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Ero a Termini il 20 giugno 2013… Amo Roma, visceralmente! Amo la solarit à e la cordialit à dei romani, il Ponentino d ’ estate e il sole che ti abbraccia.

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2 Ero a Termini il 20 giugno 2013…

3 Amo Roma, visceralmente! Amo la solarit à e la cordialit à dei romani, il Ponentino d ’ estate e il sole che ti abbraccia quando approdi dalla nebbia e dal gelo del nord, in inverno. Vi parr à sciocco, ma quando arrivo alla stazioneTermini, nonostante il peso del bagaglio, mi sento padrona del mondo! Con il biglietto di ritorno nella borsa, guardo la marea di gente che dalla metropolitana, si affanna veloce verso l ’ uscita o la ferrovia,

4 Ho lasciato spazio a chi si allontanava in fretta e osservando le vetrine dei negozi nella stazione, ti ho visto… Ti ho notato per caso: eri l ì accovacciata con i capelli biondi legati dietro la nuca e il sudore freddo che ti imperlava il visetto diafano. Poco pi ù che una bambina … Mi sono avvicinata e la dolcezza di quella smorfia sulle labbra bluastre, che doveva essere un sorriso, mi ha ferito. Da quanto tempo eri l ì rannicchiata su te stessa?

5 Non parlavi italiano, mi hai stretto la mano e mi hai fatto cenno che ti veniva da vomitare. Poi ti sei accasciata a terra, come una bambola di pezza sfinita … Mi sono affacciata al negozio accanto affollato di turisti, ho chiesto di chiamare un medico e le guardie sono arrivate dopo pochi minuti. Nel frattempo un capannello di gente ci ha circondate: troppo vicino ti toglievano quel poco di aria che c ’ era, ma almeno si erano fermati!

6 il corpo, nell ’ abitino leggero e colorato era gelido e fradicio di sudore, ma ti sforzavi di socchiudere gli occhi e sorridermi … Mio Dio ma come siamo finiti? Una marea di gente ti è passata accanto senza degnarti di uno sguardo, avevano fretta, Ti ho tastato il polso appena percettibile, il battito cardiaco accelerato, troppa fretta per fermarsi un attimo e chiedere se avevi bisogno di aiuto.

7 Qualcuno mi ha detto: “ nun ce faccia caso signò lei nun sa che ce stà in stazione: miserabili che fanno sceneggiate pè ‘na sigaretta, o chette menano pè fregatte du sordi, ‘ e valigge, ce ne stanno troppi ”… Eppure pi ù di una volta proprio a Termini, qualche ragazzo vedendomi in difficolt à, mi ha afferrato il bagaglio pesante e l’ha trasportato sulle scale, aggiungendo con il sorriso aperto classico dei romani “ signò, ma ce tiene i sassi in valiggia? ”. A questo siamo arrivati? Ad aver timore di fermarci Ad aver timore di fermarci per chiedere ad uno sconosciuto se ha bisogno di una mano? Eppure c’è la vigilanza dappertutto, sempre disponibile e attenta!

8 Nemmeno un animale si abbandona a se stesso, per paura, fretta, disgusto o rabbia … E mi chiedo perch é questa diffidenza “ nell ’ altro ”… Chi è “ l ’ altro ” per provocare in noi, una cautela cos ì esagerata?!? una cautela cos ì esagerata?!? Non mi ritengo una sprovveduta, sono consapevole della meschinità umana, ma penso che ci si debba fidare quando qualcuno ti tende una mano… Non ci sono solo delinquenti al mondo ! E per esperienza personale, posso dire che avrei perso tanto, troppo, se non avessi ascoltato il mio istinto e afferrato al volo quelle mani tese. Mani tese… E non solo per aiutarmi a portare le valige!

9 Ormai stava arrivando l ’ ambulanza, continuavi a cercarmi con gli occhi e ti sforzavi di sorridere in quella smorfia di sofferenza. A gesti ti ho chiesto se avevi ancora nausea o dolore e mi hai fatto segno di rigonfiamento al ventre: non parlavamo la stessa lingua, ma ho capito: eri incinta! Ho ricacciato una lacrima dispettosa che voleva sfuggire al controllo, ti ho salutato e ti ho lasciato alle cure di chi poteva fare pi ù di quanto ho potuto io.

10 Quel bacio in punta di dita che con uno sforzo mi hai mandato, mi rimarr à nel cuore. Auguri di felicit à piccolo tesoro biondo, a te e al bimbo che nascer à. Testo e grafica sandratosi@gmail.com Sonoro: Riky King Ave Maria no morro

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