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Apollo e Marsia – Le Metamorfosi di Ovidio – Libro VI

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Presentazione sul tema: "Apollo e Marsia – Le Metamorfosi di Ovidio – Libro VI"— Transcript della presentazione:

1 Apollo e Marsia – Le Metamorfosi di Ovidio – Libro VI

2 Riassunto del Mito da “Metamorfosi”.
Un giorno Atena, per riprodurre il lamento lanciato dalle Gorgoni quando Perseo decapitò Medusa, inventò uno strumento a fiato, l’aulòs, una sorta di flauto. Dopo qualche tempo, al termine di un banchetto, la dea per compiacere Zeus e gli altri convitati, prese lo strumento ed iniziò a suonare. La musica era piacevole,ma Era ed Afrodite scoppiarono a ridere. Lei, offesa, fuggì dall’Olim- po fermandosi nei pressi di una fonte, nella selva del Monte Ida. Qui riprese a suonare lo strumento, ma ve- dendo il suo volto deformato dallo sforzo di suonare nel flauto, lo gettò via, maledicendo chiunque l’avesse rac- colto. L’aulòs venne trovato dal satiro Marsia che in poco

3 Riassunto del Mito di Apollo e Marsia.
tempo divenne abilissimo a suonarlo. La fama acquisita era tale che un giorno il satiro lanciò sfrontato una sfida ad Apollo, dio della musica, certo di poterlo battere. Il dio accettò e chiamo le Muse a giudicare la contesa. In un primo momento la giuria decretò un pareggio tra i due sfidanti, ma Apollo non soddisfatto, sfidò Marsia a capovolgere lo strumento e suonarlo. Apollo ovviamente ci riuscì facilmente con la lira, mentre per Marsia fu impossibile e ciò segnò la vittoria del Dio, che decise di punire Marsia per la sua superbia, legandolo ad un albero e scorticandolo vivo, mentre attorno a loro ninfe e fauni piangevano creando un fiume che prese il suo nome.

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5 Caratteristiche di Apollo.
Apollo è una divinità dell'antica Grecia, dio delle arti, della medicina, della musica e della profezia. Era patrono della poesia e delle Muse ed era anche un famoso arciere; si narrava che fosse in grado di scatenare col suo arco terribili pestilenze ai popoli che gli si opponevano. Nella tarda antichità greca Apollo venne riconosciuto anche come dio del Sole, e sostituì Helios come portatore di luce e auriga del cocchio solare. Come dio greco, Apollo è figlio illegittimo di Zeus e di Leto e il fratello gemello di Artemide (Diana a Roma), dea della caccia.

6 Caratteristiche di Marsia.
Secondo i miti greci e romani Marsia era un satiro di origine frigia, che aveva avuto l’ardire di sfidare il dio Apollo. La sfida si era però conclusa con la vittoria del dio, che per punire la sua superbia lo fece legare ad un albero e lo scorticò vivo. I satiri, le ninfe ed i fauni piangendo la dipartita del loro compagno crearono una sorgente d’acqua, che prese il nome di Marsia.

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8 Properzio, Elegie, II, 30, 16-18 28-16 a.C.
Varcato il fiume Alis, entrarono nella Frigia e, avanzando attraverso questa regione, giunsero a Celene, dove sgorgano le sorgenti del Meandro e di un altro fiume non meno importante del Meandro, che si chiama Catarracte e che scaturisce proprio dalla piazza principale di Celene per poi gettarsi nel Meandro. Là sta appeso l’otre fatto con la pelle del Sileno Marsia: costui, a quanto narrano i Frigi, fu scorticato da Apollo e la su pelle fu da lui appesa in quel luogo.

9 Senofonte, Anabasi, I, 2, 8 A Celene sorge anche un palazzo
fortificato del Gran Re, situato ai piedi dell’acropoli vicino alle sorgenti del fiume Marsia, che attraversa anch’esso la città e si getta nel Meandro. È largo venticinque piedi. Là, si narra, Apollo scorticò Marsia, dopo averlo vinto in una gara di abilità, e ne appese la pelle nella grotta da cui scaturiscono le sorgenti del fiume: per questo motivo il fiume si chiama Marsia.

10 Ovidio, Fasti, 6, [parla Minerva] “Nel mese di marzo c’è una festività di nome Quinquatri che è a me dedicata. Fui io la prima a far sì che il flauto lungo emettesse dei suoni, i quali mi piacquero ma, osservandomi il viso riflesso nell’acqua limpida, vidi le mie guance rigonfie. “Addio flauto mio!”, dissi, “quest’arte non vale un prezzo così eleva- to”. Lo gettai via ed esso cadde sul manto erboso della riva. Lo trovò un satiro che dapprima […] l’osservò meravigliato, e poi, soffiando, scoprì che emetteva dei suoni. Apprendendo a suonare lo strumento, cominciò a vantarsi con le ninfe e arrivò a sfidare Febo. Dopo averlo sconfitto, Febo lo appese e dalla sua pelle fece uscire a pezzi la carne. Resto però io l’inventrice, colei che ha suonato per prima questo tipo di musica: ed è per questa ragione che questi artisti onorano la mia festa”.

11 Giovanni de Bonsignori, Ovidio Metamorphoseos Vulgare, cap XXX; 1375-77
Giovanni De Bonsignori nel corso della sua opera narra in volga- re la stessa vicenda di cui tratta il mito delle Metamorfosi. Si può notare l’attenzione particolare per i personaggi divini al- l’interno del mito (Pallade Atena, Giove, Apollo, ecc.), i quali spesso vengono citati con il loro nome latino (Pallas) o sempli- cemente in volgare. In quello che si identifica come un com- mento all’opera ovidiana si rileva una grande attenzione per i particolari del mito, come possiamo notare per il banchetto (cit.), per l’impegno nell’evidenziare le descrizioni, stile tipico del periodo storico – letterario e anche nell’interesse finale per l’esito dello scontro e lo scorticamento del satiro Marsia.

12 Oscar Wilde (1854 – 1900) Il ritratto di Dorian Gray
<< Sei proprio meraviglioso, Dorian. Non sei mai stato bello come stasera. Mi ricordi il giorno in cui ti vidi per la prima volta. Eri piuttosto sfacciato, molto timido e assolutamente straordinario, certo sei cambiato, ma non nell’aspetto. Vorrei che mi dicessi il tuo segreto [...]>>

13 Mi pare che tu sia il giovane Apollo e io Marsia che l’ascolta.
Intimamente soffro, Dorian, per cose che nemmeno tu sai. La tragedia della vecchiaia non sta nel fatto di essere vecchi ma in quello di essere giovani. A volte la mia stessa sincerità mi sorprende. Ah, Dorian, come sei felice! Che vita splendida hai avuto! Hai bevuto a sazietà ogni cosa, hai mangiato l’uva direttamente dal grappolo, nulla ti è rimasto nascosto e tutto è stato per te solo il suono della musica. Non ti ha logorato. Sei sempre lo stesso.>> Dorian incomincia a suonare un pezzo al pianoforte ed il suo amico Harry paragona se stesso a Marsia e Dorian ad Apollo. Come un Dio, Dorian suona in un modo impeccabile e conserva intatta la propria bellezza e giovinezza, al pari di quella del dio immortale, conosciuto per il suo aspetto aitante.

14 Lavoro svolto da Giulia Flor Caguana Barrios, Lucilla Melandri, Lorenzo Pappi e Andrea Torsello GRAZIE PER L’ATTENZIONE !


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