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Strumenti di politica commerciale

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Presentazione sul tema: "Strumenti di politica commerciale"— Transcript della presentazione:

1 Strumenti di politica commerciale
GLI STRUMENTI DI POLITICA COMMERCIALE, I LORO EFFETTI (COSTI E BENEFICI), CHI CI GUADAGNA E CHI CI PERDE Strumenti di politica commerciale Contrazione del commercio Espansione del commercio Prezzo Quantità Prezzo Quantità Dazio alle importazioni Limitazioni volontarie all’ import /export Sussidio alle importazioni / esportazioni Espansione volontaria dell’import /export

2 I dazi possono essere classificati in:
Dazi specifici dazi prelevati come ammontare fisso per ogni unità di bene importato Esempio: un dazio specifico di 10$ su ogni bicicletta importata al prezzo internazionale di 100$ comporta il prelievo alla dogana di una somma fissa pari a 10$. Dazi ad valorem dazi prelevati come frazione sul valore dei beni importati Esempio: un dazio ad valorem del 20% sulle biciclette comporta il pagamento di 20$ per ogni 100$ di biciclette importate. Un dazio composto è la combinazione tra un dazio ad valorem ed uno specifico. I governi preferiscono solitamente adottare politiche protezionistiche basate su barriere non tariffarie, quali: quote all’importazione Limiti alla quantità d’importazioni restrizioni alle esportazioni Limiti alla quantità di esportazioni

3 Il livello medio dei dazi nel mondo (%)

4 Gli effetti di un dazio Definizioni utili:
la ragione di scambio è il prezzo relativo del bene di esportazione espresso in unità del bene d’importazione un paese piccolo è un paese che non è in grado di influenzare la sua ragione di scambio, indipendentemente da quanto commerci con il resto del mondo. L’analisi si baserà su una delle seguenti possibilità: due paesi grandi che commerciano tra loro un paese piccolo che commercia con il resto del mondo

5 D1 – S1 D2 – S2 Introduzione di un dazio da parte di un paese piccolo
Prezzo, P Quantità, Q S D1 – S1 D Importazioni prima del dazio PW + t D2 S2 D2 – S2 PW S1 D1 Importazioni dopo il dazio Il dazio aumenta il prezzo dei beni importati di un ammontare pari a t (tariffa), mentre il livello di prezzo internazionale rimane invariato (il paese importatore è piccolo e la sua decisione non produce effetti sul mercato internazionale). I produttori del paese esportatore (B) possono vendere in A solo se il prezzo è (Pw + t). Questo significa che, al di sotto di questo livello, l’eccesso di domanda in A viene soddisfatto dai produttori di A (la cui produzione passa da S1 a S2). Quando il prezzo interno di A raggiunge (Pw + t), gli esportatori di B tornano a vendere in A, con risultati economici equivalenti a vendere sul mercato internazionale (a Pw).

6 La misurazione del grado di protezione
Nell’analisi pratica delle politiche commerciali, è importante conoscere il livello di protezione effettiva che una certa politica commerciale fornisce. Si può esprimere il livello di protezione come percentuale del prezzo che prevarrebbe in regime di libero scambio. Due problemi emergono con questo metodo di misurazione: nel caso di un paese grande, il dazio ridurrà il prezzo estero di esportazione i dazi possono produrre effetti diversi sui diversi stadi della produzione di un bene. Bisogna considerare gli effetti di un dazio sia sul prezzo finale di un bene che sui costi degli input impiegati nella produzione. La protezione effettiva fornita da un dazio non sarà pari al dazio se beni intermedi importati sono impiegati nella produzione del bene soggetto alla protezione.

7 Effetti del dazio Un dazio determina l’aumento del prezzo di un bene nel paese importatore In conseguenza di queste variazioni nei prezzi: il benessere dei consumatori si riduce il benessere dei produttori aumenta nel paese importatore il governo che introduce il dazio ottiene un gettito Per misurare e confrontare questi costi e benefici, definiamo il surplus del consumatore e quello del produttore.

8 Surplus del consumatore
Misura il beneficio che un consumatore trae dall’acquistare come differenza tra il prezzo effettivamente pagato ed il prezzo che sarebbe stato disposto a pagare. Può essere derivato dalla curva della domanda di mercato, ed è pari all’area sottostante alla curva di domanda e situata al di sopra del prezzo. Prezzo, P Quantità, Q Esempio: supponiamo che una persona sia disposta a pagare 20$ per ogni scatola di pillole, ma che il prezzo è solamente di 5$. Allora, il surplus del consumatore, realizzato attraverso l’acquisto di un pacchetto di pillole, è di 15$. a D P1 b Q1 P2 Q2

9 Surplus del produttore
Misura il beneficio che un produttore trae dal vendere come differenza tra il prezzo effettivamente praticato ed il prezzo a cui sarebbe stato disposto a vendere. Può essere derivato dalla curva dell’offerta di mercato ed è pari all’area sovrastante la curva di offerta e situata al di sotto del prezzo. Prezzo, P Quantità, Q S Esempio: un produttore disposto a vendere un bene per 2$, ma che ne riceve 5$, realizza un surplus del produttore di 3$. P2 Q2 d P1 Q1 c

10 Confronto tra costi e benefici dell’introduzione di un dazio
E’ possibile sommare il surplus del consumatore con quello del produttore se assumiamo che al margine il guadagno o la perdita di un dollaro abbiano lo stesso valore sociale per ogni gruppo. Algebricamente, possiamo sommare il surplus del consumatore con quello del produttore perché ogni variazione del prezzo influenza ogni individuo in due modi: come consumatore e come lavoratore. Prezzo, P Quantità, Q S D = perdita del consumatore (a + b + c + d) = beneficio del produttore (a) = gettito del governo (c) PT a D2 S2 b c d PW S1 D1 QT

11 Le aree dei due triangoli b e d misurano la perdita subita dalla nazione nel suo insieme (perdita di efficienza). La perdita di efficienza emerge perché un dazio distorce gli incentivi al consumo e alla produzione. I produttori ed i consumatori agiscono come se le importazioni fossero più care di quello che sono effettivamente. Il triangolo b rappresenta la distorsione nella produzione ed il triangolo d rappresenta la distorsione nel consumo. Nel caso di un paese piccolo, il dazio riduce necessariamente il benessere del paese importatore.

12 Altri strumenti di Politica commerciale
Sussidio all’esportazione (specifico o ad valorem) Pagamento del governo a favore di un’impresa o di un operatore che trasporta il bene all’estero (gli operatori esportano il bene fino a che il prezzo domestico eccede il prezzo estero dell’intero ammontare del sussidio). Prezzo, P Quantità, Q S D PS a b c d = guadagno del produttore (a + b + c) = perdita del consumatore (a + b) = costo del sussido per il governo (b + c + d) PW Esportazioni (b e d = perdita di benessere)

13 I contingentamenti delle importazioni : la teoria
Un contingentamento delle importazioni è una restrizione diretta alla quantità importata di un bene. Esempio: gli Stati Uniti hanno un contingentamento delle importazioni di formaggio straniero. La restrizione è spesso applicata mediante la concessione di licenze a gruppi di operatori o di imprese. Esempio: soltanto alcune compagnie commerciali sono abilitate ad importare formaggio. Per alcuni casi importanti, segnatamente lo zucchero e l’abbigliamento, il diritto di vendere negli Stati Uniti viene concesso direttamente al governo dei paesi esportatori. Un contingentamento delle importazioni comporta sempre l’aumento del prezzo domestico del bene importato. I titolari delle licenze possono acquistare i beni d’importazione e rivenderli ad un prezzo più alto sul mercato domestico. I profitti realizzati dai titolari delle licenze sono noti come rendite da contingentamento.

14 La differenza tra il dazio e il contingentamento risiede nel fatto che con un contingentamento un governo non riceve alcun gettito. Nel determinare i costi ed i benefici di un contingentamento, è cruciale stabilire chi percepisce la rendita. Prezzo, $/tonnellata Quantità di zucchero,milioni di tonnellate Offerta Domanda = perdita del consumatore (a + b + c + d) = guadagno del produttore (a) = rendita dal contingentamento (c) Prezzo nel mercato U.S.A. = 466 a 8.45 6.32 b c d Prezzo mondiale = 280 5.14 9.26 Contingentamento:2.13 milioni di tonnellate

15 Una Ver produce una perdita per il paese importatore.
Una restrizione volontaria alle esportazioni (VER) è un contingentamento alle esportazioni amministrato dal paese esportatore (noto anche come accordo volontario di restrizione (VRA)). Le VER sono imposte dietro richiesta del paese importatore e accordate dall’esportatore per evitare altre restrizioni agli scambi. Una VER equivale ad un contingentamento in cui le licenze siano assegnate ai governi esteri, pertanto è molto costosa per il paese importatore. Una VER è sempre più costosa per il paese importatore di un dazio che limiti le importazioni dello stesso ammontare. Con una VER,il gettito del dazio equivalente si trasforma in rendita realizzata da operatori esteri. Esempio: circa i 2/3 del costo gravante sui consumatori statunitensi delle tre maggiori VER (su tessile, abbigliamento, acciaio e automobili) consiste in rendite realizzate da operatori esteri. Una Ver produce una perdita per il paese importatore.

16 Requisiti di contenuto minimo della produzione
Un requisito di contenuto minimo della produzione è una norma che richiede che una frazione predeterminata di bene finale (specificata in termini di unità fisiche o di valore) sia prodotta localmente. Leggi sui requisiti minimi di contenuto nazionale sono largamente impiegate dai paesi in via di sviluppo nel tentativo di indirizzare la propria struttura industriale dall’assemblaggio verso la produzione di beni intermedi. Le leggi sui requisiti minimi di contenuto nazionale non generano né un gettito né una rendita da contingentamento. Il prezzo finale del bene, osservato dai consumatori, riflette una media tra i prezzi degli input importati e quelli degli input prodotti localmente. Esempio: supponiamo che il 50% delle componenti usate dalle imprese di assemblaggio debba essere di produzione locale. Il costo delle componenti importate è di 6000$, mentre quello delle componenti prodotte localmente è di 10,000$. Allora, il costo medio delle componenti è pari a 8000$ (0.5 x 6000$ x 10,000$). E’ consentito alle imprese di soddisfare il requisito sui contenuti minimi nazionali esportando, invece che acquisendo componenti prodotte localmente.

17 Altri strumenti di politica commerciale
Crediti agevolati all’esportazione Forma di prestito agevolato concessa agli acquirenti. Hanno gli stessi effetti di un normale sussidio all’esportazione. Politica delle commesse pubbliche Gli acquisti da parte del governo (o di imprese soggette a specifici regolamenti) possono essere indirizzati a beni di produzione locale, nonostante siano più cari di quelli importati. Regolamenti Talvolta i governi frappongono barriere sostanziali agli scambi attraverso procedure doganali e l’imposizione di determinati standard sanitari o di sicurezza.

18 Sintesi degli effetti delle politiche commerciali

19 Politiche commerciali e negoziati internazionali
Gli accordi commerciali internazionali: brevi cenni storici La riduzione coordinata dei dazi intesa come politica commerciale risale agli anni ‘30 (come reazione alle conseguenze dello Smoot-Hawley Act). La riduzione multilaterale dei dazi dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale è avvenuta sotto l’egida dell’Accordo Generale sui Dazi e sul Commercio (GATT), stipulato nel 1947 a Ginevra. Attualmente, è noto come Organizzazione Mondiale del Commercio (OMC o WTO). Il sistema GATT-WTO è un’organizzazione formale che incorpora un insieme di regole di condotta in materia di politiche commerciali.

20 Mappa dei partecipanti al WTO: ██ membri
      Mappa dei partecipanti al WTO: ██ membri ██ membri reppresentati dall’UE ██ osservatori richiedenti l'adesione ██ osservatori ██ non membri, con negoziati attivi ██ non membri

21 Politiche commerciali e negoziati internazionali
Il sistema GATT-WTO proibisce l’introduzione di: sussidi all’esportazione (eccetto che per i prodotti agricoli) contingentamenti delle importazioni (eccetto il caso in cui un improvviso aumento delle importazioni minacci i produttori domestici) dazi (ogni nuovo dazio o incremento di un dazio esistente deve essere controbilanciato da riduzioni in altri dazi volte a compensare i paesi esportatori danneggiati) Round commerciale Un vasto numero di paesi si incontra per negoziare un insieme di riduzioni tariffarie nonché altre misure per la liberalizzaizone degli scambi.

22 Politiche commerciali e negoziati internazionali
Dal 1947 ad oggi, hanno avuto luogo otto round commerciali: i primi cinque hanno assunto la forma di negoziati bilaterali “paralleli” (per esempio, Germania con Francia e Italia). il sesto accordo commerciale multilaterale, noto come Kennedy Round, venne completato nel 1967: comportava una riduzione generalizzata del 50% su tutti i dazi vigenti da parte dei paesi industrializzati, eccezion fatta per alcuni specifici settori industriali in cui i dazi rimasero immutati complessivamente, il Kennedy Round comportò una riduzione media dei dazi del 35% circa.

23 Politiche commerciali e negoziati internazionali
Il cosiddetto Tokyo round (conclusosi nel 1979) comportò: la riduzione ulteriore dei dazi nuovi codici per controllare la proliferazione di barriere non tariffarie, quali ad esempio le VER. Un ottavo round di negoziati, il cosiddetto Uruguay Round, si è concluso nel 1994.

24 Politiche commerciali e negoziati internazionali
L’Uruguay Round I suoi risultati maggiori sono stati: la liberalizzazione degli scambi alcune riforme amministrative Liberalizzazione commerciale Il dazio medio imposto dai paesi avanzati si è ridotto di quasi il 40%. Ancora più significativo della riduzione complessiva dei dazi è l’accordo per liberalizzare il commercio in due settori molto importanti: l’agricoltura e l’abbigliamento. Dal GATT al OMC Molti dei dibattiti che hanno ruotato intorno all’Uruguay Round riguardano la creazione dell’OMC.

25 Politiche commerciali e negoziati internazionali
Quanto è diverso l’OMC dal GATT? Il GATT era un accordo provvisorio, mentre l’OMC è un’organizzazione internazionale a pieno titolo. Il GATT trovava applicazione solo in materia di commercio di beni, mentre l’OMC ha incluso anche regole sul commercio di servizi (l’Accordo Generale sul Commercio in Servizi (GATS)) e sull’applicazione internazionale dei diritti di proprietà intellettuale. L’OMC ha una nuova procedura di risoluzione delle dispute, concepita per ridurre il tempo in cui si perviene al giudizio.

26 Politiche commerciali e negoziati internazionali
Costi e benefici L’impatto economico dell’Uruguay Round è difficile da stimare. Ciò nonostante, le stime del GATT e dell’Organizzazione per la Cooperazione Economica e lo Sviluppo indicano un beneficio per l’economia mondiale quantificato in 200 miliardi di dollari all’anno, una volta che l’accordo sarà pienamente in vigore. Gli economisti tendono a ritenere troppo basse queste stime. I costi dell’Uruguay Round graveranno su gruppi ben organizzati, mentre i suoi benefici saranno ampiamente diffusi tra la popolazone.

27 Principi del GATT-WTO (I)
No ad accordi commerciali preferenziali I paesi stipulano accordi commerciali preferenziali attraverso i quali riducono i loro dazi reciprocamente, ma non nei confronti del resto del mondo. Il GATT-OMC, attraverso il principio della “nazione più favorita” (MFN), proibisce accordi siffatti. La costituzione di un accordo commerciale preferenziale è permessa solo se conduce al libero scambio tra i paesi firmatari dell’accordo.

28 Principi del GATT-WTO (II)
COMMERCIO SENZA DISCRIMINAZIONI: Principio di non discriminazione (deriva dalla clausola MFN): se si applicano condizioni favorevoli di tassazione su un prodotto proveniente da una delle parti contraenti (cosi si chiamano gli Stati che hanno firmato il Gatt), tali condizioni vanno estese a tutti i Paesi firmatari del Gatt (Principio del trattamento generalizzato della nazione più favorita, MFN) Principio del trattamento nazionale: un prodotto estero una volta importato deve avere condizioni di vendita pari a quella di un prodotto simile di origine locale (tasse, tributi, norme, trasporti, etc.).

29 Clausola di salvaguardia:
I paesi membri possono invocare un’azione di salvaguardia (restrizione temporanea all’import) per proteggere una specifica industria nazionale da un incremento di importazioni di ogni prodotto che causa, o minaccia di causare, seri danni all’industria Le misure di salvaguardia possono essere applicate solo dopo un’accurata verifica condotta dalle autorità competenti e seguendo ben definite procedure (trasparenza – pubblicazione della procedure – e coinvolgimento delle parti). In particolare "serious injury" significa un significativo e complessivo deteroriamento della posizione dell’industria nazionale. Nel determinare se la “serious injury” è presente, le autorità devono valutare tutti i fattori rilevanti sulle condizioni dell’industria. I fattori che devono essere analizzati sono l’ammontare assoluto e relativo dell’aumento delle importazioni, la quota di mercato conquistata dall’aumento delle importazioni, i cambiamenti del livello di vendite, produzione, produttività, capacità, utilizzazione, profitti, perdite, occupazione, dell’industria nazionale. Possono concretizzarsi in misure temporanee max 4 anni (innalzamento dei dazi all’import, quote di importazione)

30 La Clausola di salvaguardia è invocabile in ambito WTO ad esempio in caso di DUMPING che crei una serious injury: DUMPING: è in generale un pratica di prezzo predatoria. Nel commercio internazionale si concretizza nell’azione di vendere sui mercati internazionali ad un prezzo inferiore a quello che si pratica sul mercato interno o addirittura ad un prezzo inferiore al costo di produzione. Il Dumping può essere: Naturale: deriva da curve di domanda con elasticità diversa nei diversi mercati (più elastica nel caso del mercato estero) Sporadico: i mercati sono segmentati “naturalmente” e l’impresa tenta di acquisire posizioni concorrenziali sul mercato estero rinunciando a max i profitti o accettando perdite compensate da extraprofitti sul mercato domestico – ad esempio perchè gode di posizione dominante)

31 Dumping Costo, C, e prezzo, P 3 PDOM QDOM DDOM MRDOM MC 2 1 PFOR
DFOR = MRFOR Q Quantità prodotte e domandate, Q Vendite domestiche Esportazioni Produzione totale

32 WTO: Il dumping è una strategia con cui i prodotti di un Paese sono immessi in commercio in un altro Paese ad un prezzo inferiore al valore normale del prodotto (Gatt 1994). Si può ottenere la possibilità di imporre contromisure (countervailing measures) se: 1. Il dumping sia dimostrato e quantificato, confrontando il prezzo all'esportazione con il prezzo nel mercato interno del paese esportatore. 2. Dimostri che il dumping sia causa di un danno (injury). Le misure possono concretizzarsi ad esempio nella possibiità di imporre tariffe che riportino il prezzo delle merci esportate al livello di prezzo praticato domesticamente


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