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Il contesto storico Il boom economico:

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Presentazione sul tema: "Il contesto storico Il boom economico:"— Transcript della presentazione:

1 1955-1965 Il contesto storico Il boom economico:
distrugge il precedente tessuto economico-sociale Provoca grandiosi spostamenti di popolazione (un terzo di italiani cambia di residenza in questo periodo) Modifica i costumi e la mentalità grazie all’esplosione del consumismo di massa Lo sviluppo rapidissimo della motorizzazione privata e della rete autostradale La diffusione della TV porta l’unificazione linguistica È un processo che continuerà per buona parte degli anni sessanta La crisi economica esploderà a partire dal (si passa dalla «società dei consumi» alla «società dei sacrifici» 1968 – l’anno delle proteste studentesche e operaie in Francia e in Italia

2 Dal 1951-1961 il reddito degli italiani raddoppia
Il Sud d’Italia si spopola e le campagne vengono abbandonate I lavoratori dell’industria passano dal per cento, quelli dell’agricoltura dal 45 al 29 per cento Avviene la diffusione dell’operaio massa, ex contadino, immigrato meridionale Il notevole sviluppo della classe operaia e la scolarizzazione di massa determinano conflitti sociali di tipo nuovo, una radicalizzazione delle lotte proletarie e il carattere di classe di quelle studentesche e intellettuali. Dal 1955 al 1962 avvengono profonde trasformazioni nell’organizzazione della cultura Nasce una industria culturale articolata in grandi apparati (RAI-TV, cinema, editoria) che si organizzano in senso industriale e capitalistico Canalizzano i servizi e le merci (i libri, i film) verso una destinazione sociale di massa, puntando al massimo profitto L’industria culturale affronta un processo di concentrazione e d’integrazione nelle grandi multinazionale (Mondadori, Rizzoli, Bompiani)

3 S’unificano sempre più nelle stesse mani potere economico, potere politico e il potere culturale
Chi stampa il libro controlla i periodici e i quotidiani che debbono parlarne Nasce un mercato di massa per i beni culturali Si passa dalla «strategia delle due culture» («alta» cultura e cultura «popolare») alla produzione di un’unica cultura di massa Gli intellettuali degli anni sessanta diventano tecnici specializzati addetti a un campo particolare della sovrastruttura e lavoratori che vendono la propria forza-lavoro L’alternativa che gli si pone è tra la ridefinizione del ruolo dell’intellettuale e la sua contestazione La mancata soluzione di questo dilemma spaccherà il gruppo 63, provocandone la dissoluzione nel Nel 1955 il conflitto era diverso perché divideva gli intellettuali che «vecchia scuola», queli che si consideravano ancora intelletuali umanistici Il terreno di scontro è quello dell’ideologia e della sua funzione nel lavoro artistico-letterario

4 NEOSPERIMENTALISMO Può essere definito come un periodo delle riviste, dei dubbi e delle proposte RIVISTE: OFFICINA ( ), usciva a Bologna, i redattori erano Pasolini e Fortini Il MENABÒ ( ) lì il suo testo La sfida del labirinto contro il caos dell’avanguardia, esprime la fiducia nel Logos e nell’impegno conoscitivo NUOVI ARGOMENTI (dal 1953 ad oggi), esce a Roma, proponeva novità letterarie, i redattori negli anni sessanta erano Moravia e Pasolini.

5 POETICA DI NEOSPERIMENTALISMO
P.P.Pasolini offre la definizione della poetica del neosperimentalismo (NS) nella raccolta di saggi Passione e ideologia lui propone la sua osservazione sul NS senza imporla agli altri; Definisce neosperimentalismo come una zona libera in cui il neorealismo e postermetismo coesistono, fondendo le loro aree linguistiche, creando così una specie di fondo comune «amavo il furlano, adesso amo il romanesco» La poetica del neosperimentalismo rimane una poetica aperta, c’è una libertà stilistica (il motto: niente è negato) Il recupero della tradizione avviene a due livelli: A livello della metrica (Pasolini adopera la terzina, l’endecasillabo) A livello della retorica (Calvino adopera le parabole, le allegorie…) IDEOLOGIA: Mentre il neorealismo credeva nel progresso, nel mondo migliore, nel NS manca una prospettiva simile

6 CONSAPEVOLEZZA ETICA E LINGUISTICA
È presente la denuncia di un mondo spietato e che non vuole accettare il messaggio di scrittori (P. Levi, P.P. Pasolini) USO DEL DIALETTO E GERGO (P.P. Pasolini, C. E. Gadda – tendono all’espressività) IL PARALLELISMO nelle fabule (C.E.Gadda, Tomasi di Lampedusa) PRESENZA DEL FIABESCO, DEGLI ELEMENTI SURREALI (Calvino, Pasolini) UTOPIA è presente nei testi di Calvino, ma non sul piano ideologico, domina l’empirismo e antidogmatismo PROTAGONISTI: F.Fortini, G. Bassani, P.P.Pasolini, I. Calvino (seconda fase), L. Sciascia (Nero su nero, Candido, La morte di Maiorana), P. Levi (I sommersi e i salvati), C.E. Gadda, A. Moravia

7 Il 1955 Nasce «Officina» (1955-1959) Pratolini pubblica Metello
bimestrale di poesia Foto (da sin. a destra).: Romano, Scalia, Fortini, Pasolini,Leonetti,Roversi.

8 La rivista: Una risposta alla crisi dell’estetica realistica e dell’impostazione storicistica l’opposizione alla tradizione ermetico-novecentesca ritorno a Pascoli per “l’abbassamento linguistico” (63); poetica degli oggetti contro il neorealismo (impegno storicistico) Piccola antologia neo-sperimentale : Sanguineti vs Pasolini Pasolini contro lo sperimentalismo fine a se stesso segna la fase di trapasso ( ): dall’impegno alla crisi del 1956 all’avvento del neocapitalismo La fine della rivista (1959): legata a soluzioni preindustriali: eclettismo, letterarietà, mancanza di “gruppo” di critici, mancata produzione di opere collettive, antologie

9 P.P. Pasolini, Il Genocidio Pubblicato su “Rinascita” il 27 settembre 1974 - Ora in Scritti corsari
Dirò subito, e l’avrete già intuito, che la mia tesi è molto più pessimistica, più acremente e dolorosamente critica di quella di Napolitano. Essa ha come tema conduttore il genocidio: ritengo cioè che la distruzione e sostituzione di valori nella società italiana di oggi porti, anche senza carneficine e fucilazioni di massa, alla soppressione di larghe zone della società stessa. C’è già nel Manifesto di Marx un passo che descrive con chiarezza e precisione estreme il genocidio ad opera della borghesia nei riguardi di determinati strati delle classi dominate, soprattutto non operai, ma sottoproletari o certe popolazioni coloniali. Oggi l’Italia sta vivendo in maniera drammatica per la prima volta questo fenomeno: larghi strati, che erano rimasti per così dire fuori della storia - la storia del dominio borghese e della rivoluzione borghese - hanno subito questo genocidio, ossia questa assimilazione al modo e alla qualità di vita della borghesia.  Come avviene questa sostituzione di valori? Io sostengo che oggi essa avviene clandestinamente, attraverso una sorta di persuasione occulta.[…]

10 La rivoluzione dei consumi  una campagna di marketing occulta per inculcare la superiorità dello standard di vita americano la pubblicità vende l’aspettativa e la cultura del benessere e non il prodotto «C’è un determinato modello di vita messo lì di soppiatto dal potere, al quale soprattutto i giovani, e più ancora i ragazzi, che vivono nella strada, si adeguano rapidamente. Essi hanno perduto il loro antico modello di vita, quello che realizzavano vivendo e di cui in qualche modo erano contenti e persino fieri anche se implicava tutte le miserie e i lati negativi che c’erano ed erano - sono d’accordo - quelli qui elencati da Napolitano: e adesso cercano di imitare il modello nuovo messo lì dalla classe dominante di nascosto»

11 Progresso e sviluppo «Perché questa tragedia in almeno due terzi d’Italia? Perché questo genocidio dovuto all’acculturazione imposta subdolamente dalle classi dominanti? Ma perché la classe dominante ha scisso nettamente «progresso» e «sviluppo». Ad essa interessa solo lo sviluppo, perché solo da lì trae i suoi profitti. Bisogna farla una buona volta una distinzione drastica tra i due termini: «progresso» e «sviluppo». Si può concepire uno sviluppo senza progresso, cosa mostruosa che è quella che viviamo in circa due terzi d’Italia; ma in fondo si può concepire anche un progresso senza sviluppo, come accadrebbe se in certe zone contadine si applicassero nuovi modi di vita culturale e civile anche senza, o con un minimo di sviluppo materiale. Quello che occorre - ed è qui a mio parere il ruolo del partito comunista e degli intellettuali progressisti - è prendere coscienza di questa dissociazione atroce e renderne coscienti le masse popolari perché appunto essa scompaia, e sviluppo e progresso coincidano...»

12 Mass media e potere seduttivo del consumismo
«È in corso nel nostro paese, come ho detto, una sostituzione di valori e di modelli, sulla quale hanno avuto grande peso i mezzi di comunicazione di massa e in primo luogo la televisione. Con questo non sostengo affatto che tali mezzi siano in sé negativi: sono anzi d’accordo che potrebbero costituire un grande strumento di progresso culturale; ma finora sono stati, così come li hanno usati, un mezzo di spaventoso regresso, di sviluppo appunto senza progresso, di genocidio culturale per due terzi almeno degli italiani.[…] Di fatto, avveniva invece, almeno a livello inconscio, un profondo processo di laicizzazione, che consegnava le masse del centro-sud al potere dei mass-media e attraverso questi all’ideologia reale del potere: all’edonismo del potere consumistico»

13 P.P. Pasolini, Le ceneri di Gramsci
La raccolta di forma lirico-narrativa, modellata soprattutto sul modello di G. Pascoli Il titolo è simbolico, significa la tomba del neorealismo L’opera è caratterizzata da una adesione al mondo proletario, qui c’entrano anche motici sentimentali, populistici, il fascino del primitivo Domina un certo vitalismo Sono problematizzati i temi ideologico-politici (marxismo) L’adesione di Pasolini al marxismo comporta una razionalizzazione che lo porta ad una situazione conflittuale: Pasolini rimane fedele al mondo proletario ma la delusione storica gli impedise di sentirlo come fattore progressivo di storia e la sua adesione si configura nell’ammirazione per il vitalismo di questo mondo Metrica: terzine composte di endecasillabi «Me ne vado, ti lascio nella sera Finisce così, io, se potrò mai più con pura passione Operare se so che la nostra storia è finita?»

14 1961 La religione del mio tempo, 1968 Poesia di forma di rosa,
1971 Trasumanar e organizar (si tratta dlelo sforzo di oltrepassare lo stato umano e accettare la propria morte) Con l’apparizione del neoavanguardia si dedica al cinema Uccellacci e uccellini (1666) – film alegorico con elementi fantastici il corvo che parla al figlio e al padre, simbolizza la coscienza e il ricordo alla fine l’ha mangiano; due francescani del 200’ cercano di imparare il linguaggio degli uccelli dopo molto tempo (scene comiche) riescono a parlare prima con le aquille, poi con i passeri ma alla fine i grandi uccelli mangiano quelli piccoli. Dietro le parabole si scopre il significato simbolico (la lotta di classe-i ricchi sempre mangiano i poveri)

15 TEOREMA (1968) – il romanzo d’idea; si distingue dai romanzi precedenti
È fondato su una fantasia metaforica, allegorica Il tema principale è la ricerca dell’identità personale Il sesso come forza più vitale libera tutti i personaggi, ma sola via d’uscita sarebbe l’anarchia totale Pasolini è conscio che un certo ordine è indispensabile per funzionamento della società Da questo conflitto nasce la tragicità di tutti i personaggi, il conflitto non si può risolvere La società consumistica e la sua civilizzazione hanno eliminato il mondo antico, popolare e preindustriale.

16 Teorema, la trama Una ricca famiglia d’un industriale milanese viene profondamente scossa dall'arrivo di un enigmatico ospite, un giovane venticinquenne silenzioso e affascinante Nella loro casa domina la sensazione del nonsenso, di noia che deriva dalla loro incapacità di vivere una vita libera e istintiva. Il visitatore ottiene le grazie della moglie, ha rapporti erotici con la figlia, il figlio, la domestica e con lo stesso capofamiglia Il contatto sessuale ed intellettuale con il giovane fa prendere coscienza agli abitanti della casa della vanità della propria esistenza e della propria vera natura. Quando il misterioso viaggiatore ripartirà tutto sarà cambiato: la madre si concede sessualmente a vari giovanotti, la figlia diventa catatonica, il figlio abbandona la famiglia e si mette a dipingere, il capofamiglia lascia la fabbrica agli operai, si denuda nella stazione di Milano e si perde nel deserto, mentre la serva, una semplice contadina, levita nell'aria come una santa.

17 Le riviste: dal «Verri» al «Menabò»
«Il Verri» di Anceschi (1956) polemica antiermetica e antineorealistica confluiscono Sanguineti, Pagliarani, Giuliani la scelta del campo linguistico come perno della sperimentazione poetica ritorno alla cosa (poesia che vive nelle relazione con la poesia stessa e con le altre attività umane: doppia relazionalità della poesia: con le attività umane ma anche con la poesia stessarapporto di tipo autoriflessivo

18 Il Menabò ( ) Una collana-rivista: 10 numeri, a cadenza imprecisa su temi generali e non strettamente monografici i temi: lingua e dialetto; la narrativa di guerra; la narrativa meridionale; il romanzo di fabbrica alcuni titoli: 1.Parlato e metafora 2. Il mare dell’oggettività 3. Del modo di formare come impegno sulla realtà 4. Le contestazioni di Alain Robbe-Grillet Menabò, n.2

19 Calvino, Il mare dell’oggettività, (Menabò, 2, 1960)
«scuola dello sguardo»- la corrente letteraria nata in Francia negli anni Cinquanta, che ha dato vita al nouveau roman. (Alain Robbe-Grillet, Michel Butor, Nathalie Sarraute). Tale corrente si contraddistingue per una narrazione ricca di descrizioni dettagliatissime, al limite dell’ossessione. Il narratore non è che uno sguardo, e si limita ad annotare le cose che lo circondano «Non mi pare che ci siamo ancora resi conto della svolta che si è operata, negli ultimi sette o otto anni, nella letteratura, nell’arte, nelle attività conoscitive più varie e nel nostro stesso atteggiamento verso il mondo. Da una cultura basata sul rapporto e contrasto tra due termini, da una parte la coscienza la volontà il giudizio individuali e dall’altra il mondo oggettivo, stiamo passando o siamo passati a una cultura in cui quel primo termine è sommerso dal mare dell’oggettività, dal flusso ininterrotto di ciò che esiste. […]La resa all’oggettività, fenomeno storico di questo dopoguerra, nasce in un periodo in cui all’uomo viene meno la fiducia nell’indirizzare il corso delle cose, non perché sia reduce da una bruciante sconfitta, ma al contrario perché vede le cose (la grande politica dei due contrapposti sistemi di forze, lo sviluppo della tecnica e del dominio delle forze naturali) vanno avanti da sole, fanno parte d’un insieme così complesso che lo sforzo più eroico può essere applicato solo al cercar di avere un’idea di come è fatto, al comprenderlo, all’accettarlo. […]»

20 Calvino, La sfida al labirinto (Menabò, 5, 1962)
"Ossessivamente sogno di un labirinto piccolo, pulito, al cui centro c'è un'anfora che ho quasi toccato con le mani, che ho visto con i miei occhi, ma le strade erano così contorte, così confuse, che una cosa mi apparve chiara: sarei morto prima di arrivarci".  (Labyrinthes J.L.Borges) "Un labirinto è un edificio costruito per confondere gli uomini; la sua architettura, ricca di simmetrie, è subordinata a tale fine". (L'immortale J.L.Borges)

21 A. Moravia La noia (1960): l’alienazione prodotta dal pensiero
Il romanzo narra la storia di Dino, appartenente ad una nobile famiglia romana, che vive insieme alla madre in una villa. Egli trascorre il tempo dipingendo ma è assalito dalla noia verso tutto ciò che lo circonda e, come già era stato per il padre, disprezza tutti quei valori borghesi che la madre invece considera validi. Il conflitto con la madre diventa, con il passare del tempo, insopportabile e Dino decide di andare ad abitare in via Margutta dove ha installato il suo studio da pittore. Ma nemmeno la pittura, alla quale si dedica con poco entusiasmo, serve a distrarlo. A Dino pesano anche le visite che è costretto, per dovere, a fare alla madre, che vorrebbe che il figlio ritornasse a casa. Alla morte del pittore Mauro Balestrieri, che aveva lo studio accanto al suo, Dino conosce Cecilia che era stata la sua amante e inizia con lei una relazione. Presto però anche la ragazza gli viene a noia, ma proprio il giorno in cui egli decide di lasciarla, lei non si presenta all'appuntamento facendo così nascere in Dino la gelosia.

22 In seguito a diversi pedinamenti Dino scopre che la ragazza si incontra con un altro uomo, Luciani, incontro che lei tranquillamente giustifica. Dino prende l'abitudine di pagare l'amante dopo i loro incontri sperando così di riuscire, creandosi nella mente l'immagine di una prostituta, a liberarsi di lei. Cecilia accetta con completa indifferenza i soldi, come li accettava precedentemente da Balestrieri, per darli all'altro uomo. Dino intanto è sempre più invischiato in una situazione senza via d'uscita e più tenta di liberarsi di Cecilia, più ne scopre le bugie e più si sente attratto da lei. Le chiede quindi di sposarlo nella speranza che la quotidianità del matrimonio gli riveli la banalità della donna. Cecilia, dopo aver ammesso di essere innamorata di lui ma anche dell'altro uomo, gli chiede tempo per pensare alla proposta e intanto si fa dare dei soldi che le servono per trascorrere una vacanza a Ponza con l'altro. Dino, dopo la sua partenza, una sera decide semplicemente di schiantarsi con l'auto contro un platano. L'esperienza della morte prossima lo cambia in qualche modo, e nel finale volutamente semplicistico e paradossale, accetta la sua condizione e riallaccia un contatto con la realtà, nell'attesa del ritorno di Ceci

23 Il protagonista: Dino, un borghese in crisi ossessionato dal bisogno di realtà
Le origini della “malattia”: la cultura borghese del possesso (marxismo e psicoanalisi) La cura: la lucidità non è garanzia di salvezza Le caratteristiche di Dino: lucidità, dissociazione, estraneità rispetto a se stesso e rispetto alla realtà La soluzione: la Pittura e l’ossessione erotica Cecilia: da donna oggetto a donna-arpia (“lei si offre come qualunque oggetto”) Cecilia: Realtà la noia/nausea di Dino La ricerca impossibile della verità

24 Calvino e il neosperimentalismo
Luoghi: San Remo, Torino, Parigi, Roma Amici: Pavese e Vittorini Letture: Letteratura americana, Queneau, Borges, Ariosto L’esordio: Il sentiero dei nidi di ragno (1947) - neorealismo I racconti (anni 50): la tematica industriale (La speculazione edilizia, La nuvola di smog) I nostri antenati (1960): il comico e la fiaba (Ariosto) Il visconte dimezzato: Medardo e il doppio Il barone rampante:Cosimo Piovasco e il distacco dell’intellettuale moderno Il cavaliere inesistente: Agilulfo e il peso dell’armatura/razionalità astratta

25 Le città invisibli (1972) Il castello dei Pirenei di Magritte
La copertina: un'interpretazione della postmodernità  il pensiero (castello) fondato (roccia) nell'infondatezza (cielo) non da risposte (mare) la sfida al labirinto: spinta etica supera la presa di coscienza dell’arbitrarietà e transitorietà della conoscenza

26 Genesi e storia La svolta del ’64: “non posso più nascondermi la sproporzione tra la complessità del mondo e i miei mezzi d’interpretazione” Il tema della città: il superamento del binomio natura e storia dopo la “traversata degli anni sessanta”: da Marcovaldo alle Città passando per Il mare dell’oggettività (1959) e La sfida al labirinto (1962) La narrativa come processo combinatorio Parigi anni sessanta “Le città invisibili sono un sogno che nasce dal cuore delle città invivibili” (I. C. 1972) Non spiegare il mondo ma provare a descriverlo

27 Tematiche e contenuti Il tema della città
La sfiducia nelle parole (I corsivo): “Non è detto che Kublai creda a tutto quel che dice Marco Polo” ogni discorso è un inganno (Le città e i segni) Crisi della verbalizzazione della realtà possibilità di una nuova comunicazione basata su altri sensi che Kublai deve interpretare  la narrazione diventa una partita a scacchi La memoria (Le città e la memoria) Il viaggio come esperienza che modifica passato e presente Il tramonto della ragione cartografica: i limiti della mappa in Smeraldina

28 La struttura 11 serie 55 città (tondi) + 18 corsivi della cornice ₌ 64 testi narrativi (caselle della scacchierail modello dell’impero di Kublai) I corsivi: Il dialogo tra Marco Polo e Kublai Kan luogo della metanarrazione I tondi: luogo della fabulazione Conoscenza= dominio= potere “se ogni città è come una partita a scacchi, il giorno in cu arriverò a conoscere le regole possiederò finalmente il mio impero, anche se mai riuscirò a conoscerne tutte le città che contiene” Gli atlanti del Gran Kan dove tutte le città conservano le loro differenze e dove Marco colloca le sue fabulazioni

29 Modelli e fonti La letteratura combinatoria (cfr. La disparition, 1969) Borges (scrittura come riscrittura: Pierre Menard autore del Chisciotte) Ariosto (il fantastico), Galileo (la scienza), la poesia (Leopardi) Il Milione: il libro delle meraviglie Le mille e una notte: il racconto a cornice, funzione salvifica della letteratura Lingua e stile: Una scrittura semplice e trasparente Leggerezza del linguaggio Esattezza lessicale al limite del virtuosismo astrattezza poetica


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