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Associazione Laureati Italiani in Discipline Forestali (ALIFOR) DOPO KYOTO E JOHANNESBURG: RUOLO DEL SETTORE FORESTALE TRA DIMENSIONE LOCALE, NAZIONALE.

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1 Associazione Laureati Italiani in Discipline Forestali (ALIFOR) DOPO KYOTO E JOHANNESBURG: RUOLO DEL SETTORE FORESTALE TRA DIMENSIONE LOCALE, NAZIONALE E INTERNAZIONALE La Conferenza Interministeriale per la Protezione delle Foreste di Vienna: gli impegni relativi ai Piani Forestali Nazionali e Regionali F. Brun – B. Giau – C. Magnani filippo.brun@unito.it DEIAFA – Economia Università di Torino Padova, 21 febbraio 2003

2 Struttura della relazione La Conferenza Interministeriale per la Protezione delle Foreste (MCPFE) Caratteristiche del “Piano Forestale Nazionale” Definizione dell’MCPFE Alcuni aspetti metodologici La situazione italiana Discussione

3 La Conferenza Interministeriale per la Protezione delle Foreste www.MCPFE.org Nata nel 1990 Rappresenta circa 40 Paesi europei e l’UE E’ una “piattaforma politica” per il dialogo e la cooperazione sulle tematiche forestali in Europa Promuove la protezione e la gestione sostenibile delle foreste “ utilizzo delle foreste tale da mantenere la loro biodiversità, produttività, capacità di rinnovazione, vitalità e capacità di soddisfare, ora e nel futuro, rilevanti funzioni ecologiche, economiche e sociali, a livello locale, nazionale e globale, e in modo da non causare danni ad altri ecosistemi” (Risoluzione H1)

4 Come funziona l’MCPFE Processo continuo, basato su una catena di incontri: Tavole rotonde Gruppi ad hoc, Workshop Seminari Riunioni di esperti Conferenze interministeriali Documenti prodotti: RISOLUZIONI Gli Stati firmatari e l’UE sono responsabili per l’implementazione delle decisioni prese dal MCPFE a livello nazionale, regionale e sub-nazionale SCAMBIO DI INFORMAZIONI PIATTAFORMA DI DISCUSSIONE SU ASPETTI SCIENTIFICI O TECNICI Decisori DECISIONI ufficiali

5 CONFERENZE INTERMINISTERIALI 90: Conferenza di Strasburgo 6 risoluzioni inizio della cooperazione tecnica e scientifica come base delle politiche forestali 98: Conferenza di Lisbona 2 risoluzioni Aspetti socioeconomici della GFS Criteri e indicatori, GL operative per la GFS 28-30 aprile 2003: Conferenza di Vienna 93: Conferenza di Helsinki 4 risoluzioni risposta dei Paesi Europei alla Conferenza di Rio, 1992 (“Principi forestali”; Agenda 21) linee guida per la gestione forestale sostenibile (GFS ), la biodiversità, cooperazione, cambiamenti climatici

6 La Conferenza di Vienna prenderà in considerazione i risultati raggiunti finora dall’MCPFE prenderà ulteriori decisioni per favorire la conservazione e la gestione sostenibile delle foreste in Europa La Conferenza di Vienna Lavori preparatori: MCPFE drafting meeting for the Vienna Conference, 9-10 December 2002, Eisenstadt, Austria MCPFE expert level meeting 13-14 Febbraio, Vienna Living forest summit – common benefits, common responsibilities I Paesi firmatari: - approvano gli indicatori pan-europei per la GFS - si impegnano a produrre un programma di lavoro per la Conferenza di Vienna in cooperazione con tutte le organizzazioni e istituzioni interessate Altri documenti prodotti: - “Forest biological diversity in Europe” - “An economically viable forest management in Europe” - “Strengthen synergies for sustainable forest management in Europe trough National Forest Programmes”

7 L’MCPFE e i Piani Forestali Nazionali Risoluzione di Helsinki (Risoluzione H1) “la GFS dovrebbe essere basata su piani o programmi, periodicamente aggiornati, a livello locale, regionale o nazionale” 1999 (Tulln, Austria): workshop sul ruolo dei PFN nel contesto pan-europeo diverse sessioni di lavoro (2001, Norway; 2002, Latvia) ottobre 2002, Vienna, Austria: documento Adottato nel corso del “MCPFE Drafting Meeting for the Vienna Conference” “I Paesi firmatari e l’UE si impegnano ad applicare l’approccio dell’MCPFE ai PFN per lo sviluppo, l’implementazione, il monitoraggio e la valutazione delle politiche forestali a livello nazionale o sub-nazionale”* “MCPFE approach to National Forest Programmes in Europe” *Fonte: “Strengthen synergies for sustainable forest management in Europe trough National Forest Programmes”, dicembre 2002, Eisenstadt, Austria

8 Il principio di sussidiarietà : Mutuato dalla dottrina sociale del cattolicesimo e introdotto all’art 5 del trattato dell’UE Due aspetti: 1 positivo: L’UE interviene quando “gli obiettivi perseguiti possono essere realizzati meglio a livello comunitario”. 2 negativo: L’UE non deve intervenire quando “l’azione degli stati è sufficiente a svolgere gli obiettivi prefissati” 1998, Comunicazione della Commissione sulla strategia forestale dell’UE Regolamento CE 1257/99 (sviluppo rurale) L’Unione Europea e i PFN I piani forestali a livello nazionale o locale sono un quadro di riferimento per la gestione sostenibile delle foreste Principio di sussidiarietà: gli Stati membri sono responsabili dell’elaborazione e dell’attuazione di piani forestali nazionali o di strumenti equivalenti Il sostegno al settore forestale si basa su “programmi forestali nazionali o regionali o su strumenti equivalenti che devono tener conto degli impegni assunti in sede MCPFE” (art. 29)

9 Il dibattito sui PFN Nazioni Unite 1995/1997: Intergovernmental Panel on Forests 1997/2000: Intergovernmental Forum on Forests 2000/2005: United Nations Forum on Forests 1999/2003: COST E19 Action : “ National Forest Programmes in a European Context” FAO, “ Principi base e linee guida operative per la formulazione e revisione dei PFN”, 1996 Programma di azione G8 sulle foreste (1998) EFI (Eropean Forest Institute): forum

10 Che cos’è un PFN secondo l’MCPFE E’ un Processo di pianificazione, implementazione, monitoraggio e valutazione olistico, intersettoriale e iterativo, su scala nazionale e/o regionale Obiettivo: gestione forestale sostenibile Principi chiave partecipazione approccio olistico e intersettoriale processo iterativo con obiettivi a lungo termine basato sulla sovranità nazionale ma coerente con gli impegni internazionali Fonte: “MCPFE Approach to National Forest Programmes in Europe”, ottobre 2002, Vienna, Austria “La GFS dovrebbe essere il risultato della coordinazione di politiche forestali, economiche, sociali e ambientali” “I PFN permettono un approccio intersettoriale e la coordinazione delle politiche tramite la partecipazione e la partnership” EFI, Convegno “Cross-sectoral policy impacts on forests, Savonlinna, Finlandia, 3-6 Aprile 2002

11 Aspetti metodologici Fonte: “Politique et planification forestieres”, G. Buttoud e J. Samyn Pianificazione forestale: fornisce l’indirizzo generale per la realizzazione della politica forestale deve fare riferimento alla nozione di “foresta” nel suo significato più ampio (multifunzionalità) deve articolarsi con i piani di sviluppo degli altri settori deve basarsi sul principio del consenso e della partecipazione deve essere uno strumento flessibile serve anche per orientare i finanziamenti

12 Implementazione Sul piano temporale un piano d’azione strategico piani d’azione operativi ciclo di programmazione annuale per fissare gli interventi concreti Sul piano territoriale un piano forestale nazionale diversi piani forestali regionali per articolare le strategie nazionali tenendo conto delle diverse realtà territoriali Fonte: “Politique et planification forestieres”, G. Buttoud e J. Samyn

13 Monitoraggio e valutazione Permettono di valutare il livello di applicazione della politica forestale Consentono adattamento continuo del PFN Necessario stabilire degli indicatori per controllare il grado di conseguimento di un risultato o di un obiettivo Monitoraggio: sorveglianza continua (o periodica) per assicurarsi che il calendario di lavoro, le attività e i risultati attesi si svolgano secondo il “piano” stabilito Valutazione: processo sistematico che cerca di valutare, il più possibile oggettivamente, l’efficacia di un piano in rapporto agli obiettivi da raggiungere e ai risultati attesi Fonte: “Politique et planification forestieres”, G. Buttoud e J. Samyn

14 Contenuto del PFN Quadro di pianificazione operativa obiettivi risultati attesi linee d’azione e strategie di realizzazione responsabilità degli attori pubblici e privati risorse umane e finanziarie e loro fonte stima degli impatti sociali, economici ed ambientali Valutazione del precedente periodo di programmazione Misure di accompagnamento riorganizzazione dell’amministrazione aggiornamento delle statistiche programmi di ricerca Fonte: “Politique et planification forestieres”, G. Buttoud e J. Samyn Il PFN è anche un piano di spesa!

15 Formulazione Delle linee di politica forestale Analisi della situazione attuale Identificazione degli obiettivi Definizione delle linee strategiche Del PFN Per ogni obiettivo individuato dal documento di politica forestale, si descrivono: i risultati attesi la situazione attuale le linee d’azione le responsabilità gli indicatori per la valutazione le risorse necessarie stimate N.B.: approccio partecipativo Fonte: “Politique et planification forestieres”, G. Buttoud e J. Samyn Approccio partecipativo - espressione delle opinioni di tutti gli attori coinvolti - negoziazione per stabilire dei compromessi tra le diverse posizioni (convegni e seminari) - convalida ufficiale dei compromessi raggiunti - conferenza nazionale finale per l’informazione Gruppi di lavoro composti da: - rappresentanti dell’amministrazione pubblica - rappresentanti degli interessi privati - rappresentanti del mondo rurale - organizzazioni non governative in difesa dell’ambiente - esperti

16 Questo schema di pianificazione è difficilmente applicabile in Italia

17 La situazione italiana la legge nazionale ancora oggi vigente è (ancora) il R.D. 3267/ 1923 Vincolo idrogeologico - Piani economici (o di assestamento) per i boschi pubblici Negli anni ’70 ( D.P.R. 11/1972 e 616/1977 ) le competenze in materia agricola e forestale sono state trasferite alle Regioni

18 1985: redazione dell’Inventario Forestale Nazionale 1988: Piano Forestale Nazionale Italiano analisi della situazione forestale italiana individuazione delle linee d’intervento problemi per: insufficiente copertura finanziaria poca chiarezza su ruoli, compiti e responsabilità di Stato e Regioni* *Fonte: “The state of NFPs in Italy”, G. Corrado e M. Merlo, 1999

19 ? Questa pagina è stata lasciata bianca intenzionalmente da anni

20 Riassumendo Forte disomogeneità Mancato coordinamento da parte dello Stato Risorse umane e finanziarie insufficienti Sistema di rilevazione statistica inadeguato (non unitario e non aggiornato) Assenza di coordinamento a livello nazionale per la ricerca Sistema autorizzativo complesso (vincoli sovrapposti) Fonte: “L’evoluzione della politica forestale italiana dalla Legge Serpieri alle sfide europee: obiettivi e strategie”, CNEL, maggio 2000

21 Il dibattito sui PFN in Italia 1998, II Congresso Nazionale di Selvicoltura Mozione finale è necessario istituire un Fondo Forestale Nazionale per “predisporre e finanziare adeguatamente un nuovo piano forestale nazionale” e “provvedere all’aggiornamento dell’Inventario” Indagine conoscitiva “Le risorse forestali” Esigenze prioritarie: - legge quadro - adozione di piani forestali nazionali e regionali - predisposizione di un inventario forestale nazionale 1999, Commissione Agricoltura della Camera 2000, CNEL 2001, L. Colletti “C’è l’esigenza di elaborare un nuovo PFN in modo da armonizzare gli obiettivi e le linee d’intervento.” (Fonte: “Il settore forestale italiano: linee guida e strumenti di politica forestale”, CNEL, aprile 2000) L’assenza di un PFN è “in contrasto con i numerosi impegni sottoscritti a livello internazionale”

22 Documenti e ricerche Luglio 1998, “Secondo Inventario Forestale Nazionale. Studio di fattibilità”, ISAFA Giugno 2000, “Indicatori di gestione forestale sostenibile in Italia”, ANPA “Mi sento di esprimere il dubbio se non converrebbe, piuttosto che rassegnarsi a un inventario occasionale senza creare una struttura permanente e orientata al futuro, rinunciare invece del tutto all’impresa…” M. Bianchi, Direttore dell’ISAFA “Scopo del progetto è l’individuazione di un sistema di indicatori per il monitoraggio dello stato delle risorse, delle modalità di gestione e degli effetti delle scelte di politica forestale a livello nazionale, in accordo con gli impegni assunti dal Governo italiano nell’ambito delle Conferenze interministeriali di Strasburgo, Helsinki e Lisbona”

23 La regionalizzazione delle competenze forestali pone dei vincoli alla redazione di un PFN. INOLTRE... “given the regionalisation/decentralisation process and developments of the past 20 years (…) centralised forest planning institutions are inconceivable” “to what extent can forests be the objet of a sectoral plan when they perform multiple of functions far from the traditional perception of forestry?” Fonte: “The state of NFPs in Italy”, G. Corrado e M. Merlo, 1999

24 Gli ultimi strumenti normativi non risolvono la situazione…... D. L. 227/2001 “Decreto legislativo in materia di orientamento e modernizzazione del settore forestale” Riforma del CFS (Legge in discussione) CFS = corpo di polizia Il CFS non è stato regionalizzato devolution Art. 3 “…le Regioni definiscono le linee di tutela, conservazione, valorizzazione e sviluppo (…) attraverso la redazione e la revisione dei propri piani forestali” NON è una legge quadro NON prevede un PFN né un Inventario

25 Concludendo Da una parte l’Italia deve attenersi agli obblighi presi a livello internazionale (UE, MCPFE) “L’assenza di un PFN potrebbe addirittura mettere a rischio i fondi che il Regolamento per sostegno allo sviluppo rurale destina al settore forestale”* Dall’altra la struttura regionalista rende difficile la redazione di un unico PFN *Fonte: “I programmi forestali nazionali e gli impegni internazionali”, L. Colletti, 2001 “I Paesi firmatari e l’UE si impegnano a individuare sovrapposizioni, divari, contraddizioni nelle politiche, nei programmi, nelle strategie e nelle leggi forestali e a prendere provvedimenti per ridurli” “Strengthen synergies for sustainable forest management in Europe trough National Forest Programmes”, 9-10 Dic. 2002, Austria il dibattito interno è ancora lontano da una conclusione soddisfacente le Regioni hanno anche altri strumenti di pianificazione (PSR, piani antincendio) Da un’analisi condotta sull’attivazione delle misure forestali emerge che gli interventi sono sostanzialmente simili per tutte le Regioni, che non hanno “progettato un modello di sviluppo locale idoneo alle loro specificità” ma hanno piuttosto “cercato di attivare delle misure in campo forestale di significato generale allo scopo di usufruire dei fondi”

26 Alternative possibili con 1 prerequisito: il coordinamento PFN come sintesi degli indirizzi generali di settore e come momento di raccordo tra le politiche forestali comunitarie e internazionali e quelle delle Regioni e Province Autonome PFN come piano comprendente la pianificazione dell’uso del territorio e la pianificazione finanziaria (non un piano settoriale)


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