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Avanzamento automatico Arciprete della basilica papale di San Pietro e Vicario generale di Sua Santità per la Città del Vaticano. Alzare il volume audio.

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Presentazione sul tema: "Avanzamento automatico Arciprete della basilica papale di San Pietro e Vicario generale di Sua Santità per la Città del Vaticano. Alzare il volume audio."— Transcript della presentazione:

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2 Avanzamento automatico Arciprete della basilica papale di San Pietro e Vicario generale di Sua Santità per la Città del Vaticano. Alzare il volume audio

3 Testo tratto dal libro 2012 Con toccante sincerità racconta la sua storia da sacerdote. Originario della Toscana di un povero, ma storico, paesino medievale “Sorano”; di umili origini famigliari gli è accanto la mamma, che lo segue e sostiene con commovente e preziosa semplicità. La misericordia di Dio, dopo una grave malattia, lo guida nel suo ministero che lo porterà dapprima al Santuario di Loreto e poi a Roma.

4 “Adesso stai buono, perché io vado a messa”. La ricordo come fosse oggi, la mia mamma tutta imbacuccata con uno scialle per ripararsi la testa dal vento gelido, all’alba dell’inverno del 1947.

5 Io avevo solo 4 anni, ma quell’immagine mi è rimasta indelebilmente impressa nella memoria, e mi domandavo: ”Perché la mia mamma ogni mattina fa il sacrificio di uscire dal caldo della casa prima delle sei, dopo aver già lavorato un paio d’ore per sbrigare le faccende domestiche? Perché va in chiesa a quest’ora?”.

6 Un giorno decisi di chiederglielo e la sua risposta fu immediata e risoluta: ”Figlio mio, senza Dio non si può vivere!”. Ed allora pensai: “Se la mamma dice che non può vivere senza Dio, allora significa che Dio è veramente importante. E se è importante per la mia mamma, deve essere importante anche per me”. E’ stata la certezza cha ha guidato tutta la mia vita!

7 Quando ero bambino in casa non si sprecava nulla, si raccoglievano anche le molliche di pane che restavano sul tavolo dopo i pasti: sprecare qualcosa era un’offesa alla fame e al lavoro. per questo apprezzo moltissimo la vita semplice e capisco la fatica e la preoccupazione di chi stenta ad arrivare alla fine del mese e conta ogni giorno i pochi spiccioli che restano per mandare avanti la famiglia. La fatica del quotidiano mi ha marchiato a fuoco:

8 Il tempo di Natale era bellissimo. La sera della vigilia anche noi bambini avevamo il permesso di restare alzati.

9 Giocavamo a tombola e la mamma ci dava del vino rosso caldo, il vin brulè, che era l’unica medicina per il mal di gola quand’era inverno. E dopo ogni partita a tombola la mamma interrompeva il gioco e raccontava un episodio di vita della Madonna o di qualche altro santo.

10 Un episodio che narrava spesso era quello del miracoloso trasporto della casa di Maria da Nazaret a Loreto, che la tradizione popolare attribuisce all’intervento degli angeli … Non avrei mai immaginato che un giorno lontano sarei diventato arcivescovo di Loreto e custode di quella casa, che tanto mi aveva fatto sognare. …

11 Fu uno dei momenti più difficili all’inizio del mio episcopato nel 1992. Gli stabilimenti siderurgici di Piombino attraversavano un periodo di grave crisi e disoccupazione, come uno spettro faceva tremare tanti lavoratori e tante famiglie. Mi buttai in mezzo alla crisi, partecipai alle manifestazioni dei lavoratori, cercai di placare gli animi e tentai una mediazione con i dirigenti e i proprietari delle Acciaierie di Piombino. …

12 Qualcosa riuscimmo a salvare e, in ogni modo, la gente capì che la Chiesa era vicina a chi soffriva. Gli operai mi chiesero di celebrare la messa il giorno di Natale davanti ai cancelli chiusi degli stabilimenti … Il cuore mi disse di accettare, perché in quel momento Gesù in quel luogo “non trovava alloggio”.

13 Quella mattina una folla di operai mi attendeva al freddo, mentre sui loro volti sembrava che si alternassero nubi minacciose e il sole della speranza. Parlai come può parlare un padre, quando vede i suoi figli umiliati, disorientati, impauriti. “Gesù è qui con noi!”, dissi. “Non perdiamo la fiducia e moltiplichiamo la carità tra di noi per essere degni di ricevere la giustizia”.

14 Al termine della santa messa un operaio si fece avanti a nome di tutti e mi consegnò un pezzo di pane e un bicchiere d’acqua. Mi disse:”Oggi il nostro pranzo di Natale sarà pane e acqua. Vuole anche lei festeggiare così il Natale con noi?”.

15 “Così sarà anche il mio pranzo di Natale e la mia mamma sarà felice di condividere con voi questo gesto, che è un’invocazione di giustizia”.

16 A questo punto un uomo, che tutti chiamavano “Lupone”, per il suo carattere brusco, mi abbracciò e mi disse: ”Io i preti li farei a fette, ma a lei gli voglio bene, perché lei è vicino alla povera gente”. “Lupone!”, replicai, “Anch’io sono figlio di povera gente e conosco la fame e conosco l’umiliazione della povertà. Sono accanto a voi: oggi voi siete la grotta di Betlemme!”. Ci abbracciammo nuovamente e ci parlammo con un linguaggio silenzioso ma eloquente: due lacrime! E il mio pranzo di Natale del 1992 fu … pane e acqua: e fu un vero Natale!

17 Il primo Natale del 1992 vissuto da vescovo inviai una lettera di auguri a tutti e una seconda ai sindaci della diocesi di Massa Marittima-Piombino. ( ndr: dopo 20 anni, sono lettere ancora attualissime e ne leggiamo qualche frammento ). Nel momento in cui riusciamo a dimenticare noi stessi, nel momento in cui muore dentro di noi un pezzo di egoismo, nel momento in cui il perdono sconfigge l’odio …, in quel momento è Natale. Il Natale è tutt’altra cosa da quello che ci si presenta il luccichio delle vetrine e l’abbondanza gastronomica, vera offesa della povertà di tanta parte dell’umanità e tradimento del senso stesso di Natale.

18 Natale è Dio che ci è venuto incontro da povero; Natale è la contestazione della ricchezza perché è una falsa sicurezza; Natale è Dio che si è fatto solidale con l’uomo e ha scelto l’ultimo posto per non escludere nessuno dalla solidarietà.

19 Questa è la lezione del Natale. Questa è la ricchezza di insegnamenti che dobbiamo tutti riscoprire, ricordando il Natale di Gesù. Questa è la lezione del Natale. Questa è la ricchezza di insegnamenti che dobbiamo tutti riscoprire, ricordando il Natale di Gesù. Saremo capaci di ritrovare questa sorgente di acqua viva, tra le acque inquinate del mercato moderno? Saremo capaci di ritrovare questa sorgente di acqua viva, tra le acque inquinate del mercato moderno?

20 La mia parola è soltanto un invito a non cedere alla sfida dei tempi …, è un invito a sfidare i tempi difficili in cui viviamo per costruire una società in cui sia più giusta la “giustizia”, in cui ogni uomo e donna vedano salvaguardato il diritto al lavoro e l’educazione al dovere nel lavoro, in cui ogni famiglia sia difesa e nutrita di grandi ideali e di grandi orizzonti: in cui ogni uomo e donna vedano salvaguardato il diritto al lavoro e l’educazione al dovere nel lavoro, in cui ogni famiglia sia difesa e nutrita di grandi ideali e di grandi orizzonti: quegli ideali che danno pienezza e gioia di vivere ai giovani che crescono nelle nostre case. quegli ideali che danno pienezza e gioia di vivere ai giovani che crescono nelle nostre case.

21 S. Em. Cardinal Angelo Comastri Arciprete della basilica di San Pietro e Vicario generale di Sua Santità - Città del Vaticano (Roma). Alla scuola di Gesù! Pace e bene a tutti nella verità e nell’onestà e nel sacrificio del dono di sé per il bene di tutti!

22 Il presente pps non ha fini di lucro ed è stato realizzato per devozione da Nicola Paradiso (Dicembre 2012 - Paderno Dugnano - Milano – www.dugnanoincirano.it ) Cliccare ESC per uscire o attendere riapertura automatica Testo: S.E. Card. Angelo Comastri dal libro “Dio scrive dritto” Realizzazione e adattamento: Nicola Paradiso Musica: Ven a mi casa – Raùl Di Blasio Versioni straniere: con testo inglese, spagnolo e francese (richiedere gratuitamente in mail a paradisonico@alice.it )


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