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Turismo sostenibile e Progettazione del Tempo Libero UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI TERAMO Facoltà Scienze Politiche Corso di Laurea in “Scienze del Turismo”

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Presentazione sul tema: "Turismo sostenibile e Progettazione del Tempo Libero UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI TERAMO Facoltà Scienze Politiche Corso di Laurea in “Scienze del Turismo”"— Transcript della presentazione:

1 Turismo sostenibile e Progettazione del Tempo Libero UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI TERAMO Facoltà Scienze Politiche Corso di Laurea in “Scienze del Turismo” A.A. 2015 - 2016 “Il Turismo sostenibile” Marco Confalonieri, Giappichelli Ed. – 2008 Capitolo Terzo

2 Il turismo e gli impatti sulle destinazioni Le fasi di sviluppo di una località turistica (Touristic Area Life Cycle)

3 Il turismo e gli impatti sulle destinazioni Secondo il modello di sviluppo del turismo di Butler, il ciclo di vita di una destinazione attraversa sei fasi: -Esplorazione -Coinvolgimento -Sviluppo -Consolidamento -Stagnazione (stasi) -Declino e/o rinnovamento

4 La fase dell’esplorazione La località è visitata da un numero ridotto di turisti-esploratori (pionieri) che tendono ad evitare viaggi organizzati. Bellezze naturali, dimensione e cultura sono l’attrattiva principale, ma il numero dei visitatori è limitato dalla mancanza di collegamenti e di attrezzature. In questa fase sono determinanti l’incontaminazione dal turismo di massa e la facilità di contatti con la popolazione locale.

5 La fase del coinvolgimento Le comunità locali devono decidere se optare per uno sviluppo del turismo, di che tipo e di che dimensione. Forniture di servizi e lancio pubblicitario portano ad una significativa crescita del numero dei visitatori. La creazione di una stagione turistica e di un’area di mercato permettono di fare pressione sul settore pubblico per la fornitura di infrastrutture e l’attivazione di controlli. A questo punto è cruciale la presenza di adeguati processi decisionali in rispetto dei limiti imposti dalla capacità di carico e dalla sostenibilità.

6 La fase di sviluppo In alta stagione il numero dei visitatori è uguale, se non superiore, al numero dei residenti. L’organizzazione del turismo spesso cambia perché il controllo passa dai locali a imprese esterne che forniscono prodotti ed attrezzature. Tali imprese possono avere obiettivi e tempi diversi rispetto ai locali in termini di sviluppo sostenibile. E’ qui che solitamente sorgono problemi ambientali, se le strutture locali preposte ai processi di policy risultano essere troppo deboli.

7 La fase di sviluppo Il controllo del settore pubblico locale può, a sua volta, essere condizionato dalla programmazione nazionale e regionale necessarie per individuare mercati internazionali appetibili, dove i viaggi sono venduti soprattutto attraverso circuiti commerciali. La criticità di questa fase risiede proprio in questo tipo di organizzazione esterna che può alterare l’essenza del luogo e abbassarne la qualità. Primi sintomi di “fastidio” da parte dei residenti nei confronti dei turisti.

8 La fase di consolidamento La percentuale di crescita dei visitatori diminuisce anche se il numero totale è ancora in aumento e supera quello dei residenti permanenti. Ora la località è una destinazione ben consolidata sul mercato e ben identificabile.

9 La fase di stasi Ormai raggiunti i volumi di turismo da alta stagione, la destinazione – non più alla moda - può contare solo sulle visite ripetute da parte di viaggiatori abitudinari. Si tenta anche, spesso inutilmente, un utilizzo commerciale delle strutture e delle attrezzature. Ci si trova di fronte a problemi ambientali, economici e sociali e a dover fare i conti con località concorrenti in fase di consolidamento.

10 La fase di declino I visitatori si dirigono ormai verso nuove aree; si riduce il bacino di utenza geografico e il turismo è ridotto a visite giornaliere o a week-end. Il declino tuttavia non va considerato come un evento inevitabile dal momento che si potrebbe incentivare le visite cercando nuovi mercati, riposizionando la località o trovando nuove utilizzazioni delle strutture.

11 La fase di rinnovamento I manager della destinazione possono decidere di rinnovarla cercando nuovi mercati o modificando l’offerta. Si tendono a proteggere i segmenti di mercato fedeli alla destinazione pur cercandone di nuovi, nella speranza di stabilizzare il numero di visitatori, combattere la stagionalità e ridurre la dipendenza dai segmenti di mercato in declino.

12 La fase di rinnovamento Tali strategie sono di difficile attuazione poiché ci si trova a trattare con una vasta pluralità di strutture e non con un unico prodotto di consumo come avviene nell’industria manifatturiera. Ciò rende differente il ciclo di vita di un prodotto industriale da quello di un prodotto turistico: il turismo è strettamente intrecciato con la vita delle destinazioni in termini di occupazione e trasporti.

13 L’evoluzione delle destinazioni La curva del TALC ovviamente varia tra le diverse destinazioni e dipende da fattori quali: -La velocità di passaggio da una fase all’altra; -L’accessibilità; -La politica di governo; -Le tendenze di mercato; -Le destinazioni concorrenti.

14 L’evoluzione delle destinazioni Ciascun fattore può ritardare o accelerare il progresso nelle varie fasi: lo sviluppo può interrompersi in qualsiasi momento del ciclo. Anche la durata di ciascuna fase e, dunque, del ciclo stesso, sono variabili: a fronte di destinazioni “improvvisate” che crescono velocemente, ce ne sono altre che impiegano decenni per evolvere dalla scoperta alla ricoperta.

15 L’evoluzione delle destinazioni La forma della curva varia in dipendenza di fattori collaterali quali: -investimenti; -limiti di capacità; -impatti turistici; -risposte di programmazione.

16 Qualità ambientale e turismo La numerosità dei visitatori incide sulla qualità di vita di una destinazione: dove c’è un turismo di massa, si registra un abbassamento del livello qualitativo dell’ambiente. Laddove si interviene con pianificazioni atte a ridurre il numero dei visitatori, si registra un aumento, anche se non altamente significativo, di tale livello.

17 Qualità ambientale e turismo Si è registrato che anche quelle aree poco note che decidono di migliorare la propria qualità attraverso l’insediamento di attività turistiche, finiscono per sfruttare le risorse selvaggiamente, superando di gran lunga la soglia del limite di sostenibilità ambientale, economica e sociale dell’area.

18 Due miti da sfatare … Nella contrapposizione fra turismo di massa e turismo d’élite: -Il turismo di lusso NON è il più ecologico; -Il turismo di massa NON è più redditizio né per i singoli operatori, né per le comunità che lo promuovono. Il turismo sostenibile deve essere il veicolo attraverso il quale creare nuove forme di sviluppo che modifichino, allungandolo, il ciclo di vita delle destinazioni.

19 La dimensione economica negativa del turismo sostenibile In teoria il turismo deve contribuire ad un’equa ridistribuzione della ricchezza; in pratica tale assunto viene vanificato spesso dal fatto che tale ricchezza resta nei luoghi di origine (paesi con un alto tasso di sviluppo economico) lasciando, in quelli di destinazione, equilibri precari (fenomeno del leakage).

20 Il leakage Leakage interno: perdita di valuta estera relativa ad attività originate all’interno dell’organizzazione che fornisce il servizio pagato in loco (ad esempio stipendi di lavoratori stranieri che riportano in patria tali compensi); Leakage esterno: costi originati all’esterno dell’organizzazione erogatrice che, non essendo pagati in loco, sono di difficile quantificazione (servizi offerti da T.O o vettori stranieri). Nei pacchetti turistici A.I. l’80% del costo al viaggiatore non genera reddito al paese ospitante.

21 I leakage “invisibili” Leakage invisibili: si riferiscono ad attività finanziarie connesse con evasioni fiscali, operazioni off-shore e investimenti di varia natura, che possono coinvolgere anche la dimensione ambientale e sociale di un’area, apportando criticità alle possibilità di sviluppo sostenibile.

22 La dimensione economica positiva del turismo sostenibile Maggiori entrate Creazione di posti di lavoro Miglioramento del sistema infrastrutturale Incremento delle opportunità imprenditoriale Diversificazione delle attività economiche Valorizzazione delle risorse artistiche, culturali e naturali.

23 Gli impatti economici Impatti diretti: spese sostenute dal turista (in albergo, al ristorante, nei negozi …) Impatti indiretti: conseguenza degli acquisti (l’albergo che compra servizi da banche, fornitori di bevande e cibo o di energia elettrica i quali, a loro volta, si rivolgeranno ad altre imprese locali). L’effetto indiretto non comprenderà tutto il denaro speso dai turisti per effetto diretto poiché una parte si disperderà tra tasse, risparmi, imposte…

24 Gli impatti economici Effetti economici indotti associabili alle spese effettuate dai dipendenti delle aziende turistiche. Solo calcolando tutti e tre i livelli di impatti (diretto + indiretto + indotto) può essere valutato il pieno impatto economico positivo della spesa turistica.

25 La dimensione ambientale del turismo sostenibile L’ottica di breve periodo non aiuta nel rapporto spesso conflittuale tra ambiente naturale e turismo. Molti operatori sembrano non capire che l’over sfruttamento delle risorse danneggia irreparabilmente l’offerta, in termini di: inquinamento (atmosferico, idrico, del suolo, acustico, visivo…), congestione ed erosione, danni a flora e fauna, contrasti socio- culturali.

26 La dimensione socio-culturale positiva del turismo sostenibile. Creazione di posti di lavoro Aumento delle entrate Miglioramento delle infrastrutture Incontro con altre culture Consapevolezza dei patrimoni

27 La dimensione socio-culturale negativa del turismo sostenibile. Possibile aumento della criminalità Prostituzione Disaffezione dei locali nei confronti delle proprie abitudini Tentativi di imitazione di pratiche non usuali Falsificazione della realtà per fini turistici Contaminazione culturale

28 I rapporti fra turisti e comunità ospitante “Più il turismo è di massa e più è insofferente verso le consuetudini locali e desideroso di replicare in tutto e per tutto le proprie abitudini” (pag. 34)

29 I rapporti fra turisti e comunità ospitante Il turista di massa, isolato dall’ambiente e dalla popolazione ospitante, viaggia in gruppi guidati e trova piacere in attrazioni non autentiche godendo ingenuamente di questi “pseudo- eventi” durante i quali i surrogati dei genitori (AdV, accompagnatori …) sollevano il turista da ogni responsabilità e lo proteggono da ogni problema. Il turista vive così la propria esperienza all’interno di una “bolla ambientale” (Boorstin) in cui ricerca la propria cultura.

30 Rapporti turisti/residenti e sviluppo del turismo L’indice di irritazione di Doxey CaratteristicheSintomi Fase dell’EUFORIAI visitatori sono i benvenuti. Pochi rapporti pacifici Fase dell’APATIAI visitatori sono visti come “convenienza”. I rapporti diventano commerciali. Cominciano le intolleranze per la fruizione delle infrastrutture. Fase dell’IRRITAZIONEI locali sono numericamente inferiori dei turisti e non possono godere di molte infrastrutture. Le relazioni avvengono solo attraverso canali codificati. Fase dell’ANTAGONISMOAperta ostilità dei locali. Gli interessi dei turisti prevalgono su quelli dei residenti che si “sottomettono” ai turisti perdendo la propria identità.


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