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Sistemi locali di welfare

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Presentazione sul tema: "Sistemi locali di welfare"— Transcript della presentazione:

1 Sistemi locali di welfare
Lavinia Bifulco

2 Testi per studenti frequentanti
Bifulco L., a cura di, 2005, Le politiche sociali, Roma, Carocci (capp. 1,2,3,4) Bifulco L., Bricocoli M., Monteleone R., 2008, Welfare locale e innovazioni istituzionali. Processi di attivazione in Friuli-Venezia Giulia, in La Rivista delle politiche sociali, 3, pp Bifulco L., Mozzana C., 2011, La dimensione sociale delle capacità: fattori di conversione, istituzioni e azione pubblica, in Rassegna Italiana di Sociologia, 3, pp + 1 volume a scelta fra i seguenti: a) Paci M., Pugliese E., (a cura di) (2011), Welfare e promozione delle capacità, Bologna, Il Mulino. b) Ciarini A., Le politiche sociali nelle regioni italiane. Costanti storiche e trasformazioni recenti, Il Mulino, 2013 c) Kazepov, Y., Barberis E., 2013, a cura di, Il welfare frammentato. Le articolazioni regionali delle politiche sociali italiane, Roma, Carocci d) Morlicchio E. (2012), Sociologia della povertà, Bologna, Il Mulino. e) numero monografico della Rivista delle politiche sociali, 4, 2012, Welfare territoriale

3 Testi per studenti non frequentanti
Bifulco L., 2005, a cura di, Le politiche sociali. Temi e prospettive emergenti, Roma, Carocci. Kazepov, Y., Barberis E., 2013, a cura di, Il welfare frammentato. Le articolazioni regionali delle politiche sociali italiane, Roma, Carocci. Ciarini A., 2013, Le politiche sociali nelle regioni italiane. Costanti storiche e trasformazioni recenti, Bologna, Il Mulino.

4 Strumenti concettuali
Idee Capabilities (A. Sen) Governance Capacità di aspirare Rescaling Stateness/statualità Giustizia sociale: universalismo, esigibilità dei diritti, democrazia

5 Idee Muller (2000, p. 195) Le politiche “sono spazi (forum) nel cui ambito i diversi attori costruiscono ed esprimono un "rapporto con il mondo" che si riferisce al modo in cui essi percepiscono la realtà, il loro posto nel mondo e ciò che il mondo dovrebbe essere” “… le due dimensioni, quella di spiegazione del mondo e quella di “messa a norma”, cioè di elaborazione normativa del mondo, sono irriducibilmente legate in un processo di creazione di senso della realtà: le politiche pubbliche servono sia per costruire interpretazioni della realtà (Perché la disoccupazione è persistente? Come analizzare i cambiamenti nel sistema delle relazioni internazionali? Il livello di sicurezza alimentare sta peggiorando?) sia per definire modelli normativi di azione (bisogna rendere il lavoro più flessibile, occorre sostenere la democratizzazione dei paesi dell'Europa orientale, è necessario rafforzare i controlli sanitari).

6 Idee «Dare senso al mondo implica dunque la produzione sia di interpretazioni causali ("se la disoccupazione aumenta, è perché le nostre imprese non sono competitive in un contesto di globalizzazione”) sia di interpretazioni normative ("per rafforzare la competitività delle imprese si dovrebbe aumentare la flessibilità del lavoro"). In questo modo, si può dire che lo scopo delle politiche pubbliche è il "futuro" della società: una politica pubblica può essere analizzata come uno spazio in cui una società (o almeno alcuni attori sociali) si proietta nel futuro» (ibidem).

7 Stateness e statualità
Stateness: pentrazione dello Stato nelle sfere del welfare (Flora) Particolarismo e clientelismo (Ferrera, Paci) Il paradosso italiano (Cassese): troppo Stato/troppo poco Stato

8 Stateness e statualità
Pubblico e terzo settore: dal mutuo accomodamento alla programmazione negoziale (Pavolini)

9 Quadro europeo linee di cambiamento politiche sociali
Rescaling Localizzazione Attivazione/investimento sociale Empowerment e partecipazione Integrazione Crisi finanziaria ed economica????

10 Rescaling Recentrages e società fuori squadra (Bagnasco, 2003)
Lo Stato è troppo piccolo per i problemi grandi e troppo grande per i problemi piccoli (Daniel Bell)

11 Rescaling e localizzazione
In Italia: I nuovi sindaci La nuova stagione delle politiche locali (programmazione negoziata) Processo di decentramento avviato negli anni 70

12 Locale e localismi ……………………………..

13 Giustizia sociale Cittadinanza sociale, universalismo ed esigibilità dei diritti Giustizia sociale e democrazia

14 Welfare State « la definizione di welfare state deve stare per qualcosa di più della politica sociale ; essa indica una costruzione storicamente unica, una ridefinizione esplicita di ciò in cui lo stato consiste » p. 64)… « un nuovo impegno politico, la definizione di un nuovo contratto sociale fra stato e popolo ((Esping Andersen 2000 p 64). « Ciò che esso ha promesso non è solo l’introduzione di politiche di welfare attraverso le quali alleviare i mali sociali e redistribuire il peso dei rischi fondamentali, ma riscrivere il contratto sociale fra lo stato e i cittadini » (p. 63).

15 Welfare State “Uno stato può adottare politiche sociali senza per questo trasformarsi in welfare state, anche se non vale il contrario. Possiamo parlare di politiche sociali tutte le volte in cui, in risposta a un determinato rischio sociale, è stato organizzato un qualche tipo di azione politica collettiva. Le distribuzioni di cibo ai poveri della Roma antica possono essere considerate una politica sociale, ma non dimostrano certo l’esistenza di un welfare state, e lo stesso si può dire delle beneficenze ed elemosine distribuite dalla chiesa, dalle corporazioni o dalla nobiltà; o ancora dell’aiuto ai poveri introdotto per legge .. dai nascenti stati nazionali e dalle monarchie assolute” Esping Andersen (p. 64).

16 Welfare state Formazione sociale, economica e politica che ha dominato la storia occidentale del secolo scorso: capitalismo del benessere (welfare capitalism) basato su quattro pilastri: la solidarietà/cittadinanza sociale; la democrazia; la protezione del lavoro, attraverso alcuni diritti e per il tramite delle organizzazioni sindacali; il diritto all’istruzione e l’istruzione di massa (Esping Andersen, 2000). “capitalismo democratico” (Streeck, 2011). “… due principi o regimi di allocazione delle risorse in conflitto tra loro: uno fondato sulla produttività marginale, o su ciò che secondo ‘il libero gioco delle forze di mercato’ si rivela come merito; l’altro basato sul bisogno sociale o gli entitlement, così come vengono certificati dalle scelte collettive della politica democratica”.

17 Welfare state «Quello che divenne il "welfare state" era fondamentalmente un modo di far coesistere interessi tra loro contrastanti, un sistema di contraddizioni tollerate: cosa preferire criteri di equitào adeguatezza nei sistemi assicurativi e di sicurezza sociale? Standards omogeni di uguaglianza fissati al centro, o un sistema di autonomie locali che inevitabilmente avrebbero prodotto disuguaglianza? La sicurezza economica, o invece la libertà per ciascuno di riuscire o di fallire secondo sue libere scelte? La pianificazione dei servizi sociali o le regole del rnercato» (Heclo, Verso un nuovo welfare state?)

18 Welfare state I welfare nordici abilitanti… “sono stati più capaci di trasformarsi per tenere conto della entrata in massa delle donne nel mercato del lavoro: assumendo il lavoro di cura come una dimensione importante di intervento del welfare e allo stesso tempo definendo i servizi per l’infanzia e per le persone non autosufficienti come strumenti di pari opportunità per i bambini e per le persone non autosufficienti, non solo per le donne che si prendono cura di loro. Sono stati anche i più capaci di proporre modalità di attivazione dei disoccupati e di coloro che ricevono assistenza economica perché in povertà non legate prevalentemente alla riduzione dei benefici, ma al contrario ad una offerta di risorse – formative, di counseling, di esperienza – alternative (Saraceno, Stato e mercato, 2013).

19 Cambiamenti cambiamenti dei welfare state che hanno investito innanzitutto (ma non solo) il ruolo dello Stato. diffusione di forme miste, pubblico-private, di erogazione dei servizi e degli interventi sociali affermazione della governance come modello del decision-making riorganizzazione territoriale dei poteri pubblici che ha visto avanzare processi di decentramento e, in alcuni casi, di devolution vera e propria. A monte: uno scenario sociale progressivamente ridefinito dalla globalizzazione e dai suoi effetti; trasformazioni del lavoro; trasformazioni socio-demografiche; nuovi rischi sociali La recente crisi finanziaria ed economica ha portato allo scoperto la vulnerabilità profonda e le contraddizioni costitutive degli assetti del capitalismo democratico, incalzato (o messo in scacco) dal capitalismo finanziario.


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