA SAN GIOVANNI Villa San Giovannia Dimensione EuropeaVilla San Giovannia Dimensione Europea VILLA SAN GIOVANNI A partire dagli anni settanta Villa San Giovanni ha conosciuto una rapida crescita demografica, dovuta soprattutto ad un fenomeno di emigrazione interna che ha portato molti abitanti dei comuni limitrofi a spostarsi a Villa, prevalentemente per motivi di lavoro. Conseguentemente al veloce aumento dei residenti, gli ultimi decenni, specialmente a partire dai primi anni ottanta, hanno visto un'espansione del centro urbano ed una crescita dell'edificazione mai avute prima, in modo particolare nella zona di Pezzo e lungo il litorale, dove vaste zone prima interamente ricoperte di verde sono ora occupate da recenti costruzioni a carattere prettamente abitativo e commerciale. Villa ha attraversato uno dei periodi più difficili della sua storia fra il 1985 ed il 1991, periodo in cui una violentissima faida fra famiglie di 'ndrangheta ha insanguinato il reggino, coinvolgendo anche la cittadina dello Stretto e mietendo numerose vittime nella cittadinanza villese, fra cui il vicesindaco della città Giovanni Trecroci, assassinato l'11 febbraio 1990. Inoltre, il 9 agosto 1991 anno trovò la morte presso Piale, sulla Strada Provinciale che collega Villa con Campo Calabro, il giudice Antonino Scopelliti, noto per il suo lavoro contro Cosa Nostra, mentre si trovava in vacanza nel suo paese natale. La faida è finita nel 1991 e da allora non si sono più verificati a Villa atti di violenza di tale gravità. Oggi Villa si presenta ancora come una cittadina in continua espansione, registrando un aumento esponenziale dei cittadini di nazionalità straniera nell'ultimo decennio. Ultimi decenni

24 CIRCOLO DIDATTICO VILLA SAN GIOVANNI Villa San Giovannia Dimensione EuropeaVilla San Giovannia Dimensione Europea FONTANA VECCHIAFONTANA VECCHIA Già dal 1792 la benemerita famiglia Caracciolo aveva portato l'acqua a Villa, ma agli inizi del XIX secolo non si era ancora riusciti a innalzare una definitiva fontana in muratura per servire i fabbisogni della popolazione. Solo nel 1829 il Ministero dell'Interno aprovò definitivamente il progetto di questa fontana, simile a tempietto, su disegno dell'ingegnere Calabrò di Reggio, per una spesa di 127,38 ducati. Per la costruzione furono eletti due e poi tre deputati per fare eseguire il lavoro, ricordati nell'epigrafe collocata nella fontana insieme all'intendente Bonaventura Palamolla, mentre curiosamente non è neanche nominato colui che era stato il vero ideatore di questa fontana, nonché l'ideatore di Villa San Giovanni, cioè Rocco Antonio Caracciolo La fontana si innalzò dietro la dimora dei Caracciolo, nel rione oggi chiamato proprio Fontana Vecchia da questa costruzione. Nel 1903 arrivò a Villa l'acqua corrente e la fontana perse d'importanza, finché non fu definitivamente dismessa, e da allora venne chiamata Fontana Vecchia. È resistita a tutte le calamità naturali ed alle guerre che hanno più volte distrutto o gravemente danneggiato Villa ed oggi è il più antico monumento della città.

25 CIRCOLO DIDATTICO VILLA SAN GIOVANNI Villa San Giovannia Dimensione EuropeaVilla San Giovannia Dimensione Europea VILLA SAN GIOVANNI Tutte le chiese villesi datano la loro fondazione e costruzione originaria fra il XVIII ed il XIX secolo; dopo la distruzione causata dal disastroso terremoto del 1908, sono state tutte ricostruite fra gli anni venti e sessanta del secolo scorso. Le principali chiese del centro cittadino di Villa sono quella dedicata alla Madonna dell'Immacolata e quella della Madonna del Rosario. Le altre chiese, situate nei quartieri e nelle frazioni di Villa, sono: il Santuario della Madonna delle Grazie di Pezzo; la Chiesa di Santa Croce di Piale; la Chiesa di Maria Santissima di Porto Salvo di Cannitello; la Chiesa della Madonna del Rosario di Ferrito; la Chiesa dei Santi Cosma e Damiano di Acciarello. Edifici di culto

26 CIRCOLO DIDATTICO VILLA SAN GIOVANNI Villa San Giovannia Dimensione EuropeaVilla San Giovannia Dimensione Europea VILLA SAN GIOVANNI Già dal XVIII secolo esisteva presso il quartiere Fontana Vecchia una chiesetta dedicata alla Madonna del Rosario, oltre ad un'altra vicina intitolata a San Giovanni Battista. Verso la metà del XIX secolo, il sindaco Giovanni Corigliano, preoccupato per l'estetica urbana di Villa (che si riempiva di filande e ciminiere ma difettava di monumenti e chiese), propose la costruzione di un nuovo edificio sacro in un luogo che conciliasse le esigenze dei vari quartieri; si scelse allora di costruire l'opera in un'area del centro cittadino, corrispondente allo spazio dove sorge l'attuale chiesa. Tuttavia, quando si cominciavano già ad erigere i muri del tempio, vennero mosse delle obiezioni al progetto: si temeva che pure questa nuova chiesa venisse su infossata, come era successo alla vecchia chiesa dell'Immacolata, che a causa della costruzione della Strada Nazionale rimase circa 3-4 metri sotto il livello della strada stessa. Allora venne abbattuto tutto il costruito e il progetto della nuova chiesa del Rosario venne affidato al celebre architetto reggino Scopelliti, il quale fece erigere un alto terrapieno e progettò una maestosa chiesa in stile gotico. In pochi anni, grazie soprattutto alle offerte dei fedeli, la costruzione era giunta ad uno stadio avanzato ed era quasi terminata la costruzione della monumentale facciata con tre portali. Poi però, quando venne l'Unità d'Italia, congiunture politiche impedirono il completamento dell'opera; il Terremoto del 1908 distrusse gran parte di quell'edificio incompleto e non restò che abbatterlo. Al suo posto venne eretto un mercato coperto. Nel dopoguerra si sentì nuovamente l'esigenza di una seconda chiesa per il centro di Villa, oltre quella dell'Immacolata, e così si intraprese la costruzione di una nuova chiesa del Rosario, completata nei primi anni sessanta. Venne elevata a parrocchia il 1 aprile 1971 ed affidata sin da quella data ai Padri Somaschi, che dagli anni novanta reggono anche la parrocchia dell'Immacolata e quella di Piale. È quindi la più giovane delle parrocchie villesi, ma ha dietro di sé una storia secolare di devozione alla Madonna del Rosario e di incompiute. Chiesa della Madonna del Rosario Chiesa della Madonna del Rosario


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