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Cosa significa orientamento per il futuro?

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Presentazione sul tema: "Cosa significa orientamento per il futuro?"— Transcript della presentazione:

1 Cosa significa orientamento per il futuro?

2 Cosa significa orientamento per il futuro?
LINEE GUIDA IN MATERIA DI ORIENTAMENTO LUNGO TUTTO L’ARCO DELLA VITA Dalle indicazioni dell’U.E. : principi da condividere e da cui partire Cosa significa orientamento per il futuro? L’orientamento è un processo associato alla crescita della persona in contesti sociali,formativi e lavorativi. E’ un diritto del cittadino e comprende una serie di attività finalizzate a mettere in grado il cittadino di ogni età ed in ogni momento della sua vita di: - identificare i suoi interessi, le sue capacità, competenze e attitudini, - identificare opportunità e risorse e metterle in relazione con i vincoli e condizionamenti, - prendere decisioni in modo responsabile in merito all’istruzione, alla formazione, all’occupazione e al proprio ruolo nella società, - progettare e realizzare i propri progetti, - gestire percorsi attivi nell’ambito dell’istruzione, della formazione e del lavoro e in tutte quelle situazioni in cui le capacità e le competenze sono messe in atto.

3 L’orientamento viene inteso come bene individuale, in quanto principio organizzatore della progettualità di una persona capace di interagire attivamente con il proprio contesto sociale e come bene collettivo, in quanto strumento di promozione del successo formativo e di sviluppo economico del paese.

4 Autostima, motivazione, emozioni
L'obiettivo più importante a cui deve mirare l'apprendimento consta nel miglioramento del livello di autostima del soggetto. Il livello di autostima influenza l'apprendimento, secondo un meccanismo circolare: - la fiducia in se stessi e nelle proprie capacità tende a migliorare le prestazioni e l'autostima (circolarità virtuosa); - altrimenti si innesca il processo opposto: bassa autostima genera basse prestazioni che danno luogo ad una autovalutazione sempre più negativa (circolarltà viziosa). Un'ulteriore condizione essenziale dell'apprendimento è da individuare nella motivazione del soggetto (interesse), che raggiunge il suo livello più alto nei contesti in cui lo sforzo di apprendimento avviene in un ambiente di appagamento.

5 Componenti della motivazione
C.S. Dweck ha studiato le due componenti della motivazione a riuscire, padronanza e impotenza: padronanza (obbiettivo primario ricerca del successo); impotenza (evitare l'insuccesso ed eludere situazioni competitive). Gli individui orientati alla padronanza tendono: a perseverare di fronte alle difficoltà senza perdere fiducia in se stessi e fino alla risoluzione del problema; b) diversamente gli individui con obiettivi di evitamento si tengono lontani da compiti impegnativi in cui devono mettere in atto le proprie capacità.

6 Coscienza di sé e interventi di potenziamento
La riflessione sul concetto di sé assume consapevolezza quando l'adolescente si rende conto della discrepanza tra come lui definisce se stesso e come lo definiscono le persone che gli stanno intorno; prende avvio così quel processo che lo porta alla costruzione di una propria identità personale e al raggiungimento di una "consapevolezza di attitudini, capacità acquisite, interessi, valori di ognuno". Nella fase dell'adolescenza i ragazzi cominciano a pensare in maniera ipotetico-deduttiva, a usare il pensiero astratto, per rappresentare il proprio mondo al di là dell'immediata esperienza e come potrebbe essere sotto altre condizioni.

7 Sé professionale In questo processo entrano in campo le ansie e le speranze che essi proiettano nel loro progetto esistenziale. In questo contesto una parte rilevante dell'immagine di sé è costituita dal sé professionale, cioè dalla coscienza della propria proiezione nel mondo circostante: l'adolescente comincia a valutare non solo i suoi interessi ma anche le sue capacità, ed è per questo motivo che egli ha bisogno di mettersi alla prova, di definirsi.

8 Conoscenza di sé e valutazione
Offrire sostegno agli adolescenti per promuovere: la "conoscenza di sé", attraverso l'ausilio di strumenti analitici di tipo individuale quali: l'inventario delle personalità e delle risorse (chi sono, cosa so fare); l'individuazione dei propri punti di forza e debolezza; l'analisi delle aspettative logiche derivanti dai romanzi di famiglia; l'inventario degli interessi; l'analisi delle aspettative emozionali (sogni, desideri).

9 Valenze dell’orientamento
L’orientamento può assumere una quadruplice valenza: orientamento informativo (ad es. distribuzione di materiali come brochure, dépliant, etc.; informazioni fornite dagli insegnanti, interventi di esperti, visite di istruzioni ai saloni dell'orientamento, navigazione guidata sui siti Internet); orientamento educativo : conoscenza di sé attraverso le discipline, i test psico-attitudinali, le tecniche di orientamento narrativo: l'autobiografia, etc.

10 Obiettivi prioritari comuni
Saper ricercare e in un secondo momento, selezionare le informazioni; strutturare in maniera adeguata e consapevole autonomi processi di scelta e di decisione. L'orientamento è, in definitiva: "la capacità di saper costruire processi decisionali - indispensabili per essere in grado di ben direzionare la propria vita, professionale ed esistenziale - sperimentabili sotto forma di attività formativa durante l'intera carriera scolastica".

11 Le aspirazioni di allievi e genitori
In presenza di allievi che si pongono obiettivi troppo elevati, è opportuno che i docenti non incoraggino le loro tendenze; al contrario, i ragazzi dovrebbero essere aiutati a capire che proprio il loro desiderio di eccellere compromette la possibilità di conseguire mete soddisfacenti e gratificanti. Può accadere che siano gli alunni meno capaci a porsi obiettivi inadeguati alle loro capacità, senza tenere conto dei loro limiti. In questi casi è opportuno : aiutarli a prospettarsi mete parziali e conseguibili in un breve arco temporale, predisporre le condizioni che permettano loro di avvicinarsi per gradi ad una meta finale e, nel contempo, più realistica.

12 Genitori Gli stessi genitori possono rendersi conto dei diversi tipi di influsso che hanno esercitato sui loro figli - vuoi per le loro attese ed ambizioni, vuoi per lo status socio-economico e il livello culturale - e di conseguenza capire meglio il processo che li ha condotti ad operare quella determinata scelta.

13 ORIENTAMENTO AL LAVORO

14 Il lavoro che verrà “Oggi si studia in vista di professioni non ancora create, fatte con tecnologie da inventare per problemi che adesso non conosciamo” Andrea Cammelli direttore di ALMALAUREA (Banca dati dei laureati in italia, consultata da enti e imprese).

15 Jeremy Rifkin (La fine del lavoro- 1995):
L’automazione indotta dalle nuove tecnologie ha un effetto devastante sugli operai, sugli impiegati, sui commercianti, e liberi professionisti.

16 Dati ALMALAREA DISOCCUPAZIONE GIOVANILE 44%
Nel 2013, a 5 anni dalla laurea: avevano un posto: il 96,7% dei medici, 91,9% degli ingegneri Il 91% laureati in economia trovavano difficoltà geo – biologi- letterati Gli STEM (scienze, tecnologia, ingegneria, matematica) piena occupazione (dati del Politecnico di Milano e Torino)

17 Ned Phelps: Nobel per l’economia:
“Gli STEM vanno riequilibrati con le competenze umanistiche (storia, filosofia, letteratura) necessarie a sviluppare lo spirito critico e di iniziativa indispensabili per gestire il cambiamento. Cammelli: “Oltre alle conoscenze servono le competenze”

18 ORIENTARSI DOPO LA RIFORMA

19 Orientarsi dopo la Riforma
L’incontro ha l’obiettivo di offrire un quadro complessivo dello stato di avanzamento della riforma della secondaria di secondo grado attuata attraverso i regolamenti: dei licei dei istituti tecnici degli istituti professionali

20 Il regolamento n.139 Il DM n.139 costituisce uno snodo fondamentale di riferimento per l’applicazione dei regolamenti perché ha definito per il primo biennio: l’impianto culturale organizzato per competenze risulta basato su 4 assi culturali (dei linguaggi, matematico; scientifico-tecnologico e storico - sociale); e sull’intreccio tra competenze culturali, trasversali e competenze chiave di cittadinanza (le competenze fanno riferimento alle raccomandazioni del Parlamento europeo del dicembre 2006).

21 I saperi e le competenze per l’assolvimento dell’obbligo
Assi culturali Competenze abilità/conoscenze Competenze chiave di cittadinanza Linguaggi Imparare ad imparare Progettare Matematico Comunicare Collaborare Scientifico Tecnologico Agire in modo autonomo Risolvere problemi Storico – sociale Individuare collegamenti Acquisire ed interpretare informazioni

22 La sfida è l’unitarietà del progetto educativo
La sfida di questa riforma è quello di provare a ricondurre a unitarietà il progetto educativo della secondaria di secondo grado; visto il quadro disomogeneo delle leggi a cui fa riferimento.

23 Quali spazi per l’unitarietà
Ci sono degli spazi però su cui agire, partendo dalla scuola: il primo fra tutti quello di rendere effettivamente concreto l’obbligo di istruzione, agendo nel primo biennio: garantendo a tutti gli studenti l’acquisizione delle competenze chiave; un efficace orientamento e ri-orientamento; i passaggi da un indirizzo all’altro. L’unitarietà si gioca soprattutto nei primi due anni dell’obbligo di istruzione nel garantire una reale equivalenza formativa nelle competenze in uscita a 16 anni che sia comune a tutti gli indirizzi.

24 Aspetti comuni ai tre regolamenti dei licei, tecnici e dei professionali
Prima di analizzare i regolamenti è importante vedere gli aspetti comuni ai tre regolamenti governativi” Tutto il sistema della scuola secondaria superiore è RIORDINATO nel senso che vengono abolite tutte le sperimentazioni e tutti i corsi/gli indirizzi confluiscono nel nuovo ordinamento.

25 Autonomia e flessibilità
Le istituzioni scolastiche possono modificare il monte ore annuale delle discipline di insegnamento di ciascun anno scolastico per una quota non superiore al 20% per realizzare attività e insegnamenti facoltativi, coerenti con il profilo educativo, culturale e professionale dello studente L’orario di ciascuna disciplina non può essere ridotta oltre il 20% Gli studenti sono tenuti alla frequenza delle attività e degli insegnamenti facoltativi prescelti

26 La scansione curricolare
Un altro aspetto comune: nei Regolamenti l’impianto curricolare della secondaria di secondo grado è segmentato in: La durata del percorso è di 5 anni. Organizzato in: primo biennio dai 14 ai 16 anni secondo biennio dai 16 ai 18 anni, dove si sceglie l’indirizzo di studi Un quinto anno 19 anni

27 monitoraggio e valutazione
è previsto alla fine 1. del primo biennio dell’obbligo di istruzione il rilascio di una certificazione che attesta le competenze acquisite rispetto agli assi culturali e alle competenze chiave 2. che i percorsi di studio si concludono con un esame di Stato. E’ rilasciato un diploma integrato dalla certificazione delle competenze acquisite dallo studente al termine del percorso di studio.

28 Regolamento dei Licei Aspetti significativi
Il riordino semplifica (razionalizza) in 11 indirizzi liceali un sistema che nel tempo aveva accumulato attraverso diverse tipologie di sperimentazioni oltre 644 indirizzi. Nell’art. 3 del regolamento viene evidenziato che il sistema dei licei comprende: il liceo artistico, classico, linguistico, musicale e coreutico scientifico e delle scienze umane

29 11 indirizzi Gli indirizzi previsti sono 11:
Liceo artistico: 1) arti figurative; 2) architettura e ambiente; 3) design; 4) audiovisivi e multimediale; 5) grafica; 6) scenografia; 7)Liceo classico; 8)liceo linguistico; 9)liceo musicale e coreutico; 10) liceo scientifico con opzione delle “scienze applicate”; 11) liceo delle scienze umane con opzione in “economico sociale”.

30 I bienni e il quinto anno
Art. 2 comma 4, le finalità del primo biennio che va dai 14 ai 16 anni è volto a “garantire il raggiungimento di una soglia equivalente di conoscenze, abilità e competenze. Il secondo biennio e finalizzato ad approfondimento delle conoscenze, delle abilità e delle competenze caratterizzanti l’area di indirizzo; Nel quinto anno è finalizzato alla piena realizzazione del profilo educativo, culturale e professionale dello studente

31 Liceo artistico Il dato più significativo è che gli istituti d’arte sono confluiti nei licei artistici. Il problema è che nessuno dei 6 indirizzi garantiscono curricoli legati all’economia del territorio; in altre parole non hanno più uno sbocco professionale. Il liceo artistico è indirizzato a sviluppare conoscenze dei fenomeni estetici, a far acquisire metodi di ricerca … a sviluppare capacità di produzione artistica … conoscere il patrimonio artistico, padroneggiare i linguaggi artistici e delle tecniche, a fornire capacità di progettazione …

32 Il liceo classico L’asse culturale rimane quello di Gentile basato (italiano, latino, greco, storia e filosofia) e “finalizzato allo studio della civiltà classica e della cultura umanistica”. Punta su una formazione letteraria , storica filosofica. “Favorisce l’acquisizione di metodi per gli studi classici e umanistici con un ottica attenta anche alle scienze, matematiche, fisiche ecc.” Elemento di novità è il rafforzamento dell’asse matematico/scienze naturali nel biennio e fisica dal terzo anno

33 Liceo scientifico e opzione delle scienze applicate
Nel liceo scientifico la novità è da un lato il mantenimento del liceo scientifico tradizionale con il latino, e dall’altra l’istituzione dell’opzione dello scientifico delle “scienze applicate” in sostituzione dello scientifico tecnologico, senza latino. Lo scientifico è indirizzato allo studio del nesso tra cultura scientifica e tradizione umanistica. Favorisce l’acquisizione delle conoscenze e dei metodi della matematica, della fisica e delle scienze naturali. Nell’opzione delle scienze applicate è più accentuato l’asse matematico, informatico e scientifico tecnologico.

34 Liceo linguistico E’ una novità. Viene istituito per la prima volta l’indirizzo linguistico nell’ordinamento statale e prevede l’insegnamento di 3 lingue straniere. Inoltre è impartito in lingua straniera dalla terza classe un insegnamento non linguistico e dalla quarta un secondo insegnamento (metodologica CLIL) prevista anche nel quinto anno degli altri licei nell’area degli insegnamenti obbligatori o facoltativi.

35 Liceo delle scienze umane
E’ il liceo che riordina tutte le sperimentazioni in cui era collocato il vecchio istituto magistrale. Ha come finalità lo studio delle teorie che spiegano i fenomeni collegati all’identità personale e alle relazioni umane e sociali. Guida lo studente a maturare le competenze necessarie per cogliere la complessità e la specificità dei processi formativi. E’ prevista l’opzione economico sociale già presente nella versione morattiana, fornisce allo studente competenze legate agli studi afferenti alle scienze giuridiche ed economiche e sociali. Le perplessità è che faccia concorrenza all’analogo indirizzo previsto negli istituti tecnici commerciali.

36 Liceo musicale e coreutico
Anche questo liceo è una novità, può essere costituito solo senza nuovi e maggiori oneri, in prima applicazione possono essere istituiti non più di 40 sezioni musicali e 10 di coreutico. E’ uno dei licei più gettonati nelle iscrizioni. E teso ad approfondire e sviluppare le conoscenze, le abilità e le competenze necessarie per acquisire la padronanza dei linguaggi musicali e coreutici.

37 Il Regolamento dei tecnici
Il regolamento ha come sfondo la necessità di un forte rilancio dell’istruzione tecnica e professionale che negli ultimi anni ha subito un progressivo declino attraverso il calo delle iscrizioni. Le legge n. 40/07 modifica l’impianto della legge 53/03 (Moratti) che aveva previsto la licealizzazione della secondaria e il trasferimento degli istituti tecnici nel così detto secondo canale. La legge n. 40 rimette al centro il ruolo dell’istruzione tecnica dove si dice che “fanno parte del sistema dell’istruzione secondaria i licei, gli istituti tecnici e professionali finalizzati al conseguimento di un diploma di istruzione secondaria”.

38 Istruzione professionale e formazione professionale: qualifiche e diplomi
Un altro aspetto rilevante previsto nella legge n.40/07 è che gli istituti professionali vengono organizzati su un percorso quinquennale e rilasciano diplomi, e non più qualifiche. Nella legge 40/07 viene detto che con apposite linee guida d’intesa con la Conferenza unificata gli Istituti Professionali conducono al diploma mentre l’istruzione e formazione professionale rilasciano qualifiche in un apposito repertorio nazionale. Stabilito ora in 21 qualifiche. E’ questa una rilevante novità che determina un nuovo scenario nel segmento istruzione, formazione professionale e nel rapporto tra Stato e Regioni.

39 L’identità degli Istituti tecnici
L’identità è connotata da una solida base culturale a carattere scientifico e tecnologico in linea con le indicazioni dell’UE, costruita attraverso lo studio, l’approfondimento e l’applicazione di linguaggi e metodologie di carattere generale e specifico ed è espressa in un limitato numero di indirizzi correlati a settori fondamentali per lo sviluppo economico e produttivo

40 L’articolo inoltre precisa che gli istituti tecnici collaborano con le strutture formative accreditate dalle Regioni nei poli tecnico professionali … con l’obiettivo prioritario di sostenere lo sviluppo delle professioni tecniche a livello terziario … con le specializzazioni richieste dal mondo del lavoro in riferimento alle piccole e medie imprese

41 Settori e indirizzi I settori e gli indirizzi vengono drasticamente ridotti. Si passa da 10 settori a 2 e da 39 indirizzi a 11. I due settori identificati sono Il settore economico articolato in due indirizzi: 1. Amministrazione, finanza e marketing, 2. Turismo

42 Il settore tecnologico
Il settore tecnologico è articolato in 9 indirizzi 1. Meccanica, Meccatronica ed Energia 2. Trasporti e Logistica 3. Elettronica ed Elettrotecnica 4. Informatica e Telecomunicazioni 5. Grafica e Comunicazione 6. Chimica, Materiali e biotecnologie 7. Tessile, Abbigliamento e moda 8. Agraria e Agroindustria 9. Costruzioni, Ambiente e Territorio

43 Le novità Il monte ore annuale è di corrispondente a 32 ore settimanali I percorsi sono caratterizzati da una area di istruzione generale comune a tutti i percorsi e da aree di indirizzo comprese in ciascuno dei due settori Il primo biennio è articolato in 660 ore di insegnamenti di istruzione generale e in 396 di insegnamenti di indirizzo ed è finalizzato all’assolvimento dell’obbligo di istruzione

44 Il secondo biennio e articolato in 495 ore di attività di insegnamenti di istruzione generale e in 561 di insegnamenti di indirizzo Il quinto anno è articolato in 495 ore di attività di insegnamenti generali e 561 di attività e insegnamenti di indirizzo

45 I percorsi sono basati su competenze
L’aspetto da sottolineare è che i percorsi di studio sono riferiti a risultati di apprendimento declinati in competenze, abilità e conoscenze in relazione alla raccomandazioni del Consiglio di Europa del 23 aprile 2008 e del quadro delle qualifiche per l’apprendimento permanente (EQF)

46 L’organizzazione Le novità sul piano organizzativo sia dei tecnici che degli istituti professionali Possono costituire dipartimenti per il sostegno alla didattica; costituiscono un comitato tecnico-scientifico con docenti, esperti del mondo del lavoro e delle professioni Possono stipulare contratti d’opera con il mondo del lavoro e delle professioni …

47 Il regolamento degli Is. Professionali
Ci avviamo alla fine. Qual è l’identità dei professionali e cosa si differenziano dei tecnici? L’identità è connotata da una solida istruzione generale e tecnico professionale … che consente di sviluppare in una dimensione operativa, i saperi e le competenze necessarie per rispondere alle esigenze formative del settore produttivo di riferimento …

48 L’offerta formativa degli Istituti professionali
Gli Istituti professionali possono rilasciare: 1. diplomi quinquennali In accordo con le Regioni e in regime di sussidiarietà possono rilasciare Qualifiche professionali triennali Diplomi professionali di durata quadriennale

49 Si va verso regionalizzazione degli istituti professionali?
E’ evidente che siamo di fronte ad un mutamento radicale dell’istruzione professionale che si sta progressivamente regionalizzandosi cioè legando sempre di più i sui profili alla domanda produttiva del territorio. Come per i tecnici anche gli istituti professionali collaborano con le strutture formative accreditate dalla Regione nei Poli tecnico professionali.

50 I settori e gli indirizzi
Come per gli istituti tecnici anche per i professionali è prevista una forte riduzione sia dei settori che degli indirizzi I settori previsti dal regolamento sono solo due: 1. servizi a loro volta articolati in 5 indirizzi: a) servizi per l’agricoltura e lo sviluppo rurale; b)servizi per la manutenzione e l’assistenza tecnica; c) servizi socio sanitari; d) servizi per l’enogastronomia e l’ospitalità alberghiera; e) servizi per il commercio

51 Ampia flessiblità 2. settore per l’industria e l’artigianato con un solo indirizzo Molto ampi risultano gli spazi di flessibilità finalizzati a realizzare un organico collegamento con il territorio superiore ai tecnici Entro il 25% nel primo biennio Il 35% nel secondo biennio Il 40% nel ultimo anno

52 I BISOGNI EDUCATIVI SPECIALI

53 La qualità dell’inclusione
È MISURA DELLA QUALITÀ DELL’INTERA SCUOLA

54 Secondo le norme, la scuola deve
assicurare il successo formativo  a tutti gli alunni, valorizzando le diversità e promuovendo le potenzialità di ciascuno

55 La Direttiva 27 dicembre Estende a tutti gli alunni con Bisogni Educativi Speciali i benefici previsti dalla legge 170/2010: strumenti compensativi misure dispensative valutazione personalizzata il tutto documentato in un Piano Didattico Personalizzato Prevede la redazione di un Piano Inclusivo di istituto che armonizzi tutte le risorse (in primis sostegno) Stabilisce una nuova organizzazione territoriale

56 COSA SONO I “BES”… ? Alunni che “vanno male a scuola” per una serie di ragioni più o meno note Alunni candidati alla bocciatura… Bambini e ragazzi che non rispondono in maniera attesa al curricolo, che non riescono a fronteggiare il normale ambiente di classe senza aiuto aggiuntivo Ognuno ha la sua storia, legata alle sue ecologie di vita…

57 COSA SONO I “BES” … secondo la Direttiva 27.12.2012
Un contenitore concettuale che include diverse sottocategorie: DIVERSA ABILITA’ DSA (Disturbi Specifici di Apprendimento) ADHD (Disturbo da deficit di attenzione e iperattività) Funzionamenti cognitivi BORDERLINE DISAGIO PERSONALE, PSICOLOGICO, SOCIO-AMBIENTALE DISAGIO LINGUISTICO, CULTURALE ED ETNICO

58 Mettere schema di evelina scann.

59 Riferimento: Modello di valutazione ICF
Diagnosi di funzionamento secondo la classificazione internazionale del funzionamento, approvata dall’OMS nel 2001, SUPERA gli attuali modelli in uso (DSM e ICD 10) MODELLO BIO-PSICO-SOCIALE La disabilità viene definita come “la conseguenza o il risultato di una complessa relazione tra la condizione di salute di un individuo e i fattori personali e ambientali che rappresentano la circostanza in cui l’individuo vive”: RUOLO DEL CONTESTO

60 Anno scolastico 2014-2015 AUTOVALUTAZIONE REDAZIONE E PUBBLICAZIONE DEL RAPPORTO DI AUTOVAL UTAZIONE
Tutte le istituzioni scolastiche elaboreranno nel corso del primo semestre 2015, attraverso un modello online, il Rapporto di autovalutazione (d'ora in avanti, "RAV"), arricchito da una sezione appositamente dedicata all' individuazione di priorità strategiche e dei relativi obiettivi di miglioramento. A tal fine, le scuole si doteranno di un'unità di autovalutazione, costituita preferibilmente dal dirigente scolastico, dal docente referente della valutazione e da uno o più docenti con adeguata professionalità individuati dal Collegio dei docenti.

61 Nel Format del RAV, disponibile da fine ottobre, vi saranno:
• i dati informativi e statistici sugli aspetti fondamentali del funzionamento (livelli di apprendimento, organizzazione didattica, esiti scolastici, utilizzo delle risorse umane e finanziarie)

62 Nei mesi di gennaio e febbraio le singole scuole procederanno all'inserimento dei dati di loro competenza ed entro la fine di marzo gli stessi dati verranno restituiti con valori di riferimento esterni (benchmark). In questo modo ogni singola scuola potrà confrontare la propria situazione con quella di istituzioni scolastiche simili per un più efficace processo diautovalutazione in ciascuna delle aree in cui è articolato il RAV.


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