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C omune di Vernio San Quirico Il Casone e la Compagnia di San Niccolò di Bari a cura della Dott.ssa Arch. Marta Papi Capoluogo del Comune, l’abitato di.

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Presentazione sul tema: "C omune di Vernio San Quirico Il Casone e la Compagnia di San Niccolò di Bari a cura della Dott.ssa Arch. Marta Papi Capoluogo del Comune, l’abitato di."— Transcript della presentazione:

1 C omune di Vernio San Quirico Il Casone e la Compagnia di San Niccolò di Bari a cura della Dott.ssa Arch. Marta Papi Capoluogo del Comune, l’abitato di S. Quirico sorge lungo la Val di Bisenzio sulla sponda sinistra del torrente Fiumenta ai piedi della Rocca comitale. Proprietà in epoca medievale degli Alberti è divenuto nel 1332 dei Conti Bardi, provenienti dalla vicina città di Firenze. Sin dal Duecento il complesso del Casone ha avuto un ruolo preminente nell’amministrazione dei feudo, del quale ha costituito a lungo il centro più importante, a San Quirico infatti aveva sede la corte di giustizia. Nonostante la successiva occupazione francese e la soppressione del feudo imperiale, il Casone è rimasto il centro amministrativo dell’intero territorio, sino a quando con l’annessione al Granducato di Toscana (1815) è divenuto sede del nuovo Comune di Vernio. Carta della Provincia di Prato Scala 1:250.000 Pianta della Contea di Vernio dei Signori Bardi Conti e Vicari Imperiali perpetui del detto feudo Carlo Raffaello Paganelli, Agrimensore, 1780 (Archivio Bardi di Vernio, Castello di Poppiano, carta sciolta) (Per passare alle pagine successive è sufficiente cliccare 1 volta)

2 Alla morte del Conte Ridolfo dei Bardi, avvenuta nel 1693, i Canonici del Duomo di Firenze, quali esecutori delle volontà testamentarie del medesimo, avviarono imponenti lavori per la ristrutturazione del palazzo del Casone e la costruzione di un nuovo oratorio sede della Compagnia di San Niccolò di Bari e della galleria che li congiunge, così come viene riportato nel cartiglio posto sopra la porta d’ingresso del palazzo. Il progetto venne affidato all’Architetto fiorentino Giovan Battista Bettini, che in soli tre anni, dal 1703 al 1706 riuscì a completarlo. I primi interventi riguardarono il palazzo per trasformare e regolarizzare, soprattutto nella zona posteriore, l’edificio preesistente ed il terreno contiguo. Secondo gli intendimenti infatti il Casone doveva diventare non più solo abitazione ma avere stanze per l’amministrazione della Compagnia e per le riunioni dei confratelli. Scalinata in pietra serena di forma ellittica che dalla Galleria conduce al vestibolo della Chiesa di S. Niccolò di Bari

3 La Chiesa della Compagnia di San Niccolò La chiesa della Compagnia si differenzia dalle strutture vicine, pur mantenendo gli stessi materiali e la stessa sobrietà, perché caratterizzata da un alto prospetto inquadrato da lunghe lesene binate in pietra sulle quali poggia un timpano ornato sui lati da due faci in terracotta, un’articolata scala a doppia rampa diventa l’unico elemento che fuoriesce dal filo delle facciate di tutto il complesso. Internamente si presenta con una vasta aula, alta e luminosa, di forme classiche e severe, frutto sia di una scelta culturale dei committenti ma soprattutto dei restauri ottocenteschi che hanno eliminato parte degli stucchi di Giovan Martino Portogalli. Il coro, coperto da volta a vela, è forato da tre eleganti finestroni trapezoidali, che illuminano l’altare in marmo bianco con inserti policromi. Dopo un lungo restauro, è stato recentemente rimontato l’organo acquistato dai confratelli della Compagnia nel 1852. Madonna col Bambino in gloria ed in basso S. Nicola da Bari XVIII sec Attribuita ad Anton Maria Pucci Alessandro Gherardini, 1707 S. Nicola di Bari in gloria, ciborio

4 La Cappella della Madonna dei Dolori Massimiliano Soldani Benzi XVIII sec. Ritratto del conte Ridolfo de’ Bardi,Vernio Massimiliano Soldani Benzi, XVIII sec. Amorini che distillano le rose Massimiliano Soldani Benzi, XVIII sec. Acquasantiera Giovan Camillo Sagrestani, XVIIIsec. Santi in adorazione della Vergine addolorata La presenza di un importante famiglia come i Bardi, provenienti dalla vicina città di Firenze e ricchi banchieri, ha fatto sì che per la realizzazione e l’arredo di questo complesso, in particolare della chiesa, fossero presenti architetti, scultori e pittori che nel Settecento andavano per la maggiore, ritroviamo infatti Massimiliano Soldani Benzi, Giovan Martino Portogalli, Antonio Maria Pucci ed altri.


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