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- IL FENOMENO CHE HA CAMBIATO LA NOSTRA VISIONE DEL MONDO -

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Presentazione sul tema: "- IL FENOMENO CHE HA CAMBIATO LA NOSTRA VISIONE DEL MONDO -"— Transcript della presentazione:

1 - IL FENOMENO CHE HA CAMBIATO LA NOSTRA VISIONE DEL MONDO -
GLOBALIZZAZIONE - IL FENOMENO CHE HA CAMBIATO LA NOSTRA VISIONE DEL MONDO -

2 MA COS'E' LA GLOBALIZZAZIONE?
E' un processo d'interdipendenze economiche, sociali, culturali, politiche e tecnologiche i cui effetti positivi e negativi hanno una rilevanza planetaria, tendendo ad uniformare il commercio, le culture, i costumi e il pensiero. In poche parole è diffusione su scala mondiale, grazie ai nuovi mezzi di comunicazione, di tendenze, idee e problematiche.

3 LA GLOBALIZZAZIONE POLITICA
L’intero processo di formazione della società moderna altro non è che una lunga e faticosa opera di rispazializzazione (aumentare lo spazio). Per alcuni la società moderna nasce in rapporto con la riorganizzazione dello spazio sociale e politico; si costruisce una nuova immagine del mondo, contribuendo con la formazione dell'esperienza individuale. C’è stata poi la rispazializzazione politica con la costituzione dello Stato-nazione, riorganizzando gli spazi interni e nello stabilire una "cultura dominante". La “Società” è uno spazio dove cultura, politica, ed economica divengono coincidenti, grazie a istituzioni politiche e sociali. Il globo è percepito come un enorme puzzle, dove si afferma l’esigenza di fissare un dominio politico. La globalizzazione ristruttura lo spazio all’interno del quale individui e gruppi conducono le loro esperienze. Si è avviato un processo di despazializzazione e rispazializzazione, influenzando pesantemente gli aspetti politico, economico, tecnologico. La transizione rende inadeguata la stessa idea di società come un sistema territorialmente definito. C’è possibilità di superamenti dei vincoli spaziali. La rispazializzazione contemporanea si produce anche secondo la logica dell’aspazialità (venir meno della spazio). Abbiamo due esempi molto chiari di questa logica: uno è il mercato. Un altro è Internet. La rispazializzazione permette nuove possibilità di connessione, riconfigurando lo spazio. Sono veri e propri flussi di scambio e interazione e network come insieme di nodi interconnessi. Le cartine geografiche ora non servono a molto, dovremmo guardare il mondo a seconda della prospettiva che consideriamo, la globalizzazione non segue un’unica direzione.

4 In tutto ciò le istituzioni servivano per regolare i rapporti, risolvere conflitti, ma anche per spiegare il mondo, lo spazio, le tradizioni, la storia. Un effetto della rispazializzazione è che le istituzioni si indeboliscono. Si determina una sconnessione tra autorità politica e spazio sociale. La politica è in crisi perché fatica a porsi come fondamento del legame sociale, fatica ad porsi come intermediario tra l’ambiente e gli individui. Da qui la questione della sovranità politica: le sfere economiche culturali si sganciano dai singoli stati, i livelli del governo tendono a non concentrarsi più nel livello statale. C’è la creazione di nuovi spazi d’azione, nuove forme della azione collettiva, aumenta l’importanza del livello simbolico, l’azione collettiva ammette la frammentazione delle esperienze. Non è più l’omogeneità culturale a conferire identità, tutte le realtà collettive vogliono tenere insieme i diversi e accettare la diversità. Si impone la capacità di mobilitazione entro spazi sociali e territoriali diversi e diversificati, di fronte alla dinamiche complessa della rispazializzazione è importante sapersi muovere in uno spazio nuovo. Si va verso la nascita di forme di società civile che siano in grado di stare assieme a distanza, secondo nuovi modelli relazionali. Si ha il formarsi di nuovi attori sociali ( L'attore sociale è la persona e il suo comportamento nella società. Secondo Goffman la vita è un palcoscenico e ognuno recita la propria parte, ogni persona lascia dei messaggi che altri interpretano) , in una società civile globale al di là dei confini nazionali e di legittimità formali. Ormai molto influenti grazie al fatto che sono stati capaci di acquisire una autorità morale che li legittima agli occhi dell’opinione pubblica.

5 Questi fanno parte di organizzazioni complesse che operano a diversi livelli- locale, regionale, globale – muovono risorse economiche ingenti e raccolgono culture differenti. Tuttavia la società civile globale non ha solide basi, ha difficoltà di coordinamento; si rischia di riprodurre la distribuzione del potere su scala globale, dove una parte ristretta di umanità svolge un ruolo dominante. È da poco che esiste una coscienza della globalità. La globalizzazione riarticola la vita sociale su una pluralità di spazi e tempi, allora occorre pensare alla sfera politica su una molteplicità di piani. L’uomo contemporaneo ha consapevolezza non solo dell’interdipendenza ma anche del limite. Globalità e modernità sono due concetti diversi. Il primo introduce una cornice spaziale, segna un limite, c’è una pluralità di attori sociali, complessità e dinamiche sociali. Il secondo ha una prospettiva temporale (progresso). Il globalismo nasce quando gli uomini assumono obbligazioni verso il mondo. Non nascita di uno stato mondiale ma sicuramente un nuovo livello politico volto a definire la cornice entro cui le istituzioni devono porsi.

6 LA GLOBALIZZAZIONE ECONOMICA
La globalizzazione è un processo economico per il quale mercati, produzioni, consumi e anche modi di vivere e di pensare vengono connessi su scala mondiale, grazie ad un continuo flusso di scambi che li rende interdipendenti e tende a unificarli. È frutto di un processo che dura da tempo e negli ultimi trent'anni ha avuto una forte accelerazione. Osservatori attenti alla storia però, parlano di globalizzazione anche nei secoli passati, ma erano tempi diversi in cui la globalizzazione si identificava nell'internazionalizzazione delle attività di produzione e degli scambi commerciali comunque ad un livello inferiore rispetto all'attuale. Tra gli aspetti positivi della globalizzazione vanno inclusi la velocità delle comunicazioni e della circolazione di informazioni, l'opportunità di crescita economica per paesi a lungo rimasti ai margini dell'economia, mezzi di trasporto e viabilità più numerosi efficienti, e la riduzione dei costi per l'utente finale grazie all'incremento della concorrenza su scala internazionale. Gli aspetti negativi sono il degrado ambientale, il rischio dell'aumento delle disparità sociali, perdita delle piccole industrie, la diminuzione della privacy. Si assiste da una parte ad un processo di omogeneità dei bisogni e ad una scomparsa delle differenze tra i gusti dei consumatori a livello nazionale o regionale, dall'altra le industrie sono in una continua competizione a causa dei consumi elevati (soprattutto dei beni standardizzati) e dell'abbassamento dei prezzi per penetrare in tutti i mercati.

7 Il termine globalizzazione è spesso usato come sinonimo di liberalizzazione per indicare la riduzione in molti paesi degli ostacoli per la circolazione delle merci e dei capitali. Un altro aspetto della globalizzazione è il predominio sull'economia mondiale da parte di grandi imprese multinazionali che influenzano anche sulle scelte di politica dei governi. Il passaggio però tra le due guerre mondiali e la grande depressione diminuirono i scambi commerciali, che ripresero intorno al Tra gli ultimi decenni del 20° secolo e gli inizi del 21° il progresso tecnologico favorì ancora dipiù il commercio globalizzato tanto da favorire i processi di delocalizzazione delle imprese e anche uno sviluppo delle transazioni (compravendite) finanziarie a livello mondiale.Ma secondo alcuni studiosi la globalizzazione può esercitare effetti positivi sull'economia mondiale, in particolare la crescita e la liberalizzazione degli scambi commerciali potrebbero favorire un aumento degli investimenti verso le aree più povere e diminuire così il grande divario economico fra i paesi sviluppati e quelli in via di sviluppo. Ma molto spesso tutto ciò non accade: dati gli squilibri e le forti differenze (economiche, culturali, politiche) tra i diversi paesi, questi effetti positivi non si distribuiscono in modo uniforme, ad esempio per i paesi in via di sviluppo tali processi possono comportare conseguenze anche molto sfavorevoli, mentre negli stessi paesi sviluppati si verifica un contrasto tra aziende che traggono vantaggio dai processi della globalizzazione mentre le piccole imprese ne sono danneggiate.

8 La globalizzazione riguarda anche la produzione delle idee
La globalizzazione riguarda anche la produzione delle idee. Le figure professionali ad alta qualificazione, in particolare ingegneri informatici, ma a basso salario, presenti nei paesi in via di sviluppo, hanno spinto molti grandi marchi della produzione hi-tech a delocalizzare i loro laboratori in questi paesi e ad esempio gli Stati Uniti, che tradizionalmente attraevano cervelli da tutto il mondo ora vengono messi in crisi da tale meccanismo.

9 GLOBALIZZAZIONE CULTURALE
Per globalizzazione culturale si intende la diffusione mondiale di un certo tipo di cultura e della conseguente “colonizzazione” di quella dei paesi più poveri che non riescono ad imporsi. La diffusione di questa cultura è favorita dall’abbondanza di numerosi mezzi di comunicazione.Infatti i colossi dell’economia mondiale, cioè i paesi più ricchi e sviluppati (Europa, U.S.A. e Giappone), hanno acquistato quasi tutto il controllo delle telecomunicazioni. Questo processo permette loro di rafforzarsi e di inglobare nella propria struttura le reti di telecomunicazione di interi paesi. Si sta quindi formando un oligopolio a livello mondiale, in cui le maggiori società competono nell’offrire migliori servizi avanzati a una clientela qualificata.Lo scopo di queste società non è però quello di collegare ogni villaggio dell’Asia, Africa o America Latina, ma quello di trarre del profitto economico: quindi si rivolgono solo a quella minoranza di popolazione in grado di pagare i loro servizi.Lo sviluppo delle telecomunicazioni si sta estendendo sempre di più su scala planetaria. Infatti nei paesi industriali la televisione è entrata quasi in ogni casa, dove è presente molte volte anche più di un apparecchio; nei paesi in via di sviluppo, invece, la televisione ha una crescente diffusione soprattutto nelle città. Un ulteriore passo avanti s’è fatto introducendo la televisione via cavo che permette di raggiungere ogni parte del globo tramite reti satellitari. Essa è gestita quasi esclusivamente da società statunitensi. Anche la produzione e la diffusione di generi audiovisivi sono monopolizzate da società europee, nord americane o asiatiche. Nettamente dominanti sono le società statunitensi che realizzano un fatturato maggiore rispetto a quelle europee dato che in alcuni generi (film, telefilm e musica) hanno un predominio quasi assoluto.La comunicazione ha raggiunto una capacità informativa enormemente superiore rispetto a quella di alcuni anni fa. Infatti ha la capacità di raccogliere e diffondere informazioni in modo immediato e continuativo in tempo reale anche a grande distanza.

10 La multimedialità e l’interattività, le due qualità che sempre più caratterizzano la nascente “società dell’informazione” (ovvero una società fondata sulla produzione immateriale), offrono possibilità fino a poco tempo fa impensabili per allargare la conoscenza. Queste nuove tecnologie vengono usate per liberare gli uomini dalle fatiche dei lavori materiali, in questo modo però aumenta il numero di disoccupati. Da un lato stimolano la creatività individuale e collettiva, dall’altro, attraverso gli oligopoli sempre più ristretti, la frenano.Da una parte allargano anche la partecipazione e la democrazia, dall’altra però la restringono se sono finalizzate alla creazione di imperi multimediali planetari. La televisione (per esempio) può essere utilizzata per allargare l’orizzonte dei telespettatori, può venire usata per restringerlo facendo loro credere che esiste solo ciò che si vede. Essa può essere usata anche per mettere a contatto culture diverse ed educare all’interculturalità o per estendere l’influenza di una cultura sulle altre, come vediamo fare dai film, telefilm e serial di produzione hollywoodiana che portano in centinaia di milioni di case di tutto il mondo il modo di vita, la mentalità, le abitudini, le mode, i valori, i problemi della società statunitense dei ceti medio-alti. La televisione viene quindi usata come un potente persuasore di quella parte della popolazione mondiale in minoranza che è, però, l’unica che conta per i grandi produttori poiché è composta di consumatori.

11 Ma oggi la novità più rilevante è la diffusione delle reti telematiche
Ma oggi la novità più rilevante è la diffusione delle reti telematiche. l’informatica è entrata prepotentemente nelle telecomunicazioni, attraverso la normale rete telefonica (come nel caso di Internet) oppure attraverso reti speciali. Grazie a questo i terminali del computer di tutto il mondo possono essere collegati e “dialogare” fra loro.Negli ultimi decenni le aziende ed il mercato del lavoro, richiedono professionalità incentrate sull’utilizzo della tecnologia. Dato che le scuole private sono in grado di fornire questi servizi, succede che anche quelle pubbliche devono far fronte a questo tipo di richiesta e l’unica strada che hanno trovato, in particolare quelle più povere, è quella della sponsorizzazione. creazione di imperi multimediali planetari.Oggi, nell’Europa avviata verso l’unione politica ed economica, si parla sempre più spesso di un’identità europea e sempre meno dell’Europa dalle diverse identità culturali. Indubbiamente, la specificità dell’Europa è culturale prima ancora che politica. Non si può parlare di sviluppo politico, economico e sociale senza considerare lo sviluppo culturale. La generalizzazione degli scambi con altri Paesi, lo sviluppo dei viaggi e del turismo in genere, l’espansione del commercio internazionale, la diffusione di nuovi modelli di vita, di costumi secolarizzati, nonché il miglioramento del tenore di vita segna il passo di questo sviluppo culturale.E’ impossibile pensare di costruire un progetto culturale europeo finché non si capirà che esso non può limitarsi alla Comunità Europea, ma deve comprendere anche i Paesi centro-orientali. Proprio a questo fatto sono da ricondurre le questioni nazionali esplose in questi ultimi anni come la disgregazione della Jugoslavia o della Cecoslovacchia. Questi paesi si sentivano minacciati nella propria identità culturale, identità che si cerca di mantenere e proteggere, creando uno Stato nazionale, staccandosi dallo Stato multinazionale. Perciò occorre far ritrovare ad una nazione, ad un gruppo o allo stesso individuo la propria identità culturale. Questo progetto non deve quindi significare integrazione delle culture, ma rispetto del principio dell’interdipendenza e della differenziazione. Solo in questo modo sarà possibile una comunicazione pacifica tra le varie culture e quindi creare un unico progetto culturale europeo.

12 E’ innegabile che la religione, il cristianesimo, la Chiesa hanno assunto un ruolo fondamentale nell’identità culturale dei diversi gruppi. La religione è stata decisiva per la conservazione di essa attraverso la letteratura, l’annuncio del Vangelo o le scuole confessionali.Ha esperienza, respiro, struttura organizzativa planetaria; questa formidabile accumulazione potrebbe fornire un contributo profondo alla globalizzazione dando messaggi profetici. Oggi la Chiesa è l’unico soggetto planetario che cerca di combinare insieme rispetto delle culture locali e carisma unitario. A causa della globalizzazione i paesi più poveri sono esclusi dalle reti tecnologiche e hanno poche vie di comunicazione, ma questo non dipende solo dalla globalizzazione, perchè anche senza di essa questi paesi sarebbero stati comunque poveri a causa della storia delle loro nazioni. Oltre a ciò il mercato mondiale abbatte le singolarità delle diverse tradizioni imponendo gusti massificati e creando falsi valori.Nella società odierna o si è “globalizzati” o si rimane “localizzati” (cioè isolati). Questo accade ai Paesi più poveri che reagiscono in modo primitivo.Reagiscono in particolare in due modi: con l’esplosione identitaria e con la rimonta degli integralismi religiosi.La prima si manifesta con il frazionamento etnonazionalista, con la pulizia etnica, le pratiche genocide e il terrorismo.L’integralismo religioso è particolarmente evidente nell’islamismo e nelle sue deviazioni criminali o terroriste. E’ presente in Algeria, in Iran, in Sudan, in Afghanistan.Altri integralismi sono quelli indù, cristiani e buddisti.La globalizzazione ha anche però degli aspetti positivi: infatti serve per arricchire ogni popolo dal punto di vista dell’informazione, della conoscenza e della condivisione dei valori.


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