La presentazione è in caricamento. Aspetta per favore

La presentazione è in caricamento. Aspetta per favore

Convegno Modelli concreti di circular economy Firenze, 16 ottobre 2014 Lo stato dell’arte della disciplina APEA nelle Regioni e l’opportunità di una Carta.

Presentazioni simili


Presentazione sul tema: "Convegno Modelli concreti di circular economy Firenze, 16 ottobre 2014 Lo stato dell’arte della disciplina APEA nelle Regioni e l’opportunità di una Carta."— Transcript della presentazione:

1 Convegno Modelli concreti di circular economy Firenze, 16 ottobre 2014 Lo stato dell’arte della disciplina APEA nelle Regioni e l’opportunità di una Carta Lo stato dell’arte della disciplina APEA nelle Regioni e l’opportunità di una Carta Alessandro Di Stefano

2 LE REGIONI CHE HANNO DISCIPLINATO IL TEMA APEA 9 le Regioni che hanno legiferato in materia di APEA: Abruzzo, Calabria, Emilia Romagna, Liguria, Marche, Piemonte, Puglia, Toscana, Sardegna 9 le Regioni che hanno legiferato in materia di APEA: Abruzzo, Calabria, Emilia Romagna, Liguria, Marche, Piemonte, Puglia, Toscana, Sardegna

3 LA SITUAZIONE NELLE ALTRE REGIONI Si rilevano situazioni differenziate: Esistenza di altre norme che agevolano la gestione ambientale delle aree produttive (es. leggi regionali sui consorzi di sviluppo industriale. Friuli Venezia Giulia, Sicilia, etc.) Riferimenti alle APEA contenuti in documenti di programmazione regionale (es. Documento Unico di Programmazione, Programma Operativo Regionale, Piano Territoriale Regionale) Normativa sulle APEA in corso di elaborazione (es. Lazio, Sardegna) Si rilevano situazioni differenziate: Esistenza di altre norme che agevolano la gestione ambientale delle aree produttive (es. leggi regionali sui consorzi di sviluppo industriale. Friuli Venezia Giulia, Sicilia, etc.) Riferimenti alle APEA contenuti in documenti di programmazione regionale (es. Documento Unico di Programmazione, Programma Operativo Regionale, Piano Territoriale Regionale) Normativa sulle APEA in corso di elaborazione (es. Lazio, Sardegna)

4 L’ANALISI COMPARATIVA DELLE NORME REGIONALI (2010) Ha riguardato: Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Liguria, Marche, Piemonte, Toscana. Si tratta di Regioni con normative particolarmente strutturate o consolidate, che hanno adottato anche altri strumenti di promozione (es. indirizzi tecnici, incentivi). Ha approfondito i temi ad oggi meno noti, per evidenziare analogie e problematiche ricorrenti. Ha riguardato: Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Liguria, Marche, Piemonte, Toscana. Si tratta di Regioni con normative particolarmente strutturate o consolidate, che hanno adottato anche altri strumenti di promozione (es. indirizzi tecnici, incentivi). Ha approfondito i temi ad oggi meno noti, per evidenziare analogie e problematiche ricorrenti.

5 ESITI DELL’ANALISI (i) Gli elementi principali che caratterizzano un’APEA sono uguali in tutte le Regioni: dotazioni territoriali di qualità; presenza di un gestore unitario delle reti e dei servizi (che realizza analisi ambientale, programma ambientale e sistema di monitoraggio presenza di un sistema di gestione ambientale d’area (SGA) auspicata o prevista in tutte le norme Convergenza non solo nel recepimento del Decreto Bassanini, ma anche nell’adozione di un approccio proprio dei SGA, vale a dire quello del miglioramento continuo. Una scelta comune. Gli elementi principali che caratterizzano un’APEA sono uguali in tutte le Regioni: dotazioni territoriali di qualità; presenza di un gestore unitario delle reti e dei servizi (che realizza analisi ambientale, programma ambientale e sistema di monitoraggio presenza di un sistema di gestione ambientale d’area (SGA) auspicata o prevista in tutte le norme Convergenza non solo nel recepimento del Decreto Bassanini, ma anche nell’adozione di un approccio proprio dei SGA, vale a dire quello del miglioramento continuo. Una scelta comune.

6 Nella metà delle Regioni analizzate (Marche, Piemonte e Toscana) è prevista l’attribuzione di una qualifica dello stato di APEA, mentre nell’altra metà la decisione dello status viene fatta esclusivamente sulla base di scelte pianificatorie. Nelle Regioni in cui è previsto un riconoscimento formale resta importante il ruolo svolto dagli strumenti di pianificazione, ma non sempre la normativa esprime la correlazione tra la fase di pianificazione (a monte) e di riconoscimento (a valle). Il riconoscimento della qualifica può avvenire a carico di soggetti diversi: Comune, Provincia, Regione, certificatori accreditati. Le scelte pianificatorie possono essere condotte a scale molto diverse: da quella comunale a quella regionale. Nella metà delle Regioni analizzate (Marche, Piemonte e Toscana) è prevista l’attribuzione di una qualifica dello stato di APEA, mentre nell’altra metà la decisione dello status viene fatta esclusivamente sulla base di scelte pianificatorie. Nelle Regioni in cui è previsto un riconoscimento formale resta importante il ruolo svolto dagli strumenti di pianificazione, ma non sempre la normativa esprime la correlazione tra la fase di pianificazione (a monte) e di riconoscimento (a valle). Il riconoscimento della qualifica può avvenire a carico di soggetti diversi: Comune, Provincia, Regione, certificatori accreditati. Le scelte pianificatorie possono essere condotte a scale molto diverse: da quella comunale a quella regionale. ESITI DELL’ANALISI (ii)

7 I requisiti prestazionali per le APEA vengono espressi diversamente nelle normative regionali: in alcuni casi sono presentati sotto forma di obiettivi da perseguire (Emilia Romagna, Piemonte), mentre in altri come misure standard da adottare (Marche, Toscana). In ogni caso, si concretizzano in dotazioni territoriali e servizi. Le dotazioni vengono indicate talvolta in maniera più generica (es. Liguria), mentre in altri casi con estremo dettaglio (es. Toscana) e si possono riferire all’intera area o alla singola impresa (es. Marche). Anche i criteri per il riconoscimento di APEA, nelle Regioni per cui è previsto, possono essere di tipo gestionale (es. Piemonte) oppure maggiormente indirizzati alla dotazione (es. Toscana). I requisiti prestazionali per le APEA vengono espressi diversamente nelle normative regionali: in alcuni casi sono presentati sotto forma di obiettivi da perseguire (Emilia Romagna, Piemonte), mentre in altri come misure standard da adottare (Marche, Toscana). In ogni caso, si concretizzano in dotazioni territoriali e servizi. Le dotazioni vengono indicate talvolta in maniera più generica (es. Liguria), mentre in altri casi con estremo dettaglio (es. Toscana) e si possono riferire all’intera area o alla singola impresa (es. Marche). Anche i criteri per il riconoscimento di APEA, nelle Regioni per cui è previsto, possono essere di tipo gestionale (es. Piemonte) oppure maggiormente indirizzati alla dotazione (es. Toscana). ESITI DELL’ANALISI (iii)

8 In tutte le norme regionali è prevista una struttura di riferimento per la gestione dell’area (soggetto gestore, soggetto responsabile, gestore unico, ecc. nel caso delle APEA, Consorzio nel caso del Friuli VG). Le indicazioni relative alle caratteristiche del gestore unitario sono piuttosto ampie: natura che può essere pubblica, privata o mista, forma societaria che può essere consortile, società per azioni, ecc. Un’indicazione ricorrente è quella di individuare un soggetto che sia rappresentativo delle realtà locali. In tutte le norme regionali è prevista una struttura di riferimento per la gestione dell’area (soggetto gestore, soggetto responsabile, gestore unico, ecc. nel caso delle APEA, Consorzio nel caso del Friuli VG). Le indicazioni relative alle caratteristiche del gestore unitario sono piuttosto ampie: natura che può essere pubblica, privata o mista, forma societaria che può essere consortile, società per azioni, ecc. Un’indicazione ricorrente è quella di individuare un soggetto che sia rappresentativo delle realtà locali. ESITI DELL’ANALISI (iv)

9 Nella metà delle Regioni analizzate (Emilia Romagna, Marche e Toscana) è prevista la costituzione di una struttura che controlli il gestore unitario e che sia referente/interlocutore per il suo operato. In tutte e tre le regioni si tratta di strutture che vedono la partecipazione degli enti locali (Comuni e Province) ed, eventualmente, di rappresentanti del mondo produttivo come le associazioni di categoria e le camere di commercio. Tali strutture sono referenti per il monitoraggio delle prestazioni ambientali dell’APEA, di cui è responsabile il gestore unitario. Nella metà delle Regioni analizzate (Emilia Romagna, Marche e Toscana) è prevista la costituzione di una struttura che controlli il gestore unitario e che sia referente/interlocutore per il suo operato. In tutte e tre le regioni si tratta di strutture che vedono la partecipazione degli enti locali (Comuni e Province) ed, eventualmente, di rappresentanti del mondo produttivo come le associazioni di categoria e le camere di commercio. Tali strutture sono referenti per il monitoraggio delle prestazioni ambientali dell’APEA, di cui è responsabile il gestore unitario. ESITI DELL’ANALISI (v)

10 In tutte e sei le Regioni sono previste forme di semplificazione per le imprese che operano all’interno di un’APEA, ma espliciti riferimenti all’autorizzazione unica ai sensi del Decreto Bassanini si trovano nelle leggi regionali di Emilia Romagna, Marche, e Toscana, con particolari riferimenti ai settori Acqua e Rifiuti. In Emilia Romagna e Marche sono anche previsti incrementi delle soglie dimensionali per le opere soggette a Valutazione di Impatto Ambientale all’interno delle APEA. In tutte e sei le Regioni sono previste forme di semplificazione per le imprese che operano all’interno di un’APEA, ma espliciti riferimenti all’autorizzazione unica ai sensi del Decreto Bassanini si trovano nelle leggi regionali di Emilia Romagna, Marche, e Toscana, con particolari riferimenti ai settori Acqua e Rifiuti. In Emilia Romagna e Marche sono anche previsti incrementi delle soglie dimensionali per le opere soggette a Valutazione di Impatto Ambientale all’interno delle APEA. ESITI DELL’ANALISI (vi)

11 Coinvolgimento delle imprese può avvenire attraverso: strumenti che regolano i rapporti tra Gestore Unitario e singola impresa (convenzioni, disciplinari) accordi sottoscritti dal Gestore Unitario e una pluralità di imprese (programma ambientale d’area) regolamenti applicabili all’area produttiva forma organizzativa del Gestore (es. struttura consortile) sistema di gestione ambientale d’area, partenariale Coinvolgimento delle imprese può avvenire attraverso: strumenti che regolano i rapporti tra Gestore Unitario e singola impresa (convenzioni, disciplinari) accordi sottoscritti dal Gestore Unitario e una pluralità di imprese (programma ambientale d’area) regolamenti applicabili all’area produttiva forma organizzativa del Gestore (es. struttura consortile) sistema di gestione ambientale d’area, partenariale ESITI DELL’ANALISI (vii)

12 LE FORME DI SUPPORTO  Finanziamenti diretti  Priorità nell’assegnazione di fondi pubblici  Semplificazioni nei provvedimenti amministrativi  Agevolazioni fiscali e abbattimento oneri  Finanziamenti diretti  Priorità nell’assegnazione di fondi pubblici  Semplificazioni nei provvedimenti amministrativi  Agevolazioni fiscali e abbattimento oneri

13 LE SEMPLIFICAZIONI RILEVATE Si è osservata una sola tipologia di semplificazione (4 casi): autorizzazione unica allo scarico delle acque reflue. Prevista dal T.U. Ambiente (art. 124 D. Lgs. 152/2006) applicabile a qualsiasi scarico congiunto proveniente da più stabilimenti – quindi a qualsiasi area industriale); non è semplificazione specifica per le APEA, così come prevista dal decreto Bassanini (D.Lgs. N.112/1998) Nei casi osservati l’autorizzazione unica è associata alla presenza di determinate infrastrutture: i singoli stabilimenti conferiscono i propri reflui, tramite rete fognaria locale (pubblica o appartenente al soggetto gestore dell’area), ad un depuratore gestito da un unico soggetto, che risulta quindi il titolare dell’autorizzazione allo scarico finale e che ha implementato un sistema di controllo dei contributi parziali. Si è osservata una sola tipologia di semplificazione (4 casi): autorizzazione unica allo scarico delle acque reflue. Prevista dal T.U. Ambiente (art. 124 D. Lgs. 152/2006) applicabile a qualsiasi scarico congiunto proveniente da più stabilimenti – quindi a qualsiasi area industriale); non è semplificazione specifica per le APEA, così come prevista dal decreto Bassanini (D.Lgs. N.112/1998) Nei casi osservati l’autorizzazione unica è associata alla presenza di determinate infrastrutture: i singoli stabilimenti conferiscono i propri reflui, tramite rete fognaria locale (pubblica o appartenente al soggetto gestore dell’area), ad un depuratore gestito da un unico soggetto, che risulta quindi il titolare dell’autorizzazione allo scarico finale e che ha implementato un sistema di controllo dei contributi parziali.

14 ALCUNE CONSIDERAZIONI (i)  Le iniziative analizzate sono spesso esperienze recenti, perciò molti processi sono in divenire e dovrebbero raggiungere risultati rilevanti nel medio periodo. Anche lo sviluppo delle potenzialità del Soggetto Gestore risulta spesso in una fase di evoluzione  Le APEA nelle regioni italiane sono molto diverse tra loro, per dimensioni (da meno di 10 ettari a oltre 500) e condizioni morfologiche (pianura, collina).  Tutte sono localizzate in posizione strategica relativamente alle infrastrutture viarie.  La flessibilità nell’applicazione della normativa sulle APEA risulta un fattore positivo.  Le iniziative analizzate sono spesso esperienze recenti, perciò molti processi sono in divenire e dovrebbero raggiungere risultati rilevanti nel medio periodo. Anche lo sviluppo delle potenzialità del Soggetto Gestore risulta spesso in una fase di evoluzione  Le APEA nelle regioni italiane sono molto diverse tra loro, per dimensioni (da meno di 10 ettari a oltre 500) e condizioni morfologiche (pianura, collina).  Tutte sono localizzate in posizione strategica relativamente alle infrastrutture viarie.  La flessibilità nell’applicazione della normativa sulle APEA risulta un fattore positivo.

15  Gli strumenti di promozione più utilizzati sono: linee guida e manuali tecnici, progetti sperimentali, finanziamenti  La grande maggioranza delle aree mappate riguardano l’ampliamento di ambiti esistenti (contenimento della dispersione insediativa). Le zone di espansione rivestono un ruolo cruciale come motore per la riqualificazione dell’area nel suo complesso  Il tema APEA suscita interesse anche al di fuori delle Regioni che hanno disciplinato la materia  Gli strumenti di promozione più utilizzati sono: linee guida e manuali tecnici, progetti sperimentali, finanziamenti  La grande maggioranza delle aree mappate riguardano l’ampliamento di ambiti esistenti (contenimento della dispersione insediativa). Le zone di espansione rivestono un ruolo cruciale come motore per la riqualificazione dell’area nel suo complesso  Il tema APEA suscita interesse anche al di fuori delle Regioni che hanno disciplinato la materia ALCUNE CONSIDERAZIONI (ii)

16 LE REGIONI COINVOLTE: Emilia Romagna, Liguria, Marche, Piemonte, Sardegna, Toscana, Friuli Venezia Giulia Le INIZIATIVE:  definire un vocabolario comune  definire criteri minimi comuni per le APEA, condivisi a livello nazionale  costruire un registro delle Aree Ecologicamente Attrezzate  attuare in maniera coordinata le semplificazioni amministrative per le imprese insediate nelle APEA LE REGIONI COINVOLTE: Emilia Romagna, Liguria, Marche, Piemonte, Sardegna, Toscana, Friuli Venezia Giulia Le INIZIATIVE:  definire un vocabolario comune  definire criteri minimi comuni per le APEA, condivisi a livello nazionale  costruire un registro delle Aree Ecologicamente Attrezzate  attuare in maniera coordinata le semplificazioni amministrative per le imprese insediate nelle APEA IL GRUPPO DI LAVORO DELLA RETE CARTESIO

17 La Carta per lo sviluppo delle Aree Produttive Ecologicamente Attrezzate in Italia – Presupposti politici a.la riduzione della dispersione insediativa e la riduzione degli impatti da attività industriale attraverso un approccio cooperativo (cluster approach) possono raggiungere il massimo beneficio attraverso la convergenza di applicazioni nelle diverse Regioni italiane; b.il marketing territoriale rappresenta una leva importante per l’attrattività degli investimenti e per la valorizzazione delle green production locali anche nella prospettiva di invertire l’attuale ciclo economico ed innescare una ripresa trainata da un settore industriale più sostenibile; c.le Aree Produttive Ecologicamente Attrezzate possono svolgere un ruolo di primo piano sia per la portata degli investimenti richiesti sia per la capacità di realizzare vantaggi a favore delle imprese localizzate: economie di scala, Gestore Unico di area, alla possibilità di ridurre gli oneri per i carichi amministrativi; a.la riduzione della dispersione insediativa e la riduzione degli impatti da attività industriale attraverso un approccio cooperativo (cluster approach) possono raggiungere il massimo beneficio attraverso la convergenza di applicazioni nelle diverse Regioni italiane; b.il marketing territoriale rappresenta una leva importante per l’attrattività degli investimenti e per la valorizzazione delle green production locali anche nella prospettiva di invertire l’attuale ciclo economico ed innescare una ripresa trainata da un settore industriale più sostenibile; c.le Aree Produttive Ecologicamente Attrezzate possono svolgere un ruolo di primo piano sia per la portata degli investimenti richiesti sia per la capacità di realizzare vantaggi a favore delle imprese localizzate: economie di scala, Gestore Unico di area, alla possibilità di ridurre gli oneri per i carichi amministrativi;

18 La Carta per lo sviluppo delle Aree Produttive Ecologicamente Attrezzate in Italia – Presupposti politici d. la comparabilità e la chiarezza delle caratteristiche delle APEA rappresentano importanti fattori di trasparenza nei confronti dei cittadini e degli operatori economici; e.le APEA sono orientate al miglioramento della competitività e delle prestazioni ambientali e sociali, e questi obiettivi vengono perseguiti attraverso le dotazioni territoriali e i servizi eco-innovativi; f.le APEA rappresentano un elemento fondamentale per la costruzione di politiche industriali sostenibili. d. la comparabilità e la chiarezza delle caratteristiche delle APEA rappresentano importanti fattori di trasparenza nei confronti dei cittadini e degli operatori economici; e.le APEA sono orientate al miglioramento della competitività e delle prestazioni ambientali e sociali, e questi obiettivi vengono perseguiti attraverso le dotazioni territoriali e i servizi eco-innovativi; f.le APEA rappresentano un elemento fondamentale per la costruzione di politiche industriali sostenibili.

19 La Carta per lo sviluppo delle Aree Produttive Ecologicamente Attrezzate in Italia Con la Carta le Regioni firmatarie si impegnano a: definire un vocabolario comune, teso a omogeneizzare la terminologia afferente il tema delle Aree Produttive Ecologicamente Attrezzate; definire criteri minimi comuni per le Aree Produttive Ecologicamente Attrezzate, che siano condivisi a livello nazionale e che agevolino la comparabilità tra le regioni; Costruire un registro delle Aree Produttive Ecologicamente Attrezzate, quale strumento utile ad individuare in maniera chiara le aree produttive ecologicamente attrezzate presenti sul territorio nazionale, a disposizione dei cittadini, degli enti locali e degli operatori economici. Il registro potrà rispondere ad esigenze sia conoscitive (mappatura delle aree) sia di benchmarking. Eventualmente potrà rappresentare anche uno strumento al servizio delle Amministrazioni per veicolare agevolazioni e incentivi;

20 La Carta per lo sviluppo delle Aree Produttive Ecologicamente Attrezzate in Italia Con la Carta le Regioni firmatarie si impegnano a: Promuovere, utilizzando gli strumenti normativi e finanziari più opportuni, tecnologie per l’efficienza energetica e il miglioramento ambientale nelle aree produttive, incentivando anche lo sviluppo di nuove eco-imprese, soluzioni di simbiosi industriale, gestione ambientale e riuso e risparmio delle risorse; Sviluppare e dare concreta attuazione alle previsioni dell’art. 26 del D.Lgs. 112/98 in materia di semplificazioni amministrative per le imprese insediate nelle Aree Produttive Ecologicamente Attrezzate, relative ai procedimenti amministrativi, comprese le autorizzazioni uniche in materia ambientale; Attuare politiche territoriali convergenti e sinergiche per la sostenibilità delle aree produttive, che attribuiscano un ruolo preminente allo sviluppo delle Aree Produttive Ecologicamente Attrezzate

21 La Carta per lo sviluppo delle Aree Produttive Ecologicamente Attrezzate in Italia Le suddette attività verranno svolte nell’ambito di un tavolo di lavoro interregionale in materia di Aree Produttive Ecologicamente Attrezzate, costituito tra i sottoscrittori della presente Carta e supportato dalla Rete CARTESIO

22 www.retecartesio.it Grazie per l’attenzione


Scaricare ppt "Convegno Modelli concreti di circular economy Firenze, 16 ottobre 2014 Lo stato dell’arte della disciplina APEA nelle Regioni e l’opportunità di una Carta."

Presentazioni simili


Annunci Google