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…dalla vecchia valigia di Mario… Concorso promosso da: Comitato Cremasco 60°; Centro ricerca “Alfredo Galmozzi” – Crema e realizzato dalla classe IIIA.

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1 …dalla vecchia valigia di Mario… Concorso promosso da: Comitato Cremasco 60°; Centro ricerca “Alfredo Galmozzi” – Crema e realizzato dalla classe IIIA del Liceo Artistico Munari

2 Chi è Mario?

3 La lezione in classe Mario ci ha mostrato la sua storia fatta di ricordi tristi di guerra e di esperienze che il dolore non è mai riuscito ad interrompere. Marisa, Giorgio, Eugenio (i nostri insegnanti) hanno festeggiato con noi la lezione di un bel racconto di vita.

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5 La valigiaLa valigia

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7 . Chi è Mario: Mario Maggi nasce a Cremona nel 1916; frequenta il Conservatorio di Piacenza, si diploma in violino nel 1943 al Conservatorio di Atene e partecipa,neodiplomato, ad un concerto dei Berliner al Grande Bretagne di Piazza Sintagma. Continua l’attività musicale negli anni ‘50, mai interrotta nonostante la pesante esperienza nei lagher nazisti.. Lavora come tecnico organologo presso la fabbrica di pianoforti "Anelli" di Cremona. Insegnante presso la Scuola Internazionale di Liuteria, suona la Viola da Brazzo e la Viola da Gamba con la "Camerata di Cremona" ed affianca il M° Ennio Gerelli nel famoso concerto, diffuso in eurovisione da Villa Olmo, a Como nel 1958. Negli anni '60 e '70 si esibisce nei più grandi teatri d'Europa dalla reggia di Versailles a Salisburgo, dal festival di Aix en Provence a quello di Baalbeck ed Atene. Suona la Viola Tenore nella “Incoronazione di Poppea” di Monteverdi allestita dalla RAI con la regia di Franco Zeffirelli. Indimenticabili le esecuzioni alla viola d'amore sostenute da un pubblico attento e numeroso. Riceve, assieme al m° Gianandrea Gavazzeni, un prestigioso riconoscimento dalla città di Baveno. Le diverse conoscenze organologiche, musicali e didattiche lo sollecitano a creare, con la collaborazione dei figli, di liutai ed amici artigiani cremonesi e cremaschi, una straordinaria raccolta di strumenti musicali esposta a Milano, Parma, Baveno, Padova, Viadana, Cremona, Perugia, Merate, Grosseto. L'attività del Museo è documentata in "La Provincia" di Cremona del 13.10.1977;19.2.82; 5.4.82;11.2.85;1,8,88;1.8.98; 17.10.98;  "Mondo Padano" 1985  "La domenica Illustrata del Corriere" del 1982;"Il Gazzettino di Padova" 27.71989 Dictionnaire Universel des Luthiers Rene Vannes ed Les Amis de la Musiques, Claude Lebet Tome troisieme  "Viole da gamba e da braccio tra le figure sacre delle chiese di Cremona " Santoro, Maggi  -  "Liutai Italiani di ieri e di oggi dall'ottocento ai giorni nostri G.Nicolini 1982 Ed LAC;  "Il Verbano" di Novara14.8.1991;14.9.91;  -"La Stampa" 13.9.1989; 11.9.91  -"La Gazzetta dei Laghi" 13.9.91;  -"Il Giornale di Verbania" 19.9.91;  -"Vita Cattolica " 7.8.89;  -"La Nazione" di Siena 13.6.98;  "Gente viaggi" 1998; è citato dal prestigioso Londinese “Strad; in alcune pubblicazioni Ucraine, ed in una enciclopedia giapponese. Alcuni strumenti sono stati usati in film quali "Stradivari" (gruppo Bema) ottobre 1987  "I promessi sposi " RAI 1988  Vita di Verdi RAI

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9 Il lungo viaggio dal 1940 al 1945 09.05.40 il fronte francese 03.03.41 partenza per la campagna di Albania 03.05.41 ad Atene 3°Reggimento Artiglieria di Corpo d’Armata 08.09.43 catturato dai tedeschi e deportato a Mosbruch dal 30.09.43 al 01.05.45 al campo di Allach –Dachau (Munchen,D)

10 albania 03.03.41 diario albanese… Immagini di guerra … l’amico scrive dall’inferno di Corfù e Cefalonia

11 Da “ Se questo è un uomo” di Primo Levi Voi che vivete sicuri Nelle vostre tiepide case, Voi che trovate tornando a sera Il cibo caldo e visi amici: Considerate se questo è un uomo Che lavora nel fango Che non conosce pace Che lotta per mezzo pane Che muore per un si o per un no. Considerate se questa è un donna, Senza capelli e senza nome Senza più forza di ricordare Vuoti gli occhi e freddo il grembo Come una rana d’inverno. Meditate che questo è stato: Vi comando queste parole. Scolpitele nel vostro cuore Stando in casa andando per via, Coricandovi, alzandovi; Ripetetele ai vostri figli. O vi si sfaccia la casa, La malattia vi impedisca, I vostri nati torcano il viso da voi.

12 “Spero che ti potrò confidare tutto, come non ho mai potuto fare con nessuno e spero che sarai per me un gran sostegno” Dal diario di Anna Frank, 12 giugno 1942

13 Dal “Diario di Gusen”del pittore Aldo Carpi 1886 - 1973

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15 Atene 1942-1943

16 Italiano in Grecia (Pireo 1942 – Vittorio Sereni) Prima sera d’Atene, esteso addio dei convogli che filano ai tuoi lembi(1) colmi di strazio nel lungo semibuio. Come un cordoglio(2) ho lasciato l’estate sulle curve(3) e mare e deserto è il domani senza più stagioni. Europa Europa che mi guardi scendere inerme ed assorto in un mio esile mito tra le schiere dei bruti, sono un tuo figlio in fuga che non sa nemico se non la propria tristezza di laghi di fronde dietro i passi perduti., Sono vestito di polvere e sole Vado a dannarmi a insabbiarmi per anni Lembi: bordi del porto; parte della giornata Cordoglio: dolore, lutto, pena Sulle curve: paesaggio collinare del suo paese)

17 Mario è caporalmaggiore al 3° reggimento artiglieria di Corpo d’Armata Dalla caserma in Odos Patission visita la città …

18 I due turisti in divisa, barbari invasori, leggono l’orazione funebre di Pericle incisa sul Monumento al Milite Ignoto Greco In piazza Syntagma con “l’alleato amico” Mario osserva il cambio della guardia degli Evzones davanti al Palazzo Reale

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20 Syntagmatos

21 Mario sale all’Acropoli: le antiche ferite inferte del generale veneto Morosini e dal turco infedele rinnovano cupi precedenti di guerra

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39 Il 3 marzo del 1941 Mario raggiunge l’Albania

40 Il 28 ottobre 1940 Mussolini attacca la Grecia superando il confine con l’Albania: i greci non solo resistono ma addirittura occupano circa un terzo del territorio albanese. Combattimenti feroci si svolgono nella valle del Kalamas, nell'Epiro, nella zona di Conia e sulle alture di di Giannina e del Pindo. Il 18 novembre Mussolini dichiara”…spezzeremo le reni alla Grecia” e chiede rinforzi ad Hitler che attacca la Grecia attraversando la Bulgaria e la Iugoslavia Il 30/4.41-I Tedeschi occupano Atene e successivamente il Peloponneso

41 Nel Marzo del ’41, Mario parte da Bari verso Durazzo con la Motonave Donizetti

42 Nel Marzo del ’41, quando Mario arriva in Albania, le battaglie più aspre sono già avvenute: Berat, Kalcicrè, Laitiza, Trebescines, Monastir, Punta Nord, quota 731 sono luoghi dove la battaglia è stata stata più cruenta.

43 Trova la forza di scherzare con i commilitoni sui politici responsabili di tanto sfacelo

44 Mario ricorda il forte odore di cadavere, misto al sentore di resina e fumo, proveniente da antiche foreste di latifoglie consumate dal fuoco.

45 Ai superstiti non resta che pregare

46 Il diploma di violino nel 1943

47 Il Conservatorio non era lontano, avrei ripassato mentalmente quei trilli e note doppie facendo il tratto a piedi sino a Piazza Omonia. All’esame finale di esecuzione con il violino portavo Paganini: il Capriccio in La minore. Un modo per parlare degli Italiani, della loro arte e delle loro virtù pacifiche, nonostante tutto.

48 Fu un successo, lo ricordo con un po' di presunzione. “ èpese calà; crima ine iòs apò Mussolini” (ha suonato bene, peccato che sia figlio di Mussolini”) disse tra i denti il Presidente della Commissione esaminatrice; questi sorrise divertito e imbarazzato quando io risentito risposi: “Ime ios apò matera e patera” (io sono figlio solo di mia madre e mio padre)

49 Adottai e mi feci adottare da una famiglia greca: i Ferigo. Il padre Joseph, accordatore di pianoforti, la madre e due figli: una amicizia fatta di affetti ma anche di pagnotte e scatolette di cibo. Una esperienza comune molto forte che si rinnovò nel 1974 quando ritornai ad Atene per il Festival con la Camerata di Cremona

50 La lettera dal Lager La lettera inviata da Mario al padre arriverà solo nel… 2001 per l’interessamento di un solerte impiegato ministeriale

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54 Maria La “ragazza” di Mario e futura compagna

55 Donna che cuce di Giambattista Marino È strale, è stral, non ago quel ch’opra in suo lavoro, nova Aracne d’amor, colei ch’adoro; onde, mentre il bel lino orna e trapunge, di mille punte il cor mi passa e punge. Misero! e quel sì vago sanguigno fil che tira, tronca, annoda, assottiglia, attorce e gira la bella man gradita, è il fil de la mia vita

56 Maria una vita da sarta: tanti abiti per rinnovare l’emozione di un matrimonio rimandato a momenti di pace

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61 Mario e Mario due amici: l’uno artigliere l’altro fante

62 …l’uno violinista, l’altro trombettista

63 Mario Galeotti scrive dalle isole greche … Corfù… Cefalonia

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89 A guerra finita, Mario Galeotti racconterà all’amico la tragica resistenza degli italiani a Cefalonia, l’orrore dei plotoni di esecuzione alla “casetta rossa”, la fuga, la cattura, l’umiliazione e la fortuna di essere risparmiato alla pena capitale solo perché giudicato buon musicante.

90 Musica di guerra

91 Mario suona tra le macerie… …con i compagni di sventura…

92 …in sale da ballo… …ed su selciati umidi di nafta

93 …a Radio Atene…

94 …al Gran Bretagne, quartier generale delle truppe del terzo Reich, in Piazza Syntagma ad Atene (1943)… Mario conosce e suona con alcuni elementi dei Berliner Philharmoniker in un vibrante concerto in cui la Fantasia in fa minore per pianoforte a 4 mani e il Divertissement à l'Hongroise per due pianoforti di Schubert sembrano contrastare con il cupo avvicinarsi della disfatta e della deportazione.

95 Dachau 1943-1944-1945

96 Mario raggiunge il campo di Allach- Dachau il 30 settembre del 1943 dopo aver compiuto un viaggio allucinante. Partito il 9 settembre da Atene e attraversati i Balcani giunge a Mosbruch presso Koblenza, da qui, e dopo aver subito umiliazioni e un trattamento disumano, arriva al campo di prigionia. Mario percorre in treno, a piedi, con vari mezzi, circa 3.000 km in circa 20 giorni. Mentre la vita del campo è regolata dai periodici controlli ai piedi piagati, alla prevenzione ai pidocchi, ai controlli più umilianti, Mario lavora come manovale nella fabbrica d’armi della BMW

97 Arbeit Macht frei dice la scritta sul cancello del campo “ Il lavoro rende liberi” Mario, al campo di Allach – Dachau destinato ai militari,, non è Häftlinge (prigioniero) ma IMI ( internato militare italiano) … che differenza fa? Nessuna se non per l’assenza di quella buia costruzione, ai limiti del campo occupato da ebrei, che incessantemente libera fumo acre dall’alta ciminiera.

98 Mario impara le regole del campo: non bere acqua putrida dai lavatoi per prevenire infezioni intestinali, dormire vestito per evitare i ladri, rispettare i turni alle latrine, mantenere la casacca in ordine, non avvicinarsi al filo spinato o a postazioni di guardia… Scrive a casa rassicurando il padre …

99 Block Block è la baracca, nella quale Mario vive con i compagni di sventura: alcuni sono lombardi. All’ingresso del Block una scritta: Der Uhrmacher reparaturen : Mario sfrutta il suo hobby di orologiaio chiedendo per la riparazione qualsiasi tipo di prodotto commestibile o di scambio (filo di ferro, cucchiai, gamelle…) Una idea per sopravvivere !

100 Krankenstation “L’infermeria era situata ai limiti del campo ed accoglieva per lo più febbri da denutrizione, piedi infiammati, Kräfteverfall: eravamo in fila già da ore. Volgeva al tramonto quella giornata di fine estate del ’44 quando da ovest apparvero i temibili B-17 Mi riparai dietro ad un paraschegge mentre Totò con un simpatico accento napoletano mi chiedeva di raggiungerlo. Le bombe d’aereo quando esplodono danno un krach inconfondibile… un kraftvol!! Erano in 20 e i loro corpi giacevano nel fango disuniti nelle carni.”

101 l’invasione alleata è iniziata da maggio, le truppe russe avanzano da est, Roma è stata liberata e il primo americano entra in Germania. La beffa: 16 settembre 1944 Da internato militare Mario rifiuta con sdegno l’arruolamento alla Repubblica di Salò e viene avviato al lavoro forzato (“liberato” secondo il documento) dichiarando altrettanto “liberamente” di non pretendere nessun indennizzo dal suo precedente internamento. Come lavoratore, ora può aspirare ad un vero salario che gli verrà corrisposto a fine guerra : una mazzetta di marchi tedeschi regolarmente scaduti !

102 Volendo si può richiedere un certificato di residenza al Wohnlager… A fine guerra, il Lager perde la sua connotazione reale di Konzentrationslager o Arbeitslager o peggio di Vernichtungslager (campo di sterminio) e si identifica come Wohnlager: campo di residenza

103 Dachau Il campo di Dachau era organizzato in sottocampi e (123 sub-camps and external kommandos) esterni tra cui Allach (Org. Tod e Allach/Karsfeld/Moosach (org. Todt) Dai forni crematori di Dachau passarono più di 200.000 uomini Pochi giorni prima della liberazione, avvenuta il 29 aprile 1945, il numero di detenuti era di 67.665 (30.442 nel campo centrale di Dachau e 37.223 nei campi filiali, sorti intorno al 1942). Gli italiani erano 3.388.

104 Gli internati erano classificati secondo categorie considerate non socialmente compatibili: Giudei Gitani Sette religiose Omosessuali Criminali politici asociali emigranti

105 E dal cilindro del prestigiatore apparve …una succosa cipolla rossa Vita al Lager

106 Il block era composto da una zona notte (la camerata vera e propria) e il Tagesraum (zona giorno) nella quale viveva il capo baracca: questi, di incerte origini balcaniche era di carattere non sempre nevrotico: intransigente sulle regole spesso alzava le mani. E’ strano come io mi sia dimenticato del suo nome, forse per la soggezione sicuramente giustificata dalla mia condizione: il Blockältester (l’anziano della baracca) sembrava avermi preso in simpatia e mi permetteva di mantenere la mia importante attività di orologiaio Uhrmacher reparaturen era per “merito suo” che mi capitava di sonare il violino ai raduni delle guardie mostrando spesso abilità nei giochi di prestigio e di ipnosi, ben collaudati questi nelle lontane notti di bagordi con gli amici cremonesi di Piazza San Paolo. Il compenso era spesso solo un danke accennato; a volte si poteva rimediare qualche rimasuglio della mensa per sopire quella fame incontenibile che la quotidiana minestra di rape svedesi certamente non calmava.

107 … da tempo controllavo quel filare di sottili e profumati steli verdi al limitare del block … …la terra grassa era giornalmente inumidita e concimata dal kapò con cure amorevoli… …ero solo… ero solo quel pomeriggio quando con un balzo afferrai il ciuffo d’erba e mi ritrovai tra le mani una enorme cipolla rossa.

108 … mi prese un’ansia e una angoscia profonda …potevo essere punito, in che modo? Erano vere o false quelle assurde voci sul Krematorium? …nascosi la cipolla tra le pieghe della giubba e poi sotto il materasso: attesi tutta la notte che finisse la fila interminabile dei compagni di baracca al bugliolo delle urine… …finalmente, sotto la coperta, addentai il frutto saporito, sapeva di terra ma profumava di casa… …il più straordinario ed insolito pasto della mia vita!

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110 Atene: il ritorno nel dopoguerra


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